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Autore: NIHAL_JOHNSON    14/05/2020    5 recensioni
Hermione si avvicinò a Ron e con la luce della candela notò che i gemelli Weasley dormivano in due letti dall’altra parte della stanza.
“Cosa ci fanno loro nella stanza di Ron?”
“L’hanno lasciata a degli ospiti che vengono alla partita.” Sbadigliò Harry, “cosa stai facendo?”
“Sta a vedere.” Sussurrò lei maligna.
Si avvicinò al letto di uno dei due, osservando bene il suo volto addormentato profondamente. Era senz’altro Fred. Dormiva sereno, aveva fatto crescere i capelli ed erano fiamme di fuoco sparse sul cuscino. Hermione avvertì l’impulso di sfiorarli e toglierli un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma che diavolo ti prende Hermione?” Si chiese scuotendo la testa. Si avvicinò lentamente fino a che fu ad un soffio dal suo volto.
“FRED WEASLEY! MAMMA HA SCOPERTO I NOSTRI ESPERIMENTI!” Gridò a pieni polmoni imitando la voce più profonda di George.
Fred scattò a sedere sbarrando gli occhi, “No, no, no! George nascondi le prove!” Gridò spaventato e ancora mezzo addormentato.
Come nasce l'amore tra Fred ed Hermione, tra battibecchi, frecciatine, sguardi... ma sembra non esserci davvero speranza, finché tre anime buone non interverranno in loro aiuto, con una piccola... spinta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO VENTIDUE
 
QUINTO ANNO: HOGWARTS

 


*vi consiglio di ascoltare le canzoni che cito, mai come in questo capitolo sarà necessario...
 
 
 


 
 
Durante la giornata seguente, Fred e George seguirono le lezioni normalmente, concludendo affari e incassando Galeoni tra una pausa e l’altra.
La sera ci fu la prima lezione dell’ES dopo le vacanze, e fu incredibile. Impararono gli Incantesimi per controllare gli elementi della natura: fuoco, acqua, vento, e piante.
Neville se la cavò alla grande con l’incantesimo dei rampicanti, e riuscì a intrappolare Seamus in un groviglio di rami. Harry gli diede una pacca sulla schiena felice. Tutti esultarono.
Draco riuscì addirittura a creare una lastra di ghiaccio e trasformarla in aculei appuntiti e gettarli su una parete, dove si infilzarono con forza. Hermione spalancò la bocca, e Ginny fu costretta a chiudergliela, mettendole due dita sotto il mento.
“Complimenti al nostro Serpeverde,” commentò la rossa avvicinandosi a lui.
“Facciamo progressi qui…” disse Hermione colpita.
Draco fece spallucce, ma il suo pallore non nascose un leggero colorito sulle guance.
“Me la sono cavata…” minimizzò lui strizzando l’occhio alle due ragazze.
“Non fare il modesto, dai spiega come hai fatto,” disse Hermione trascinandolo al centro della stanza, tutti si voltarono verso di lui colpiti.
“No, non credo sia una buona idea…” provò a dire lui in imbarazzo, ma il sorriso che vide sui volti dei presenti gli diede coraggio.
“D’accordo… il segreto è pronunciare bene l’incanto e tenere la bacchetta in questo modo…”
Iniziò a spiegare il biondo, mentre Hermione si spostava di lato per lasciargli spazio.
Fred le si affiancò, “però, è alto, biondo, avvenente, aria da cattivo ragazzo ma buono come il pane, ed è pure bravo con gli incantesimi. Come fai a non essere pazza di lui Granger?” Chiese con tono ironico, ma se lo chiedeva seriamente.
Hermione alzò un sopracciglio. “Davvero non lo so, ma tieni d’occhio Ginny, perché non credo stia ascoltando una parola di quello che Draco sta dicendo.” Sviò lei divertita, indicando con la bacchetta la sorellina minore dei due, che stava guardando Draco con occhi sognanti, sotto lo sguardo torvo di Dean, e si stava avvicinando a lui lentamente senza rendersene conto.
Era arrivata addirittura a sfiorargli un ciuffo biondo, prima che i due gemelli intervenissero sollevandola di peso e allontanandola da lui.
“Ginny mi dispiace ma con i Malfoy non possiamo imparentarci.”
“Già, pensa che belle le cene di Natale…”
Dissero i due divertiti, mentre Draco rideva insieme a tutti.
Hermione lo fissò ridere: era finalmente a suo agio, si sentiva uno di loro, e lei era davvero felice per lui.
Era davvero bello dovette ammettere, con la camicia arrotolata sopra i gomiti, il fisico asciutto sotto la stoffa bianca, la cravatta allentata, i capelli scompigliati quasi bianchi, gli occhi argentei…
Spostò lo sguardo su Fred, e anche solo il vederlo ridere insieme a Draco e prenderlo sottobraccio le fece girare la testa.
“Scherzo Draco, passerei il resto della mia vita con te, ma il caro Lucius seduto accanto a me a cena non ce lo vedo molto…”
Tutti risero, Draco più di tutti, e desiderò che le cose fossero diverse, che suo padre non fosse quello che era.
Hermione guardò Fred e vide quel sorriso che tanto amava, quelle labbra perfette, quegli occhi castani grandi e furbi, i capelli rosso fuoco e avvampò.
Perché quando guardava lui era così diverso? Cosa diavolo le prendeva al suo cuore quando incrociava il suo sguardo? Perché le si seccava la gola, le gambe diventavano molli, e il suo ventre era attraversato da fremiti fino all’inguine quando si sfioravano anche per sbaglio?
Perché quella notte, quando l’ha invitato a ballare, lui si era rifiutato? E perché questo l’aveva turbata tanto?
Sospirò e si riconcentrò sulle parole di Draco, che aveva ripreso a spiegare l’incantesimo.
 
 
 
§
 
 
 
Il giorno dopo Hermione, Harry e Ron avevano Difesa Contro le Arti Oscure insieme ai Serpeverde. L’idea di vedere la Umbridge le fece venire la nausea, ma si sforzò di essere la solita impeccabile Hermione Granger.
Hermione era in anticipo e si fermò sulla soglia della porta ad aspettare i suoi amici. Draco arrivò da lontano insieme al suo solito gruppo. Hermione cercò di non ridere quando si avvicinò e lui cercò di fare altrettanto.
Ma l’abitudine di stare con lei quasi tutte le sere prese il sopravvento, e quando le passò accanto per entrare, gli scappò un fino troppo dolce: “Ciao Hermione…”
Hermione sbarrò gli occhi, seguendolo con lo sguardo. Draco si bloccò, imprecando a bassa voce con una smorfia; Goyle, Zabini e Pansy fecero lo stesso, fissandolo sconvolti.
Lui si voltò verso di loro e verso Hermione dietro di loro, non sapeva dove arrampicarsi.
Hermione sentì di dover fare qualcosa immediatamente per salvarlo, o avrebbero potuto insospettirsi sul serio.
“Oh Malfoy,” sbottò acida, assumendo un’espressione schifata, “ti sei rammollito al punto che adesso mi chiami pure per nome?”
Draco si morse il labbro e colse la palla al balzo, anche se gli risultò terribilmente difficile trattarla in quel modo, ma non aveva scelta.
“Come osi parlare con me? Pensavo di averti già avvertito che non dovevi mai più rivolgermi nemmeno uno sguardo, sudicia Mezzosangue.” Si avvicinò a lei e sputò quell’ultima parola tra i denti ad un centimetro dalla sua bocca, la prese per il mento con forza.
Hermione emise un piccolo gemito, ma sostenne il suo sguardo fiera, e in fondo divertita, quella era recita ed essere a conoscenza che quegli idioti dei suoi amici non sapessero chi veramente era il loro idolo la esaltava.
“Grazie,” mormorò Draco ad un centimetro dal suo volto, lei ammiccò appena e lui la lasciò andare di colpo in malo modo. Ma rimase vicino a lei.
“Gliela fai passare così?” Sbotto Pansy irritata.
“Non perdo il mio tempo con una Sanguesporco.” Sussurrò lui senza staccare gli occhi da Hermione.
I Serpeverde alle sue spalle sembrarono rilassarsi a quelle parole; in quel momento una vocina acuta tossicchiò sulla soglia.
Hermione, Draco e tutti gli altri si voltarono.
La Umbridge era lì, in piedi e li fissava con sospetto. “Cosa succede qui?”
“Niente professoressa, rimettevo al suo posto chi se lo merita.” Rispose pronto Draco con un sorriso cattivo. La Umbridge spostò il suo sguardo da Draco ad Hermione e la osservò con disgusto.
“Ben fatto, ora ai vostri posti.” In quel momento arrivarono alle sue spalle Harry e Ron, sempre in ritardo, e si affrettarono ad unirsi agli studenti che prendevano posto, mescolandosi nella piccola folla.
La lezione fu terribile come al solito, se non peggio. La Umbridge cercò di riempirgli la testa come al solito con inutile idiozie e menzogne. Ma quella volta superò ogni limite.
Harry non fu capace di rispondere ad una domanda sul tema della lezione, e lei iniziò ad accanirsi su di lui, aggrappandosi a quella scusa.
“Signor Potter, lei si vanta tanto di essersi battuto come un eroe contro maghi oscuri e non sa rispondere ad una semplice domanda?”
Hermione strinse i pugni sotto al tavolo.
Stai calma. Harry sa difendersi.
“Non ho mai detto di essere un eroe professoressa, ho solo detto di aver comb…”
“Ah si si,” lo interruppe lei odiosa, “la conosciamo tutti a memoria quella storiella.”
“Storiella?”
“Perché insiste ancora cercando di spacciarla come verità?”
“Per la milionesima volta, è la verità! Perché dovrei mentire?”
“Perché sta aiutando Silente a prendere il posto di Primo Ministro. Sei solo un ragazzino pieno di fantasie che si è fatto indottrinare da un vecchio matto.”
Hermione stai calma. E’ una delle tue qualità più grandi. Non rispondere, è una professoressa…
“Albus Silente è il miglior mago del mondo! Molto più grande di quanto sarà mai lei o tutti noi.” Rispose arrabbiato Harry ad alta voce.
Metà della classe avrebbe voluto applaudire.
Draco trattenne a malapena un sorriso.
“Ma per favore, questa scuola è caduta in miseria da quando lui è preside. Siete degli stupidi se credete a lui o al signor Potter.” La voce le si alzava sempre di più.”
“Ma…”
Non devi rispondere, non devi rispondere…
“Siete degli ragazzini sciocchi con manie di grandezza. Non vi servirà essere abili con gli incantesimi, perché nessun signore Oscuro E’ TORNATO! DOVETE DARMI ASCOLTO!” Gridò fuori di sé.
Harry aprì la bocca, ma non uscì alcun suono. Era stanco e affranto.
Oh al diavolo!
Successe tutto in un attimo. Hermione scattò in piedi su tutte le furie e batté le mani sul tavolo, puntando poi un dito contro la Umbridge, che ammutolì.
“NO! Lei dia ascolto a noi ora per una buona volta. Non ci importa un fico secco di quello che pensa, noi non le crederemo mai. NOI CREDIAMO AD HARRY. Gli crediamo ciecamente, e lei dia retta a noi quando le diciamo che Voldemort è tornato e si sta avvicinando sempre di più, e la verità è che lei e quel pallone gonfiato che si fa chiamare Primo Ministro non ci volete pronti a questo!
Noi invece saremo pronti a combattere per quello in cui crediamo in un modo o nell’altro, e non sarà di certo lei VECCHIA MEGERA AD IMPEDIRCELO!”
Tutti spalancarono la bocca sorpresi. Draco si morse il labbro al settimo cielo. Era stato fantastico. Una visione quasi divina.
Hermione era ancora in piedi, respirava affannosamente, i capelli mossi ordinati, lo sguardo di sfida fiero e coraggioso, le mani chiuse in due pungi stretti lungo il corpo.
Era meravigliosa.
Harry la guardava dal basso, seduto sulla sedia accanto, avrebbe voluto alzarsi in piedi ed abbracciarla. Se lo meritava, non avrebbe potuto dire di meglio. Anche Hermione Granger aveva perso le staffe, per la prima volta in vita sua, e aveva risposto male ad un insegnante davanti a tutta la classe, con un coraggio da leonessa, rischiando molto.
Aveva messo da parte uno dei suoi ideali fondamentali: il rispetto per i professori. Ma quella non era una professoressa e non avrebbe mai avuto il loro rispetto e il loro silenzio. Ed Hermione si era alzata in piedi e glielo aveva fatto capire perfettamente.
La classe rimase in silenzio per qualche istante, passando lo sguardo prima da Hermione, o almeno quella che credevano fosse Hermione, e poi sulla Umbridge, che la fissava in silenzio, livida di rabbia, sembrava sul punto di scoppiare.
Ma non gridò. Cercò di contenersi molto, si vedeva che avrebbe voluto sbraitare come una matta.
“Ci vediamo questa sera nel mio ufficio per la punizione signorina Granger. Alle nove.”
Disse civettuola, fingendo una calma estenuante, addirittura sorrise. Ma era un sorriso cattivo, e pieno di vendetta.
Ma Hermione non aveva paura.
 
 
 
§
 
 
 
Fred era stravaccato come al suo solito sul divano migliore della Sala Comune insieme a George. Era a testa in giù, le gambe in alto incrociate appoggiate allo schienale. Stava rileggendo a mente tutta la lista dei prodotti definitiva da esporre in negozio; la penna d’oca in bocca. La fronte aggrottata per la concentrazione.
George controllava i prezzi di tutto e le scartoffie per l’acquisto del negozio. Ne avevano trovato uno perfetto.
Lee si gettò in mezzo a loro sul divano sfacciato, stravaccandosi e mettendosi comodo. “Ciao bellezze. Cosa mi sono perso?”
“Tanto lo sappiamo che la parte burocratica non ti interessa, non fingere.”
“Avete ragione non me ne importa un fico secco. Ci divertiamo con qualche primino?”
“Abbiamo da fare.”
“Dai parliamo di qualcosa che non sia lavoro… ne ho bisogno.”
“Se non te fossi accorto stiamo rendendo concreto il nostro futuro…”
“Vuoi che rimaniamo senza lavoro e che tra un anno bussiamo alla tua porta un giorno…”
“Chiedendoti di ospitarci per massimo un mese…”
“E alla fine rimaniamo lì con te per anni…”
“E tu sarai costretto a vivere con tua moglie, tuo figlio Junior e gli zii Fred e George che vivono sulle tue spalle?”
“Mangiando tutto quello che c’è in frigorifero, per il resto della tua vita?”
“Okay… mi avete convinto. Continuate pure. Non parlo più.”
Rimase in silenzio, cinque, massimo sei secondi.
Lee guardò passare Ginny e sorrise. “Sapete…” disse mettendo le braccia dietro alla testa, i due alzarono gli occhi al cielo e fecero cadere i fogli in grembo, “ho deciso che chiederò alla Granger di uscire…”
Fred sbarrò gli occhi e per poco non cadde a testa in giù dal divano. Si puntellò con le mani e si alzò a sedere.
“Cosa?” Domandò allibito.
“Voglio chiedere alla Granger di uscire.”
“Ho sentito benissimo quello che hai detto, e io ripeto: cosa?”
“Che c’è di male?”
“Non accetterà mai di uscire con te!” Sbottò Fred sistemando i fogli di malavoglia.
“Chissà magari si.” Azzardò George lanciando un’occhiata eloquente al gemello, che lo guardò torvo e gli lanciò un paio di fogli addosso.
“Perché tu mi stai dicendo che non usciresti con la Granger?” Chiese Lee ironico rivolto a Fred.
“Mai nella vita.” Rispose lui ostentando sicurezza che non aveva.
“Ma è una bomba sexy.” Esclamò Lee convinto.
“Oh si che è una bomba sexy Fred.” Ripeté George per dare noia al gemello.
“E’ intelligente.”
“Mooolto intelligente.”
“Carismatica.”
“Più che carismatica, affascinante.”
“E avete visto che corpo alla festa? Lo nasconde fin troppo di solito, ma si vede che ha un gran bel…”
Fred lo interruppe con un gesto di stizza. “Abbiamo afferrato.”
“Che c’è Freddie? A te non piacerebbe uscire con la Granger?”
“Mi sembra di avervi già risposto.”
“Ma perché?”
“Beh, dimenticate quanto sia saccente, un’insopportabile so tutto io, è fin troppo ordinata, in modo quasi maniacale, è frigida, non è un’amante del pericolo, del rischio…” spiegò Fred toccandosi un dito e alzandolo ogni volta che trovava u nuovo difetto.
“Questa te la sei inventata.” Sbottò George con un sorrisetto.
“Oh e la cosa più importante… è così rispettosa delle regole che da sui nervi, per lei sono tutto, cascasse il mondo prima che faccia perdere dei punti o finisca in punizione per aver detto quello che pensava realmente… Ma no, Hermione Granger è troppo una santarellina per rischiare una cosa del genere…” sbottò irritato.
In quell’istante Neville si precipitò gridando di gioia in Sala Comune, affannato come non mai, tutti si girarono verso di lui.
“RAGAZZI! NON AVETE IDEA DI COSA E’ APPENA SUCCESSO!”
Il silenzio calò nella Stanza, Harry e Ron arrivarono correndo in quel momento dietro di lui, sui loro volti era dipinta la pura gioia.
“Cosa?” Chiese Ginny curiosa.
“Hermione! Hermione ha tenuto testa alla Umbridge! Lei stava sparando le solite cavolate su Silente e su Harry, e lei è scattata in piedi come una furia e gliene ha dette quattro! Dovevate esserci! Davanti a tutta la classe!” Gridò Neville entusiasta.
“Le ha sfuriato contro e la Umbridge le ha dato una bella punizione. E’ stato epico!” Gridò Ron saltellando. Harry rideva come un matto, “è lì con lei adesso!”
Ci fu un attimo di silenzio, poi la Sala Comune esplose in un boato di gioia, grida, applausi, cori.
Fred incrociò lo sguardo di George che gli sorrise soddisfatto. Si morse un labbro e sorrise, abbassando gli occhi.
Si sarebbe aspettato di tutto da lei, ma non quello. Ora si che lo aveva veramente colpito, ancora di più che con quello scherzo fantastico dell’estate.
Era perfino più perfetta di prima, se era possibile.
Wow…
Guardò di nuovo George, e si capirono con uno sguardo in un lampo. Scattarono in piedi attirando l’attenzione di tutti, e salirono sul tavolo.
“Per festeggiare il coraggio e l’incredibile e inaspettata ribellione della nostra compagna di Casa, Hermione Granger, daremo una festa qui in Sala Comune, per lei. Quando tornerà dalla punizione sarà tutto pronto per celebrare questo momento memorabile! Datevi da fare!” Gridarono all’unisono, alzando un pugno al cielo, seguiti dall’intera Sala.
Tutti applaudirono felici, e si divisero tutti per cercare l’occorrente al più presto, all’ultimo minuto.
Fred uscì dalla Sala Comune e andò in cerca di Draco, non poteva mancare. Lo trovò diretto alla sua Sala Comune insieme a Pansy.
“Pssst, pssst,” sussurrò da dietro un angolo, ben nascosto. Draco si voltò e incrociò il suo sguardo, poi di dileguò da Pansy con una scusa.
Mentre tornavano insieme alla Torre di Grifondoro, Fred si fece raccontare per filo e per segno le esatte parole di Hermione e che cosa avesse fatto scattare la lite.
Draco gli raccontò tutto entusiasta, in ogni minimo particolare, e spiegò come fosse stata indimenticabile l’espressione della Umbridge dopo le parole di Hermione.
“Non sapeva cosa risponderle, te lo giuro. E’ stata fantastica, dovevi vedere la faccia di…” Si bloccò perplesso, davanti al ritratto della Signora Grassa.
Fred disse la parola d’ordine e si infilò nel buco, Draco rimase immobile. Fred si voltò e lo guardò stranito, “beh? Che fai lì impalato? Su vieni.”
“Ma… io non dovrei entrare…” mormorò avvilito.
Fred ridacchiò e gli allungò una mano, “sei uno di noi Draco ormai, fattene una ragione. Dai che dobbiamo festeggiare.”
Draco sorrise e prese la mano di Fred, lasciandosi portare dentro al passaggio e sbucando nella Sala Comune. C’era stato prima di Natale, per accompagnare Hermione, ma era vuota.
Adesso invece era piena di gente che camminava, rideva, urlava, chiacchierava, sistemava cibo, bevande sui tavoli, festoni rossi ovunque. Draco cercò di mischiarsi tra la folla, nascondendosi dietro i gemelli, c’era qualcuno che non era dell’ES e anche se lo avevano visto alla festa, la sua presenza non era ancora gradita a tutti.
Si sistemò tra i due più alti della casa, e cercò di dare una mano per preparare quella festa dell’ultimo minuto.
Dopo un po’, Harry, che stava di guardia all’ingresso, tornò appena indietro e sussurrò facendosi sentire da tutti: “Shhh! Sta arrivando! Tutti zitti!”
 
 
Hermione camminava sospirando debolmente. Arrivò davanti al ritratto, disse la parola e quello la fece passare subito. Sentì delle voci confuse all’interno. Si asciugò velocemente una guancia bagnata e cercò di ricomporsi.
Ormai erano le undici passate e non vedeva l’ora di andare a letto e dimenticare quella serata.
Varcò la soglia distrattamente, ad occhi bassi, chiedendosi per un attimo il motivo di quell’improvviso silenzio.
SORPESA!” Gridarono decine di voci in coro.
Alzò gli occhi e lanciò un grido. Si ritrovò davanti una folla di Grifondoro ad attenderla. Tutti ammassati l’uno sull’altro, chi in piedi sui tavoli, sulle poltrone, sui divani.
Partirono urla, fischi, incitamenti, cori in suo onore, risate, applausi. Hermione sorrise debolmente e si sistemò le maniche della camicia bene sui polsi.
In sottofondo c’era la musica che veniva dal suo giradischi che aveva lasciato su un tavolo.
“Africa” dei Toto.
 
The wild dogs cry out in the night
As they grow restless, longing for some solitary company
I know that I must do what's right
As sure as Kilimanjaro rises like Olympus above the Serengeti
I seek to cure what's deep inside, frightened of this thing that I've become

 
“Ma non è il mio compleanno…” disse confusa, i gemelli le furono subito intorno.
“No ma è un giorno speciale.”
“Il giorno in cui sei passata ufficialmente al lato oscuro e divertente dei ribelli di questa scuola!”
“Benvenuta!”
Altri applausi. Altre grida.
“Abbiamo organizzato una festa dell’ultimo momento solo per te.”
“Per il coraggio dimostrato…”
Presero dei bicchierini pieno di Whiskey Incendiario e ne porsero uno ad Hermione, che sorrise.
“Ad Hermione!” Gridarono i gemelli, buttandolo giù tutto d’un colpo.
“AD HERMIONE!” Gridò l’intera sala, facendo lo stesso.
Hermione tossì leggermente, la gola in fiamme, poi scoppiò a ridere.
Harry e Ron l’abbracciarono, seguiti da una marea di altre persone.
 
It's gonna take a lot to drag me away from you
There's nothing that a hundred men or more could ever do
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time to do the things we never had (ooh, ooh)

 
Guardò Draco che alzò un altro bicchiere in suo onore, sorridendo ammirato, poi si portò due dita alla fronte e le levò in aria come un saluto. Hermione ricambiò aprendosi in un sorriso a trentadue denti, dimenticandosi di quello che era successo pochi minuti fa.
Alzò lo sguardo e guardò Fred accanto a lei, che la stringeva.
“E’ il tuo momento Hermione.” Disse dolcemente, strizzandole l’occhio. La ragazza sentì un’ondata di adrenalina e coraggio montarle dentro. Era vero. Era il suo momento di gloria. E se lo sarebbe goduto fino in fondo, dopo quello che aveva fatto.
Salì su una sedia aiutata dai gemelli e poi sul tavolo. Sollevò una mano e mostrò alla folla il dorso della mano. Sulla pelle era inciso ancora in rosso scarlatto, la scritta: non devo dire bugie.
It's gonna take a lot to drag me away from you
There's nothing that a hundred men or more could ever do
I bless the rains down in Africa
I bless the rains down in Africa

 
 
La folla esplose in un boato ancora più fragoroso e partì uno scroscio di applausi senza fine. Tutti si gettarono su Hermione, volevano stringerle la mano, congratularsi, salutarla, parlarle.
 
Improvvisamente il ritratto si aprì e una figura vestita di nero si precipitò dentro.
“Cosa diavolo state combinando qui?”
Il silenzio calò gelido.
La McGranitt. Era furiosa.
“Sento i vostri schiamazzi e la musica dalla mia stanza, qual è il motivo di tanto chiasso? Esigo una spiegazione.”
I gemelli non persero tempo, si avvicinarono a lei.
“Professoressa ci scusi, ma stavamo festeggiando Hermione…”
“E per quale motivo posso chiedere?” Domandò sospettosa guardando la ragazza confusa.
Hermione scese dal tavolo seria, si affiancò a lei e le mostrò la mano. La McGranitt gliela prese tra le sue, con delicatezza e osservò la scritta. Tremò di rabbia.
“Immagino che abbia sentito qualcosa che non voleva sentire…” disse ammirata e rattristata allo stesso tempo.
Hermione sorrise. “Temo di si. Non ho potuto non parlare.”
La McGranitt la guardò con rispetto e annuì decisa.
Ron abbassò la testa sconsolato, “adesso togliamo la musica professoressa…”
“Ma è impazzito signor Weasley? Alzatela al massimo e festeggiate questo momento, ve lo meritate!” Annunciò alla sala sorridente, e le sue parole furono seguite da applausi, risate e fischi.
“Però io vorrei dormire… Vitious non vi ha mai insegnato l’incantesimo per cancellare il suono all’esterno di uno spazio?” Domandò furba. Poi agitò la bacchetta e compì l’incantesimo.
I gemelli l’abbracciarono con foga, e lei ricambiò impacciata. Non ci sapeva fare con le dimostrazioni d’affetto fisiche.
Li allontanò impettita e si sistemò il cappello.
“Va bene, va bene… fatela pagare a quella stronza.” Sussurrò ad un orecchio ai gemelli, i quali sorrisero maligni. “Ci conti.”
Lei sorrise, guardando i suoi studenti tornare alla festa con gioia, e orgoglio. Prima di andare passò accanto ad Hermione e le mise una mano sulla spalla.
“E’ stata molto coraggiosa signorina Granger. Non che ne dubitassi, ma sono così fiera di lei, avrei voluto esserci. Io ci sarò sempre per voi, sappiatelo.” Mormorò infine con gli occhi lucidi. E se ne andò silenziosamente, lasciando i Grifondoro a divertirsi e ballare fino a tardi.
Hermione la osservò sparire con le lacrime che spingevano per uscire, voleva bene alla McGranitt e quelle parole l’avevano rincuorata.
 
 
La festa durò a lungo, ballarono, cantarono, bevvero come non mai. Hermione si lasciò andare ai festeggiamenti e finì con il ritrovarsi di nuovo brilla, insieme a Draco a ballare “Africa” dei Toto in modo goffo e divertente, cantando ogni tanto qualche strofa.
Ridevano come matti, anche Draco era brillo e girava in tondo con le mani tra quelle di Hermione, inciampando di tanto in tanto o perdendo l’equilibrio, con Hermione che cercava di sorreggerlo.
 
 
It's gonna take a lot to drag me away from you
There's nothing that a hundred men or more could ever do
I bless the rains down in Africa
Gonna take some time to do the things we never had (ooh, ooh)

 
Fecero una giravolta assieme e caddero sul tappeto ridendo come matti. Hermione con la testa all’indietro e Draco cadde per terra dalle risate. Fred li guardava sorridendo, mentre beveva con George e Lee e cercava di evitare Katie in tutti i modi possibili.
Dopo un po’ la Sala cominciò a svuotarsi, era quasi l’una.
Draco fu costretto a tornare nella sua Sala Comune a malincuore. Hermione chiacchierò un po’ con Harry e Ginny, cercando di farsi passare la sbronza, e si sedette per terra davanti al fuoco.
Salutò con una mano gli ultimi presenti alla festa con un gesto della mano e tornò a fissare il fuoco.
Da sola, senza musica, senza confusione, senza distrazioni, le tornarono in mente le ore passate con la Umbridge nel suo ufficio e rabbrividì. Scosse la testa e cercò di scacciare il dolore, le parole cattive, gli insulti, la punizione, ma non ci riuscì. Era forte, lo era stata, e cercava di esserlo sempre, credeva in quello che aveva fatto. Ma la paura che aveva provato sola con lei, riemerse improvvisamente e lei si lasciò andare.
Strinse le gambe al petto e rimase a fissare il fuoco, non riuscendo a trattenere le lacrime, cercando di liberarsi da quel peso. Rimase lì per un po’ a sfogarsi.
“Ehi.”
Si girò asciugandosi le lacrime con forza e accennò un sorriso. Era Fred, con la camicia mezza aperta, senza cravatta, a piedi nudi, i capelli disordinati.
“Oh ciao Fred.” Disse debolmente.
Lui si sedette goffamente accanto a lei davanti al fuoco con le gambe incrociate. Era leggermente brillo anche lui.
“Stai piangendo?” Domandò preoccupato.
“No!” Rispose lei nascondendo il volto dietro i capelli. Lui sorrise e le spostò il ciuffo dietro all’orecchio avvicinandosi.
“Si che piangi non mentirmi! Perché? Puoi dirlo a Fred.” Chiese curioso, Hermione rise per il tono della sua voce, era divertente da brillo.
“Non è niente davvero…”
“Vuoi che faccia qualcosa?” Domandò sbattendo le lunghe ciglia verso di lei.
Hermione sorrise, ma abbassò lo sguardo triste. “Non c’è niente che potrebbe farmi sentire meglio ora…”
Fred lasciò cadere la testa in avanti abbattuto e la fece dondolare, poi si bloccò e si tirò su. Guardò Hermione con un sorriso furbo.
“Io invece credo che ci sia…” disse contento, si alzò in piedi e si avviò barcollante al tavolo dove era appoggiato il giradischi. Mise un disco di vinile dalla pila ordinata che sorgeva accanto, e posizionò l’ago.
Nell’aria iniziò a suonare una canzone. Ma non una canzone. La canzone. La canzone preferita di Hermione.
 
Well I don't know why I came here tonight,
I got the feeling that something ain't right,
I'm so scared in case I fall off my chair,

 
Hermione alzò gli occhi lentamente dalle ginocchia e guardò Fred in piedi davanti al tavolo, che iniziava a ballare a ritmo di musica. Faceva dei passettini in avanti e poi tornava indietro, muovendo appena le braccia avanti e indietro.
 
Clowns to the left of me,
Jokers to the right, here I am,
Stuck in the middle with you

 
Cantava sotto le parole della canzone mentre si muoveva sensuale, un passetto alla volta verso la ragazza.
Indietreggiò sempre con quella camminata a ritmo, fece una giravolta, sotto lo sguardo allibito di Hermione.
Si avvicinò a lei ballando in quel modo perfetto e ritmato, ad occhi chiusi, facendo delle smorfie concentrato sui passi e sulle strofe, mordendosi le labbra e strizzando gli occhi divertito.
 
Yes I'm stuck in the middle with you,
And I'm wondering what it is I should do,
It's so hard to keep this smile from my face,
Losing control, yeah, I'm all over the place,
Clowns to the left of me, jokers to the right,
Here I am, stuck in the middle with you

 
 
Hermione spalancò la bocca, godendosi quel momento. Stava ballando, per lei stava ballando. E lo stava facendo con la sua canzone preferita.
Fred fece un’altra giravolta sul posto sempre camminando ritmato e le porse una mano.
“Milady…”
Hermione gli prese la mano estasiata e lui la fece scattare in piedi, la prese per la vita e la fece girare sotto al suo braccio. Poi iniziò a muoversi insieme a lei, avanzando e indietreggiando lei, e poi il contrario, sempre a ritmo.
 
Well you started out with nothing,
And you're proud that you're a self made man,
And your friends, they all come crawlin,
Slap you on the
back and say,
Please, please

 
Fred muoveva le spalle avanti e indietro, le mani a mezz’aria vicino al petto, le gambe sciolte. Ballava meravigliosamente. Hermione scoppiò a ridere per l’ennesima volta quando lui si esibì in quella camminata ritmata nuovamente.
La tirò contro il suo petto e iniziò a ruotare di nuovo.
Iniziarono a ridere come matti, girando sempre più velocemente, fino a quando persero l’equilibrio e caddero sul tappeto.
 
Clowns to the left of me,
Jokers to the right, here I am,
Stuck in the middle with you,
Yes I'm stuck in the middle with you,

 
Hermione si ritrovò stesa sopra di lui, perfettamente aderente contro il suo corpo. Smisero di ridere e si fissarono negli occhi, i volti ad un millimetro di distanza.
Hermione sentì il suo bacino premere contro il suo, e si dovette trattenere dall’emettere un gemito. Sentiva l’eccitazione crescere nel suo basso ventre. Era incontrollabile.
Fred si morse un labbro e la guardò dal basso divertito, allungò le braccia dietro alla schiena di lei e la premette ancora di più contro il suo petto. Sentì i suoi seni contro di lui, e sospirò di piacere.
“Cos’è quella faccia?” Chiese divertito lui.
“Hai ballato per me…” mormorò lei. Ma non era solo per quello, si stava trattenendo dal far aderire il suo bacino contro quello di lui, e cercava di non far trasparire le sue vere emozioni.
“Oh, capisco… sai Granger, devo ammettere che non è stato affatto male.”
Lei sorrise e si avvicinò ancora di più a lui, per spostargli un ciuffo via dalla fronte. Facendo quel movimento però premette il suo interno coscia contro l’erezione di Fred e l’avvertì contro di lei.
Guardò verso il basso e scoppiò a ridere, appoggiandosi sul suo collo.
“Cosa c’è da ridere?” Chiese offeso, ma divertito.
“Niente” provò a dire lei, ma non riusciva a smettere di ridacchiare. Fred le accarezzò una guancia e le spostò i ciuffi che le ricadevano verso il basso, dietro all’orecchio.
“Che ci vuoi fare, sei bellissima.” Mormorò, e si rese conto di quello che aveva appena detto un attimo dopo. Ma non si pentì, era vero. E lei doveva sapere che lui lo pensava.
Hermione sorrise imbarazzata, e quando premette ancora più forte contro i pantaloni di Fred lui trasalì. Un brivido di piacere percosse entrambi, e il tempo parve fermarsi.
Si guardarono negli occhi, poi la mano di Fred corse ai capelli di Hermione e l’attirò verso di lei, mentre l’altra scendeva giù verso la sua gonna. Hermione tremò al contatto di quelle dita lunghe e affusolate sulla sua pelle, che risalivano le gambe.
Lei sfiorò il collo di Fred con passione e scese giù, sul collo, slacciando ancora di più la camicia, poi giù sul petto, sugli addominali asciutti, sul ventre, si fermò all’orlo dei pantaloni e Fred mugolò di piacere.
La mano del ragazzo si infilò sotto la gonna e l’accarezzò dolcemente la coscia, lei afferrò i suoi capelli e lo tirò su a sedere. Erano incastrati perfettamente, il respiro affannato che si confondeva in uno solo, i cuori a mille, il corpo scosso da brividi e tremori di piacere.
Fred scattò in avanti per baciarla, per farla sua su quel tappeto, ma un tonfo li fece voltare entrambi. Hermione si abbassò la gonna immediatamente e si voltarono entrambi verso la fonte del rumore. 
Fred imprecò silenziosamente.
George era rotolato giù dagli ultimi gradini delle scale e si stava rialzando goffamente. Era parecchio ubriaco.
Quando fu in piedi a fatica li guardò perplesso e rise. Barcollò verso di loro e si dovette appoggiare al bordo del divano per non cadere come un sacco di patate.
“Oh, ciao,” biasciò George contento, “vedi che hai fatto bene Fred a dirle che sei andato a letto con Katie dopo la festa? Ha capito e ora è tutto apposto…”
Fred avrebbe tanto voluto Schiantare suo fratello seduta stante, ma il suo livello di ubriachezza non avrebbe reso lo scontro leale.
Lo avrebbe distrutto la mattina dopo. O se l’avrebbe pagata quella.
Hermione si girò verso Fred confusa.
“Che sta dicendo? Sei andato a letto con quella?” Gridò lei, scattando in piedi. Non aveva diritto di arrabbiarsi lo sapeva, Fred non era suo. Non stavano assieme.
Ma era gelosa da morire ed era furiosa con lui.
“Si, no, forse…”
“Mi prendi anche in giro?”
“Hermione ascolta, io ero ubriaco, arrabbiato, ho fatto un errore…” Si era alzato anche lui in piedi, sconvolto da quell’interruzione. Si stavano per baciare, stava per accadere, ma qualcosa li bloccava sempre. Era stufo e arrabbiato.
“Ti ho pure confidato quanto non la sopporti, e tu ci vai a letto?”
“E’ successo prima di quella confidenza…” provò a dire lui, ma ricevette solo un cuscino in faccia.
“Sei uno stronzo!”
“E perché? Sono libero faccio quello che mi pare! Tu hai baciato Draco!”
“Tu hai fatto molto peggio, come puoi paragonare le due cose? E poi con Draco è stato un errore, siamo amici.””
“Anche il mio è stato un errore. Un terribile sbaglio, non lo rifarei mai.”
“Oh certo immagino. Non aspetti altro che una ragazza che si getti nel tuo letto.”
“Non è così stavolta…” disse lui serio, riferendosi a quello che stava per accadere poco prima.
Hermione lo fissò arrabbiata.
“Sai pensavo veramente che ci fosse qualcosa di speciale tra di noi, chiamala come vuoi… amicizia, feeling, intesa. Ma era solo una perdita di tempo.” Gridò Hermione spingendolo lontano da lei.
“No non è vero, io e te… non lo so nemmeno io cosa sia, ma qualcosa c’è.” Urlò Fred spaventato.
“C’era.” Disse lei gelida.
Fred fece ricadere le braccia lungo i fianchi, adirato e sconvolto da quelle parole.
“Forse non c’è mai stato neanche niente,” disse con cattiveria, “ed è meglio così. Ci siamo sempre fermati perché è giusto che vada così. Io e te non saremo mai fatti per stare insieme.”
Hermione sentì le lacrime scorrere silenziosamente sulle guance.
Fred aveva la voce rotta, “guardaci! Siamo due mondi opposti. Non funzionerebbe mai…” e pronunciare quelle parole gli fece male al cuore.
“Già, è meglio così. Sono contenta che il fato ci abbia sempre diviso. Sarebbe stato un grande errore espormi a te, lasciarmi andare a te. Mi avresti masticata e sputata come fai con tutte.” Disse lei tra le lacrime, si avvicinò a Fred, che la fissava con gli occhi lucidi, le labbra strette; gli diede una spallata e lo superò senza guardarlo, diretta alle scale.
“Ti odio.” Mormorò.
“Bene!” Gridò Fred guardandola andare via. “Allora vattene, scappa via come fai sempre! Sto già molto meglio senza di te!”
“TI ODIO!” Gridò la ragazza voltandosi verso di lui in lacrime.
“SIAMO IN DUE ALLORA!”
“Non mi rivolgere mai più la parola.” Urlò lei prima di sparire nella scala a chiocciola delle ragazze.
Fred cacciò un urlo di rabbia e tirò un calcio ad una delle sedie, gettandosi seduto a terra disperato.
Lacrime di rabbia e tristezza gli bagnarono gli occhi, e lui le asciugò con furia.
Avevano mandato tutto a puttane di nuovo. Per l’ennesima volta.
Ma per loro fortuna, qualcuno li stava osservando a sua insaputa. Due occhi verdi, buoni e gentili guardavano la stanza dal vetro della finestra. Un gatto soriano si allontanò sul cornicione, sparendo nel buio.
 
 
§
 
 
 
 
“Non ci posso credere, Minerva. Sei sicura?”
“Si Albus, l’ho visto con i miei occhi. Hanno litigato furiosamente.”
Silente si lasciò cadere sulla sedia della sua scrivania. Piton in un angolo, giocherellava con Fanny.
“Non sarà facile ora farli riavvicinare, sono due testardi orgogliosi…” commentò a bassa voce.
“Le abbiamo provate tutte…”
“Al Ballo…”
“Quando ho fatto apposta a non vederli scappare per il corridoio di notte e sono finiti sul tetto…”
“Nello sgabuzzino a Grimmauld Place…”
“La notte di Natale…”
“Che situazione assurda, sono fatti per stare assieme…” Mormorò la McGranitt spazientita, aggiustandosi gli occhiali. “Ma da soli non ce la fanno proprio…”
“No, infatti. Forse è arrivato il momento di intervenire direttamente.” Disse Albus illuminandosi.
Piton si voltò, “cosa intende dire signor preside?”
“Ha pensato ad un modo?”
“Non ho solo pensato ad un modo, ho escogitato un piano geniale.” Disse furbo, alzando la bacchetta e muovendola in aria.
Due fasci di luce, uno bianco e uno nero volteggiarono in aria, si unirono e si scambiarono i colori, separandosi di nuovo. Uscirono dalla finestra sparendo nell’oscurità.
Silente sorrise fiero, “fidatevi, funzionerà.”
 
 
 
§
 
 
 
Quella notte Fred ed Hermione andarono a letto furiosi, avendocela a morte l’uno con l’altro, e con la chiara intenzione di non parlarsi mai più. Ma non avevano fatto i conti con una, no, tre anime buone e gentili che si erano interessati alla loro assurda storia, e avevano deciso, di aiutarli, dandogli una piccola spinta; o per meglio dire…intervenendo con una piccola magia per aiutarli ad aprire finalmente gli occhi.
 
I due dormirono male, fecero sogni strani, si girarono nel letto per ore. Poi finalmente si addormentarono e l’ultimo pensiero prima di crollare fu una strana luce bianca e nera intorno a loro e una sensazione sgradevole che gli attraversò tutto il corpo, come una scarica elettrica.
Non avrebbero mai potuto immaginare cosa stava accadendo in quel preciso momento.
 
 
 
§
 
 
La mattina dopo Hermione si svegliò assonata a causa di una sveglia fastidiosa, si stiracchiò e batté le palpebre più volte, infastidita dalla luce. Non era la solita musica che la svegliava, ma non ci fece caso.
Spostò le coperte e appoggiò i piedi a terra, si tirò su e avvertì subito una sensazione strana, si sentiva pesante.
Guardò a terra e i suoi piedi le parvero molto più lunghi e lontani del solito. Come se fosse molto più alta.
 
Non molto distante, Fred si svegliò subito dopo. Una musichetta soave si diffuse nella stanza.
“George! Spegni quella dannata musica!” Gridò soffocato nel cuscino, muovendo il braccio verso il comodino per spegnere la sveglia, ma non la trovò.
“George? Ma sei pazza?”
Fred scattò a sedere nel sentire una voce femminile nella sua stanza.
“Lavanda?” Chiese stropicciandosi gli occhi, “che ci fai nella mia stanza?” Perché aveva la voce così acuta? Tossicchiò un paio di volte per schiarirsela.
“E’ la mia stanza da cinque anni Hermione, ti senti bene? Hai bevuto parecchio ieri sera…”
Hermione?
Fred si alzò confuso dal letto, sentendosi molto leggero.
“Io scendo per la colazione ci vediamo.” Lo salutò Lavanda. Fred sospirò.
E’ solo un sogno…
Si stirò ancora e si sistemò il pigiama sul petto, ma incontrò qualcosa che non avrebbe dovuto esserci. Sbarrò gli occhi e guardò verso il basso, le mani ancora bloccate lì.
Ma queste sono?
Si allungò la scollatura del pigiama e guardò dentro.
MA CHE DIAVOLO!!?
 
Hermione fece una smorfia e si grattò la testa, ma sbarrò gli occhi quando sentì che i capelli non erano lunghi e cespugliosi, ma corti e arruffati.
Si guardò intorno. Non era la sua stanza. Vide Lee addormentato nel letto accanto al suo e George in quello dal lato apposto, dormivano beati.
Hermione si sentì molto confusa, cosa diavolo ci faceva la? Si guardò le mani, erano lunghe affusolate, ma non erano le sue.
Anche il pigiama a righe bianche e nere non era suo. Il cuore iniziò ad accelerare la testa le girò vorticosamente.
Camminò incerta fino allo specchio a muro della stanza, avanzando piano, il respiro rotto dall’ansia.
 
Fred si guardò intorno e vide un grosso specchio ovale e decorato appeso al muro, si avvicinò cauto, a disagio. Cosa diavolo stava succedendo? Aveva il respiro affannoso.
 
Entrambi si sporsero per vedere la loro immagine riflessa e spalancarono gli occhi e la bocca quando finalmente di videro, gridando a pieni polmoni in preda al panico.
“AHHHHHHH!”
FRED?!
HERMIONE?!








NOTA DELL'AUTRICE: ciao a tutti, eccomi qui, con il fatidico capitolo che si conclude con la grande sorpresa che attendiamo da tempo. Spero che l'idea vi piaccia, e ne vedrete delle belle nei prossimi capitoli, come è facile immaginare.
Fatemi sapere cosa ne pensate, a presto!
Grazie come sempre di tutto.
   
 
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