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Autore: CaskettCoffee    19/05/2020    4 recensioni
Questo racconto prende il via dopo gli eventi del series finale, e racconta la storia di quaranta settimane della vita di Castle e Beckett. Quaranta settimane molto importanti. Quaranta settimane di attesa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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VENTISETTE SETTIMANE - PARTE III

"Sorpresa!"

Beckett scattò come una molla al suono di quelle voci entusiaste, e istintivamente indietreggiò quando la folla emise quel grido nel momento esatto cui lei varcò le porte dell’appartamento di Martha. Le mani ferme di suo marito erano pronte- quasi in attesa - a sostenerla, dietro di lei.

Si voltò immediatamente verso Castle. "Tu!" lo accusò, dandogli una botta sulla spalla. “Lo sapevi, vero? Ecco perché mi hai messo tutta quella fretta, prima! ”

Caste alzò le spalle con fare innocente, e poi lasciò cadere quella maschera di candido stupore, stampandosi in faccia un sorriso entusiasta. "Benvenuta al tuo baby shower, Kate!" 

"Sì, benvenuta!" le strillò quasi Lanie, avvicinandosi e stringendola in un abbraccio dolce. 

Kate non potè fare a meno di guardarsi intorno, a quel tripudio di rosa pastello. Ovunque palloncini, festoni, ghirlande con appesi body, calzini e scarpine. Persino il cibo sul tavolo, biscottini, pasticcini, cup-cake e zuccherini erano decorati in ogni sfumatura del bianco e del rosa. 

"Non riesco a credere che abbiate fatto tutto questo" Kate sussurrò all’amica, che la guardava con un grande sorriso sul viso. “Lanie, mi hai esplicitamente detto che non avresti organizzato una festa!"

"Ho esplicitamente mentito" rispose lei, irriverente, baciandole affettuosamente la guancia. "Congratulazioni, Kate", le disse dolce, posando la mano sul suo pancione.

"Sei stata sorpresa?" sentì chiedere da Alexis, mentre la ragazza si avvicinava per salutare Beckett e Castle. "Con Lanie eravamo terrorizzate che papà non riuscisse a mantenere il segreto”. La rossa si girò verso Lanie, e le due si scambiarono uno sguardo d’intesa.

Kate allora sbirciò il volto offeso di Castle, con uno sguardo pieno d’amore. "Sì, in effetti sono un po’ sorpresa che mr. Lingua Sciolta qui non abbia lasciato indizi"

"Ehi," urlò Castle con finto affronto, "So mantenere un segreto!"

"Quando mai Castle", ridacchiò Esposito, avvicinandosi e salutando Beckett con un sorriso tenero. "E’ bello vederti, Beckett" le disse, sincero, poggiandole la mano sulla spalla.

"Io invece avevo fiducia in Castle" Ryan riprese il suo partner, brontolando mentre stringeva Kate in un tenero abbraccio. “Sei meravigliosa Beckett. Wow, che pancione!”

“Grazie Ryan, qualcuno che finalmente mi dà un po’ di fiducia” replicò Castle con una pacca sulla spalla all’amico.

"Io ero sicura che te la saresti cavata", esclamò allora Martha, assecondandolo. "Nonostante tutto sei sempre mio figlio, e per forza devi aver ereditato un po' di talento nel recitare". Poi baciò Kate guancia. “Cara, sei splendida."

“Grazie Martha" le rispose Kate, guardandola ancora confusa. "Ma la tua festa di inaugurazione?”

“Una copertura. Perché festeggiare una casa, quando posso festeggiare una nipote?!” le rispose gaia sfiorandole con entrambe le mani il pancione. “Ti confesso che l’idea è stata di Lanie, e ha organizzato lei tutto, insieme ad Alexis. Io ho dato solo un piccolo contributo logistico. Ovviamente anche tuo padre è stato incredibilmente disponibile”

“Mio padre? C’entra anche lui in tutto questo?”

"Colpevole", Jim Beckett ammise a sua figlia, avvicinandosi e accarezzandole il viso. Le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, dolcemente, mentre le sussurrava all’orecchio i suoi saluti.

"E la storia del regalo per Martha..." mormorò Kate rivolgendosi a suo padre.

“Un’idea della tua amica Lanie. Rick continuava a dire che tu non sospettavi nulla, ma sia Lanie che Alexis non sapevano se fidarsi. Quindi mi hanno chiesto di coinvolgerti in qualcosa che potesse farti effettivamente credere alla versione della festa di inaugurazione. Per questo ti ho chiesto un consiglio per un regalo a Martha”

“Wow, l’avete pensata davvero bene. Io non so cosa dire”

"Beh, se sei a corto di parole puoi sempre scartare i regali” propose allora Lanie, mettendole una mano sulla schiena e facendola entrare nella casa. Fu allora che Kate la vide. Una montagna di scatoline impacchettate in fantasiose carte colorate, si trovava proprio al centro del tavolo della sala da pranzo.

Beckett si mise le mani sulla bocca, incredula. "Oh mio Dio", pronunciò, "Potrei ritrovarmi a partorire prima di riuscire a finire di aprire tutti questi regali!"

"E’ possibile", scherzò amorevolmente Lanie, "ma con il mio aiuto, direi che… beh, che potrebbe volerci la maggior parte della serata!"

La valutazione dell’amica non era così lontana dal segno. Kate trascorse la maggior parte dell’ora successiva a strappare carta e sorridere, circondata dagli amici, ringraziandoli di tutto quell’affetto. Aveva ricevuto una vera doccia di regali - vestitini, copertine, giochi- confezionati in forme incredibilmente fantasiose: torta di pannolini, body piegati come dei graziosi fiori, copertine arrotolate a forma di caramelle, vestitini confezionati come coloratissimi cupcake. 

Alla fine, aveva aperto tutte le scatole sul tavolo tranne una. Era una piccola e semplice scatolina bianca.

Kate pensò di sapere immediatamente chi glielo aveva regalato. Lanciò uno sguardo ironico a Castle, che stava alla sua destra. "Avevi finito la carta da regalo Castle? Non è da te un packaging così sobrio" lo prese in giro.

Castle rispose con un'alzata di spalle. "Non è da parte mia", negò, con un po' troppo fervore.

Kate lo guardò perplessa. "Ma tu sei l'unico che manca"

"Sono serio", insistette Castle, "Non è da parte mia."

"A dire il vero, tesoro", ammise Jim Beckett avvicinandosi alla figlia, "quel regalo è da parte mia."

"Papà, un altro regalo?" Kate disse incredula, guardandolo. “Non avresti dovuto. La tua cassapanca con gli elefanti è bellissima…”

"La cassapanca è per mia nipote. Questo è per te" 

Con un sospiro quasi commosso Kate aprì la scatolina. Appoggiato alla morbida imbottitura interna c’era un campanellino. "Mi hai regalato un sonaglio?" chiese, confusa.

"Guardalo", la esortò delicatamente suo padre.

Kate prese il sonaglio dalla scatola e lo esaminò attentamente, e trovò qualcosa impresso sul sonaglio. JK. “Ci sono delle iniziali…" sussurrò, girandosi sulla sedia per guardare suo padre con gli occhi spalancati.
 
"Era di tua nonna, lo aveva preso in Messico durante il suo viaggio di nozze, e lo aveva indossato come portafortuna quando aspettava tua madre. Poi, quando fu tua madre a rimanere incinta, tua nonna lo regalò a lei" disse suo padre con un sorriso tenero. “Lo ha indossato fino al giorno in cui sei nata, e dopo è rimasto sulla tua culla, perché il suono sembrava calmarti. E’ rimasto sul tuo letto per un paio d’anni direi, forse anche di più. A quel punto, tua madre lo ha messo via per regalarlo a te quando fosse stato il momento”
 
Kate non fu colpita del tutto il fatto che quel ciondolo fosse effettivamente di sua madre finché non vide, sul fondo della scatolina, una piccola polaroid di sua mamma, con il pancione, e il piccolo sonaglio che le ciondolava sulla pancia. Si lasciò andare in quell’istante, facendo scorrere le mani prima sulla foto, e poi sul metallo. Ripensò alla sua infanzia, cercando un ricordo di quell’oggetto. Di quei giorni, Kate aveva solo solo stralci luminosi dal sapore di sogno. L’odore buono di sua madre e gli occhi rassicuranti di suo padre. "Non posso credere che fosse suo" mormorò meravigliata.

Quando alzò di nuovo lo sguardo, la sua famiglia e i suoi amici la guardavano, visibilmente toccati.“Grazie… è… è bellissimo” mormorò abbracciando stretto suo padre.
 
Castle stesso la guardò mentre faticava a trattenere le lacrime, toccato anche lui dall'espressione di emozione sul suo viso. Era così bella quella sera, quasi angelica, decisamente luminosa. Serena, finalmente.

Intorno a loro, tutti sembravano colpiti da quel momento così intenso. Martha stessa faticava a trattenere le lacrime, Lanie si era sciolta fra le braccia di Esposito, Jenny e Ryan si passavano fra loro un fazzoletto per tamponare i lacrimoni, e persino Alexis sembrava emozionata.

Jim si prese quindi il compito di allentare la tensione con una battuta scherzosa. Voltandosi verso Castle, disse: " Avresti dovuto prendertene il merito quando ne hai avuto la possibilità” ridacchiò.

Tutti risero alla battuta.

“In realtà” sussurrò Castle più a se stesso che per essere effettivamente sentito “mi sono attenuto alla tradizione”

Con un gesto rapido, fece tintinnare la posatina da dolce contro il bordo del suo bicchiere di champagne tre volte. "Scusate, scusate," intonò formalmente, "Posso avere per un momento la vostra attenzione, per favore?" 

L’intero gruppo di persone diressero subito i loro sguardi verso di lui. Una volta che Castle fu abbastanza soddisfatto che tutti gli occhi fossero puntati su di sè, annunciò: "Per prima cosa voglio ringraziarvi tutti per essere qui stasera, a festeggiare l’imminente arrivo di nostra figlia."  Un vociare allegro, molti sorrisi e qualche cenno di applauso seguirono la sua affermazione. 

"Abbiamo molto da festeggiare, questa sera", dichiarò con orgoglio. "Abbiamo affrontato alcuni mesi fa uno dei momenti più difficili della nostra vita. Chi ha vissuto qualcosa di simile sa quanto certe situazioni tendano i nervi e testino la volontà delle persone, quanto mettano a repentaglio gli equilibri. Devo ringraziare tutti voi per il vostro supporto, e in particolare mia figlia Alexis, mia madre Martha e mio suocero Jim, per tutto il sostegno e la comprensione incondizionata. Questo brindisi è innanzitutto per loro”

Una serie di fragorosi applausi seguirono le sue parole, mentre Martha, Alexis e Jim accoglievano con un sorriso il ringraziamento di Rick.

“Ma più di tutti stasera voglio brindare a mia moglie, a te Kate”

Mentre tutti sollevavano i bicchieri e si voltavano a guardarla, Kate sorrise, ma nel petto il suo cuore batteva, forte. Anche Castle la guardava, gli occhi così pieni d’amore.

“Ho passato tanti anni della mia vita convinto di sapere davvero cosa fosse l’amore. Poi ho incontrato te, e da quel giorno nella mia vita c’è stato quel di più. Tu eri lì, e all’improvviso mi sono reso conto di averti aspettato per così tanto tempo che non avrei potuto mai separarmi da te, dopo averti trovata” continuò, sempre guardandola fissa.

Kate non riusciva a muoversi. Lo sguardo di Castle era penetrante, c'era calore nei suoi occhi, e quando riprese a parlare il suo tono era quasi commosso.

“Da quel momento siamo riusciti a essere sempre, in qualche modo, legati. Nel bene e nel male. Anche quando, in mezzo alla tempesta, su una barchetta minuscola, in balia di onde che avrebbero potuto ribaltarci da un momento all’altro, presi a cercare ognuno il proprio appiglio per sopravvivere, siamo rimasti sempre mano nella mano. La barchetta avrebbe potuto anche ribaltarsi e le nostre mani non si sarebbero staccate. Piuttosto saremmo affogati insieme.”

Una traccia di malinconia gli velò lo sguardo. Seppure fra i due era stato sicuramente Rick ad aver dimostrato una migliore capacità di reagire in maniera propositiva dopo gli eventi di quel giorno al loft, Kate sapeva – e quel velo di malinconia ne era la conferma- che quel giorno aveva avuto anche su di lui un impatto altrettanto devastante. Ma aveva scelto di essere quello forte per entrambi.

“Dovrebbero viverlo tutti un amore così” continuò infine. “Dovrebbe essere un diritto di nascita, se il mondo fosse un posto giusto. Per nostra figlia però lo sarà. Sarà il suo benvenuto al mondo. E l’accompagnerà, sempre. Voglio brindare a questo, a Kate, a noi, a nostra figlia!”

I bicchieri tintinnarono, gli ospiti applaudirono. Kate incontrò lo sguardo di Castle, non provando neppure a ricacciare indietro le lacrime che le salivano agli occhi. Alzando il suo calice - colmo di succo di frutta - verso di lui, brindò guardandolo negli occhi. Suo marito ricambiò lo sguardo in quel brindisi silenzioso fra i due. 

“E adesso, donna di poca fede, ho qualcosa per te…” le annunciò lui. 

Castle si allontanò per qualche secondo, sparendo nella camera da letto, per poi tornare tenendo fra le mani una bellissima - e incredibilmente voluminosa- composizione di splendidi gigli bianchi, avvolti in strati e strati di velo in vari punti di rosa. Si avvicinò a Beckett, porgendole delicatamente quel magnifico bouquet. “Come da tradizione, il futuro padre regala dei fiori" le spiegò.

"Come puoi vedere, il packaging è nel mio stile" alluse, riferendosi a quello che aveva detto lei prima. "Li ho scelti io per te. Sono lilium


 
   
 
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