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Autore: mikybiky    11/08/2009    2 recensioni

Wexford è tutto un significato per gli adolescenti che la abitando: sogni nel cassetto, amori non corrisposti, avversioni ed incomprensioni verso altre persone, forti amicizie e incompatibilità tra le reginette della scuola e quelle che invece preferiscono una minore notorietà.
O almeno così era finché Chirs e Abigail Braight non sono giunti nella contea, stravolgendo la situazione e capovolgendo la storia.
Abigail fu la prima a scendere dalla luccicante limousine laccata di nero e sfilare lungo il corteo di paparazzi, seguita a ruota da suo padre Benjamin, che davanti alle telecamere non si staccava da lei un minuto. I flash arrivarono da ogni parte, e Abigail si sentì in dovere di assumere le pose più fashon per apparire sulle riviste più popolari del momento.
L’ultimo a scendere dall’auto fu Chris, che si mosse tranquillamente come se per lui tutta la gente attorno non esistesse. Ignorò le tredicenni ululanti che bramavano un suo autografo e oltrepassò i giornalisti indemoniati che si tiravano le macchine fotografiche in testa per realizzare lo “scatto esclusivo”.
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8. LA PARTITA

I giocatori della squadra di rugby entrarono in campo alle due e mezza in punto. I primi furono i giocatori in casa, quelli della scuola. Arrivarono esultanti nelle loro divise verdi, urlando e salutando il pubblico. La maggior parte degli spettatori li acclamò alzandosi in piedi e urlando frasi di augurio.
Maiti, seduta sulla panca più bassa, davanti alla telecamera, filmava e fissava tutti quei momenti sulla pellicola. Era sicura che il signor O’Bowen sarebbe stato contentissimo del suo lavoro.
Mentre riprendeva l’altra squadra che, vestita di rosso, faceva la sua entrata, con gli occhi cercò Daigh Morgan. Lo trovò schierato in fila tra Bran O’Friel e Bairre Allen. Si stupì di come quei due potessero essere sempre assieme, persino alle partite di rugby.
Che assurdità, pensò tra sé e sé.
Non se ne intendeva molto di sport, ma se ne intendeva abbastanza di riprese, così, una volta assegnata la palla alla squadra dei rossi, zumò l’inquadratura sul volto teso del capitano. Quando l’arbitro suonò il fischietto, schiacciò un bottone e il campo tornò alla grandezza naturale, senza rimpicciolirsi gradualmente, ma scattando direttamente da un campo all’altro.
Wow, pensò. Quest’attrezzatura è davvero fantastica.
La partita prese così avvio, fra urla ed acclamazioni. Maiti seguiva tutte le mosse di chi aveva la palla in mano. Si sentiva un re sul trono con quella telecamera.
Quando i verdi si impossessarono del pallone ci fu un boato di felicità. La ragazza non aveva mai assistito ad una partita di rugby della scuola, prima, ma un chiasso del genere le sembrava inappropriato per una partita di così basso livello. Tuttavia non si scompose e continuò a filmare le scene. Ora Daigh Morgan aveva la palla in mano e correva verso la porta a forma di ‘H’. Quando fu raggiunto dal nugolo di avversari, tentò di lanciare il pallone a Bran O’Friel, ma un rosso fu più lesto e l’afferrò prima. Allora fu assalito dai ragazzi della scuola, che si avventarono con forza su di lui. Dalla catasta ne uscì Bairre vincitore. Maiti si sbrigò e zumò l’obiettivo fino a che l’immagine del ragazzo non occupò l’intero campo visivo. Da così vicino Maiti lo poteva vedere bene: aveva un’espressione talmente sicura che a momenti stentava a riconoscerlo. Staccò gli occhi dallo schermo e lo guardò dal vivo per un attimo. Il numero 16 stampato in bianco sulla divisa verde faceva risaltare i suoi capelli biondo scuro, che ora ricadevano gli spettinati sul volto serio.
Maiti rimase per un secondo incantata da quella figura così decisa e sciolta. Sembrava Daigh Morgan.
Bairre si guardò in giro e, approfittando di quel momento in cui gli avversari si stavano rialzando da terra, iniziò a correre con velocità verso l’area nemica.
Un ragazzo seduto accanto a Maiti si sporse in avanti, eccitato, e la colpì per sbaglio con un gomito. Lei sussultò e si rese conto di avere abbandonato la telecamera. Allora, agitata, afferrò una manopola e la girò velocemente verso il giocatore. Diminuì il campo e diede spazio anche agli altri.
Presto i rossi iniziarono a correre nella direzione di Bairre. Erano così veloci che lo raggiunsero, ma lui riuscì a lanciarsi per terra e a realizzare la prima meta.
Ci fu un scoppio di urla concitate da parte di tutti gli studenti della scuola e borbottii di delusione emessi da quelli che invece erano lì per assistere ai rossi.
Sul tabellone comparirono cinque punti. Bairre si alzò, raggiunto dai suoi compagni di squadra, che si congratularono con lui, battendogli una mano sulla schiena. Portando in primo piano l’obiettivo, Maiti notò con disappunto che Daigh fu l’unico ad essere un po’ turbato da quella cosa.
Un arbitrò entrò in campo e infilò una piazzola nel terreno, appoggiandoci sopra lo sferoide prolato. Un giocatore scelto, che Maiti riconobbe come Fia Doyle - uno dei tanti privilegiati amici di Daigh -, si preparò a calciare. La ragazza si affrettò ad inquadrare solo lui. C’era tensione e nessuno fiatava. Doyle guardò con intensità la porta e chiuse gli occhi. Li riaprì di scatto e con un respiro profondo calciò la palla, che volò lungo tutta l’area avversaria e centrò in pieno i tre pali bianchi a forma di ‘H’.
Altri due punti andarono ad aggiungersi al punteggio totale, costituendo un sette a zero per i verdi.
Ancora urla di felicità e la partita continuò. Era piuttosto movimentata e turbolenta e Maiti continuava a passare l’obiettivo da un giocatore all’altro, a seconda di chi aveva la palla.
Era talmente concentrata che la pelle le si accapponò quando qualcuno le alitò sul collo. La prima cosa che pensò fu “Sèanait”. Ma poi vide un ragazzo farsi spazio tra gli spettatori esagitati e sedersi accanto a lei. Se non avesse saputo che Bairre Allen era in campo avrebbe creduto che fosse lui.
Pur essendo curiosa, non lo guardò; non poteva distrarsi dalla cinepresa . Fu lui a parlare.
« Ho visto come facevi le riprese. Te la cavi, senza dubbio, ma continui a focalizzare l’attenzione su chi ha la palla in quel momento ».
« Ovvio, no? ».
Maiti voltò leggermente la testa per vedere chi era lo scocciatore, ma la sua vista la lasciò a bocca aperta: Chris Braight, il maniaco del caffè. Per poco non buttò a terra l’attrezzatura.
« Hai anche da ridire sulle mie qualità cinematografiche? » sbottò, scocciata. « Non ti è bastato tingermi la maglia di caffè? »
« Non esagerare; sarai pure bravina a filmare, ma non hai di certo i prerequisiti tecnici per poterti definire una professionista ».
« E, a meno che tu non lo sia, non darmi consigli su come fare. L’incarico è stato dato a me ».
Voleva far capire a Chris che non era il caso di aggiungere altro, ma ancora non sapeva che il ragazzo non demordeva facilmente.
« Mio padre è regista » proseguì, infatti. « E » aggiunse seccamente, sovrastando il “lo so” di Maiti, « le uniche conoscenze che mi ha trasmesso in tutta la mia infanzia sono state lezioni teoriche sulle riprese ».
Poco importava, pensò, se ero l’oggetto dei divertimenti dei bulli di quinta elementare. A lui stava a cuore solo che suo figlio di sette anni sapesse come girare un buon film.
La ragazza scrollò le spalle e tornò a fissare lo schermo. La palla era finita un’altra volta nelle mani di Bairre e di nuovo Maiti si ritrovò a fissare due occhi color nocciola che non aveva mai notato prima. Si sentì pervadere da uno strano brivido e in quel momento decise di accettare i consigli di Chris.
Il gioco procedeva a favore dei rossi, soprattutto grazie a Bairre, che stava per realizzare nuovamente una meta; c’era quasi, ma inaspettatamente Daigh Morgan gli si buttò addosso e lo fece cadere per terra. L’arbitro fischiò e, mostrando il cartellino giallo, intimò al giocatore di non azzardarsi mai più a fare una cosa del genere.
Mentre Daigh e Bairre discutevano sul perché di un’azione così avventata, Chris incalzò ancora Maiti.
« Questo, invece, è uno di quei classici momenti in cui dovresti inquadrare solo loro due, o comunque… ».
« Senti » eruppe Maiti. « Per caso qualcuno ti ha chiesto di dispensarmi lezioni cinematografiche? ».
« Sì, il mio senno di poi » rispose Chris, apparentemente calmo. « Se fossi in colui che dovrà visionare quel filmato mi verrebbe già la nausea ».
La ragazza non resse. Abbandonò le riprese e guardò il giovane con espressione arcigna.
« Il tuo senno di poi te lo puoi mettere dove preferisci! » tempestò, fuori di sé.
Chris sussultò.
« Nessuno ti ha mai insegnato a non essere volgare? » la riprese, imperturbabile.
« E a te non ha mai detto nessuno che sei odiosamente perfettino, calmo, flemmatico e insolente? ».
« Fa parte del mio modo di essere » dichiarò, pacato. « Ma non del tuo, quindi non mi arrabbierò per quello che mi hai appena detto ».
« Ma che novità » borbottò Maiti, scocciata.
Un rumore assordante provenne dalla parte opposta del campo e la fece sobbalzare. Si voltò a guardare il tabellone, che segnava la vittoria della squadra della scuola; i giocatori in campo non correvano più e si stavano dirigendo verso i bordi.
« Che cos’è successo? » domandò, con il cuore in gola.
« La partita è finita ».
« Ma hanno giocato solo il primo tempo! ».
« Non ti sei accorta che sta per piovere? ».
« Cosa mi importa della pioggia! » squittì, spegnendo la telecamera. « Ho rovinato il video! Non ho filmato la fine! ».
« Avrai un’altra occasione » la incoraggiò. « La prima volta è disastrosa per tutti ». Si alzò dalla panca e le tese una mano. « Non presentarsi è da maleducati: io sono Chris ».
« Dai? Non l’avevo capito » ribatté secca Maiti, stringendo la palma dell’altro di malavoglia. « Io sono Maiti ».
« Ora so a chi devo chiedere un caffè, Matt ».
« Maiti » lo corresse burberamente. « M- e - t - t - i ».
« Ehy, Maiti! ». Qualcuno la chiamò.
Bairre Allen.
Questa volta non provò noia al pensiero. Lo stesso brivido che l’aveva percorsa pochi minuti prima tornò, solo che questa volta fu più intenso. Si voltò verso di lui.
Ma che cavolo mi è preso?
« Bairre. Ehy, che cos’è successo prima con Daigh? ».
« Oh, niente ». Si strinse nelle spalle. « Maiti, voglio spiegarti il malinteso di giovedì, nello spogliatoio ».
« Quale malinteso? ».
O Bairre aveva esaurito tutte le idee per mettersi a parlare con lei, o lei aveva totalmente rimosso cosa era successo nello spogliatoio il giorno in cui era andata a parlare con il signor O’Bowen.
« In realtà mi chiedevo se ti va di parlarne più tardi, facendo due passi ».
Bairre la prese in contropiede. Non le stava chiedendo di uscire, ma il senso era quello. Se avesse accettato lui avrebbe preso false speranze; ma se avesse rifiutato sarebbe sembrata scortese.
« Ti offro da bere » propose il ragazzo. « O una cioccolata calda ».
« In realtà dovrei andare subito a casa » rifiutò Maiti. « Devo passare a prendere mio fratello a scuola e mia madre si arrabbierebbe molto se non lo facessi neanche stavolta. Però se ti va mi puoi accompagnare fino alla scuola di mio fratello. Non è molto distante e se ci sbrighiamo non prendiamo l’acqua ».
« Affare fatto. Ci vediamo fra venti minuti davanti all’ingresso, okay? ».
E le sorrise, allontanandosi.
Maiti lanciò un’occhiata a Daigh Morgan, chiedendosi che cosa avrebbe pensato se avesse visto lei e Bairre avviarsi assieme. E nel frattempo aveva appena accettato di stare in sua compagnia.


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Ho una scusa questa volta T_T : ho a malapena il tempo per respirare, lo giuro; devo dare lezioni di inglese tre volte alla settimana a due persone diverse, ho lezioni di piano ogni lunedì e di conseguenza devo studiare quando ho tempo. Mi fermo a dormire da una mia amica ogni volta che le do lezioni d'inglese (ormai sono di casa XD). Quindi sono giustificata Y_Y . Come dice saggiamanete Gaia: l'importante è aggiornare. XD
Passiamo ai fatti: come vedete ho cambiato la grandezza del carattere. Il Times New Roman 14 mi aveva stufata >_>
Dunque, quando il numero dei seguiti inizia a superare le soglia dei sei faccio una gran confusione, quindi spero che mi capiate se cito dei doppi o se non cito qualcuno. In sostanza: alice_95, Elienne, Lunitari e miki rossi, un inchino a voi *_* e (ormai sto diventando monotona) uno sprone a rendermi partecipe della vostra opinione *occhioni dolci*
A parte, invito tutti quanti a farmi notare ogni volta che pensate ci sia un errore, un'incongruenza o una pecca ^^ mi fanno sempre piacere.

DarkViolet92: temo che questa volta il tuo finalmente sia ancora più finalmente xD e mi scuso umilmente T_T . Sempre grazie mille per i complimenti!
CuddleAddict: XD capita di sbagliare, dopo tutta la giornata che hai avuto! Mi fa molto piacere che ti piaccia la mia storia e no, non sei strana nell'adorare Chris. Certamente non la pensano allo stesso modo i personaggi, soprattutto se ci devono convivere xD, ma che importa, sono solo personaggi, no?
  
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