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Autore: SaraFantasy98    22/05/2020    1 recensioni
Tra gli alberi secolari della Foresta di Boundary, che tutti nel piccolo villaggio omonimo temono, è custodito un segreto.
Un segreto capace di rubare il cuore e i sogni a chiunque arrivi a scoprirlo, un segreto che è lì da sempre, ma che nel corso dei millenni è stato protetto a dovere: nessuno infatti lo conosce, almeno in questo mondo.
Emma e Jeremy, due gemelli rimasti orfani pochi mesi dopo la nascita, vengono inconsapevolmente attirati verso quel luogo tanto affascinante quanto misterioso. Ciò che ancora non sanno è che la foresta, assieme a ciò che contiene, potrebbe finalmente svelare l'enigma che da sempre circonda la storia della loro nascita, la vera storia dei loro genitori. Storia a cui entrambi cadranno dentro, inesorabilmente.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jeremy
 
«Innanzitutto dovete sapere che vostro padre e Altair sono cresciuti non solo come fratelli, ma anche come migliori amici: erano inseparabili, da bambini così come una volta cresciuti. Facevano sempre tutto insieme: si supportavano, si difendevano, si divertivano a combinarne di tutti i colori.
Anthemis trovò Altair abbandonato nella foresta ai margini di Komorebi quando era solo un neonato e non ci pensò due volte a portarlo a casa. All'epoca non riusciva a concepire e temeva di non riuscire a dare un erede a Corylus, così quel bambino le sembrò una manna dal cielo; se non fosse riuscita ad avere un figlio, sarebbe stato Altair il futuro Guardiano di Komorebi. Anthemis però si preoccupava per nulla: neanche un anno dopo l'arrivo di Altair nacque Ophrys.»
«Non possiamo cominciare dall'arrivo di nostra madre?» chiedo spazientito interrompendo il Notturno. Sinceramente la biografia di Altair non mi interessa in questo momento.
«No Jeremy, tutte le cose che vi sto raccontando sono come pezzi di un puzzle: solo le li avrete tutti riuscirete ad avere chiara l'immagine completa», controbatte lui.
«Axel, mi dispiace che tu sia costretto a parlarne. So quanto sia difficile per te», interviene mia sorella fissando intensamente il ragazzo di fronte a noi.
«Grazie, Emma. Lo apprezzo molto, davvero, ma è ora che voi sappiate tutto», risponde lui prima di riprendere il racconto.
«Quando fu trovato Altair aveva al collo una catenina con una targhetta che riportava il suo nome: il nome di una stella, dunque tipico della Gente della Notte. Non c'era però dubbio che il bimbo fosse un mezzosangue: diversamente sarebbe stato circondato da un'aura scura durante le ore del giorno, così come tutti i Notturni.»
«Fammi indovinare, la Gente del Giorno invece era circondata da un'aura luminosa durante la notte?» chiedo.
«Sì, esattamente» conferma Axel mentre Emma si lascia scappare un sincero "wow".
«Lo stesso Altair era convinto di essere un mezzosangue e lo fu fino all'età di sedici anni», continua.
«Un giorno, mentre era di guardia da solo al Confine, la catenina che portava fin dal ritrovamento e che non era mai riuscito a togliere cadde da sola. In quell'attimo avvertì il potere della notte dentro di sé e comprese ogni cosa: non era mai stato un mezzosangue, ma era sempre stato un Notturno; era stata la catenina a tenere repressi i suoi poteri per tutto quel tempo.
Altair sapeva bene che non esistevano oggetti stregati o incantesimi che riuscissero a smorzare i poteri di una persona, eppure l'evidenza dei fatti non mentiva: chi lo aveva abbandonato doveva avere una conoscenza delle leggi magiche fuori dal comune.
Altair aveva sempre saputo di preferire la luna e le stelle al sole, inoltre non aveva mai creduto alle parole del padre adottivo, ma di questo non aveva mai parlato con nessuno, neanche con Ophrys. Quella notte stessa decise così di scappare di nascosto e di recarsi a Yakamoz: voleva imparare ad essere un Notturno, voleva seguire la sua vera natura.
Nella Città della Notte si imbatté in Alhena, la nipote del Guardiano di allora, Deneb; fu lei a portarlo dallo zio. Altair raccontò ogni cosa al vecchio Guardiano, il quale gli promise di aiutarlo: gli avrebbe insegnato la cultura dei Notturni e ad usare i poteri della notte. Deneb gli propose anche di stabilirsi nel suo palazzo, di abbandonare Komorebi, ma lui non ne volle sapere: riallacciandosi al collo la catenina poteva fingere ancora di essere un mezzosangue, così preferì iniziare a fare il doppio gioco, avere una doppia vita, mentire a tutti coloro che gli volevano bene.»
«Come sai queste cose, Axel?» chiede Emma pensierosa.
«Le cose che vi sto raccontando me le ha riferite lo stesso Altair quando lo conobbi a Yakamoz, quando ancora nessuno poteva immaginare cosa sarebbe diventato. Se solo lo avessi capito prima...»
«Era impossibile capirlo, Axel! Altair ha ingannato tutti, non è colpa tua!» dico sinceramente.
Lui, anche se non mi sembra molto convinto, annuisce e riprende a parlare:
«In ogni caso, qualunque fosse il motivo, Altair prese a trascorrere il giorno a Komorebi e la maggior parte delle notti a Yakamoz. Non rivelò a nessuno della sua famiglia la sua doppia vita, neppure ad Ophrys.
A Yakamoz pochissimi sapevano chi fosse davvero: solo Deneb e Alhena all'inizio, poi anche io quando stringemmo amicizia; tutti gli altri lo credevano un Notturno che veniva da fuori città, uno come Hamal.
Così passarono ben quattro anni, durante i quali tutti a Komorebi lo credevano ancora un mezzosangue e lo incitavano a compiere il rito per entrare a far parte della Gente del Giorno, ma lui ogni volta rifiutava affermando di voler mantenere fede ad entrambe gli elementi, di voler restare un mezzosangue. Poi arrivo Claire», dice bloccandosi per un attimo.
«Vostra madre era speciale, ragazzi, una vera forza della natura», riprende.
«Dovete sapere che le cose non andarono esattamente come le ha riferite quella guardia a Jeremy, infatti Claire e Ophrys si conobbero ben prima che lei varcasse il Confine.»
«Prima?!» esclamiamo contemporaneamente io ed Emma, che ormai pendiamo dalle sue labbra.
«Vostra madre era sempre stata attratta follemente da quella foresta di cui tutti parlavano nel suo paese, ma nella quale nessuno si era mai inoltrato: aveva giurato a sé stessa che un giorno lo avrebbe fatto, un giorno avrebbe svelato il segreto di quel luogo, quel segreto che nessuno a Boundary aveva mai avuto il fegato di scoprire. Si sentiva inesorabilmente legata a quegli alberi che si estendevano dietro casa sua, come si in mezzo ad essi fosse celato il suo stesso destino.
Era così. Un giorno, mentre i suoi genitori non erano in casa, si addentrò nella foresta», prosegue Axel, stanco e spento più che mai.
«In quel periodo Ophrys aveva iniziato a uscire dal Confine per bravata, così, tanto per l'adrenalina del rischio; lo faceva quando era di guardia all’Arcata con Altair, così poteva lasciare il fratello a coprirlo. I vostri genitori si conobbero così.»
«Due teste calde insomma», dice Emma sorridendo dolcemente nell'immaginarsi i nostri genitori al loro primo incontro.
«Oh sì, decisamente» conferma Axel mentre anche le sue labbra guizzano per un attimo verso l'alto.
«I due furono subito attratti l'uno dall'altra,» prosegue, «così per qualche settimana continuano a vedersi di nascosto, con la condizione posta da Ophrys a Claire di non rivelare mai a nessuno di lui e di non chiedergli mai nulla sul luogo da cui veniva.
Lui era consapevole di star compiendo un azzardo, di non starsi comportando in maniera responsabile dal momento che era destinato a diventare un Guardiano, ma non aveva mai provato nulla di simile per nessuno, non voleva, non riusciva ad allontanarsi da Claire.
Un giorno però lei si stufò della situazione e decise di seguire di nascosto vostro padre, ma quando attraversò la barriera svenne, come accade sempre a chi lo fa per la prima volta. Non sapendo che altro fare Altair e Ophrys la portarono a palazzo, dicendo che non erano riusciti a impedirle di varcare l'Arcata; naturalmente tacquero sul rapporto che già precedentemente lei e Ophrys avevano stretto.»
«Beh, da qui in poi direi che è tutto chiaro», affermo serio ripensando alla fine di questa storia e trattenendo a stento le lacrime.
«No, non è affatto tutto chiaro, lasciami continuare», mi contraddice Axel sorprendendomi.
«Claire col passare dei mesi non si innamorava sempre di più solo di Ophrys, ma anche di questo mondo; tuttavia, qualcosa non le tornava: non riusciva a credere che i Notturni fossero malvagi così come li descrivevano tutti a Komorebi a causa di Corylus.
Lei, dentro di sé, sapeva di essere predisposta più alla notte che al giorno, dunque prima di scegliere definitivamente la luce del sole decise che sarebbe andata in cerca della verità a Yakamoz: non avrebbe mai potuto spegnere la sua vera natura senza prove, neanche per amore.
Vostra madre era molto furba, riuscì dove l'intera famiglia del Guardiano aveva fallito per quattro anni: osservando Altair aveva intuito la verità. Gli chiese aiuto, gli chiese di portarla nella Città della Notte: sapeva che Ophrys non glielo avrebbe mai permesso, infatti anche lui inizialmente credeva a suo padre.»
«Dunque non fu affatto un tradimento!» affermo sollevato.
«Certo che no, ma i Diurni questo non l'hanno mai capito», dice Axel prima di proseguire.
«A Yakamoz lei scoprì la verità, ovvero che i Notturni non sono malvagi per natura, sono semplicemente diversi dai Diurni. Claire, anche se di certo non rispecchiava affatto le caratteristiche di una tipica Notturna, capì che era quello il suo vero posto, così con l'aiuto di Altair e di Deneb si preparò a compiere il rito.»
«E nostro padre come la prese?» chiede Emma.
«La notte in cui Altair aveva portato Claire a Yakamoz, Ophrys li vide uscire da palazzo insieme e si convinse che tra i due ci fosse qualcosa. Era furioso, distrutto, si sentiva tradito e umiliato dalle due persone che amava di più al mondo, quel mondo che gli sembrava improvvisamente caduto addosso.»
«Ma non era così, giusto? Non c'era niente tra loro, spero!» chiedo allarmato.
«Certo che no!» esclama il Notturno scuotendo la testa, chiaramente ancora più turbato di noi nel pensare ad una tale situazione.
«Ophrys però sapeva solo ciò che aveva visto, dunque li aspettò per tutta la notte ai margini della foresta, ma poco prima dell'alba tornò soltanto Altair. Mentre il Notturno cercava di spiegare al fratello la situazione, mentre cercava di spiegare le ragioni di Claire, il sole sorse. E Ophrys si sentì morire per la seconda volta nel giro di poche ore: Altair aveva scordato di rimettersi la catenina.
Così Ophrys ebbe la prova che suo padre aveva davvero ragione: i Notturni erano mostri spietati. Altair gli aveva mentito per anni nonostante il loro legame e le loro avventure, nonostante lui non gli avesse mai nascosto nulla, nonostante lui lo avesse sempre trattato più come un'estensione di sé stesso che come un fratello. Urlò ad Altair di andarsene, che non lo avrebbe voluto vedere mai più, poi tornò  a Komorebi dove rivelò a tutti il duplice tradimento di Altair e di Claire.»
«E noi allora quando siamo nati?» intervengo confuso.
«Ci sto arrivando, Jeremy. Quando vostra madre fu pronta per il rito, qualche settimana dopo, Altair fece arrivare un messaggio al fratello invitandolo a partecipare ad un momento tanto importante per Claire. Ophrys nonostante tutto non aveva smesso di amarla, dunque andò.
A Yakamoz anche lui comprese ogni cosa e si riappacificò sia con vostra madre sia con Altair. Nei mesi successivi vostro padre prese a venire spessissimo nella Città della Notte, di nascosto, per incontrare la sua ragazza e suo fratello: tutti insieme studiavano un modo per far capire a Corylus e alla Gente del Giorno la verità sui Notturni. Fu in quel periodo che io lo conobbi e che Claire capì di aspettare un bambino», dice Axel.
«Ah...»
«Quando nasceste, nove mesi dopo, la situazione era rimasta pressoché invariata, a parte per il fatto che a Komorebi cominciavano a succedere cose strane: tutta la Gente del Giorno aveva delle amnesie strane, le persone si risvegliavano improvvisamente in luoghi che non ricordavano di aver raggiunto, buchi interi di memoria sparivano.
Corylus diede la colpa ai Notturni, convinse tutta Komorebi che il responsabile fosse Deneb, il quale secondo lui stava sperimentando delle nuove tecniche magiche su di loro al fine di distruggere la Gente del Giorno.
Prese ad organizzare un attacco a Yakamoz, arruolò uomini e li preparò... Voleva radere al suolo Yakamoz sulla base di accuse infondate.»
«Ma se non fu Deneb a fare quelle cose alla Gente del Giorno, chi fu il responsabile?» interviene Emma.
«Questo purtroppo non è mai stato chiarito, dopo la distruzione dei Nuclei quei fenomeni cessarono così com'erano arrivati», risponde Axel paziente prima di continuare:
«Ophrys naturalmente ci avvisò dell'attacco imminente ed avemmo il tempo per organizzarci, ma nessuno si rese conto che il vero nemico si trovava lì a Yakamoz con noi: il giorno dell'attacco Altair mise in pratica il piano a cui pensava da chissà quanto tempo», continua terreo in volto.
«Senza che nessuno se ne fosse accorto in precedenza si era recato a Komorebi e aveva rubato il Nucleo del Giorno, poi era tornato e aveva preso anche quello della notte. Il giorno dello scontro combatté e uccise Corylus piantandogli a sangue freddo un pugnale nel petto; un attimo dopo, in qualche modo, distrusse anche il Nucleo che aveva con sé: il giorno venne strappato via dal cielo e scese la notte, notte che sarebbe stata eterna se Altair si fosse limitato a quello.
Subito, mentre ancora tutti i presenti erano intenti a cercare di capire cosa fosse successo, mentre i Diurni tentavano invano di usare ancora i loro poteri, Altair si voltò e uccise anche Deneb, che era accanto a lui, e distrusse il secondo Nucleo. Anche la notte così venne strappata via per sempre.
Nel frattempo i vostri genitori vi avevano salvati: appena prima della battaglia vi avevano portati dai genitori di Claire, pregandoli di prendersi cura di voi finché loro non sarebbero tornati a prendervi. Se non fossero tornati affatto i vostri nonni avrebbero dovuto crescervi finché non sareste stati pronti a conoscere la verità: quando sarebbe arrivato il momento avrebbero dovuto riportarvi al Confine e farvi entrare in questo mondo per farne parte, nel bene e nel male, in qualunque modo si fosse risolta la battaglia imminente. Non potevano sapere che nessuno avrebbe vinto quel giorno. Al loro rientro in questo mondo vennero sorpresi da Altair: lui li stava aspettando appena oltre l'Arcata.
Io, nonostante il caos che regnava dopo che anche la notte era sparita, nonostante avessi appena assistito alla morte di mio padre in battaglia e al folle atto di Altair, lo vidi scappare dalla folla che lo inseguiva e inoltrarsi nella foresta, così lo seguii: speravo di poterlo prendere più velocemente degli altri.
Lo raggiunsi troppo tardi, quando già aveva affondato il coltello nei cuori di Ophrys e Claire. In quel momento non ci vidi più... Attaccai quel mostro, lo sconfissi e lo uccisi. Poi fuggii. La mia mente era talmente sconvolta da tutto ciò che era accaduto che sono stato convinto fino a qualche ora fa di aver visto anche i vostri corpi accanto a quelli dei vostri genitori quel giorno. Evidentemente ciò che ho visto era solo la coperta nella quale eravate avvolti... Pensavo che Altair avesse ucciso loro e voi prima che essi riuscissero a portarvi nel mondo di Fuori, invece evidentemente è successo al loro ritorno.»
Alla fine del racconto, né io né mia sorella riusciamo a pronunciare una parola, neanche una qualsiasi.
Teniamo invece lo sguardo fisso al suolo, senza però guardarlo davvero: davanti ai nostri occhi scorrono le immagini degli ultimi istanti di vita dei nostri genitori, morti per mano della persona della quale si fidavano di più al mondo.
Ma Axel non ha ancora finito, no, deve ancora darci il colpo di grazia.
«C'è di più...» dice titubando leggermente.
«Prima di portarvi fuori da questo mondo Claire e Ophrys fecero una richiesta a Deneb: in quanto il Guardiano della Notte era un grande studioso di arti magiche gli chiesero di compiere su di voi il rito, di rendere te, Emma, una Notturna e te, Jeremy, un Diurno. Lui lo fece, poi utilizzò su di voi il blocco dei poteri con una magia simile a quella della catenina di Altair, in modo tale che nel mondo di Fuori non accadesse nulla di sospetto.
Voi eravate nel mondo di Fuori quando i Nuclei sono stati distrutti, dunque la luce e il buio puri dentro di voi si sono salvati: se troviamo un modo per rimuovere il blocco, possiamo far ripartire questo mondo.»

Note:
Ciao a tutti, lettori! Direi che siamo arrivati ad un punto molto importante: finalmente moltissime cose si sono chiarite e tanti dubbi hanno trovato una soluzione! Naturalmente non vi anticipo nulla, ma vi assicuro che ci sono ancora moooolti aspetti da chiarire relativi alla storia che ha raccontato Axel... Curiosi? Spero di sì! A prestissimo!
   
 
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