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Autore: IppaR    04/06/2020    3 recensioni
"James Potter aveva il sonno pesante, e questo era un dato di fatto per tutti coloro che lo conoscevano. Certo, non quanto Remus nei giorni successivi alla luna piena, però, come soleva ghignargli Sirius dopo averlo spintonato giù dal letto del dormitorio quasi tutte le mattine, lui non aveva nessun problema peloso da poter utilizzare come scusa.
Tuttavia, quando la finestra di camera sua -ultimo piano, Godric’s Hollow 3- esplose, neanche lui riuscì a evitare di svegliarsi di soprassalto, confuso e con il cuore in gola."
*
Sesto anno dei Malandrini a Hogwarts. L'anno prima dell'inizio della guerra, con tutto ciò che porta con sé: l’avventura, l’amicizia, le scelte, la lotta, gli sbagli, la paura, il coraggio, l’amore. [Wolfstar e un po' di LilyxJames]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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War and Peace
Capitolo V -  Will there be a war?

 

10 dicembre 1976

Moony una volta gli aveva raccontato che nel mondo babbano i cani, andando in auto, solevano mettere la testa fuori dal finestrino; Padfoot lo capiva perfettamente. Amava la sensazione del vento addosso e, ancora di più, amava andare veloce. L’aria gelida gli risvegliava tutti i sensi,  si sentiva in lotta contro la natura: se fosse stato disarcionato avrebbe vinto lei, altrimenti lui. La battaglia lo faceva sentire vivo, libero e lo obbligava a togliere dalla testa tutto ciò che non era essenziale. Inoltre in volo poteva urlare con la voce e con il corpo, senza paura che qualcuno lo sentisse.

Dopo la discussione con Remus aveva saltato la cena e passato almeno un paio d’ore nel campo di Quiddich a prendere a mazzate bolidi per sfogarsi, quando toccò terra pronto per dirigersi negli spogliatoi la voce che lo aveva tanto tormentato nei suoi pensieri risuonò vicina. 

«Sapevo che ti avrei trovato qui, voli sempre quando hai bisogno di pensare!»

Si voltò, il sorriso incerto di Remus gli brillava accanto. Nel sentire le sue stesse parole uscire dalla bocca dell’altro sorrise anche lui. Moony gli allungò una bottiglia di Whisky Incendiario. Padfoot guardò l’etichetta: era quello di Ogden - eccezionale, raro e dannatamente pesante - chissà dove l’aveva recuperato!

«Buon compleanno!» fece l’amico. 

Sirius, di rimando, scosse la mano sinistra per mostrare l’orologio della famiglia Lupin. Non l’aveva più tolto dal 3 novembre, lo faceva sentire al sicuro e amato,  era diventato come un amuleto per lui.

«Mi hai già fatto un regalo di compleanno»

 La voce gli uscì più fredda di quanto non avesse voluto. Remus deglutì.  

«Lo so, ma non hai mai avuto il tuo Whisky!»

«Il nostro prefetto-perfetto che porta del Whisky Incendiario nella scuola! Sei sicuro di non essere uno dei miei genitori sotto pozione polisucco? Mi vuoi avvelenare?»

Moony scrollò le spalle in un modo così da Sirius. Poi rivolse all’altro un ghigno malandrino. 

«Adesso sei maggiorenne e tecnicamente siamo fuori dal castello, puoi berlo!»

«Oh, ma tu non sei maggiorenne, piccolo Moony»

«Infatti è per te!»

Padfoot si mosse fino ad arrivare dietro a Remus, poi gli parlò nell’orecchio. Il corpo del mannaro venne percorso da una scossa elettrica.

«Non mi fido ancora, potresti essere un Serpeverde che sta cercando di uccidermi, devi bere questa bevanda dubbia con me!»

Rassegnato e quasi ipnotizzato Lupin non si curò di nessun possibile rischio, come gli capitava spesso quando era con i malandrini. Guardò l’altro e annuì. Si andarono a sedere sugli spalti, Sirius mosse elegantemente la bacchetta e fece apparire due piccoli bicchieri di cristallo. Ne consegnò uno a Remus, li riempì entrambi fino all’orlo del liquido ambrato e poi lanciò un’occhiata all’amico. Il Grifondoro era in forma umana ma l’espressione che aveva permise a Moony di figurarsi il grosso cane nero che sapeva diventare con le orecchie dritte tese in avanti e la testa inclinata di lato: Sirius era in attesa. 

«Sono andato a dare il nome alla scuola, sai, per rimanere a Natale…»

«Bene!»

Padfoot però sembrava ancora in attesa. Remus sospirò, era giusto così. 

«Scusa»

«Come?»

«Mi dispiace, Paddy. Sono stato… un’idiota! Questo è… vorrebbe essere il mio modo di chiederti perdono, spero che basti!»

«Oh no Moony, non iniziare! Non ci servono pipponi smielati dove io ti dico una cosa del tipo “ho avuto un modo di merda, sono un insensibile, perdonami” e tu replichi “io invece sono un irritante masochista del cazzo, scusa” e poi lacrime e abbracci. Siamo a posto, no? Sempre. Adesso vuoi farmi il favore di bere questo dannato Whisky?»

Qualcosa che aveva più o meno il peso di un gigante adulto si sollevò dal petto di Remus.

«Sei davvero paranoico! Pensi ancora che sia un Serpeverde?» disse all’amico ridendo.  

Sirius scoprì i denti nel suo ghino usuale. I suoi occhi d’argento, complice la lieve luce magica che illuminava la zona, sembrarono scintillare.

«Forse, o forse no. Magari voglio solo far ubriacare il prefetto!»

Il mannaro rise nuovamente. 

«Stai attento, il prefetto potrebbe toglierti punti!»

Padfoot ampliò il ghigno.

«Oh che paura, il prefetto dovrebbe sapere che ho una gran mamma lupa pronta a proteggermi!»

Remus alzò il bicchiere.

«Il prefetto più che altro si ricorda che siamo nella stessa casa. Ai punti che non faremo perdere ai Grifondoro!»

«Sia!»

I due mandarono giù tutto in un sorso. Le loro gole bruciavano, ma era piacevole. Chiacchierando bevvero anche un secondo e un terzo bicchiere. Al quarto Remus ormai aveva perso ogni filtro e tirò nuovamente fuori la questione Ippogrifo vs Thestral, dando ragione a Prongs - con sommo orrore di Sirius. 

«Ma certo che vincerebbe un Thestral, Paddy!»

«Non è possibile Moony, ragiona! Gli Ippogrifi hanno la testa di un’aquila, il loro becco è affilatissimo! E il corpo è quello di un cavallo, sai che calci potenti?!»

«Guardacaso gli Ippogrifi hanno tre X nella classificazione ministeriale delle creature mentre i Thestral quattro!»

«Ma per le mutande di Merlino, questo non c’entra niente! Vuol dire solo che sono più pericolosi per gli umani!!»

«Non sono sicuro che funzioni esattamente così!»

«Invece sì!»

 «Sirius, il pelo delle code di Thestral è così potente che è al pari di quello di fenice in quanto a rarità e prestigio per le bacchette!»

«Anticaglie e pelucchi da vecchi collezionisti ammuffiti, a chi vuoi che importi? Sono striminziti e basta! Mentre gli Ippogrifi sono forti e robusti, tant’è che possono  portare sulla groppa uno o due umani!»

«I Thestral trascinano le carrozze piene di studenti…»

«Sì, ma sono in gruppo! Anche gli Ippogrifi potrebbero farlo!»

«Pad, i Thestral sono così incredibili che per vederli bisogna ragionare su un altro piano concettuale e spirituale, non per niente li può vedere solo chi ha assistito alla morte e ne ha compreso qualcosa!»

Sirius iniziò a pensare che Moony potesse avere un po’ di ragione, ma non voleva dargliela vinta per nulla al mondo.

«Ho capito, l’alcool ha intaccato la tua intelligenza. Ne riparleremo quando sarai lucido!»

 Remus fece un’espressione offesa poi s’illuminò di colpo. 

«Oh, quindi pensi che io sia intelligente?»

Sirius gli lanciò un’occhiataccia, poi versò un quinto bicchiere. Ormai la bottiglia era a un terzo.

«Però Moon, è scomodo bere una sostanza così pregiata sugli spalti!»

«Già che qui abbiamo un nobile, mi scusi signor Black! Mi porti al suo maniero!»

Sirius indirizzò un gestaccio all’amico, poi trasfigurò una pietra presente nei dintorni in un divano.  Remus fischiò ammirato: era un incantesimo piuttosto complesso. Padfoot fece un mezzo inchino, poi imitò la McGranitt e i due si trovarono a ridere di gusto per l’ennesima volta. 

Il divano che il Grifondoro aveva fatto apparire era spazioso, almeno da tre posti. Bordeaux, elegante, di velluto. Con due cuscini dello stesso colore al centro, decorati con motivi dorati. Remus, automaticamente, spostò un cuscino dal divano per creare due spazi vicini. Sirius si sedette, poi il cervello del prefetto si attivò in maniera contorta e Moony si mise dall'altra parte del cuscino rimanente. Sirius aggrottò le sopracciglia e gli fece cenno di porsi accanto a lui.

«Cosa l'hai spostato a fare, allora?» chiese indicando il cuscino «Te l’avevo detto che sei stato fottuto dall’alcool! Siediti qui. Ho intenzione di bere, non di mangiarti!»

L’immagine del ragazzo che aveva di fronte, intento a cibarsi di lui, gli fece muovere qualcosa dentro. 

«S-sì!»

Merlino, era Sirius. Sirius. Il suo amico. Perché diamine all’improvviso era così nervoso?
Forse Paddy aveva ragione, l’alcool gli stava davvero facendo uno scherzo strano. 

Il Grifondoro si era messo a parlare di qualcosa, ma Remus non riuscì a distinguere neanche una parola poiché intanto gli stava anche sfiorando il collo con le dita, distrattamente e delicatamente, provocandogli dei brividi che non avevano niente di umano. Cercò di ricomporsi: Padfoot era così, sempre un po' inopportuno e assolutamente noncurante dei limiti, non significava niente! Doveva smettere di fare l'idiota e godersi il tempo con il suo amico. 

«Moony, sono piuttosto bravo in molte cose, ma non so leggere la mente!»

«Come?»

«Ti ho chiesto cosa ne pensi della mia decisione di comprare una moto e truccarla perchè voli. È un’idea che mi è venuta prima insieme  James, immagina quanti gadget potrei metterci!» 

«Ah! Paddy penso che sia illegale, sai?»

Sirius alzò le spalle con noncuranza, come a dire che non gli importava molto della legalità o meno della cosa. 

«Ma poi a cosa ti serve una moto volante se puoi volare con la scopa?»

«Le scope non fanno BRUM, Rem. Voglio una moto volante che faccia BRUM!»

Il prefetto alzò gli occhi al cielo, Sirius versò il sesto bicchiere e si avvicinò a lui. Non li separava più neanche un centimetro. Erano gambe contro gambe. 

Al settimo bicchiere Moony si sistemò per stare più comodo. Si mosse in diagonale e metà del suo corpo finì addosso all'amico. Con la testa si appoggiò tra il petto di Padfoot e la sua spalla sinistra. Non seguì quasi niente del resto della discussione sulla moto, troppo distratto dal battito del cuore dell’altro, dal suo respiro cadenzato. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare. 

Si riscosse quando calò il silenzio, la notte gli ispirava certi pensieri tetri. Si mise dritto, mezzo alzato, per osservare qualcosa dell’oscurità: potevano esserci mille figure dentro il buio, pronte ad attaccarli, ma non vedeva niente. Spostò lo sguardo verso la luce che illuminava loro due e poco intorno.

«Pensi davvero che ci sarà una guerra, Pad?»

Sirius lo guardò intensamente, come per cercare di carpirgli i pensieri. Fece per dire qualcosa, poi esitò. Dopo molti secondi, quando ormai Remus iniziava a non sperarci più, parlò. 

«Non lo so con certezza, ma penso di sì. Molte persone stanno prendendo una posizione, scegliendo delle parti, quando succede questo… lo scontro è inevitabile»

Padfoot avrebbe voluto dire di più, confortare Moony, mentire, dirgli che sicuramente sarebbe andato tutto bene… ma non aggiunse niente. Non avrebbe detto una bugia al suo migliore amico, loro non lo facevano. Remus fece un grosso respiro e chiuse gli occhi prima di rispondere. 

«Hai ragione!»

Il prefetto non provò neanche a tornare seduto in maniera composta, preferiva stare addosso a Sirius e sentirne il calore. L'altro mosse le sue mani e iniziò ad accarezzarlo. Le dita lunghe di Sirius percorrevano il suo braccio, fino ad arrivare alla spalla e poi tornare indietro. 

«Anche io spero di no Moony, spero tanto di no»

Remus osservò l’altro con uno sguardo nuovo e il giovane Black pensò che quegli occhi fossero più luminosi di tutto il resto, di tutte le paure possibili. 

«Vinceremo Paddy, dovesse esserci davvero una maledetta guerra… vinceremo!»

«Lo so!»

C’era dell’altro, entrambi lo sapevano, lo sentivano, ma non riuscivano a metterlo in parole.

Remus notò la determinazione di Sirius, era nel tono, nello sguardo. La luce gli cadeva addosso un po’ spettrale eppure gli sembrò bellissimo. E invincibile. 

Senza dire niente bevvero l’ottavo bicchiere di Whisky. Alzarono i bicchieri e si sorrisero a vicenda, come bambini che si sono trovati d'accordo su qualcosa di proibito e importantissimo. 

Moony si accucciò ancora addosso a Padfoot che tornò ad accarezzarlo. Con le carezze tornarono i brividi. Poi Sirius allungò la mano dalla spalla alla testa e passò le dita tra i capelli del mannaro. Lentamente, come se intanto stesse pensando a qualcos’altro, e con tenerezza. La calma che invase Remus quando chiuse gli occhi e lasciò che le dita dell’altro gli passassero tra i capelli era qualcosa che non aveva mai provato. 

«Ah! Abbiamo finito la bottiglia piccolo lupo, ultimo pegno da pagare!»

«Io sto una favola cagnaccio, sei tu che stai reggendo male!»

Dopo il nono bicchiere Sirius fece una battuta che Remus si dimenticò l'istante successivo poiché si ritrovò addosso a Padfoot.
Cos'era successo?
Aveva provato a spingerlo con la spalla ed era stato ribaltato dall’altro, qualcosa del genere?

Sirius lo teneva bloccato con le mani.
Per Merlino, gli era sopra. Poteva percepire tutto il calore emanato dall’amico.
Si sentiva vulnerabile e, in quella circostanza, gli piaceva.
Gli piaceva troppo. 

«Lasciami!»

«Liberati!»

«Stronzo! Dai, lasciami!»

Sirius annullò la presa. 

«Non ti tengo più, se vuoi puoi spostarti»

Black intanto aveva iniziato ad accarezzarlo ancora, partendo dalle caviglie fino ad arrivare alla sua schiena. Questa volta non c’era niente di innocente in quelle carezze. Moony desiderò fortemente trasformare ogni singolo tocco, baciare Paddy, leccarlo, farlo gemere. Non riusciva a capire da dove arrivassero quei pensieri. Non ebbe neanche il coraggio di girarsi e guardare l’amico negli occhi: se poi avesse letto quella lussuria e si fosse spaventato? Se lui stava fraintendendo tutto?
Ma poi cosa stava fraintendendo? Cosa stava provando?

«Sirius... liberami…»

La voce di Lupin uscì più flebile di quanto non avrebbe dovuto. E voluto.
Sentiva la gola asciutta e i suoi pensieri avevano perso lucidità. Non sapeva se per l'alcool o per Sirius.  
Ricomponiti, Remus.

«Te l'ho detto. Sei libero. A te la scelta!»

Moony si sentiva in trappola. Una trappola in cui sarebbe entrato spontaneamente e dalla quale di certo non voleva uscire. Il suo cuore iniziò ad accelerare il ritmo e dovette trattenersi per non mugulare di piacere. Lo stava solo accarezzando, solo accarezzando cazzo. Com'era possibile gli facesse tutto quell'effetto?

Aveva dannatamente caldo. Anche Sirius dovette provare lo stesso perchè si tolse il maglione. Nel farlo gli si alzò anche la camicia e Remus si trovò a dover ingoiare la saliva e cercare aria. Vivevano insieme, aveva visto l’amico seminudo un miliardo di volte, eppure in quel momento gli sembrò tutto diverso. Più intimo. Provava desiderio per ogni singolo centimetro di pelle che vedeva.
S’immagino passare la mani sull'altro.
Avvicinarsi, innanzitutto.
E forse l’avrebbe anche fatto se un rumore simile a un miagolio non li avesse interrotti. 

«Oh cazzo Rem, penso sia Mrs. Purr. Merda, merda, merda, filiamocela!»

Sirius lanciò la bottiglia vuota nel suo zaino, in un attimo ri-trasfigurarono tutto e scapparono veloci. Una volta nel dormitorio li accolsero James e Peter, sconvolti. 

«Ma dove cazzo eravate finiti?! Vi abbiamo cercati ovunque! Poi quell’idiota» l’amico, arrabbiato, indicò Pafoot «si è portato con sé la mappa!» 

«Prongs» iniziò Moony assolutamente serio «devi sapere che Sirius è andato a giocare a Quiddich!»

«Alle dieci di sera?» intervenne Peter. 

«Prendo molto sul serio la partita contro i Tassorosso, a differenza del nostro capitano!»

James fece un verso oltraggiato. 

«Sirius è tra due mesi!» 

«Non è mai abbastanza presto per iniziare ad allenarsi, signor cercatore!»

«Merlino, dici?»

Padfoot annuì, Remus iniziò a ridere così forte che Prongs dovette lanciare un incantesimo imperturbabile alla stanza per evitare sgradevoli punizioni. Non riuscivano a farlo smettere!

«Cos’ha?» chiese Wormtail, molto preoccupato. 

«Ah, è colpa del Whisky Incendiario. Poverino, il nostro lupacchiotto non regge per niente!»

Dopo aver parlato Sirius si tolse le scarpe e, ancora vestito, si lanciò sul letto.

«Non è vero, reggo benissimo! Sei tu che hai corso a zig zag per arrivare qui!»

Mentre Peter si sincerava delle condizioni dei due, James era sempre più indignato. 

«AVETE BEVUTO DELLO WHISKY INCENDIARIO SENZA DI NOI?»

Dal cuscino di Sirius arrivò un borbottio. 

«Dovevamo prendere una decisione importante Jamie!»

«Ovvero?»

Il maggiore dei Black si alzò di colpo. Sarebbe sembrato ridicolo così sfatto, ma gli occhi tradivano una decisione che richiamò l’attenzione degli altri. 

«Abbiamo deciso che vinceremo la guerra!»

 

 

 

 

11 dicembre 1976

«Questo piano fa acqua da tutte le parti Prongs!»  

«Stai dicendo che non vedi l’ora di metterlo in atto Paddy?»

«Puoi scommetterci!»

I quattro avevano passato gran parte della nottata precedente e tutta la mattinata a pensare a come prepararsi per i possibili avvenimenti futuri. Non erano riusciti a concludere molto, finché James non aveva proposto di iniziare ad allenarsi insieme per imparare nuovi incantesimi e migliorare in quelli conosciuti. 

«Quindi come ci organizziamo?» domandò Peter, più che altro per far sentire ai tre che era dalla loro parte. 

In realtà non riusciva a capacitarsi del fatto che i suoi amici sembrassero così euforici, forse non avevano ancora capito che si parlava di una guerra.
Una guerra, per Merlino! 

«Perchè sia efficace direi che dovremmo dedicarci all’allenamento almeno una volta a settimana, dopo cena naturalmente. Potremmo usare la Stanza delle Necessità!» rispose pragmaticamente Moony. 

«Guarda guarda il prefetto, come siamo trasgressivi oggi!»   

Remus rivolse il suo sorriso malandrino a Sirius. 

«Non essere sciocco, ho letto tutte le regole prima d’infrangerle!»

«Bello spreco di tempo Rem!»  replicò Prongs, divertito. 

«Se continui a leggere così tanto finirai anche tu a farti Gazza!»  proseguì Padfoot gesticolando teatralmente e impostando un tono lugubre. 

Nonostante le battute a Moony, i Malandrini passarono effettivamente tutto il pomeriggio in  biblioteca a cercare magie potenzialmente utili. Madame Pince rimase con gli occhi puntati sul loro tavolo per tutto il tempo, Sirius ogni tanto le lanciava un bacio con le mani soltanto per imbarazzarla e infastidirla. La prima ora ressero bene, l’euforia funzionava meglio di una pacchetto di Bon Bon esplosivi, poi - complici anche le poche informazioni realmente utili trovate - la concentrazione di 3\4 dei malandrini andò sfumando. 

«Moony non c’è un cazzo di niente tra questi libri polverosi!»

«Pad, sono passati solo dieci minuti dall’ultima volta in cui l’hai detto!»

«Se continua a non esserci niente non è colpa mia!»

Il prefetto evitò di rispondere e tornò a leggere la pagina sui sortilegi scudo. Riuscì a capire due frasi prima di venire interrotto nuovamente.

«Sirius ha ragione Rem, stiamo perdendo tempo!»

«Grazie dell’appoggio, Wormtail!»

Per tre meravigliosi secondi il mannaro credette che l’occhiataccia che aveva appena lanciato a  Peter avesse funzionato, poi ci si mise anche James. 

«Ma è vero quello che dicono! È che facendo la mappa abbiamo già visto la metà interessante di questi libri, restano solo quelli noiosi e inutili!»

La bibliotecaria tossì infastidita per il continuo bisbiglio del tavolo. 

«Ottimo, se avete idee migliori sono tutt’orecchi. Altrimenti forse dovremmo provare a stare in silenzio e non farci cacciare prima di trovare qualcosa di utile!»

Al richiamo dell’amico i tre abbassarono la testa e tornarono sui libri, ma ovviamente non durò molto e per Remus il tempo a seguire fu una sofferenza unica, seconda solo alla luna piena. Ad attimi di grande concentrazione si alternarono chiari momenti in cui il prefetto si vedeva già buttato fuori dalla biblioteca, magari anche espulso a vita - menomale che Madame Pince lo adorava, si appuntò mentalmente di mandarle del cioccolato. Nel tardo pomeriggio Lily entrò nella stanza insieme a Mary. Peter, che era accanto a Prongs, notò come l’amico rimase sulla stessa pagina per tutta l’ora successiva - e probabilmente non avrebbe neanche saputo dire di cosa parlasse. Il danno accadde quando Sirius alzò gli occhi dal testo che stava sfogliando e lo vide scrivere “Lily Potter” e “James Evans” sulla pergamena. 

«PRONGS, NON DIRMI CHE STAI PROVANDO DAVVERO I VOSTRI COGNOMI!»

«Shhh!»  

Remus indirizzò l’ennesimo gesto di scuse a Madame Pince, James invece sostenne lo sguardo di Padfoot con fierezza. 

«Ma certo! Voglio farmi trovare pronto per quando dovremo sceglierlo, è antico che sia sempre quello dell’uomo… non trovi? Anche abbastanza maschilista! Cosa siamo, nel 1400? Sceglieremo il più bello! Anche se penso che Potter sia me-»  

«MA TI SEMBRA IL MOMEN-»

«Shhhhhhhh!»

Madame Pince si avvicinò al loro tavolo, Moony si scusò nuovamente e promise solennemente di controllare meglio i suoi compagni. Nonostante le suppliche del suo studente preferito la bibliotecaria fu irremovibile e i quattro vennero cacciati malamente.

«Ottimo lavoro ragazzi!» sentenziò Prongs soddisfatto, come se non fosse accaduto nulla. 

Tra le mani avevano mezza pergamena a testa, non molto ma un inizio. Sirius e James erano pieni di voglia di cominciare, così cenarono velocemente e in silenzio, destando la preoccupazione di diverse persone al tavolo dei Grifondoro. Remus invece si trattenne in una cordiale conversazione con King rispetto all’effettiva efficacia della Radigorda contro i vampiri. Secondo James si trattenne un po’ troppo. 

«Ti sei comportato come un bambino Moony!» lo rimproverò uscendo dalla sala grande «Hai voluto punirci per la biblioteca! Ma non è stata colpa nostra, Madame Pince è una mezza arpia!»

Sirius e Minus gli annuivano accanto, fragorosamente - per quanto possa essere fragoroso un movimento della testa. Lupin dovette dissimulare una risata.

«Non capisco proprio cosa intendi Prongs, ho solo istruito un nostro compagno!»

Il cercatore mise il broncio, ma durò soltanto fino all’arrivo in sala comune. Poi tutti e quattro si rinchiusero nella loro stanza per finire di confrontare gli appunti e ne uscirono soltanto dopo le undici. Wormtail aveva assunto le sembianze del topo e stava comodamente nella tasca di James, il quale era sotto il mantello dell’invisibilità insieme a Sirius. Remus aveva progettato tutto con attenzione: quando si applicava era la vera mente del gruppo. Arrivò davanti al ritratto della Signora Grassa e la salutò educatamente. 

«Madame, buonasera»

La signora grassa guardò il disturbatore con fare accigliato ma non appena riconobbe Lupin sorrise. 

«Buonasera caro!»

Remus, candidamente, replicò al sorriso. La Signora Grassa arrossì. 

«Mi perdoni per il disturbo a quest’orario improponibile, ma, sa, doveri da prefetto!»

«Ma certo caro, figurati!»

Il ritratto si mosse e lasciò passare il Grifondoro, inconsapevolmente permise anche ai suoi tre amici di uscire dalla sala comune. Moony, una volta fuori, rivolse uno sguardo compiaciuto all’aria dietro di sé. Lungo il breve tratto che li separava dalla Stanza delle Necessità incontrarono Thaddeus Francourt e Imma Wildsmith, i due prefetti Corvonero che avevano il turno di ronda i sabati. 

A Remus Thaddeus piaceva molto, certo era un tipo strano: indossava buffi cappelli a punta, collezionava collane di piume rare e parlargli era sempre come essere nel mezzo di un G.U.F.O, ma era anche una persona estremamente gentile e uno degli studenti più brillanti della scuola. Nonché il miglior cacciatore di Hogwarts, nonostante Prongs difendesse l’onore di Marlene a spada tratta.

«Ragazzi!»

«Remus! Che ci fai fuori dal dormitorio?» chiese Francourt con fare amichevole. 

Quella sera portava un copricapo blu decorato da particolari scritte bianche. Indubbiamente, si ritrovò a pensare Lupin non riconoscendole, non era un linguaggio che aveva a che fare con le antiche rune. Scrollò le spalle e allargò le mani sorridendo. 

«Gazza giura di aver visto Gudgeon e Coote in giro con una caccabomba stamani, la McGranitt mi ha chiesto di pattugliare il corridoio del nostro piano nel caso volessero usarla questa notte»

Moony aveva una scusa pronta anche nel caso si fosse trovato davanti un insegnante: nessuno avrebbe dubitato di lui se avesse detto che non si sentiva bene, era uno dei pochi vantaggi dell’essere un licantropo. La Wildsmith scosse la testa e fece un verso di disprezzo. 

«Non capisco proprio come tu possa convivere con quegli scalmanati della tua casa, non hanno mai rispetto di nulla!»

«Suvvia Im, non essere così dura!» le fece eco bonariamente Tad. 

Moony rise. 

«Lo so, è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare!» 

«Oh, non lo so, a volte può anche essere divertente!» replicò il Corvonero scoprendo i denti bianchissimi. 

Nel muoversi la sua collana attirò la luce della luna e gli occhi del Grifondoro finirono automaticamente al ciondolo sul petto di Francourt: più che una piuma vi era un ciuffo di peli argentei lunghi e sottili.  

«Ma è-» 

«Pelo di Demiguise, forse il più raro oggetto che abbia!» rispose lui, infilandosi il ciondolo sotto la camicia. 

Lupin fischiò. 

«Ci credo! La loro capacità di leggere il futuro rende i Demiguise praticamente impossibili da catturare!»

«Come se non bastasse possono anche diventare invisibili!» intervenne Imma sorpresa quanto Remus.

Thaddeus parlò guardando il corridoio dietro il Grifondoro, i suoi occhi neri brillavano di una curiosa intelligenza.

«Infatti è con il loro pelo che si realizzano i mantelli dell’invisibilità, lo sapevi Remus?» 

Un brivido di freddo percorse la schiena del prefetto: aveva capito? Poteva vedere il mantello?
Gli occhi del Corvonero si spostarono su di lui, ma se vi lesse qualcosa non fece alcun commento.

«Noi maghi siamo enormemente sciocchi mio caro amico, focalizziamo la nostra energia nelle bacchette quando tutte le altre creature veicolano la magia tramite il loro stesso corpo; ci dev’essere un modo anche per noi, non trovi?»

Imma gli annuiva accanto, affascinata dall’idea. Anche il mannaro lo sarebbe stato se non si fosse sentito così nervoso per la paura di essere stato scoperto. 

«Questa è una teoria interessante!» affermò semplicemente.  

Francourt annuì soddisfatto, poi riportò gli occhi al corridoio e quando parlò lo fece con un quasi impercettibile accenno di divertimento nella voce. Talmente quasi impercettibile che il prefetto si convinse di esserselo immaginato. 

«Bene Remus, allora se tu pattugli questa zona noi ci spostiamo a Ovest»

«Perfetto!» 

Taddheus si congedò con un cenno educato, la prefetta gli fece l’occhiolino. 

«E ricordati che sei sempre in tempo per cambiare casa!»

«Ci penserò Imma!»

In pochi istanti i due sparirono inghiottiti dal buio.

«Bleah, la Wildsmith è proprio insopportabile!» borbottò Prongs togliendosi il mantello. 

«Non è vero» replicò il prefetto «semplicemente non le piace chi non rispetta le regole!» 

«Allora dovresti uscirci Moony!» scherzò James. 

«Già, dovresti!» disse freddamente Sirius. 

Remus sentì il bisogno di boccheggiare, ma preferì ignorare il tutto. 

«Credo che le piaccia Francourt» continuò Peter dubbioso. 

«Ma certo che le piace Francourt! A chi non piacerebbe quel pazzo magizoologo!? Remus, per Natale potresti regalargli un ciuffo di pelo di lupo mannaro da aggiungere alla collezione, sarebbe contento! Magari, chi lo sa, per allora i Corvonero saranno la tua nuova casa» 

Di nuovo, le viscere di Remus si contorsero. Di nuovo preferì far finta di niente. 

«Paddy hai messo un palo nello stesso posto in cui lo ha la Wildsmith?»  

«No, Prongs, ma vorrei che la smettessimo con i pettegolezzi del cazzo e facessimo quello per cui siamo venuti!» 

«Come vuole signor Black!» rispose l’amico, impegnandosi in un inchino esagerato. 

Lupin fece cenno agli altri di aspettarlo lì e camminò per tre volte lungo il corridoio, la porta spuntò come sempre. Fecero per entrare quando una voce femminile, conosciuta e inaspettata, li interruppe.

«E quindi questi sarebbero i doveri del prefetto di Grifondoro?» 

I quattro si girarono increduli.

«Lily, possiamo spiegar-» iniziò Remus.

«Sì, penso che dobbiate!» 

«Tu cosa ci fai qui?» 

«Ottimo inizio Potter, ora sì che sono convinta. Comunque, per tua informazione, siete stati più evidenti di un Troll!» 

«Quindi ci spii, Evans?» 

«Ti piacerebbe!» 

«Lily» li interruppe Remus «ti diremo la verità, okay?» 

La ragazza annuì. 

«Ci vogliamo allenare per essere preparati all’ipotetica guerra che potrebbe esserci!» intervenne James con improvvisa serietà, rivolgendo a Lily uno sguardo di sfida. 

Il sopracciglio della Evans scattò in avanti, Remus comprese la sua obiezione e parlò prima di lei. 

«Non abbiamo chiesto autorizzazioni per creare un gruppo poiché non vogliamo che si sappia, la sorpresa è un vantaggio quando non si sa bene chi siano i nemici. La segretezza anche. Ci abbiamo pensato molto, sai che non li asseconderei se fosse solo un capriccio!»

Non era vero, li avrebbe assecondati comunque, ma sperò che Lily non obiettasse.
La Grifondoro sembrò soppesare le parole del suo compagno di casa. 

«Ottimo, ci sto!»

«Come?»

«Siete degli idioti irresponsabili e arroganti, ma anche dei maghi piuttosto capaci. La guerra è qualcosa che coinvolge tutti, soprattutto i NatiBabbani come me. Voglio prepararmi! E penso di poter parlare anche per altre persone!»

James si ritrovò a guardare il profilo di Lily illuminato dalla luce bianca che filtrava dalle finestre. La sua decisione, il modo in cui le brillavano gli occhi, il rosso acceso delle labbra… se in quel momento qualcuno gli avesse raccontato che la luna era nata solo per rendere i suoi capelli più arancioni e farle brillare la punta delle ciglia, lui ci avrebbe creduto come niente. 

«Andiamo Evans, coinvolgere altre persone… tanto vale mettere una pubblicità in Sala Grande!»

«Queste sono le mie condizioni, Black. Altrimenti sono pronta per dirigermi dalla McGranitt in questo preciso istante!»

McGranitt fu la parola magica, lo era sempre con i Malandrini. Non perchè la temessero - certo, nessuno di loro si sentiva pieno del coraggio tipico dei Grifondoro di fronte alla loro insegnante di trasfigurazione arrabbiata - ma perchè la rispettavano come poche altre persone al mondo. Nonostante le numerose punizioni che si erano beccati da lei, la donna aveva fatto tanto per loro quattro. Soprattutto per Sirius. 

«Bene» ringhiò il malandrino a denti stretti «vieni!»

Il maggiore dei Black aprì la porta ed entrò, subito seguito dagli altri quattro.
La stanza, come sempre, era perfetta per lo scopo: attaccata alla parete laterale vi erano delle brandine e una grossa scatola con il simbolo dei kit medici, insieme a una lunga mensola piena di fialette colorate. Il resto della sala invece era spoglio, a parte per alcuni manichini di ferro e di paglia sparsi qua e là, ma ben illuminato da alcuni lampadari. I Malandrini iniziarono a esplorare in giro. 

«Cos’è questo posto?» chiese Lily, ancora sulla porta.

«Oh, il paradiso!»  rispose Wormtail sognante, suscitando le risate degli altri. 

James si avvicinò alla ragazza, le poteva contare le lentiggini sul volto. Si abbassò leggermente e le sussurrò nell’orecchio. 

«Sai tenere un segreto, Evans?»

Lei annuì, lui si allontanò e le sorrise. 

«Questa stanza è la più magica di tutta Hogwarts, diventa esattamente quello di cui si ha bisogno. Beh, se sai come chiederglielo!» 

«Non è sempre così?»

«No. Per il compleanno di Pad, per esempio, era piena di divanetti, giochi e luci strane!» le rispose Prongs entusiasta. 

«Com’è possibile che nessuno la conosca?»

«Non nessuno, noi la conosciamo!»

«E ne siamo anche abbastanza gelosi!» intervenne Sirius, che nel frattempo si era avvicinato ai due. «Per la mia festa hanno fatto entrare tutti bendandoli e con la stanza già aperta, nessuno sa cos’è, nessuno saprebbe ritrovarla!» 

Lily capì il senso dietro l’affermazione del ragazzo. 

«Non lo dirò in giro, Black. Mantengo le promesse!»

Il Grifondoro la scrutò, poi annuì senza convinzione. Lily si rivolse nuovamente a James. 

«E quindi compare qualsiasi cosa si desideri?»

«Beh, non proprio tutto. Per riuscire a far apparire del cibo dobbiamo prima accordarci con gli elfi, loro lo preparano e poi viene semplicemente trasportato qui dalla cucina!»

«Ma certo, rispetta le cinque Principali Eccezioni alla Legge di Gamp!»

«Emh, sì, è quello che ha detto anche Remus!»

«Cibo, denaro, amore, vita e informazioni!» elencò sorridente Moony, avvicinandosi ai tre insieme a Peter. 

«E il resto?»

«Tutto, Lily!»

«Incredibile!»

La ragazza sorrise luminosamente, senza smettere di guardarsi intorno. 

«Vuoi farci vedere cosa sai fare, Evans?»

«Certo Black, ma prima dovete mantenere la vostra parte di patto. Potter, seguimi!»

«Eh?»

«Vorrei invitare qui Mary e Marlene, che in questo momento mi aspettano nel dormitorio: se non torno penseranno che mi abbiate stregata. E non saprei ritrovare la strada senza uno di voi!»

«Oh»

La ragazza sembrò rendersi conto di qualcosa. 

«Non mi fido di te e Black insieme, potreste chiudermi fuori. Preferisco che Remus rimanga qui e che tu venga con me, nessuno di loro proverebbe a tagliarti dalla festa!»

Sarebbe una malandrina perfetta, si disse James soffermandosi sul suo sorriso furbo. Anche se qualcosa dentro di lui s’intristì al pensiero che non l’avesse scelto per altro se non per quello. Poi pensò che comunque avrebbe avuto del tempo da solo con lei, senza alcun ascia di guerra all’orizzonte, e tornò di ottimo umore. 

«Andiamo milady, si accomodi sotto il mantello» disse galante alla ragazza, prendendo in mano il suo prezioso tesoro. 

«Potter, cosa stai dicendo?»

Ti fidi di me? 
No, non era tempo per una domanda del genere. E lui non era pronto a sentire la risposta. 

«Puoi mantenere un secondo segreto?»

Gli occhi della ragazza brillarono curiosi mentre rispose affermativamente, James si mise il mantello addosso e sparì in un attimo. 

«Un mantello dell’invisibilità! Ho letto che sono rarissimi!»

Prongs scoprì la testa che, fluttuante, parlò. 

«Questo è nella mia famiglia da generazioni, papà me l’ha dato qualche anno fa!»

Lily avrebbe voluto urlare “che figata!”, ma si trattenne - era pur sempre in una stanza con Potter e Black. 

«Ora, Evans, se non vuoi farti beccare in giro per Hogwarts, di notte, senza giustificazion-»

«In realtà la Signora Grassa pensa che sia insieme a Remus per quella questione da prefetti!»

Lily non sapeva perchè glielo stesse dicendo, aveva molto più senso mettere addosso il mantello. Forse voleva semplicemente fargli capire che non aveva bisogno di lui, che sapeva cavarsela. 

«Per Merlino, gli insegnanti no. Puoi venire qui sotto e basta Evans? Non voglio che ci scoprano!»

«Okay Potter, fai strada!»

Il mantello li copriva bene, ma erano entrambi abbastanza alti e la Evans non aveva esperienza in fatto d’invisibilità: sarebbe stato il caso di stare attenti a non lasciare scoperti pezzi di loro, pensò Prongs uscendo dalla stanza. Il ragazzo rimase piacevolmente sorpreso nel constatare come, invece, fosse naturale procedere accanto a lei in uno spazio così ristretto. Andavano in sincrono, come se camminassero l’uno accanto all’altro da sempre, e non fu necessario prestare attenzione al mantello.

Per evitare di essere scoperti dovettero stare in silenzio lungo il tragitto, ma a James non dispiacque: se avesse parlato avrebbe sicuramente rovinato tutto, invece così poteva bearsi del calore della Evans e respirarne il profumo. Lo aveva già notato e ne ebbe la conferma: a discapito del suo nome Lily non profumava di gigli ma di gelsomino. No, di più, sapeva proprio di primavera. 

La prefetta uscì da sotto il mantello quando videro in lontananza il quadro della Signora Grassa. La svegliò con delicatezza, dispiaciuta, poi pronunciò la parola d’ordine. 

«Frullobulbo»

«Corretto!»

«Dovrò ri-uscire, mi perdoni! Ma, sa, la situazione è delicata!»

«Che succede cara?»

«Emh» a Lily non venne in mente nessuna scusa «è una questione top secret!»

Fu la mossa sbagliata, la donna del quadrò si contrariò e fece passare la studentessa - con James, nascosto dal mantello - senza dire più nulla. La Evans entrò nel dormitorio e il ragazzo aspettò davanti alla porta per qualche minuto, poi la vide uscire insieme a Mary. 

«Marlene è andata a chiamare anche Emmeline, arriva subito!»

Pochi minuti dopo arrivarono anche la Vance e la McKinnon. Prongs non aveva idea di come portare fuori dalla sala comune così tante persone, fortunatamente la Vance sapeva fare un mediocre incantesimo di disillusione: durava poco e un occhio attento lo avrebbe riconosciuto molto facilmente, ma se lo fecero bastare. James fece due giri per portare con sé sia Mary che Marlene, oltre a Lily. Fu più facile del previsto poiché la Signora Grassa era troppo offesa con la Grifondoro per accorgersi del fatto che qualcuno di invisibile fosse uscito ed entrato più volte attraverso di lei. 

Le ragazze furono affascinate quanto Lily dalla Stanza, forse anche di più. Mentre Remus rispondeva cordialmente a tutte le loro domande Sirius, spalle alla parete, lo guardava contrariato: non gli piaceva l’idea che così tante persone fossero venute a conoscenza di quel segreto. Un grosso sbadiglio di Peter li convinse ad iniziare. 

«Dobbiamo partire capendo il nostro livello, che ne dite di voi quattro contro di noi?»

«Hai solo voglia di usare la bacchetta, Black!» fece la Vance, senza alcuna emozione nella voce. 

«Oh sì» ghignò lui «e penso che i seguaci di Voldemort potrebbero dire lo stesso!»

Marlene fece un passo avanti, poi parò con sicurezza e decisione. 

«Io sono pronta!»

«Allora sarà un duello per bene, ordinato, due alla volta!»

«Oh andiamo Moony, quelli rispetteranno il due alla volta ordinato?»

Nessuno obiettò. Padfoot aveva i suoi modi, ma aveva anche ragione. Si posizionarono uno di fronte all’altro e poi Remus - dopo aver elencato qualche breve regola per la sicurezza di tutti - iniziò il conto alla rovescia. 

Tre.

Lily davanti a sé aveva James. Entrambi pensarono fosse giusto così. 

Due.

Sirius guardò la ragazza opposta a lui e si inumidì le labbra sorridendo, euforico per l’inizio della lotta. Marlene rispose con un sorriso altrettanto carico. 

Uno. 

Peter strinse la bacchetta con forza: Mary era un’ottima strega, ma lui avrebbe dimostrato di meritarsi il titolo di Malandrino. 

Via. 

Emmeline fu veloce, ma Remus era pronto. L’incantesimo della ragazza s’infranse contro il suo sortilegio scudo.

«Locomotor!»

Lupin puntò la bacchetta sul fantoccio di paglia e lo scagliò contro la Vance, lei si abbassò di getto. Mentre si rialzava non sembrò minimamente affaticata: anni e anni di Quiddich dovevano aver amplificato i suoi riflessi.

«Diminuendo!» replicò con tranquillità. 

Remus riuscì a scartare di lato per un soffio. Si sentì sollevato, non ci teneva affatto essere rimpicciolito! Poi senza parlare mosse la bacchetta verso la Vance e un  piccolo esercito di esserini spettrali attaccarono la cacciatrice. Lei, con la stessa serenità mostrata in precedenza, fermò l’incantesimo. 

«Everte statim!»

La ragazza questa volta non fu abbastanza rapida e venne scagliata via, seppur con minore potenza di quella preventivata dall’incantesimo - in parte doveva essere riuscita a fermarlo. Nonostante questo Moony si preoccupò di aver esagerato quando la sentì cadere a terra con un tonfo. Emmeline contraddisse subito i suoi pensieri poiché per la seconda volta si rialzò prontamente, scosse la sua veste dalla polvere e guardò l’avversario con una curiosità nuova.

Marlene e Sirius, nel frattempo, si stavano studiando allo stesso modo. Padfoot non aveva ancora abbassato il ghigno, la ragazza neppure. Quando attaccarono lo fecero insieme e i due fasci di luce si scontrarono annullandosi. I sorrisi di entrambi si allargarono, poi Marlene puntò nuovamente la bacchetta contro il Grifondoro.

«Oh no, fossi in te non ci proverei!» le urlò Sirius, muovendo la bacchetta. 

«Pietrifi-»

Levicorpus, pensò il ragazzo. 

Marlene si ritrovò a testa in giù, Sirius rise fragorosamente. 

«Te l’avevo detto!» fece lui, senza però approfittare del vantaggio. 

La posizione non fermò Marlene, che riuscì comunque a produrre il controincantesimo e a ricadere sul pavimento. Non fu graziosa, probabilmente si dovette procurare anche qualche livido, ma fu efficace. Il Grifondoro apprezzò il sangue freddo della sua compagna, anche perchè padroneggiare  così bene gli incantesimi non verbali, per giunta quelli complessi e in situazioni poco confortevoli, non era cosa da tutti al sesto anno. 

«Ti piace giocare Black? Questo è un brutto vizio! Aguamenti!»

Un getto d’acqua volò verso Sirius. 

«Ascendo» rispose celermente lui. 

L’incantesimo permise al ragazzo di compiere un balzo enorme e prolungato, che lo fece rimanere sospeso a mezz’aria tutto il tempo necessario per evitare di essere colpito. Quando tornò a terra lo fece con eleganza. 

Eleganza era anche la parola a cui pensava James guardando Lily combattere, il Malandrino la trovava ancora più bella del solito mentre gli scagliava addosso fatture su fatture. 

«Tarantallegra!»

Prongs dovette lanciarsi a terra per evitare di essere colpito, poi si concentrò e produsse un incantesimo con la mente.  

Piertotum Locomotor. 

Due manichini di ferro presero vita e gli si posizionarono accanto. 

«Stupeficium!»

I fantocci si misero davanti a lui e si presero il getto addosso, lo schiantesimo li mosse ma non li scalfì. Prongs notò lo sguardo ammirato della Evans e qualcosa ruggì dentro di lui all’idea di poter averla sorpresa: era una delle magie più difficili tra tutte quelle che conosceva, lui e Sirius avevano trovato l’incantesimo l’anno prima, mentre creavano la mappa, e ci avevano messo quattro mesi interi - comprensivi di molto aiuto da parte della McGranitt - per padroneggiarlo a sufficienza. Lo sguardo di Lily quasi orgogliosa di lui gli fece dire che, anche se quell’incantesimo avesse richiesto dieci anni, ne sarebbe valsa la pena.

Il Grifondoro si perse un secondo di troppo nei suoi pensieri e non collegò il cervello in tempo per capire il piano della ragazza, che rivolse l’incantesimo successivo direttamente ai due oggetti animati e non a lui. 

«Immobilus!» 

I manichini s’immobilizzarono nel gelo. 

«Bel colpo Evans!»

«Non ti distrarre Potter!» gli disse lei, però sorrideva. 

«Come vuoi!» replicò lui rispondendo al sorriso. 

Peter non si stava di certo vivendo la lotta allo stesso modo: era troppo concentrato per sorridere. Mary era incredibilmente veloce e scaltra, non era riuscito a colpirla con nessun incantesimo e si era ritrovato a dover usare sortilegi scudi su sortilegi scudi. 

«Gambemolli!» urlò alla ragazza, che schivò la sua fattura per l’ennesima volta. 

«Languelingua!» tentò ancora, ma lei si protesse efficacemente. 

«Dai Peter, basta con questi incantesimi amichevoli, gioca sul serio!» lo sgridò la sua compagna di duello. 

Colpito nell’orgoglio il Malandrino non se lo fece dire due volte. Puntò la bacchetta sulle provette dietro di lui e parlò velocemente. 

«Wingardium Leviosa»

«Andiamo Pet-»

Wormtail sorrise astutamente. 

«Waddiwasi!»

Le decine di provette che aveva fatto lievitare, come proiettili, si lanciarono simultaneamente addosso alla McDonald. Il tutto avvenne così inaspettatamente che l’unica idea che la ragazza ebbe fu quella di lanciarsi a terra; le provette andarono a scagliarsi contro il muro provocando fumi strani. Peter, spaventato dai possibili pericoli causati dalle pozioni mescolate, perse la concentrazione. 

«Ehi Pet, se ti distrai in guerra muori!»

Se ti distrai in guerra, muori.
Muori. 
Al ragazzo si seccò la bocca. 

«Ehm, sì, hai ragione!» riuscì infine a balbettare. 

Poi il malandrino riprese la posizione e guardò la sua avversaria: avrebbe finito lo scontro.  

«Stup-»

«Expelliarmus!»

La bacchetta di Peter volò lontana. 
Aveva perso. 

«Cazzo Wormtail!» gli urlò Sirius, troppo immerso nel duello per riuscire ad aiutarlo. 

Mary sorrise con dolcezza allo sconfitto, poi appellò la sua bacchetta e gliela restituì. 

«Sei stato grande, che forza quel Waddiwasi, non lo conoscevo!»

Peter non riusciva a smettere di pensare che in guerra sarebbe morto, ma tentò di replicare al sorriso per rispondere alla gentilezza della ragazza. 

«L’abbiamo inventato noi l’anno scorso!»

Avrebbe voluto provare orgoglio, ma i morti non provano orgoglio e i vivi non se ne fanno niente di Waddiwasi se non basta a tenerli tali. Andò a sedersi sulla brandina mentre Mary tornò alla battaglia, guardando le sue amiche la più in difficoltà le sembrò Marlene - Sirius giocava molto pesante - così si diresse accanto a lei. Black scoprì i denti. 

«Più divertimento per me!»

«Vediamo se lo dirai ancora appena sarai a terra!» lo provocò Mary. 

«Draconifors!» replicò Padfoot sogghignando. 

Tre manichini si trasformarono in piccoli draghetti dal colore verde. Subito iniziarono a sputare fuoco e si lanciarono contro le ragazze, obbligandole a scappare. 

«Fera Verto!» urlò dopo un paio di minuti Marlene, proteggendosi dietro un altro manichino di ferro.

I tre draghi, uno a uno, si trasformarono in calici d’acqua e caddero a terra. La ragazza scoccò le labbra. 

«Tutto qui Black?» 

Sirius non riuscì a replicare come avrebbe voluto, poiché fu troppo preso a proteggersi ed evitare gli schiantesimi che le due Grifondoro cominciarono a scagliargli. 

Anche Emmeline e Remus avevano ingaggiato una battaglia di schiantesimi, ma non stava giungendo a nessun punto: erano veloci in maniera simile. Remus capì che avrebbe dovuto giocare d’astuzia. Rivolse la sua bacchetta a uno dei lampadari della stanza, stando ben attento a sceglierne uno la cui caduta non sarebbe stata pericolosa per la ragazza.

«Descendo!»

Il lampadario crollo, la Vance lo respinse lontano e Remus ebbe tutto il margine che gli serviva. 

«Incarcerarmus!»

Funi e corde iniziarono a legare Emmeline, più lei cercava di liberarsi più si stringevano.

«Ho vinto?» chiese educatamente. 

La ragazza annuì, Lupin sciolse l’incantesimo. 

«Sei stata molto forte!»

Finalmente la bocca della Vance si piegò all’insù. 

«Anche tu!»

Remus ricambiò il sorriso poi si voltò a osservare la battaglia: Lily e James sembravano ballare, Sirius invece stava affrontando ben due delle ragazze. Non ci penso neanche un secondo e lo raggiunse, giusto in tempo per deviare uno schiantesimo. 

«Non pensi di essere un po’ esoso Pad?»

«Moony!»

Sirius l’avrebbe negato per tutti i mesi a venire, ma il prefetto era sicuro che fosse sollevato.
Ci fu poca battaglia per le due ragazze, Marlene era brava quanto loro ma Mary non era all’altezza, così le misero al tappeto velocemente. 

Nel frattempo anche Lily decise di giocare d’astuzia, non credeva che avrebbe vinto in fatto di abilità magica contro James - era davvero bravo! - ma sicuramente poteva batterlo in quanto a conoscenze. Finse di puntargli contro la bacchetta per lanciare un altro schiantesimo, invece pensò a un incantesimo non verbale poco conosciuto: calvorio. I capelli di Prongs caddero dalla sua testa, il Grifondoro urlò d’orrore e li osservò sconvolto, poi si gettò a terra e non si accorse neanche del Pietrificus Totalus che gli venne lanciato addosso. 

«Molto bene Evans, hai creato una tragedia che ora dovremo subirci noi!»

Black e Remus le si avvicinarono, guardandosi intorno Lily capì di essere rimasta da sola. Preparò la bacchetta: sapeva che avrebbe perso ma lo avrebbe fatto con dignità e onore. Da dietro le ragazze fecero il tifo per lei. 

«Insieme?» chiese Padfoot, come di consueto. 

«Direi di sì!» gli rispose Moony rispettando la tradizione. 

Il prefetto sorrise all’amico poi guardò la loro avversaria un po’ titubante. 

«Scusa Lily, di solito siamo dei galantuomini ma questa è una simulazione di guerra… quindi…»

Lily lo rassicurò con un cenno del capo, poi scagliò un incantesimo che venne prontamente parato da Remus. Sirius le lanciò uno schiantesimo, la ragazza si protesse e scarto anche il quasi contemporaneo expelliarmus di Lupin.

«Mimblewimble» urlò rivolta a Sirius, che non se lo aspettava.  Lo colpì con la fattura ma Remus sciolse immediatamente l’incantesimo. 

«Non sei male come sembri, Evans!» le urlò il maggiore dei Black.

«Non lo sembri neanche Lily, lascialo perdere» proseguì Remus «ma mi duole informarti che abbiamo vinto!» 

Qualcosa scintillò negli occhi dei due malandrini e la bacchetta di Lily volò lontano. 

 

________________________________________________________________________________

Note dell’autrice:

Ciao a tutti!
Come sempre grazie per essere arrivati fin qui.
Voglio parecchio bene a questo capitolo, per molti motivi. Soprattuto perchè ci sono tanti inizi.
Spero che sia piaciuto anche a voi! 

Diciamo che le due parti andrebbero considerate quasi come due capitoli separati (è che mi spiaceva pubblicarne uno molto corto).

Comunque, consuete considerazioni:

  1. Ho immaginato che Sirius abbia comprato la motocicletta e fatto le sue modifiche con la fortuna ereditata da zio Alphard, non prima - causa famiglia: un conto è attaccare qualche poster babbano, un conto comprare e modificare una moto - e non dopo (anche perchè fino all’eredità non aveva soldi, e non penso che li avrebbe chiesti ai Potter per qualcosa di simile). Sappiamo dalla Rowling che con i soldi di Alphard ha innanzitutto comprato una casa per sé, direi che insieme è arrivata anche la sua amata moto. I primi atti d’indipendenza Black! 
  2. Wolfstar time. Li amiamo? Amiamoli. 
  3. Remus  è l’idolo di tutte le over40 di Hogwarts, sorry not sorry. 
  4. I nomi dei due prefetti Corvonero arrivano da Perpetua Fancourt, la Corvonero che ha inventato il lunascopio, e dalla Wildsmith, un’altra famiglia Corvonero famosa per l’invenzione della polvere volante. Avi di livello quelli dei nostri Tad e Imma! Comunque l’animale di cui  Tad parla esiste davvero e si trova nel libro Animali Fantastici. Diciamo che è tipico dell’Estremo Oriente e ha un sacco di poteri fighi (e realmente la sua pelle si usa per i mantelli dell’invisibilità, poverini!). 
  5. Malandrini\McGranitt è un binomio che qui si inizia ad accennare ma che verrà molto più approfondito.
  6. Insieme? Direi di sì.” sono le frasi che Sirius e Remus si scambiano nel terzo libro, davanti a Minus, rispetto all’ucciderlo. Mi piace pensare che sia una frase malandrina, qualcosa che tra di loro si dicevano spesso. Anche se rende tutto più tragico, mannaggia!
  7. Rispetto ai duelli ci sarebbe molto da dire ma lascerò che ognuno li legga come vuole.Io ho cercato di inserire un po’ la personalità dei ragazzi veicolandola al loro modo di duellare (spero che questo sia riuscito, se no è un mega flop ahaha). L’idea è che Sirius sia euforico quando combatte, potente ma avventato. Gli piace “giocare con le prede”, che poi è quello che ha segnato la sua fine - in parte.  Questa euforia è qualcosa che condivide con Marlene, più che con James. Prongs mentre duella è potente quanto Pad ma molto meno avventato dell’amico; il suo problema è che è un po’ distratto (parliamo di uno che ha affrontato Voldy senza bacchetta - ma lo amiamo PER questo). Remus e Lily invece sono ingegnosi, non che non siano potenti ma Sirius e James sono quel tipo di persone che a 12 anni hanno scelto di diventare animaghi e a 15 ci son riusciti, son proprio forti, probabilmente a livello di potenza magica lo sono più di Lily e Lupin, ma la lieve differenza che intercorre tra loro è spesso livellata dall’enorme conoscenza e  dall’ingegno che i due prefetti posseggono. Poi arriviamo a Peter, che qui inizia a prendere confidenza - anzi, a non prendere confidenza - con l’arrivo della guerra e tutto ciò che porta con sé. Decisamente non è all’altezza degli altri, decisamente, ma non è neanche terribile nel combattere quanto spesso viene fatto apparire. È anche sveglio, mica a caso ha fatto credere per anni di esser morto: sostanzialmente era uno molto astuto (dai geniale tagliarsi il dito e scappare con i topi, per giunta pensando al piano mentre era in una situazione di stress). Più che altro, a differenza dei suoi amici, la sua bussola morale inizia a vacillare quando si trova davanti alla paura della guerra, della morte, delle sofferenze.
    Bon, basta, ho gia detto troppo.

Forse in questo capitolo, ancora più che negli altri, vorrei un feed.
Fatemi sapere cosa ne pensate! :)

Tante belle cose,
a giovedì (molto probabilmente a tra due giovedì, in realtà - gli esami chiamano!)

 

 

 

  
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