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Autore: Psicosis86    12/08/2009    4 recensioni
Il proseguio ideale di What is that devide us??. Sanji oramai sà di appartenere anima e corpo a Nami e quando lei gli propone di passare qualche giorno soli in un isolotto apparentemente deserto,il cuoco è al settimo cielo. Non sà quanto il suo amore per l'amata navigatrice sarà messo alla prova.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
Sanji


Il dolore alla testa era passato in fretta,e il bernoccolo che avevo in testa ne era solo un fugace ricordo. Quel bernoccolo procuratomi da Nami in uno scatto di rabbia dei suoi,tralaltro parsomi abbastanza ingiustificato. Mi tirai a sedere passandomi una mano sulla testa mentre mi guardavo intorno e cominciavo a capire che qualcosa non andava. Una brezza più fredda del solito si era alzata sulla spiaggia mentre il cielo aveva cominciato a farsi nuvoloso. Mi voltai cercando con lo sguardo Nami ma della mia navigatrice non c'era traccia. Il sacco carico di diamanti era abbandonato a poca distanza da me e le poche tracce del passaggio di lei sulla sabbia erano quasi sbiadite come se qualcuno le avesse cancellate. Dove era finita Nami? Mi alzai in piedi scrollandomi di dosso la sabbia quindi estremamente preoccupato cercai almeno di capire in che direzione andavano quelle poche,incerte tracce. Quando scomparvero continuai comunque a camminare lungo la spiaggia sperando vivamente che non si fosse inoltrata nella foresta. Quell'isola non mi piaceva proprio per nulla,specialmente quando avevo saputo che era in qualche maniera maledetta,ma conoscevo Nami come le mie tasche oramai e sapevo che quando sentiva parlare di un tesoro nessuno la fermava. Nemmeno io? No...Nemmeno io...Il dubbio su chi amasse di più,se me o i tesori mi colse ancora una volta come una pugnalata a tradimento sulla schiena. Scacciai quel pensiero ma il pensare ai tesori mi fece notare che i diamanti non spuntavano più dalla terra. Ora la sabbia era vuota,bianca e liscia. Alzai lo sguardo al cielo e vidi uno stormo di cormorani passare sopra la mia testa. Mi bloccai per qualche secondo a guardare quegli uccelli pescatori che volavano uno accanto all'altro. Per qualche secondo mi sentii completamente in sintonia con loro,che non rispondevano ad alcuna legge terrena ne ai desideri di noi uomini. Semplicemente chiedevano solo un pesce per nutrirsi,che carpivano dalla superficie marina planando in acqua e a volte perfino immergendosi. Un pò come me..non chiedevo che pietanze da poter tramutare in piatti prelibati per far leccare i baffi il prossimo...soprattutto la mia Nami. Improvvisamente vidi qualcosa di strano all'orizzonte. Dinanzi a me poco distante c'era qualcosa. Cominciai a correre e di colpo mi bloccai a bocca aperta. Dinanzi a me....c'era il sacco con i diamanti! Come poteva anche solo lontanamente essere possibile? Afferrai il sacco e guardando all'interno...vidi che c'erano proprio i diamanti..gli stessi che avevamo raccolto! Non avevo camminato così tanto da circumnavigare l'isola! Alzai lo sguardo...poi improvvisamente cominciai a correre con tutto il fiato che avevo...Mi era preso un dubbio atroce che ebbe la sua conferma dopo pochi metri. Dinanzi a me c'era ancora il sacco. Ero in trappola. Per qualche oscuro motivo ero bloccato nello stesso luogo senza alcuna via di uscita. E Nami....dov'era Nami? Che fine aveva fatto la mia Nami? Improvvisamente mi inoltrai nella foresta tuffandomi tra le foglie e le fronde graffiandomi perfino le braccia e le gambe ma non me ne importava. Cominciai a correre sempre più veloce deciso a inoltrarmi nel fitto della boscaglia..Correvo e mi facevo strada. Mi graffiavo,cadevo e mi rimettevo in piedi.Stringevo i denti,chiudevo gli occhi e correvo... Finchè dopo un minuto sentii la stessa brezza che avevo assaporato appena mi ero ripreso dallo stordimento per il pugno di Nami. Mi avvicinai lentamente spostando le fronde dinanzi a me...e mi ritrovai sulla stessa spiaggia con dinanzi a me lo stesso maledetto sacco di diamanti. Caddi lentamente sulle ginocchia portandomi le mani ai capelli con la voglia pazza di strapparmeli. Alzai lo sguardo al cielo e...vidi lo stesso identico stormo di cormorani che volava nella stessa direzione in cui li avevo visti volare prima. Come se passassero per la prima volta. Sbattei i pugni sulla sabbia imprecando quindi ne afferrai una manciata lanciandola in aria. Ripetei lo stesso gesto ancora una volta mentre i granelli ricadevano sulla mia schiena come pioggia. E mentre ripetevo quel gesto isterico all'unisono mi accorgevo che sotto la sabbia c'era qualcosa. Qualche altra dannatissima pietra preziosa? No. Era qualcosa di bianco...bianco come..Continuai a scavare...Continuai imperterrito e...Scoprii che quello che si trovava sotto la sabbia era un teschio! Un teschio umano! Caddi a sedere all'indietro ansimando,terrorizzato da quella scoperta. Solitamente solo gli insetti sono capaci di spaventarmi,poichè mi causano un ribrezzo incredibile. Però in quel momento ero in uno stato d'animo particolare,temevo per la vita di Nami e forse anche per la mia. Quel trovarmi intrappolato in un unico punto dell'isola senza una via di uscita...mi ricordava quando io e Zeff rimanemmo intrappolati su quel fazzoletto di terra...soli e con poco cibo. Ora però avevo molto più da perdere che non la mia sola vita. Avevo da perdere la donna che da sempre ho amato e che nessuno mi avrebbe portato via. No! non potevo farmi prendere dalle paure...dovevo reagire come avevo sempre fatto. Quasi rabbiosamente continuai a scavare a mani nude. Era uno scheletro ma di chi? Lo scheletro di Krakatoa? La conchiglia dava ad intendere che lui stesse per morire,era forse morto sulla spiaggia? E chi lo aveva sepolto se fosse stato così? Colui che lo aveva seppellito era ancora sull'isola e mi aveva colpito con qualche magia intrappolandomi per sempre? Che cosa diavolo voleva da me e Nami? Improvvisamente però arrivato alle spalle dello scheletro anche qualcosa d'altro cominciò a venire alla luce e capii che non si trattava dello scheletro di Oswald Krakatoa. Dei pizzi...i pizzi di un vestito femminile...scavando,scavando capii che quello scheletro indossava un vestito femminile. Le unghie mi si stavano consumando e le mani,quelle stesse mani che usavo per cucinare e che erano così delicate con il cibo ora erano diventati due rozzi strumenti da scavo che si rovinavano ad ogni manciata di sabbia. Però dovevo riportare alla luce quello scheletro. Era la chiave,era di sicuro la chiave per uscire di lì e arrivare a Nami. Quella donna era morta su quell'isola forse intrappolata in una magia come quella che aveva colto me. Quale bastardo poteva aver lasciato morire una donna? Mentre continuavo a riesumare quello scheletro mi accorsi che aveva qualcosa al petto..Una conchiglia...Un altro nautilo. Come quello che avevamo trovato dentro la scatoletta dorata. Come la conchiglia di Krakatoa. La afferrai tirandomi nuovamente in piedi e cominciando a scuoterla...ci doveva essere un modo per attivarla. Per farla cantare,parlare....Come aveva fatto l'altra. Capii che quella maledetta conchiglia era l'unico modo per poter riuscire a salvarmi.

Per salvarmi e ritrovare Nami.....

E,potevo giurarlo su tutto ciò che mi era caro.....

Avrei fatto parlare quella conchiglia...
   
 
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