Capitolo 7
Sanji
Sanji
Il dolore alla testa era
passato in fretta,e il bernoccolo che avevo in testa ne era solo un
fugace ricordo. Quel bernoccolo procuratomi da Nami in uno scatto di
rabbia dei suoi,tralaltro parsomi abbastanza ingiustificato. Mi tirai a
sedere passandomi una mano sulla testa mentre mi guardavo intorno e
cominciavo a capire che qualcosa non andava. Una brezza più
fredda del solito si era alzata sulla spiaggia mentre il cielo aveva
cominciato a farsi nuvoloso. Mi voltai cercando con lo sguardo Nami ma
della mia navigatrice non c'era traccia. Il sacco carico di diamanti
era abbandonato a poca distanza da me e le poche tracce del passaggio
di lei sulla sabbia erano quasi sbiadite come se qualcuno le avesse
cancellate. Dove era finita Nami? Mi alzai in piedi scrollandomi di
dosso la sabbia quindi estremamente preoccupato cercai almeno di capire
in che direzione andavano quelle poche,incerte tracce. Quando
scomparvero continuai comunque a camminare lungo la spiaggia sperando
vivamente che non si fosse inoltrata nella foresta. Quell'isola non mi
piaceva proprio per nulla,specialmente quando avevo saputo che era in
qualche maniera maledetta,ma conoscevo Nami come le mie tasche oramai e
sapevo che quando sentiva parlare di un tesoro nessuno la fermava.
Nemmeno io? No...Nemmeno io...Il dubbio su chi amasse di
più,se me o i tesori mi colse ancora una volta come una
pugnalata a tradimento sulla schiena. Scacciai quel pensiero ma il
pensare ai tesori mi fece notare che i diamanti non spuntavano
più dalla terra. Ora la sabbia era vuota,bianca e liscia.
Alzai lo sguardo al cielo e vidi uno stormo di cormorani passare sopra
la mia testa. Mi bloccai per qualche secondo a guardare quegli uccelli
pescatori che volavano uno accanto all'altro. Per qualche secondo mi
sentii completamente in sintonia con loro,che non rispondevano ad
alcuna legge terrena ne ai desideri di noi uomini. Semplicemente
chiedevano solo un pesce per nutrirsi,che carpivano dalla superficie
marina planando in acqua e a volte perfino immergendosi. Un
pò come me..non chiedevo che pietanze da poter tramutare in
piatti prelibati per far leccare i baffi il prossimo...soprattutto la
mia Nami. Improvvisamente vidi qualcosa di strano all'orizzonte.
Dinanzi a me poco distante c'era qualcosa. Cominciai a correre e di
colpo mi bloccai a bocca aperta. Dinanzi a me....c'era il sacco con i
diamanti! Come poteva anche solo lontanamente essere possibile?
Afferrai il sacco e guardando all'interno...vidi che c'erano proprio i
diamanti..gli stessi che avevamo raccolto! Non avevo camminato
così tanto da circumnavigare l'isola! Alzai lo sguardo...poi
improvvisamente cominciai a correre con tutto il fiato che avevo...Mi
era preso un dubbio atroce che ebbe la sua conferma dopo pochi metri.
Dinanzi a me c'era ancora il sacco. Ero in trappola. Per qualche oscuro
motivo ero bloccato nello stesso luogo senza alcuna via di uscita. E
Nami....dov'era Nami? Che fine aveva fatto la mia Nami? Improvvisamente
mi inoltrai nella foresta tuffandomi tra le foglie e le fronde
graffiandomi perfino le braccia e le gambe ma non me ne importava.
Cominciai a correre sempre più veloce deciso a inoltrarmi
nel fitto della boscaglia..Correvo e mi facevo strada. Mi
graffiavo,cadevo e mi rimettevo in piedi.Stringevo i denti,chiudevo gli
occhi e correvo... Finchè dopo un minuto sentii la stessa
brezza che avevo assaporato appena mi ero ripreso dallo stordimento per
il pugno di Nami. Mi avvicinai lentamente spostando le fronde dinanzi a
me...e mi ritrovai sulla stessa spiaggia con dinanzi a me lo stesso
maledetto sacco di diamanti. Caddi lentamente sulle ginocchia
portandomi le mani ai capelli con la voglia pazza di strapparmeli.
Alzai lo sguardo al cielo e...vidi lo stesso identico stormo di
cormorani che volava nella stessa direzione in cui li avevo visti
volare prima. Come se passassero per la prima volta. Sbattei i pugni
sulla sabbia imprecando quindi ne afferrai una manciata lanciandola in
aria. Ripetei lo stesso gesto ancora una volta mentre i granelli
ricadevano sulla mia schiena come pioggia. E mentre ripetevo quel gesto
isterico all'unisono mi accorgevo che sotto la sabbia c'era qualcosa.
Qualche altra dannatissima pietra preziosa? No. Era qualcosa di
bianco...bianco come..Continuai a scavare...Continuai imperterrito
e...Scoprii che quello che si trovava sotto la sabbia era un teschio!
Un teschio umano! Caddi a sedere all'indietro ansimando,terrorizzato da
quella scoperta. Solitamente solo gli insetti sono capaci di
spaventarmi,poichè mi causano un ribrezzo incredibile.
Però in quel momento ero in uno stato d'animo
particolare,temevo per la vita di Nami e forse anche per la mia. Quel
trovarmi intrappolato in un unico punto dell'isola senza una via di
uscita...mi ricordava quando io e Zeff rimanemmo intrappolati su quel
fazzoletto di terra...soli e con poco cibo. Ora però avevo
molto più da perdere che non la mia sola vita. Avevo da
perdere la donna che da sempre ho amato e che nessuno mi avrebbe
portato via. No! non potevo farmi prendere dalle paure...dovevo reagire
come avevo sempre fatto. Quasi rabbiosamente continuai a scavare a mani
nude. Era uno scheletro ma di chi? Lo scheletro di Krakatoa? La
conchiglia dava ad intendere che lui stesse per morire,era forse morto
sulla spiaggia? E chi lo aveva sepolto se fosse stato così?
Colui che lo aveva seppellito era ancora sull'isola e mi aveva colpito
con qualche magia intrappolandomi per sempre? Che cosa diavolo voleva
da me e Nami? Improvvisamente però arrivato alle spalle
dello scheletro anche qualcosa d'altro cominciò a venire
alla luce e capii che non si trattava dello scheletro di Oswald
Krakatoa. Dei pizzi...i pizzi di un vestito
femminile...scavando,scavando capii che quello scheletro indossava un
vestito femminile. Le unghie mi si stavano consumando e le mani,quelle
stesse mani che usavo per cucinare e che erano così delicate
con il cibo ora erano diventati due rozzi strumenti da scavo che si
rovinavano ad ogni manciata di sabbia. Però dovevo riportare
alla luce quello scheletro. Era la chiave,era di sicuro la chiave per
uscire di lì e arrivare a Nami. Quella donna era morta su
quell'isola forse intrappolata in una magia come quella che aveva colto
me. Quale bastardo poteva aver lasciato morire una donna? Mentre
continuavo a riesumare quello scheletro mi accorsi che aveva qualcosa
al petto..Una conchiglia...Un altro nautilo. Come quello che avevamo
trovato dentro la scatoletta dorata. Come la conchiglia di Krakatoa. La
afferrai tirandomi nuovamente in piedi e cominciando a scuoterla...ci
doveva essere un modo per attivarla. Per farla cantare,parlare....Come
aveva fatto l'altra. Capii che quella maledetta conchiglia era l'unico
modo per poter riuscire a salvarmi.
Per salvarmi e ritrovare Nami.....
E,potevo giurarlo su tutto ciò che mi era caro.....
Avrei fatto parlare quella conchiglia...
Per salvarmi e ritrovare Nami.....
E,potevo giurarlo su tutto ciò che mi era caro.....
Avrei fatto parlare quella conchiglia...