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Autore: 18Ginny18    10/06/2020    1 recensioni
[Missing moment della serie "The Black Chronicles"]
Cos'è successo alla Coppa del Mondo? Questa breve storia, che avevo tagliato da un capitolo di 'Secrets' e che adesso ho rivisitato, vi darà qualche delucidazione.
Piccolo assaggio:
- Lunastorta – lo chiamò Sirius, con tono mieloso.
- Che vuoi? - brontolò Remus, che era alle prese con un panno umido di disinfettante. Ginevra cercò di nascondere un sorriso divertito nel vedere il modo in cui il suo padrino puliva la bacchetta. Quella bacchetta aveva visitato un luogo che una bacchetta non avrebbe mai dovuto conoscere.
Sirius picchiettò le dita sul tavolo. - Hai intenzione di tenere il muso per sempre?
Remus finse di pensarci. - Non lo so... Però ti garantisco che se ti uccidessi tornerei a sorridere.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
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CAPITOLO 4

Dopo aver disfatto i bagagli, Harry e Ginevra si persero in chiacchiere, ritrovandosi a ridere delle vicende di casa Dursley, per poi affrontare un argomento piuttosto serio. Quell'estate Harry aveva iniziato ad avere degli incubi su Voldemort. Dal giorno in cui ebbe il primo incubo, iniziò a confidarsi con Ginevra e Sirius, la sua unica famiglia, scrivendo una lettera ogni giorno senza trascurare il minimo dettaglio. Pensava che probabilmente loro erano gli unici in grado di capirlo, ma non riusciva comunque a liberare la sua mente da quelle immagini spaventose e, sopratutto, non riusciva a capire perché gli bruciasse tanto la cicatrice ogni volta che si svegliava.
Harry non sapeva cosa fare, si sentiva inerme, come se i suoi sogni fossero reali.
Forse lo erano. Forse Voldemort stava tornando.
Quel pensiero lo fece subito rabbrividire.
Aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, aveva bisogno di sfogarsi e Ginevra era lì per lui. - Ho fatto lo stesso incubo dell'altra notte – disse alla sorella.
Si sedette sul bordo del letto e lei gli fu subito vicino.
- La cicatrice ti ha fatto di nuovo male?
Harry annuì, sconsolato. - È sempre lo stesso sogno e... ho paura che quell'uomo sia davvero morto – ammise amareggiato. - Hai trovato qualche informazione... sulle cicatrici da maledizione?
Lei scosse la testa. - Purtroppo non ho trovato nulla, Harry. Ma continueremo a cercare. Potremmo chiedere al professor Silente. Sono sicura che lui avrà le risposte... Anche se non credo di potermi fidare di lui, ormai.
Un sorriso amaro si fece strada sul viso appuntito e magro di Harry. - Voleva proteggerci – ribatté.
- Be', avrei voluto almeno saperlo! Sono stata ingannata. Diciamocelo, Harry, ero un pedone sulla sua scacchiera. A cosa serviva tutto quel teatrino? Prima Serpeverde, poi Grifondoro... Poi scopro di avere due anni in più di quanto credessi... È tutto un gran casino! Solo un vecchio pazzo come lui poteva avere un'idea del genere.
Harry annuì, comprensivo. - Però adesso sappiamo la verità e sono felice che tu sia mia sorella.
I suoi occhi verde smeraldo le trasmettevano una strana sensazione di calore, come se dentro quegli occhi vi fosse il riflesso di quella vita avrebbero potuto vivere insieme, come una vera famiglia. In quegli occhi... riusciva a scorgere sua madre.
- Sono felice anch’io, Harry. Ma a volte... - esitò un'istante. - Non ti chiedi mai cosa sarebbe successo se non ci avessero separato?
Lui la strinse a sé in un abbraccio tenero e protettivo. Le baciò la fronte e le sussurrò dolcemente: - Adesso siamo qui, insieme. Niente potrà mai separarci. Te lo prometto, sorellina.
Ginevra gli mostrò un sorriso rassicurante. Poi sciolse l’abbraccio e, istintivamente, poggiò la mano sul braccio destro.
- Che cos’hai? – chiese Harry, visibilmente preoccupato. – Ti fa male la cicatrice?
- No. Non preoccuparti è solo che… non voglio che gli altri la vedano – borbottò, passandosi una mano tra i capelli.
In cuor suo sapeva che non avrebbe dovuto dire a Harry gli effetti che il graffio le provocava, ma lui era suo fratello. Non voleva nascondergli niente.
- Tranquillo – lo rassicurò con un sorriso. - Va tutto bene.
- Che cosa state confabulando voi due? - li interruppe una voce maschile che Ginevra riconobbe all'istante. Fred si avvicinò a lei con il gemello. - Tramate contro Ronnie?
- Che maleducati! Non ci hanno nemmeno invitato - continuò George con un sorriso furbo.
La ragazza venne contagiata da quel sorriso. - Ora che mi ci fate pensare, Ron non sospetterebbe mai del suo migliore amico…
Harry guardò la sorella. - Stai scherzando… vero?
- Forse sì… forse no.
Si spintonarono giocosamente. Poi Ginevra scoccò un bacio sulla guancia a Harry, i gemelli erano sconcertati. C’era troppa complicità tra quei due… “Non è che c’è del tenero?”, il solo pensiero gli fece gelare il sangue nelle vene. Ginevra non poteva essere attratta da Harry Potter, no?
Meglio togliersi il dubbio.
- Balcky, toglietemi una curiosità… - disse Fred. - Diggory sa che c’è qualcosa tra voi due?
Col viso in fiamme, Harry spalancò gli occhi e li fissò sulla ragazza. - Non gliel’hai ancora detto?
- Be’, volevo aspettare il momento giusto per dare una notizia del genere! – replicò lei.
Harry sospirò. - Non posso darti torto. Però, Ron e Hermione lo sanno già, quindi... - fece uno sguardo allusivo, come per dire: "Datti una mossa! Diglielo".
L’espressione confusa dei gemelli convinse Ginevra che era arrivato il momento di vuotare il sacco, tralasciando la storia del graffio e del lupo. Per quello non era ancora pronta. - Harry è mio fratello.
Se Fred avesse appena bevuto un sorso d'acqua, l'avrebbe sputata fuori per la sorpresa. La guardò, stralunato. - Fratelli? Ma... Com'è possibile?
Per quanto la notizia lo avesse sconvolto, George andò subito verso di lei e le diede un colpetto sulla fronte. - Perché non ci hai detto niente?
- È uno scherzo?
Ginevra rise nervosamente. - Non è uno scherzo, ragazzi. Harry è davvero mio fratello. Be’… fratellastro, ma è una storia lunga.
E fu così raccontò tutto. Ma proprio tutto. Non tralasciò nemmeno un piccolo dettaglio.
Si sentiva come una bomba pronta ad esplodere e confidarsi con i gemelli era il modo migliore per liberare la mente e togliere quel macigno dal cuore. Si fidava di loro e non voleva avere segreti. Voleva sentirsi finalmente libera e loro sarebbero stati primi a conoscere tutta la verità.
Alla fine del racconto, George sorrise. - Ma è fantastico, Gin! Ma perché non c'è l'hai detto prima?
- Silente mi ha obbligato a mantenere il segreto e poi, quando Harry è venuto a saperlo, sono andata via con mio padre e... Non volevo darvi una notizia di questa portata per lettera. Avevo bisogno di parlarvi faccia a faccia.
- Certo che è strano… ma è comunque molto bello che lo abbiate scoperto. - Sorridendo, Fred le afferrò la mano. Era felice che avesse aspettato così tanto per rivelare quel segreto. Sapeva di essere importante per lei, anche se non nel modo in cui sperava.
- È bello avere un fratello – gli confidò Ginevra guardando Harry con dolcezza.
Fred sbuffò. - Questo perché tu ne hai uno solo… prova con sei e poi ne riparliamo.
Lei arricciò il naso e gli diede un buffetto sulla testa, facendo ampliare il sorriso di Fred. Adorava quando lo faceva.
George si avvicinò a Harry e gli passò un braccio attorno alle spalle. - Quando lo direte agli altri?
- Non abbiamo ancora deciso – disse Harry. - Ma pensavo che potremmo dirlo oggi. Via il dente, via il dolore, no?
- Secondo me dovreste dirlo a tutti mentre mangiamo – nel dirlo, Fred aveva un ghigno divertito sul volto, della serie: “Sarebbe uno spettacolo magnifico scoprire chi sarà il primo a strozzarsi”.
- Fred!
- Scherzavo, Blacky. Sono un bravo bambino io.
Se il signor Weasley non li avesse chiamati, probabilmente avrebbero continuato a parlare senza neanche accorgersi del tempo che passava.
- Dunque... ognuno di noi avrà un compito. Harry, Ron e Hermione andranno a prendere dell’acqua – disse il signor Weasley distribuendo un bollitore e due pentolini ai tre ragazzi. Poi si rivolse a sua figlia con un gran sorriso. - Ginny, cara, tu pulirai un po’. Fred e George, invece, andranno a raccogliere la legna per il fuoco.
- Abbiamo il fornello – disse Ron, - perché non possiamo...
- Ron, sicurezza anti-Babbani! - disse il signor Weasley, con l'aria di uno che pregusta qualcosa di speciale. - Quando i veri Babbani vanno in campeggio, cucinano sul fuoco all'aperto, li ho visti io!*
Ron sbuffò, contrariato, ciononostante annuì e insieme ai suoi amici uscì dalla tenda. Sua sorella, invece, armata di piumino per la polvere, iniziò a spolverare sedie e tavoli canticchiando serenamente.
La sua omonima, che era l’unica a cui non era stato affidato un compito, si chiese se avrebbe dovuto aiutarla o aspettare che il signor Weasley le dicesse cosa fare.
- Vieni con noi, Gin? - le chiesero Fred e George prima di uscire dalla tenda, ma prima che lei potesse rispondere, il signor Weasley parlò. - No, ragazzi. Ginevra mi serve qui, ho bisogno di una mano in cucina. Sempre se non ti dispiace... Sai Molly è l'unica a saper cucinare, ma lei odia il Quidditch e la mia bambina non sa nemmeno come rompere un uovo – mormorò piano, attento che la piccola Weasley non lo sentisse.
- No! Papà, non farlo! – disse Fred, facendo finta di correre a rallentatore.
- Sarà un vero piacere, signor Weasley – rispose Ginevra, lanciando uno sguardo di fuoco a Fred che smise di fare il buffone.
- Bene – gongolò il signor Weasley. - Appena porterete la legna io cercherò di accendere il fuoco come farebbe un Babbano. Non sarà tanto difficile, no?
- Dite addio agli effetti personali - disse George. - Brucerà tutto, lo sento.
Non appena Ginevra gli fu vicino gli diede un leggero scappellotto in testa. Lui protestò con un “Ahia!” e lei continuò con un “Idiota!” dopodiché iniziarono a rincorrersi, ridendo, ma il signor Weasley stroncò tutto il divertimento in men che non si dica. - Non fate i bambini. Abbiamo un sacco di cose da fare – disse accompagnando Fred e George fuori dalla tenda. - E non tornate a mani vuote! - intimò con tono bonario.
Così, non potendo obbiettare, Fred e George andarono ad eseguire il loro compito.
Ginevra, invece, andò dritta in cucina.
Guardò all'interno del mini frigo e lo trovò pieno di cibo; uova, peperoni, melanzane, formaggi di ogni tipo e chi più ne ha più ne metta. Ricordò che quel piccolo aggeggio Babbano, puntualmente modificato da Ted Tonks e Arthur Weasley, era in grado di riempirsi di cibo ogni volta che qualcuno lo apriva e bastava pensare a un cibo particolare che quello appariva. E non gli occorreva energia elettrica. In poche parole l'idea migliore che fosse venuta ai due uomini.
La ragazza iniziò a disporre tutti gli ingredienti necessari per un pranzetto delizioso. Come antipasto avrebbe fatto dei sandwich al pomodoro, dopodiché un bel tortino di verdure e delle semplici fettine di carne impanate.
Per prima cosa iniziò a disporre le fette di pane in cassetta sul tavolo e tutti gli ingredienti necessari per fare i sandwich, che preparò in pochi minuti.
Cominciò a sbucciare carote e cipolle per il tortino di verdure, dopodiché tagliò a tocchetti le verdure e eseguì ogni passaggio della ricetta che ricordava a memoria. Era il suo piatto forte, dopotutto. Per sua fortuna la base per la torta era apparsa nel frigo, così avrebbe risparmiato tempo nella preparazione
Alla fine inserì il tortino nel forno, anch'esso utilizzabile senza elettricità, e impostò il timer per 25 minuti a 200°.
In assenza del fuoco su cui cucinare la carne, sbirciò fuori dalla tenda in direzione del signor Weasley. Fred e George avevano portato la legna, ma non erano nella tenda. Il signor Weasley non riusciva assolutamente ad accendere il fuoco ma non si poteva dire che non ci stesse provando. C’erano una marea di fiammiferi spezzati che ricoprivano il terreno intorno a lui, ma sembrava divertirsi come non mai. Ginevra sapeva come utilizzare i fiammiferi, ma non voleva rovinargli lo spasso.
Così, per occupare il tempo, decise di preparare un dolce che poi avrebbe fatto cuocere nel forno: una torta al cioccolato. Poteva ammettere con fierezza che quello era il dolce che le veniva meglio.
Mentre preparava l'impasto notò che lì vicino c'era una vecchia radio. Attirata dall'idea di ascoltare un po' di musica, allungò la mano e con fare distratto l'accese.
La musica era molto orecchiabile, forse era di quel vecchio gruppo babbano, “i Bottles”, forse. Iniziò a canticchiare il motivetto e a ballare, fino a quando una voce non la fece trasalire.
- Ti piacciono i Beatles?
Ginevra si voltò di scatto, trovando i sorrisi divertiti dei gemelli e di Charlie Weasley. Quest'ultimo era appoggiato allo stipite della porta con la spalla. George, che era appena entrato in cucina insieme al gemello, piegò la testa da un lato e le fece l'occhiolino. “Cavolo quanto è bella!”, pensò tra sé e sé.
Fred, invece, si sedette sul tavolo della cucina con le gambe a penzoloni. - A quanto pare questa ragazza è piena di sorprese! - disse, agguantando una mela dal cesto di frutta accanto a lui.
- Charlie! Che bello vederti! - Superando i gemelli, Ginevra si buttò su Charlie.
Lui rise e la sollevò, facendola volteggiare prima di rimetterla a terra.
Ginevra si guardò intorno. - Dov'è Dora? Sono secoli che non la vedo!
- Sta aiutando mia sorella.
Notò che nonostante l'abbronzatura e i capelli più corti, Charlie Weasley era sempre lo stesso. Sorriso incluso. Peccato che non si potesse dire lo stesso per le cicatrici.
Ginevra allungò una mano e toccò la nuova cicatrice sulla guancia. - Vedo che ti piacciono ancora i draghi! - lo rimproverò burbera.
- E tu continui a fare esperimenti in cucina quando tua zia non è nei paraggi? - rimbeccò Charlie, sfiorandole il naso con un dito. - A proposito... È cioccolato quello che vedo?
- Sì, ma tu non ne avrai nemmeno un po'.
Charlie sorrise e allungò un braccio intorno alle spalle di Ginevra. - Ne sei sicura? Sono il tuo primo amore, dopotutto.
Col viso in fiamme, Ginevra pregò che il terreno si aprisse per inghiottirla. Dannazione... se l'è ricordato.
In quel momento maledì Ron per averlo spifferato ai quattro venti. Certo, erano molto piccoli all'epoca... ma l'imbarazzo era rimasto immutato e il fatto che Charlie si divertisse un mondo a prenderla in giro le faceva desiderare si scavarsi la fossa.
Qui giace una ragazza, morta per la vergogna.
Ridendo, Charlie la strinse a sé. - Oh, ma che carina che sei quando diventi rossa! Dai, fatti dare un bacino... - disse con fare scherzoso.
- Ora che ci penso eri piuttosto ridicola quando eri piccola! - Fred, diede un morso alla mela. - Charlie di qui, Charlie di là… Sai, a volte entrava nella tua stanza e abbracciava il tuo cuscino – disse al fratello.
Diventando ancora più rossa per l'imbarazzo Ginevra spinse via Charlie e fulminò Fred con lo sguardo. - Avevo sei anni - ribatté, cercando di sembrare disinvolta. - E comunque smettetela di prendermi in giro! Uscite da questa stanza e lasciatemi cucinare, altrimenti digiunerete tutti e tre.
- E io che centro? - protestò George.

Nel tardo pomeriggio si udì un sonoro e profondo gong che rimbombò da qualche parte oltre i boschi, e in un solo istante lanterne verdi e rosse si accesero tra gli alberi, illuminando il sentiero che portava al campo.
- È ora! - disse il signor Weasley, eccitato come tutti loro. - Avanti, andiamo!*
Tutti si affrettarono a entrare nel bosco, seguendo il percorso illuminato dalle lanterne. L'atmosfera di eccitazione febbrile era talmente contagiosa; Harry non riusciva a smettere di sorridere, non solo perché era felice di assistere alla sua prima partita alla Coppa del Mondo, ma anche perché aveva finalmente rivelato ai Weasley che Ginevra era sua sorella. Bill era quasi caduto dalla sedia quando Harry lo urlò a tavola, (seguendo il folle suggerimento di Fred e George), Percy, invece, li scrutava in silenzio ma a Harry non importava. Quello era il giorno più bello della sua vita.
- Sono secoli che non vedo una partita di Quidditch – disse Charlie, con un sorriso malinconico.
- Ti prego, non fare il nostalgico – lo prese in giro Nymphadora, dandogli un tenero buffetto sulla spalla.
Charlie la tirò a sé. - Be’, non posso evitare di farlo se ripenso al nostro primo bacio.
Lei cercò di trattenere un sorriso. - La tua prima partita da Capitano… Come dimenticarlo?
- Che schifo – brontolò Ron, disgustato. - Non potreste parlare di queste cose da un’altra parte?
- Come al solito tu non capisci niente – lo rimbeccò la sorella. - Io lo trovo così romantico… Sai, Herm, è successo subito dopo che Charlie ha preso il boccino. Era andato verso le tribune di Tassorosso e… - sospirò. - L’ha baciata davanti a tutti.
- Ripeto: Che schifo – continuò Ron.
- È stato romantico quasi come quello tra Gin e Cedric – continuò la piccola Weasley, ignorando il fratello.
Bill Weasley si rivolse a Ginevra. - Chi è Cedric? Il tuo fidanzatino? - Il cui sorriso malizioso era inequivocabile.
Ginevra divenne rossa come un pomodoro.
- È il figlio dell’amico di papà, viene a scuola con noi – spiegò Ron. - Ed è anche il Cercatore di Tassorosso.
- Ed è anche molto carino e intelligente – disse Hermione spintonando giocosamente l’amica.
- Un’idiota, vorrai dire – borbottò Fred, acido.
- Parli così solo perché sei geloso – lo rimbeccò la sorella.
Fred aggrottò le sopracciglia. - Sì… certo! - sbuffò.
- Oh, quindi questo Cedric... è il ragazzo di cui mi hai scritto? - chiese Nymphadora con un sorrisetto malizioso.
- Dai, parlami di questo bacio - insistette Bill.
- Sei stata tu a prendere l’iniziativa o è stato lui? - la prese in giro Charlie, dando manforte al fratello.
- Avete finito con l’interrogatorio?
- Dai, non fare l’antipatica. Vogliamo sapere com’è questo ragazzo!
- Be’, siete fortunati – rispose George, fingendosi entusiasta. - State per incontrarlo.
Camminarono nel bosco per venti minuti, parlando e scherzando a voce alta, finché uscirono all'aperto e si ritrovarono all'ombra di uno stadio gigantesco dove uno sciame di streghe e maghi urlanti si erano già piazzati davanti l’ingresso.
Una volta staccati i biglietti, il gruppo del signor Weasley continuò a salire finché non arrivarono in cima, e si ritrovarono in una piccola tribuna posta nel punto più alto dello stadio.*
Ginevra si guardò intorno, in cerca di Cedric, ma non riuscì a trovarlo.
- Amos! - gridò il signor Weasley allegramente. - Hai visto che posti meravigliosi?
- Non c’è dubbio. Sono i migliori!
Il signor Diggory era già arrivato, ma di Cedric non vi era traccia. Al suo posto vi era un uomo asiatico di mezz’età dai folti baffi neri e dai lineamenti affilati che si presentò con il nome di Hu Chang, stringendo la mano al signor Weasley. - Amos ci ha parlato molto di lei. Spero che diventeremo ottimi amici.
Gli occhi del signor Chang si rivolsero al gruppetto di ragazzi attorno al signor Weasley e, come se non potesse farne a meno, sorrise.
- Quanti volti giovani e pimpanti! Ha dei figli splenditi, Arthur.
- Oh, la ringrazio. Ma, purtroppo, non sono tutti figli miei. Solo quelli rossi – disse il signor Weasley indicando i suoi figli. - Questa è Hermione, un’amica di Ron… lui è Harry e…
L’uomo rivolse a Harry un sorriso raggiante quando udì il suo nome. - Harry…? Allora non scherzavi, vecchio mio! - esclamò, guardando il suo amico Amos Diggory. - Sono felicissimo di conoscerti, ragazzo – disse stringendogli la mano con vigore.
Un po’ a disagio, Harry sorrise. Non sapeva cosa dire.
- Hu, caro, non importunare questo povero ragazzo – lo rimproverò la donna alle sue spalle. - Non vorrai farlo scappare, vero?
Il signor Chang arrossì, colpevole, e guardò la moglie.
Lei gli sorrise amorevolmente, dopodiché si presentò ai Weasley e ai loro ospiti.
La signora Lin Chang era una donna dai lineamenti delicati e dal sorriso gentile. I suoi capelli neri erano legati in una acconciatura molto elaborata che le donava un’aria elegante. Il suo abito era di seta blu risaltava ogni centimetro del suo corpo.
Harry e Ron ne rimasero molto colpiti, non avevano mai visto una donna tanto bella.
- Mia figlia Cho ci raggiungerà a momenti. È andata a prendere qualcosa da sgranocchiare – disse il signor Chang, rivolgendosi più a Harry che agli altri, con occhi carichi di aspettativa.
Harry ne rimase quasi sconcertato, chiedendosi perché lo stesse guardando in quel modo.
- È un ottima idea! Andiamo a comprare qualcosa anche noi! - esclamò Ron facendolo quasi trasalire. Bill e Charlie seguirono il fratello verso l’area ristoro, sperando di non trovare molta folla.
- Portatemi la cioccolata! - urlò loro Nymphadora.
- Oh, c’è anche Malfoy – borbottò il signor Diggory agli altri due uomini al suo fianco.
Hermione fu l’unica del gruppo a sentirlo.
Si voltò in fretta, fino a incrociare la figura di Draco Malfoy. Lui non si era accorto di essere osservato, preso com’era dalla conversazione con la donna che Hermione immaginò essere sua madre. Con loro c’era Lucius Malfoy, Hermione aveva avuto la sfortuna di conoscerlo due anni prima, al Ghirigoro. Era stato molto scortese con lei e la famiglia Weasley. Non era altro che un uomo borioso e insopportabile.
Draco Malfoy somigliava moltissimo a suo padre, ma il carattere c’entrava ben poco. Ciò che li rendeva simili erano il fascino e la bellezza e, con il passare degli anni, sembrava che Draco stesse superando il padre in quelle qualità che li rendevano simili. Anche sua madre era una donna molto bella, bionda, alta e slanciata. Hermione si perse ad ammirare la sua figura, chiedendosi se anche lei avrebbe avuto un fisico del genere in futuro.
La signora Malfoy era bella e sapeva di esserlo.
A differenza della signora Chang, lei aveva una acconciatura molto semplice, con alcune ciocche di capelli che le cadevano sulla spalla. Indossava un abito di raso verde smeraldo con le maniche lunghe e una piccola scollatura che faceva risaltare la forma del suo seno. Gli uomini non potevano fare a meno di guardarla, ammirati, mentre attraversava le tribune col suo passo regale. Anche in uno stadio, in mezzo alla folla e alla confusione dei tifosi, lei sembrava a suo agio, anche se non era uno di quei posti lussuosi che era abituata a frequentare.
- Ah, Lucius! - lo accolse il Ministro della Magia a braccia aperte.
Lui rispose con un sorriso accennato e una stretta di mano. - Grazie per l’invito, Cornelius.
- Era il minimo che potessi fare – rispose il Ministro. Poi rivolse la sua attenzione alla signora Malfoy. - Narcissia, siete un incanto – disse inchinandosi di fronte a lei e baciandole la mano. - Come sempre, d’altronde – aggiunse, senza smettere di fissarla.
La signora Malfoy gli sorrise, cordiale, e si affiancò al marito.
Per quanto il signor Malfoy fosse un uomo bello e affascinante, per Hermione rimaneva un maleducato e odioso purosangue. Bastava vedere il modo in cui guardava i “Mezzosangue” nelle file più avanti.
“All’inizio lo era anche Draco…”, si trovò a pensare la riccia. “Però poi mi ha chiesto scusa e si è sempre comportato… bene. Anzi, era proprio gentile. L’opposto del padre!”.
Si perse a guardarlo ancora un altro po’ e dovette ammettere che era diventato ancora più carino durante l’estate.
Ad un tratto lui incrociò il suo sguardo e le sorrise, ma non disse nulla.
Colta in flagrante, Hermione si sentì avvampare e voltò la testa di scatto.
“Maledizione!”, imprecò tra sé e sé.
La signora Chang richiamò la sua attenzione e quella di tutto il gruppo. - Ragazzi, perché non andate a sedervi? La partita inizierà tra poco – disse, accompagnando le parole con un candido sorriso.
Fred e George non se lo fecero ripetere due volte. Non vedevano l’ora di accaparrarsi i posti migliori prima della partita.
Hermione approfittò dell’occasione per sedersi e cercare di dimenticare il sorriso del bel Serpeverde.
“Perché non riesco a togliermelo dalla testa?”.
Quando anche Ginevra prese posto con Nymphadora, vide Cedric a pochi metri davanti a sé.
Fece per andargli incontro, ma quando si accorse che era in compagnia di una ragazza, si bloccò. Lei era alta, magra, con lunghi capelli neri e lucenti e una risata contagiosa.
Ginevra sentì il suo cuore fermarsi. Le sembrava che il mondo le stesse cadendo addosso, schiacciandola.
- Ehi, tutto bene? - chiese la cugina, preoccupata.
Non ricevendo alcuna risposta, Nymphadora seguì la direzione del suo sguardo. - Quello è Cedric? Chi è quella ragazza?
- Vorrei tanto saperlo anch’io…
Seguì Cedric con lo sguardo, senza perderlo di vista nemmeno per un secondo. Lui rideva, tirava a sé la ragazza e le accarezzava la testa con una mano.
Il modo in cui la guardava infastidì molto Ginevra. Prima guardava me in quel modo...
Ma la situazione peggiorò quando la ragazza gli diede un bacio sulla guancia, Ginevra voleva polverizzarla all'istante.
- Cho! - esclamò il signor Chang alla ragazza dai lunghi capelli neri. - Vieni qui, tesoro mio. Voglio presentarti qualcuno.
Cedric e Cho si avvicinarono, stando a braccetto come una coppietta felice e innamorata. Inutile dire quanto fosse aumentato il fastidio della giovane Black e quanto, invece, fosse aumentata la felicità dei gemelli Weasley vedendo quella scenetta.
Forse Cedric si toglierà dai piedi, finalmente. Questo pensiero spinse i gemelli a pregare che scoppiasse una scenata e che la loro amica lasciasse quel Diggory una volta per tutte. Si sarebbero battuti per fare in modo che accadesse, se necessario.
- Harry, lei è mia figlia Cho. Cho lui è Harry Potter – disse il signor Chang con tono forzatamente trattenuto, ma si vedeva lungo un chilometro quando fosse emozionato e orgoglioso.
Harry le sorrise, imbarazzato, continuando a chiedersi perché il signor Chang lo guardasse in quel modo strano.
Ginny Weasley, invece, sentiva già di odiare quella ragazza, senza nemmeno conoscerla. Sembrava pronta a farle esplodere la testa col pensiero. Fred, che le sedeva accanto, aveva notato il suo sguardo omicida provando una certa empatia. - È inutile provarci. Non funziona, ci ho già provato – le sussurrò scherzosamente.
- Secondo te a lui piace?
Fred sospirò. - No, tranquilla. Anzi sembra che voglia scappare…
Quando la piccola Weasley notò il comportamento di Harry si tranquillizzò. Fred aveva ragione: Harry stava cercando la via di fuga più vicina, ma senza trovarla.
- Cho è una Corvonero, frequenta il quinto anno ed è anche la Cercatrice della squadra – si pavoneggiò il padre. - Ma penso che questo lo sai già, non è vero Harry?
Davanti allo sguardo bonario dell’uomo, Harry si sforzò di sorridere educatamente, iniziando a capire cosa volesse da lui. Per sua fortuna Cedric lo salvò dalla situazione scomoda per quella che era la seconda volta in un solo giorno.
- Ehi, Gin! - esclamò e Harry sgusciò via verso Hermione e i gemelli, sfuggendo al signor Chang.
Il Tassorosso, invece, si avvicinò alla sua ragazza con un sorriso che andava da orecchio a orecchio, ma il sorriso si spense non appena vide l’espressione truce di lei. - Tutto bene?
- Magnificamente – sbottò lei, incrociando le braccia al petto, impegnandosi al suo meglio per fingere indifferenza.
- Che idiota! - mormorò Nymphadora, trattenendosi dal ridere.
Possibile che quel ragazzo fosse talmente stupido? Oppure lo faceva apposta?
Cedric sembrava confuso, sopratutto davanti allo sguardo contrariato di quella ragazza dai capelli viola al suo fianco. - Volete delle api frizzole?
- No, grazie.
- Vuoi che lo sistemo io? - le sussurrò Nymphadora, pronta ad estrarre la bacchetta.
- Cedric!
In un batter d’occhio la Corvonero si avvinghiò al suo braccio. Ginevra cercò di non guardarla, sentiva che se l’avesse fatto l’avrebbe stritolata e le avrebbe staccato tutti capelli uno a uno.
- Dai, andiamo a sederci. La partita sta per cominciare!
Prima che lui potesse dire qualcosa in merito, Cho lo costrinse ad allontanarsi sotto lo sguardo infastidito di Ginevra. Anche quando presero posto, a un metro di distanza da lei, Cedric non smise di guardarla nemmeno per un’istante. Continuava a chiedersi perché fosse tanto scontrosa nei suoi confronti. Doveva parlarle, ma non gli restava che aspettare la fine della partita.
- Che faccia tosta! - borbottò Ginevra alla cugina. - Ha avuto pure il coraggio di chiedermi se andava tutto bene! Ho voglia di spaccare quella sua faccia da…
La sua imprecazione venne sovrastata dalla voce del Ministro della Magia, Cornelius Caramell, che echeggio per tutto lo stadio: - Buonasera! Come Ministro della Magia è per me un grande piacere accogliervi tutti, sì ognuno di voi, alla finale della quattrocentoventiduesima Coppa del Mondo di Quidditch! Abbia inizio la partita!





*Da Harry Potter e il calice di fuoco – capitolo 8 – La Coppa del Mondo di Quidditch (un po’ modificato)


ANGOLO AUTRICE:
Ehilà!
Sono tornata e sono viva, tranquilli...
*omino di passaggio* NON CI INTERESSA!
T-T 
Ok, basta scherzare. Tanto lo so che sono divertente come un... NON MI VIENE UN ESEMPIO, VA BENE???
Scusate, sono stressata T-T
Mi dispiace di averci messo così tanto a pubblicare un nuovo capitolo, ma non avuto molto tempo da dedicare alle mie storie nonostante la quarantena.
Per farmi perdonare, sto scrivendo più capitoli possibili così da poter pubblicare più spesso.
Spero che il capitolo vi piaccia e che continuerete a seguire la storia.
A presto,
18Ginny18
  
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