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Autore: Jiraiya    12/08/2009    4 recensioni
Nel corso dei suoi viaggi, aveva incontrato avversari di ogni genere, ma ne era sempre venuto fuori in un modo o nell’altro; e tuttavia non si sentiva ancora arrivato al massimo, alla vetta ultima e più alta. Per questo motivo si era proposto di recarsi nel più vicino villaggio di shinobi, Konoha, e affrontare i ninja. Avrebbe avuto modo di imparare qualcosa di nuovo, sebbene non gradisse in linea di massima il loro modo di fare: combattere, svolgere missioni per ottenere un compenso in denaro, è davvero un comportamento da guerrieri virtuosi? O è un atteggiamento da vili mercenari?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nell'ufficio dell'hokage


Aprì un buffissimo quanto singolare portafoglio a forma di rana e pagò. L’ottimo servizio di consegne avviato dall’ “Ichiraku ramen”, oltre a rivelarsi oltremodo rapido, era una vera benedizione: adesso, anche nel suo ufficio, Naruto Uzumaki poteva ricevere e gustare il suo piatto preferito. Bastava un colpetto di telefono e il chiosco di ramen si incaricava, per mezzo di un garzone, di far recapitare la ciotola all’indirizzo di chi aveva fatto l’ordine. Grazie a ciò, nel bel mezzo del disordine, il settimo hokage poteva ingozzarsi, lasciando che le pile di pratiche si accumulassero sulla sua scrivania: era un uomo d’azione, lui, ed organizzare una faccenda come la prova principale dell’esame di selezione dei chunin si stava rivelando un compito abbastanza noioso e pesante: tutte quelle comunicazioni da leggere; tutti quei messaggi dei kage degli altri paesi!
Fissò il paesaggio fuori dalla finestra, distogliendo per un momento l’attenzione dal suo spuntino. Era bello vedere l’intero villaggio assorbito dalla vita di tutti i giorni: ognuno si impegnava, facendo del proprio meglio per rendere Konoha un posto migliore in cui poter vivere.
Uno strano odore distolse l’hokage, un odore che ben conosceva.
“Sento puzza di Uchiha,” disse, sorridendo beffardamente all’indirizzo dell’uomo che, fermo sulla porta di ingresso dell’ufficio, lo guardava con i suoi occhi neri un po’ inespressivi.
“Baka,” sbuffò l’altro stancamente.
Sedendosi dietro la sua scrivania, Naruto mise il broncio: quel broncio che rimandava immediatamente la memoria a quel bambino scapestrato, al genin più scarso della foglia, membro del team 7. Ma adesso, quel bambino era l’hokage più forte di tutti i tempi: nonostante i suoi modi un po’ fuori dagli schemi, a Konoha era considerato una vera e propria leggenda vivente. Ciononostante…
“Maledetto! Non chiamarmi ‘baka’. Sono il tuo hokage, ricordatelo!”
Ciononostante, c’era pur sempre qualcuno che ancora si burlava di lui.
Sospirarono entrambi: erano ormai adulti, ma il loro atteggiamento di infantile rivalità era immutato. Sasuke Uchiha, capo della polizia del villaggio, e Naruto Uzumaki si punzecchiavano quotidianamente: erano ormai due uomini grandi e vaccinati, con tanto di famiglia a carico, e tuttavia mantenevano questo loro lato che si potrebbe dire fanciullesco.
“Leggi qua.”
Il biondino diede una rapida lettura al documento presentatogli dall’amico: nel mentre che lo faceva, iniziò a sudare: e ne aveva tutte le ragioni.
“Dannazione, il team 8 non ne sarà affatto felice,” commentò, detergendosi il sudore con un fazzoletto.
“Già.”
“Ma sarà soprattutto Temari ad essere infuriata.”
I due deglutirono preoccupati, specialmente per le sorti di Shikamaru.
Il messaggio portato da Sasuke era stato inviato da una pattuglia alle sue dipendenze incaricata di perlustrare i dintorni del villaggio. Nel bosco, a circa due giorni di cammino dalle mura, era stato trovato un cadavere. La causa della morte era evidente: decapitazione. Un solo colpo di spada aveva staccato di netto la testa dal corpo: doveva essere opera di un vero uomo di spada, di certo non si trattava di un novellino.
Non vi erano dubbi sull’identità del ninja deceduto: si trattava di Huang-po, detto “il Brigante”. Costui era un “nukenin”, cioè un traditore, in verità nemmeno troppo pericoloso. Aveva deciso di abbandonare Konoha per dedicarsi al brigantaggio: rubare ai viaggiatori indifesi, infatti, era una attività molto più remunerativa e meno pericolosa delle missioni.
La sua cattura era stata affidata al Team 8 composto da Minato Hyuga, Mikoto Uchiha e Akemi Nara: il loro sensei era Sabaku no Temari, moglie di Shikamaru e madre di Akemi. Per lei era stata molto dura abbandonare la sua carriera di kunoichi a Suna per trasferirsi a Konoha, dove aveva sposato l’erede del clan Nara. Quindi, ben consapevole di ciò, Shikamaru aveva chiesto a Naruto se si poteva fare qualcosa: il biondino, che era da poco diventato hokage, aveva felicemente acconsentito alla richiesta di dare a Temari una chance di intraprendere una nuova carriera di kunoichi nel suo nuovo villaggio di residenza: fu così, insomma, che fu posta a capo del Team 8.
Qualche tempo addietro, erano quasi riusciti a catturare Huang-po, ma l’inesperienza dei ragazzi aveva comportato il fallimento della missione. La ramanzina di Temari che ne conseguì era entrata negli annali!
“Minato tornò a casa in evidente stato confusionale, quel giorno.”
“Questo perché tuo figlio non ha spina dorsale, “bofonchiò Sasuke.
“Uchiha maledetto, non dovevo riportarti a Konoha! Non fai altro che farmi irritare: credi che non sappia che non perdi occasione per parlar male del mio Minatuccio?”
Il capo della polizia roteò gli occhi, sbuffando.
“Se solo lui non ronzasse intorno a Mikoto…”
A quest’ultime parole, Naruto sbottò, dando un sonoro pugno sulla superficie della scrivania.
“ Al diavolo! Sai quanto è timido Minato e quanto si sforzi per farsi notare da lei e tu adesso ti metti a fare il papà geloso, rompendogli le uova nel paniere.”
“Mpf.”
La loro colorita conversazione fu interrotta dall’ingresso di Neji. Il ragazzo prodigio degli Hyuga adesso era un uomo adulto dall’aspetto austero e composto. Eliminata la distinzione in casate mediante un atto che sollevò non poche critiche da parte dei conservatori, Naruto aveva inserito Neji nel Consiglio supremo della Foglia, facendo di lui il membro del clan col grado più alto.
“Ehm, scusate… Comunque sia, io avrei sistemato gli ultimi accordi con la legazione della Roccia.”
“Ben fatto, Neji,” si complimentò entusiasta Naruto.
“Allora, io andrei: con permesso.”
“Ah, aspetta! Un’ultima cosa, se non ti secca potresti…”
Gli fu commissionato di comunicare la faccenda della morte di Huang-po a casa Nara.
Adesso, nell’ufficio erano rimasti nuovamente i due di prima.
“Senti un po’, secondo te chi potrebbe aver eliminato Huang-po?”
“Non saprei, comunque manderò altri uomini della polizia ad indagare sul caso: si trattava pur sempre di un 'nukenin' della Foglia ed era compito del Team 8 occuparsi di quel ricercato!”
“Già, speriamo che i ragazzi non ne risentano: dopotutto, era la loro missione.”
I due dopo un po’ convennero sul fatto che non se la sarebbero presa più di tanto, impegnati com' erano con l’esame di selezione dei chunin. Forse solo Temari ci sarebbe rimasta male, tenace com’era nel proposito di non voler mai fallire una missione con la sua squadra. Tuttavia, giunsero alla conclusione che non avrebbe strapazzato i ragazzi: anche lei teneva molto al loro esame; voleva che dessero il meglio. Probabilmente, si sarebbe limitata a scaricare i suoi malumori su Shikamaru, e forse era meglio così per tutti.
“Basta che non me lo uccide: mi serve ancora!”




***
Ed ecco il secondo capitolo di questa fiction.
Adesso sono entrati in scena anche i personaggi originali del manga di M. Kishimoto.
Buona lettura a tutti ed un particolare ringraziamento a ShessomaruJunior, l'unico utente ad aver recensito.
  
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