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Autore: Kastania    12/05/2005    0 recensioni
*COMPLETO* Questa storia è un seguito ideale de "Il fantasma dell'Opera". I diritti appartengono a Gaston Leroux,Susan Kay ed Andrew Lloyd Webber. E'anche la prima FF che scrivo...abbiate pietà! :P
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1: TRE VITE ALLO SPECCHIO

CAPITOLO 2: UNA SOLUZIONE DRASTICA

 

L'anima si sceglie il proprio compagno

Poi chiude la porta

così che la maggioranza divina

non possa più turbarla

Impassibile vede i cocchi che si fermano

laggiù al cancello

Impassibile vede un Re inginocchiarsi

alla sua soglia

Io so che tra tantissimi

L'anima ne scelse uno

Per poi sigillare come fossero pietra

le valve della sua attenzione.

                                                                 Emily Dickinson

 

 

“Raoul,pensavo di essere stata chiara.”

 

L’indomani mattina,dopo una lunga notte di tormento e riflessione, il Visconte de Chagny si era recato a casa di Christine. A quell’ora non vi erano né Meg né Madame Giry,impegnate nelle prove del nuovo balletto.

Lui lo sapeva bene,ed era andato appositamente a quell’ora,per non aver intromissioni di alcun tipo fra lui e Christine.

 

L’aveva supplicata di ripensarci,di non giungere a soluzioni affrettate.

Era disposto ad aspettare fino a che lei non si fosse sentita pronta,non voleva forzare i tempi.

Comprendeva benissimo il suo bisogno di solitudine, il suo senso di colpa,pur ingiustificato,per la morte del Fantasma…ma era pronto ad accettare tutto,a perdonare tutto.

 

Purchè lei non lo lasciasse…

 

Christine lo guardò con occhi velati di commozione e tristezza.

 

Dio,come avrebbe potuto fargli capire che non era una questione di tempo?

Che con il trascorrere dei mesi le cose non sarebbero affatto migliorate?

Era così disperato,così accorato nelle sue suppliche…

Era solo al mondo anche lui,ora,dopo la morte del fratello Philippe.

 

Un’altra morte che grava sulla mia coscienza,pensò lei con un brivido.

 

“Raoul,non so davvero come altro dirtelo. Devi lasciarmi andare. Mi dimenticherai presto,e troverai una sposa degna di te,della tua casata..e soprattutto del tuo amore. Io non sono quella donna,e non potrei mai diventarlo. Mi dispiace di averti illuso,del resto,spero mi crederai,ero totalmente in buona fede. Ma non riuscirei a fingere per una vita intera.”

 

Il ragazzo chinò il capo,e serrò i pugni per la rabbia.

“E’a causa sua vero? Non ha nulla a che fare con me e te.”

 

Lei impallidì vistosamente. “Non capisco a cosa ti riferisci. Non ti amo abbastanza da sposarti,tutto qui.”

 

“Sai benissimo a chi mi riferisco. Da morto ha ottenuto ciò che non ha ottenuto in vita…è riuscito ad averti tutta per sé.”  Lo sguardo di Raoul era carico di rancore.

 

“Andiamo Raoul,non essere ridicolo. Non centra nulla in questa storia. Vorresti davvero essere legato per l’eternità ad una persona che non ti ama con tutto il suo cuore?”

 

Lui fece un sorriso amaro. “Vedi?Ogni tua parola conferma i miei sospetti. Il motivo per cui non riusciresti a votarmi totalmente il tuo cuore…è che pensi ancora a lui. E’come se fossi stata sepolta anche tu,laggiù nei sotterranei,insieme a quello sporco assassino..a quella bestia immonda..a quel..”

 

“Raoul!Adesso basta!” Gli occhi di Christine scintillarono di indignazione.

“Devo pregarti di andartene. La tua presenza qui non è più opportuna.”

 

Il ragazzo si inchinò compunto,e fece per andarsene. Ma raggiunta la porta si voltò,e la fissò con uno sguardo ferito e insieme determinato che lei non gli aveva mai visto.

“Non è finita Christine. Non può essere finita così. Le nostre strade si rincontreranno,vedrai. Ed io sarò sempre accanto a te,che tu lo voglia o no…e presto o tardi capirai di amarmi ancora!”

 

Quando fu uscito,la ragazza si accasciò su una sedia.

 

Non pensava che lui sarebbe stato così insistente.

Ora aveva l’angosciante sensazione che non sarebbe mai riuscita a recidere del tutto quel rapporto.

 

Lui l’avrebbe tormentata ogni giorno,ne era certa,finchè lei non avesse acconsentito a quelle nozze. L’avrebbe convinta in un momento di solitudine,di ripensamento,di disperazione…e così facendo avrebbe dannato entrambi,per sempre.

Sentiva una gran voglia di piangere,ma se lo impedì.

 

Le disavventure passate le avevano donato una forza d’animo che non credeva di possedere,era stato l’ultimo regalo del suo Angelo.

L’aveva trasformata da bambina viziata in donna matura,e non lo avrebbe mai saputo..o forse sì.

Sorrise debolmente. Gli angeli dal Paradiso possono vedere tutto,e sicuramente lui,insieme a suo padre,la vegliava da lassù,e l’avrebbe sempre protetta.

 

 

“Bambina mia,che succede? Ritornando ho visto la carrozza del Visconte allontanarsi..non gli avevi già parlato? E’ venuto qui per cercare di farti cambiare idea?” la voce di Madame Giry,appena entrata in casa,la strappò ai suoi pensieri.

Non era possibile nascondere nulla alla sua madre adottiva;la perspicacia della donna sembrava senza limiti.

 Si alzò e le andò incontro,cercando di mascherare la sua angoscia. 

“Sì,è stato qui…voleva soltanto parlarmi,non è accaduto nulla.”

 

Madame Giry inarcò sarcasticamente un sopracciglio.

“Un uomo rifiutato non si accontenta mai di parlare e basta. E lo smacco gli pare tanto più umiliante quanto più alta è la sua posizione in società.  Certo il Visconte è ben consapevole delle chiacchiere che ci saranno su questa rottura di fidanzamento..e i nobili non gradiscono mai le chiacchiere.”

Come sempre la donna era andata dritta al punto.

 

Non si era ancora perdonata l’aiuto offerto al Visconte,la notte della catastrofe.

Non si era resa conto di cosa stesse facendo,aveva pensato di agire soltanto nell’interesse di Christine,che amava come fosse figlia sua.

Troppo tardi aveva compreso l’enormità del suo errore,troppo tardi aveva compreso l’intensità di quell’amore a prima vista impossibile.

Tutto era già perduto.

 

Aveva ottenuto un inaspettato perdono da parte di Erik.

 

Qualche giorno dopo la tragedia,sfruttando la conoscenza di alcuni passaggi segreti,era penetrata nei sotterranei abbandonati dagli agenti della Gendarmerie, e aveva trovato Erik,seduto al suo organo,che suonava una triste composizione.

Un requiem per il suo amore perduto,probabilmente.

 

“Madame”l’aveva salutata lui senza voltarsi né smettere di suonare. “Siete riuscita nel vostro intento. A quest’ora i due ragazzi saranno già stati davanti al prete,a giurarsi eterno amore.”

 

Lei era impallidita. Dunque lui aveva compreso quale ruolo avesse avuto nella vicenda,Raoul non avrebbe mai trovato la strada da solo. La rabbia di lui sarebbe stata incontenibile.

In quel momento le riuscì solo di pensare fugacemente a Meg,alla sua adorata bambina...

Ma poi si accorse che lui non sembrava avere intenzione di farle alcun male.

 

Si era voltato verso di lei,e sul viso non mostrava alcuna rabbia assassina,alcuna furia vendicativa.

Solo un’incommensurabile tristezza,che rendeva il suo volto ancora più patetico.

“Non temete,non sono in collera con voi. Avete agito per il meglio..nell’interesse di Christine. Anche io l’ho fatto. Non sono fuggiti,li ho lasciati andare. Per la prima volta nella vita ho amato,e ho compreso che non potevo limitare la sua libertà,non potevo condannarla a vivere nel mio inferno. Quell’Angelo si merita il

Paradiso.”

 

Madame Giry si era sentita sconcertata da quelle parole.

 

Quello davanti a lei non era l’Erik che aveva sempre conosciuto,i cui sentimenti violenti e le cui passioni esasperate l’avevano sempre atterrita e ridotta all’obbedienza. Davanti a lei stava un uomo diverso, pacato, rassegnato,composto nel suo dolore.

 

“Madame,mi trovo costretto a chiedervi un favore. Desidero abbandonare questo posto,e ricominciare una vita fuori da questo teatro che si è rivelato una trappola e una maledizione.”

 

Lei aveva spalancato gli occhi per l’incredulità.

Erik non avrebbe mai lasciato la sua Opera…almeno,non l’Erik che conosceva.

Era inquieta,non sapeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi dallo straniero che le stava davanti.

 

Naturalmente aveva accettato di aiutarlo,più per placare i propri demoni che per altro.

Era convinta che non sarebbe stato in bene per lui esporsi al mondo,specialmente dopo il disastro che aveva combinato. Era ricercato dalla polizia,e chiunque lo avesse visto avrebbe compreso immediatamente la sua identità.

Non esistono molti uomini mascherati a Parigi,pensò amaramente.

 

Tutto era andato per il meglio.

 

Una volta sistematosi nel vecchio casale,durante la sua ultima visita,con espressione distante e meditabonda,senza guardarla negli occhi,lui le aveva domandato:”Avete notizie di Christine?”

 

La donna,raccogliendo tutta la sua freddezza,aveva mentito.

“Non la vedo dal giorno successivo a…a quanto è accaduto. Mi ha detto che lei e Raoul sarebbero partiti la sera stessa per una lontana proprietà di lui,nel nord del paese. Immagino che si siano sposati,a quest’ora…”

 

Non gli aveva mentito per crudeltà. Lui sembrava aver accettato la perdita della ragazza,a che scopo tormentarlo con il racconto della sua malattia, della depressione in cui era sprofondata?

Anzi,forse questo lo avrebbe fatto ritornare sulle sue decisioni, e avrebbe portato a nuovi spargimenti di sangue,nuovo dolore,nuovi problemi insomma.

 

“Ma certo..”assentì lui,e poi la guardò,con un’espressione estremamente severa.

“A parte voi e Nadir,tutti pensano che sia morto,vero?”

 

Madame Giry annuì. “Sì,perfino mia figlia. Meno la gente sa,e meglio sarà per te.”

 

“Vi chiedo una sola promessa: non fate mai sapere a Christine che sono ancora in vita. Desidero non vederla mai più,non voglio che lei soffra ancora a causa mia.”

La donna aveva solennemente annuito.

Non le sarebbe stato difficile,promise.

In ogni caso i suoi rapporti con Christine in futuro sarebbero stati così sporadici..

“Ovviamente,ora che è una Viscontessa,non potrà più frequentare con leggerezza l’ambiente del palcoscenico.” Lui aveva soltanto annuito,mestamente.

 

 

 

“Madame,non so davvero cosa fare!”

 

 La voce angosciata di Christine strappò Madame Giry ai suoi ricordi. Le prese le mani gelate fra le sue. “Bambina,non c’è che un modo”le disse con voce rassicurante.

“Dovrai lasciare Parigi,senza far sapere a nessuno i tuoi spostamenti…eccetto me,è chiaro. Per me mentire e sembrare assolutamente all’oscuro di tutto non sarà un problema.”Inarcò un sopracciglio,con una smorfia sarcastica. “Ti aiuto a fare i bagagli,se vuoi. Potresti andare nel Sud, ho dei parenti di mio marito laggiù. Vivono a Marsiglia. Là potresti imbarcarti per qualunque posto desidererai. Scrivo subito una lettera per mia cognata. Non appena la leggerà ti accoglierà in casa sua. E intanto potrai schiarirti le idee,e decidere cosa vuoi fare con il resto della tua vita. Fra qualche tempo potrai tornare a Parigi,quando tutto sarà dimenticato,quando anche il Visconte si sarà dato pace. Sei così giovane,e piena di talento…Se usi il tuo buonsenso e la tua intelligenza,tutto si sistemerà,vedrai.”

 

Christine la fissava ad occhi spalancati.

“No io..no,non posso…lasciare Parigi..lasciare voi e Meg…lasciare..”

“E’ morto Christine”disse duramente Madame. “Restare qui a soffrire,ad essere tormentata dalle pressioni del Visconte,non lo farebbe tornare in vita. Non puoi negarti la libertà di vivere,Christine. Non ne hai il diritto. E’Dio a decidere chi deve vivere e chi deve morire.”

 

La ragazza sospirò.

“Avete ragione,Madame. Come sempre. Sentirò molto la vostra mancanza.”

La donna sorrise,protendendosi per abbracciarla.

“Non è un addio,Christine. E’solo un arrivederci.”

 

  
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