CAPITOLO 2: UNA SOLUZIONE
DRASTICA
L'anima si
sceglie il proprio compagno
Poi chiude
la porta
così che
la maggioranza divina
non possa
più turbarla
Impassibile
vede i cocchi che si fermano
laggiù al
cancello
Impassibile
vede un Re inginocchiarsi
alla sua
soglia
Io so che
tra tantissimi
L'anima ne
scelse uno
Per poi
sigillare come fossero pietra
le valve
della sua attenzione.
Emily Dickinson
“Raoul,pensavo
di essere stata chiara.”
L’indomani
mattina,dopo una lunga notte di tormento e riflessione, il Visconte de Chagny
si era recato a casa di Christine. A quell’ora non vi erano né Meg né Madame
Giry,impegnate nelle prove del nuovo balletto.
Lui
lo sapeva bene,ed era andato appositamente a quell’ora,per non aver
intromissioni di alcun tipo fra lui e Christine.
L’aveva
supplicata di ripensarci,di non giungere a soluzioni affrettate.
Era
disposto ad aspettare fino a che lei non si fosse sentita pronta,non voleva
forzare i tempi.
Comprendeva
benissimo il suo bisogno di solitudine, il suo senso di colpa,pur
ingiustificato,per la morte del Fantasma…ma era pronto ad accettare tutto,a
perdonare tutto.
Purchè
lei non lo lasciasse…
Christine
lo guardò con occhi velati di commozione e tristezza.
Dio,come
avrebbe potuto fargli capire che non era una questione di tempo?
Che
con il trascorrere dei mesi le cose non sarebbero affatto migliorate?
Era
così disperato,così accorato nelle sue suppliche…
Era
solo al mondo anche lui,ora,dopo la morte del fratello Philippe.
Un’altra morte che grava
sulla mia coscienza,pensò
lei con un brivido.
“Raoul,non
so davvero come altro dirtelo. Devi lasciarmi andare. Mi dimenticherai presto,e
troverai una sposa degna di te,della tua casata..e soprattutto del tuo amore.
Io non sono quella donna,e non potrei mai diventarlo. Mi dispiace di averti
illuso,del resto,spero mi crederai,ero totalmente in buona fede. Ma non
riuscirei a fingere per una vita intera.”
Il
ragazzo chinò il capo,e serrò i pugni per la rabbia.
“E’a
causa sua vero? Non ha nulla a che fare con me e te.”
Lei
impallidì vistosamente. “Non capisco a cosa ti riferisci. Non ti amo abbastanza
da sposarti,tutto qui.”
“Sai
benissimo a chi mi riferisco. Da morto ha ottenuto ciò che non ha ottenuto in
vita…è riuscito ad averti tutta per sé.”
Lo sguardo di Raoul era carico di rancore.
“Andiamo
Raoul,non essere ridicolo. Non centra nulla in questa storia. Vorresti davvero
essere legato per l’eternità ad una persona che non ti ama con tutto il suo
cuore?”
Lui
fece un sorriso amaro. “Vedi?Ogni tua parola conferma i miei sospetti. Il
motivo per cui non riusciresti a votarmi totalmente il tuo cuore…è che pensi
ancora a lui. E’come se fossi stata sepolta anche tu,laggiù nei
sotterranei,insieme a quello sporco assassino..a quella bestia immonda..a
quel..”
“Raoul!Adesso
basta!” Gli occhi di Christine scintillarono di indignazione.
“Devo
pregarti di andartene. La tua presenza qui non è più opportuna.”
Il
ragazzo si inchinò compunto,e fece per andarsene. Ma raggiunta la porta si
voltò,e la fissò con uno sguardo ferito e insieme determinato che lei non gli
aveva mai visto.
“Non
è finita Christine. Non può essere finita così. Le nostre strade si
rincontreranno,vedrai. Ed io sarò sempre accanto a te,che tu lo voglia o no…e
presto o tardi capirai di amarmi ancora!”
Quando
fu uscito,la ragazza si accasciò su una sedia.
Non
pensava che lui sarebbe stato così insistente.
Ora
aveva l’angosciante sensazione che non sarebbe mai riuscita a recidere del
tutto quel rapporto.
Lui
l’avrebbe tormentata ogni giorno,ne era certa,finchè lei non avesse
acconsentito a quelle nozze. L’avrebbe convinta in un momento di solitudine,di
ripensamento,di disperazione…e così
facendo avrebbe dannato entrambi,per sempre.
Sentiva
una gran voglia di piangere,ma se lo impedì.
Le
disavventure passate le avevano donato una forza d’animo che non credeva di
possedere,era stato l’ultimo regalo del suo Angelo.
L’aveva
trasformata da bambina viziata in donna matura,e non lo avrebbe mai saputo..o
forse sì.
Sorrise
debolmente. Gli angeli dal Paradiso possono vedere tutto,e sicuramente
lui,insieme a suo padre,la vegliava da lassù,e l’avrebbe sempre protetta.
“Bambina
mia,che succede? Ritornando ho visto la carrozza del Visconte allontanarsi..non
gli avevi già parlato? E’ venuto qui per cercare di farti cambiare idea?” la
voce di Madame Giry,appena entrata in casa,la strappò ai suoi pensieri.
Non
era possibile nascondere nulla alla sua madre adottiva;la perspicacia della
donna sembrava senza limiti.
Si alzò e le andò incontro,cercando di
mascherare la sua angoscia.
“Sì,è
stato qui…voleva soltanto parlarmi,non è accaduto nulla.”
Madame
Giry inarcò sarcasticamente un sopracciglio.
“Un
uomo rifiutato non si accontenta mai di parlare e basta. E lo smacco gli pare
tanto più umiliante quanto più alta è la sua posizione in società. Certo il Visconte è ben consapevole delle
chiacchiere che ci saranno su questa rottura di fidanzamento..e i nobili non
gradiscono mai le chiacchiere.”
Come
sempre la donna era andata dritta al punto.
Non
si era ancora perdonata l’aiuto offerto al Visconte,la notte della catastrofe.
Non
si era resa conto di cosa stesse facendo,aveva pensato di agire soltanto
nell’interesse di Christine,che amava come fosse figlia sua.
Troppo
tardi aveva compreso l’enormità del suo errore,troppo tardi aveva compreso
l’intensità di quell’amore a prima vista impossibile.
Tutto
era già perduto.
Aveva
ottenuto un inaspettato perdono da parte di Erik.
Qualche
giorno dopo la tragedia,sfruttando la conoscenza di alcuni passaggi segreti,era
penetrata nei sotterranei abbandonati dagli agenti della Gendarmerie, e aveva
trovato Erik,seduto al suo organo,che suonava una triste composizione.
Un
requiem per il suo amore perduto,probabilmente.
“Madame”l’aveva
salutata lui senza voltarsi né smettere di suonare. “Siete riuscita nel vostro
intento. A quest’ora i due ragazzi saranno già stati davanti al prete,a
giurarsi eterno amore.”
Lei
era impallidita. Dunque lui aveva compreso quale ruolo avesse avuto nella
vicenda,Raoul non avrebbe mai trovato la strada da solo. La rabbia di lui
sarebbe stata incontenibile.
In
quel momento le riuscì solo di pensare fugacemente a Meg,alla sua adorata
bambina...
Ma
poi si accorse che lui non sembrava avere intenzione di farle alcun male.
Si
era voltato verso di lei,e sul viso non mostrava alcuna rabbia assassina,alcuna
furia vendicativa.
Solo
un’incommensurabile tristezza,che rendeva il suo volto ancora più patetico.
“Non
temete,non sono in collera con voi. Avete agito per il meglio..nell’interesse
di Christine. Anche io l’ho fatto. Non sono fuggiti,li ho lasciati andare. Per
la prima volta nella vita ho amato,e ho compreso che non potevo limitare la sua
libertà,non potevo condannarla a vivere nel mio inferno. Quell’Angelo si merita
il
Paradiso.”
Madame
Giry si era sentita sconcertata da quelle parole.
Quello
davanti a lei non era l’Erik che aveva sempre conosciuto,i cui sentimenti
violenti e le cui passioni esasperate l’avevano sempre atterrita e ridotta
all’obbedienza. Davanti a lei stava un uomo diverso, pacato, rassegnato,composto
nel suo dolore.
“Madame,mi
trovo costretto a chiedervi un favore. Desidero abbandonare questo posto,e
ricominciare una vita fuori da questo teatro che si è rivelato una trappola e
una maledizione.”
Lei
aveva spalancato gli occhi per l’incredulità.
Erik
non avrebbe mai lasciato la sua Opera…almeno,non l’Erik che conosceva.
Era
inquieta,non sapeva cosa avrebbe dovuto aspettarsi dallo straniero che le stava
davanti.
Naturalmente
aveva accettato di aiutarlo,più per placare i propri demoni che per altro.
Era
convinta che non sarebbe stato in bene per lui esporsi al mondo,specialmente
dopo il disastro che aveva combinato. Era ricercato dalla polizia,e chiunque lo
avesse visto avrebbe compreso immediatamente la sua identità.
Non esistono molti
uomini mascherati a Parigi,pensò amaramente.
Tutto
era andato per il meglio.
Una
volta sistematosi nel vecchio casale,durante la sua ultima visita,con
espressione distante e meditabonda,senza guardarla negli occhi,lui le aveva
domandato:”Avete notizie di Christine?”
La
donna,raccogliendo tutta la sua freddezza,aveva mentito.
“Non
la vedo dal giorno successivo a…a quanto è accaduto. Mi ha detto che lei e
Raoul sarebbero partiti la sera stessa per una lontana proprietà di lui,nel
nord del paese. Immagino che si siano sposati,a quest’ora…”
Non
gli aveva mentito per crudeltà. Lui sembrava aver accettato la perdita della
ragazza,a che scopo tormentarlo con il racconto della sua malattia, della
depressione in cui era sprofondata?
Anzi,forse
questo lo avrebbe fatto ritornare sulle sue decisioni, e avrebbe portato a
nuovi spargimenti di sangue,nuovo dolore,nuovi problemi insomma.
“Ma
certo..”assentì lui,e poi la guardò,con un’espressione estremamente severa.
“A
parte voi e Nadir,tutti pensano che sia morto,vero?”
Madame
Giry annuì. “Sì,perfino mia figlia. Meno la gente sa,e meglio sarà per te.”
“Vi
chiedo una sola promessa: non fate mai sapere a Christine che sono ancora in
vita. Desidero non vederla mai più,non voglio che lei soffra ancora a causa
mia.”
La
donna aveva solennemente annuito.
Non
le sarebbe stato difficile,promise.
In
ogni caso i suoi rapporti con Christine in futuro sarebbero stati così
sporadici..
“Ovviamente,ora
che è una Viscontessa,non potrà più frequentare con leggerezza l’ambiente del
palcoscenico.” Lui aveva soltanto annuito,mestamente.
“Madame,non
so davvero cosa fare!”
La voce angosciata di Christine strappò
Madame Giry ai suoi ricordi. Le prese le mani gelate fra le sue. “Bambina,non
c’è che un modo”le disse con voce rassicurante.
“Dovrai
lasciare Parigi,senza far sapere a nessuno i tuoi spostamenti…eccetto me,è
chiaro. Per me mentire e sembrare assolutamente all’oscuro di tutto non sarà un
problema.”Inarcò un sopracciglio,con una smorfia sarcastica. “Ti aiuto a fare i
bagagli,se vuoi. Potresti andare nel Sud, ho dei parenti di mio marito laggiù.
Vivono a Marsiglia. Là potresti imbarcarti per qualunque posto desidererai. Scrivo
subito una lettera per mia cognata. Non appena la leggerà ti accoglierà in casa
sua. E intanto potrai schiarirti le idee,e decidere cosa vuoi fare con il resto
della tua vita. Fra qualche tempo potrai tornare a Parigi,quando tutto sarà
dimenticato,quando anche il Visconte si sarà dato pace. Sei così giovane,e
piena di talento…Se usi il tuo buonsenso e la tua intelligenza,tutto si
sistemerà,vedrai.”
Christine
la fissava ad occhi spalancati.
“No
io..no,non posso…lasciare Parigi..lasciare voi e Meg…lasciare..”
“E’
morto Christine”disse duramente Madame. “Restare qui a soffrire,ad essere
tormentata dalle pressioni del Visconte,non lo farebbe tornare in vita. Non
puoi negarti la libertà di vivere,Christine. Non ne hai il diritto. E’Dio a
decidere chi deve vivere e chi deve morire.”
La
ragazza sospirò.
“Avete
ragione,Madame. Come sempre. Sentirò molto la vostra mancanza.”
La
donna sorrise,protendendosi per abbracciarla.
“Non
è un addio,Christine. E’solo un arrivederci.”