Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: JennyPotter99    18/06/2020    0 recensioni
PREQUEL DI "OUR FATE"
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Estate 2009
 
Il mondo magico regnava in una profonda tranquillità, dopo che Voldemort era stato sconfitto, nessuno guardava più se in giro ci fossero Mangiamorte.
Questo consentì a Nott di insegnare a Delphi come controllare i propri poteri.
La bambina stava crescendo potente, ma era ora di sapere del suo passato.
Delphi e Theo si smaterializzarono alla fine di una buia foresta, di sera, per non dare nell’occhio.
Proseguirono verso un cancello nero che con un cenno di bacchetta, Nott fece divenire polvere, così da poterlo oltrepassare.
Al di là di esso, ergeva un elegante villa che da fuori, stava cadendo a pezzi.
-Che posto è questo?- domandò lei, salendo i gradini fino al grande portone.
-E’ dove sei nata.- rispose egli, dando una forte spinta alle porte per aprirle.
Delphi notò che c’era incisa una lettera, cancellata per via delle troppe ragnatele.
Così la pulì, dandoci una soffiata: una grossa M.
-Benvenuta a Villa Malfoy.- aggiunse Theo e con uno schiocco di dita, fece riattivare tutti i lampadari spenti da tempo.
Ogni stanza era enorme e  più si guardava intorno, più la ragazza se ne meravigliava.
Osservò una parete morbida e vide che c’era l’impronta di qualcosa di quadrato che una volta vi era stato appeso.
Di fatti, facendo un passo avanti, inciampò in un quadro.
Tolse la polvere e ci vide disegnate quattro persone: tre adulti che stavano in piedi, un uomo dai lunghi capelli biondi, una donna vestita in modo elegante con a fianco un’altra dai lunghi capelli neri e ricci, proprio come lei.
Infine, seduto su una poltrona, un ragazzo che sembrava avere quasi la sua età, con una chioma biondo platino tutta ingelatinata.
-Questa è tua madre.- intervenne Nott, indicandole la Mangiamorte mora.- Era stupenda.-
Allora Delphi riattaccò il quadro alla parete e seguì l’uomo in un’altra stanza.
Theo staccò con forza una tegola del pavimento e ne estrasse un lungo scrigno, sorridendo.- Eccola qui.-
Quando l’aprì, gli occhi di Delphi brillavano: era una bacchetta bianca, con il manico che somigliava ad un artiglio.- E’ bellissima.-
-Era la bacchetta di tuo padre, ora sarà tua.-
La ragazza non ci pensò due secondi e la afferrò.
Tenendola in mano, fu come se potesse sentire tutto il suo potere e allo stesso tempo, tutte le urla delle persone che quell’arma aveva ucciso, le riempirono la testa.
-E’ fantastica.-
 
Autunno 2010.
 
La bacchetta era ormai sua, ma non la usava molto spesso.
Delphi era abbastanza potente da riuscir a fare incantesimi anche solo con le mani e usò questa tattica per rimettere in sesto l’intera villa, lavando, pulendo e spazzando in giro.
Al piano superiore, oltre le stanze da letto, c’era anche un enorme libreria.
Nei pomeriggi noiosi, Delphi leggeva qualche libro che l’aiutava a conoscere la magia e i maghi che facevano parte del suo passato.
Studiò di Harry Potter, di Albus Silente e della sua battaglia contro Gallet Grindelwald.
In particolare, il simbolo dei doni della morte: la linea, il cerchio e il triangolo non le usciva dalla testa.
Finito un libro, Delphi non esitava a prenderne un altro dalla pila.- Newt Scamander: Animali fant-
-No, buttalo via, quello è robaccia.- borbottò Theo, lanciando via il volume.
Delphi aveva preso la vecchia camera del ragazzo nel quadro: grande, con un letto a due piazze e un specchio.
Mentre curiosava tra i cassetti, notò un piccolo diario.
Non appena lo afferrò, ne cadde una foto.
Era una ragazza dal volto sorridente, dei bei capelli lisci e color rame.
Delphi pensò che fosse davvero bella e che avrebbe voluto avere i capelli come i suoi.
Lesse quel diario per tutta la notte.
Inizialmente erano pagine sprecate in una sola frase dolce scritta in grande.
Come Se so cos’è l’amore, è grazie a te.
O Vorrei poterti dare gli occhi per farti vedere come ti vedo io.
E nel leggere, la ragazza si chiese cosa significassero tutte queste parole, non conosceva l’amore.
L’ultima pagina era scarabocchiata, con una frase ripassata più volte di nero, datata 1996.
Mi guardo e mi chiedo che fine ho fatto.
Erano appena le otto di mattina quando Delphi finì di leggere.
Si soffermò a vedere la foto di quella ragazza e allo stesso tempo si guardò allo specchio.
Non si piaceva nemmeno un po', voleva che quei capelli scomparissero e sapeva anche come fare.
Esisteva una cosa che i babbani chiamano parrucchiere, anche per i maghi.
Theo dormiva come un ghiro sul divano, perciò Delphi gli rubò silenziosamente qualche galeone si smaterializzò alla città più vicina, Londra.
Quando entrò nel negozio, tutte le donne si voltarono a fissarla per il suo aspetto macabro: in effetti, la ragazza era solita vestirsi solo di nero.
-Accomodati pure cara, come posso aiutarti?- le disse la proprietaria, facendola sedere.
Delphi si era portata con se la foto come guida.- Li voglio così, per favore.-
***
Con la sua nuova acconciatura, tornò a casa, scoprendo che Theo era preoccupato.
-Ma sei impazzita?! Dove sei stata?! Che hai fatto ai capelli?!- esclamò, gesticolando.
Nonostante fosse uscita dall’orfanotrofio, Delphi continuava ad essere rinchiusa e non aveva nemmeno un amico.
-Non mi piacevano più e così li ho cambiati.- rispose lei, stringendosi nelle spalle.
Nott la guardò scuotendo la testa, come deluso.- Mi sbagliavo, non sei pronta.- commentò, voltandole le spalle.
Delphi fu stranita.- Pronta per cosa?- gli chiese, inseguendolo per tutta la casa, dato che lui non voleva rispondere.- Pronta per cosa?!-
-Per vedere tuo padre.-
-Mio padre? Se te lo sei dimenticato, mio padre è morto, tanti coriandoli, puff.-
-Ma se potessimo cambiare le cose?- mormorò Nott, stringendole le braccia. -Far sì che non perda i suoi poteri, che non crei quei maledetti horcrux, che non cerchi mai di uccidere quel Potter.-
La ragazza intuì subito il suo piano.- Vuoi tornare indietro nel tempo?-
Per risponderle, Theo tirò fuori una Giratempo dalla tasca.
Lei sgranò gli occhi.- Credevo fossero andate distrutte tutte nel 1995.-
-Oh, gli Auror sono troppo impegnati a fare i fanatici per accorgersi di quello che gli succede sotto il naso.- aggiunse l’uomo.
-Se sapessero che vogliamo fare una cosa del genere, ci ucciderebbero all’istante.-
-Infatti non saremo noi a farlo.-
Delphi aggrottò le sopracciglia. -E chi?-
-Qualche anno fa la famiglia Potter ha dato alla luce dei marmocchi.- rispose Nott, estraendo un libro dalla pila.
-E dei marmocchi ci aiuteranno a tornare al 1981?-
-No, non da bambini almeno, ma da adulti.-
L’altra ridacchiò, incrociando le braccia.- Sei uscito di senno, le Giratempo vanno solo indietro, non avanti.-
-E qui viene il bello.- le disse, sorridendo in modo furbo.- Esiste un’arma talmente potente che credo possa forgiare una speciale Giratempo capace di andare sia avanti che indietro. Forgiata dalla morte stessa.-
-La bacchetta di Sambuco.- capì Delphi: quel piano cominciava lentamente a prendere forma e iniziò ad attirarla.- Ma Harry Potter l’ha distrutta.-
-La bacchetta non è sempre appartenuta a tuo padre o a Potter.- disse Nott, mostrandole la pagina di un mago: c’era una foto, si trattava di un uomo dai capelli bianchi e due occhi di un colore diverso.
-Grindelwald.- lesse Delphi. -E’ morto. Che faccio? Vado a parlare con le sue ossa?-
-E’ qui che entra in gioco la Giratempo. C’è stata un’epoca in cui Grindelwald è stato all’apice del potere. E so che tu saresti in grado di convincerlo a farti creare la Giratempo. Dopotutto, lui e tuo padre condividono lo stesso pensiero.-
Era un piano molto rischioso e c’erano alte probabilità di fallimento, non che di pericolo.
Delphi si sentì talmente tante responsabilità addosso, che le mancò il fiato.- Ci devo pensare.- disse seccamente, prima di chiudersi in camera.
Era da quando si trovava nell’orfanotrofio che non aveva un attacco d’ansia e quella volta non riuscì a controllarla.
Senza fiato, si accasciò a terra e non appena poggiò le mani sul pavimento, gli oggetti nella stanza volarono e lo specchio si distrusse in mille pezzi.
Il diario di quel ragazzo le cadde davanti gli occhi e dopo essersi calmata, lo ripose nel cassetto.
In quel momento, notò un foglio strappato che non aveva mai visto e lo lesse.
Ho capito che quando sei innamorato di una persona, non è più la gravità a tenerti attaccato al suolo, ma il suo sorriso.
Credo di aver trovato l’altra metà di me.
Ed è bellissimo.
Chiedendosi come ci si dovesse davvero sentire ad essere innamorati, una lacrima di tristezza le rigò la guancia.
A notte fonda, con una candela accesa, passeggiò per il corridoio e si soffermò sul dipinto.
Ogni volta che ci passava davanti, sembrava sempre che il ragazzo seduto la guardasse con sguardo diverso.
Quella sera, la fissava con volto sereno, come a dire che sarebbe andato tutto bene.
-Dici che dovrei farlo? E se andasse male? Potrei morire e non poter incontrare mai i miei genitori.- disse, sospirando.- E se invece ce la facessi? Aiuterei mio padre a costruire il suo impero e allora non sarei più definita mostro o strana.- continuò, mentre la candela si consumava.
Lo sguardo del ragazzo rimase quello e anche se non sapeva chi egli fosse, sentì una strana sensazione dentro di se: era la cosa giusta.
Il fuoco si spense e il quadro rimase illuminato dalla luna.
Delphi avrebbe tanto voluto conoscerlo, o almeno avere un vero contatto umano.
Si avvicinò al dipinto e poggiò la fronte sul disegno del biondo.- D’accordo.-
   
 
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