Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: JennyPotter99    19/06/2020    0 recensioni
PREQUEL DI "OUR FATE"
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primavera 2013
 
Delphi e Theo unirono le loro braccia e con la bacchetta, l’uomo li legò con un filo argentato.
-Giuri, tu, Delphini Lestrange, di usare ogni mezzo possibile, al massimo delle tue capacità, per consentire il ritorno del signore oscuro?- le chiese Nott, legandola a se tramite un voto infrangibile.
-Lo giuro.- affermò la ragazza.
Nott la guardò con un sorriso soddisfatto e slegò il nodo.- Molto bene.-
Successivamente, coperti bene da un mantello per non attirare nell’occhio, quella stessa notte si avviarono al porto di Londra.
New York sarebbe stata la prima meta di Delphi.
Theo le mise al collo la Giratempo e una borsetta.- Questa borsa è stregata con un incantesimo estensivo: ci sono vestiti, soldi e tutto l’occorrente.- le disse, guardandola con sguardo deciso.- Io mi fido di te, so che puoi farcela.-
Delphi aveva passato due anni a prepararsi per quel momento: era pronta.
Si aspettava qualche segno d’affetto da parte sua, dato che non l’avrebbe rivista per un po', ma la crudele verità era che un Mangiamorte non provava amore.
Delphi sapeva l’anno in cui sarebbe andata, perciò non appena Theo si allontanò, fece ticchettare la Giratempo quanto bastava.
Si guardò intorno come tutto cambiava, le persone si muovevano a scatti e il cielo cambiava velocemente.
Improvvisamente, il terreno davanti a lei iniziò a sgretolarsi.
Sgranò gli occhi e iniziò a correre dalla parte opposta, ma anche da quel lato la terra cedeva: sarebbe sicuramente caduta.
Infatti, molto presto, il suolo sotto i piedi scomparve, facendola cadere giù e giù per metri e metri.
 
 
 
 
New York, 1926.
 
Mentre gridava, notò un ammasso di legname alla quale si stava avvicinando e sopra cui sarebbe atterrata molto probabilmente di faccia.
L’atterraggio non fu dolce, ma nemmeno la uccise.
Il legno era umido e subito dopo si udì un boato, seguito da uno sbuffo.
Anche se le girava la testa, riprese conoscenza e si alzò lentamente.
Però, quando lo fece, notò che la Giratempo al collo si era rotta.
-Cosa?! No! No!- piagnucolò, senza lacrime, cercando di ricomporla, ma era impossibile.
Non sapendo ancora dove si trovasse, nascose i pezzi dentro la tasca.
Rizzò in piedi e in quel momento capì di trovarsi su una nave, in mezzo al mare.
Dopo essersi ricomposta, cercò qualcuno tra le persone presenti per chiedergli dove si trovasse.
Vide un curioso ragazzo seduto su una panchina, vestito di arancione, con un montgomery blu, che sembrava stesse sussurrando qualcosa al sua valigia.
Titubante, gli si avvicinò.- Scusami, sai dirmi dove siamo?- gli chiese, anche se pensava fosse strano.
Incrociò il suo sguardo: aveva delle dolci lentiggini, un paio di occhi azzurri e un ciuffo di capelli color castano chiarissimo.
-Oh, questo è traghetto che porta a New York.- le rispose, stringendo a se la borsa.
-E l’anno?-
-1926.-
-Bene, il luogo e la data almeno sono giusti.- mormorò Delphi tra se e se, ma lui riuscì a sentirla.
-Cosa?-
-Ehm, niente.-
-Sei qui da sola?-
Delphi doveva inventarsi qualcosa.- Sì, sono venuta a New York per trovare mia nonna, ma mi hanno perso i bagagli.-
-Mi spiace tanto, vuoi che ti aiuti?-
La ragazza non aveva ancora capito se quello era un mago o un babbano, ma poteva tornarle utile.
Ogni nazione del mondo aveva un’ambasciata magica, con il suo rispettivo presidente.
In particolare, quella americana, si trovava a Manhattan e in quell’edificio c’erano tutte le cartelle dei maghi presenti in città: l’unico modo per trovare Grindelwald.
-Se non ti disturbo.-
Il ragazzo rizzò in piedi in un attimo e con un inquietante sorriso, le porse la mano.- Newt Scamander, molto piacere.-
Il suo nome non le suonava nuovo, ma non ricordava dove lo avesse già sentito.- Delphi, piacere mio.-
Quando la statua della libertà fu abbastanza vicina, il traghetto attraccò e la ragazza rimase vicino al nuovo conoscente, mentre si fermavano alla dogana.
Un poliziotto gli sbarrò la strada e controllò i documenti del castano.- Come mai a New York?-
-Io e, ehm…- balbettò, guardando Delphi.- Mia nipote ed io siamo qui per trovare la nostra nonna.-
Lei alzò un sopracciglio: credeva che fosse così piccola?
-D’accordo, apra la valigia.-
Newt fu titubante a consegnargli la borsa: nell’istante prima di aprirla, premette un bottone sul bordo.
Delphi guardò attentamente cosa c’era scritto: lato per babbani.
Perciò era capitata proprio con un mago.
Dentro di essa, c’erano semplicemente una camicia pulita, un orologio da taschino e una sciarpa dai colori nero e arancione.
Delphi aveva studiato le casate della grande scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: quei colori appartenevano a Tassorosso.
Ciò significava anche che quell’uomo era britannico.
Dato che non aveva niente di strano, i due oltrepassarono il vigile con facilità ed entrarono in città.
-Tu perché sei a New York?- gli chiese lei, per sapere se poteva contare su di lui.
-Un regalo di compleanno.-
Delphi non ci crebbe nemmeno un po', soprattutto perché Newt aveva qualcosa di sospetto.- Hai fatto tutto questo viaggio per un regalo di compleanno? Beh, questa persona deve essere proprio speciale.-
New abbassò la testa in modo buffo e imbarazzato.- E’ un regalo raro.-
Mentre attraversavano la città, passarono davanti ad una banca: sopra gli scalini, davanti all’entrata, c’era una calca di persone che ascoltavano una donna.
Aveva uno sguardo tetro e sembrava aver preso l’attenzione di tutti.
Dietro di lei, una bandiera che riportava il disegno di due mani che spezzavano una bacchetta magica.
-Non siamo soli e gli ultimi avvenimenti di questa città sono la prova!- esclamò ella.- Stiamo parlando di stregoneria! Unitevi a noi e smaschereremo questo abominio.-
Delphi non si aspettava che si sarebbe ritrovata in un secolo in cui i maghi erano ancora perseguitati.
Improvvisamente, mentre lei a Newt ascoltavano la donna, la mano destra iniziò a tremarle.
Erano anni che non le succedeva, da quando era scappata dall’orfanotrofio.
Da piccola non riusciva a controllare bene i suoi attacchi, ma grazie agli insegnamenti di Theo, aveva imparato come fare.
Inspirò lentamente e si aggrappò alla manica del montgomery di Newt.
-Ehi, stai bene?-
-Puoi farmi un favore?- balbettò Delphi, col fiato corto. -Puoi abbracciarmi?-
New arrossì come un peperone.- Come scusa?-
-Per favore!- esclamò, sentendo i nervi salire.
-Va bene, va bene.- rispose Newt, facendo per stringerla.
-N-Non così, da dietro.-
-Ah.-
Newt le si mise dietro e l’abbraccio delicatamente.
A quel punto, la ragazza si calmò.- Grazie, non so cosa sia successo.-
-Beh, sembrava un normale attacco di panico.-
Lei lo guardò strano.- Cos’è un attacco di panico?-
-Beh, è un po' lunga da spiegare, ma è come se improvvisamente ti mancasse qualcosa, come se ti sentissi spezzata a metà.- spiegò lui.
Delphi fu meravigliata: si era sentita esattamente così.
In quell’istante, un giovane ragazzo timido, gli si avvicinò con un foglio.- Volantino?- mormorò con voce così bassa che a malapena lo si sentiva.
Il disegno sul volantino era lo stesso della bandiera, quindi probabilmente egli faceva parte del gruppo.
Quando Delphi lo prese, notò delle brutte cicatrici sulla sua mano.
Somigliavano moltissimo a quelle che aveva sulla schiena.
Incrociò il suo sguardo per un secondo e ci vide disperazione.
-Oh no!- esclamò Newt, guardandosi attorno velocemente.
-Che succede?-
-Lo snaso è scappato!-
Delphi osservò che la valigia era mezza aperta.- Cos’è uno snaso, esattamente?-
-Somiglia ad un ornitorinco, ha il becco e del pelo nero lucido!-
-Cosa diamine è un ornitorinco?-
La ragazza si accucciò sulla folla, per vedere se l’animale fosse scappato da quella parte e in quel momento vide una figura cicciottella che rubava una moneta dal cappello di un barbone. -E’ quello?- chiese, indicandoglielo.
Newt lo rincorse, mentre l’animaletto fuggiva dentro la banca.
Delphi lo seguì, ma cercò di non dare troppo nell’occhio, altrimenti tutti l’avrebbero guardata male.
La piccola palla di pelo aveva adocchiato il carlino di una signora, che aveva sul collarino un diamante rosso ed era in fila per entrare nell’ufficio dei finanziamenti.
Così, i due si accostarono alla fila per cercare di raggiungerlo, continuando a fare i vaghi.
-Sembra che i gioielli gli piacciano molto.- commentò Delphi.
-E’ una caratteristica dello snaso, è attirato dalle cose che luccicano.-
Un uomo, davanti a loro, con un paio di baffoni neri e una valigia, si domandò di cosa stessero parlando.- Salve, come mai siete qui?-
-Ehm, per il suo stesso motivo.- rispose Newt.
-Cercare fondi per una pasticceria?-
-Esatto.- continuò Delphi.
-Oh beh, buona fortuna.-
Rubato il gioiello, lo snaso corse via e i due ragazzi dietro di lui.
Correndo, nessuno si accorse che qualcos’altro cadde dalla valigia.
Il grasso uomo baffuto raccolse da terra quello che pareva un uovo argentato.- Ehi, signore, gli è caduto questo!- gli gridò, correndogli dietro, per quanto veloce potesse riuscire ad andare.
Delphi e Newt seguirono lo snaso fino alle camere blindate, trovandolo all’interno, che racimolava tutti i lingotti d’oro.
La ragazza scoppiò a ridere, vedendo come la palletta di pelo si infilava quanto oro poteva dentro la sacca che aveva sulla pancia.
-Piccolo demonietto.- borbottò Newt, afferrandolo dalle zampe e iniziando a scuoterlo verso il basso.- Non si fa!-
Il signore della fila si presentò davanti a loro, col fiatone. -Ragazzi, avete perso questo.-
Proprio pochi secondi dopo, l’uovo iniziò a schiudersi.
Newt sgranò gli occhi.- Stia fermo, fermissimo.-
L’altro tenne tutti gli organi immobili.- C-così?-
Non appena l’uovo si ruppe, Newt aprì velocemente la valigia: da esso uscì un piccolo serpente dalla pelle blu, che volò dentro la borsa.
Quello doveva essere per forza un babbano, perché rimase di stucco.
Successivamente, apparve un uomo su tutte le furie, seguito da dei poliziotti.- Ehi voi!-
Senza pensarci, prima che li arrestassero, Delphi tirò fuori la bacchetta, puntandogliela contro.- Pietrificus totalus!-
Quando i loro corpi si bloccarono, tutti e tre si smaterializzarono fuori dalla banca.
-E’ un sogno, è decisamente un sogno.- ripeté il baffone, tra se e se.
-Cosa facciamo con lui?- domandò Delphi a Newt.
-Non lo so, cosa si fa in questi casi?-
Di scatto, l’uomo prese la propria valigia e fuggì via.
-Oh, beh, non c’è da preoccuparsene.- commentò lei.
Prima che potessero continuare a camminare, una donna afferrò il polso di entrambi e si smaterializzarono in un vicolo.
   
 
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