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Autore: MissRosalie42    18/06/2020    0 recensioni
La cosa più importante da sapere su Sam è anche l'unica che nessuno conosce. Il ragazzo può vedere i fantasmi.
Nulla di particolarmente esaltante, per lui. Può vederli e parlare con loro da sempre, ci è abituato.
Quando però si trasferisce in una nuova casa e la trova infestata da un ragazzo morto alla sua età pochi anni prima, le cose cambiano.
Sam sarà costretto ad affrontare tutto ciò che lo spaventa e che aveva sempre evitato: la sua famiglia, le sue insicurezze, i suoi sentimenti. A quale prezzo imparerà ad essere se stesso?
Genere: Drammatico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.
Tre anni dopo.
 
Un vento rinfrescante scompigliò i capelli di Sam mentre il ragazzo si allontanava dalla Walker, con le mani in tasca e un leggero sorriso sul volto.
Come tutte le volte che tornava in città, era passato a trovare Rose, e aveva appena trascorso un’ora buona a chiacchierare con lei. Per fortuna non faceva freddo, era estate. Perché ovviamente non poteva entrare a scuola. Faceva in modo di incontrare la ragazza fantasma sempre quando l’edificio era chiuso, di modo che non ci fossero studenti o insegnanti in giro, e i due amici parlavano attraverso le sbarre del cancello.
Durante il primo anno dopo il diploma aveva fatto lo stesso con Patricia, finché un giorno, presentandosi al parco per salutarla, non l’aveva trovata. Evidentemente, era riuscita a passare oltre. Nonostante non ci potessero essere altre opzioni, Sam aveva fatto una rapida deviazione per il parco anche durante tutte le visite nell’anno successivo, finché si era arreso all’evidenza che non l’avrebbe rivista mai più.
Quella mattina, quando era andato a salutare i King e Sarah, come sempre aveva lanciato un’occhiata alla finestra della sua vecchia camera, nella sua vecchia casa. Nessuna traccia di Maxwell.
Percorse a piedi la strada fino al centro città, dove aveva appuntamento con Mindy e Hugh. E non solo con loro due.
“Eccoti qua” gli disse Brandon, spuntando fuori dal nulla e spaventandolo.
Sam neanche si era accorto di essere arrivato al luogo dell’incontro.
“Dove ci aspettano?” chiese ancora l’amico.
“In quella che apparentemente è la nuova sala da tè preferita di Mindy” rispose Sam con un sorriso. “Aspetta, ho segnato nome e indirizzo.”
Fece per infilare la mano in tasca e tirare fuori il foglietto di carta su cui aveva scarabocchiato le informazioni di cui avevano bisogno, quando uno strillo gli fece prendere un colpo.
“Oh mio Dio! Non posso crederci!” stava urlando una ragazza, incurante del fatto che si trovassero in una strada piena di gente. “Tu sei Brandon King!” Sembrava sul punto di mettersi a piangere, emozionata, con le mani davanti alla bocca.
Altre teste si voltarono.
“Sì, sono io” rispose Brandon, con un sorriso disinvolto. Era abituato, ormai.
Ed era abituato anche Sam, soprattutto alla parte successiva.
La ragazza si fece fare un autografo e poi mise tra le mani di Sam una macchina fotografica usa e getta.
“Possiamo scattare una foto?” la sconosciuta chiese a Brandon. E poi, senza aspettare la risposta, troppo emozionata per usare le buone maniere, si rivolse a Sam. “Puoi scattarci una foto?!”
“Certo” rispose Sam con un sorriso.
Ah, se gli avessero dato una sterlina per ogni foto scattata a Brandon con i fan…
 
Raggiunsero la sala da tè mezz’ora dopo l’orario dell’appuntamento, e trovarono Mindy, Hugh e Thomas già seduti ad un tavolino in un angolo della sala, con le tazze di tè davanti, e un vassoio pieno di dolcetti.
Mindy e Hugh si alzarono per abbracciare i due ragazzi, così stretti da rischiare di soffocarli.
“Come sta tua madre?” chiese Mindy a Sam, sciogliendo l’abbraccio e riprendendo posto insieme al futuro marito. Si sarebbero sposati di lì a due mesi, e lui e Thomas avevano già comprato un completo per l’occasione. Lei li aveva tartassati, con la paura che si presentassero in jeans e maglietta.
“Mi sa che la senti più tu di me” rispose Sam. “Comunque sta bene” aggiunse con un sorriso.
Mindy e l’ex signora Robertson parlavano al telefono almeno una volta a settimana, mentre Sam vedeva la madre circa una volta al mese.
La donna adesso abitava a Londra, come il figlio, e lavorava in un ospedale della città. Si erano trasferiti entrambi dopo il diploma di Sam, ma il ragazzo era andato a vivere con Thomas.
All’inizio i due fidanzatini avevano diviso una camera in casa con degli sconosciuti, e avevano dovuto fingere per lungo tempo di essere solo amici, altrimenti li avrebbero cacciati fuori. La madre di Sam aveva quindi proposto loro di trasferirsi da lei, nella camera degli ospiti, e alla fine i due giovani avevano ceduto. Erano già costretti a fingere in molti luoghi pubblici, non ce la facevano più a non poter essere loro stessi persino tra le mura di casa. Per Sam non era l’ideale vivere sotto lo stesso tetto con la madre e il proprio fidanzato, ma era stata l’alternativa migliore, almeno momentaneamente.
Comunque, l’anno successivo erano stati raggiunti in città da Brandon e Archer, finalmente diplomati anche loro, e adesso gli amici vivevano tutti e quattro insieme nello stesso appartamento.
Thomas frequentava giurisprudenza al King’s College, e anche Archer si era iscritto lì, nella stessa facoltà. I due ragazzi studiavano spesso insieme ed erano diventati molto amici. Archer aveva preso il coming out di Sam e la relazione con Thomas in maniera tranquilla, così come Vinnie e Diana, che stavano ancora insieme e adesso vivevano in Irlanda. Invece Nathan si era allontanato dal gruppo. Non aveva mai fatto commenti diretti sgradevoli, ma… insomma, anche se gradualmente e senza fare sceneggiate melodrammatiche e omofobe, aveva pur sempre preso le distanze.
“Come mai ci avete messo tanto?” chiese Thomas, mentre Sam si sedeva accanto a lui. Si strinsero brevemente la mano con affetto.
“Colpa di Brandon, ovviamente” rispose Sam.
“La gente mi ama, che posso farci?” il colpevole si strinse nelle spalle.
“Quand’è il prossimo concerto?” domandò Hugh.
“Quello al tuo matrimonio” rise il ragazzo.
“Davvero?” domandò Mindy.
“Sì. Il tour parte in ottobre, quando esce il nuovo album.”
“Emozionati?”
“Da morire!”
“La cover è pronta?”
“Prontissima” rispose Sam, che aveva illustrato già la cover dell’album di esordio della band di Brandon, nella quale il ragazzo suonava la chitarra e scriveva quasi tutti i testi. Non era il cantante, ma era il frontman, quindi tutti conoscevano il suo nome, anche perché era quello che parlava di più durante le interviste.
Il primo anno a Londra, invece di iscriversi al college, aveva messo su una band. I signori King avevano storto un po’ il naso, persino Amy Beth, ma in sei mesi erano riusciti a trovare un agente, e sei mesi dopo era uscito il loro primo album, che era stato un successo e li aveva portati in tour per tutta l’Inghilterra e in un sacco di programmi televisivi, musicali e non. Avevano conquistato tanti di quei fan che per il secondo tour erano state programmate anche delle date in altri paesi europei.
Sam, ovviamente, non aveva perso un solo concerto fino ad allora, e di certo non aveva alcuna intenzione di perdersi quelli di Parigi, Milano, e di altre città stupende.
Brandon ormai guadagnava un sacco di soldi e avrebbe potuto tranquillamente vivere per conto suo e in un appartamento ben più bello di quello dove abitava adesso con i suoi amici, ma non ne aveva alcuna intenzione, almeno per il momento. Gli ultimi due anni era stato troppo concentrato sulla musica per avere una storia seria, ma ultimamente stava frequentando una ragazza che a breve avrebbe potuto strapparlo dalle grinfie dei suoi amici.
Neanche Sam si era iscritto al college, ma era stato selezionato in una prestigiosa accademia d’arte londinese. Durante le vacanze di Natale avrebbe visto per la prima volta i suoi lavori esposti in una galleria d’arte, insieme a quelli di altri studenti ritenuti meritevoli.
“E com’è andato il pranzo?” chiese ancora Mindy. “Tua madre non vedeva l’ora di riabbracciarti.”
“Quella donna è troppo sentimentale” rispose Brandon con uno sbuffo, ma scherzava. Ci mancava poco che il ragazzo si mettesse a piangere ogni volta che rivedeva la sua famiglia.
“Tutti ci hanno chiesto di salutarvi e Claire ci ha detto di ricordarti che avete un appuntamento domani” intervenne Thomas, che aveva pranzato dai King con Brandon e Sam. Poi le strade dei tre si erano divise: Brandon era rimasto a casa, Sam era andato da Rose, Thomas aveva rivisto alcuni vecchi amici. Adesso si erano ritrovati per salutare Mindy, e poi tutti e tre sarebbero andati a cena dai Carter. Questo era il tour che facevano ogni volta che tornavano in città, arrivando presto la mattina e rientrando tardi la sera. Raramente restavano per più di un giorno, preferivano che famiglia e amici li andassero a trovare a Londra. Spesso, comunque, si univano ai tre ragazzi anche Amy Beth e Jack, il migliore amico di Thomas.
Amy Beth studiava e viveva a Oxford. Proprio con Jack, che aveva vinto una borsa di studio per quella stessa università. I due stavano insieme da poco meno di Sam e Thomas, quindi quasi tre anni ormai, ed erano stati proprio loro due a presentarli.
Trascorsero un’altra ora a chiacchierare, in attesa che Evelyn passasse a prenderli con la macchina.
Gli ultimi tre anni della vita di Sam non erano stati privi problemi, o di sofferenza. C’erano stati alti e bassi, ma da quando aveva conosciuto Max ed era riuscito a trovare la forza di aprirsi al mondo ed essere se stesso, era finalmente felice. Più volte aveva provato a confessare a Brandon e Thomas di poter vedere i fantasmi, ma alla fine non c’era mai riuscito. A Londra ne aveva conosciuti di nuovi, e chissà quanti ancora ce n’erano da incontrare. Almeno, stavolta nessuno di loro viveva in camera sua.
Thomas si sporse verso di lui, appoggiandosi al bracciolo della sua sedia in ferro battuto color rosa pastello, come quasi tutto in quella sala da tè.
“Tutto bene?” gli sussurrò, con le labbra che sfioravano l’orecchio di Sam. “Mi sembri sovrappensiero.”
Sam gli sorrise e gli strinse la mano. “Tutto bene” rispose.
E da tre anni, quella risposta non era più una bugia.
 
Fine.
   
 
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