Correndo da una stanza
all’altra, Esme si affrettava a
sbrigarsi. Edward e i ragazzi sarebbero tornati presto da scuola e
com’era
ormai da diverse settimane Bella sarebbe stata con loro. Da qualche
giorno,
Esme si era cimentata nella cucina, sfiniva le papille gustative di
Bella con
commensali di proporzioni esagerate, che lei si convinceva sempre a
finire per
non essere maleducata. Ogni giorno la sorprendeva con piatti sempre
più strani
e particolari che magari a Bella non piacevano, ma apprezzava lo sforzo
di Esme
per farla sentire a suo agio.
“Siamo tornati” disse Edward entrando dalla porta
“Fermi!” Esme uscì dalla cucina
bloccandoli con un cucchiaio di legno “Il
pranzo non è ancora pronto. Ciao Bella” le sorrise
dolcemente e Bella ricambiò
con un gesto della mano.
Edward si avvicinò ad Esme e le sussurrò
nell’orecchio “Resti sempre la mia
preferita!”. Aveva letto nei suoi pensieri lo
“shock” della mano di Bella
intrecciata alla sua. Esme adorava Bella, perché aveva
portato alla vita il suo
amato Edward, ciononostante ancora faticava ad abituarsi a piccole
effusioni
d’amore che senza accorgersi anche lei aveva nei confronti di
Carlisle.
“Che buon profumino! Che la mia consorte cucini ancora per
Bella?” Carlisle
entrò dalla porta in quell’istante
“Vorrei quasi essere umano per assaggiare.
Cucina bene Bella?”
“Egregiamente. Mia madre non saprebbe sfamarmi meglio di
così…”
“Andare… via via via… fermo tu! Mi devi
un bacio” spinse via i ragazzi curiosi,
ma attirò Carlisle a sé per il bacio del
buongiorno “Stai prendendo la cattiva
abitudine di non salutarmi più. Consorte
cattivo…”
“Porrò rimedio quanto prima al mio sgarbo, amore”
“Quanto odio sentire i pensieri in questi momenti!”
Edward era bloccato sulle
scale
“Cosa dicono?”
“Fidati Bella è meglio non saperli, ringrazia di
non poterli sentire” disse
Alice.
“Posso aiutarti?”
Carlisle si offrì di aiutare Esme a
cucinare
“Sì..” lo trascinò dentro la
cucina afferrando il suo pullover in un pugno
“Puoi pelare le patate” gli diede un coltello in
mano.
Dopo una mezz’oretta i ragazzi scesero di nuovo in cucina,
Bella essendo
appunto umana avvertiva la fame dal gorgoglio del suo stomaco.
“Vedo a che punto sono!” disse Edward, tornando
subito dopo “Direi a niente,
pizza?”
Tutti curiosi si affacciarono, trovando il pranzo esattamente
dov’era prima
probabilmente: una patata mezza sbucciata su un cartone e le mani di
Carlisle
intorno alla vita di Esme.
“Si sta facendo perdonare il mancato bacio?” chiese
Bella
“Quello e molto altro” disse Edward, schifato
dai pensieri di entrambi.
“Edward, ti ricrederai anche tu quando sarai come
me” Carlisle staccò le labbra
da quelle di Esme
“Vecchio e solitario?” chiese Emmett
Carlisle tacque per un istante e riprese il suo discorso con Edward
“Innamorato
di una donna meravigliosa. A giudicare dalla situazione direi che ci
sei dentro
fino al collo, ragazzo”.
Alla fine si unirono tutti nella cucina per velocizzare i tempi, Bella
compresa, alla quale venne assegnato il compito di tagliare i pomodori
per
l’insalata. Esme sapeva che a lei piacevano molto.
Mentre li tagliava stava proprio vicino ad Esme, che ogni tanto le
sorrideva,
contenta di quella scenetta familiare e senza accorgersene si
tagliò
leggermente. Esme improvvisamente prese uno strofinaccio, lo mise sulla
sua
mano e la portò fuori dalla cucina.
“Esme cosa..”
“Cose da donne..” disse affrettando il passo. Bella
non capiva.
Quando furono nel salone da sole, Esme tolse lo strofinaccio dalla mano
di
Bella che vide il sangue. “Non è prudente perdere
sangue in casa di vampiri,
Bella. Devi fare molta attenzione!”
“Io non.. come hai fatto?”
“Il profumo… il sangue umano ha un profumo delizioso..”
la portò in bagno dove prese un cerotto
“Credevo che queste cose fossero da Carlisle”
“Essere la moglie di un medico ti insegna a mettere i
cerotti” sorrise Esme
“Perché avete i cerotti in casa?”
“Beh ecco…” senza distogliere lo sguardo
dal suo taglio aprì l’armadietto così
che bella poté vedere la schiera di medicinali
“Edward ci ha detto quanto tu
sia distratta”
“Grazie!” disse Bella sentendosi un po’
stupida
“Ecco fatto.. ora è tutto apposto” disse
Esme dando un bacio al dito di Bella.
Per un istante si fece trasportare da quel profumo “Vai
Bella!” le ordinò
chiudendo gli occhi
“Esme stai…”
“VAI!!!” era la prima volta che guardava nei suoi
occhi e li vide gialli, per
la prima volta capì di aver scatenato il vampiro che era in
lei.
Quando Esme rientrò in cucina, Bella chinò la
testa sentendosi dispiaciuta per
quella situazione. Edward le aveva raccontato di quanto Esme fosse
ligia sulla
sua natura demoniaca, di quanto non sopportasse perdere il controllo.
“Va tutto bene Bella!” le sussurrò
sfiorandole il braccio con la sua fredda
mano.
“Qualcosa non va?” disse Edward, ben conscio di
cosa stesse accadendo, giacchè
lo leggeva nella mente di Esme
“Bella non ha apprezzato l’ultimo quadro che ho
dipinto e si sente erroneamente
colpevole di questo”
“Hai criticato un suo quadro e sei ancora viva? Esme ti vuole
davvero molto
bene, Bella” disse Emmett, provocando una risata generale.
“Oh Esme,
dimenticavo” Bella tirò fuori dalla tasca un
volantino di un mercatino dell’usato “Domani
pioverà!” proseguì
“Ohhh… ma è stupendo! Grazie del
pensiero Bella, mi accompagni amore?” i suoi
occhi si illuminarono come una bambina davanti una vetrina di dolciumi.
“Tesoro sono a lavoro…” Esme si spense,
ma poi si rivolse ad Edward
“Caccia!” rispose lui indicando anche gli altri.
L’entusiasmo di Esme si spense
all’istante.
“Posso… posso accompagnartici io se
vuoi” si fece avanti Bella. Rimasero tutti
scioccati, era la prima volta che Bella usciva senza la
“protezione” di Edward
“Non c’è scuola la domenica, e con
Edward a caccia ho tanto tempo libero di
domande da dover occupare”
“Quindi tu accompagni Esme nel suo divertimento e la riempi
di domande per il
tuo?” chiese Edward
“Sì!” rispose Bella
“Puoi farlo Esme?”
“Rispondere a tante domande e passare del tempo con Bella?
Senza alcun
problema” sorrise Esme.
“Grazie! Sei la migliore!” disse improvvisamente
Edward dando un bacio sulla
guancia alla madre.