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Autore: lmpaoli94    23/06/2020    1 recensioni
Rossana ed Heric vivevano uniti in matrimonio dopo anni spesi a lottare per la loro felicità.
Dopo aver annunciato a suo marito l’attesa di un figlio, qualcosa nelle loro vite cambierà per sempre.
Nuove rivelazioni sulla vita passata e segreta della donna scuoteranno una famiglia spezzata dai timori, dalle paure e dalle bugie.
Rimasta sola a combattere, Rossana dovrà fare di tutto per riconquistare il suo onore di donna e di madre.
P.S.: La storia si svolge nel Parco Lazienki, dove i nostri protagonisti abitano in un sontuoso palazzo posto in mezzo allo splendido lago.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rossana si trovava in mezzo ad una strada completamente senza forze.
Aveva assolutamente bisogno di un aiuto insperato.
Ma chi avrebbe aiutato una povera ragazzina indifesa nel quartiere più pericoloso di Londra?
Appena vide fermarsi un auto che si stava aggirando nelle vicinanze, Rossana pensò che finalmente era salva.
Ma presto avrebbe capito che si sarebbe imbattuta in un altro ubriacone senza scrupoli come il suo ormai ex fidanzato Charles Lons.
“No! Mi lasci andare!” gridava la ragazza.
“Avanti piccola, divertiamoci un po’!”
Con le sue residue forze, la povera ragazza era riuscita a sfuggire a quel malvivente, rifugiandosi sotto un ponte coprendosi con alcuni indumenti pesanti che aveva rubato ad un signore mentre era intento a ballare con una ballerina di cabaret.
“Questi mi aiuteranno a sopravvivere” pensò la ragazza prima di cadere in un sonno profondo.
< Rossana, allora ti trovavi qui > fece una voce maschile facendola sobbalzare dallo spavento.
< Ma che diavolo… >
< Scusami, non volevo spaventarti. >
< La prossima volta cerca di bussare, Heric. >
< Continuavi a muoverti nel letto come un’anima in pena. Sei ancora tormentata dagli incubi? >
< No. Sto bene > replicò la ragazza con tono affannato.
Intravedendo il suo sguardo adirato, Heric decise di non insistere ulteriormente.
< Charles Lons? Se n’é andato da casa nostra? >
< Sì. Tornerà a farci visita tra qualche giorno prima di ripartire per l’America. >
< Dimmelo il giorno preciso che tornerà… Io non voglio più sapere niente di lui. >
< Si può sapere che cosa ti ha fatto? >
< Ancora con questa storia? Niente! Non mi ha fatto niente! >
< Allora perché continui a disprezzarlo? >
< Mi sta antipatico. È una persona oscura che nasconde degli scheletri nell’armadio… Stai molto attento, Heric. Non te lo dirò una seconda volta. >
< Chiudendo questo discorso una volta per tutte, hai avvertito tua madre che aspetti un bambino? >
< Ancora no. >
< E cosa aspetti? Hai il diritto di sapere. >
< Ed io avevo il diritto di avere un po’ d’amore e un po’ di rispetto nei suoi confronti quando io e te ci siamo sposati. >
< Non è colpa mia se non gli sono mai andato a genio. >
< Mia madre è sempre stata molto severa con me… Ma almeno mi ha fatto crescere come una donna responsabile. >
Nel dire quelle parole, Rossana sapeva che stava mentendo a se stessa.
Quella fuga a Londra l’aveva segnata per sempre, sia come donna che come giovane responsabile.
< Comunque devi scrivergli una lettera al più presto prima che lo venga a sapere da fonti esterne. >
< D’accordo. Più tardi lo farò. >
 
 
Mentre era impegnata a disegnare lo splendido lago che contornava il palazzo, Rossana cercava di pensare a come scrivere a sua madre.
Era da molto tempo che non la vedeva e le parole da esprimere in una lettera erano molto poche.
“Madre, anche se mi mancate moltissimo, non riesco a dimenticare la vostra ferrea educazione. E quella volta che sono fuggita… Mi vergogno molto di me stessa. Se solo vi avessi dato retta…”
< Vuoi che ti aiuti a trovare le parole giuste? > gli domandò Heric accomodandosi accanto sua moglie.
< Non lo so… >
< Vieni. Dai a me. >
Dopo aver preso il foglio e la penna in mano, Heric cominciò a scrivere senza mai fermarsi.
< Ma cosa gli stai dicendo? >
< Che ti dispiace tantissimo che il vostro rapporto si sia incrinato e che non vedi l’ora di riappacificarti una volta per tutte. >
< Heric, mia madre non è una stupida. Penserà che questa lettera non l’ho scritta io. >
< E cosa te ne importa? Vuoi rivedere tua madre oppure no? >
< Per assorbirmi i suoi lamenti su di te e su di me? Non so se sinceramente sia una buona idea. >
< Io invece sono convinto che quando gli dirai che aspetti un bambino, il suo animo e il suo cuore si rilasseranno e ti guarderà con occhi diversi. >
< E se così non fosse? >
< Intanto cerchiamo di convincerla ad arrivare fin qui dall’Inghilterra, poi penseremo sul da farsi. >
< Dovremmo invece prepararci psicologicamente. >
< Non credo che tua madre sia così dura come la dipingi. >
< Perché tu non sai di che pasta è fatta. Può diventare ad essere insopportabile… E come se non bastasse, mi dirà di tornare a casa con lei immediatamente. >
< Ma io sono convinto che con il tuo charme riuscirai a fargli cambiare idea. >
< Sì, certo. Il mio charme… >
< Comunque sono convinto che queste parole la faranno venire fin qui immediatamente. Vado subito a spedirla. >
< No, Heric! Aspetta! Voglio sapere cosa gli hai scritto. >
< Non lo scoprirai mai se non mi rincorri > replicò Heric comportandosi come un ragazzino.
“Adoro quando fa così. Anche se si comporta come un ragazzino… Il mio ragazzino spensierato.”
 
 
Con il passare dei giorni, Rossana si sentiva più nervosa e irrequieta.
Non ricevendo nessuna risposta da sua madre e vedendo suo marito continuamente in compagnia di Charles Lons, la facevano stare in pensiero.
< Rossana?  Dove sei? > fece suo marito.
< Sono in giardino. >
Sentendo la sua voce, Heric gli andò incontro per dargli una notizia che avrebbe potuto risollevare il suo morale.
< Si tratta di tua madre. Domani sarà qui con noi. >
< Chi te l’ha detto? Hai ricevuto una risposta? >
< E’ stato il suo messaggero personale a dirmelo. Non sei contenta? >
< Al contrario. Mi sento più nervosa che mai. >
< Non devi fare così. E poi non fa bene al bambino. >
< Heric, promettimi che andrà tutto bene. >
< Sicuro. E poi ci sarà anche Charles che può darci una mano. >
< Non Voglio nessun aiuto da lui. >
< Rossana… >
< Per quanto tempo dovrà darci fastidio? >
< Per tutto il tempo che deciderà di rimanere qui e mi dispiace per te ma non so quanto… >
< Quando arriverà mia madre, pretendo che lui si tolga di mezzo. È una questione puramente familiare. >
< Rossana, ti prego… >
< Non voglio sentire ragioni. Fai come ti ho detto. >
Ma nel mentre i due coniugi stavano discutendo in mezzo al giardino, il rumore della carrozza attirò la sua attenzione.
< Qualcuno è entrato dal nostro cancello. >
Presa dalla curiosità, Rossana corse verso l’entrata del palazzo.
“Oh no.”
Una volta che vide chi era arrivato, il suo cuore mancò un battito.
< Madre… >
< Figliola… E’ da tanto tempo che non ci vediamo. >
< Ma voi… non dovevate arrivare domani? >
< Sì, ma poi ho deciso di annullare tutti i miei ultimi impegni per arrivare fin qua da te. non sei contenta? >
< Contentissima > replicò Rossana smorzando un sorriso.
< E tuo marito? Dove si trova? Possibile che non ci sia nessun servitore che possa scaricare questi bagagli? >
< Io ed Heric non abbiamo servitori. Abitiamo soli in questo palazzo. >
< Che squallida decisione. Adesso chi mi aiuterà a scaricare questa roba? E tu, giovanotto! > disse la signora Smith richiamando l’attenzione di Charles Lons < Aiutami a scaricare questi bagagli. >
< Signora Smith, siete proprio voi? >
< Ci conosciamo? >
< Io sono Charles Lons. Non mi riconoscete? >
< Sei forse imparentato con i Lons di Londra? >
< Esatto. >
< Avverti i tuoi genitori che la prossima settimana andrò nella tua dimora. Devono estinguere un debito di soldi che dura da molti mesi. >
< Pensate solo hai vostri affari, non è così Signora? >
< Altrimenti non sarei la Signora Smith che tutti conoscono… Rossana, dove si trova tuo marito? >
< Eccomi qua, Signora. Benvenuta nel Parco di Lazienki. >
< Parco di Lazienki? Tutto questo verde mi da’ il voltastomaco. >
< Posso aiutarvi in qualche modo? >
< Aiuta il mio cocchiere a scaricare i bagagli e preparatemi una stanza abbastanza grande per le mie esigenze. Sono stata chiara? >
< La vostra stanza non è ancora pronta visto che vi aspettavamo per domani. >
< Allora meglio che non perdiate tempo. Sono molto stanca e ho bisogno di riposarmi. >
< Madre, vi prego di non fare così… >
< Rossana, dov’è un posto in cui potremmo parlare da sole? >
< In biblioteca. Lì non ci disturberà nessuno. >
< Molto bene… Di a tuo marito che intanto ci prepari la stanza. >
< Il suo nome è Heric. >
< Fa lo stesso. Andiamo figliola. >
 
 
Appena Rossana mostrò a sua madre la moltitudine di libri che possedeva, la Signora Smith rimase visibilmente sorpresa.
< Sapevo che amavi la lettura ma tutti questi libri… >
< Almeno posso passare il tempo in santa pace. >
< E come fai tu e tuo marito ad andare avanti? >
< Mio marito è abbastanza ricco ed agiato per vivere tutta una vita senza pensare al denaro… E poi ha molti possedimenti in giro per l’Europa che gli fruttano moltissimo. >
< Molto bene, figliola. Vedo che ti sei sistemata a dovere. >
< Se solo foste venuta al mio matrimonio, avreste conosciuto i suoi genitori. >
< Non ho potuto. Ero in viaggio per affari. >
< Madre, io sono la vostra unica figlia. >
< Già… Colei che mi ha dato un sacco di problemi negli ultimi anni. Ancora non riesco a scordare quando sei scappata a Londra per cercare la tua “libertà agognata.”
< Ero molto giovane e avevo bisogno dei miei spazi. >
< Così hai deciso di abbandonarmi e di spassartela con la tua amica Alyssa… Peccato che solo dopo due settimane ti sei pentita amaramente e sei tornata a casa. Ancora non riesco a capire perché eri così affranta. Di sicuro ti dispiace molto per aver fatto un azione così stupida. >
< E’ una lunga storia, madre. >
< Un giorno di questi me la racconterai… Anche perché non sono venuta qui per rivangare il passato ma nell’ascoltare quello che avevi da dirmi. Lo sai che sono molto curiosa. Avanti, che cosa ti accadrà nei prossimi mesi? >
Dopo aver fatto un respiro profondo, lo sguardo di Rossana si andò a concentrare su quello di sua madre.
< Sono incinta, madre. >
< Che cosa? non ho capito bene… >
< Aspetto un bambino. >
< E chi è lo sfortunato? Quel damerino di Heric Akito? >
< Madre, quando gli darete l’importanza che merita? >
< Lui non è adatto a te. Anche se uno degli uomini più ricchi al mondo, rimane sempre un contadinello. Ma non capisci in che luogo sei finita? >
< Nel luogo in cui ho sempre sognato di abitare… E se per voi è un problema, è meglio che ve ne andiate immediatamente. >
< Ma come? Sono appena arrivata e mi stai cacciando alla velocità della luce? Sei incorreggibile. >
< Siete voi quella che non fa altro che lamentarvi… Non mi avete ancora detto se siete contenta oppure no del mio stato interessante. Anche se posso immaginare come vi sentite… >
Pentendosi di quello che aveva detto su suo marito, alla fine la Signora Smith prese sua figlia per abbracciarla.
< Sono molto contenta che tu aspetti un bambino, Rossana… Finalmente la nostra dinastia potrà andare avanti. >
< Madre, io non faccio parte della vostra… >
< Non lo dire neanche per scherzo. Sei mia figlia. E nessuno saprà del tuo passato. >
“Vorrei tanto che sia così, madre.”
< Quando tornerai in Inghilterra? >
< Non lo so. Non ho ancora deciso… Magari il prossimo anno quando avrò partorito. >
< Non puoi partire subito? Robbie non fa altro che chiedermi di te. Peccato che non sia potuto venire fin qui. >
< Ecco, non saprei… >
< Parlerò io con tuo marito. Potremmo partire insieme se tu vorrai… >
< Ci penserò. >
< Splendido… Adesso vado un po’ a riposarmi. Ci vediamo stasera a cena? >
< Sì, certo. >
< Bene… A più tardi, tesoro > disse infine la donna lasciando la giovane donna immersa nei suoi pensieri.
   
 
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