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Autore: NIHAL_JOHNSON    23/06/2020    4 recensioni
Hermione si avvicinò a Ron e con la luce della candela notò che i gemelli Weasley dormivano in due letti dall’altra parte della stanza.
“Cosa ci fanno loro nella stanza di Ron?”
“L’hanno lasciata a degli ospiti che vengono alla partita.” Sbadigliò Harry, “cosa stai facendo?”
“Sta a vedere.” Sussurrò lei maligna.
Si avvicinò al letto di uno dei due, osservando bene il suo volto addormentato profondamente. Era senz’altro Fred. Dormiva sereno, aveva fatto crescere i capelli ed erano fiamme di fuoco sparse sul cuscino. Hermione avvertì l’impulso di sfiorarli e toglierli un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma che diavolo ti prende Hermione?” Si chiese scuotendo la testa. Si avvicinò lentamente fino a che fu ad un soffio dal suo volto.
“FRED WEASLEY! MAMMA HA SCOPERTO I NOSTRI ESPERIMENTI!” Gridò a pieni polmoni imitando la voce più profonda di George.
Fred scattò a sedere sbarrando gli occhi, “No, no, no! George nascondi le prove!” Gridò spaventato e ancora mezzo addormentato.
Come nasce l'amore tra Fred ed Hermione, tra battibecchi, frecciatine, sguardi... ma sembra non esserci davvero speranza, finché tre anime buone non interverranno in loro aiuto, con una piccola... spinta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO TRENTOTTO
 
 
SETTIMO ANNO: BOSCHI – BATTAGLIA DI HOGWARTS 
 
 
PARTE 1

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Lasciar andare via Fred non fu facile, ma la missione non era finita, c’era un altro Horcrux da trovare, e sapevano anche dove fosse.
Una settimana dopo la sua partenza, lasciarono Villa Conchiglia; riuscirono ad entrare alla Gringott, rubando dalla camera Blindata di Bellatrix la Coppa di Tosca Tassorosso.
Ne avevano un altro, ne mancavano solo due; ma non avevano più la spada per distruggerlo. Dovevano trovare un altro modo.
Harry ebbe un’altra visione, mentre scappavano a dorso del drago rinchiuso alla Gringott.
Il penultimo Horcrux era ad Hogwarts, e apparteneva a Corvonero. Erano sempre più vicini.
 
 
 
“Dobbiamo Smaterializzarci ad Hogsmade.”
“Harry è pericoloso, avvertiranno subito la nostra presenza.”
“Non abbiamo scelta, l’Horcrux è lì, dobbiamo distruggerli entrambi. Correremo il rischio.”
Hermione e Ron correvano quasi dietro ad Harry, incespicando nell’erba alta, mentre il Prescelto saliva sulla collina velocemente.
“Qual è il tuo piano? Lo sai che il castello è controllato da Piton e i Mangiamorte vero?”
“Non ho esattamente un piano, so solo che dobbiamo andare lì, al più presto.”
“Si non ne posso più dei boschi.” Sbuffò Ron per alleggerire la tensione.
“Intanto cosa facciamo?”
“Accampiamoci qui, ci riposiamo qualche giorno e capiamo bene che cosa fare.”
Hermione sospirò, ma era sollevata che fossero un passo ancora più vicini alla fine di tutta quella storia.
Mentre Harry montava la tenda, lei e Ron cercavano dei ramoscelli per fare il fuoco magico.
Non faceva più molto freddo, era quasi maggio, ma di notte l’aria era ancora fredda.
“Senti,” disse Ron mentre controllava lo spessore di un ramo, “mi dispiace per quello che ho detto quella sera.”
“E’ mesi fa Ronald tranquillo, abbiamo risolto,” rispose con un sorriso Hermione piegandosi per raccogliere un ramo e punzecchiando Ron sulla pancia.
“No non è vero,” Rise Ron, poi tornò serio, “sono stato uno stronzo, te lo volevo dire comunque. Fred non è il ripiego di nessuno, da quando state assieme è un altro, lo vedono tutti. E’ uno dei fratelli migliori che potessi desiderare, ed è uno dei ragazzi migliori che potessi trovare, uno dei migliori della famiglia Weasley,” sorrise amaro, “migliore di me sicuramente.”
Hermione si bloccò e lo guardò triste, “Ron…”
“No è la verità, meritavi molto di più di qualcuno come me, e sono felice che tu l’abbia trovato. Non ti farà mai del male Fred.” Sorrise dolcemente e l’abbracciò, Hermione ricambiò, sentendosi vicina al suo migliore amico come non lo era da mesi.
“Su torniamo da Harry, che quello lì senza di noi è perduto.”
 
 
 
 
§
 
 
 
Una settimana dopo, il Primo Maggio, si Smaterializzarono ad Hogsmade, in tarda serata.
Subito scattò un allarme, i tre sussultarono e si nascosero in un vicolo secondario, era tutto buio. I Mangiamorte si stavano avvicinando, allarmati dal rumore sospetto, ma per fortuna Abertforth, il fratello di Silente, li nascose nel suo locale appena in tempo.
 
 
“Neville!”
“Ciao ragazzi.”
“Che hai fatto alla faccia?”
“Oh questo? E’ quello che ti meriti quando disubbidisci alle nuove regole di Hogwarts,” spiegò lui mentre li guidava nel tunnel segreto che portava al castello, “i Carrow sono due Mangiamorte, fratello e sorella, con il compito di mantenere la disciplina a scuola, Piton non si vede mai, quindi praticamente decidono tutto loro. I professori ci aiutano come possono, ma… spesso non basta.”
E si sfiorò un grande livido sulla tempia. “Mi sono rifiutato a Difesa Contro le Arti Oscure di esercitarmi con la maledizione Cruciatus su quelli del primo anno, non l’hanno presa bene… perché poi si sono rifiutati tutti, anche molti Serpeverde, era troppo.”
“E’ orrendo,” borbottò Hermione disgustata.
Arrivarono alla fine del tunnel, che portava direttamente ad una spessa porta, che sbucava all’interno della Stanza delle Necessità. Lì furono accolti da tutti i loro ex compagni di scuola, l’Esercito di Silente ancora più grande, una piccola resistenza all’interno del castello, contro il controllo terribile dei Mangiamorte. Si trovavano in segreto per supportarsi, aiutarsi a vicenda.
Hermione si mise una mano davanti alla bocca, commossa da quel saluto caloroso da parte di tutti i loro amici, c’erano davvero tutti. Seamus, Dean, Neville, Luna, Cho, Lavanda, Padma, Calì, Colin, e tanti tanti altri.
Anche Ginny. Hermione guardò Harry correrle incontro e abbracciarla, era lei che aveva gestito tutto quello per mesi, in sua assenza, portando avanti la resistenza di Harry.
Si baciarono felici, finalmente ricongiunti, ed Hermione sorrise nostalgica a quella vista, improvvisamente avvertì una forte nausea attanagliarle le viscere, dovette sorreggersi a Ron, che era tornato accanto a lei dopo aver salutato con amore Lavanda, per non cadere.
“Ehi stai bene?”
“Si, solo un piccolo capogiro.” Hermione chiuse gli occhi e respirò profondamente, cercando di tranquillizzarsi, aspettando che passasse.
Ginny si avvicinò a lei e l’abbracciò stretta. “Che bello vederti Hermione.”
“Anche per me,”
“Stai bene? Sei pallida…”
“Mi viene da vomitare… ma sto bene ora.” Si tirò su e prese un altro profondo respiro, pian piano le andò via del tutto.
“Piton lo sa, sa che hanno avvistato Harry ad Hogsmade.”
“Qual è il piano Harry?”
“Dobbiamo avvertire subito l’Ordine.”
 
 
 
 
§



 
Fred stava giocherellando con il suo gufetto Jean, dentro al negozio. Ormai era sera, quasi orario di chiusura.
George accompagnò gli ultimi due clienti della giornata alla porta con un sorriso, “tornate presto.”
Erano contenti di aver migliorato la giornata ai giovani maghi che andavano spesso al negozio per cercare un po’ di distrazione, che i gemelli riuscivano a dare.
George sospirò profondamente e si voltò verso Fred.
“Stai bene?”
Fred annuì, arruffando le piume al piccolo gufo nero appollaiato sulla sua coscia, aveva lo sguardo triste, perché le ricordava Hermione.
“Dai andiamo a casa,” mormorò George comprensivo, anche a lui mancava da morire Hermione, poi Harry e suo fratello, che rischiavano la vita per tutti loro. Chissà dov’erano adesso.
Improvvisamente una luce bianca si diffuse davanti alla porta d’ingresso, ben visibile oltre l’oblò di vetro opaco. I due si voltarono, Fred scattò in piedi, entrambi tirarono fuori le bacchette pronti, puntandole contro la porta.
George indietreggiò appena, la porta si aprì.
Era Kingsley.
Nessuno abbassò le bacchette. Era difficile fidarsi in un periodo come quello, e i due avevano avuto parecchie visite poco gradite.
“Che incanto segreto protegge il Quartier Generale dell’Ordine?” Domandò George con il braccio puntato, e una nota di sospetto nella voce.
“Incanto Fidelius.”
I gemelli abbassarono le bacchette rassicurati. “Cosa succede?” Domandarono notando la sua espressione preoccupata, ma fiera.
“Harry e gli altri sono arrivati ad Hogwarts. Ce lo hanno appena comunicato, l’intero Ordine è stato precettato al castello, dobbiamo proteggerlo. Voldemort si sta muovendo.”
I due si guardarono senza fiato per un attimo. Ecco il giorno che avevano temuto per anni, la resa dei conti. Quella notte sarebbe finito tutto, in un modo o nell’altro.
La Battaglia.
Fred e George annuirono con fermezza, e seguirono Kingsley fuori dal negozio, George si voltò per un momento, mentre chiudeva a chiave la porta, le luci spente.
Sospirò profondamente e lo guardò un’ultima volta, Fred se ne accorse e gli mise una mano sulla spalla.
“Tranquillo, sarà qui quando torneremo.”
George annuì e si sforzò di sorridere, poi si Smaterializzarono insieme a Kingsley, tutti gli altri Membri erano già là.
 
 
 
 
§
 
 
 
 
Draco si alzò dolorante, quando sentì dei passi lenti scendere le scale che portavano alla cella.
Era lì dentro da settimane ormai, aveva perso il conto, da lì sotto non riusciva nemmeno a capire se fosse giorno oppure notte. Gli davano poco da mangiare e da bere, almeno una volta al giorno qualcuno scendeva, ma abbastanza perché non perdesse troppo le forze.
Era l’umidità e la stanchezza che lo stavano uccidendo, la testa gli girava e aveva tutti i muscoli indolenziti. Non riusciva a dormire bene. E non capiva perché non l’avessero ancora ucciso.
Cosa lo tenevano lì a fare?
Avevano chiamato il Signore Oscuro quel giorno in cui aveva aiutato i suoi amici a scappare, ma nessuno era venuto a prenderlo, giustiziarlo. Voldemort se ne era andato così come era venuto.
Ma il freddo che scese insieme a quella figura lungo le scale, le luci che si spegnevano al suo passaggio, e la sensazione di avere un peso enorme sul cuore, fecero capire a Draco che era lui.
Appoggiò la schiena contro una delle colonne della cella, e alzò lo sguardo.
Era Voldemort, che passò spingendo via suo padre che aveva aperto la porta della cella, ed entrò avanzando a grandi passi.
“Sei venuto qui ad uccidermi?” Mormorò piano nell’oscurità il ragazzo.
“No Draco” rispose quella voce gelida, “sarebbe troppo facile per te. Tu ti sei messo in mezzo ai miei piani, esattamente come Regulus, il fratello di Sirius.”
“Immagino non sia più in circolazione da un po’.”
“No infatti, ha fallito alla ricerca delle uniche cose che possono farmi tornare mortale.”
“Perché me lo stai dicendo?” Draco era così confuso, li aveva traditi, qualcosa non quadrava.
“Perché ormai è di dominio pubblico, e Potter non so come, è lì per distruggere gli ultimi Horcrux, ma non ci riuscirà mai, perché tu lo porterai da me.”
“Che cosa?”
“Vorranno sicuramente combattere, poveri stolti, proteggeranno Potter ad ogni costo, tu puoi intrufolarti dentro e portarlo a ME.”
“Come fai a fidarti ancora di me? Lo sai che non lo farò. Preferisco morire.”
“Sei così coraggioso Draco, a volte il Cappello Parlante sbaglia…” si aprì in un sorriso maligno e i suoi occhi rossi brillarono al buio, il biondo deglutì.
“Infatti non mi fido di te,” continuò quasi divertito Voldemort, “sarai scortato da due Mangiamorte fedeli a me, che se tenterai di scappare, o avvertire qualcuno, uccideranno qualunque donna, uomo, o ragazzo avranno di fronte.”
Draco strinse i denti e guardò altrove, lo stava ricattando di nuovo per l’ennesima volta. Non aveva scampo contro di lui.
“Tu vivrai con la consapevolezza che mi hai aiutato a vincere questa guerra… e i tuoi amici per cui ti sei tanto sacrificato… ti vedranno farlo e tradirli un’ultima volta.”
Concluse con disprezzo, poi se ne andò facendo volteggiare il mantello nero, mentre due scagnozzi entravano al suo posto e si fiondavano su Draco.
“No! Non lo farò, lasciatemi…” gridò in preda al panico, divincolandosi dalla loro stretta, ma era tutto inutile.
“Crucio!”
 
 
 
 
§
 
 
 
 
Hermione e Ron si infiltrarono insieme ad Harry tra gli studenti, mettendosi delle divise sopra ai loro vestiti.
Vennero tutti richiamati in Sala Grande da Piton, che sapeva della loro presenza all’interno del castello.
Harry uscì dalle file ordinate, la bacchetta stretta in mano, per affrontarlo, e fu subito difeso dalla McGranitt, che scacciò via Piton, riprendendo il controllo del castello.
In quel momento era entrato anche l’intero Ordine della Fenice, pronto a combattere al loro fianco. Hermione si voltò al settimo cielo e corse verso Fred, che l’accolse a braccia aperte, lei si aggrappò al suo collo, mentre lui la stringeva a sé e la sollevava con amore, baciandola.
Era meravigliosa, i capelli legati nella sua solita treccia disordinata, una felpa rosa scuro e una giacca di jeans. Era fiera come sempre.
“Visto? Che ti avevo detto? Due settimane e già mi dovrai sopportare di nuovo ogni giorno…” Commentò divertito Fred, ridacchiando. Hermione rise commossa e si staccò per abbracciare anche George, il quale corresse il gemello con un malvagio: “CI dovrai sopportare di nuovo ogni giorno…”
“E’ bello rivedervi tutti.” Sorrise all’Ordine, erano passati mesi, e mesi, in completa solitudine, tranne che a Villa Conchiglia. Tutti si abbracciarono riuniti.
“Potter,” lo salutò la McGranitt con calore, “cosa ci fate qui?”
“Devo cercare una cosa importante, un oggetto, saremmo un passo più vicini a sconfiggere lui.”
“Noi possiamo ritardare l’attacco, darti un po’ di tempo.”
“E’ tutto quello che vi chiedo… ma non voglio che combattiate per me.”
La McGranitt fece un passo avanti con fierezza, “Hogwarts è la nostra casa… se viene attaccata… noi combattiamo. Su va Potter, noi proteggeremo la nostra scuola.”
Harry sorrise commosso, mosso da una nuova forza e coraggio interiore, anche Hermione si sentì inondata di speranza. Guardò Fred che avanzò insieme a George per stritolare la McGranitt.
“Ci è mancata così tanto…”
“Ha visto? Facciamo parte dell’Ordine… i due studenti peggiori della scuola…”
“Non siete mai stati i peggiori…” mormorò lei contenta e commossa di rivederli, così cresciuti e coraggiosi come sempre, “ve l’ho detto eravate i preferiti di quasi tutti, soprattutto i miei.”
“Scusi di CHI NON eravamo i preferiti?” Chiesero i due in coro, portandosi una mano al petto sconvolti.
La McGranitt rise come tutti, e spintonò piano uno dei due, per poi superarli, “forza, i professori con me. Ci vediamo più tardi Weasley.”
E se ne andò sollevando la lunga tunica con le mani, seguita da Lumacorno, Vitious, la Sprite e altri professori.
Hermione stava per seguire Harry, ma l’occhio le cadde su una decorazione di marmo che rappresentava lo stemma di Hogwarts, e in particolare sul serpente.
Bloccò i due amici, “Harry la Camera dei Segreti…”
“Che cosa?”
“Hai detto di aver pugnalato il diario di Tom Riddle con uno dei denti del Basilisco, il suo scheletro è ancora laggiù… potremmo…”
“Hermione sei un genio,” rise Harry, “non ci avevo pensato. D’accordo tu e Ron scendete nella Camera, io vado nella Sala Comune dei Corvonero, da qualche parte dovrò pur cominciare…”
Corse via seguito da Luna.
Hermione si voltò verso Fred, sorrise.
“Vado a fare il mio lavoro da Membro dell’Ordine,” disse tutto fiero, toccandosi i lembi della camicia.
Hermione si avvicinò a lui e sorrise, ma era preoccupata, gli scompigliò i capelli e lo tirò dolcemente verso di lei per in ciuffo rosso, “George tienimelo d’occhio.”
“Ci vediamo dopo.” Disse lui ridacchiando.
I due gemelli la guardarono andare via con Ron, correndo, diretti al bagno delle ragazze.
Lupin li superò. “Fred, George con me sulle mura.”
“Non fare troppo l’eroe… ci siamo intesi?” Disse serio George al gemello mentre lo seguivano sguainando le bacchette.
“Eroe? Io?” Domandò ironico ridendo, ma George dietro di lui non fece lo stesso, era preoccupato a morte.
 
Hermione e Ron trafissero la Coppa di Tassorosso con uno dei denti, ne rimanevano solo due.
Erano vicini. Ma Voldemort avvertì la distruzione di un altro Horcrux e lanciò tutta la sua ira sulla cupola protettiva che i professori avevano eretto per fermare l’avanzata.
 

 
§
 
 
 
Fred e George erano sulle mura di Hogwarts, le bacchette in mano e i gomiti appoggiati sul parapetto di marmo, poco distanti c’erano anche Remus e Tonks.
George guardò il suo gemello fissare la cupola che man mano si distruggeva sotto i loro occhi, e cadeva in pezzi luccicanti, nei suoi occhi nocciola si vedeva il riflesso della paura, illuminati da quella luce azzurra luminosa.
“Stai bene Freddie?” Domandò semplicemente.
“Si.” Fred si voltò, ha gli occhi appena lucidi, come quelli di George, pieni paura, ma anche tanta voglia che tutto quello finisca.
“Anch’io.” Rispose appena George colpendolo piano con la spalla, e quando i loro sguardi si incrociarono dissero tutto quello che non erano riusciti a dire in quel momento, perché tra di loro funzionava così.
 
 
 
§
 
 
 
 
Hermione e Ron corsero di sopra, alla ricerca di Harry, forse sapeva già dove si trovasse il Diadema di Corvonero.
Lo incontrarono sulle scale che correva a perdifiato, intanto i Mangiamorte erano entrati dentro le mura, e la battaglia era cominciata.
Incantesimi di attacco e difesa di ogni tipo volavano in tutte le direzioni, facendo brillare l’aria di colori diversi. Gli studenti rimasti si difendevano con coraggio e bravura, le lezioni erano servite davvero tanto, avevano fatto tutto per quel momento; e ora stavano dimostrando di che pasta erano fatti.
Harry si lanciò insieme a loro appena in tempo per evitare una maledizione, rotolò a terra.
“Stupeficium!” Gridò puntando la bacchetta da sdraiato, e colpì in pieno il Mangiamorte.
Si girò a guardare i suoi amici, “so dov’è il diadema.”
“Andiamo.”
In quell’istante Draco si Smaterializzò non lontano da loro, e anche uno dei Mangiamorte che lo scortavano li vide. Sorrise malvagio, l’altro era Tiger, che si era unito a Voldemort dopo essere stato espulso da Hogwarts, Draco lo aveva scoperto dopo che Voldemort gli aveva dato quell’ultimo incarico.
Lo odiava come non mai.
Il Mangiamorte che doveva occuparsi di far compiere a Draco la missione lo strattonò con rabbia, godeva nel fargli del male e comandarlo.
“Andiamo.”
“Lasciami bastardo!” Si ribellò il biondo, cercando di divincolarsi, ma fu un grande errore.
“Avada Kedavra.” Disse con calma immediatamente il Mangiamorte, puntando la bacchetta contro uno degli studenti di Hogwarts che era rimasto a combattere e che per sua sfortuna si trovò troppo vicino a loro.
Draco, la luce verde che si rifletteva nei suoi occhi argentei, aprì la bocca per gridare, ma non uscì alcun suono, gli morì in gola, si lasciò cadere a terra, gli occhi sbarrati sul corpo immobile del ragazzo, almeno due anni più giovane di lui.
Le lacrime iniziarono a scorrere silenziose sul volto del ragazzo, in ginocchio, senza più fiato. Li odiò con tutto sé stesso, e non voleva più far parte di quel gioco.
“Ora capisci che non scherzava. Alzati traditore.” Sputò con rabbia il Mangiamorte, senza remore, mentre Tiger rideva malvagio, agguantandolo per il colletto del completo e costringendolo ad alzarsi, obbligandolo all’inseguimento di Harry e gli altri.
 
 
 
 
 
Nella Stanza delle Necessità, Hermione iniziò a cercare il diadema insieme ad Harry e Ron. Ma la Stanza non era come quella in cui si allenavano, era immensa, dai soffitti altissimi, ad arco, e le pile di oggetti di ogni tipo arrivavano quasi fino a lassù, non si vedeva la cima.
Tra le montagne di cianfrusaglie c’erano degli stretti corridoi in cui poter passare.
“L’ho trovato!” La voce di Harry le arrivò seguita da un grande sollievo, svoltò l’angolo per tornare da Harry e Ron, ma si bloccò impietrita quando vide dietro di loro, un Mangiamorte, Tiger e…Draco?
Era vivo…
Era vivo, non lo avevano ucciso a Villa Malfoy.
Hermione non ci poteva credere, sentì il cuore diventare leggero, ma per poi ripiombare nel terrore quando vide le tre bacchette puntate contro di loro.
Draco era poco più avanti, li fissava con uno sguardo indecifrabile, la presa sulla bacchetta nera tremava.
“Draco…” sussurrò Hermione, ma lo sguardo del biondo la fece bloccare, si affiancò ai suoi amici, le bacchette pronte a difendersi. Cosa stava facendo?
“Mi dispiace che sia andata così Harry…” iniziò a parlare Draco, ma il suo sguardo non coincideva affatto con quelle parole, Hermione aggrottò la fronte.
“… ma ha vinto lui, devo fare come dice, o ucciderà di nuovo, sempre più gente innocente…”
“Uccidiamo gli altri due.”
“Vuole che ti porti da lui, per far cessare l’attacco…” La voce era sicura, determinata, ma lo sguardo diceva tutt’altro.
Hermione fece un passo avanti, ma Draco scosse la testa impercettibilmente, la ragazza si bloccò sul posto.
“Mettete giù le bacchette e allontanatevi da Potter…” ordinò Draco. Ron guardò Harry cercando di capire qualcosa, era molto confuso.
“Draco, non ti consiglio di farlo.” Disse fermo Harry, lo sguardo fisso in quello del suo amico Serpeverde.
“Io, Draco Malfoy, giuro di proteggere, seguire e…” sussurrò Draco, con voce ovvia, facendo segno con la testa ad Harry di avvicinarsi, che però rimase fermo e confuso.
Ron sbarrò gli occhi allibito.
Il Mangiamorte scosse la testa confuso, stava iniziando ad agitarsi, non capiva che cosa stava succedendo, “ma che stai…”
“…amare… il Prescelto con ogni fibra del mio corpo.” Continuò Draco imperterrito, indicando appena con la testa il Mangiamorte accanto a lui, e la sua bacchetta.
Hermione capì al volo, e prese Ron per la manica della felpa. E anche Harry capì; iniziò ad avanzare lentamente verso il Mangiamorte e Draco, porgendo la bacchetta al primo, che sorrise vittorioso, anche se ancora un po’ in allerta per quello strano scambio di parole.
Quando fu vicino, “va bene, avete vinto…” allungò la bacchetta nelle mani del Mangiamorte, guardò Draco, che gli fece un segno impercettibile, e scattò di lato, dando una gomitata in faccia al Mangiamorte, che preso alla sprovvista si spostò indietro.
Harry ne approfittò per riprendersi la bacchetta al volo, abbassandosi e rotolando di lato per evitare una maledizione di Tiger.
Hermione trascinò contemporaneamente Ron appena in tempo con lei dietro ad una pila di sedie, che venne fatta esplodere dal Mangiamorte, un attimo dopo che furono spariti.
Draco e Harry approfittando di quel momento puntarono le bacchette contro di lui, “Stupeficium!” Urlarono insieme, e la figura nera fu sbalzata via per il corridoio.
Tiger rispuntò furioso dall’angolo dove si era nascosto, e Draco si gettò su Harry, facendolo spostare appena in tempo. Nel punto in cui c’erano un attimo prima i due maghi ora sorgeva un solco nero sul pavimento.
Draco nascose Harry dietro ad una pila di libri, accucciandosi. “Oh andiamo Potter, avresti dovuto capirlo alla prima sillaba…” sbottò a metà tra il divertito e lo spaventato, mentre rispondeva alle maledizioni di Tiger che si avvicinava, facendo saltare i libri e le pagine dietro cui i due si nascondevano appena, rabbioso.
“Scusami, ma ho perso il conto di quale gioco facevi ormai…” scherzò Harry alzandosi appena e mancando Tiger di poco con un incantesimo, per poi tornare ad accucciarsi accanto a lui.
“Io sarò sempre con te Potter…” disse piano Draco con un mezzo sorriso, gli strinse la mano.
“E’ bello riaverti Draco.” Rispose Harry ricambiando sincero, si sentiva più forte con anche lui accanto.
Ma non si accorsero che Tiger quasi li sovrastava ormai dietro ai pochi libri rimasti, per fortuna Hermione arrivò da dietro un angolo. “Expelliarmus!” Gridò e una luce rossa colpì Tiger, che corse via.
“Se avete finito piccioncini,” commentò aspro Ron sbucando da dove era arrivata Hermione, “vorrei uscire di qui…”
I due li aiutarono a rialzarsi, un po’ intontiti e si avviarono verso l’uscita, ma Tiger gli sbarrò la strada, i pugni stretti, e gli puntò contro la bacchetta, compiendo un incantesimo non verbale. Fuoriuscì un fuoco che si contorceva in aria, non era normale.
“Correte!” Gridò Harry ai suoi amici, che lo seguirono a perdifiato nei corridoi, il fuoco che si ingrandiva dietro di loro, cercando un’altra uscita, ma non ce n’erano. “Salite,” urlò Ron ai piedi di una delle masse di oggetti più grandi, aiutando prima Hermione, che iniziò ad arrampicarsi velocemente.
Quando gli altri la raggiunsero, si guardarono attorno, arrivati quasi in cima, la Stanza era un fuoco unico, da ogni parte, sembrava un mare oro e rosso, con onde che si alzavano e si abbassavano.
Faceva un caldo terribile, ed Hermione si chiese come avrebbero fatto ad uscire da lì. Il cuore batteva all’impazzata, in preda al panico, mentre tutti si guardavano intorno per cercare una via di fuga, tossendo per il troppo fumo. I polmoni non riuscivano a prendere aria.
Draco scivolò sulla copertina di un libro, ma si aggrappò in tempo a qualcosa incastrato, tirò con forza e si rese conto essere un manico di scopa. Lo lanciò a Harry che lo prese al volo. Ce n’era un altro, tirò e tirò, ma non voleva saperne di uscire.
Harry intanto si era caricato dietro Ron, e stavano già prendendo il volo. Hermione si avvicinò a Draco, “stai pronto.” Tirò fuori la bacchetta, “REDUCTO!”
Gridò a pieni polmoni, la scopa si liberò, e caddero verso il fuoco, nel vuoto, ma Hermione si aggrappò con forza alla scopa, mettendosi a cavalcioni, controllandola, afferrando appena in tempo, a pochi metri dal fuoco Draco, che si aggrappò dietro di lei, stringendosi con forza, Hermione la puntò con prontezza vero l’alto e tornarono in aria, volando a tutta velocità.
Harry davanti a loro puntò la bacchetta verso il portone, “Alohomora!” Si spalancò e loro volarono fuori, a pochi metri da terra, rotolando sul pavimento di pietra, tossendo e ansimando.
Ron si alzò di scatto, il diadema era caduto a terra, sulla soglia della porta. Corse verso di esso, mentre il fuoco si srotolava inesorabile verso di loro, immenso. Ron prontamente assestò un bel calcio al diadema, facendolo sparire nel fuoco maledetto.
Le porte si richiusero appena in tempo, bloccando il fuoco, Ron si lasciò ricadere a terra esausto, accanto agli altri tre. Draco a pancia in su iniziò a ridacchiare isterico. “E’ tardi per cambiare idea sull’essere amico di Potter? Ogni volta rischio la vita…”
Tutti risero tossicchiando, Hermione sporca di fuliggine, il labbro tagliato e una ferita sulla guancia, strisciò verso il biondo, anche lui ricoperto di pece, ansimate e sorrise dolcemente.
“Grazie di averci aiutato per l’ennesima volta.”
“Grazie a voi di avermi perdonato,” sussurrò di rimando Draco, guardandola dal basso, “ e grazie a te per essere stata allenata da uno dei migliori battitori di Quidditch per settimane ed essere diventata così brava a volare,” rise il biondo, facendo ridere commossa Hermione, “…e avermi salvato al vita,” concluse prendendole la mano.
La ragazza ricambiò con forza, cercando di trattenere le lacrime, ma alzarono la testa di scatto quando sentirono l’urlo soffocato di Harry, che si appoggiava alla parete di pietra, lo sguardo vacuo, il respiro affannoso.
“Harry?” Lo chiamò Ron preoccupato, “che cosa hai visto?”
Draco ed Hermione si alzarono avvicinandosi a loro, “So qual è l’ultimo Horcrux.” Annunciò Harry tornando presente.
“Dov’è?”
 
Correvano giù per le scale a perdifiato, tornando nel pieno della battaglia, schivando e lanciando incantesimi. L’aria era colorata di verde, di rosso, di argento, per le maledizioni e incanti.
Harry bloccò tutti appena in tempo, fermandoli dietro un angolo, mentre una maledizione senza perdono, quasi li sfiorava.
Si fecero strada tra i combattenti, evitando Mangiamorte, rispondendo agli attacchi, arrivarono ai portici del cortile, quasi tutti crollati.
“No!”
La voce disperata di Ron li fece voltare. Lavanda era stesa a terra, in una pozza di sangue, con un Mangiamorte, lupo mannaro, chino su di lei che stava per azzannarla un’altra volta.
“Andate!” Gridò Draco, “ci penso io! Dovete ucciderlo!”
Ron venne spinto via in lacrime da Harry, superarono il cortile, Hermione lanciò un ultimo sguardo a Draco che si scagliava contro il Mangiamorte.
“Stupeficium!”
Il lupo mannaro venne sbalzato via di parecchi metri, Draco si gettò accanto a Lavanda, respirava ancora, ma era stata morsa al collo. Calì si inginocchiò in lacrime accanto a lui.
“Tampona la ferita, io cerco Lupin.” Le disse Draco, alzandosi in piedi, mentre la ragazza annuiva e Draco tornava in mezzo alla mischia, scartando incantesimi e corpi a destra e a manca.
“Lupin? Lupin! Qualcuno ha visto Lupin?”
 
 
 
§
 
 
 
Hermione Harry e Ron stavano per fare irruzione nella Stamberga Strillante, dove il Prescelto aveva visto Nagini insieme al Signore Oscuro.
Fecero un passo avanti per entrare, ma si bloccarono quando videro Voldemort parlare con Piton, e Nagini ucciderlo senza pietà, scattando verso il suo collo.
Voldemort si Smaterializzò con il serpente, portandolo chissà dove al sicuro, sapeva che mancava solo Nagini.
Harry entrò dentro non appena fu sparito, accucciandosi accanto a Piton, sofferente, e tamponandogli la ferita al collo.
Hermione dietro di lui trafficò con la borsa, alla ricerca del Dittamo, si avvicinò per aiutare Piton, ma lui la bloccò.
“Va bene così,” soffocò le parole, a fatica. Era spaventato, nessuno lo aveva mai visto così, ma non di morire, di non riuscire a far scoprire ad Harry la verità.
Sorrise appena, “sono contento che Draco abbia trovato degli amici come voi, e che alla fine abbia capito che una scelta l’aveva, a ha preso quella giusta.”
Hermione trattenne le lacrime, Harry guardava fisso Piton, senza riuscire a dire una parola. Ron in silenzio, si appoggiò ad una delle finestre.
“Alla fine mi sono divertito con voi in questi anni, mi dispiace solo essere stato quello che sono stato, ma…” non riuscì a finire la frase, un fiotto di sangue uscì dalla bocca e Harry premette più forte la ferita sul collo.
“Ma che cosa?”
“E’… complicato…vorrei tanto che tu capissi,” sussurrò Piton senza forze, poi sembrò venirgli in mente qualcosa, chiuse gli occhi e delle sottili lacrime iniziarono a scorrere sulla sua guancia, le indicò a fatica.
“Prendile, ti prego…prendile, va al Pensatoio… tu devi sapere,” mormorava, un filo di sangue sul bordo della bocca scorreva sul mento, mentre Harry prendeva la boccetta che gli porgeva Hermione e prendeva le lacrime.
“Hai gli occhi di tua madre.” Harry guardò Piton negli occhi, trattenendo uno singhiozzo.
“Perdonami… Harry.” E dal suo sguardo capì che lo aveva fatto, così esalò l’ultimo respiro, chiudendo gli occhi e la testa gli ricadde appena di lato, appoggiata contro il muro.
Harry chiuse gli occhi, stringendo la fialetta nella mano tremante.
 
 
 
 
§
 
 
 
Draco spintonò qualcuno, davanti alla Sala Grande, nell’atrio, alla ricerca di Lupin, ma niente, forse era ancora sulle mura.
Vide Fred e George combattere fianco a fianco contro un paio di Mangiamorte che gli davano del filo da torcere.
C’era anche Percy, arrivato a dare man forte, parlavano mentre schivavano incantesimi a non finire, e rispondevano senza sosta.
“Diffindo!”
George scartò di lato ed evitò l’incantesimo che si abbatté contro il muro, formando una grossa crepa lungo tutta la parete, qualche sassolino franò.
“Fred! George!” Gridò Draco, arrivò alle spalle del Mangiamorte, “Stupeficium!” Schiantò quest’ultimo, aiutandoli, mentre Percy si occupava e faceva perdere i sensi al secondo.
“Draco?” Fred si voltò sorpreso, mentre il biondo gli correva incontro per abbracciarli, i due gemelli lo strinsero a loro, in quell’attimo di tranquillità.
“Io credevo fossi…” disse piano Fred incredulo, Draco sorrise. “Mi ha dato un ultimo incarico, convinto che non mi avrebbero mai perdonato per quello che ho fatto, ma… ci siamo aiutati ancora.”
“Grazie per averli salvati da Malfoy Manor,” disse George, Fred gli aveva raccontato tutto dopo Villa Conchiglia.
“Non dovete ringraziarmi. Avete visto Lupin?”
“Era sulle mura insieme a Tonks e noi, poi siamo scesi, c’era da dare una mano qui. Cerchiamo di non farli entrare…” spiegò Fred, facendo abbassare Draco e puntando la bacchetta verso l’enorme portone d’ingresso e Schiantando un Mangiamorte che correva verso di loro.
Draco si rialzò con un sorriso, che gli scomparve quando sentì una voce dietro di loro.
“Bene, bene, bene…ma guarda chi abbiamo qui…”
Augustus Rookwood era dietro di loro, e fissava Draco con occhi pieni di cattiveria e vittoria. Il biondo si voltò spaventato. Augustus era stato a casa sua per mesi in quell’ultimo anno, ed era stato uno di quelli che lo aveva trattato peggio, soprattutto dopo il suo tradimento.
Era devoto come pochi al Signore Oscuro, quasi un fanatico, e molto molto pericoloso.
Guardò dietro Draco e vide Fred e George, accanto al muro, che respiravano affannosamente, le bacchette contro di lui.
“Ma guarda chi c’è, traditori del loro sangue con il peggiore dei traditori… che bel quadretto.”
Il sorriso gli si spense ed alzò una mano, Draco fu sollevato immediatamente in aria, la becchetta cadde tintinnando a terra, le gambe si muovevano freneticamente, le mani serrate sulla forza invisibile che gli stringeva la gola in una morsa.
Iniziò a tossire alla ricerca d’aria.
Fred e George si lanciarono verso il Mangiamorte, ma lui con un semplice gesto dell’altra mano tolse le bacchette ad entrambi, con una risata di scherno da far accapponare la pelle. Lui e George si bloccarono sul posto.
“Quando avrò finito con lui, penserò anche a voi due…” sputò tra i denti, ricordando l’episodio al negozio, e con un movimento del braccio scagliò Draco contro il muro di schiena, il quale si schiantò su di esso, formando altre piccole crepe. Ricadde a terra senza fiato, dolorante.
La grande lastra di pietra che prima collegava il soffitto alla colonna sopra di lui tremò appena e qualche altro sassolino franò intorno a lui. Fred alzò lo sguardo su di esso allarmato.
Anche il Mangiamorte lo notò e puntò la bacchetta lì invece che su Draco. “E’ quello che ti meriti per aver tradito il Signore Oscuro…”
Fred scattò di lato verso il biondo ancora sdraiato a terra e intontito, “Draco spostati!” Gridò per avvertirlo, ma non si sarebbe mai alzato in tempo. Corse verso di lui e lo spinse via di lato con forza, facendolo rotolare poco distante, e finendo a terra dove c’era lui un attimo prima.
“BOMBARDA MAXIMA!”










NOTA DELL'AUTRICE: Salve a tutti, questo capitolo ho deciso di spezzarlo in due, non odiatemi vi prego, ma sarebbe stato davvero troppo lungo. Sia questo che il prossimo tratterà della battaglia di Hogwarts, ho cambiato tante cose, alcune poco e alcune tento; e so, so quello che pensate, ma vi prego, aspettate il prossimo capitolo finale per vedere tutto il quadro finito.
Fidatevi di me davvero. 
Grazie per tutto, commentate numerosi che mi fa davvero piacere e ne ho bisogno mai come ora. E' straziante ma bellissimo scrivere questi ultimi due. 
A presto, aggiornerò prima che posso. Vi voglio bene. 
   
 
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