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Autore: Kia_1981    25/06/2020    1 recensioni
Qual è il regalo di Natale che si concederanno i giovani eroi di Parigi?
ATTENZIONE: possibili/ velati SPOILER sulla stagione 3; quindi se siete allergici agli spoiler, occhio!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Stai fermo, altrimenti poi non devi lamentarti se finisci per fare il puntaspilli!"

Da qualche sera ho l'abitudine di passare da Marinette. Mi piace la sua compagnia, a volte riesco perfino a non pensare di avere davanti la mia Insettina. Lei ha di nuovo fatto sparire tutte le foto di Adrien e anche la rosa, ma non ha importanza finchè mi permette di passare del tempo con lei. Dopo la mia prima visita a Marinette, Plagg mi ha tenuto il broncio per qualche ora, poi credo sia venuto a parlare con la guardiana e quando è tornato era più tranquillo e si è lasciato blandire da una buona scorta di quel formaggio disgustoso che gli piace tanto. Meglio così, visto che quello di passare da Marinette è diventato un piccolo rito a cui credo non riuscirei mai a rinunciare. Non importa quanto sia stata pesante la giornata, quanto mi sia sentito solo, quante volte abbia desiderato essere qualcun altro almeno per un momento: quando sono qui con lei, mi sembra di tornare a respirare perfino in un momento come questo, mentre sono costretto a trattenere il respiro e rimanere immobile come una statua.

"Mi fido di te, Principessa. So che sarai... ahi!"

Marinette salta indietro, lanciando un gridolino atterrito e io scoppio a ridere per la sua espressione preoccupata. Un istante dopo, però, il suo viso si rabbuia.

"Che scherzo stupido, Chat Noir!", esclama colpendomi il petto, e inavvertitamente si punge con l'ago che ha ancora in mano. 

"Ecco, è tutta colpa tua! Guarda che disastro!", si lamenta sventolando la mano.

Quello che faccio subito dopo accade senza che abbia il tempo di pensare: le prendo la mano e me la porto alle labbra per baciare il dito ferito, in un gesto così intimo che perfino io mi sento sconcertato. Marinette mi guarda a bocca aperta, gli occhi sbarrati sembrano ancora più blu di quanto già non siano.

"Mia madre lo faceva sempre quando mi facevo male, da bambino", provo a giustificarmi mentre cerco, invano, di capire cosa mi stia passando per la testa. 

"Ma... ma... ma certo! Anche la mia!", balbetta lei con una risatina nervosa, il viso reso paonazzo dal momentaneo disagio.

Libera la mano con uno scatto rapido e fa un gesto noncurante, come per spazzare via quello che è appena successo.

"Tutto a posto, non preoccuparti!"

Il suo maldestro tentativo di alleggerire l'atmosfera mi fa sorridere.

"Mi spiace di averti fatta spaventare. E di avere interrotto il tuo lavoro"

"Non importa. Ho quasi finito", mi avverte la mia amica. "Sei bravo a fare il manichino, sai? Il tuo unico difetto è che parli troppo", aggiunge ironica. 

 
***

Alzo lo sguardo e incontro il suo sorriso. Rimane in silenzio finchè non ho finito di prendere le misure per quello che probabilmente sarà solo l'ennesimo regalo che non avrò il coraggio di recapitare. Oppure lui lo riceverà in qualche modo, senza sapere che è da parte mia, come è già successo. Sono un vero disastro!

"Sicura di aver finito, Principessa?"

La domanda perplessa di Chat Noir mi sorprende.

"Certo che sì. Il destinatario di questo regalo ha più o meno la tua corporatura, ho aggiustato tutte le misure, quindi direi che ho proprio finito. Perchè me lo domandi?"

Lui si limita a scrollare le spalle e decido di lasciar perdere: in fondo, cosa può saperne lui di come si confeziona un indumento? Piego la felpa imbastita e la appoggio sulla chaise longue, con l'intenzione di finirla domani mattina presto, oppure non appena il mio ospite se ne sarà andato. Questa seconda possibilità, però, mi sembra la più remota perchè Chat Noir ha cominciato a gironzolare per la mia stanza come suo solito e io posso solo augurarmi di aver nascosto bene qualunque cosa possa fargli sospettare che io sia Ladybug.

Adesso è vicino alla mia scrivania e spero con tutta me stessa che non gli capiti di toccare il mouse, sbloccando lo stand-by del computer, perchè non ho ancora cambiato lo sfondo del desktop con il collage di foto di Adrien. Dovrei davvero cercare di andare oltre quello che rimane della mia ossessione, lasciare Adrien a Kagami e continuare per la mia strada. Da sola. Più facile a dirsi che a farsi.

Chat Noir si è piazzato davanti alla scrivania, chino su quei compiti che non sono ansiosa di portare a termine. Si volta verso di me con un sorriso che conosco fin troppo bene, quello che associo all'ennesima proposta assurda in arrivo, una del genere che declinerei all'istante per non incoraggiarlo, se in questo momento fossi Ladybug. Però adesso sono Marinette e devo comportarmi di conseguenza.

"Cosa ne dici", comincia infatti lui e, dal momento che mi sta ancora dando le spalle, posso alzare gli occhi al cielo. "Se per farmi perdonare il pessimo scherzo di poco fa, ti dessi una mano con questi?"

Mi volto e me lo trovo lì, il solito sorriso da canaglia stampato in faccia, mentre fa dondolare avanti e indietro il mio quaderno di fisica. Odio quella materia. E lui di sicuro mi sta prendendo in giro. Non rispondo, ma credo che la mia espressione parli da sola.

"Andiamo, Principessa, non per vantarmi, ma sono il primo della classe in questa materia", sposta una delle sedie invitandomi a prendere posto. Mi trascino fin lì e lo guardo contrariata.

"Se pensi che a quest'ora della sera io sia in grado di capire quello che non capisco di giorno, sei ancora più ottimista di quanto credessi", gli faccio notare. Ovviamente lui non sembra intenzionato ad arrendersi. Come sempre.

"Concedimi solo qualche minuto, Marinette"

 
***

Dopo un'ora abbiamo finito buona parte degli esercizi e Marinette sembra aver colmato qualche lacuna. Devo ammettere che fare i compiti con lei è molto meglio che fare i compiti per Chloè.

"Principessa, forse è meglio smettere, non credi?"

Mi piace chiamarla così. Mi piacerebbe tenerla fra le braccia mentre la chiamo in quel modo. Ormai lo so quello che provo, eppure non posso concedermi nulla: lei è ancora innamorata di... chi? Di Adrien? Di Luka? Era per lui la felpa per cui le ho fatto da modello? Il pensiero mi atterrisce, ho paura di perderla. Forse dovrei decidermi a parlarle dei miei sentimenti. E se mi rifiutasse di nuovo? Mi volto verso di lei e la sorprendo mentre fa uno sbadiglio spropositato che non finge nemmeno di nascondere.

"No, dai, continuiamo ancora un po'", biascica con gli occhi che si chiudono.

"Niente da fare. A dormire. Che programmi hai per domani?"

"Pattinaggio", riesce a dire dopo un altro enorme sbadiglio.

"Bene, non vorrai addormentarti sul ghiaccio, giusto?"

La tiro in piedi e la spingo gentilmente su per le scale, fino al soppalco che porta al suo letto. Apro la botola e allungo il bastone per uscire sul terrazzo. 

"Sogni d'oro, principessa", la saluto. Lei è già sotto le coperte, mugugna qualcosa di incomprensibile che mi strappa un sorriso.

Richiudo la botola e mi fermo, riluttante a lasciare un posto che considero casa. Chiamerei così qualunque luogo, purchè ci sia lei. Alla fine mi decido ad andarmene, visto che è tardi e ho bisogno di essere in forma, domani.

Domani.

Una parola che ha il sapore di una meravigliosa promessa.

 
***

Sento i passi leggeri di Chat Noir allontanarsi dalla botola.
Lo immagino mentre balza sulla ringhiera e torna alla sua vita, saltando agile tra un tetto e l'altro.
Più tempo passo con lui, più mi manca quando se ne va.
Mi rigiro nel letto, ripensando a qualche sera fa, quando ho ballato con lui. Rivivo la sensazione delle sue braccia che guidano i miei passi seguendo il ritmo della musica. E ricordo anche un altro ballo, stretta al ragazzo che amo dal giorno in cui l'ho conosciuto.

Sono abbastanza sicura che lui sappia chi sono, ma credo che ora non abbia più molta importanza. 

Devo dormire. Domani sarà una giornata importante.       

Domani...
   
 
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