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Autore: StilledAnima    13/08/2009    6 recensioni
Missing Moment da Breaking Dawn: si tratta di un momento tratto dal capitolo 25, “Favore”. Edward e Bella hanno appena trascorso la notte insieme nella casa che Esme ha restaurato per loro. Al loro ritorno a casa Cullen, Bella dice di trovare Renesmee in compagnia di Emmett e Rose. Il momento descritto è quello precedente al loro arrivo.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due paroline prima di tutto: Dunque, questa fanfiction aveva partecipato al contest
" momenti" indetto da harrytat. Il bando prevedeva di descrivere, appunto, un momento qualsiasi che uno dei personaggi della saga trascorre con la piccola Nessie. Il personaggio in compagnia di Renesmee andava scelto a partire da una lista che la giudice aveva messo a nostra disposizione. Il contest purtroppo, causa mancanza di partecipanti, è stato sospeso. Questa fic,comunque, in base ai risultati riportati da harrytat, sarebbe arrivata prima.
Colgo qui l'occasione di ringraziare Micol per la sua disponibilità e l'infinita pazienza, nei panni di giudice è stata davvero efficiente. I miei complimenti anche a Gaara92, leggerò al più presto la tua storia!
Buona lettura


Autore: speednewmoon

Personaggi: Renesmee, Emmett (personaggio scelto), Rosalie. Piccoli riferimenti a tutta la famiglia Cullen, a Jacob e il branco dei lupi Quileute.

Raiting: Verde

Titolo: “ L’Orso buono… e un pugno di forchette”

Avvertenze: Missing Moment da Breaking Dawn ( si tratta di un momento tratto dal capitolo 25, “Favore”. Edward e Bella hanno appena trascorso la notte insieme nella casa che Esme ha restaurato per loro. Al loro ritorno a casa Cullen, Bella dice di trovare Renesmee in compagnia di Emmett e Rose. Il momento descritto è quello precedente al loro arrivo.), PoV Emmett; Genere sentimentale,comico. One-shot.

Note dell’ Autore: Nelle avvertenze ho menzionato come genere il “Comico” e non ho aggiunto alcun tipo di OOC, poiché ho cercato di rendere il personaggio di Emmett il più fedele possibile a quello del libro. Spero di esserci riuscita.

“ L’Orso buono…e un pugno di forchette”

_ Atto Unico_


“ Ness? Mi spieghi che ti hanno fatto di male, quelle posate? ”

La piccola mezza vampira dagli occhi scuri e dalle guance rosse storse impercettibilmente il labbro in un tenero sorriso. Se ne stava abbarbicata alla mia gamba destra, i riccioli rossi sparpagliati sul mio ginocchio, un povero cucchiaio storto fra le dita del suo piccolo pugno.

Mi lasciai scappare un sospiro, mentre con un gesto veloce del braccio, la facevo accomodare sulle mie gambe.

Non avevo avuto scelta, c’ero cascato con tutte e due le scarpe.

Rosalie, che se l’era tenuta gelosamente in braccio per tutta la notte, era corsa al piano di sopra per cambiarsi e mi aveva intimato ( con voce lievemente minacciosa, aggiungerei) di non perderla d’occhio neppure per un istante. Anche se il periodo di gestazione di Bella si era concluso ormai da qualche giorno, mia moglie continuava a comportarsi in maniera diffidente con tutti coloro che si avvicinavano allo scriccioletto che tenevo in collo. Temeva che Carlisle spuntasse di nuovo con una siringa in mano nel tentativo di uccidere la creaturina, sotto richiesta di un Edward in piena crisi d’angoscia per la propria amata in fin di vita.

Non poteva esserci pensiero più sbagliato. Ormai avevamo perso la nostra dignità di mostri, il nostro essere scostanti predatori dalla mente lucida e l’autocontrollo formidabile. Erano caratteristiche che andavano tutte a farsi benedire non appena Nessie accennava ad un lieve lamento, non appena alzava le sue manine paffute per mostrarci di che cosa avesse bisogno in quel determinato momento.

Incredibile.

Non c’era uno di noi che si comportasse da vampiro normale quando c’era lei nei paraggi con i suoi occhioni a calamita e le sue dita calde, dal tocco leggero: Rosalie sprizzava scintille non appena qualcuno gliela toglieva dalle braccia, Alice sperperava tutte le sue carte di credito in negozi di vestiti per bambini, Ed si era messo a comporre una nuova melodia per lei al suo pianoforte. Persino quello scorbutico di Jazz, quando pensava di non essere visto, le allungava una lieve carezza sulla testolina riccioluta.

Ecco come c’eravamo ridotti nel giro di poco più di un mese: un intero clan di forti guerrieri tenuti a bada da un esserino di nemmeno tre giorni.

Sai il caro vecchio Dracula che risate, se fosse stato ancora tutto intero.

In più, a complicare la situazione tutt’altro che semplice di per sé, c’era da tener conto anche del gruppo di cani che aveva preso a scodinzolare intorno casa, riempiendo l’aria del loro soave fetore di sudore e terra bagnata.

Jacob era stato irremovibile. Dopo che Bella gli aveva concesso a malincuore il proprio permesso (se per “malincuore” si poteva intendere che quel ragazzetto di Seth c’aveva quasi rimesso il braccio…), non aveva mai perso l’ occasione di vedere Nessie. L’adorazione nei suoi occhi metteva quasi soggezione. Un sentimento non lontano dalla profonda venerazione che vedevo nello sguardo di Edward quando si soffermava sul viso di sua moglie. Quello stesso calore, quella stessa struggente dipendenza che, infondo , segretamente e gelosamente, custodivo in quel cuore ormai freddo che avevo consegnato nelle mani di Rose, in un lontano giorno di montagna di qualche secolo fa.

Un cuore che non volevo, per nessun motivo al mondo, che mi fosse restituito tanto presto.

“ Bianco..Tanto bianco..” Improvvisamente sobbalzai sui gradini del porticato, le piccole mani di Nessie a mezzo centimetro dal volto. La piccola, accortasi dell’espressione pensierosa sul mio viso, aveva abbandonato le forchette del servizio di Esme e si era sporta verso l’alto per tentare di capire come mai fossi così sulle nuvole.

“ No, niente, Ness…stavo solo ricordando un giorno di tanto tempo fa. C’era molta neve, sì. Non mi sentivo tanto bene, stavo per chiudere gli occhi e addormentarmi quando, all’improvviso, è apparso un angelo…”

Non c’era metafora più adatta per descrivere come mi era apparsa Rose in quel momento.

La piccola tamburellò le sue dita calde sulla mia guancia, con aria perplessa. Nella mia mente presero a ruotare tanti frammenti di immagine, ricordi lucidi e colorati, nitidi in ogni loro più nascosto particolare.

Rose che riempiva Jacob di insulti; Rose che, diffidente, guardava Carlisle mentre appoggiava Ness sul lettino d’ospedale per prenderne le misure; Rose che stringeva la bambina al petto, impedendo ad Alice di poterla cullare…

Allontanai con delicatezza la mano della piccola e la tenni stretta per un attimo nella mia.

Erano così diverse. Non per la temperatura, non perché la mia pelle assumeva brillanti scintille di luce non appena veniva toccata dai raggi del sole.

Quelle erano le mani di un uomo e di una bambina. Mani che, se osservate da lontano, avrebbero potuto assomigliare a quelle di un padre con la propria figlia.

Sapevo che cosa provava Rosalie tutte le volte che si soffermava a guardare le braccia di Bella che racchiudevano con delicatezza il dolce peso di Renesmee.

Era un pensiero che mi aveva sempre tormentato, l’unica cosa che non sarei mai stato in grado di darle. Però, poiché sapevo che la natura della nostra razza impediva il riprodursi tipico degli umani, non mi ero dato pensiero, credevo che mia moglie col tempo avrebbe superato il suo dramma personale.

Ero disposto a concederle tutto il mio amore,tutto me stesso pur di farle dimenticare.

Poi l’impossibile era accaduto. Bella, l’umana dalle guance rosse che avevo sempre preso in giro per il suo equilibrio precario, aspettava un figlio da mio fratello, un vampiro.

Era immorale, contro natura, come aveva affermato Carlisle dopo la telefonata di Ed dall’isola. Sul momento, però, non mi ero posto il problema della legittimità di quel gesto. C’era altro a cui pensare.

Se ciò che era accaduto era stato dilaniante per Edward, crudele per Carlisle, fatale per Bella, per Rose era stato come morire ed essere vampirizzata ancora una volta. Faticavo a dimenticare l’espressione che le avevo letto in volto quando l’avevo sorpresa al telefono con Bella. Quella determinazione, quell’invidia messa a tacere dall’orgoglio dettato dal suo carattere indomabile erano stati più dolorosi di una ferita inferta da una lama a doppio taglio.

Non ho potuto darti un figlio. Promettimelo, Emmett: concedimi almeno di salvare il loro.

Anche se avevo tradito per la prima volta la fiducia della mia famiglia adottiva, non ero riuscito a negarle quel suo desiderio.

Ma come potevo spiegare tutto questo ad una bambina così piccola, così innocente che si sarebbe sentita responsabile per tutto ciò che era successo?

Ness continuava a guardarmi in attesa di risposte, i grandi occhi scuri accessi di curiosità.

Non ero la persona adatta, decisamente. Il mio tatto era pari a quello del cucchiaino che le sue dita avevano ripreso a martoriare. Decisi di provarci comunque, in fondo mi aveva messo alle strette.

Delicatamente, pieno di attenzioni, feci scivolare il palmo della sua mano sulla mia guancia, permettendole così di verificare se le mie parole trovavano rimostranza nei suoi pensieri.

“ Sì, lo so che tua zia è un tantino difficile, sapessi quanti piatti mi sono beccato io in testa in tutti questi secoli, quando tentavo di farla ragionare! Però…”

Sospirai, guardando in basso, la voce gonfia d’emozione. “In lei c’è molto altro, Ness. Pochi la conoscono per come è veramente. Sotto quell’orgoglio, quella testardaggine che si ritrova, è una donna meravigliosa. Tiene molto a te, piccola semiumana che non sei altro. Quindi se ogni tanto è un po’ troppo possessiva o manda troppo spesso in un certo posto il tuo caro Jacob, ecco…sappi che lo fa solo perché ti vuole molto bene.” Alzai la testa lentamente, pronto a leggere il responso del mio discorso negli occhi di mia nipote.

La scena che mi si presentò davanti mi paralizzò per un attimo sul posto.

Nessie non stava affatto guardando me, no. Era concentrata su di un particolare alla mia sinistra, in alto, sopra la mia spalla. Osservava in silenzio sua zia Rosalie che, con l’espressione contorta da lacrime che non poteva versare, ci stava guardando ferma sulla porta.

“ Rose, io…Non mi ero accorto…”

Tentai di alzarmi per andarle incontro, ma il dolce peso di Renesmee mi teneva inchiodato a terra. Continuai a guardare immobile mia moglie che, passata una mano sul viso e spostatasi una ciocca dorata dagli occhi, tornava a far comparire il suo familiare sorriso sul suo volto perfetto. Ness si alzò in quel momento dalle mie ginocchia e ,zampettando a terra coi suoi piedini e con l’aiuto del mio braccio, si aggrappò salda alla gamba di Rose, indicandomi con un dito per farmi abbassare alla sua altezza. Mi sfiorò con l’indice sul mento, facendomi rivivere per un istante la scena che si era svolta nemmeno cinque secondi prima su quello stesso portico, soffermandosi insistentemente sulla fugace espressione d’amore che si era dipinta per un momento sui lineamenti di Rosalie mentre mi guardava.

Sorrisi al vuoto, memore di quel momento. La piccola aveva capito. Dopotutto c’era da aspettarselo, con lo zio intelligente che si ritrovava.

“ Dai Ness, rientriamo. Sono tutti in salotto che ci aspettano.”

Rose prese in collo la bambina con attenzione, il suo bellissimo volto che sporgeva da sopra i riccioli color del rame di Renesmee. Alzò lo sguardo per un attimo su di me.

Un fugace istante, il tempo di un sospiro…bastò lo stesso.

L’amore infinito, quel “grazie” silenzioso che lessi nei suoi occhi, furono una risposta più significativa delle tante parole che servivano agli altri. Non c’era bisogno di aggiungere niente.

“ E poi, Nessie, fra poco arrivano mamma e papà.” Mia moglie mi lanciò un’occhiata così machiavellica che, per la sua malizia, mi fece scoppiare a ridere.

La adoravo, non c’erano dubbi.

Ness si divincolò nella stretta della zia per guardarmi di striscio, le manine protese per capire dai miei pensieri a che cosa fosse dovuto quello scoppio di ilarità. Mi allontanai dalla sua presa, un sorriso di scuse sulle mie labbra, gli occhi che prendevano a scrutare il profilo della foresta in attesa dell’arrivo dei due neo-sposi.

Infondo, per quanto sincero potessi essere, c’erano cose che una bambina di soli tre giorni, per il momento, non doveva assolutamente conoscere.

“ Renesmee era sveglia. Seduta per terra e marcata stretta da Emmett e Rose, giocava con un mucchio contorto di posate d’argento.

Nella mano destra teneva un cucchiaio martoriato…”

( “Breaking Dawn”, pag. 439 )

Di seguito riporto il giudizio di harrytat:

la prima classificata sarebbe stata:
-speednewmoon!
con:
-Correttezza grammaticale:4/5 punti
Qualche piccolo errore di battitura e ti ricordo che dopo punti e virgole uno spazio non guasta. Qualche ripetizione di troppo. Ma nel complesso davvero bene!
-Originalità:9/10
Lo ammetto. Sei stata originalissima. Davvero hai ambientato la storia in un momento che credevo perfetto. Ottimo.
-Lessico e stile:6/10 punti
Hai usato un lessico comprensibile e mediamente semplice. Hai superato il limite di lunghezza per questo ti devo penalizzare. Mi dispiace ma ti verranno tolti 2 punti.
-Parere personale: 14/15 punti
Ammetto che alla fine mi è scesa una lacrimuccia…. E’ davvero un fic strepitosa! Emmet e Rosalie sono stati caratterizzati veramente bene,anche perché come mi avevi anticipato ti sei mantenuta dentro lo schema Mayer. Davvero,davvero molto brava! Complimenti!

per un totale di 33 su 40 punti...

-Bonus personaggi: 4
Tot:37 su 40!



   
 
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