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Autore: Veggie12775    14/08/2009    2 recensioni
Ripercorre abbastanza fedelmente la serie Dragon Ball Z con in più qualche momento romantico fra la bellissima coppia Vegeta e Bulma. Questa fanfiction è la prima di una serie.
Genere: Generale, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SEDICESIMO CAPITOLO



Gohan iniziò a combattere contro Cell ma inizialmente il cyborg sembrava molto più potente del ragazzino.
Gli altri guerrieri assistevano allo scontro e Junior era preoccupato per il suo giovane amico e avrebbe voluto prendere a pugni Goku per lo sguardo sereno che continuava a mostrare.
“Goku, come hai potuto farlo? Sai benissimo che Gohan non ama affatto combattere! E’ sempre stato un bambino pacifico che si è trovato suo malgrado ad affrontare situazioni più grandi di lui. Cosa credi che stia pensando in questo momento mentre Cell lo sta massacrando di botte? Non ti sarà certo grato, anzi, penserà che a suo padre non importa niente se viene ucciso da quel mostro! Francamente non mi sarei mai aspettato che ti comportassi così, Goku. E’ un comportamento alla Vegeta, quindi tu e lui siete più simili di quanto immaginassi.”
Goku rimase turbato dalle parole di Junior, lui era certo che Gohan sarebbe stato in grado di battere l’androide, ma non si era soffermato a riflettere su ciò che suo figlio avrebbe potuto pensare venendo mandato in campo a cuor leggero, così decise di tornare a combattere.
“Vieni via, Gohan, lascia che lo affronti io.”
“No, papà. Ho capito perché mi hai mandato al tuo posto e vedrai che non ti deluderò.”
“Moccioso, forse dovresti dar retta al tuo paparino. Finora non mi sei sembrato un granché” disse Cell ridendo.
“Cell, tu non hai ancora visto niente! Io non amo combattere, ma quando mi arrabbio scaturisce in me una forza straordinaria e nessuno è in grado di battermi” spiegò Gohan.
“Davvero? Mi piacerebbe proprio vedere questa tua forza straordinaria, ragazzino.”
Cell ricominciò a combattere ma vedendo che lui non reagiva decise di cambiare tattica.
Creò sette piccole copie di se stesso, i Cell Junior, e li mandò a combattere contro Goku e gli altri.
I Cell Junior erano piccoli ma potentissimi e i guerrieri, a parte Vegeta e Trunks, non riuscivano a tenerli a bada, neppure Goku perché aveva perso parecchia energia nello scontro con Cell.
Cell vide gli occhi di Gohan lampeggiare per la rabbia e capendo che mancava poco per veder scaturire la sua forza distrusse C16 era accorso per aiutare il bambino.
“Me la pagherai, mostro!” gridò Gohan.
Il ragazzino distrusse i Cell Junior nel giro di pochi istanti poi si preparò ad affrontare Cell.
Ora la situazione si era ribaltata e Gohan era notevolmente più forte di Cell che colpiva senza pietà. Cell non riusciva a reagire e ricevendo un colpo particolarmente violento sputò fuori C18.
“Guardate, ora non è più l’Essere Perfetto!” disse Trunks stupito.
“Già, ora Cell è molto debole. Penso che sia il momento che Gohan gli dia il colpo di grazia” disse Junior.
Goku si trovò d’accordo e chiese al figlio di distruggere il mostro.
“Non così in fretta, papà. Voglio riservargli una lenta e dolorosa agonia per fargli pagare tutto il male che ha fatto” rispose Gohan, sorprendendo gli altri guerrieri per il suo tono freddo.
Evidentemente l’ebbrezza del potere si era impadronita di lui e non gli permetteva di smettere di combattere fino a quando non avesse fatto a pezzi l’avversario.
Goku era preoccupato temendo che qualcosa andasse storto e, infatti, qualcosa di terribile stava per succedere.
“Moccioso, non hai ancora vinto. Nel mio corpo, come in quello di tutti i cyborg del dottor Gero del resto, è presente una bomba che ora ho autoinnescato e fra pochi istanti la Terra esploderà.”
Cell iniziò a gonfiarsi sotto lo sguardo sconcertato dei presenti.
Erano tutti disperati non sapendo cosa fare ma Goku si fece avanti e rivolgendo un triste sorriso al figlio e agli amici disse: “Mi dispiace, ma non sono riuscito a trovare un’altra soluzione. Addio a tutti. Gohan, sono orgoglioso di te, occupati della mamma e dille che mi dispiace di averla fatta soffrire.”
“No papà, aspetta” gridò Gohan, ma era troppo tardi.
Goku, usando il teletrasporto, era andato con Cell sul pianeta di re Kaio.
Poco dopo i guerrieri non riuscirono più a percepire l’aura di Goku e capirono che era morto. Il generoso guerriero si era sacrificato ancora una volta per la salvezza della Terra.
Gli altri erano rimasti ammutoliti, non riuscendo a capacitarsi di ciò che era appena successo.
Il senso di colpa faceva piangere disperatamente il povero Gohan che si riteneva responsabile per la morte del suo amato padre.
“Non piangere, Gohan. Tuo padre è orgoglioso di te e non ti biasima per quello che è successo. Ora andiamo a casa” disse Junior.
Gohan, sia pur con riluttanza, decise di seguire il suo maestro, ma né lui né gli altri fecero in tempo ad allontanarsi perché Cell riapparve e uccise Trunks.
“Siete sorpresi di rivedermi, non è vero? Beh, vi confesso che lo sono anch’io! Ho scoperto, infatti, che se non viene danneggiato il mio nucleo centrale posso rigenerarmi all’infinito diventando sempre più forte ed è per questo motivo che ho di nuovo l’aspetto dell’Essere Perfetto nonostante C18 non sia più nel mio corpo.”
“Bene Cell, sono contento che tu sia tornato così potrò vendicare mio padre” disse Gohan preparandosi alla battaglia decisiva contro il cyborg.
Vegeta era rimasto scosso da ciò che era successo negli ultimi minuti e guardava Yamcha sorreggere il corpo senza vita di Trunks.
Suo figlio era morto, quel ragazzo generoso che era venuto da un’altra dimensione per salvarli, per conoscere suo padre, ora non c’era più.
Quel povero ragazzo, che aveva desiderato l’affetto di un padre crudele e insensibile, ora in terra in un lago di sangue.
La rabbia e la disperazione s’impadronirono di Vegeta e senza esitazione attaccò Cell.
“Me la pagherai per aver ucciso mio figlio.”
Vegeta lo attaccava con tutte le sue forze ma la potenza di Cell era infinitamente superiore alla sua e con una sola mossa il cyborg lo mandò al tappeto.
“Cosa credi di fare contro di me, moscerino? Mi hai stancato, ti manderò nell’al di là a trovare il tuo amico Goku.”
Cell stava per dare il colpo di grazia a Vegeta ma Gohan s’intromise e riuscì a salvare il principe da una morte certa.
Gohan, poi, sia pur ferito ad un braccio e con le forze dimezzate, ricominciò a combattere.
Junior, Crili, Tensing e Yamcha cercarono di aiutarlo ma la loro potenza non era sufficiente.
“Coraggio, figlio mio, sono certo che ce la farai” si sentì dire dalla voce di Goku che proveniva dal paradiso.
Vegeta, intanto, vedendo tutti impegnarsi ad aiutare Gohan, decise di dare anche lui il suo contributo.
Vegeta attaccò Cell e il cyborg si distrasse dal suo colpo inaspettato così Gohan riuscì finalmente a sconfiggerlo distruggendo anche il suo nucleo centrale.
“Bravo Gohan, ce l’hai fatta” disse Junior.
“Senza il vostro aiuto non ci sarei mai riuscito, amici.”
“Ora andiamo al palazzo del Supremo così Dende ti curerà tutte quelle ferite.”
“Sì, va bene.”
A parte Vegeta, gli altri se ne andarono rimanendo un po’ sorpresi dall’insistenza di Crili di portare con loro anche C18.
Appena giunsero al palazzo, Dende curò le ferite di Gohan con il suo potere curativo poi invocò Shenron perché resuscitasse le ultime vittime di Cell.
Naturalmente Trunks tornò in vita, mentre Goku no perché era già stato resuscitato in passato dopo la battaglia contro Radditz.
“Potremmo andare su Neo Namek a prendere le sfere di Polunga che può resuscitare le persone più volte” propose Crili.
Gli altri si dichiararono d’accordo ma una voce li fermò.
“Grazie per la vostra premura, amici, ma preferisco rimanere dove mi trovo per evitare altri attacchi al pianeta per causa mia.”
“Ma papà, io ho bisogno di te” protestò Gohan.
“No, figliolo, ormai sei grande e in grado di cavartela da solo. Io, comunque, ti sarò sempre vicino. Addio.”
Erano tutti dispiaciuti per la decisione di Goku ma dovettero rispettare la sua volontà.



C18 si guardò intorno sorpresa, non riuscendo a capire dove si trovasse poiché l’ultima cosa che ricordava era l’attacco di Cell quando l’aveva assorbita.
“Dove sono?” chiese C18 riconoscendo i guerrieri.
“Questo è il palazzo del Supremo. Non devi preoccuparti, nessuno ti farà più del male perché Cell è stato distrutto da Gohan” disse Crili.
C18 lo guardò sorpresa ma non le uscì di bocca nessuna parola di ringraziamento e se ne andò.
Crili la guardò con tristezza poi la sua attenzione venne riportata su Shenron che voleva sapere qual era il loro terzo desiderio.
“Ti prego, Shenron, trasforma C17 e C18 in esseri umani” chiese Crili.
“Mi dispiace, ma questo va oltre i miei poteri.”
“Almeno puoi togliere l’esplosivo che il dottor Gero ha inserito nei loro corpi?” insistette il piccolo guerriero pelato.
“Sì, questo lo posso fare.”
Dopo aver esaudito il desiderio, Shenron scomparve e le sette sfere, tramutate temporaneamente in sassi, si sparpagliarono per il pianeta.
“Crili, ti sei innamorato di C18?” chiese Gohan sorprendendo tutti i presenti.
Non ci fu bisogno che l’altro rispondesse poiché il suo rossore era eloquente.
“Complimenti, amico, la tua biondina è veramente una bellezza mozzafiato malgrado il suo cuore di ghiaccio” commentò Yamcha.
“Già e non ho alcuna speranza di conquistarla” disse Crili con tono abbattuto.
C18 aveva sentito tutto ciò che era stato detto negli ultimi minuti perché non si era allontanata di molto e strani sentimenti si agitarono nel suo cuore.
Lei non ricordava niente del suo passato di essere umano poiché Gero aveva cancellato tutti i suoi ricordi installandole dei microchip nel cervello ma la gentilezza del piccolo guerriero pelato l’aveva commossa.
Ora, però, non aveva tempo di pensarci, doveva ritrovare il suo gemello, poi avrebbe deciso come trascorrere il futuro.



Vegeta si era allontanato dal campo di battaglia mentre la consapevolezza di aver fallito ancora una volta gli assaliva la mente.
Era una nullità poiché non era riuscito a battere il cyborg e a vendicare suo figlio.
Sentiva di nuovo l’aura di Trunks ma questo non bastava a consolarlo del suo nuovo fallimento.
Da quando Goku era diventato super saiyan su Namek, aveva sempre cercato di raggiungerlo ma mai c’era riuscito perché ogni volta che lo faceva l’altro guerriero aumentava di nuovo il suo potere.
Ora che Goku era morto, Vegeta sentiva di aver perso il suo scopo nella vita.
Che senso avrebbe avuto continuare ad allenarsi se il suo rivale non c’era più?
Se non avrebbe mai avuto la possibilità di dimostrargli di essere il più forte?
Ora la Terra avrebbe avuto un nuovo protettore, Gohan, ma Vegeta non ci teneva a misurarsi con lui.
Kakaroth era il solo che considerasse suo rivale e con la sua morte si sentiva perduto.



“Coraggio mamma, fatti forza. Papà si è sacrificato per il bene dell’umanità” disse Gohan abbracciando la madre.
Chichi piangeva disperatamente, non riuscendo a smettere.
Gohan le aveva dato poco prima la terribile notizia e lei si era sentiva crollare il mondo addosso.
Perché lui voleva abbandonarla ancora una volta?
Perché sceglieva il paradiso a una vita con lei, Gohan e il piccolo che pochi giorni prima si era accorta di aspettare?
Forse lui non l’amava a sufficienza?
“Non devi essere triste, Chichi, io veglierò sempre su di voi e forse un giorno potrò tornare. Addio, mia amata” sentì dire dalla voce di Goku.
Chichi si fece forza e si asciugò le lacrime.
Sentiva ancora un peso opprimerle il petto, ma lei era una donna forte e sarebbe riuscita a superare le difficoltà grazie all’appoggio del suo giovane ometto e dell’angelo che dal paradiso vegliava su tutti loro.



Trunks atterrò nel giardino della Capsule Corporation e Bulma gli corse incontro.
“Come stai, tesoro?”
“Bene, mamma. Cell mi aveva ucciso ma le sfere del drago mi hanno resuscitato. Goku si è sacrificato nel tentativo di fermare il cyborg ma ha rifiutato di essere riportato in vita con le sfere namecciane perché vuole evitare che altri nemici attacchino il pianeta a causa sua” spiegò Trunks.
Bulma si sentì addolorata alla notizia della morte dell’amico che era quasi un fratello per lei e pianse.
“Dov’è tuo padre? Sta bene?” chiese lei con ansia poco dopo.
“Non so dove sia andato al termine della battaglia ma mi hanno raccontato che si è scagliato contro Cell, incurante del pericolo, quando il cyborg mi ha ucciso.”
Bulma osservò il ragazzo e vide la felicità brillare nei suoi occhi poiché aveva avuto la prova dell’affetto di suo padre.
“Mamma, domani partirò per tornare nella mia epoca. Sono diventato molto più forte da quando sono venuto qui e sono certo di riuscire a battere i due cyborg e a riportare la pace anche nel mio mondo.”
“Sì, certo. Mi dispiace, però, che tu parta perché sentirò molto la tua mancanza.”
“Ma io sarò sempre accanto a te perché sono lo stesso bimbo che ora sta dormendo nel suo lettino. Il mio viaggio nel tempo ha avuto successo perché questo mondo è in pace e l’altro me stesso potrà crescere in un luogo sereno. Vorrei tanto che papà gli stesse accanto.”
“Tesoro, tu sai quanto io lo amo e farò il possibile perché rimanga con me e il bambino. Lui ci ama entrambi e spero che finalmente si decida ad ammetterlo con se stesso” disse Bulma ricordando il modo in cui Vegeta l’aveva guardata quando lo aveva difeso dalle accuse di Yamcha.



Il giorno successivo Chichi e i guerrieri si radunarono nel giardino della Capsule Corporation per salutare Trunks.
Tutti gli strinsero le mani e gli diedero affettuose pacche sulle spalle mentre Bulma lo abbracciò e baciò facendogli molte raccomandazioni.
Trunks salutò tutti i presenti e, mentre stava per salire sulla macchina del tempo, vide suo padre appoggiato ad un albero.
Vegeta gli fece un cenno di saluto poi gli rivolse un debole sorriso.
“Ti voglio bene, papà” disse il ragazzo.
Vegeta non disse una parola ma il suo sguardo d’affetto valse per Trunks più di mille parole.
Dopo aver lanciato un’ultima occhiata al padre, Trunks salì sulla sua macchina del tempo e azionò il pulsante di partenza.
Il ragazzo del futuro pochi istanti dopo sparì in un lampo di luce per tornare nel mondo a cui apparteneva lasciando un dolce ricordo a chi lo aveva conosciuto.



Bulma aveva salutato i suoi amici che erano venuti a dare l’addio a Trunks poi si voltò dove aveva visto Vegeta ma lui era sparito.
La giovane donna fece un lungo sospiro poi tornò in casa a dar da mangiare al piccolo Trunks.
Un caldo pomeriggio di due mesi dopo, Bulma si trovava in giardino con Trunks.
Il piccolo era molto precoce per via del sangue alieno che scorreva nelle sue vene e a nove mesi riusciva a stare in piedi da solo e a muovere qualche passo incerto.
Bulma era in bikini a prendere il sole sulla sdraio mentre il bimbo giocava ai suoi piedi.
La giovane donna chiuse gli occhi per un momento e quando li riaprì si accorse con sgomento che il piccolo era sparito.
“Trunks, tesoro, dove sei?” iniziò a chiamarlo a gran voce mentre lo cercava dappertutto.
Si fermò, sgranando gli occhi dalla sorpresa, quando lo vide avvicinarsi ad un albero a cui stava appoggiato Vegeta.
Trunks ad un tratto inciampò e cadde a terra.
Il piccolo, però, non pianse e si rialzò subito fissando il padre con i suoi occhi così simili ai suoi.
Trunks, muovendo qualche altro passo, si avvicinò a Vegeta e gli tese le braccine perché lo prendesse in braccio.
Vegeta osservò il piccolo e avrebbe voluto allontanarsi perché un guerriero saiyan non deve provare affetto per nessuno, ma dalla morte di Goku qualcosa in lui si era spezzato.
Rivedeva in quel bambino il Trunks adolescente, venuto dal futuro per ottenere, almeno in questa dimensione, l’amore di un padre e anche il Vegeta bambino, che sognava di avere da qualcuno un po’ d’affetto e di non essere considerato solo una macchina da guerra.
Vegeta si riscosse da quelle immagini e osservò il viso del bimbo farsi triste perché lui lo rifiutava.
Il principe, allora, coprì la breve distanza che lo separava dal bambino e lo prese in braccio.
Rimase sorpreso dalla forza di quelle braccine strette al suo collo.
Vegeta poco dopo si accorse della presenza di Bulma e arrossì per l’imbarazzo di essere stato colto in un momento di tenerezza.
“Vegeta, sono contenta che tu sia tornato a casa. Resterai, non è vero?” gli chiese dopo che lui le ebbe dato un bambino.
“Non lo so. Con la morte di Kakaroth ho perso il mio scopo nella vita e non voglio più combattere. Che senso avrebbe allenarmi senza avere più la possibilità di superare il mio rivale?”
Bulma si sentì stringere il cuore dall’amarezza del suo tono e s’impose di farlo ragionare.
“Vegeta, io sono molto triste per la morte di Goku che era quasi un fratello per me e so che, malgrado la tua ostinazione a negarlo, tu hai smesso di odiarlo da molto tempo. Goku era una persona importante per tutti ma tu non sei rimasto solo. Hai me e nostro figlio che ti amiamo sinceramente malgrado i tuoi difetti. Il piccolo Trunks ha bisogno di te, non voglio vedere la tristezza nei suoi occhi che caratterizza l’altro se stesso perché non ha un padre accanto. Non ti piacerebbe allenarlo quando sarà un po’ più grande e farlo diventare un potente guerriero?”
“Cosa mi stai chiedendo esattamente, Bulma?”
La giovane donna sostenne senza timore lo sguardo dei suoi penetranti occhi scuri e decise di esprimergli il suo più grande desiderio.
“Vorrei che ci sposassimo per formare una vera famiglia. Io ho sofferto molto quando mi hai abbandonato incinta e non vorrei che tu un giorno te ne andassi via di nuovo perché questa volta non sarei solo io a soffrirne ma anche Trunks.”
“Cosa ti fa credere che un matrimonio cambierebbe le cose?”
“Non mi faccio illusioni, Vegeta, ma ti conosco abbastanza da sapere che se tu accettassi un legame non mi abbandoneresti, o al massimo lo faresti temporaneamente per brevi tempi.”
“D’accordo Bulma, ti sposerò” acconsentì Vegeta dopo parecchi minuti d’imbarazzante silenzio.
Bulma rimase sorpresa poiché si era aspettava di dover insistere molto prima che lui accettasse e con gli occhi che le brillavano per l’emozione, appoggiò Trunks in terra e abbracciò il suo uomo.
“Sono così felice, Vegeta!” disse Bulma dopo avergli dato un bacio.
La giovane donna poi riprese Trunks in braccio, corse in casa e iniziò subito i preparativi perché voleva sposarsi entro pochi giorni nel timore che Vegeta cambiasse idea.



Nei giorni seguenti alla Capsule Corporation ci fu un gran fermento e Bulma diresse i preparativi di nozze come una generalessa e tutti le obbedivano senza batter ciglio.
Vegeta, intanto, se ne stava in una stanza a riflettere sulla sua decisione.
Con la morte di Kakaroth avrebbe potuto decidere di lasciare la Terra invece aveva accettato di legarsi a quella donna e al figlio che le aveva dato.
Lo aveva fatto perché si era innamorato di lei e ora che non aveva più l’ossessione del suo rivale poteva ammetterlo con se stesso e provare a costruirsi una nuova esistenza accanto alla sola persona che lo avesse accettato per quello che era.
Finalmente, dopo quindici giorni di preparativi, alla Capsule Corporation venne celebrato in forma privata il matrimonio di Bulma e Vegeta.
La sposa era bellissima nel suo lungo abito bianco e con i capelli legati ma anche lo sposo, con l’elegante completo che lo avevano obbligato ad indossare e il suo viso maschio e virile, non era da meno.
Formavano proprio una bellissima coppia e la signora Briefs ne era entusiasta.
Ci fu un momento d’imbarazzo quando furono chiesti gli anelli e Bulma si accorse di essersi dimenticata di acquistarli.
Sua madre, però, le venne subito in soccorso prestandole il suo anello e quello del marito così la cerimonia poté proseguire senza altri intoppi.
“Vi dichiaro marito e moglie, ora puoi baciare la sposa” disse il prete.
Vegeta guardò Bulma con imbarazzo per lunghi istanti poiché, non conoscendo le abitudini terrestri, non si sarebbe mai aspettato di doverla baciare in pubblico e non sapeva proprio come comportarsi.
“Accidenti! Avrei dovuto immaginarmelo che lui non mi avrebbe mai baciato davanti a tutti gli altri essendo un guerriero duro e orgoglioso. Beh, pazienza, l’importante è che alla fine abbia acconsentito a sposarmi e che ora sia mio marito” pensò Bulma anche se in fondo al cuore avrebbe desiderato quel bacio che era il culmine della cerimonia nuziale.
Il prete, intanto, li guardava, non riuscendo a comprendere il motivo per cui non si fossero ancora baciati.
Bulma, dopo aver fatto un sospiro di rassegnazione, stava già per spostarsi, certa che Vegeta non l’avrebbe mai baciata, ma si sentì afferrare ad un polso e attirare contro di lui.
I loro occhi si scrutarono per un lungo istante poi la bocca di Vegeta si posò sulla sua per darle un bacio appassionato che la giovane donna ricambiò con il medesimo ardore, mentre il dottor Briefs immortalava la scena con la macchina fotografica e i presenti, a parte Yamcha, applaudirono con entusiasmo.



Yamcha se ne stava in disparte con il viso imbronciato mentre tutti gli altri si congratularono con la coppia.
Lui era ancora innamorato di Bulma e rimpiangeva il suo momento di follia che lo aveva portato a tradirla con Miky, una ragazza che cambiava partner ogni settimana.
Yamcha era convinto che fosse stato a causa del suo tradimento se Bulma si era buttata fra le braccia di Vegeta e ciò aveva portato alla nascita di Trunks.
“Yamcha, non potresti almeno fingere di essere felice per loro?” gli chiese Chichi avvicinandosi al giovane uomo.
“Come potrei fingere? Questo matrimonio è solo una pazzia e Bulma non farà che soffrire accanto a quel mostro. Lei, malgrado la sua intelligenza superiore alla media, agisce sempre d’impulso, cacciandosi nelle situazioni peggiori ma questa volta ha superato il limite! So che Bulma si è gettata nelle sue braccia a causa mia, ma avrebbe potuto lasciarlo perdere e tornare da me dopo. Lei sa bene che insieme saremmo stati felici e avrei voluto bene a Trunks come se fosse mio figlio.”
“Yamcha, tu sei più ingenuo di quanto pensassi se non ti sei accorto che Bulma è profondamente innamorata di Vegeta. Quel saiyan l’ha fatta soffrire molto ma anche maturare perché lei ha perso le sue frivolezze di gioventù. Certo, non sarà mai una donna dedicata alla casa come me, ma il diventare madre l’ha fatta crescere e capire che ora ha qualcuno che ha bisogno di lei e non può più essere egoista come prima. Bulma ha un carattere molto forte e tu non saresti mai stato in grado di tenerle testa, solo Vegeta ci riesce. Quei due si completano a vicenda.”
“Non lo credo, Chichi. Forse Bulma con la maternità è maturata ma Vegeta la farà solo soffrire perché lui non è capace di amare nessuno.”
“Questa discussione non ci porterà da nessuna parte ma voglio solo dirti che con la morte di Goku ora riesco a vedere le cose da un altro punto di vista. Io ho sempre detestato Vegeta quanto te, o forse di più, visto che ha cercato di uccidere mio marito e mio figlio, ma sono certa che ora lui è cambiato. Che tu lo possa accettare o no, lui è innamorato di Bulma ed è l’unico uomo che potrà renderla felice” disse Chichi prima di andare a chiamare Gohan per tornare a casa.
Yamcha rimase sconcertato dalle sue parole ma non voleva accettarle.
Era certo che Vegeta prima o poi avrebbe lasciato Bulma, allora lui sarebbe stato pronto a consolarla e a riprenderla fra le sue braccia.
In fondo si trattava solo di aspettare e lui era una persona molto paziente.



Diverse ore dopo, quando tutti gli ospiti se ne furono andati e la casa fu rimessa in ordine, Bulma e Vegeta andarono nella stanza della ragazza che d’ora in poi sarebbe stata la loro camera.
Erano stati cambiati i mobili e ora un enorme letto matrimoniale occupava una buona parte della stanza.
Bulma, dopo essere andata a dare un’occhiata al piccolo Trunks che dormiva tranquillamente nel suo lettino, nella stanza che un tempo aveva occupato Vegeta, indossò una camicia da notte seducente poi tornò in camera dove il suo neo marito l’aspettava già a letto.
Si stese accanto a lui e lo baciò.
Il focoso Vegeta la strinse a sé e nell’impeto della passione le strappò la bella camicia.
Bulma non se ne rammaricò poiché, essendo ricchissima, poteva comprarsene quante ne desiderava e inoltre non voleva rovinare il momento sgridandolo per una sciocchezza simile.
Vegeta la baciò e l’accarezzò con ardore, cercando di contenere la sua forza perché mai al mondo si sarebbe perdonato se avesse fatto del male alla sua donna.
Per entrambi fu stupendo come ricordavano e Bulma, non riuscendo a contenersi, gli disse: “Ti amo tanto, Vegeta.”
Vedendo che lui la fissava senza risponderle, Bulma ne soffrì ma cercò di nasconderlo.
Sapeva che Vegeta non era il tipo da esternare i propri sentimenti perciò doveva accontentarsi di vederli riflessi nei suoi occhi.
In fondo ora era tornato da lei e da Trunks come aveva sempre sperato ed era certa che questa volta sarebbe rimasto con loro perciò non doveva sognare l’impossibile.
Bulma, quindi, dopo avergli dato un bacio, si girò dall’altra parte per dormire ma lui, inaspettatamente, le toccò una spalla e la costrinse a guardarlo.
“Bulma, anch’io ti amo” disse Vegeta arrossendo per l’imbarazzo.
“Sei la sola che io abbia mai amato. Nella mia vita io ho sempre perso tutto: il mio pianeta, mio padre e il mio popolo. Tu e Trunks siete le sole persone che mi siano rimaste, ti prego non smettere mai di amarmi” le disse, poi, imbarazzato dalla confessione che le aveva fatto, distolse lo sguardo.
Per lui non era mai stato facile esprimere i propri sentimenti a parte l’odio e aveva fatto un enorme sforzo ora per riuscirci, pensando che, se voleva iniziare una nuova vita accanto alla sua compagna, era giusto che lei sapesse cosa c’era nel suo cuore.
Bulma gli gettò le braccia al collo e con gli occhi lucidi di lacrime disse. “Amore mio, non potrei mai smettere di amarti perché sei il principe che ho atteso da quando avevo sedici anni.”
Bulma era raggiante dalla felicità poiché, dopo mesi di sofferenza, il suo uomo era tornato da lei e nonostante i litigi che sicuramente avrebbero avuto a causa dei loro caratteri aggressivi, era certa che l’amore che provavano l’uno per l’altra li avrebbe sempre tenuti uniti.
  
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