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Autore: padme83    05/07/2020    8 recensioni
Raccolta di flash!AU
Prompt #1: TriWizard Tournament/Hunger Games!AU
Prompt #2: Pride and Prejudice!AU
Prompt #3: Flower shop and Tattoo Parlor!AU
Prompt #4: Romeo and Juliet!AU
Prompt #5: Vampire and Lycan!AU
Prompt #6: Star Wars!AU
Prompt #7: College!AU
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: AU, Lime, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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Prompt #3: Flower shop and Tattoo Parlor!AU;
grazie a Miryel <3
Nota esplicativa in fondo}
 
 
 
 
 
 
Perché dunque allorché ascolto la sua voce mi confondo?
Perché quando incontro il suo sguardo fisso su di me
mi sento a un tratto una vampa in viso e come un brivido al cuore?
(Giovanni Verga – Storia di una Capinera)
 
 
 
 
~ Galeotta fu l’orchidea (anzi, più d’una) ~
 
 
 
 
 
 
The first flush of youth was upon you when our eyes first met
and I knew that to you and into your life I had to get.
I felt light-headed at the touch of this stranger's hand,
an assault my defenses systematically failed to withstand.
'Cause you came at a time
when the pursuit of one true love in which to fall
was the be all and end all.
 
 
 
 
 
 
 
Eccolo qui.
Di nuovo.
Lo sapevi, lo sapevi che permettere a tua sorella di farsi un tatuaggio alla fine si sarebbe rivelata una pessima idea.
D’accordo, non è più una bambina, e due minuscole farfalle sul polso non potevano certo essere considerate una richiesta eccessiva. Inoltre, conoscevi bene il tatuatore – le vostre attività si trovano da anni ai lati opposti della medesima piazza[1] –, e sulla sua professionalità non hai mai nutrito dei dubbi. Accontentarla, lo ammetti, ti ha fatto piacere, esattamente come il suo inaspettato desiderio che fossi proprio tu ad accompagnarla («resterai con me e mi terrai la mano, vero, Albus, se sentirò male?»). Solo che, adesso, sei costretto a sorbirti ogni santissimo giorno quel bellimbusto del nuovo apprendista – il quale, dall’istante in cui lei gli ha rivolto un'occhiata fugace, le gira intorno con la fastidiosa ostinazione di uno sciame di moscerini ammassato sopra un barattolo di marmellata lasciato aperto.
È la quinta volta in una settimana che entra in negozio con il pretesto di comprare dei fiori (che cos’ha in casa, una serra?), fiori di cui, puntualmente, si dimentica una volta raggiunta la cassa, dove tu, in teoria, tra un cliente e l’altro, stai cercando di studiare per l’esame decisivo del tuo dottorato; l’argomento è ostico e anche se, per te, la difficoltà di una materia non ha mai rappresentato un problema,  ti risulta comunque complicato – per non dire impossibile – riuscire a concentrarti avendo un paio di occhi simili – ipnotici, brillanti, indagatori – fissi su di te.
Tuo fratello, appena lo vede, si affretta a sparire nel vivaio; sospetti che Gellert, o come accidenti si chiama (non mentire: il suo nome ti è rimasto impresso fin dal principio), non gli stia simpatico, e nel caso non potresti nemmeno dargli torto. Aberforth è sempre stato molto protettivo nei confronti di Ariana – è più vicino a lei d’età rispetto a te, e questo ha favorito il formarsi tra loro di un legame strettissimo, soprattutto dopo la tragica scomparsa dei vostri genitori. Tuttavia, nell’ultimo periodo – e dietro istanza ufficiale dell’interessata, va precisato –, ha acconsentito a “farsi un po' da parte” e a concedere all’adorata sorellina di allargare i confini di quello che lei ha candidamente definito “il suo spazio vitale”. Tu hai agito di conseguenza, limitandoti a osservarla e a prenderti cura di lei, tuo malgrado, con maggiore discrezione.
Perché la verità è che no, non sei per nulla convinto che quando arriverà il momento – e arriverà, eccome se arriverà, ti ci puoi giocare la terza laurea – sarai così felice, così entusiasta di vederla spiegare le ali e con coraggio volare via, sola, lontana dal suo nido famigliare e accogliente, lontana da voi – lontana da te.
Ti domandi per quale oscuro motivo il ragazzo stia aspettando tanto a chiederle di uscire: anche oggi se n’è andato senza in pratica rivolgerle la parola, con il suo bel vaso di Phalaenopsis – l’ennesimo – sotto il braccio. Ormai ne può vantare una moderata collezione – sperando che, naturalmente, non le abbia già fatte morire tutte, circostanza in realtà nient’affatto improbabile, dato che non ha mai dimostrato alcun interesse verso quel minimo di istruzioni indispensabili ad assicurarne la sopravvivenza.  
Ma ai tuoi studi, al tuo lavoro, alla tua vita sì che è interessato.
Non perde l’occasione di attaccare discorso, spesso con scuse banali o assurde dietro cui fatichi a trovare un senso, una ragione, uno scopo.
E poi cos’è, cos’è questo brivido caldo che ti increspa il cuore ogni volta che lui si avvicina?
Le vostre dita a malapena si sfiorano, il tempo necessario affinché le banconote cambino di proprietario.
La porta del negozio si chiude con un tonfo sordo al suo passaggio, e una vampa d’afa irrompe e per un attimo insidia il refrigerio a stento garantito dal vecchio climatizzatore.
Ariana esce dallo sgabuzzino sul retro e si accomoda al tuo fianco scuotendo la testa, il volto solcato da un’espressione di affranto, desolato, rassegnato sgomento.
Al diavolo, se continua a farla soffrire giuro che lo spello come una nocciolina e uso i suoi resti per concimare le piante di limone.
«Dimmi, Albus, è veramente difficile l’esame che stai preparando?»
«Abbastanza, perché?»
«Perché di solito sei un ragazzo sveglio e perspicace, ma ultimamente pare che ti abbiano diluito il cervello nel fertilizzante».
«Ma cosa…?»
La guardi stupito, persino un po’ allarmato. Tua sorella non ti ha mai parlato in questo modo. Il suo sguardo è diretto, il tono deciso e appassionato e d’improvviso lei stessa ti sembra più grande, più consapevole, più matura. Un lieve sospiro ti sfugge – è presto, è troppo presto. Davanti a te appare, con una chiarezza che quasi ti leva il fiato, la donna forte, incantevole e sicura di sé che Ariana sta per diventare.
Lei ti sorride, ti si accoccola addosso e ti abbraccia, poggiando la fronte bianca al tuo petto. Le accarezzi piano il mento, le guance, i capelli lunghi e biondissimi – un piccolo rito, un’abitudine soltanto vostra cui ancora non vuoi rinunciare –, e ti lasci avvolgere dal profumo fresco e pulito della sua pelle.
«Oh Albus», esclama infine con voce serena, quieta, ricolma di struggente dolcezza.
«Per chi credi che Gellert venga qui tutti i giorni?»
 
 
 
 
 
 
 
 
“Love is only a feeling
(drifting away)
when I'm in your arms I start believing
(it's here to stay).
But love is only a feeling,
anyway.
 



 
 
 
{Words Count: 839}
 
 


 
[1] Questa volta il prompt era molto semplice (si fa per dire): prevedeva soltanto che i due protagonisti lavorassero rispettivamente uno in un negozio di fiori e l’altro in un negozio di tatuaggi, e che le due attività si trovassero l’una di fronte all’altra (particolare di cui mi sono ricordata solo alla fine, e infatti ho cercato di metterci una pezza sopra un po’ così, ad ca**um). La scelta dei "ruoli" è abbastanza scontata, lo ammetto, ma la scenetta mi è venuta in mente esattamente in questo modo, e non avevo voglia di cambiarla. Siamo in un contesto completamente babbano, e mi sono permessa di alzare un po’ l’età dei personaggi. Ovviamente non poteva mancare l’evento tragico, per cui, dopo la morte dei genitori (nel più classico degli incidenti stradali) i due fratelli Silente, già maggiorenni, portano avanti l’attività di famiglia, l’uno a tempo pieno, l’altro continuando la sua brillante carriera universitaria (per diventare cosa sinceramente non l’ho deciso, scegliete voi quel che più vi ispira). Ariana me la immagino sui sedici anni: va ancora a scuola (ma bazzica in negozio giornalmente, magari anche facendo qualche lavoretto) e sta attraversando quel particolare momento evolutivo per cui un attimo prima è tutto un “oh ragazzi levatevi di dosso” e quello dopo “tienimi la mano fratellone che sai che c’ho una soglia del dolore bassissima e il terrore degli aghi”. Un’adolescente, insomma, rompiballe e snervante come tutti gli adolescenti, ma sensibile e un po’ più sveglia ed empatica rispetto alla media (di tragedia ne bastava una a ‘sto giro, ho voluto risparmiare almeno lei, e di conseguenza le dinamiche tra fratelli sono per forza di cose diverse, più tranquille, in un certo senso, più normali).
 
 
 
 
 
 
 
Nota:

 
Buongiorno e buona domenica a tutt*!
 
Non si vive di solo angst (per fortuna!), e il prompt obbiettivamente richiedeva del fluff. Sono anni che non scrivo niente del genere e spero di non aver esagerato. Però ogni tanto il fiato pure questi due poveri cristi lo devono tirare, diamine.
 
Prendete questa raccolta per quello che è, un divertissement leggerino con cui posso continuare a stare in compagnia dei miei loro (espressione coniata da Miryel e che a me piace moltissimo) senza dover per forza cavare sangue dalle dita, in un periodo in cui raramente riesco a poggiare il fondoschiena su una sedia, anche solo per mangiare.
 
Insomma, al solito, da queste parti gli scappellamenti a destra volano come se fossero Antani.
 
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate ^^
 
Soundtrack: Love is only a feeling, The Darkness.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
A presto!
 
Un bacione :*
 
 
 
padme
 
 
 
 
P.S: chiedo scusa per il titolo imbarazzante, ma mi è venuto in mente all’ultimo, quando anche il mio di cervello era già ampiamente diluito nel fertilizzante.

 
 
   
 
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