Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
Segui la storia  |       
Autore: MissChiara    06/07/2020    0 recensioni
Questa raccolta partecipa alla challenge "Slot machine!" indetta da Juriaka sul forum di EFP ed è composta da storie che coprono vari generi e rating a seconda dei prompt forniti di volta in volta dalla challenge stessa.
Dal momento che ogni capitolo costituisce un racconto a sé stante, ho inserito le specifiche all'inizio di ognuno di loro.
Tutte le storie fanno parte dell'arco narrativo di Diamond is unbreakable. Per il resto, è difficile fare una presentazione soddisfacente di una raccolta che, a dire il vero, non so fin dove mi porterà. Posso solo dirvi che l'elemento comune sarà l'originalità dell'universo di Jojo, che spero di essere in grado di rendere degnamente.
Ultimo aggiornamento: cap. 4 - Se non adesso, quando?
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Josuke Higashikata, Koichi Hirose, Rohan Kishibe, Yukako Yamagishi
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SE NON ADESSO, QUANDO?

 
Prompt: nessuno, in quanto questo capitolo è fuori challenge. Ma se proprio ne volete uno, si può riassumere così: voglia incontenibile di scrivere su Rohan e Josuke come coppia (lo so, è il crack pairing più crack del mondo, ma esiste e ha il suo discreto numero di fans. Io sono tra quelli ^^).
 
Genere: romantico
Tipo di coppia: Yaoi
Personaggi: Josuke Higashikata, Rohan Kishibe
Note: nessuna
Avvertimenti: Lime
Rating: arancione
 

«Josuke…»
La voce di Rohan è un ansito di piacere, e l’unico pensiero razionale di Josuke, in quel momento, è che è definitivamente impossibile non perdere il controllo, quando qualcuno pronuncia il tuo nome in quel modo. È inutile, sta per venire, e si morde un labbro per la frustrazione. È ancora troppo presto, vorrebbe avere la forza di volontà di opporvisi, almeno per un altro po’. Vorrebbe continuare a spingersi nel corpo dell’altro, farlo godere, ancora e ancora, sentirlo ripetere – gridare –  il suo nome in quella maniera sublime, ma l’orgasmo è imminente e, quando arriva, è semplicemente sfiancante e bellissimo.
Esattamente come Rohan, pensa il ragazzo ammirando la persona a cavalcioni su di lui: l’immancabile fascia che di solito cinge la testa del mangaka è finita chissà dove, e ora i capelli gli ricadono scomposti nascondendogli parte della fronte e del viso madidi di sudore, mentre sul lato destro della bocca una sbavatura di rossetto verde si allunga verso la mandibola, accentuando il sorriso perfido. In quel momento Rohan è un meraviglioso, irresistibile pasticcio sexy. Josuke sente che potrebbe venire di nuovo solo guardandolo, ma mentre lo pensa le fattezze del volto di Rohan si sfuocano e i contorni del sogno si sfaldano, fino a scomparire del tutto cedendo il posto alla realtà.
Josuke apre gli occhi. Non ha fatto l’amore con Rohan. Però, il letto in cui si è svegliato è effettivamente quello del mangaka, e il soggetto dei suoi sogni gli giace addormentato accanto con un’espressione distesa – almeno nel sonno, Rohan non indossa il solito cipiglio di strafottente superiorità, a quanto pare – e il respiro regolare e calmo. Il suo corpo emana un tepore invitante.
Josuke si solleva su un gomito e gli sfiora delicatamente una guancia con il dorso della mano, per poi proseguire con una carezza in punta di dita che percorre il collo, la spalla, la curva del fianco nudo e scende a solleticare la peluria alla base dell’inguine.
Rohan mugugna qualcosa di incomprensibile, poi solleva leggermente le palpebre scoprendo le iridi verdi e pianta uno sguardo tagliente sull’altro. Ecco, adesso sì che Josuke lo riconosce, ora che quell’aria da principino seduto sul trono del mondo è tornata al suo posto. Eppure il ragazzo sa bene che quella è solo la percezione più  superficiale e immediata che si ha di lui, sa bene che il mangaka – sempre che si abbia la santa pazienza di conoscerlo meglio e ci si riesca a guadagnare l’onore concesso di non essere considerati mero materiale di studio da parte sua – nasconde dentro di sé un gran cuore. Proprio quello che ha fatto innamorare Josuke, per la precisione, che dal giudicare Rohan un gran rompiscatole egoista, buono solo per fare da bersaglio ai pugni di Crazy Diamond, è passato a considerarlo un prezioso alleato contro Kira, poi qualcosa di molto simile a un amico, per trasformarsi poi in una persona con cui passare volentieri la maggior parte del proprio tempo, e infine in un amante.
 
Beh, quasi amante.
 
Perché, per quanto Rohan sia propenso a dargli e ricevere piacere usando le mani, a mangiarlo di baci quando è particolarmente ben disposto o, quando Josuke non ha scuola il giorno dopo, a dormire insieme , non vuole saperne di spingersi oltre.
Josuke ha provato a capirne la ragione ma Rohan ha sempre troncato la questione, e una volta ha perfino minacciato di cancellargli con Heaven’s Door il ricordo di averlo anche solo mai conosciuto, se non l’avesse piantata di insistere.
Chi se ne frega. Sparisci pure dalla mia testa, se è quello che vuoi, era stato il primo pensiero del liceale. Il secondo, seguito a ruota, era stato il realizzare appieno a livello razionale ciò che gli aleggiava già da parecchio tempo a livello inconscio: Rohan era diventato necessario nella sua vita. Dimenticarlo non sarebbe stato solamente triste, sarebbe stato devastante.
Per questo Josuke non insiste più per avere spiegazioni. Si limita a ricevere tutto ciò che Rohan gli concede, a godere del loro rapporto e di quel qualcosa che li lega e che cresce costantemente, a volte a piccoli passi, a volte a balzelli. E intanto sogna di fare l’amore con lui.
«Beh? Ti sei incantato?» lo apostrofa Rohan, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
«Sì, mi sono incantato a guardarti.»
Rohan allunga un braccio e gli passa le dita fra i capelli.
«Higashikata, la tua impalcatura è crollata.» dice incurvando le labbra in uno dei suoi rari sorrisi. «Stai bene così, perché non cambi ogni tanto?»
L’espressione di Josuke si fa torva, e il ragazzo interrompe la scia di baci che aveva cominciato a posare sul collo dell’altro.
«Stai per caso criticando la mia pettinatura?»
«Sto dicendo che sei bello, scemo! In tutti e due i modi.»
«Sbaglio o mi hai appena fatto un complimento, sensei?»
«“Scemo” non mi sembra esattamente un complimento, ma contento tu…» lo prende in giro Rohan prima di proseguire. «Perché, non lo sapevi già? Credevi che Rohan Kishibe avrebbe accettato di mettersi con qualcuno che non fosse esteticamente più che attraente?»
Josuke, troppo impegnato a lasciargli un succhiotto sul collo, non risponde immediatamente.
«A dire il vero credevo che Rohan Kishibe non avrebbe accettato di mettersi con nessuno e basta. Credevo che fossi troppo preso da te stesso per notare gli altri.»
Prima che Rohan possa ribattere, gli prende dolcemente il viso tra le mani inducendolo a guardarlo negli occhi.
«Sai una cosa? Mi sbagliavo. Su tutto. Però con l’attenuante che tu ti sei impegnato veramente tanto per farmelo credere, fin dal primo momento in cui ti ho incontrato.»
«Mi avevi massacrato di botte e demolito lo studio, era impossibile non avercela con te!»
«Ma sentitelo! Avevi insultato di proposito i miei capelli, quella volta!»
«Era solo un trucco per farti perdere le staffe e farti aprire gli occhi.»
«Rohan, la verità è che sai essere semplicemente insopp…ugh!»
Josuke si zittisce all’istante quando l’altro gli chiude la bocca con un bacio improvviso, un contatto profondo e passionale che gli fa dimenticare il motivo del loro alterco. Come può pensare ad altro che non sia la sensazione paradisiaca della lingua di Rohan che gli esplora il palato, o della pelle nuda del suo corpo contro il proprio?
«Ho imparato che è il miglior modo per farti tacere.» gli sussurra il mangaka all’orecchio, dopo un ultimo schiocco dispettoso sulle labbra.
«Sei un maledetto.» ribatte Josuke, sorridendo dentro di sé.
Eppure, non posso fare a meno di trovarti deliziosamente attraente, qualsiasi cosa tu dica o faccia. E, sai una cosa? Credo di amarti, e te lo griderei se solo fossi sicuro che anche tu provassi la stessa cosa e che per te tutto ciò non fosse solo una recita per alimentare con nuove esperienze dirette la tua dannata ricerca di perfezionismo. Perché è così, vero Rohan?
Josuke abbraccia l’altro quasi con disperazione. Non vuole pensare a queste cose, adesso. Per quanto ci rimugini non può sapere cosa nasconde veramente l’altro nella propria testa, gli unici indizi certi sono le azioni concrete, sono i baci e le carezze che Rohan ricambia con trasporto, sono i gemiti appassionati e mal trattenuti che gli sfuggono dalle labbra, sono le mani che vagano ovunque sul suo corpo indugiando sui punti che sa essere più sensibili, è l’erezione che gli preme contro la pancia, tesa e dura al pari della sua.
«Oh, Rohan…» sospira il ragazzo, prima di intrecciare nuovamente la lingua con quella dell’altro.
Fa scivolare una mano sulla schiena del mangaka, e da lì sui glutei. Insinua un dito tra di loro, accarezzando con delicatezza la rosellina di muscoli. Quando la sente rilassarsi a sufficienza la penetra lentamente, e Rohan mugola piano. Josuke adora sentire i suoi gemiti soffocati nella propria bocca, il modo in cui gli massaggia l’erezione per ricambiare il piacere, il momento in cui l’altro comincia a godere e si lascia andare ansimando più forte.
«È qui?» chiede, esplorando con il dito la parete interna cercando il punto più sensibile.
Rohan non risponde, ma uno spasmo violento che gli fa inarcare improvvisamente la schiena e un gemito molto più sonoro dei precedenti sono una replica altrettanto chiara.
«Sì, è qui.»
Josuke comincia a stimolarlo in quel punto unendo un secondo dito al primo, con l’intenzione di continuare fino a farlo venire. O, almeno, avrebbe giurato che quella era l’intenzione… se non fosse che gli strascichi del sogno di poco prima continuano a vorticargli nella mente ricordandogli la squisita sensazione provata nel penetrare Rohan e nel vederlo sciogliersi sopra di lui.
Sfila le dita dal corpo di Rohan e lo abbraccia appoggiando la fronte contro la sua. Lo bacia dolcemente una, due, tre volte. I suoi baci non hanno nulla in comune con quelli precedenti, ardenti, passionali. Ora Josuke vuole solo trasmettergli che non ha nulla da temere, che non gli farà male, ne ora né mai. Vuole solo amarlo, con tutto se stesso.
Continua a baciarlo in quel modo anche mentre si fa spazio tra le sue gambe e, trattenendo il respiro, prova a penetrarlo per la prima volta.
Le mani di Rohan puntate contro il suo petto lo respingono, delicatamente ma con decisione.
«No, non adesso.»
La sua voce è gentile, così come il suo sguardo, insolitamente carico di affetto, ma è chiaro che quella frase non ammette repliche.
Josuke si ritira senza dire una parola e si siede sul letto, deluso, sul lato più lontano dal suo quasi-amante, dandogli le spalle. Ha voglia di piangere. Perché dev’essere così, tra loro due?
Una mano gli si posa con tenerezza sulla spalla, massaggiandogliela brevemente.
«Cosa c’è? Ci sei rimasto così male?»
La voce di Rohan è una carezza sul suo cuore spezzato, ma non ha il potere di ricomporlo.
«Perché non vuoi fare l’amore con me? Devi dirmelo.»
La voce di Josuke non trema, ma non può fare a meno di incrinarsi un po’ sulle ultime parole.
«È così importante?»
«È più che importante. Voglio sapere per chi ho perso la testa. Voglio sapere a chi ho dato il mio cuore.»
Rohan ha un moto di sorpresa – è la prima volta che Josuke è così diretto riguardo i propri sentimenti – poi sorride e sospira.
«Ah, è così, dunque. Bene, vuoi proprio sapere perché?»
Il ragazzo si volta finalmente a guardarlo e il mangaka nota che ha gli occhi arrossati e l’espressione grave.
«Certo che sì!» ribatte. Il tono di voce e il suo sguardo sono carichi di determinazione. È disposto ad accettare tutto, tranne un’ennesima risposta fuorviante.
«È perché sei ancora un moccioso. Cresci!» risponde il mangaka dandogli una steccata sulla fronte prima di alzarsi dal letto e dirigersi verso la scrivania per versarsi un bicchiere d’acqua. «Contento?»
«Ehi! Io ero serissimo! Non puoi continuare a prendermi in gi...»
 
«Quindi cresci in fretta, amore mio.»
 
Le parole di Rohan sono pronunciate così piano che è difficile udirle, ma Josuke, che nel frattempo era scattato in piedi, furente e disperato, nell’intento di rincorrere il mangaka e giocarsi il tutto per tutto per farlo confessare una buona volta, le sente benissimo e ripiomba seduto a bocca aperta.
La pressione deve essergli schizzata a mille, perché sente il sangue affluire al viso e incendiarglielo, e il battito gli rimbomba nelle orecchie. Qualcosa dentro di lui, probabilmente un istinto primordiale di sopravvivenza, gli suggerisce di inspirare profondamente e calmarsi, perché il suo cuore sta viaggiando a una velocità difficilmente tollerabile per un essere umano e, se gli esplode nel petto, Crazy D non sarà in grado di curarlo.
Si può davvero morire di felicità?
Josuke raggiunge Rohan e, senza dire una parola, lo abbraccia da dietro riposando la testa sulla sua spalla. Sospira, questa volta di sollievo. È bello rimanere così, appoggiato a lui.
Sei mio?, vorrebbe domandargli.
Ma non ha più bisogno di farlo.
E, in fondo, non manca poi così tanto alla fine del liceo.
 
 
 
 
 
 
 
Il mio angolino
Come avrete letto all’inizio, questo capitolo non partecipa alla challenge. Avevo voglia di scrivere su Josuke, ma il suo numero non saltava mai fuori, così ho provveduto autonomamente!
 
Scusami Jojo, anche a me piacerebbe farti fare tanta bella roba con Rohan, ma sei minorenne e secondo le regole di EFP non puoi combinare ancora niente di completo con lui, mi dispiace. Anzi, a ben pensarci, secondo le leggi del Giappone pure Rohan sarebbe minorenne quindi, onde evitare che salti fuori anche un’ipotetica sede giapponese di EFP e mi faccia causa doppia, per ora stattene buono. Il tempo passa in fretta, anche tu diventerai grande :D
(E spero vivamente di non aver già violato abbastanza le regole con il capitolo così com’è…)

Aggiornamento del 9.11.2020:
qualcuno mi ha fatto notare che è alquanto strano che Rohan sia così gentile e remissivo come l'ho descritto. Potrei essere (non del tutto) d'accordo con voi se mi basassi esclusivamente sul manga principale, però... Signori miei, ma allora voi non avete letto "Rohan al Louvre"! Scoprirete che quando Rohan è veramente innamorato riesce a dire cose come "Voglio aiutarti". "Non hai più bisogno di fuggire. Voglio proteggerti da ogni tua paura, qualunque essa sia".
Scommetto che Rohan che vuole "aiutare" o "proteggere" qualcuno non ve lo sareste mai aspettato, eh? :D
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo / Vai alla pagina dell'autore: MissChiara