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Autore: vanessie    10/07/2020    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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Capitolo 226

“Comprendersi senza capirsi”

 

 

POV Katelyn

Sollevai le palpebre il primo giorno del nuovo anno. La luce filtrava sia dai rotolanti abbassati della finestra, sia dalla sottile linea tra il pavimento e la porta chiusa. Erano le undici, la sera avevamo fatto tardi per festeggiare il capodanno e mi sentivo ancora scombussolata e su un’altra dimensione. Sensazioni comunissime a qualsiasi primo gennaio, ma amplificate da cosa era accaduto prima di dormire. Mi uscì un sorriso spontaneo, Matt era ancora addormentato al mio fianco. Per la prima volta mi ero del tutto lasciata andare con lui, manifestando il desiderio di avere un contatto che andasse oltre un bacio. Non mi sentivo ancora pronta per avere un vero e proprio rapporto sessuale, inoltre ritenevo che fosse giusto regalarmi la prima volta con uno che fosse il mio fidanzato, ma quello che provavo per il mio migliore amico era diventato sempre più esplosivo, dunque mi ero convinta che non ci sarebbe stato nulla di male se mi fossi spinta leggermente oltre con una sorta di coccola…speciale. Insomma l’idea di dargli il suo vero nome mi imporporava le guance, preferivo definirla così. Inizialmente mi ero vergognata tantissimo nel dirglielo e nel mettere in atto quel desiderio, anche perché proprio non avevo mai provato con nessuno e non sapevo esattamente come si facesse, poi non so…forse mi ero semplicemente lasciata prendere dai sentimenti, dai baci profondi che ci eravamo scambiati, da quel cielo azzurro dei suoi occhi. Li avevo sempre adorati, ma negli ultimi mesi, ogni volta in cui mi ci specchiavo, sentivo dentro un turbinio d’emozioni che mi facevano smarrire la lucidità. E dovevo ammettere che…anche se quel gesto aveva procurato esclusivamente a lui delle sensazioni di piacere fisico, mi era…piaciuto. Probabilmente ero strana, ma vederlo provare quelle cose mi aveva suscitato una sorta di piacere mentale. Ricordavo esattamente che avesse assunto un’aria talmente attraente da farmi impazzire. Chissà se avevo sbagliato…non avevo rimpianti quella mattina, ma non avevo neppure pensato a come sarebbe stato riguardarci negli occhi dopo un gesto simile. Mi alzai appena per lasciargli un bacetto sulla guancia, senza svegliarlo, poi preferii aspettarlo in cucina. Andai in bagno, lavai il viso, indossai qualcosa di comodo, legai i capelli in una coda alta. I miei genitori stavano facendo colazione “Buongiorno” mi salutarono quando li raggiunsi sedendomi intorno all’isola centrale della cucina. “Buongiorno e buon anno” risposi sorridente “Buon anno a te amore” ribattè mamma. Presi un croissant e del caffè “La vostra festa tra amici è stata bella?” si informò mio padre “Sì, ci siamo divertiti. Abbiamo cenato, ballato, fatto giochi vari per aspettare la mezzanotte…” mi limitai a raccontare “Matt sta ancora dormendo?” chiese mamma “Sì” replicai con la bocca piena. Poco dopo, quando i miei genitori erano andati in camera a cambiarsi dato che dovevano uscire, lui entrò in cucina. “Buongiorno” mi salutò “Buongiorno” risposi con vergogna, mentre si sedeva accanto a me.

Mi sentii avvolgere da una prepotente sensazione di timidezza, era difficile guardarlo dopo quella cosa successa nella notte. Mi decisi a girarmi di lato solo qualche minuto dopo, stava facendo colazione e aveva un’aria assonnata. Mi rivolse un sorriso accennato che ricambiai, salvo poi abbassare gli occhi quando avvertii il calore depositarsi intorno alle gote. “Sei sveglia da tanto?” domandò forse per rompere il ghiaccio “No, circa da quindici o venti minuti” affermai. “Buongiorno tesoro” sentii dire dalla voce di mia madre “Buongiorno Holly e buon anno” rispose lui “Buon anno a te! Hai dormito bene?” gli chiese “Sì, grazie. Molto bene” precisò, facendo aumentare il rossore delle mie guance, perché forse era solo una mia idea, ma la sua puntualizzazione la interpretai come un’allusione a ciò che c’era stato con me. “Ben ed io andiamo a fare un bel giro fuori città, oggi c’è il sole e si sta benissimo” aggiunse mamma “Sì ho visto” ribattè lui indicando la finestra. Fece uno sbadiglio “Scusa Holly, sono ancora mezzo addormentato” chiarì ridendo “Figurati, è il primo dell’anno ed è naturale. Voi che programmi avete?” ci chiese mia madre “Non saprei” risposi “Volete venire con noi? Alla fine condivideremo solo il viaggio in auto, poi siete liberi di girare da soli per la città” precisò per convincerci. Non era affatto il momento migliore per stare con Matt e i miei genitori, insomma volevo prima affrontare il tema scottante della notte “Sì, va bene” affermò lui, senza lasciarmi il tempo di controbattere. Mamma disse che ci avrebbe aspettati con papà in soggiorno, lasciandoci soli. Ci spostammo in camera per vestirci, chiusi la porta “Matt era proprio necessario?” sussurrai “Non avevamo niente da fare, ho pensato che sarebbe stato carino” “Beh però” “L’hai sentita, possiamo fare un giro da soli” mi interruppe. Mi misi seduta sul mio letto “Sei convinto che sia la cosa migliore da fare oggi?” insistei, si mise al mio fianco e annuì. “Magari potevamo parlare” bisbigliai “Possiamo parlare quando arriviamo” sussurrò sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Quel suo tocco leggero, unito al suo sguardo dritto nel mio mi fece battere forte il cuore. Abbandonai completamente ogni barriera quando capii che si stesse avvicinando per baciarmi. Dischiusi le labbra sospirando e assecondai quel bacio, al quale ne seguirono molti altri più lunghi e profondi. “Sei arrabbiata perché ho detto di sì a tua madre?” sussurrò quando ero ancora ad occhi chiusi ad aspettare che le sue labbra reclamassero le mie. Alzai le palpebre e scossi la testa “No, era solo per dire che stamattina magari…non era il momento adatto per stare con la mia famiglia” tentai di giustificarmi. Dopo quei baci, infatti, mi era del tutto passata la voglia di intraprendere discorsi noiosi e retorici con i quali gli dicevo che non era il caso di impegnarci in un rapporto che andasse oltre l’amicizia. Le mille scuse con con tentavo di dissuaderlo ogni volta erano tutte palesemente false o insignificanti. Mi piaceva tutto di lui, tutto. Ogni singolo tratto del suo carattere, ogni particolare aspetto della nostra amicizia, inoltre era molto carino fisicamente ed io ero realmente innamorata. Ciò che mi impediva di concedermi una storia d’amore, era solo la consapevolezza che a fine agosto sarebbe partito per l’America, dove avrebbe frequentato il college. Sospirai “Prepariamoci altrimenti i miei genitori chissà cosa penseranno” lo esortai. Ci cambiammo e li raggiungemmo, salendo in auto. Greystones era una cittadina a sud di Dublino. Aveva un porto molto carino e suggestivo, dal quale ammirare il mare. Il centro storico era caratteristico e ricco di botteghe artigianali. Giunti a destinazione ci separammo da mamma e papà, quella sorta d’imbarazzo con cui mi ero risvegliata era passato, complice forse il fatto che Matthew fosse sempre così comprensivo con me, con la stupenda qualità di sapermi mettere a mio agio. Rimasta con lui occupammo il tempo a curiosare nei negozietti, parlando di argomenti vari e poco impegativi.

 

giphy

 

Ci sedemmo a mangiare due panini in un parco pubblico. Sebbene avessimo orari sballati, la fame aveva iniziato a farsi sentire. Tra un boccone e l’altro lo trovai più volte a fissarmi. Finito il panino gli domandai di passarmi la bottiglia d’acqua, quando me la porse, voltandosi nella mia direzione, gli feci una carezza sulla nuca, infilando le dita tra i suoi folti capelli biondo scuro. “Di cosa vuoi parlare?” mi chiese “Di niente” sussurrai poggiandogli la testa sulla spalla. “Avevo capito che volessi chiarire qualcosa” aggiunse mentre avvolse un braccio intorno ai miei fianchi. Restai in silenzio, era vero, era ciò che pensavo di fare quel giorno, ma in fondo…era così brutto sorvolarci e semplicemente prendere consapevolezza che quella serata di capodanno, ci fossimo comportati come qualcosa di più che amici? Mi fidavo delle sue innumerevoli dichiarazioni d’amore, altrettanto mi fidavo del mio istinto, che mi aveva lasciata libera per una sera di seguire solo il mio cuore. Magari era stato sbagliato, lo avevo respinto così tante volte, che cedere ai sentimenti che mi avevano coinvolta sempre più negli ultimi mesi, poteva essere stata una contraddizione. Ero innamorata ma non volevo soffrire quando sarebbe partito per New York, più di quanto già avrei sofferto perdendo il mio migliore amico. Non volevo neppure che lui andasse al college pensando a me, dall’altra parte dell’oceano, intraprendendo dunque una carriera universitaria con la mente svagata e negando a se stesso qualsiasi esperienza che il percorso della sua vita gli avrebbe donato. Non ero ipocrita, salvo forse qualche visitina ai genitori nei periodi lunghi di vacanza, Matthew Black non sarebbe tornato a Dublino per lunghi anni. Tanto per cominciare cinque anni di medicina, uno almeno per la tesi, altri due di scuola di specializzazione e almeno un altro mezzo per la seconda tesi…sempre se fosse riuscito ad essere uno studente modello, continuamente in pari con gli esami. Per cui, almeno nove anni a rincorrere un sogno d’amore a distanza non era decisamente nelle mie corde. Era il primo gennaio, non volevo cominciare con una lunga e noiosa conversazione sul perché non potessimo essere di più, sul perché volessi reprimere il mio amore. Era abbastanza intelligente per capire che non ero tipa da regalare coccole simili a caso, o a chiunque. Per aver intuito che quella notte, mentre ci guardavamo negli occhi, stessimo condividendo molto più della fisicità di quel gesto e che ciò che provava per me era ampiamente corrisposto. “Se vuoi parlarne facciamolo!” esclamò risvegliandomi dai miei pensieri. Mi staccai dall’abbraccio, ci fissammo. Mi osservava con un’espressione consapevole ma serena.

 

cap.226

 

Mi aprii in un sorriso, sentivo che non avrei avuto bisogno di spiegargli nulla, aveva già compreso che tra noi non stava per cominciare niente di diverso. Gli accarezzai la gamba, vicino al ginocchio “No, non serve” affermai “Sei sicura?” insistè, annuii. “Secondo me sarebbe meglio che tu mi dicessi cosa pensi, altrimenti poi…rischiamo di comportarci in modo poco spontaneo” aggiunse “Stamattina ero solo un po’ imbarazzata con te” svelai alzandomi in piedi. Passeggiare nel parco avrebbe smorzato un pochino la tensione. “Sì…anch’io a dire il vero” “Però…diciamo che con il passare delle ore mi sento meglio, più a mio agio, tu?” gli chiesi “Sì, vale la stessa cosa per me. So che ora è imbarazzante tirare fuori il discorso, ma voglio dirti che so benissimo che quello che è successo non cambierà il nostro rapporto, non in quel senso. Spero che non rovini la nostra amicizia” confessò.

 

giphy

 

“Io non voglio rovinarla, certo che no” risposi “Beh in questo caso la pensiamo alla stessa maniera” “Ok…parlarne penso che mi crei nuovamente vergogna, mentre vorrei essere naturale nei tuoi confronti. Per cui…ti dispiace se prendiamo questo come un chiarimento e magari passiamo a parlare d’altro?” tentai di dire “Per me va bene, chiudiamo qui il discorso” “E poi volevo chiederti scusa per il fatto che ieri alla festa, ti sono stata un po’ addosso con la storia dell’alcool” aggiunsi “Sei stata abbastanza insistente!” esclamò sorridendo “Era solo per il tuo bene, non volevo dire che non dovevi bere in assoluto, ma volevo che non esagerassi” “Ok, rimandiamo di un anno i festini alcolici, così sarò maggiorenne” scherzò.

 

giphy

 

Sorrisi “Andiamo sul molo a vedere il mare?” proposi cambiando discorso “Va bene” rispose. Raggiunto il porto scegliemmo una zona da cui si poteva ammirare bene il panorama. Facemmo qualche foto con gli smartphone, poi le riguardammo seduti su una panchina. Quando lo ripose in tasca gli presi la mano, intrecciando le nostre dita. Si voltò, ci scambiammo uno sguardo e un sorriso. Mi avvicinai al suo orecchio “Sei così carino con me” sussurrai, spostando il capo per guardarlo negli occhi e usando la mano libera per accarezzargli la nuca “Non dovresti” aggiunsi. “Perché?” “Perché mi vuoi bene anche se sono sempre piena di titubanze e timori su…tante cose” chiarii “Sei solo troppo razionale, Kate!” esclamò. “Lo so” “Non dico che ti capisco del tutto, sai cosa penso, che dovresti smetterla di usare troppo il cervello e poco l’istinto” affermò “Infatti è per questo che ti sto ringraziando. Perché riesci a comprendermi sebbene tu non mi capisca del tutto” proseguii “Cosa ti aspettavi? Credevo che fosse questo il valore dell’amicizia” puntualizzò. Sorrisi, lasciandogli un bacio a fior di labbra “Ti voglio tanto bene” dissi prima di abbracciarlo, respirando il suo profumo rassicurante e accogliente.

 

NOTE:

Salve! Lo scorso capitolo si era chiuso con qualcosa di "scottante" successa tra Katelyn e Matthew, qualcosa che andava ben oltre un bacio e ben oltre l'amicizia. Per questa ragione mi sembrava opportuno lasciare la parola a Katelyn, poichè per lei era la prima volta che accadeva una cosa simile. Inoltre sappiamo benissimo quali siano i sentimenti di Matt, mentre lei ha sempre dato ampio spazio alla razionalità, sebbene avesse lasciato intendere in più punti di essere innamorata. Volevo dunque far capire con le sue parole cosa sente, cosa pensa, quali siano le sue preoccupazioni. Il risveglio porta una maggiore consapevolezza, oltre che un notevole imbarazzo. All'inizio Kate fatica a distaccarsi dalle emozioni provate e dal desiderio impetuoso di abbandonare quella razionalità che la guida, ricordiamoci che ha solo 18 anni. Poi a poco a poco i due si chiariscono, seppur sommariamente. Matthew prova a comprenderla perchè a lei ci tiene davvero, sono diventati grandi insieme, ma desidererebbe solo che Kate fosse più spontanea, che si lasciasse guidare dall'istinto, che gli concedesse la possibilità di provarci. Ad ogni modo riescono a superare l'episodio, almeno apparentemente, portando avanti quest'amicizia davvero speciale.

COMUNICAZIONE: sto per partire per le vacanze, dunque i prossimi capitoli verranno pubblicati ogni 15 giorni, sempre il venerdì! Vi aspetto il 24 LUGLIO, spero che continuerete a seguirmi anche in questi ultimi aggiornamenti (ricordo che la fanfiction terminerà al capitolo 230) e come sempre ripeto il noioso invito a recensire :P

Vanessie

 

   
 
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