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Autore: angelangel91angel    14/08/2009    0 recensioni
questo è un libro che sta scrivendo una mia amica su di noi, sul gruppo piccoli per sempre tra vent'anni...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 9

Arriva il grande giorno. Alessandra e Carla cercano qualcosa da mettere per la serata. Girano da negozio a negozio. Ma niente. E’ come se niente fosse adatto. Rivedranno tutti e non stanno più nella pelle.

“Siete pronte per la grande serata e il grande incontro dopo tanti anni?”

“No. Roberto vuoi raggiungerci per scegliere con noi il vestito?”

“Certo Ale. Vi raggiungo subito.”

E di nuovo tutti e tre insieme a scegliere. Finalmente ne trovano uno adatto. Alessandra è molto più tranquilla adesso. L’amica invece no.  Pensa, ripensa. Immagina. Deve essere speciale questa serata e lei farà di tutto per stare tranquilla. Ma come fa? Il suo grande amore adolescenziale ritorna li. Poi ci sarà Anna, la loro compagna di banco per tre anni, quella ragazza che aveva sempre fame, che chiedeva sempre di mangiare. Come sarà diventata? Poi ci sarà il ragazzo logorroico. Gianni, che non la smetteva mai di parlare. Poi ci sarà lo stiloso. Ora Carla ride sola. E ale le chiede il perché.

“Ale ma ti ricordi quante storie facevamo con Marco per i suoi pantaloni viola?”

“Oh dio si ora ricordo.”E ridono a crepapelle.

“Non si muoveva mai quando aveva qui pantaloni. Aveva paura di sporcarli. E poi le scarpe. Diceva che era da tossico il colore viola poi, lui le comprò proprio di quel colore.”

“Si ricordo. E si ostinava dicendo che non erano viola ma color prugna”

Non è possibile come ricordano tutti di quegli anni. Quel periodo le ha segnate moltissimo. Quel amicizia le deve aver davvero fatto provare emozioni intense. Continuano a parlare. E a ridere. Poi spigano a Roberto di quello che successe in classe l’anno che lui fu bocciato, raccontano dei soprannomi dati alle più antipatiche, ai dispetti fatti, alle risposte acide date.  Lui l’unica cosa che faceva era ridere in continuazione. Erano le migliori amiche che aveva mai incontrato. Da ragazzini ogni piccola cosa veniva confidata. Ogni consiglio che volevano c’era. C’erano stati periodi invece, che non si parlavano per colpa di un errore di qualcuna delle due, o anche colpa del ragazzo. Ma quegli sbagli, li portavano sempre a rafforzare il loro rapporto.

“Rendetevi conto che ormai sono anni che ci conosciamo e siamo ancora qui a ridere e a raccontarci tutto”

Roberto è davvero contento di tutto quello. Guardando negli occhi di Alessandra e di Carla, rivede le amiche di sempre. Ale è sempre più bella, pensa. E continua a guardarla. E’ amore quello? No non è possibile. E si da un pizzico per riprendersi.

“Io vado. Devo ancora passare a prendere Fabio, poi preparare. A che ora ci vediamo?”

“Gli altri passano dal mio albergo, hanno prenotato delle camere li”

“Va bene allora per le ei ci vediamo li”

“Va bene. Un bacio.”

Vanno tutti via, ognuno per la loro strada. Ma è come se una forza li tira di nuovo nello stesso punto. Si girano insieme e ridono guardandosi. Si risalutano con la mano e prendono le loro macchine per andare via. E’ già l’una, e quelle cinque ore che li separano da quel grande incontro, saranno interminabili. Le due ragazze cercano di fare tutto per occupare il tempo, ma è come se i minuti non trascorressero mai. Arrivano però, dopo tutto, le sei. Escono di casa, frettolose. Si dirigono verso l’albergo. C’è molta agitazione in giro. Nell’aria si sente odore di gioia, felicità, ansia. Un misto di tutto. Carla e Alessandra si incontrano nella hall. Non vedono nessuno in giro.

“Sei pronta?”

“Io sono pronta Carla. Tu devi essere pronta per rivederlo.”

“Si sono pronta.” Anche se sta tremando  come una foglia al vento. Ecco i sintomi. Si iniziano a far sentire. Non è la prima volta che le succede. Anzi, ogni momento che stava vicina a Gianluca, o solo sentirlo nominare, le faceva venire questi tremolii.

“Si Carla, si vede. Sei prontissima” e le ride in faccia, sfacciatamente. Da dietro , in quel momento si sentono chiamare.

“Belle ragazze.” Ci mettono un po’ a girarsi. Poi prendono coraggio e lo fanno. Ecco li: Roberto, Marco, Gianluca.

Il cuore a mille. Un abbraccio con tutti. Quello che mancava da tempo. Da tanto tempo. Gli amici di sempre, eccoli li ora. Finalmente il grande momento è arrivato. Per evitare un attacco di cuore, Roberto dice:

“Anna sta per arrivare. Intanto vogliamo prendere qualcosa?”

“Si dai.. Ho una sete.” Risponde Ale.

“Ma di quanti mesi sei?” chiede Marco.

“Nono. Dovrei partire a giorni.”

“Ma tu sei pazza.. Continui ad esserlo anche ora.”

“Perché?” e intanto si mette sotto braccio a lui.

“Ma come perché? Con un bambino che sta per nascere tu vieni qui invece di stare a casa?”

“Bello mio. La casa per me è come un carcere. Non ci potrei mai stare”

“Eh infatti si nota.”  E sorridono entrambi.

Al bar, seduti ad un tavolino, intanto, si parla del più e del meno. La vita per tutti si è trasformata. Gianluca non si è spostato, ne ha figli. Convive con una rumena. Marco invece ha divorziato già due volte e non intende risposarsi o avere una relazione seria. Gianni invece ha 2 bambine.

“Guardate come sono belle. La prima ha 5 anni e si chiama Sofia. La seconda invece 18 mesi e l’abbiamo chiamata Angela. “

“Ma Gianni sono stupende. Tua moglie invece come si chiama?”

“Giovanna. Ci siamo conosciuti all’università. Sono sei anni che siamo sposati.”

“E’ bello rivedervi” dice Ale guardandoli tutti negli occhi.

“Che fai quando andremo via?” ironizza Marco. “Ti metterai a piangere come quando finì la scuola?”

“Ma che fai prendi in giro. Guarda che a me dispiaceva dovermi separare da voi. Che poi hai visto come siamo andati a finire? Che dopo anni e anni, se ci incontravamo per strada nemmeno ci riconoscevamo.”

“Si infatti. A te con questa pancia specialmente”

“Dai Marco che prendi in giro. Sta per partorire.. Ha una bimba nella pancia”

E ridono tutti per quella battuta. Marco è sempre stato il solito. E non è cambiato per niente. A parte l’aspetto fisico, tutti sono rimasti quelli di un tempo. Ale e Carla però si accorgono che Gianni è diverso. E’ molto maturato. Sarà che l’amore l’ha fatto cambiare. Diventare padre comporta molte responsabilità. E lui, a quanto pare, se l’è accollate tutte. Ragiona da uomo maturo, fa ragionamenti che mai si sarebbero aspettate. E’ vero come il tempo sistema le cose. Ma per alcuni invece le guasta. Questi amici si sono allontanati molto, ma in fin dei conti ora che si ritrovano sono molto contenti. E si vede dagli occhi di ognuno di loro.

“Ragazzi. Anna non viene più. Ha avuto un contrattempo ma, vi saluta.”

“Si sapeva. Lei a quanto pare non è cambiata molto.” Dice Carla in maniera acida.

“In effetti. Ci ha sempre dato buca.”

“Ma si dai ragazzi. Siamo noi è quello che conta è stare insieme. Brinderemo alla faccia di chi oggi non è potuto o voluto venire.”

“Hai ragione Gianluca.”

“Anche perché non immagini quante volte abbiamo brindato alla faccia tua quando non venivi” dice Carla ridendo. E così tutti applaudono.

Arriva il momento di scegliere cosa mangiare. Carla si allontana dal gruppo. Gianluca la segue.

“Posso offrirti una sigaretta? Inizio a restituirti tutte quelle che tu ha i offerto a me”

“No. Grazie mille. Ma da quando ho saputo di essere incinta. Beh ho lasciato perdere.”

“Hai fatto benissimo. Maschio o femmina?”

“Due maschietti. Sono gemelli.”

“Bellissimi. Anche io avrei tanto desiderato diventare padre.”

“Ma cos’è successo?”

“E’ che non ho trovato la donna giusta per me. La madre dei miei figli.”

“E ora convivi con una ragazza. Lei non è quella giusta?”

“No. Forse sono io quello che è in difetto qui. Fin da ragazzo, e tu lo sai benissimo, ho sbagliato. Non mi accontentavo mai di nessuna. E ora questo difetto lo porto avanti.”

“Prova a vedere le cosa in una maniera diversa. Con un bambino forse ti attacchi di più a questa ragazza. E potrebbe diventare la donna della tua vita.”

“Veramente ora è lei che non vuole avere figli.”

“Stai messo male allora eh.”

“Mi sei mancata.”

“Si stai messo male.”

“Dai no deviare l’argomento. In fondo anche se litigavamo sempre, l’amicizia tra noi era bella. Mi piaceva quando mettevi il broncio. Eri bella sai?”

“Dopo 14 anni mi vieni a dire queste cose?  A me bastava solo che tu me le dicessi alle superiori. Così.. Stavo meglio. Sapevo almeno che qualcosa di me ti piaceva.”

“Ora lo sai.”

“Si ma è troppo tardi. Guarda quelle stelle lassù?”

“Si ce ne sono molte stasera?”

“Solo loro sanno quanto ti desideravo.”

“Scusami per il male che ti ho fatto”. Carla lo guarda. Com’è cambiato. E’ diventato più bello. E’ uomo. Lo abbraccia. Sotto quel cielo stellato, due corpi si avvicinano. Quante volte lei avrebbe voluto stringerlo a sé così forte. Ma dura poco questo momento.

“Carla. Carla. Alessandra si sente male”. L’amica corre verso il loro tavolo.

“Ale che succede?”

“Carla è arrivato il momento. Mi sa che anche lei vuole conoscere tutti loro.”

“Dobbiamo portarla in ospedale” grida Marco. “Roberto corri a prendere la macchina, intanto noi la portiamo fuori.”

Ale grida fortissimo. I suoi amici le avvolgono le braccia intorno al loro collo. L’aiutano a camminare. Le acque già si sono rotte. Manca poco e al mondo ci sarà un’alta vita!

“Dai Ale…Tra poco anche noi conosceremo la tua bambina. Ma coraggio, cammina. Se no finisci per partorire qui” dice Marco.

“Aiutatemi” grida Alessandra. Le contrazioni sono molto forti. Finalmente sale in macchina. Nessun altro urlava nella notte oltre a lei. La corsa nella notte delle due macchine. Un fazzoletto bianco fuori. I sorrisi per quella gioia che stava prendendo a tutti. Un sospiro. La mano di Ale stringeva forte quella di Marco che gridava:

“Spingi su quel acceleratore.. Corri”. Un’ennesima coltellata alla pancia. Un forte grido. La paura ora iniziava a salire.

“Carla perché fa così?”

“Un giorno anche voi rimarrete incinti poi ci fate sapere che provate”

Ridono. Ma Ale no ce la fa più. Una corsa nella città addormentata. Piegata in due sul sedile, La ragazza tratteneva la nascita della bambina. Arrivati in ospedale, la caricano sul lettino e la portano via.

“Non avvisate Andrea. Meglio dopo. Vi amo”

Mentre aspettavano li davanti la sala arto, chi non aveva mai fumato accende una sigaretta e inizia a fare tiri su tiri. Neanche fossero loro i padri della piccola. Esce un’infermiera.

“Chi sono i parenti di Francesca?”

“Noi.” Grida Carla entusiasta. “Siamo noi”

“Che spettacolo” dice Marco. “ha gli occhi della mamma”

“Ma dai. Ma che dici. Come fai a vederli se ce l’ha chiusi??”

E ridono. Davanti alla culletta con la bambina tutti la guardano. Non dicono una parola. Sono meravigliati. Carla inizia a piangere, e Roberto la stringe a sé.

“Ora la porto al nido. Pesa 3 kili e 8”

“Ma è una piccola vitellina” ripete ancora Marco. E’ in vena di battute. E’ felice. Poi corre dietro l’infermiera e dice:

“Ma la mamma quando potremmo vederla?”

“Ci vorrà un po’ di tempo.” Torna dagli altri e dice:

“E’ la serata più bella che posso aver mai trascorso”

Sapore di anestetico, odore di ospedale. Passi ovattati, sussurri. Una piacevole sensazioni di distacco. Ricordava vagamente il rumore delle rotelle che giravano veloci e la voce dei medici che le diceva che tutto sarebbe finito in fretta. La sua quarta gioia era nata e ora e li vicino al suo letto. Aprì gli occhi e sul suo viso quelli dei suoi amici.

“Auguri mammina.” Marco li che le stringeva la mano e le baciava la fronte.

“Ragazzi ma voi siete ancora qui? Ma che ore sono?”

“Pensavi che ti lasciavamo sola? No mia cara. Sono le 2!”

“La mia bambina?”

“E’ qui” Carla le poggia Francesca sul braccio delicatamente, La piccola dorme beata. In quel momento l’infermiera entra in camera e prende la piccola.

“Ora la signora deve dormire. Una persona può rimanere con lei. Il resto fuori.” Ma loro non erano così ubbidienti. Uscirono tutti e con lei rimase Marco. Ma dopo poco sarebbe entrata un’altra persona. Lui la coccolava e le baciava la mano. Era molto felice. Il sorriso sul suo volto ormai era rimasto senza mai andar via. Rimase li accanto all’amica fino a che non di addormentò. Voleva essere lui a guardarla dormire, ma c’era qualcun altro che fremeva per entrare. Quando uscì fuori la camera, vide Carla che dormiva sulla spalla di Gianluca. Nona avrebbe mai potuto pensare una cosa del genere. Lui le teneva la mano. Ma cos’era successo quella notte? Si era tutto rivoluzionato.

Camminando per i corridoi, continua a pensare alla sua amica. Quante ne hanno fatte insieme, e ora è una gioia vederla ancora. Vedere la sua bambina nascere. La sua vita ormai non ha più senso, non riesce più a riprendersi dopo l’ultimo divorzio.

“Rimarrò qui. Prenderò una casa in affitto. I miei amici sono qui!”

E così dicendo sotto voce torna dagli altri. Roberto ormai è dentro. E anche lui guarda Ale dormire. Ha visto nascere la sua “nipotina”. E’ contento anche lui. Ale però in questi oggi sembrava strana. Era forse questo che la preoccupava? Mentre si pone queste domande, si addormenta sulla sedia. Mentre fuori, il sole nasce.

  
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