Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: crudelia_demon    14/07/2020    1 recensioni
Quando gli occhi di Freya incontrarono quelli di Felix per la prima volta qualcosa cambiò dentro di lei. L'amore puro li travolse entrambi. Freya , la principessa vichinga più forte della sua stirpe, ma qualcosa cambia inevitabilmente una sera d'inverno.
Ora rivedendo il suo amato dopo tanti secoli l'unica cosa che riesce a provare è risentimento e rabbia.
Perchè è stata abbandonata a quel modo, lasciata al suo orrendo destino?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Felix, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn, Successivo alla saga
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4


Dalla mia posizione alla finestra osservai la reazione dei presenti a quella rivelazione. Non mi stupiva affatto che non avesse mai parlato alla sua famiglia di me. In fin dei conti era trascorso più di un secolo dall’ultima volta che ci eravamo visti.

 

- Non ci hai mai parlato di una sorella Carlisle. - la sua compagna era quella con l’espressione più scioccata sul volto. 

- Si, lo ammetto, vi ho tenuto questo segreto. - ammise lui mestamente. - Ma Freya è fin troppo imprevedibile. Il dolore che ha patito durante la prigionia l’ha cambiata rispetto alla sorella che mi cantava le storie da bambino.

- Perciò siamo di nuovo in pericolo? - chiese Amun esasperato. Era chiaro dalla sua espressione che non aveva fatto i salti di gioia andando in aiuto del suo amico di vecchia data.

- Voi no. Ma quei due animali che si fingono aristocratici si. E onestamente non mi dispiacerebbe troppo se lei li prendesse e li riducesse in piccoli pezzi. Non saremo noi a fermarla. - vidi Erik incrociare le braccia con aria risoluta davanti all’ampio petto.

- Come osi! - Stefan si alzò di scatto e si lanciò contro Erik, ma la zuffa venne sedata immediatamente da Carlisle. Odin era rimasto in disparte, sapevo perfettamente quanto preferisse non immischiarsi in questioni che non lo riguardavano direttamente. Notai che come sempre era talmente perspicace da aver individuato il mio nascondiglio e in quel momento mi aveva lanciato uno sguardo eloquente.

- Qualcuno si degna di spiegare questa storia per filo e per segno, per piacere. Non ci stiamo capendo un accidente. - la vampira bionda al fianco del ragazzone moro si intromise nel discorso con aria palesemente infastidita. Accidenti che insolente.

- Quando ero bambino, all’età di otto anni circa, il mio villaggio è stato attaccato dai vampiri. - Carlisle iniziò a raccontare la nostra storia con tono pacato. - Nella mia famiglia eravamo rimasti in tre: io, mio padre e mia sorella maggiore. Nostro fratello Bjorn era morto in estate quando la flotta di nostro padre si spostava in Francia e Inghilterra per la conquista.

Solitamente anche Freya prendeva parte a quelle escursioni, ma l’inverno prima si era sposata con uno dei guerrieri di nostro padre, ed era rimasta incinta.  

Interruppe il suo racconto e guardò intensamente Ragnar e Erik. 

- Perciò l’estate in cui nostro fratello morì lei era a casa a dare alla luce due splendidi gemelli. Passò un anno ad accudirli e amarli, l’estate successiva passò rapidamente e l’arrivo dell’inverno segnò il nostro villaggio con l’arrivo di creature che non avevamo mai visto, che lo rasero al suolo completamente. 
Sentirlo raccontare la storia di quella notte terribile mi fece ritornare con la mente indietro nel tempo di secoli e secoli…

 

“Seduta davanti al camino ancora spento della mia camera, nella casa di mio padre, riuscii a percepire il cambiamento della temperatura. L’inverno era ormai arrivato. Presi con una mano la pelliccia di orso da terra, e me la misi in grembo in modo da coprire anche il bambino tra le mie braccia. 

Dopo il matrimonio mio padre ci aveva permesso di rimanere nella sua casa. Capivo perfettamente il suo stato d'animo. Era combattuto tra la felicità per le mie nozze e la paura di lasciarmi andare. In seguito alla morte di mia madre era diventato molto protettivo nei miei confronti, e faceva difficoltà a separarsi da me. 

- Elga! - sussurai chiamai la vecchia serva che era al servizio della mia famiglia da che ne avevo memoria. Si era sempre presa cura di me, sia prima che dopo la morte della mia mamma. - Ti prego, accendi il fuoco altrimenti i bambini moriranno di freddo.

- Subito signora. - la vecchia Elga era sempre pronta a dare il suo aiuto per qualsiasi cosa, con il tempo avevo iniziato a vederla più come parte della famiglia, che come serva.

Con le gambe mi diedi la spinta per dondolare la sedia avanti e indietro. Nel mezzo della notte ero stata svegliata dal pianto del piccolo Ragnar, mentre suo fratello continuava a dormire beatamente nella sua culla. 
Qualcosa aveva turbato il sonno del mio piccolino, che non riusciva ad addormentarsi di nuovo. Anche io come lui avevo avuto un sonno travagliato. Avevo sognato il villaggio che andava a fuoco, e la paura che fosse una della mie premonizioni mi angosciava.

Quella sera il loro papà sarebbe tornato e rivederlo sano e salvo mi avrebbe fatto sicuramente tirare un sospiro di sollievo. Era stato via insieme a mio padre per tutta l’estate e ora non vedevo l’ora di abbracciarlo e stringerlo forte.

Improvvisamente sentii bussare piano alla porta. Mi girai in tempo per vederla aprirsi lentamente. Dall’uscio socchiuso comparve una testolina bionda, candida come la neve.

- Sta male? - bisbigliò Carlisle per non disturbare troppo. Evidentemente Ragnar non aveva svegliato solo me. 

- No. Credo che abbia solo avuto un brutto incubo. - gli sussurrai di rimando per tranquillizzarlo, e in un certo senso per tranquillizare anche me stessa. 

Carlisle era un bambino così buono e sensibile. Dopo la sua nascita eravamo rimasti orfani di madre e dal momento che nostro padre aveva deciso che non si sarebbe più risposato, gli avevo fatto io da madre, insieme ad Elga.

- Entra. Ti va di farmi compagnia mentre dormono? - finalmente Ragnar si era addormentato di nuovo, ma ero restia a posarlo nuovamente nella sua culla. Amavo sentire i loro corpicini caldi contro il mio petto.

 

Carlisle entrò e si sedette a terra, di fianco alla mia sedia a dondolo. Allungò il collo per controllare Erik dentro la sua culla. Quando tirò su la testa per incontrare il mio sguardo vidi che stava sorridendo felice. Voleva molto bene ai miei bambini e la cosa mi rendeva piena di gioia. Alla loro nascita avevo avuto il timore che lui si sarebbe allontanato per gelosia, invece era felice di aiutarmi e quando poteva se ne prendeva cura personalmente.

- Sorella, dovresti riposare un po’. Posso tenere io Ragnar mentre dormi. 

Sorrisi alla sua premura da zio affettuoso. Mi alzai e gli passai delicatamente il bambino. Ragnar non diede segno di aver sentito il cambiamento di braccia e continuò a dormire. Mi distesi sul grande letto mentre Carlisle si sedette sulla sedia a dondolo dove ero io poco prima.Ero talmente stanca che nel giro di pochi secondi mi addormentai.

Fui svegliata da un rumore proveniente dall’esterno. Quando mi tirai su mi accorsi che Carlisle era disteso insieme a me sul letto, e che Ragnar dormiva sereno nella culla, vicino a suo fratello Erik. Dovevo aver dormito per qualche ora. La notte stave lentamente cedendo il passo al giorno e una debore aurora si inizava ad intravedere alle finestre.

Una serie spaventosa di urla provennero da fuori, talmente forti che anche Carlisle si svegliò di soprassalto tirandosi su allarmato. Ci guardammo confusi non riuscendo a capire il perchè di tutto quel trambusto. Eravamo stati attaccati da qualche usurpatore della corona di mio padre?
Mi alzai e mi diressi alla finestra che dava sulla piazza, l’aprii e mi affacciai. Ciò che vidi mi raggelò il sangue. Il villaggio era in fiamme esattamente come nel sogno che avevo fatto quella notte. 
Corsi dai bambini e li presi entrambi in braccio stringendoli al petto. Carlisle si avvicinò preoccupato.

- Mia signora dobbiamo scappare! - Elga irruppe in camera come un uragano visibilmente allarmata.

- Cosa sta succedendo Elga? - non sapere cosa fosse successo mi stava facendo impazzire.

- Dobbiamo andarcene attraverso il bosco il prima possibile. Sono delle creature spaventose mia signora, con lunghe zanne. Stanno facendo una strage. Dobbiamo andare! - prese in braccio Erik cercando di agevolarmi, mentre passavo Ragnar al mio fratellino. 

Mi avvicinai alla toletta in cui di solito mi acconciavo i capelli e frugai tra i cassetti intagliati. Non avrei mai lasciato il medaglione che il mio amato mi aveva regalato al nostro primo incontro. 

- Mi signora presto! Non abbiamo molto tempo. - Elga mi spronò facendo cenno a Carlisle di seguirla. Presi al volo la mia spada prima di uscire dalla mia camera. Uscimmo rapidamente da una porta sul retro così da non dare nell’occhio. Giungemmo incolumi a metà strada tra il villaggio e la foresta, e di colpo mi fermai. 
Non potevo permettere che mio padre perdesse tutto, in sua assenza mi aveva lasciata al comando. Dovevo cercare di difendere il villaggio.

- Elga, porta Carlisle e i bambini al sicuro. Conto su di te. - le dissi dando un bacio in fronte ai miei piccoli tesori che dormivano ancora.

- No signora! Che avete intenzione di fare? Non potete fare niente ormai. Dobbiamo scappare! 

- Tornerò indietro, andrò al molo. Le navi di mio padre potrebbero essere rientrate, è mio dovere avvisarli del pericolo e cercare di salvare il salvabile. Era mia responsabilità proteggere il villaggio, non posso lasciare tutto così.

Sorella non lo fare. Ti prego vieni con noi. - Il piccolo Carlisle, aveva solo otto anni e si aggrappò al mio braccio. Potevo leggere nel suo sguardo la paura di perdermi. Gli occhi gli si riempirono di lacrime, che trattenne fermamente. Cercava sempre di essere forte nonostante la tenera età. 
Inevitabilmente anche i miei divennero lucidi.

- Devi proteggere Ragnar e Erik con tutte le tue forze, mi hai capita bene? Mi raccomando devi prenderti cura di loro. Capito? Ti prometto che questa non sarà l’ultima volta che ci vedremo. - gli presi la testa e avvicinai la mia fronte alla sua per suggellare la promessa. Poi proprio come avevo fatto con i miei bambini, gli diedi un grosso bacio sulla fronte. In fin dei conti avevo cresciuto il mio fratellino, era un pò come se fosse il mio bambino anche lui. 

Ora andate! - li spronai ad andarsene. 

Li guardai girarsi e scappare attraverso la foresta. Con nel cuore l'ultimo sguardo dato a ciò che di più caro avevo al mondo mi voltai per rientrare al villaggio che lentamente ma inesorabilmente andava a fuoco…” 

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: crudelia_demon