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Autore: Tsu_Chan    14/08/2009    2 recensioni
In una città che sembra uscita da un libro horror, dove i vampiri vivino gomito a gomito con gli umani del tutto ignari, la gente sparisce viene ritrovata morta dissanguata per le strade senza un motivo apparente, almeno fino a quando una nuova ragazza in città decide di mettere a posto le cose: impone le sue regole 'Niente rapporti vampiri-uomini' la più importante se si contravviene? Impalettamento rapido del vampiro e un bel incantesimo per far dimenticare tutto all'umano. Miya ha 16 da quattro vive con una vampira cieca e detiene le redini dell'aministrazione della pace della città, ma ha una vita sociale molto poco invidiata, insomma non la vita perfett per un adolescente... ma qualcosa cambierà. Satoru, 17 anni, appena arrivato in città per mettersi alla prova sembra uscito da un lontano ricordo della ragazza. E tutto diventerà diverso per Miya. Perchè anche la legge ha un cuore...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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‘Ci stanno guardando tutti …’
‘Lo so.’
‘Ma che idea ti è venuta stamattina?’
Già che razza di idea gli era venuta a questo mezzo vampiro dei miei stivali, e non solo stamattina se lo volete sapere mi ha costretto a passare tutto il fine settimana a casa sua con la scusa che se mi succedeva qualcosa poi si sentiva in colpa, non mi ha nemmeno lasciato uscire per la ronda: risultato un due  ragazzi e tre ragazze dissanguate trovati in altrettanti vicoletti sinistri e impraticabili, i vampiri hanno gusti strani per quanto riguarda i luoghi dove cibarsi. O forse lo fanno per nascondersi? Boh… sta di fatto che non solo mi ha tenuta tappata in quella sua casa per due giorni consecutivi, dicendo che li sarei stata al sicuro da eventuali colpi di testa e altri pericoli vari, lo aveva detto ridendo, ma forse non si era reso conto che il più grande pericolo che incombeva in quel momento era lui… si, insomma, cucina in un modo pessimo, pensavo di vomitare la prima volta che mi ha obbligato a mangiare! Secondo me lo ha fatto per attentare alla mia vita! Alla fine posso dire che nemmeno la mensa della scuola è tanto male in confronto a come cucina lui, rendetevi conto!
‘Non ti faccio andare in giro da sola, sei troppo pericolosa … per te stessa.’
E poi tutta questa confidenza chi ti ha dato il permesso di prendertela, stamattina quanto stavo per accendere la moto mi ha tolto le chiavi di mano e mi hai obbligato a sedermi sul sedile anteriore di una macchina nera lucida, hai preso la mia borsa e l’hai infilata nel bagagliaio e da bravo gentiluomo mi hai pure accompagnato a scuola e quando siamo arrivati mi hai pure aperto lo sportello!
‘Almeno dammi lo zaino!’
‘Scordatelo.’
E sì, si è pure impossessato del mio zaino e ora lo porta su una spalla insieme al  suo mentre mi cammina affianco come una guardia del corpo: ma che gli passa per il cervello a questo, si non mi da fastidio lo devo ammettere, al contrario con lui mi sento come se fossi a casa, ma a casa casa non in quella villetta dove vivo con mia madre, a casa in Italia diciamo. Anche se non mi ricordo nulla so che forse li sarei felice e tranquilla come lo sono stata in questi giorni con lui.
‘Ci stanno guardando tutti.’
‘Tra un po’ non ci faranno più caso.’
O insomma ma ti devo per forza prendere a schiaffi per farti capire le cose a te, proprio come ho dovuto fare per farti capire che le tue uova strapazzate fanno letteralmente vomitare, non si abitueranno mai all’idea che tu vieni in giro con me: il primo giorno ok, ma adesso, il fatto che mi porti lo zaino che mi hai ospitato da te, che ho su una TUA maglietta! E si la mia sta in tintoria per poter rimediare al danno di giovedì pomeriggio, e dato che non sono tornata  a casa non ho potuto fare altro che approfittare del tuo guardaroba e pescare fuori una delle tue magliette più piccole. Piccole un corno poi perché mi arrivava al ginocchio stamattina prima che con un paio di forbici la modificassi a seconda delle mie misure. Comunque sta di fatto che non posso andare in giro con te in questa maniera e sperare che con il passare del tempo la gente si abitui all’idea, capite insomma io a loro li ammazzo quando si avvicinano a un umano e tu invece mi puoi ronzare in torno come ti pare e piace. La cosa mi darà non pochi problemi …
‘Spera, spera: non succederà mai lo sai’
‘Lasciati andare e vedrai che alla fine andrà tutto bene.’
Niente sei una testa vuota, mi giro di scatto e ti afferro con entrambe le mani per il colletto della maglia, almeno mi hai dato la possibilità di togliermi il tutore mentre sono a scuola, così sembro un po’ meno patetica, ti scuoto un pochino con tutta la forza che ho e ti fulmino con gli occhi.
‘Brutto cefalo, ho una reputazione da rispettare, non posso averti dietro tutto il tempo capisci.’
Gli sguardi si moltiplicano, ora non solo i vampiri ci guardano ma anche tutti gli umani: cosa c’è sembriamo una coppia che sta litigando? Dalle facce ti tutta questa gente pare proprio di si, beh allora facciamoglielo credere almeno mi sono tolta un problema e ti posso scaricare in fretta, mi faccio scendere un paio di grosse lacrime sulle guancie e tu mi fissi per un attimo come se non capissi, ma ti riprendi in fretta e te ne esci con una perfetta interpretazione da oscar.
‘Cosa c’è? Fino a che si tratta di limonare va bene poi basta?’
‘Lasciamo stare, sei un porco!’
Ti ho mollato uno di quegli schiaffi che ti lasciano il segno in faccia, ti ho strappato lo zaino di spalla e sono corsa in bagna continuando a piangere, entro e mi chiudo in una cabina a chiave, per fare un po’ di scena prendo a singhiozzare come una pazza in modo che anche le altre ragazze che ci sono in bagno mi lasciano sola per non rischiare una crisi di nervi. Tu dalla tua parte hai incassato veramente bene lo schiaffo, come se ti avessi fatto male sul serio, e mi hai guardata con quella tipica faccia da maschio strafottente che si sente felice di aver fatto soffrire una ragazza: dovresti proporti a Hollywood come nuova star!
‘Allora, cosa credi di fare ora?’
Riapro la porta del bagno e tu sei li che ti sistemi i capelli allo specchio, ti stai tirando con le mani il ciuffo davanti nel tentativo di farlo stare più aderente al volto ma con pochi risultati, sulla guancia destra invece spiccano i segni della mia mano come se la pelle fosse arrossata, cosa impossibile insomma non hai sangue.
‘Diavolo eri così agitata quando mi hai colpito che la tua mano ustionava, mi hai lasciato il segno.’
‘A ecco come è successo: mi spiace, era necessario che fingessi di volermi liberare di te, come se fossi una seccatura.’
‘Allora non lo sono veramente?’
‘naa… però conviene che a scuola prendiamo strade diverse. Poi fuori facciamo quello che ci pare, anzi stasera di va di passare da me?’
Alzi lo sguardo dalla tua immagine e fissi i miei occhi riflessi nello specchio, sei pensieroso, non devi avere paura non ho intenzione di impalettarti appena arrivati sotto il portico dove nessuno ti può vedere, ma come sei malfidente ragazzo mio.
‘Come mai così gentile tutto d’un tratto?’
‘Devo riscattarmi da questo fine settimana.’
Ti giri rimanendo appoggiato però al lavandino e incroci le braccia sul petto, mi guardi storto e ora cosa stai guardando, mi viene automatico toccarmi i capelli per farmeli cadere davanti agli occhi, non è che io sia timida ma mi fai sentire strana quando mi guardi così, come se dentro di me bollisse qualcosa, i tuoi occhio così dolcemente marroni e vispi sembrano sapere su di me più di quanto io sappia su me stessa. Ti sto ancora fissando quando i miei pensieri deviano da un’altra parte e tutto si fa scuro solo per un momento per poi essere illuminato da un paio di grossi fari, simili a quelli di un camion, sento delle urla, rumore di freni e dei vetri che si rompono, poi tutto torna normale, i miei occhi tornano a fissare i tuoi che intanto si sono fatti incredibilmente vicini, sento la fragranza del profumo che ti sei messo stamattina, quella del tuo shampoo e perfino quella del bagnoschiuma. Mi lascio andare contro di te, mi sento svuotata le gambe mi tremano: non è un buon periodo per me, non sono mai stata così delicata ma ora tutto d’un tratto mi sento più, si più … normale. Si insomma sento che se tu volessi ora potresti anche stritolarmi, mordermi, straziare il corpo e ridurmi a brandelli non reagirei e anche se lo facessi sarei troppo debole per poter fare qualcosa contro di te: è così che ci si sente ad essere delle ragazze normali, non mi piace molto preferisco essere l’ammazza vampiri allora, se essere normale vuol dire non avere nemmeno la forza di reagire. Alzo gli occhi tu sei li mi sorreggi e sei preoccupato, quel brutto segno sulla guancia sta scomparendo in fretta, non pensavo i vampiri si potessero ustionare così: con vari oggetti arroventati si lo sapevo, li uso a volte ma così con il semplice contatto non ne avevo idea ‘eri così agitata …’ è così che si fa? Quando sono agitata, alle strette divento come il ferro rovente per voi vampiri, ad averlo saputo prima mi sarei risparmiata molte seccature, però non volevo che tu fossi la mia cavia per provare questa cosa, non è giusto, insomma: alzo una mano, per istinto ti sfioro la guancia, sento che ti ritrai un attimo ma poi il mio calore ti attrae come una calamita e ti premi contro il palmo della mia mano. Sei freddo, ma mi sto abituando non è poi così male in fondo, sa di neve e d’inverno: è bello quando c’è la neve perché non importa quanti anni hai è sempre permesso giocare, si ritorna tutti piccoli quando nevica, la neve piace a tutti perché con l’arrivo della neve ci si può ritirare nelle case davanti ai caminetti al caldo. È sempre così il caldo ha bisogno del freddo per essere bello e il freddo ha bisogno del caldo per essere sentito, si completano tra di loro, il fuoco e il ghiaccio … un po’ come me e te, diversi ma sento che tu mi completi, anche se mi sento ancora un po’ restia nei tuoi confronti, nonostante tutto quello che hai fatto per me sento che tu potresti spegnermi sciogliendoti su di me, abbracciandomi. Come la prima volta che mi hai abbracciato, li è stato molto doloroso e sentivo che tu mi stavi spegnendo che non ero abbastanza forte per resistere al tuo freddo, mi sentivo gelare da dentro, dal cuore, sentivo che tutto passava a te, la mia vita, tutto …
‘Come fuoco e ghiaccio.’
‘Cosa?’
‘Come fuoco e ghiaccio.’
Ora mi guardi sorridendo, e sorridi sul serio, vuoi vedere che abbiamo pensato la stessa cosa ecco perché hai quell’aria furbetta da bambino che ha appena fatto una marachella, la porta del bagno si apre: una ragazza in compagnia di un vampiro entrano nel bagno, la ragazza ridacchia e il vampiro le sta dicendo qualcosa con voce calda e suadente, appena però nota me e ‘Toru, si ti chiamerò così mi piace, alza la testa, spalanca gli occhi e ci soffia contro. Ecco ci hanno sgamato mi sa che questo lo devo fare fuori per motivi personali: a no ha adescato una ragazza, posso farlo fuori con la coscienza pulita. Passo una mano dietro alla schiena e faccio per dire a ‘Toru, quanto mi piace chiamarti così!, di prendere la ragazza e farla stare zitta, che lui è già scattato ha impalettato il vampiro e ora sta tenendo la ragazza ferma davanti a me con una mano sulla bocca: tendo il braccio e i campanellini che porto all braccio si illuminano facendo luce sulle pareti scritte del bagno.
‘’Toru non guardare: ti dimenticherai tutto, mai stata qui, mai visto nulla, e sei in ritardo per una lezione.’
Lasci andare la ragazza che esce di corsa dal bagno mentre fissa agitata l’orologio, tu mi guardi un po’ contrariato ma qui quella contrariata dovrei essere io accidenti: mi hai rubato il lavoro! E sei pure più bravo e più veloce di me, se vuoi diventare tu la legge dimmelo ti lascio volentieri il posto. Ma la tua faccia e tutt’altro che soddisfatta.
‘Come mi hai chiamato?’
‘ ‘Toru … ti da fastidio, mi è venuto in mento ora e così … non pensavo ti desse fastidio.’
‘Assolutamente, però …’
‘Sembri un pesce lesso ‘Toru: esco prima io tu aspetta un pochino così nessuno sospetterà che eravamo qui insieme.’
Sorrido: sei tenero così shockato, gli occhi ti brillano e ti tremano un po’ le mani, raccolgo il mio zaino e me lo carico sulla spalla sana con un gesto lento, e mi avvio verso la porta che da sul corridoio ma prima mi fermo e ti lascio un bacio su una guancia, e per farlo mi devo appoggiare a una tua spalla e alzami sulle punte dei piedi, quasi saltellare per arrivarci: l‘ho già detto che sei troppo alto? Si, come ho già detto le stesse cose un sacco di volte negli ultimi giorni in fondo.
‘Grazie di avermi risparmiato una fatica: ma non farlo più o penserò che mi vuoi rubare il lavoro.’
Ti faccio l’occhiolino ed esco aprendo solo un poco la porta, ho ancora gli occhi leggermente arrossati dal finto pianto di prima e tutti mi guardano ma nessuno mi ferma, nessuno dice una parola su di me: sembra aver funzionato lo stratagemma della ragazza incazzata, lo userò più spesso.

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Angolo ringraziamenti: grazie mille anna e nel miglior stile satoru. Caz' sgamato... era un idea che mi girava in mento ma non assicuro che sarà così xD Anche se in fondo sarebbe un bel colpo no? O forse non lo è? No non lo è! oppure sì... e non dico nulla xD
Angolo autrice: Allora questo capitolo non è molto lungo ma spero che vi piaccia è solo un episodio tenero che mi è venuto in mente e ho voluto scrivere per conto suo senza mischiarlo con altri avvenimenti. Spero vi piaccia comunque. Ho saltato un giorno di aggiornamenti ma in casa mia erano in atto le gransi manovre per la partenza di mia madre per ferragosto (devo restare a casa con la sorella T_T) percui ero più intenta ad aiuarla a fare la valigia xD. A presto ciao ciao!


   
 
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