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Autore: Percyxx    15/07/2020    0 recensioni
Nathan non crederai mai a ciò che sto veden… - non finì la frase che un enorme mano che sembrava fatta di pietra lo afferrò e lo tirò fuori.
Tutto ciò in cui credevo crollò non appena mi avvicinai alla parete sfondata, vidi due esseri alti almeno quattro metri uno era un ciclope, me lo fece intuire il suo unico occhio verde grande quanto un piatto di plastica.
I protagonisti sono inventati da me ma durante la storia potranno comparire i personaggi di Rick Riordan
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Nathan

Quella mattina fu uno schifo, prima dovevamo preparaci per salvarci dallo scontro con Scilla, ora dovevamo ucciderla, a quanto pare era pure la creatura più potente della nazione. Tutto questo per quella maledetta stanza in cui continuavo ad entrare, era arrivato il momento di trovare una soluzione a questo problema.
Ci volle poco per tornare a casa di Mann, ci sedemmo sul suo divano, Ezio prese un tubo di patatine e accendemmo la tv.
Il brusio della tv ci aiutò a riflettere e la comicità di un episodio a caso di Big Bang Theory rese meno pesante l'atmosfera.
- Tu Mann devi andare a Nord e raggiungere gli altri, non si sa quanto resisteranno ancora da soli, noi due ci dirigeremo a Sud, abbiamo quindici giorni prima che la maledizione si compi del tutto. - disse il corvino rompendo il ghiaccio e sgranocchiando delle patatine.
- Ma voi morirete da soli. - rispose immediatamente il rosso.
Mi dispiaceva che non avesse molta fiducia in noi, ma dopotutto, lui era un realista e capiva la difficoltà della nostra missione.
- Oh andiamo, sei stato un buon allenatore, anche se hai giusto tre anni in più di noi. - dissi per dar man forte a Ezio e convincere Mann ad andare.
Il rosso si chinò in avanti stanco dopo che lo tartassammo per buoni venti minuti.
- Va bene, a questo punto anche se vi accompagnasi sareste capaci di attaccarmi o peggio pur di rispedirmi indietro, perciò ok, andrò dagli altri, cercate solo di non morire. - disse esasperato.
Io ed Ezio ci demmo un cinque, era bello che nonostante fossimo con la merda fino al collo riuscissimo comunque a divertirci.
Mann per tutto il giorno ci istruì sul primo soccorso, non immaginavo un braccio si potesse rompere in così tanti modi, ma più o meno capì le basi.
Preparammo gli zaini, giusto un cambio di vestiti, qualche confezione di crema alla nocciola e i kit per il pronto soccorso.
Uscimmo insieme a Mann quando ormai il sole stava tramontando, sembrava stesse andando in guerra con la tonnellata di roba che si portava dietro, chiuse a chiave e mise le chiavi sotto lo zerbino, stupido ma efficace a quanto pare come metodo per nascondere le chiavi.
Ci dovemmo subito separare, a quanto pare Mann aveva contattato un amico che lo avrebbe scortato fino  a Milano, mentre noi dovevamo prendere il treno se volevamo raggiungere la Calabria in tempi accettabili.
- Ezio. - dissi camminando sereno.
- Si? - rispose tranquillo, inquietante a ripensarci, eravamo noi o cosa? Come si poteva stare così sereni in una situazione come la nostra?
- Tu hai i soldi per il treno, il cibo e altre necessita? - chiesi come se nulla fosse.
- No. - rispose lui
- Manco io. - conclusi.
Ci fermammo, e dopo qualche secondo per metabolizzare la cosa, ci demmo un fortissimo face palm.
- Come abbiamo fatto a dimenticarci i soldi? - si chiese Ezio incredulo mentre correvamo insieme verso casa sua alla ricerca di qualche spicciolo nei cassetti. 
Non c'era tempo per pensare a quanto eravamo stati idioti, il treno sarebbe partito alle 8 ed erano già le sette e dieci, ci avremmo messo un ora ad andare e tornare.
- Prendi il mio zaino e passami le chiavi di casa tua. - gli dissi.
- Cosa vuoi fare?- mi chiese caricandoselo in spalla e passandomi le chiavi.
- Dove tiene Alessia i soldi?- chiesi di rimando.
- Nella cassaforte, dietro la natura morta vicino al divano in salotto, ma mia madre avrà preso tutto. - mi rispose il corvino sempre più confuso.
- Ci vediamo in stazione. - dissi scattando verso casa sua.
Mi feci un post scriptum di ringraziare Mann per l'allenamento. Ero più veloce di quanto potessi immaginare, tanto che provai, come flash, a correre sulle pareti in salita, non era così facile, nel momento in cui misi il piede sul muro per spingermi in alto la velocità acquisita quasi non mi slogò il ginocchio per l'impatto, riusci però a salire una decina di metri prima di perdere del tutto la spinta.
Da li continuai come il rosso mi aveva insegnato senza neanche trattenere le grida di eccitazione per quello che stavo facendo, a quella altezza e con quella velocità mi sembrava di volare, in una decina di minuti avevo già fatto una decina di km e dopo qualche altro minuto arrivai a casa di Ezio. 
Appena mi fermai il peso dello sforzo si fece sentire, fu però meno di quello che mi aspettassi, nulla più di quello che avrei sentito settimane prima dopo una quindicina di minuti di corsa leggera. 
Entrai in casa e cercai il quadro, era dove me lo ricordavo, spostai quell'orribile natura morta fatta da Alessia, mia zia amava l'arte del dipingere ma era totalmente incapace. La cassaforte era li ma non sapevo la combinazione. Ci pensai su, provai la data di nascita di Ezio e la sua, provai anche le combinazioni più stupide ma niente quella roba non si apriva, provai a chiamare la proprietaria ma non rispondeva, alla fine pensai una sola cosa, l'ignoranza è forza.
Cercai il primo muro vicino e usai tutta la mia forza per scavare nel muro intorno all'obbiettivo con la spada. Appena mi fu possibile la tirai fuori dal muro, fortuna volle che fosse piccola e la scaraventai a terra con tutta la forza in corpo ed essa si aprì. Presi le banconote che ne uscirono, non erano rimasti molti soldi giusto un centinaio di euro dimenticati per la fretta. Guardai il muro sfondato e inspirai a denti stretti
-Scusa zia. - dissi uscendo e chiudendo la porta a chiave.
Scattai di nuovo e dopo una decina di minuti ero arrivato, sudato fradicio, ma arrivato. 
Cercai con lo sguardo Ezio e lo ritrovai, mi stava aspettando vicino ad una colonna guardandosi intorno e controllando l'ora.
- Eccomi - gli dissi avvicinandomi. 
- Ho trovato i soldi. - continuai.
- Come sapevi la combinazione? Manco io la sapevo. -chiese curioso
La domanda mi spiazzò per un secondo, ripensai alla parete sfondata, giorni prima avevamo distrutto casa, ma roba tipo scheggiare mobili e rompere vasi, non sfondare muri.
- Ho tirato ad indovinare. - dissi con un sorriso sforzato per non dare spiegazioni. 
- Prendiamo i biglietti se no rischiamo di dimenticarci anche di questi. - dissi velocemente per cambiare discorso.
Lui mi guardò dubbioso per qualche istante e mi seguì.
Poco dopo stavamo salendo sul treno e mi arrivò una video chiamata, era Alessia, risposi, a quanto pare era stata concessa loro una casa a nuova Roma, Ezio a sentire ciò si fece sfuggire un gesto di soddisfazione.
- Comunque come mai avete chiamato? Sapete che è pericoloso usare troppo i cellulari. - chiese mia madre che apparve da dietro mia zia.
- E' partita per sbaglio, ora dobbiamo andare ci sentiamo tra qualche giorno, vi vogliamo bene, ciaaooo. - dissi velocemente chiudendo poi la chiamata e salendo sul treno con addosso lo sguardo sempre più dubbioso di Ezio.






   
 
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