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Autore: JennyPotter99    16/07/2020    1 recensioni
SEQUEL DI "AGE OF ULTRON"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tutti e quattro vennero portati al quartier generale della Task Force di Berlino e le armi gli furono requisite.
Bucky venne messo dentro una gabbia e le mani gli furono legate.
-Quindi ti piacciono i gatti.- commentò Sam, una volta seduti tutti insieme intorno ad un tavolo.
-Sam, non è il momento.- disse Steve.
-Che c’è? Si presenta vestito da gatto e non vuoi saperne di più?-
-La Pantera Nera è stata l’unica protezione del Wakanda per generazioni…E’ passato di guerriero in guerriero. Ed ora, dato che il vostro amico ha ucciso mio padre, sono io a portare questa responsabilità, essendo il re. Perciò vi chiedo: per quanto credete di poter proteggere il vostro amico da me?-
Steve lo ignorò, avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere il suo migliore amico, che poteva essere visto tramite delle telecamere.
-Che cosa gli faranno?- domandò Mia.
-Valutazione psicologica.- intervenne Tony, porgendo a Sam un foglio.- La ricevuta per le vostre armi.-
-Costume da uccello?!- esclamò Sam, leggendo il foglio.
-Non l’ho scritta io.- ribatté Tony. –Ross voleva farvi causa, l’ho accontentato.-
-Non riavrò quello scudo, vero?- continuò Steve.
-Tecnicamente è proprietà del governo.-
-Io non ho scudi ne armature, sono anche io proprietà del governo?- intervenne Mia, acidamente.
-Nessuno ti farà niente, non lo permetterò.- sussurrò Tony, accarezzandole il mento.
Mia notò in quelle parole un certo affetto che non aveva mai percepito da lui.
-Vi ho portato una cosa.- continuò poi, estraendo dalla giacca una scatolina con dentro due penne.-L’ho prese dall’archivio dei miei genitori: Roosvelt ha firmato un patto con degli alleati nel ’41 con queste. il Ti sto offrendo un ramoscello d’ulivo.- disse a Steve.
-Quindi Award si è sposato, quando l’ho conosciuto io era solo un inventore.-
-Già, non mi ha mai parlato di te…Forse due mila volte.. Quanto ti odiavo.- continuò Tony.- Se firmate, Burnes andrà trattato meglio invece che essere rinchiuso in Wakanda.-
-E tutti gli altri?- chiese Mia.
-Wanda sta bene, è confinata nel complesso, Visione le fa compagnia.-
-Oh mio Dio, Tony! La tieni prigioniera?! Lei non è un pericolo!- esclamò la donna.
-Non è cittadina americana e non concedono l’entrata ad armi di distruzione di massa..-
-E’ una ragazzina!- intervenne Steve.
-Mi hai scocciato!- urlò l’altro.-Faccio quello che deve essere fatto per impedire rischi nel futuro.-
-Continua a raccontartela.- commentò Mia, mentre Steve si allontanò dall’ufficio.
Tony bloccò il braccio della donna prima che uscisse dalla stanza.
-Ho fatto quello che hai fatto tu, mi sono impegnato. Sapevo quello che stavo facendo,
sapevo che facendolo noi non ci saremmo più parlati. Non saremo più stati amici ne colleghi.- le disse, voltandola verso di se.- Mi sono detto che era giusto così perché sapevo di aver ragione. Era la cosa giusta da fare. E..E.. ero disposto ad allearmi con qualcun altro pur di farla. E con tutte le menzogne che ho dovuto dire per riuscire nel mio scopo, c'è solo una cosa che non potrò mai dire a nessuno. Ne ai miei amici, ai miei collaboratori..una sola cosa..- le sussurrò, avvicinandosi.- La sola cosa che avrei dovuto dire a te. Ma che ora non posso dirti..-
Per la prima volta, Mia non riuscì a capire le sue parole.- Di cosa stai parlando?-
-“Ha un leggero e brutto carattere, ma in fondo è un pezzo di pane. La verità è che non conosco nessuno come lei.”-
Mia si ricordò il momento in cui le aveva detto quelle parole mentre parlava della donna di cui si era innamorato.
-Oddio Tony, i-io..- balbettò l’altra, allontanandosi da lui.
-Voglio cercare di convincerti a firmare quegli accordi: niente più pericoli.-
-La mia vita è questa Tony e non intendo rinunciarci.-
-Lo fai soltanto perché c’è lui.- commentò l’altro, digrignando i denti.
-Non solo per questo. Io non intendo firmare e non cambierò idea.-
-Te ne pentirai.- esclamò l’altro, acidamente.
Mia si allontanò e gli diede uno schiaffo, per poi scappare via.
Corse in bagno e si lavò il viso, cercando di capire dove avesse sbagliato.
Ma prima che potesse pensarci su, vide un uomo riflesso nello specchio e improvvisamente un altro le mise un fazzoletto sul viso, facendola svenire.
Nello stesso momento, un altro uomo si presentò nella stanza in cui tenevano Bucky e si mise seduto ad un tavolino.
Doveva essere lo psicologo che avrebbe dovuto rilevare la condizione psicologica del soldato: un uomo dalle sopracciglia sempre aggrottate e due occhi marroni lucidi.
Il resto della squadra osservò le immagini attraverso dei monitor.
-Salve signor Burnes, le nazioni unite mi hanno mandato per valutarla psicologicamente.- gli disse. –Il suo nome di battesimo è James?- domandò, ma l’altro non rispose. –Devo solo farle qualche domanda…Sa dove si trova James?- ma, ancora una volta, silenzio.- Non posso aiutarla se non risponde.-
-Mi chiamo Bucky.- disse il prigioniero.
A quel punto, Steve si guardò intorno e non vide più Mia.- Hai visto Mia?- domandò a Sam.
-No, pensavo fosse con te.- rispose l’altro.
-Era con Tony poco fa.-
-Non preoccuparti, Steve, sarà andata a prendere qualcosa da mangiare.- continuò Sam, vedendolo pensieroso.- Qualcosa ti turba?-
-Non capisco perché la Task Force abbia trasmesso queste foto.-
-Così Bucky è diventato un ricercato. Per informare le persone..-
-Già, fai esplodere una bomba e all’improvviso sette milioni di persone gli danno la caccia.-
-Che cosa stai insinuando?- continuò Sam.
-Mia aveva detto che credeva che fosse innocente.- mormorò Steve, tra se e se.
-Si, ma è solo una supposizione Steve, noi lo abbiamo cercato per anni.-
-E proprio adesso si sarebbe dovuto far vivo?-
-Credi che lo abbiano incastrato?-
All’improvviso, tutte le luci si spensero, come se ci fosse stato un corto circuito.
-No, ne sono sicuro.- esclamò Steve, correndo verso la stanza in cui tenevano Bucky, attraverso un ascensore.
C’erano una decina di morti a terra e il dottore che chiedeva aiuto.
Steve non si fidava affatto di lui: lo afferrò per la maglia e lo sbatté contro il muro.- Chi sei?!- gli domandò bruscamente.
-Non credo sia la domanda esatta, Capitano. La domanda giusta è: dove si trova la sua fidanzata?- disse l’altro, con un sorrisetto compiaciuto.
Allora Steve aggrottò le sopracciglia, sempre più arrabbiato.- Che cosa vuoi?!-
-Veder crollare un impero.-
Prima che si potessero dire altro, Bucky spuntò fuori dal nulla e colpì sia Steve che Sam.
Quest’ultimo rimase a terra, stordito, mentre Steve venne spinto giù per la tromba dell’ascensore.
Bucky si diresse alla pista d’atterraggio degli aerei: Natasha e T’Challa cercarono di fermarlo, ma fu inutile.
Intervenne anche Tony, ma aveva solo alcuni pezzi dell’armatura e decise di usare il guanto.
Colpì Bucky con un raggio, ma l’altro lo evitò, scansandosi.
Il soldato rubò una pistola dalla tasca di Natasha e sparò contro Tony, che però trattenne lo sparo attraverso il guanto.
Infine, Bucky colpì l’altro al viso con la punta della pistola e lo stordì.
Intanto, Steve cercò di arrampicarsi per uscire dalla tromba dell’ascensore e si diresse all’unica via di fuga possibile.
Quando giunse sulla pista di lancio, notò due elicotteri: uno era stato preso da Bucky e un altro da un uomo che sembrava avesse rapito Mia.
La donna non aveva idea di chi fosse, non lo aveva mai visto, ma avevo uno strano accento russo e continuava a parlare ad una radiolina.
Mia aveva le mani legate fra di loro, così che non potesse utilizzare il suo potere e continuava a battere sul vetro per richiedere l’attenzione di Steve, non appena lo vide.
-Sta zitta!- esclamò l’uomo, dandole un forte pugno sul naso che la fece addormentare.
Due delle persone a cui teneva stavano per lasciarlo, ma Steve poteva fare una sola scelta.
 
   
 
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