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Autore: Meramadia94    18/07/2020    1 recensioni
Dean è un detective della polizia. Dopo la morte di ambedue i genitori, ha cresciuto da solo il fratello minore Sam, con l'appoggio dei suoi '' zii'' ed in seguito del suo migliore amico, l'avvocato Castiel Novak. Sam compie diciotto anni e chiede come regalo di poter fare un viaggio a Londra con il suo migliore amico. Dean, dopo le prime resistenze iniziali, accetta e da il suo benestare. Quella che però doveva essere per Sam la prima vacanza da solo, si trasforma in un incubo quando viene rapito da alcuni trafficanti di esseri umani. Riesce ad avvertire il fratello in extremis, che non esisterà a mettere a ferro e fuoco l'Inghilterra pur di recuperare il pezzo più importante del suo cuore.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jody Mills, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Intanto Sam era chiuso in una stanza d'albergo, non sapeva bene dove, accoccolato sul letto, con il viso rigato dalle lacrime. Chi avrebbe mai immaginato che un viaggio a Londra gli sarebbe costato così tanto? Quando finalmente aveva riaperto gli occhi e si era trovato legato in un magazzino con altre persone, un tizio inglese, basso e tarchiato aveva detto loro...
'' So che vi state domandando dove siete e quando potrete tornare a casa dalla vostra famiglia. Sono qui per dirvi la verità. La vita per come la conoscevate fino a qualche ora fa è finita. Non esiste più. Non tornerete più a casa. Non rivedrete mai più i vostri affetti. Siete di mia proprietà. Lavorate per me adesso. Per cui ecco le regole. Chi prova a scappare verrà ucciso. Questo per farvi capire che nessuno di voi è indispensabile. Comportatevi bene ed andremo d'accordo.'' 
Poi la situazione era peggiorata rapidamente. 
Quando Brady aveva tentato di scappare lo avevano ripreso e pestato a morte per poi buttare il corpo nel Tamigi. O almeno così era stato detto loro... e Sam non aveva motivo di dubitarne. In fondo, se così non fosse stato avrebbero tentato di spostarli tutti nel minor tempo possibile in un altro posto e non l'avevano fatto. Stava ancora piangendo l'amico quando uno di loro, Alvin Jenkins aveva gridato alla rivolta.
'' Ma insomma, volete farvi ammazzare senza nemmeno reagire??? Non ammazzeranno nessuno, lo dicono solo per spaventarci! Io non crederò che il ragazzo sia morto finchè non vedrò il cadavere!''
Fu il suo ultimo errore. 
Era riuscito a liberarsi delle manette e quasi a scavalcare il cancello, ma una delle guardie lo aveva ripreso. Jenkins era caduto malamente, rompendosi la gamba. Lo avevano riportato al centro del magazzino, lasciandolo urlare per ore ed ore.... finchè non era arrivato Crowley... con i suoi cani. Dei pitbull.
Alvin Jenkins era stato sbranato vivo. Non aveva smesso di urlare fino a quando non smise di respirare. Li avevano obbligati a guardare. Perchè capissero a cosa andava incontro il prossimo che avrebbe cercato di scappare.
E adesso si trovava in un albergo, sotto chiave e tenuto sotto controllo da due guardie. Anche se non sapeva se erano lì per impedirgli di scappare o di gettarsi dalla finestra.
Non riusciva a pensare che un viaggio a Londra gli avrebbe tolto tutto: il suo migliore amico, l'amore per qualcuno che non avrebbe mai provato, la possibilità di andare al college, la vita... 
Ormai era questione di poche ore e lo avrebbero fatto a pezzi. O immesso in un giro di prostituzione o nei combattimenti clandestini... non sapeva davvero quale ipotesi fosse la migliore. 
- Dean...- fece Sam stringendo il cuscino - ti prego aiutami...-
In quel momento la porta si spalancò.
- Spero che tu sia pronto.- fece l'uomo dagli occhi gialli.
Sam saltò giù dal letto ed afferrò la abat jour sul comodino. 
- Ti avverto lasciami in pace!- lo avvisò Sam. 
Azazel sorrise - Ehy non farti scoppiare il cuore Sammy... mi serve.- nel dir così fece cenno ai due di calmarlo.
- STATE LONTANI DA ME!- urlò Sam agitando la lampanda. Uno dei due lo immobilizzò da dietro, nonostante i tentativi del ragazzo di liberarsi mordendo e graffiando, mentre l'altro gli iniettava un calmante. 
'' Dean....''
Fu il suo ultimo pensiero. In quel momento maledì con tutto il cuore la vita che gli aveva fatto il torto di strapparlo alle braccia amorevoli dei suoi genitori per affidarlo agli abbracci e alle carezze del fratello migliore del mondo...gli abbracci in cui lo aveva accolto dopo la morte dei loro genitori ed ogni volta che sognava i mostri sotto il letto, il sostegno incondizionato con cui aveva appoggiato ogni sua scelta... sensazione stupende che non avrebbe più provato.
Questo era il suo unico grande rimpianto mentre si abbandonava all'incoscenza.
...
...
...
Nel frattempo, Henricksen e Dean avevano messo sotto torchio Bela Talbot per farsi dire dove si trovava Sam. E se fosse ancora vivo.
Solo che la ragazza non aveva la minima intenzione di collaborare e rispondeva alle volte con sarcasmo, altre volte con risposte vaghe.
- Dov'è Sam?- fece Dean che iniziava a stancarsi di quel giochetto. 
- Te l'ho detto. Io non lo so.- fece Bela - Non mi mettono al corrente di tutti i loro affari. Il mio unico compito è sviare le indagini della polizia....- 
- Ed io perchè ti dovrei credere?- la infilzò con lo sguardo il detective Winchester - Fin da quando ci siamo conosciuti, l'unica cosa che ti è uscita dalla bocca sono bugie.- 
- Stavolta dico la verità.- 
L'ispettore capo Henrickesen lo invitò a seguirlo fuori. 
...
...
...
- Secondo me dice la verità.- fece il poliziotto inglese  porgendo a Dean una tazza di caffè fumante - Torchiare l'ex vice ispettrice Talbot non servirà a nulla.- 
- Quella non sa fare altro che dire cazzate.- fece Dean - Io sono sicuro che sa molto più di quanto non voglia far credere.- 
- Dean, ascolta.- fece Castiel - Ne ho seguiti molti di casi come questo. E i poliziotti come Bela sono pagati per occultare quanto devono e senza impicciarsi troppo. E' vero, è una bugiarda patologica, immorale ed interessata solo ai soldi, ma come tutti gli egoisti tiene molto alla sua vita. 
Io non penso che si sia impicciata troppo dei loro affari.- 
Dean ingoiò.
Castiel aveva ragione.
Henrickesen aveva ragione. 
C'erano ampie possibilità che per la prima volta da quando l'aveva incontrata, quella donna dicesse il vero.... solo che lui non riusciva ad arrendersi al fatto che lei non sapesse nulla. 
Perchè Bela era l'unica pista che aveva trovato in.... ormai i giorni non li contava nemmeno. Erano pochi giorni, non più di due o tre, ma per lui ogni secondo equivaleva a dieci anni. 
Senza sapere niente di Sam. Non sapeva nemmeno se era ancora vivo o l'avevano già fatto a pezzi. 
Cercava disperatamente di aggrapparsi alla convinzione che fosse ancora in vita, che non fosse troppo tardi... 
Ma diventava sempre più difficile.... e lui non riusciva ad abituarsi all'idea di perdere l'unico parente che gli era rimasto, l'unico con cui condividere dei bei ricordi.... era l'unico che gli era rimasto, non poteva perderlo. 
- In questi casi c'è una sola soluzione.- fece Dean - Offriamole un patto.- 
...
...
...
- Stai scherzando spero.- fece Bela - Ti ricordo che è per via di un patto che siamo qui a parlare amabilmente.- 
- No. Noi siamo qui per colpa della tua insaziabile avidità e perchè hai preferito la via più corta.- fece Dean - Ecco l'accordo: manda una mail a questa gente, ed io in cambio ti faccio fare un considerevole sconto di pena. 
Sette anni di carcere invece dei venti che ti spettano, un' identità falsa ed un solo andata per il Sud- America.
- E se tipo io mi rifiutassi?- fece Bela. 
Fu Henricksen a rispondere, aprendo la porta della sala interrogatori.
Bela sgranò gli occhi per la paura.
- Non è vero, e voi lo sapete.- fece Bela.
- Si ma...- fece Dean - il punto non è che non hai collaborato, ma quello che sembra. Sei qui da almeno due ore. E se dopo tutto questo tempo i criminali con cui sei in affari vedono che sei libera come un uccellino penseranno che hai collaborato... non è vero, ma lo sai meglio di me che quello che conta è l'apparenza. Non vuoi aiutarci? Ok. Ma se vuoi un consiglio... inizia a pensare a chi vuoi lasciare quelle pellicce da ventimila sterline.- 
Bela a quel punto si convise.
- Ok, d'accordo. Accetto l'accordo.- fece Bela. 
- Dov'è mio fratello?- fece Dean minaccioso - è ancora vivo?- 
- Non lo so.- fece Bela - devi credermi.-
- Augurati che lo sia.- fece Dean - perchè se caso dovessi scoprire che mentre inseguivo i tuoi fantasmi o stavo qui a sentire le tue cazzate lo hanno fatto a pezzi... io farò a te quello che loro hanno fatto a Sammy.
Rispondi ora. Dov'è. Sam.- 
...
...
...
Bela aveva dato ai poliziotti il nome del Sunrise Hotel. Un albergo di lusso in un quartiere esclusivo di Londra. Azazel non aveva solo per le mani un traffico di organi ma aveva anche comprato diverse donne e ragazze affinchè fossero le '' coperte'' dei clienti. Nel sotterraneo dell'albergo, vi era una stanza con scritto '' Riservato'' al cui interno vi era un armadietto. Quello che però nessuno sapeva era che quell'armadietto in realtà copriva un passaggio segreto da cui si poteva accedere allo scantinato dell'edificio attiguo, che tutti sapevano di proprietà di Azazel e che sarebbe dovuto diventare un hotel ancora più esclusivo, ma che non utilizzava e non si decideva a ristrutturare perchè andava dicendo in giro che gli sarebbe costato molto di più mettere insieme i documenti che la ristrutturazione vera e propria. Ed era appunto in quello scantinato che aveva messo su un piccolo '' ospedale'' per espiantare organi che poi finivano al mercato nero.
Ed era appunto davanti a quell'immobile che Dean si trovava in quel momento. In auto con Castiel. 
- Non mi piace la tua idea.- fece Castiel - è troppo pericoloso.- 
- Lo so.- fece Dean - ma se facciamo irruzione con i corpi speciali si spaventano e Dio solo sa come potrebbero reagire. Ho una possibilità di tornare a casa con Sammy ancora vivo. Non voglio sprecarla.... adesso torna al consolato ed aspettami lì.- 
- Io da qui non me ne vado.- fece Castiel - Tu non vai da nessuna parte senza Sam, io non vado da nessuna parte senza di voi.-
- Ok.- fece Dean prendendo il telefono impostando il cronometro - se tra venti minuti non sono tornato, chiama Henricksen.- nel dir così uscì dalla macchina e si avviò sul retro tenendo pronta la pistola nel caso gli fosse servita, guardandosi attorno con aria circospetta.
L'unica cosa che vide fu una luce che veniva da sotto una botola nel sotterraneo.
La aprì e scese le scale.
La puzza quasi lo stordì.
Appena aperta la botola fu aggredito da un tanfo insopportabile. Sangue rappreso, sudore...  e quando finalmente arrivò in fondo alla scala vide che le pareti erano sporche di schizzi di sangue e diversi lettini operatori provvisti di cinghie. Il pavimento poi era letteralmente incrostato, segno che lì non solo era successo qualcosa di molto brutto... ma succedeva da anni e nessuno aveva mai fatto niente in proposito.
- Oddio ma questo è l'inferno....- fece Dean tremando al pensiero di vedere spuntare all'improvviso un braccio o una gamba di Sam. 
- Più o meno.- fece una voce alle sue spalle.
Dean si voltò ed un uomo lo colpì violentamente con il calcio della pistola.
  
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