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Autore: annapuff    20/07/2020    1 recensioni
Anna Lily Black ragazzina di 11 anni vive in Italia con i suoi tutori. Non sa nulla del suo passato o della sua famiglia.
Un'infanzia per niente allegra, ma finalmente riuscirà ad andare a scuola in Italia, una scuola diversa, lì troverà se stessa, la libertà, amicizia e amori.
Riuscirà con il passare degli anni questa ragazzina a capire i misteri del suo passato? chi sia suo padre? E riuscirà a cambiare le sorti del suo futuro già programmato dai suoi zii?
Incomincia il suo primo anno di scuola nel 1990 un anno prima rispetto a Harry Potter.
Lei è casinista, allegra e amante degli scherzi e nel trovarsi nei guai, sempre pronta a tutto una vera e proprio malandrina!
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 22 Questioni di cuore

La vicenda del filtro si era risolta, alla fine dopo parecchio tempo chiusi in una stanza la preside e il professor Davis con il marito, erano riusciti a far parlare Alessia, che tra le lacrime e singhiozzi aveva ammesso di aver dato lei il filtro a Diego, ma che non sapesse cosa fosse.  Voleva in tutti i costi entrare nel gruppo di Anastasia da anni, il gruppo di Anastasia era definito come il gruppo delle più belle del quarto anno.  Farne parte era un onore.
Anastasia, dopo aver visto la vicinanza di Alessia al gruppo di Diego aveva incominciato a trattare bene la ragazza ed includerla. E dopo un po’ le aveva detto che se avesse voluto far parte del gruppo avrebbe dovuto superare un test,  che consisteva nel dare quel filtro a Diego senza fare domande.
Anche Anastasia fu chiamata per chiarimenti e dopo urla pazzesche, la preside giunse alla conclusione che Alessia si sarebbe presa un mese di punizione e Anastasia sarebbe stata sospesa per una settimana.
Il gruppetto fu aggiornato di tutto e se ne andarono tutti dritti a dormire.
La mattina dopo Anna era appostata vicino all’entrata nascosta, pronta ad aspettare Anastasia, Diego era uscito preso da Nicola ed entrambi avevano visto Anna, stavano per andare a salutarla ma apparse Anastasia scortata fuori dal professore Davis. Anna alzò la bacchetta prese la mira e sussurrò “Capillus Damnum” i capelli di Anastasia incominciarono a cadere ciocca per ciocca. La ragazza cacciò un urlo incredibile il professor Davis spalancò la bocca incredulo a quello che stava vedendo poi si girò a cercare il colpevole e vide Anna dietro una colonna. “Black!”urlò incredulo non pensava che lei avesse potuto fare una cosa così e farsi per di più beccare in quel modo così semplice. Anna era certa del fatto che non l’avrebbe mai passata liscia, Davis l’adorava e la proteggeva sempre, ma era stata colta sul fatto, fece per parlare ma non ebbe il tempo “PROFESSORE! Sono stato io!” urlò Diego, Anna lo guardò pronta per parlare ma Nicola le fece cenno con la testa di stare zitta.
“Camilleri, lei?” Davis guardava sia lui che Anna, senza saper bene cosa fare.
Anastasia era a terra in lacrime con i capelli caduti che la circondavano, guardando Diego con odio e anche Anna.
“Si professore io, per via del filtro di ieri, l’ho vista e non so ho fatto l’incantesimo colto dalla rabbia, mi dispiace”
“Black lei non ha fatto nulla?” chiese Davis
“No, stava venendo per incontrarsi con noi per fare colazione!” disse Nicola, Davis lo guardò torvo.
“Ci vediamo nel mio ufficio tutti e tre dopo colazione, ora devo risolvere il problema dei…” si fermò e guardò la ragazza, aveva veramente perso tutti i capelli e piangeva come se le fosse morto qualcuno.
“Andate via, ci vediamo dopo.”
“Ok!” esclamò Nic prendendo Diego per una mano e poi afferrando Anna.

Li condusse in una classe e chiuse la porta.
“Come ti è venuto in mente!” Nic urlava in faccia alla Black
“Sei così sconsiderata, sei impazzita! L’hai rasata a zero davanti a un professore! Hai superato il limite! La punizione non te la leva nessuno questa volta!”
“Io ho superato il limite? E quella vacca che decide di avvelenare la gente?”
“Quella cretina è stata sospesa per una settimana, perché hai dovuto agire? Spiegamelo!”
“Dai Nic, non urlare” disse Diego tirandoli un braccio
“Non ti immischiare!”
“Invece si, perché riguarda più me che te, è colpa mia!” Diego si sentiva ancora in colpa
“Colpa tua? No qui la colpa è di Anna che non doveva agire! Avevi promesso di non vendicarti di non fare niente della lista!”
“ Infatti, non era sulla lista quell’incantesimo, la promessa l’ho mantenuta” disse Anna ghignando
“Quando andiamo nell’ufficio ti prendi la tua responsabilità e ti becchi la punizione”
“Va bene, che sarà mai” disse lei facendo spallucce
“No aspetta non puoi, ho detto che sono stato io, ho un alibi, me la prendo io!” disse Diego
Silenzio, Anna ancora non rivolgeva la parola a Diego.
“Per favore, puoi tornare a parlarmi? Non ce la faccio più senza di te, ho sbagliato ad allontanarmi e a fidanzarmi con quella, scusami, avevo paura di provare qualcosa per te!”
“Provi qualcosa per me?” chiese lei in imbarazzo il suo cuore aveva fatto una capriola
“Come amica! Sei la mia migliore amica, e mi manchi”  si affretto a dire lui
Nicola si allontanò da loro e sbuffo un qualcosa simile alle parole assurdo  e idiota si avvicinò al muro e incominciò a sbatterci la testa, prima o poi i suoi amici gli avrebbero fatto venire un ictus
“Anna ti prego!” disse Diego avvicinandosi a lei e poi abbracciandola, Anna non fece resistenza anzi si lasciò abbracciare, anche lei non ce la faceva più a quel distacco.
In quel momento era come tornare indietro nel tempo al loro primo abbraccio, quando aveva scoperto qualcosa sui suoi genitori e si era sentita persa nel sapere di suo padre, scacciò quei pensieri sulla sua famiglia dalla testa, si sentì stringere sempre di più, si sentì di nuovo protetta come non mai.
Quando abbracciava Nicola non era uguale, era un abbraccio in cui si sentiva coccolata, compresa. Era un tipo di abbraccio dolce.
Quando invece aveva abbracciato Anthony nel letto nel periodo delle vacanze di Natale era un abbraccio  diverso ancora, lì era come se lei cercasse di dare al ragazzo conforto.
Quando abbracciava e gemelli e Kevin invece erano quei tipi di abbracci allegri, pieni di energia.
Gli abbracci con Diego erano diversi, erano i più particolari, erano quei tipi di abbracci che ti fanno sentire a casa, che ti riempiono il cuore, abbracci di cui senti il bisogno, che senza ti senti perso, quei tipi di abbracci che vorresti non far finire mai.
Le mancavano quegli abbracci, le mancava avere lui sempre al suo fianco, era così naturale averlo sempre vicino a sè. 
Lei appoggio l’orecchio al suo petto per sentire il battito del suo cuore, era accelerato. Si strinse di più a lui, era come se tutto in quel momento fosse scomparso e fossero rimasti solo loro.
“Sono migliore quando sto con te, da solo divento idiota, ho bisogno di te” gli sussurrò all’orecchio, sentendola più stretta a se.

Un brivido percosse tutta la schiena della ragazza, era il momento di prendere una decisione, continuare ad averlo nella sua vita solo così a metà o chiudere definitamente con lui. In entrambi i casi si doveva mettere il cuore in pace.

Lui provava qualcosa per lei ma solo come amica.

Lei non sarebbe mai stata vista come un’Anastasia, lui non la vedeva come una ragazza con cui poter stare, ma solo come una piccola da proteggere, come una sorellina.

Doveva accettare questo.

“Va bene” Annuì lei distaccandosi da lui
“Va bene?” chiese lui incerto guardandola fissa “Mi perdoni? La smetterai di ignorarmi?” chiese supplice
“Si, la smetterò di ignorarti” acconsenti lei sorridendo leggermente in imbarazzo
Nicola lì stava fissando scuotendo la testa, ma sorridendo soddisfatto.
“Ora che avete risolto, dobbiamo andare da Davis, per risolvere il pasticcio che Anna ha combinato!” disse facendoli saltare in aria, si erano dimenticati entrambi per un momento dell’esistenza dell’amico.
“Andiamo, così mi prendo questa punizione!” esclamò Anna comunque sorridendo
“NO, me la prendo io la colpa” disse Diego guardando prima la piccola e poi Nicola
“Fate come volete, ci rinuncio, non ho ancora fatto colazione, e già sto urlando come un pazzo. Ve la lascio sbrigarvela da soli” disse alzando gli occhi al cielo con rassegnazione
Anna guardò Diego che sorrise e la prese per mano “Perfetto allora parlo io! Andiamo”
E tutti e tre andarono verso l’ufficio di Davis.
 
“Quindi sei stato tu?” chiese Davis
“Si certo professore”
“E che incantesimo hai scagliato?” chiese lui
Anna si guardò le mani, ecco ora si sarebbe presa la punizione, Nicola era in piedi dietro di lei e guardava il soffitto per non guardare Davis.
“Ehm…” Diego non sapeva cosa rispondere
“Black, il tuo primo incantesimo è stato per dei capelli, qualcosa mi dice che l’incantesimo è tuo, dato la non risposta del signor Camilleri.” Disse lui serio, raramente lo era, ma c’erano occasioni in cui lo diventava
“Cosa mi aspetta?” chiese lei guardandolo colpevole
“Punizione, sapevo che eri stata tua, c’è il tuo tocco, e poi il signor Camilleri è troppo debole per lanciare una fattura del genere, vorrei sapere perché?”
“Perché mi dava ai nervi, mi ha insultata, mi ha attaccata, è stata lei a scrivere quella frase vicino al muro dell’entrata, e ora ha avvelenato Diego, può darsi che così la smette di girarmi intorno.”  Disse lei severa e risentita, la settimana prima avrebbe voluta affatturarla quando era apparsa una scritta sul muro dove c’era scritto Black la puttanella dell’Aristin, ma i ragazzi l’avevano tenuta buona,  Anna era dall’incontro del bagno che fremeva per darle una lezione, specie perché non si era neanche potuta difendere quando l’avevano attaccata in corridoi.
“Ho la sensazione che questa guerra non finirà mai, non posso non punirti, anche perché la signorina Bellamino rimarrà pelata fino a che la pozione della crescita non faccia effetto e ci vorrà quasi un mese.” Disse il professore
“Ottimo sarà senza capelli per un mese!” disse Anna
Diego la guardava preoccupato “Professore me la prendo io la responsabilità!”
“No, tu non hai fatto nulla, non tocca a te, ora voi due uscite devo parlare con la Black in privato” Nic tirò Diego per un braccio e lo condusse fuori.
 
“Perfetto ora siamo soli io e te, direi che una settimana di punizione possa andare. Darai una mano in infermeria a sistemare le pozioni e il tutto”
“Mmmh, penso mi debba dare  qualcosa di più pensante come punizione professore” disse lei un po’ indecisa
“Uff, penso che ne parlerò con la preside, non sono bravo con le punizioni” disse dubbioso.
“Non lo è per niente, mi ha fatto rimanere perché vuole l’incantesimo che ho usato?” ghignò Anna
“ahahaha, no lo conosco già, volevo sapere come stavi”
“Arrabbiata?” disse sarcastica  
“Anna, devi trovare un modo per sfogare la rabbia, che non sia attaccando gli studenti, ora io capisco che sei arrabbiata per tutto quello che ti è successo, ma non puoi fare così” provò a rimproverarla lui
“Lo so, ma è l’unico modo che conosco, io ci sto provando” disse lei esasperata
“Va bene, continua a provarci, prima di fare qualcosa pensa a quali potrebbero essere le conseguenze, e questo riguarda anche il Marabecca, non lo fare” l’ammonì Davis
“Io non devo fare nulla, ero solo curiosa”
“Anna, ti tengo d’occhio e anche la preside, ed è inutile che ci provi, è una branchia della magia troppo complicata per una ragazzina della tua età!”
“Lei non dovrebbe però usare il  leggimines su di me, lo so che è troppo complicata, ma mi incuriosisce”
“Fra qualche anno potrai provare a leggere qualcosa a riguardo, verso la fine della scuola ci proveremo se vorrai imparare occlumazia”
“è una promessa?” chiese lei sorridendo
“è una promessa, ora vai e non dirlo a nessuno, ti farò sapere la tua punizione”
“Va bene, a dopo Professore, ah suo marito è veramente bello!”
“Anna vai via!” urlò lui ridendo, lei fece l’occhiolino e uscì fuori.
 
Nei giorni seguenti Anna stava svolgendo la sua punizione senza fiatare. Aveva promesso a Davis di non combinare più danni promessa che sicuramente non avrebbe mantenuto, poiché lei e i gemelli si stavano informando sul Marabecca, e avevano deciso che per aprile avrebbero provato a cercarlo.
 
Kevin era sul suo letto a guardare il soffitto, la stanza era vuota, erano passati ormai tre giorni da quando aveva scoperto che la sua fidanzata aveva avvelenato suo cugino, e non aveva avuto ancora il coraggio di parlare con lei e la ragazza non lo aveva cercato.
“Kev?” chiamò Diego
Nessuna risposta .
“KEVIN!” urlò allora
Si sentì un brontolio provenire dal ragazzo e poi un tonfo, che voleva dire che fosse caduto a terra come era solito fare.
“Sei proprio un imbranato!” disse sbattendosi la mano in fronte
“Ahio, che vuoi?” chiese bruscamente provando a rialzarsi da terra
“Vedere come sta mio cugino, anche se forse dovresti controllare tu me” disse come se fosse ovvio
“Una merda! Tu stai in splendida forma a confronto” si sedette di nuovo sul letto, aveva lo sguardo triste
“Dovresti parlare con Alessia sai? Chiederle perché l’ha fatto sentire la sua giustificazione” si sedette accanto al cugino
“Non ci sono giustificazioni ti ha avvelenato!” esclamò Kev prendendosi la testa fra le mani
“Beh non era proprio un veleno più un filtro simil d’amore, e io sto bene ora”
“Non dovresti essere furibondo?” chiese guardandolo perplesso
“C’è Anna che ha parecchia rabbia per compensare tutti!”  rise lui
“Tu e lei avete fatto pace finalmente, lei è arrabbiata con me mi sa” disse sempre più depresso
“Perché? Comunque è per questo che non sono arrabbiato, quella schifezza che ho ingerito mi ha fatto far pace con la piccola” Diego si grattò la testa imbarazzato
“Perché l’ho accusata di averti dato il filtro, per difendere Alessia”
“Ahhh, non penso se lo ricordi, da quello che mi ha raccontato Nicola eravate piuttosto tutti in panicati , Anna dopo che sono svenuto mi ha anche abbracciato, peccato che io non ricordi nulla di cosa abbia fatto sotto filtro.”
“è stato uno spettacolo te che volevi infilzare Anthony”provò a ridere Kevin
“Ecco quello vorrei ricordarmelo non lo sopporto, ormai sta sempre con noi, colpa di Nic!”
“Quindi tra te e Anna tutto come prima?” indagò Kevin
“Si, più o meno c’è un po’ d’imbarazzo, ma quando sta Anthony, quando stiamo soli invece è diverso stiamo bene.”
“Le dichiarerai il tuo amore per lei?” chiese in maniera suadente Kevin
“Non sono innamorato di lei! È una mia amica e basta!” rispose nervoso diventando rosso in viso
“Il filtro faceva uscire le tue emozioni represse, quindi, tu dovresti essere innamorato di lei!” l’abbracciò
“Ero in quello stato perché mi mancava e volevo che mi perdonava, non sono innamorato! tu e Nic siete fissati!”
“Se lo dici tu!”si stese sul letto
“Dovresti smetterla di guardare il soffitto e andare a parlare con lei! Alzati!” incominciò a spingerlo con scarsi risultati, e incominciarono una lotta, alla fine Kevin si arrese e no perché stesse perdendo ma perché era giusto andare finalmente a parlare con la sua ragazza.
 
Kevin era appena uscito dalla stanza e si era avviato nella saletta, Alessia era seduta a un tavolo intenta a studiare la individuò subito e si sedette vicino a lei, facendola sobbalzare.
“Oh, sei tu” disse lei imbarazzata
“Si, dobbiamo parlare”
“Mi eviti da giorni, e ora vuoi parlare?!!” le rispose alzando leggermente il toni di voce facendo girare alcune persone a guardare
“Io stavo riflettendo!”
“Su cosa? Su come lasciarmi! Io avevo bisogno di TE!” incominciò a piangere
“Mio cugino aveva bisogno di me” disse lui in un soffio “No, non piangere!”
“Io non voglio stare più con te! dovevi starmi accanto in una situazione del genere!”
“Cosa? Mi stai lasciando? Tu hai avvelenato mio cugino solo per poter stare nel gruppo di quelle vipere!”
“Io non volevo avvelenarlo! Tu dovevi venire a parlare con me! E invece mi hai evitata!”
“Avevo bisogno di riflettere, ripeto hai dato un finto tonico a mio cugino che l’ha fatto impazzire, dire che il minimo sia che io sia confuso!”
“Beh a me non importa! Tu dovevi stare con me e al primo problema sei scappato! Non sei affidabile!” urlava lei in preda alla lacrime prese i suoi libri e andò via scappando. Lui rimase fermo nella stanza senza capire come fosse potuto succedere, e a domandarsi come fosse possibile che fosse lui l’irresponsabile e non lei che aveva avvelenato qualcuno per un po’ di notorietà, sbattè la testa al tavolo, sempre più confuso.  
 

“Fermo!” Anna gli afferrò la mano
“Cosa?” la guardò Anthony con sospetto
“Non ci va’ la pelle di girilacco, qui non sta segnata! Che cavolo combini tra me e te quello bravo in pozioni sei tu!”
“Ehm, sono un po’ distratto” mise la pelle apposto e prese il libro per leggere di nuovo le istruzioni della pozione
“L’ho notato, lo sei da giorni! Si può sapere perché?”
“Ti interessa d’avvero?” Anthony non la voleva guardare in faccia
“Beh se te l’ho chiesto dire di si, ma che domande fai!” prese delle bacche e le buttò nel calderone
“Senti, lascia perdere. Non sono troppe quelle bacche” disse lui guardandola male
“Pensi di incutermi paura con quello sguardo? No non sono troppe sei tu che non riesci a fare una pozione oggi no io!” chiese lei scettica
“No, non ti voglio incutere paura, ma ti dico di lasciar perdere” insistette lui
“No, invece mi dici che c’è che non va’?”
“è finita la pozione? È quasi la fine dell’ora dobbiamo consegnarla” cambiò discorso lui
“Altri tre giri e dovrebbe essere pronta. Mi dici cosa non va?” insistette lei
“Siamo a lezione” incominciò a fare i tre giri.
“Ok, allora è un si per dopo” sorrise malignamente lei prendendo una fiala per  versare la pozione, lui la guardò e sbuffo, non aveva per niente voglia di parlare con lei di ciò che li stesse passando per la testa.
Finita la lezione, Anthony fece per scappare ma fu afferrato dalla Black e condotto in un corridoio che non aveva mai fatto e sbattuto dentro uno sgabuzzino.
“Tu sei completamente matta, volevi spezzarmi il polso?” chiese  annoiato guardandosi intorno.
“Stavi scappando, e io voglio delle risposte” rise lei
“E le vuoi qui dentro? La gente ci viene a pomiciare!” disse lui scuotendo la testa
“Ah si? Non lo sapevo io mi nascondo quando faccio qualche danno” sorrise maligna lei.
Lui sbuffò passandosi una mano sulla fronte “Si è piuttosto intimo qui dentro, sai siamo spiaccicati l’uno con l’altra”
“Ehm giusto, sai da sola non è tanto stretto” le guance le si arrosarono leggermente
“Ok, quindi usciamo?”
“No, finchè non mi dici cosa non va” Lo bloccò lei prima che riaprisse la porta, mettendosi di spalle ad essa e trovandosi faccia a faccia con lui, molto vicini.
“Non ho nulla che non va’, ti ho detto di lasciar perdere, usciamo” Lui si stava innervosendo , cercò di spostarla
“Mi fai arrabbiare così!” esclamò lei rimanendo ferma appoggiandosi di più di peso alla porta per impedirlo di aprirla
“Ti incazzi di più se ne parliamo, riguarda Diego ok? Non lo vuoi sapere!!” disse lui sapeva che se non le avrebbe detto qualcosa come minimo sarebbero rimasti in eterno lì dentro.
“Lui che ha fatto?” chiese lei
“Nulla, ma mi odia, e lo sappiamo entrambi, e non mi piace il fatto che siate tornati amici, per colpa sua ti sei presa un’altra punizione.”
“Primo non ti odia, provate tutti e due una leggera antipatia tra di voi, secondo non sono affari tuoi se siamo tornati amici, terzo non è colpa sua se sono finita in punizione ha provato anche a prendersi la colpa per me.”
“è odio da parte di entrambi, io non voglio che ti faccia del male!”
“Sei ancora cotto di me o ti è passata?” chiese lei schietta odiava i giri di parole non voleva fare quella domanda perché temeva la risposta, ma era inutile girarci intorno
Lui smise di guardarla e guardò in alto.
“Beh, il tuo silenzio, mi da la risposta, senti non devi preoccuparti del fatto che io possa stare male per Diego, ma più che altro che tu possa stare male per via mia.” Disse lei sbrigativa
“Io non sto male per te.” rispose lui secco, cercando di apparire vero, cosa che non convinse nessuno dei due.
“Si invece perché ti stai accontentando di avermi come amica quando vorresti qualcosa di più, e lo stesso che faccio io per Diego quindi capisco, i sentimenti sono tutti un casino. Sai ci ho pensato sarebbe stato più semplice per entrambi, se mi fossi piaciuto tu, ma non è così e non è una cosa che si possa decidere. Non so se mi spiego”
“Si, ho capito, ora possiamo uscirne e non parlarne più?” proprio non la voleva affrontare quella conversazione.
“Se ti va bene così, allora ok”
“Si va bene così per ora. Andiamo a pranzo” e si diressero a pranzo.
 
Note dell’autrice:
Questo capitolo è stata una tortura, sarà che ho cambiato luogo per scrivere e quindi è passata un attimo l’ispirazione. Mi piacerebbe dirvi il prossimo capitolo quando uscirà ma non lo so sinceramente il 23 non è stato scritto, ma è pronto già il 24, scrivo in maniera strana lo so.
Spero di riuscirci per il fine settimana così da avere due capitoli più o meno ogni settimana, ma non lo so perché sono in vacanza e non ho un momento di pausa.
Grazie a tutti quelli che leggono! Un bacione!
Mi dispiace se il capitolo fa schifo, a me non convince per nulla.
   
 
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