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Autore: AlyeskaGnac    23/07/2020    0 recensioni
[...]
La rosetta riportò il serpente sotto al mantello ridacchiando.
«Non è un coniglio, la sua natura non cambierà mai.»
Disse Riddle.
Per un breve attimo si specchiò nelle pozze azzurrine della ragazza.
«Questo però non implica che non possa nascere un' amicizia tra due creature di diversa natura.»
[...]
Nel 1942 Arthemisia Lux si trasferisce dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny all' istituto di Hogwarts, un magnifico castello tra le montagne scozzesi che si affaccia sulle rive del Lago Nero.
La ragazza si ritrova così immersa in una nuova realtà scolastica, in cui spera di non incappare nelle stesse difficoltà incontrate ad Ilvermorny. Giocosa e sognatrice, le personalità con cui incontrarsi e scontrarsi non le mancheranno, compresa quella di un certo Prefetto di Serpeverde.
La sua singolarità non passerà affatto inosservata allo sguardo attento di Arthemisia.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Abraxas Malfoy, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Capitolo 1 –[Iridescent]

 



 


I paesaggi che potevano essere osservati viaggiando sul treno per Hogwarts erano decisamente romantici ed affascinanti.

Distese di colline verde brillante, foreste rigogliose, laghi cristallini, un perfetto paesaggio fantasy degno delle campagne scozzesi.

Il sole splendeva in cielo ed Arthemisia Lux decise che quello fosse senz'altro presagio di buona sorte.

Osservò con aria sognante quei colori vivaci appoggiando la fronte sul finestrino del suo scompartimento, mentre alcune ciocche rosa, sfuggite al suo chignon di fortuna, ricaddero ribelli lungo il viso.
Scansò con una mano i ciuffi della frangia che avevano iniziato ad infastidire i suoi chiari occhi azzurri, senza mai staccare lo sguardo dal panorama.

Inspirò profondamente, quasi contenta che nessuno avesse scelto il suo scompartimento per sedersi.

Non che non fosse socievole, tutt’altro a dire il vero, ma quella pace era esattamente ciò di cui aveva bisogno in quel momento, in cui man mano che il tempo passava l’ansia tendeva ad aumentare.

Cambiare scuola a metà del percorso era sempre qualcosa di piuttosto arduo solitamente ed Ilvermorny era stata una casa, a suo modo, per tutti quegli anni.
Si lasciò andare in un sospiro e sperò che tutto sarebbe andato liscio.

Poteva essere la sua occasione per ricominciare.

Viaggiava da ore ormai e presto la luce sarebbe calata, sicuramente non doveva mancare molto all'arrivo.

Si chiese come dovesse essere Hogwarts, che tipo di professori avrebbe incontrato, che tipo di compagni avrebbe conosciuto, con chi avrebbe potuto fare amicizia.

Non aveva idea della casata a cui sarebbe potuta appartenere, ad Ilvermorny aveva scelto il Tuono Alato quando sia esso che il Magicospino avevano dato segno di volerla nella propria casata.

Era proprio curiosa di scoprire come sarebbe andata ad Hogwarts, anche se sempre più interessata al trovare persone con cui andare d'accordo.

Sorrise con malinconia sentendo gli occhi iniziare a farsi pesanti, forse avrebbe dovuto riposare almeno un po' prima dell'arrivo, dopo tutto c'era ancora del tempo e sicuramente qualcuno l’avrebbe svegliata.

Così lasciò che il dondolio del treno la cullasse, chiudendo gli occhi ma mantenendo vive nella mente le immagini ammirate fino a quel momento dal finestrino.
 
(…)
 
Un forte fischio la fece svegliare di soprassalto, sbattendo la testa contro il vetro su cui era rimasta appoggiata tutto il tempo.

Si massaggiò la fronte dolorante tentando di mettere a fuoco la scena, seppur ancora leggermente assopita.

Notò che si era fatta notte, che la vista fuori dal finestrino era ferma e che non vi era più alcuno sballottamento.

Arthemisia sussultò rendendosi conto che fosse giunta al capolinea e velocemente raccolse il suo bagaglio a mano spingendolo fuori dallo scompartimento.

Si accorse anche che sembrava essere l'unica studentessa intenta a scendere, dov’erano finiti tutti?
La rosetta realizzò che evidentemente nessuno doveva averla vista e quindi svegliata e che molto probabilmente fosse già in ritardo.

«Ottimo lavoro Misia, davvero, non hai nemmeno appena cominciato.»

Disse a se stessa trascinandosi dietro il bagaglio.

Un  secondo fischio decisamente più forte del precedente le fece intendere che dovesse sbrigarsi o avrebbe terminato il suo quinto anno ancora prima di poterlo iniziare.

Corse a fatica verso le porte buttando giù il bagaglio e rischiando di fare la sua stessa fine, poi lo recuperò guardandosi intorno.

Non c'era nessuno, era sola. Come avrebbe fatto a trovare la strada adesso?

Era buio, circondata da fitti ed alti alberi. Oltre alla luce fioca della stazione di Hogsmeade non vi erano altre fonti luminose.

Si trattenne dalla voglia di prendersi a schiaffi decidendo che la scelta più saggia fosse camminare, ma in quale direzione?

Guardò a destra e sinistra alla ricerca di segni ma non trovò nulla che potesse indirizzarla.

«Perfetto, allora opterò per la destra.»

Aveva appena iniziato ad incamminarsi quando sentì una voce piuttosto giovane chiamarla.

«Signorina, mi scusi.»

Si voltò alla sua sinistra intravedendo la figura di un ragazzo venire verso di lei.

Fece lo stesso, titubante, fino a che non si trovarono entrambi a pochi metri di distanza.

Doveva avere circa la sua età. Era alto, non che ci volesse poi molto a superarla ma era decisamente alto, nonostante indossasse quello che sembrava un mantello, intravide un fisico piuttosto asciutto.

Spostò la sua attenzione sul viso notando subito la carnagione pallida e le labbra carnose, la mascella ben definita così come gli zigomi, ma allo stesso tempo i tratti erano molto fini.

Capelli scuri come l'ebano, estremamente evidenziati dalla sua carnagione, e quando si concentrò sugli occhi non poté fare a meno che ripensare alle distese verdeggianti osservate durante il viaggio.
Erano di un vero verde smeraldo, incorniciati da fitte ciglia scure che conferivano una certa dolcezza allo sguardo.

Misia notò che dovesse aver passato qualche minuto di troppo ad osservarlo perché l'espressione del ragazzo cambiò, come in attesa di qualcosa.

«Ehm, per caso sai come arrivare ad Hogwarts?»

Domandò a voce bassa senza deviare lo sguardo.
Il corvino inarcò un sopracciglio come se avesse appena fatto la domanda più stupida al mondo.

Tentò di rimediare temendo che non avesse capito.

«Ecco, mi sono appena trasferita ma non ho notato che il treno si fosse fermato. Dormivo.»

Disse tutto d'un fiato, deglutendo alla fine e giocherellando con le dita mentre continuava a reggere il manico del suo bagaglio.

«Uno studente mancava all'appello nonostante non ci fosse più nessuno nei paraggi, mi hanno mandato a controllare.»

Le mani erano strette dietro la schiena ed il petto leggermente proteso in avanti.

«Mi segua.»

Proseguì atono prima di girarsi nella direzione da cui era giunto.

Misia alzò il bagaglio ed iniziò a seguirlo stando a pochi passi dietro di lui, cercando di aumentare l’andamento per affiancarsi.

Gli rivolse una rapida occhiata incuriosita prima di presentarsi.

«Comunque, sono Arthemisia-»

Non riuscì a terminare la frase venendo troncata dal corvino.

«So chi è, come le ho appena detto la sua era l'unica presenza non ancora verificata.»

A causa del peso del bagaglio tenere il passo del ragazzo non fu affatto facile.

«Beh, il tuo nome invece?»

Ci fu qualche secondo di silenzio prima della risposta.

«Tom Riddle.»

La ragazza sorrise raggiante.

«Piacere di conoscerti!»

Esclamò, senza prestare attenzione a dove stesse mettendo i piedi e rischiando di inciampare nel suo stesso bagaglio.

Per non cadere si aggrappò in automatico al braccio del ragazzo che, preso alla sprovvista, si fermò di colpo per mantenere l'equilibrio.

Misia alzò lo sguardo verso di lui notando il forte disappunto.

«S-scusami.»

Balbettò timidamente mostrando un sorrisetto nervoso, lasciando la presa e proseguendo il cammino.

Dopo qualche minuto di silenzio decise di romperlo di nuovo, sentendosi a disagio in quella cupa atmosfera.

«Allora, com'è Hogwarts?»

Domandò facendo più attenzione al terreno sottostante.

Il corvino camminava tenendo le mani dietro la schiena, nella stessa postura di iniziale, mantenendo lo sguardo davanti a sé.

«Come ogni altra scuola di magia, suppongo.»

Il tono monocorde non scoraggiò Misia a portare avanti la conversazione.

«Ma ho sentito dire che siete divisi in quattro casate come ad Ilvermorny .»

Il giovane mago accanto a lei sembrava del tutto disinteressato, lo aveva notato ma questo non l’avrebbe di certo fermata.

«E come funziona per lo smistamento? Si può scegliere o c'è una sorta di test?»

Le lanciò una rapida occhiata, ignorando come stesse goffamente trasportando quel bagaglio grande quasi quanto lei.

«Nessuno dei due.»

Misia tirò un mezzo sospiro di sollievo mantenendo la stessa espressione euforica.

«Menomale, i test in questo campo non sono affatto il mio forte, d'altro canto anche scegliere sarebbe stato piuttosto difficile, tutte e quattro le casate sembrano così affascinanti!»

Il corvino rimase in silenzio deciso a chiudere la conversazione, ma la ragazza non sembrò essere della stessa opinione.

«Tu di quale fai parte?»

Domandò ancora con la stessa curiosità ed euforia e lo sentì sbuffare lievemente.

«Serpeverde.»

La rosetta annui come a voler certificare che avesse capito.

«E secondo te potrei farne parte anche io?»

La osservò con discrezione inarcando un sopracciglio, come se avesse appena detto l' ennesima grande idiozia.

«Assolutamente no.»

Fece una breve pausa continuando canzonatorio.

«E nemmeno avresti qualche chance con i Corvonero.»

Misia notò il tono altezzoso che le aveva rivolto ma decise di non farci troppo caso.

«Allora in quale potrei stare? Tassorosso o Grifondoro?»

Domandò pensierosa, ma non ricevendo più alcuna risposta intuì che probabilmente avrebbe dovuto smetterla con le domande, interpretando il suo ennesimo tentativo di mutismo come l'ultimo segnale.

Diresse lo sguardo davanti a sé iniziando ad intravedere altre tre figure poco più avanti.

Quando furono abbastanza vicini si accorse che erano due adulti ed un'altra probabile studentessa, quest'ultima intenta a leggere una sorta di lista affiancata da uno dei due uomini, mentre l'altro sistemava una moltitudine di bagagli su di una carrozza.

Giunti ormai a pochi metri da loro, l'uomo accanto alla ragazza alzò il capo.

«Immagino che lei debba essere la signorina Lux?»

Domandò con voce calma e profonda.

Misia notò i suoi occhi azzurri e affabili, accoglienti, la barba folta che superava il mento fino probabilmente allo sterno,argentea come i suoi capelli lunghi poco oltre le spalle. Assai più alto del giovane che la accompagnava, indossava una lunga veste da mago di colore grigio, ornata da ricami dorati.

Lo vide rivolgerle un sorriso a seguito della domanda e le venne spontaneo ricambiare.

«Si, mi scuso per il ritardo, ehm…»

Non sapendo davanti a chi si trovasse, si rese conto di non poter continuare la frase.

«Non si preoccupi, l'importante è che non sia successo nulla di grave, immagino?»

La rosetta annuì mantenendo il contatto visivo.

«Molto bene allora, il mio nome è Albus Silente ed insegno trasfigurazione, spero si troverà bene ad Hogwarts.»

Terminò facendo così capire alla giovane quale fosse il suo ruolo, poi spostò l'attenzione sul ragazzo accanto.

«La ringrazio signor Riddle per essersi assicurato che fosse tutto in ordine, la signorina Cromwell mi ha informato in merito.»

Il corvino fece un rapido inchino, incurvando le labbra in un tenue sorriso.

«Ho solo svolto il compito di un Prefetto.»

Disse in tono cordiale e pacato, rivolgendosi poi all'altra ragazza rimasta in silenzio fino a quel momento.

«Ritengo sia tutto a posto ora?»

Lei di rimando annuì rapidamente, sorridendo alla rosetta che ricambiò osservandola. Aveva i capelli a caschetto, di un bel bruno, pelle chiara che metteva in risalto i suoi occhi color nocciola, dolci come quelli di un cerbiatto. Uniti al viso paffutello e alle labbra sottili, distese in quel sorriso sincero, le conferivano un'aria davvero gioiosa.

Era poco più bassa di lei, si sorprese nell’aver trovato chi potesse batterla in quel campo.

«Sono Mira Cromwell, Prefetto di Tassorosso, molto piacere signorina Lux, spero che potremo andare d'accordo!»

Esclamò chiudendo la pergamena che ancora stava reggendo ed allungandole la mano in segno di presentazione. Arthemisia la strinse scuotendola con lei.

«Piacere mio!»

Le parve una persona molto genuina, tanto da riuscirle difficoltoso non continuare a sorridere come un ebete.

Seguì le istruzioni che le diede, lasciando il bagaglio all'uomo vicino al carro che lo caricò sopra insieme agli altri, finalmente pronto a partire.

«Direi che sia giunto anche il nostro momento.»

Sentenziò il professore dirigendosi verso un’altra carrozza che ancora Misia non aveva notato.

Fu subito colta dallo stupore quando vide i due animali che l'avrebbero trainata e si avvicinò ad essi, piuttosto che ai sedili.

Osservò quelli che apparivano come due cavalli alati, dall'aspetto lugubre e sinistro, tanto magri da poterne intravedere i contorni delle ossa. Il più vicino a lei abbassò il muso all’ altezza del suo viso, lasciando che lo accarezzasse delicatamente; la pelle era fredda e liscia, un po' scivolosa sotto la sua mano, e Misia rivolse il suo sguardo più amorevole.

I due studenti la guardarono decisamente confusi, ai loro occhi stava semplicemente accarezzando l'aria, il nulla.

«Signorina Lux, che sta facendo?»

Domandò la brunetta da sopra la carrozza, ottenendo l'attenzione della chiamata in causa che si girò verso di loro temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato.

«Scusate, è solo che non avevo mai visto dei cavalli simili.»

Rispose imbarazzata ritraendo la mano, ma la confusione dei due non svanì.

«Cavalli?»

Questa volta fu il corvino a parlare, guardandola come se fosse impazzita ed il professore allora intervenne.

«Fortunatamente, oserei dire, non possono vederli signorina Lux.»

La ragazza si rivolse un'ultima volta ai due animali prima di salire e prendere posto anch'ella sulla carrozza accanto al professore, dando loro le spalle.

«Sono Theastral professore, non è vero? Non ne avevo mai visto uno, neanche ad Ilvermorny.»

Il professore sorrise teneramente spiegando anche agli altri presenti di cosa stessero parlando.

«Sono creature magiche erroneamente credute come portatrici di sventura, ne abbiamo un buon numero qui ad Hogwarts. Sono molto intelligenti.»

La Tassorosso stupefatta per la recente scoperta, essendo stata convinta fino a quel momento che fosse la magia a trainare quelle carrozze, non poté fare a meno di chiedere come mai loro non fossero mai stati in grado di vederli.

«Solo chi ha assistito alla morte e ne ha compreso il reale significato è in grado di vederli, signorina Cromwell.»

Terminò riportando l'attenzione sulla nuova studentessa, intenta a rigirarsi la bacchetta tra le mani.

«Signorina Lux, a dire il vero sono venuto fin qui per fare due chiacchiere sul vostro caro animaletto.»

Misia sobbalzò puntando subito gli occhi sull’anziano.

«Ehm, parla di Richie?»

Il professor Silente ridacchiò di fronte alla sua espressione leggermente allarmata.

«Stia tranquilla, le è già stato concesso in via eccezionale di poterlo tenere con sé, il preside Dippet è stato rassicurato dai suoi vecchi professori in merito alla docilità della creatura, ma come può immaginare durante le mie lezioni capiterà di doverlo tenere in aula e non sono animali apprezzati da tutti. Volevo essere sicuro che fosse pronta ad assumersi qualunque responsabilità a riguardo e parlargliene prima delle lezioni.»

Sorrise alle parole del professore, che sembrava quasi più preoccupato per l'incolumità del suo piccolo amico piuttosto che dei suoi studenti e le venne da ridere.

«Posso assicurarla che è più affettuoso di un cane e più intelligente di un gatto, non ha mai morso nessuno in tutti i nostri anni ad Ilvermorny.»

Mira lanciò rapide occhiate ad entrambi incuriosita.

«Quindi il professor Silente è venuto fin qui per parlare del tuo animale da compagnia? Hai per caso un drago, Lux?»

Lasciò perdere la formalità senza neanche accorgersene ed Arthemisia ridette di gusto davanti agli occhi spalancati e curiosi di lei.

«Non proprio direi, più un verme troppo cresciuto.»

Se Richie l'avesse sentita avrebbe sicuramente sibilato con grande disappunto.

«È un Hognose delle pianure, un tipo di serpente riconoscibile per la tipica forma del muso rivolta verso l'alto, è decisamente innocuo per l'uomo e nel caso di Richie-»

Si interruppe lasciandosi sfuggire un'ulteriore risata.

«È innocuo per qualunque essere vivente.»

D'altro canto la brunetta strabuzzò ancora di più gli occhi, mentre la conversazione sembrava aver catturato l' interesse del giovane Prefetto.

«Definire innocuo un serpente può essere un grave errore, signorina Lux.»

Disse con una lieve nota saccente e scrutando i suoi occhi chiari;  dal canto suo Misia non si scompose affatto e portò avanti le sue considerazioni.

«Senz'altro alcune specie sono velenose o pericolose ma se non disturbati, trattati con rispetto e in più bene nutriti, non hanno alcun motivo per attaccare. Poi Richie è un caso a parte in generale.»

Riddle storse il naso mostrando disaccordo, guardandola con sufficienza.


«Mi perdoni se non convengo con lei, i serpenti sono animali astuti, ingannano la propria preda, la manipolano.»

Abbassò il tono di voce rendendolo vagamente minaccioso.

«E quando ella si accorge di essere stata stretta nella loro morsa, ormai è troppo tardi.»

Concluse, il lieve accenno di un sorriso soddisfatto sul volto.

Pareva essersi scordato della presenza del professore accanto alla rosetta, a cui non sfuggì il suo cambiamento.

Misia deglutì involontariamente e si fece più seria in volto.

«Stai parlando dei serpenti o di voi Serpeverde, per caso?»

Fu Cromwell a parlare, guadagnandosi una bella occhiataccia dal ragazzo in questione, scoppiando però a ridere senza curarsene.

«Scusa Riddle, me l'hai servita su un piatto d'argento!»

Misia restò pensierosa per qualche istante prima di decidere di continuare.

«È solo il loro modo naturale per difendersi, a differenza di un grande carnivoro sono molto più a rischio per via della loro pelle, non hanno una solida armatura come altre specie e può risultare più fatale la caccia per loro.»

Giocherellò con le proprie dita titubante, tenendo il capo chino mentre alcune ciocche rosa le scivolarono lungo le guance.

«Sono creature incomprese, come i Theastral ad esempio, non sono malvagi. Se mostri di non essere di alcun pericolo per loro, con l'aiuto del tempo e di un po' di abitudine, riuscirai ad ottenerne la fiducia e non avranno più bisogno di sentirsi minacciati. Ovviamente con un serpente non abituato al contatto con gli esseri umani e persino adulto può risultare decisamente difficile, ma non per questo impossibile.»

Concluse rialzando lo sguardo per osservare Il volto del corvino. Gli sembrò ragionare sull' intero discorso mantenendo un'espressione indecifrabile, poi si ridestò dai suoi pensieri lasciando intravedere una nota di disgusto mischiata al totale dissenso iniziale ma non aggiunse altro, essendo i suoi occhi una risposta più che sufficiente.

«Teoria interessante, non c'è che dire.»

Commentò Silente, ed entrambi rammendarono la presenza del professore. Misia notò il giovane cambiare subito atteggiamento,rilassando i muscoli dapprima in tensione della mascella e distendendo le labbra.

«Decisamente, professor Silente.»

Si curò poco di ciò poiché Mira intervenne nuovamente.

«Wow Lux, sei così gentile! Devi essere per forza una Tassorosso, ci scommetto!»

La voce leggermente acuta e l'agitazione con cui aveva mosso le mani mentre parlava, fecero scoppiare Arthemisia in una fragorosa risata dimenticandosi subito del confronto precedente.

«Puoi chiamarmi semplicemente Misia se ti va.»

Mira ricambiò il sorriso soddisfatta ed agitò le braccia in anticipazione.

«Abbandonerò le formalità dunque, benvenuta ad Hogwarts!»

Esclamò allegra rischiando di colpire il Prefetto di Serpeverde che tentò di allontanarsi ulteriormente.

Misia allora ebbe la sensazione di doversi voltare e così fece, reggendosi allo schienale e trovandosi davanti il leggendario castello di Hogwarts in tutta la sua magnificenza.

Lo aveva spesso sentito descrivere anche ad Ilvermorny, ma si rese conto che quelle storie non gli avessero reso minimamente giustizia.

Anche nella notte buia poteva essere ammirato con facilità, grazie alla moltitudine di luci che illuminavano i dintorni attraverso le finestre altrettanto numerose. Alte torri erano affiancate da altre più piccole, merlature correvano lungo l'intero perimetro, dava l'impressione di trovarsi in quel luogo da migliaia di anni come se ci fosse sempre stato, ricordandole l'esatta descrizione del tipico castello fantasy medievale che aveva spesso trovato nei libri da piccina.

Arroccato su di una scogliera e circondato da un lago le cui acque parevano nere come la pece a causa dell’orario; nonostante la lontananza scorse delle persone navigarvi su piccole barche.

«Cosa stanno facendo?»

Domandò indicandoli e sporgendosi un poco.

«Studenti del primo anno, è di tradizione che giungano al castello con quelle al posto delle carrozze.»

Le spiegò la Tassorosso.
Misia osservò tutto ciò con aria sognante facendo sorridere sia il professore che la brunetta.

Aveva amato la sua vecchia scuola e sapeva quanto essa fosse stata ispirata ad Hogwarts, ma non vi era assoluto paragone.

In pochi minuti giunsero davanti alle maestose porte d'ingresso in rovere, e la carrozza si fermò permettendo a tutti di scendere.

«Se qui abbiamo finito, tornerei dai miei compagni, professore.»

Riddle, rimasto taciturno fin dallo scambio di opinione con la rosetta, ruppe il silenzio per primo.
Silente annuì approvando la sua richiesta e rivolgendosi un'ultima volta a tutti e tre.

«Credo sia ora che anche io mi riunisca agli altri docenti, la cerimonia dello smistamento inizierà tra non molto e dovrebbe affrettarsi signorina Lux, immagino sarà la prima essendo l'unica del quinto anno.»

Indirizzò le ultime parole alla ragazza in questione che alla notizia di essere in prima linea non fece grandi salti di gioia, poi con un cenno della mano si congedò.

Misia spostò improvvisamente l’attenzione verso il corvino che fece per andarsene, muovendo i primi passi lontano dalle due ragazze e verso il portone.

«Aspetta!»

Lo chiamò facendolo fermare di nuovo con una certa nota scocciata.

Si voltò di poco ad osservarla attendendo cos’altro volesse.

«Grazie per essere venuto a cercarmi e per la conversazione di prima, è stato uno scambio interessante.»

Disse avvicinandosi, sorridendo timidamente.

«E spero che potremo essere amici anche noi!»
Terminò offrendogli la mano come aveva fatto la brunetta con lei.

Lui osservò la mano, poi il viso speranzoso dinanzi ed inizialmente incurvò le sopracciglia senza proferire parola, come se la stesse studiando.

Alla fine si ricompose mostrandole la stessa espressione cordiale che aveva visto rivolgere al professore.

«Altrettanto.»

Tornò sui suoi passi lasciandola lì con il braccio proteso, titubante.

«Non farci caso, è un tipo molto solitario.»

Sentì dire poco dietro di lei dalla Tassorosso in modo comprensivo, seguendo con lo sguardo il ragazzo fino a che non varcò il portone.

Avvertì una mano posarsi sulla sua spalla sinistra girandosi nella medesima direzione, gli occhi vispi e simpatici della brunetta la rimisero subito di buon umore.

«Coraggio, è arrivato il fatidico momento di scoprire a quale casata sarai assegnata. Che emozione!»

Era difficile non farsi contagiare da uno spirito così giocondo e lasciò che la accompagnasse alla porta tenendole il braccio avvolto intorno alle spalle come fossero conoscenti da una vita.

Quando oltrepassarono il portone Arthemisia fu quasi accecata dalla calda luce dell'interno, i suoi occhi abituati fino a quel momento all'oscurità della notte ci misero qualche secondo per riprendersi e poter tornare ad indagare su ciò che li circondava.

La luce era così forte da rendere le pareti in pietra quasi giallastre, i soffitti così alti che persino un troll non avrebbe riscontrato difficoltà nel camminarci e Misia si sentì davvero minuscola di fronte alla continua maestosità di quel castello.

«Per di là c’è la sala di accoglienza, i primini vengono radunati li una volta giunti con le barche e prima di essere condotti in Sala Grande, dove si tengono i pasti, riceviamo la posta o vengono svolti discorsi importanti dal preside Dippet, che si trova invece alla nostra destra.»

Misia cercò di seguire tutto ciò che la brunetta iniziò a mostrarle, finché un gran vociare le fece girare verso sinistra ed una moltitudine di ragazzini iniziò a fare il suo ingresso verso di loro, accompagnati da un docente.

«Signorina Cromwell.»

Un uomo dall’aspetto maturo con cipiglio vagamente arcigno puntò la Tassorosso fermandosi una volta raggiunta.

«Dovrebbe essere già nella Sala Grande con i suoi compagni.»

Emanava severità, trasmessa maggiormente dai suoi occhi così scuri da sembrare neri. I capelli biondo cenere con alcune ciocche più scure, leggermente mossi e lunghi fino all'attaccatura del collo erano sapientemente pettinati all'indietro, ed aveva un leggero accenno di barba e baffi, per nulla equiparabili a quelli di Silente.

«Ho dovuto accompagnare la signorina Lux professor Rinspell, c'è stato un po' di ritardo purtroppo e le stavo mostrando l'entrata.»

Il professore allora adocchiò la rosetta scrutandola con insistenza, tanto da farla sentire in imbarazzo.

«Arthemisia Lux, dico bene?»

Annuì abbassando il capo per non dover reggere ulteriormente quell'esame.

«Sono il professor Zenis Rinspell, insegno incantesimi in questa scuola da circa quindici anni ormai, sono sicuro che la troverà affascinante tanto quanto me durante i primi anni, tuttora non smette mai di stupirmi.»

Dichiarò con voce sicura e profonda. Misia avvertì il tono farsi più bonario, quasi paterno seppur mantenendo una certa austerità.

Le fece una buona impressione a pelle, ricordandole il classico professore che tenesse molto ai suoi alunni e al loro apprendimento.

«Assolutamente si professore, Hogwarts sembra molto più di come l'hanno sempre decantata!»

Rispose con occhi raggianti, indirizzandoli tutt'intorno per rimarcare il concetto.

Il professore sorrise discretamente prima di intimare alla brunetta di raggiungere il suo tavolo nella Sala Grande; quest'ultima strinse le mani di Misia per rassicurarla che si sarebbero riviste anche nel caso in cui non fossero state nella stessa casata.

«E mi raccomando, non lasciarti intimidire dal cappello!»

Misia non fece in tempo a domandarle di quale cappello stesse parlando che subito corse via lasciandola nelle mani del professore, circondata dalle nuove leve di quell'anno.

«Molto bene allora, seguitemi ordinati. Lux, lei stia pure dietro di me, sarà la prima ad essere smistata.»

Ringraziò mentalmente Zenis non avendo idea di dove inserirsi. Appariva chiaro che non facesse parte degli studenti del primo anno e sapeva che avrebbe rischiato di attirare più attenzione.

Non osare inciampare Arthemisia Lux, non osare.

Pensò mentre avanzavano verso le porte spalancate della Sala Grande. Lei è le brutte figure erano in stretti rapporti da anni ormai, la sua relazione più duratura si può dire, ma mai avrebbe voluto che potesse capitare qualcosa davanti a tutte quelle persone.

Fortunatamente per lei però l' agitazione si affievolì appena varcata la soglia, troppo concentrata sul realistico cielo stellato sopra le loro teste al posto del semplice soffitto. Una magia bellissima.

Numerose candele fluttuavano in direzione del soffitto, liberando nell'aria un caldo profumo di cera da cui si lasciò inebriare per concentrarsi su qualunque altra cosa che gli sguardi curiosi degli studenti.

Tuttavia la Sala Grande era ben degna del suo nome e arrivata circa a metà strada non riuscì più a far finta di nulla, scorgendo qua e là le diverse facce che incontrava.

Intravide il caschetto bruno di Mira alla sua sinistra, nell'ultima fila di tavoli occupati da studenti con divise gialle e nere, intenta a farle segnali amichevoli con le mani e le venne spontaneo ridacchiare; poco più avanti nella fila subito adiacente notò anche il ragazzo che le aveva accompagnate.

Tom Riddle, se ricordo bene?

Fece mente locale senza accorgersi che anche lui la stesse fissando mentre un ragazzo, dai capelli così biondi da poterli facilmente scambiare per bianchi, sembrava parlargli incessantemente.

Abbozzò un sorriso ma l’espressione impassibile del corvino non mutò ed il suo sguardo penetrante iniziò a farla sentire in imbarazzo, soprattutto quando anche l'altro ragazzo si voltò a fissarla, probabilmente incuriosito dall’interesse del compagno.

Misia ruppe il contatto visivo avendo ormai raggiunto le scalinate oltre le quali sedevano tutti i professori, con al centro il preside.

Appesi sulla parete frontale vi erano i quattro stemmi dei fondatori, in ordine: Tassorosso, Serpeverde, Corvonero e Grifondoro, ognuno con un colore specifico proprio come per le divise.

«Eccoci qui.»

Disse il professor Rinspell posizionandosi accanto ad uno sgabello in legno e stringendo in mano un vecchio cappello da mago.

«Quando pronuncerò il vostro nome, verrete avanti e prenderete posto qui sopra, poserò il cappello parlante sulla vostra testa e deciderà a quale casata sarete assegnati. Una volta decretato il verdetto andrete a sedervi al rispettivo tavolo, intesi?»

Chiarì tirando fuori una pergamena ed iniziando a leggere.

«Arthemisia Lux!»

Pronunciò a gran voce sebbene fosse già la prima del gruppo, inquadrandola subito ed attendendo che si avvicinasse.

Misia prese un bel respiro incamminandosi verso di lui e rammentando le parole di Mira: non farti intimidire dal cappello.

Perché mai avrebbe dovuto?

Certo, l'idea era alquanto bizzarra ma anche ad Ilvermorny avevano un rito simile per gli smistamenti, sarebbe stato molto più facile.

Arrivata in pochi passi si sedette comodamente ed attese di sentire la pelle logora del copricapo posarsi sulla sua nuca.

Sussultò quando, appena poggiato, iniziò a parlare.

«Bene, che cosa abbiamo qui?»

Alzò gli occhi invano per cercare di vederlo.

«Lei ha già passato qualcosa di familiare, non è vero?»

La rosetta agitò leggermente il capo ed annuì comprendendo di cosa stesse parlando.

«Capisco perché le furono proposti sia i curatori che gli avventurieri, scelse questi ultimi.»

Proseguì indagando nella sua mente alla ricerca di altri indizi.

«Ha un animo molto gentile, perché ha preferito il Tuono Alato?»

Chiese curioso il cappello aggrottando la punta e Misia riportò la visuale davanti a sé sentendosi estremamente al centro dell'attenzione.

«Perché è il simbolo degli avventurieri ovviamente, ho sempre ammirato la loro audacia ed il loro coraggio, per non parlare della voglia divertirsi!»

Esclamò sotto voce ridendo un poco, influenzando il cappello.

«Da quanto posso scorgere sicuramente l'ultima cosa non le manca, così come l'audacia che può essere una perfetta arma a doppio taglio, sa?»

Misia rifletté su quelle parole trovandole molto profonde ma non cambiarono il suo pensiero.

«Beh, sul coraggio ci sto ancora lavorando.»

Ammise stringendo a pugno le mani, curiosa di scoprire il risultato.

«Senz'altro. Credo che per lei le avventure siano la miglior fonte di energia, dico bene? E le auguro di poterne vivere altrettante qui ad Hogwarts insieme ai-»

Si fermò sul più bello per aumentare la tensione del momento e la rosetta lo pregò mentalmente di sbrigarsi, soprattutto perché non vedeva l'ora di scendere e sottrarsi da quegli sguardi attenti.

«Grifondoro!»

Un coro di applausi e grida euforiche si levarono dal tavolo dei Grifondoro, accogliendo il loro nuovo membro.

Zampettò fino ad esso sedendosi nel posto che si era appena creato per farle spazio.

«Benvenuta nella miglior casata!»

Le disse con soddisfazione il ragazzo accanto lei. Aveva capelli rosso mogano e la pelle leggermente scura, gli occhi le parvero grigi ma non stette troppo a farci caso vista l'attenzione richiamata dal professore, intento a portare avanti lo smistamento.

Ringraziò il compagno prima di cercare di nuovo Mira con lo sguardo, consapevole si trovasse totalmente opposta a lei, e la vide conversare con alcune ragazze sedute accanto dandole le spalle.

Altri applausi seguirono uno dopo l'altro man mano che i ragazzini di prima venivano spostati nelle rispettive case riempiendo ulteriormente i tavoli, fino a che non terminarono ed il preside si alzò dalla sua postazione per tenere il tipico discorso da inizio anno, con le relative comunicazioni e divieti.

Concluso anch’esso, schioccò le dita e magicamente apparve un banchetto imbandito lungo ogni tavolata.

La rosetta strabuzzò gli occhi incredula sentendo lo stomaco iniziare a reclamare tutto quel ben di Dio; piuttosto affamata puntò subito lo spezzatino e le patate al forno a lei davanti, prendendone una buona porzione.

«Viaggio lungo e faticoso?»

Commentò il Grifondoro che l'aveva accolta al tavolo.

Ingoiò il primo pezzo di carne e gli rivolse un sorriso divertito.

«Decisamente, ho dormito per quasi tutto il viaggio.»

Aggiunse sarcastica facendo sorridere anche il ragazzo.

«Sono Alan Falloak ad ogni modo, il Caposcuola di quest'anno, chiamami pure Alan.»

Disse facendole l'occhiolino ed aggiungendo una punta d'orgoglio verso la fine, ma la rosetta non aveva ancora compreso bene la questione dei ruoli, cosa che non sfuggì al rosso prendendosi il compito di spiegare.

«Dal quinto anno due studenti, maschio e femmina, vengono scelti per ogni casata e viene affidato loro il ruolo di Prefetto che continua anche nei due anni successivi, possono togliere punti agli studenti che infrangono le regole e ciò va ad influenzare il rendimento delle diverse casate ovviamente.»

Si fermò per bere un sorso d'acqua e poi riprese.

«Al settimo anno vengono scelti due Caposcuola tra i Prefetti presenti, di rado accade anche che siano scelti al di fuori della cerchia dei Prefetti. È una posizione più alta e con maggiori responsabilità insomma.»

Concluse fiero del suo ruolo.

«Quindi sei circa intoccabile.»

Misia gli lanciò uno sguardo birichino prendendo nel frattempo altre patate dal vassoio e ricevendo una sottile risata divertita dal ragazzo.

«Si può dire di sì certo, ma è qualcosa che tengo a prendere molto seriamente. Dunque cerchi di non violare regole, Signorina Lux.»

Sottolineò il suo cognome ricambiando lo sguardo e continuando poi a mangiare.

Misia finì il tutto di gusto per poi passare ai dolci, arraffando subito un caldo soufflé al cioccolato.

«Come fa ad essere tutto così buono qui?»

Domandò sovrappensiero ma venendo presa seriamente dall'altro Grifondoro che rispose con un teatrale “magia".

«Alan ascolta, è possibile spostarsi verso gli altri tavoli? Per raggiungere gli studenti delle altre case intendo.»

Alan aveva appena messo in bocca la pasta sfoglia della sua millefoglie alla crema quando le indirizzò un'occhiata perplessa.

«Si, certo. Ma non vedo perché dovresti-»

Le bastò il consenso iniziale per prendere una seconda porzione di soufflé e dirigersi saltellando verso i tavoli dei Tassorosso, lasciandolo appeso a metà frase.

Appena fu dietro alla brunetta allungò il piatto in avanti per intrometterlo nel campo visivo di quest'ultima che subito spalancò gli occhi come se avesse appena trovato dell'oro.

«Porto questo magnifico soufflé alla signorina Cromwell in segno di pace.»

Disse scherzosamente scurendosi la voce. Mira accettò di buon grado e fece un po’ di spazio per lasciar sedere anche la Neo-Grifondoro.

«Con grande rammarico sono costretta ad informarla di poterle solo offrire-»

Fece una pausa agguantando con la mano una mela dal vassoio accanto, per poi sventolargliela davanti.

«Questa magica mela rossa decisamente salutare.»

Arthemisia rise, lasciando che gliela posasse in mano.

«Stai cercando di avvelenarmi?»

La Tassorosso assaporò il primo boccone di soufflé gustandoselo soddisfatta e rivolgendo un'occhiata mortificata alla rosetta.

«Così mi offendi, non potrei mai fare del male a chi mi ha appena fatto dono di un simile tesoro!»

La rosetta sorrise appoggiando la schiena al tavolo e dando un morso al frutto, rendendosi conto di avere una perfetta visuale sui Serpeverde che, in quella posizione, aveva praticamente fronte.

Avvistò il loro Prefetto a pochi metri di distanza concentrato sul pasto, tagliando con raffinatezza il proprio pezzo di carne, e Misia si accorse di aver finito forse un po' troppo in fretta rispetto agli altri.

Un pozzo senza fondo.

Pensò mantenendo distrattamente lo sguardo fermo su Riddle, il quale sentendosi osservato si girò nella sua direzione.

L’occhiata annoiata che riuscì a cogliere la fece divertire non poco, tanto che le venne spontaneo sorridere.
Ancora una volta non ricambiata.

Ricevette però l'ennesima alzata di sopracciglia altezzosa,identificandola come il suo marchio di fabbrica.

Non si lasciò intimidire convinta che fosse solo poco socievole o che magari avesse bisogno di più tempo, decisamente non come la Tassorosso; così si alzò per raggiungerlo con la stessa energia con cui si era diretta precedentemente dalla brunetta, quest'ultima troppo presa dal suo dolce per badare alle azioni dell'amica.

Quando Riddle avvertì la sua presenza alle spalle tentò di ignorarla, con scarsi risultati visto come gli occhi dei compagni andarono tutti a posarsi su di loro, cominciando ad infastidirlo.

«Signorina Lux.»

Iniziò dandole le spalle e posando le posate.
Tamponò delicatamente le labbra con un tovagliolo, per poi orientare il busto verso di lei e guardarla dritta in faccia.

Aveva ancora la stessa espressione timida ed allo stesso tempo allegra di quando le aveva offerto la mano invano, incerta su cosa dire.

«Posso fare qualcosa per aiutarla?»

Aggiunse in tono gentile ma segretamente irritato dalla figura che aveva deciso di compromettere la sua pace momentanea.

«Vuoi un soufflé del perdono anche tu?»

A quella risposta vacillò sinceramente spaesato, chiedendosi se avesse capito male.

«Mi scusi?»

La rosetta strinse le mani dietro la schiena sporgendosi leggermente in avanti con fare scherzoso.

«Un soufflé del perdono per averti fatto perdere tempo con il mio ritardo e…»

Tentennò qualche istante ed una tenue nota di dispiacere si mischiò alla sua mimica allegra.

«Per averti, presumo, infastidito con quel discorso sui serpenti?»

Concluse sviando lo sguardo.

Il corvino si ricompose scrutandola dal basso ed analizzando ogni singola parola, come se vi fosse un qualche messaggio nascosto visto quanto stupide ed insensate suonarono alle sue orecchie.

«Credo che abbia frainteso, ero solo stupito dalle sue considerazioni, consapevole di ciò che di norma ne pensa la gente.»

Replicò con calma ed il viso della ragazza tornò a rilassarsi.

«E lei cosa ne pensa, signor Riddle

Continuò sottolineando l'aggiunta di formalità imitandolo. Di rimando lui aggrottò la fronte confuso.

«Mi sembrava di averle già chiarito la mia posizione in merito.»

Misia lo osservò attentamente e le labbra si distesero in un sorrisetto malizioso.

«Il simbolo della tua casata è un serpente, non puoi davvero pensare che siano animali meschini o manipolatori.»

Obiettò convinta gongolando mentre la conversazione aveva davvero iniziato a spazientire il Serpeverde sempre di più, cosa che trapelò nella sua successiva risposta.

«Potrebbe sorprenderla quanto invece sia veritiero questo pensiero.»

La frecciatina andò a segno ma non ferì il bersaglio, fu più un colpo di striscio, anche se avvertito chiaramente.

Strinse con forza le dita dietro la schiena meditando sulla frase ed osservando distrattamente il piatto quasi finito di Riddle.

Proprio come sulla carrozza si mostrò indecisa sul proseguire.
E proprio come sulla carrozza decise poi di terminare.

«Temo che saremo in disaccordo ancora una volta.»

Lasciò andare le mani per poi ricongiungerle davanti e giocherellare con i pollici, il Prefetto invece incurvò le labbra in attesa con fare superbo.

«Non si nasce malvagi o manipolatori, credo lo si possa diventare col tempo a seconda di come si cresce, le idee con cui si viene a contatto, i trattamenti ricevuti. Anche così, ritengo che non per forza si debba eccedere in uno dei due o in entrambi.»

Poi rialzò lo sguardo specchiando le sue iridi azzurre in quelle verdi, profonde ed indagatrici di lui; colse la tesa irritazione che doveva aver faticato a nascondere fin dalla sua apparizione ma non rispose, dando così segno che per lui quella conversazione fosse conclusa. Di nuovo.

«Ehi Misia, credevo fossi già tornata al tuo tavolo!»

Mira comparve accanto a lei ridestandola dallo scambio di sguardi con Riddle, che riportò la concentrazione sul suo piatto.

«Tra non molto i Prefetti faranno fare il giro del castello ai ragazzi di prima, a tal proposito-»

Indicò il tavolo dei Grifondoro dove Alan aveva iniziato a sbracciarsi per farsi notare, facendole cenno di raggiungerlo.

«Credo ti stia chiamando per lo stesso motivo e per darti in anticipo il programma delle tue lezioni.»

Ringraziò la brunetta di averla informata, scusandosi per essersi alzata senza preavviso.

«Non preoccuparti, dopo quel dolce sono di ottimo umore! E poi ho dato una sbirciata al mio orario e indovina un po’? Avremo trasfigurazione insieme domani alla terza ora!»

La rassicurò serenamente e Misia alla notizia tornò a sorridere, felice che almeno per quell'ora avrebbe avuto un volto amico nei paraggi.

«Si ma guai a te se mi aizzi contro il tuo serpente!»

La Grifondoro scoppiò a ridere per la rapidità con cui era passata da uno stato di euforia ad uno fin troppo serio per essere davvero considerato tale, con quel suo visino simpatico.

«Farò del mio meglio per contenerlo, anche se gli estranei gli mettono un certo appetito.»

Concluse sghignazzando di fronte al suo sconcerto.

«A domani allora, grazie di tutto.»

Mira annuì salutandola a sua volta per ricongiungersi con i compagni.

Prima di lasciare il tavolo dei Serpeverde diresse un ultima occhiata al corvino che aveva appena ripreso a mangiare, sentendosi in colpa per averlo interrotto così bruscamente con le sue stupidaggini. Ovvio che poi la tollerasse poco.

«Ci si vede in giro immagino, grazie anche a te e buona continuazione.»

Disse sinceramente ma senza aspettarsi alcuna risposta, poi ripercorse il breve tragitto verso i tavoli dei Grifondoro dove Falloak l'attendeva, guardandola di sbieco e fingendosi offeso.

«Sono stato così noioso da farti seriamente fuggire tra i Serpeverde?»

Misia alzò gli occhi al cielo perla battuta ma si sforzò di sorridere.

«Scusa, volevo solo salutare una persona tra i Tassorosso.»

Prese il foglio con scritti gli orari delle sue lezioni e fu felice di leggere incantesimi alla prima ora, se non altro il professore non avrebbe avuto motivo di costringerla a presentarsi in classe, essendosi già incontrati.

Il rosso nel frattempo la fissò come se avesse appena mentito.

«Beh, allora non sapevo che Tom Riddle avesse cambiato casata.»

La rosetta alzò il viso,stupita dal tono decisamente seccato con cui aveva pronunciato la frase.

«Che cosa centra?»

Chiese, non comprendendo dove volesse andare a parare il Caposcuola.

«Ti darò un consiglio, Lux.»

Il sarcasmo di Arthemisia avrebbe volentieri voluto prendere il sopravvento,chiarendo al ragazzo quanto poco avvezza fosse nel seguire i consigli altrui.

Specie se dati da qualcuno con cui aveva parlato due minuti appena.

Alan si sporse verso di lei come se avesse intenzione di rivelargli un segreto importante.

«Tieniti alla larga da Riddle, lo dico per te.»

Il viso di Misia si accigliò non poco.

Avrebbe voluto chiedergli di cosa stesse parlando o il motivo di tutto questo astio verso Riddle e la sua casata ma fu costretta a rimandare, essendo stati raggiunti da un'altra Grifondoro che si presentò come suo Prefetto, incitandola ad andare con lei per iniziare il giro del castello.

Arthemisia fu costretta a seguirla, non prima però di aver rivolto un'occhiata indecisa e leggermente infastidita al Caposcuola.

Non avrebbe mai negato quanto poco loquace ed amichevole le fosse parso il corvino, eppure vi era qualcosa in lui che la istigava a cercare il dialogo, a volerlo scoprire come una terra inesplorata e, per un ex Tuono Alato,il profumo di una possibile avventura e l’accesa curiosità erano sufficienti ad intrigarla.

Inoltre le dicerie non le erano mai piaciute, essendosi rivelate spesso menzogne. Ne sapeva qualcosa.

La rosetta si avviò con il suo Prefetto verso l'uscita, sbirciando un ultima volta il tavolo dei Serpeverde.

Ascolterò solo le parole pronunciate dai tuoi occhi.

Pensò, lasciando definitivamente la Sala Grande.
 
 
 
 
 
“I will listen to words only spoken by your eyes”






 
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Note: Buona sera a tutti!
         Sono anni ormai che non scrivo più nulla su questo portale, anni che non scrivo una fanfiction con l'intenzione di pubblicarla ma, dopo tanti
         ripensamenti, alla fine mi sono decisa. Ammetto che è la prima volta che scrivo qualcosa appartenente all'universo della Rowling, nonostante 
         sia EFP che questa saga siano stati una parte decisamente importante della mia vita. Da diversi mesi ho avuto questa piccola idea in mente
         che pian piano si è fatta predominante, così ho pensato di iniziare a buttarla nero su bianco e vedere cosa ne potrà uscire fuori.
         So che questa alla fine è solo una prima introduzione, così come potranno sembrarlo gli altri ma col proseguire di tutto spero davvero ogni 
         tassello diventi funzionale a delineare i caratteri, le angosce, le anime dei personaggi inseriti e, soprattutto, che possano trasmettervi le stesse 
         emozioni e sensazioni che ho provato io stessa immaginandoli. O anche solo una parte.
         Ringrazio chiunque abbia letto questo primo capitolo, chiunque avrà intenzione di leggere il prossimo e chiunque sceglierà di continuare a
         leggere fino alla fine. 
         Sinceramente, Aly.

                                                                                                                                                                                         
We're all full time dreamers
 
  
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