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Autore: AlyeskaGnac    23/07/2020    0 recensioni
[...]
La rosetta riportò il serpente sotto al mantello ridacchiando.
«Non è un coniglio, la sua natura non cambierà mai.»
Disse Riddle.
Per un breve attimo si specchiò nelle pozze azzurrine della ragazza.
«Questo però non implica che non possa nascere un' amicizia tra due creature di diversa natura.»
[...]
Nel 1942 Arthemisia Lux si trasferisce dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny all' istituto di Hogwarts, un magnifico castello tra le montagne scozzesi che si affaccia sulle rive del Lago Nero.
La ragazza si ritrova così immersa in una nuova realtà scolastica, in cui spera di non incappare nelle stesse difficoltà incontrate ad Ilvermorny. Giocosa e sognatrice, le personalità con cui incontrarsi e scontrarsi non le mancheranno, compresa quella di un certo Prefetto di Serpeverde.
La sua singolarità non passerà affatto inosservata allo sguardo attento di Arthemisia.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Abraxas Malfoy, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 2 -[I’ll Be Good]
 
 





Per quanto la facesse impazzire l’idea di esplorare in lungo ed in largo quel castello, la rosetta non vedeva l'ora di potersi crogiolare nel letto.

Per questo non appena il suo Prefetto le aveva riferito che avessero terminato con il giro, tirò un sospiro di sollievo.

Hogwarts era grande, molto più di quanto si fosse mai immaginata.
Si chiese più volte se sarebbe davvero riuscita ad imparare subitol’ubicazione di ogni aula.

Senz'altro girerò smarrita questi corridoi per tutto il primo mese, almeno.

Pensò una volta raggiunta la sala comune dei Grifondoro.
La trovò calda ed accogliente, tappezzata di rosso, con qualche quadro qua e là, delle comode poltrone ed un divano situate proprio davanti al caminetto acceso.

Due ingressi portavano rispettivamente al dormitorio maschile e a quello femminile, dirigendosi subito verso quest'ultimo.

I letti a baldacchino erano disposti in modo circolare ed il rosso predominava anche in quella stanza.

Misia si incamminò verso l'ultimo letto rimasto libero accanto al quale, con sua grande sorpresa, vi era già la teca di Richie ad attenderla.

«Scusa!»

Si girò di scatto sentendo una mano sfiorarle la spalla, incontrando il secondo paio di occhi verdi della giornata, anche se più scuri, ed una folta chioma bionda elegantemente acconciata in una treccia laterale.

Le sorrise spontaneamente facendo per presentarsi ma la ragazza l'anticipò.

«Spero non ti dispiaccia se abbiamo messo li le tue cose ma-»

Si fermò lanciando un’occhiata alla teca contenente il serpente.

«Alcune di noi non si sentivano molto sicure nel dormire vicino ad un serpente, sai…»

La rosetta notò che anche le altre compagne si erano voltate per ascoltare la conversazione e tentò di non farci troppo caso mantenendo un tono comprensivo.

«Non fa niente, si, posso capire.»

Disse tornando a concentrarsi sulla biondina a lei davanti.

«Ti assicuro però che è veramente innocuo ed è abituato alle persone, ad Ilvermorny-»

Di nuovo non riuscì a terminare la frase che la ragazza mise subito in avanti le mani.

«È comunque un serpente.»

Misia distese le labbra, consapevole che non avrebbero voluto sentir ragioni, e la ragazza fece dietro front tornando dalle sue amiche.

Restò qualche secondo ad osservarle prima di raggiungere la sua postazione, sedendosi a gambe incrociate sulle lenzuola e prendendo la piccola teca contenente il suo amico.
Un musetto albino e maculato fece subito capolino dal finto tronco cavo in cui stava riposando, fissando la padrona con vivaci occhietti rossi e sibilando leggermente.

«Sembra che saremo ancora solo io e te per adesso, eh?»

Si girò di spalle, aprendo la teca di quanto bastasse per far sgattaiolare fuori il piccolo rettile che andò a sistemarsi sul suo grembo, accarezzandole le dita col muso come se avesse capito lo stato d'animo della rosetta che sorrise affettuosa.

«Noi due contro il mondo, vero Richie?»

Sghignazzò al tenue contatto con la lingua del serpente, mentre le strisciava pian piano sulle braccia.

«Conviene andare a letto presto, non posso rischiare di arrivare in ritardo il primo giorno.»

Disse assorta continuando a giocare un poco col compagno prima di riposizionarlo cautamente nel terrario dandogli la buonanotte.

Si cambiò rapida e disfò il letto, buttandocisi dentro quasi a peso morto e rannicchiandosi.
Domani sarebbe stato un altro giorno, avrebbe rivisto Mira e dato inizio alla sua nuova vita, anche se fino a quel momento non era partita nel migliore dei modi.

Tuttavia, Arthemisia Lux, era nota per essere un’ inguaribile sognatrice romantica.

Le luci del dormitorio si spensero e lasciò che le tenebre l' avvolgessero dolcemente, per concedersi il meritato riposo.




La mattina seguente riuscì a svegliarsi perfettamente in orario, pronta per la colazione e di ottimo umore.

Salutato Richie, con la promessa di tornare a prenderlo dopo pranzo per l'ora di trasfigurazione, saltellò allegramente verso la Sala Grande con i libri stretti al petto.

Aveva lasciato i lunghi capelli sciolti, liberi di ondeggiare a causa del suo andamento come fosse appena uscita da una fiaba.

Dopo aver preso posto al tavolo, si tuffò sul vassoio di muffin appena sfornati e sui biscotti subito adiacenti, ponendo il tutto nel piatto. Riempì una tazza di latte caldo a cui aggiunse qualche goccia di caffè e, soddisfatta, vi intinse il primo biscotto pronta ad addentarlo.

«Noto con piacere che la fame non le manca neanche di prima mattina, signorina Lux.»

Una voce famigliare la riscosse, accorgendosi della figura seduta di fronte.

«Buongiorno anche a lei, Caposcuola

Rispose ricambiando la formalità.

«Va benissimo solo Alan, davvero!»

Ridacchiò per il tono usato dalla compagna, assai più interessata al suo muffin che a fare conversazione.

«Potresti chiamarmi solo Misia, allora potrei valutare l'idea di fare altrettanto.»

Di rimando il ragazzo portò una mano fra i capelli per sistemarseli, strizzandole l'occhio e sussurrando un basso touché.

«Che lezioni hai oggi?»

Misia, dopo aver addentato mezzo muffin, tirò fuori la lista del programma.

«Due ore di incantesimi tra poco, poi una di pozioni e dopo pranzo trasfigurazione.»

Alan diede un'occhiata anche al suo nel frattempo.

«E per i corsi aggiuntivi sai già quali scegliere?»

La rosetta rifletté un attimo, bevendo un sorso del suo latte macchiato con fare pensieroso nonostante avesse le idee abbastanza chiare.

«Sicuramente cura delle creature magiche, poi divinazione e duello, immagino?»

Il rosso le accennò un sorriso, rimettendo a posto la lista.

«Poco interessata allo studio dei babbani?»

A quella domanda scoppiò a ridere guadagnandosi una bella occhiata storta dal ragazzo.

«Credo di essere già piuttosto ferrata sull'argomento, preferirei spendere tempo su qualcosa di nuovo.»

Il Caposcuola allora cambiò espressione in una più indagatoria e la rosetta si sentì costretta a spiegare.

«Sono Nata-Babbana, Alan.»

Piuttosto sorpreso all’inizio, tirò un sospiro quasi rasserenato dalla notizia.

«Non l'avrei mai detto visto quel colore eccentrico.»

Rispose indicando i capelli della ragazza che ammiccò in segno d’intesa.

«Non è canonico, lo ammetto, ma l’ho sempre trovato piuttosto romantico.»

Alan annuì in silenzio, sottintendendo di aver capito e terminando la sua brioche, poi fece per alzarsi radunando le sue cose.

«Immagino che potrò chiedere a te per qualunque dubbio su babbanologia, allora?»

Misia finse un atteggiamento altezzoso prima di sghignazzare e acconsentire senza alcun problema, dopo di che si salutarono.

Restò qualche minuto in più per terminare la sua colazione, fino a sentirsi sufficientemente sazia e pronta a lasciare la Sala Grande.

Fortunatamente ricordava il piano, anche se raggiungere l’aula fu più complicato del previsto a causa delle scale a cui piaceva cambiare. Riuscì a cavarsela appena in tempo, sedendosi nel lato dei Grifondoro a destra.

Notò che avrebbero avuto lezione insieme ai Corvonero, passando in rassegna tutti i nuovi volti e restando subito colpita da uno in particolare.

Pelle chiara come la neve, occhi azzurri come il ghiaccio messi in risalto da un ombretto nero che, unito alle folte e lunghe ciglia scure,conferiva allo sguardo una notevole intensità magnetica.
Le labbra carnose, dai toni rosa scuro, si piegarono in un sorriso malizioso verso di lei, probabilmente per l’attento esame che sentiva di aver ricevuto.

Prese una ciocca dei suoi lunghi capelli aranciati tra le dita, alzandola leggermente e rivolgendole un ottima scelta, tentando di scandire bene le parole affinché la rosetta potesse leggerne il labiale, indicandone poi la chioma così da rendere più chiaro il messaggio.

Misia sorrise amichevolmente ricambiando il complimento, quella ragazza emanava una spiccata personalità. Le piacque fin da subito.

«Molto bene ragazzi, spero vi siate goduti a sufficienza il riposo estivo e che siate pronti per questo nuovo anno, soprattutto in vista dei G.U.F.O. che dovrete affrontare.»

Il professor Zenis si schiarì la voce posizionandosi di fronte alla cattedra, scrutandoli uno ad uno e sfregandosi le mani impaziente.

«Dunque, cominceremo con un ripasso degli anni precedenti, voglio che scegliate un incantesimo tra quelli imparati fino ad ora, lo descriviate e poi lo dimostriate. Iniziamo.»

Chiamò vari studenti tra le diverse file che a turno si alzarono eseguendo il compito.

Misia scrisse tutto ciò che poté nel suo quaderno, benché molti già li conoscesse ritenne che in futuro le sarebbe senz'altro tornato utile per una veloce rinfrescata, poi sentì pronunciare il suo nome e, colta alla sprovvista, si alzò di botto dal posto con un'espressione vagamente spaesata.

«Signorina Lux, prego.»

Tentennò. Era stata così presa a scrivere che non aveva minimamente pensato alla possibilità di essere chiamata e non aveva preparato alcun incantesimo da mostrare.

Il suo silenzio suscitò alcune risatine tutt’intorno che di certo non l’aiutarono a pensare con calma.

«Per cortesia, silenzio.»

Li ammonì Rinspell, tornando ad osservare la rosetta
«Beh, c'è l' incantesimo Epismendo.»

Rispose col primo che le venne in mente ed il professore alzò le sopracciglia esaminandola.

«Blocca le epistassi e risalda le microfratture.»

Aggiunse temendo che lo sguardo attento del professore fosse dovuto alla sua incertezza.

«Lo sa eseguire, signorina Lux?»

Domandò poi con la stessa voce autorevole con cui aveva ripreso i compagni.

«Si anche se credo non ci sia modo di poterlo fare adesso, professore.»

Rinspell allora si avvicinò alla sua postazione con un foglio di carta in mano.

«Se ne è certa.»

La rosetta sussultò appena, vedendo il professore tagliarsi di proposito sulla mano con la carta, porgendogliela dinanzi ed attendendo la sua esecuzione.

Sentì gli occhi di tutti puntati su di lei ed inspirò profondamente per cercare di acquietarsi, dopo di che puntò la bacchetta sul piccolo taglio che aveva iniziato a sanguinare e, con movimento lento e pacato, pronunciò l'incantesimo.
In breve la ferita iniziò a rimarginarsi, fino a scomparire.

Il professore sorrise soddisfatto portando le mani dietro la schiena.

«Nel nostro programma si impara al settimo anno signorina Lux, sono quasi convinto che anche ad Ilvermorny sia lo stesso.»

Arthemisia annuì timidamente confermando le sue ipotesi.

«Avevo un'amica tra i guaritori che ha pensato potesse tornarmi utile.»

Rinspell ruppe il contatto visivo, tornando verso la cattedra silenzioso, poi si girò a guardare gli studenti.

«Un' esecuzione perfetta, signorina Lux, dieci punti a Grifondoro!»

Aggiunse, ed una serie di applausi concitati riempirono il silenzio dell'aula rallegrando l'umore della rosetta.

La breve pausa terminò, lasciando spazio alla lezione e la rosetta ricominciò a prendere appunti indisturbata.

Il professor Zenis ebbe cura di chiarire ogni eventuale dubbio dei suoi studenti in modo molto esaustivo, era certa che avrebbe fatto grandi passi avanti grazie ai suoi insegnamenti.

Al termine delle due ore si apprestò a radunare le sue cose per lasciare il luogo e non appena raggiunse la soglia della porta sentì una voce femminile interpellarla.

«Immagino che quest'anno avrò qualcuno con cui misurarmi in incantesimi.»

Riconobbe subito l'arancione sgargiante alla sua sinistra, ma quando si girò aspettando di trovarsi gli occhi azzurri della ragazza incappò invece nella spalla, costringendola ad alzare di poco il viso per incontrare lo stesso sorrisetto scaltro dell'inizio.

«Mi piace molto incantesimi ma non credo di essere chissà quale talento, me la cavo di più con le creature magiche.»

Ammise con disappunto della Corvonero.

«Rinspell non regala punti a caso, Lux.»

Scesero insieme le scale e d’un tratto la ragazza si ricordò di non essersi ancora presentata.

«Sono Viska Quiverbat, ad ogni modo. L'indomabile Corvonero della scuola!»

Arthemisia rise per l’aggiunta finale, facendo attenzione a non capitolare giù dai gradini.

«Il mio già lo sai deduco, chiamami pure Misia se preferisci.»

Arrivate al primo piano,Viska fece per congedarsi ma la Grifondoro la fermò.

«Non è che potresti ricordarmi dove si svolge pozioni?»

La ramata ridacchiò prima di darle indicazioni, poi si salutarono continuando ognuna per la propria strada.

Attraversò un paio di corridoi e scese un altro paio di volte le scale prima di arrivare nei sotterranei, seguendo alcuni studenti della propria casata verso quella che doveva essere l'aula di pozioni.

L'atmosfera era tetra, illuminata da poche torce lungo le pareti ed un vago odore di umidità riempiva la stanza.

In netto contrasto con quel luogo vi era la figura del professore, gongolante e con un gran sorriso accomodante stampato in faccia mentre salutava ogni nuovo alunno che faceva capolino oltre l’entrata.

Quando intravide la chioma rosata di Arthemisia si affrettò ad andarle incontro.

«Buon giorno signorina Lux, Horace Lumacorno! È sempre un piacere incontrare nuovi volti qui ad Hogwarts!»

Vestito di tutto punto con giaccia e panciotto tartan, di colore scuro, nonostante l’aspetto anziano dava l'impressione che la sua anima non fosse mai invecchiata. Gli occhi tondi e verdi la ispezionarono colmi di interesse e curiosità, corrugando la fronte rendendone più visibili le rughe.

Accennò un buon giorno anche lei attendendo che proseguisse.

«Mi auguro se la cavi bene in pozioni signorina Lux! Ma non esiti a chiedere se dovesse servirle una mano, mi raccomando!»

Terminò, per poi dirigersi rapido verso un altro studente il quale, con gran sorpresa di Misia, altri non era che Tom Riddle.

Si accorse allora che avrebbero svolto la lezione insieme ai Serpeverde e che entrambe le casate si erano già divise tra i banchi a due a due.

Optò per il primo posto libero accanto ad un ragazzo biondo, assorto nella lettura del libro di pozioni.

«Scusami, è libero qui?»

Domandò ottenendo così la sua attenzione.

Il giovane storse il naso esaminandola da capo a piedi, diede una rapida occhiata in giro e, dopo aver constatato che non ci fossero altri posti, sospirò abbattuto.

«Non credo mi resti molta scelta.»

Alla rosetta non sfuggì il suo tono sprezzante e si morse la lingua per non dare il via ad un ipotetico ed acceso dibattito.

Ad uno sguardo più attento si accorse essere lo stesso ragazzo seduto accanto al corvino durante il banchetto, chiedendosi come mai non si fossero seduti vicini anche in quell’occasione.

«Bene ragazzi, non starò a ricordarvi di nuovo l'importanza dei G.U.F.O., sono certo che gli insegnanti delle prime ore ve ne abbiano parlato a sufficienza, inizieremo subito con la lezione!»

Sbottò entusiasta, tirando fuori dalla dispensa una fialetta in vetro contenente del liquido verde brillante, agitandola lievemente di fronte agli alunni.

«Chi sa dirmi di cosa si tratta?»

Arthemisia si strinse nelle spalle non avendo la minima idea di cosa fosse, pregando che non la chiamasse per metterla alla prova come aveva fatto il professor Rinspell.

Una mano si levò alla sinistra dell'aula e tutti, tranne il compagno di Misia, si volsero in quella direzione.

«Credo sia la pozione rigeneratrice, professore.»

Era stata una ragazza di Serpeverde a rispondere, dai lunghi e lisci capelli castano chiaro, pelle rosea perfettamente curata, le labbra a cuore erano distese in un sorriso sicuro e, benché non riuscisse a scorgerne bene il colore, gli occhi avevano un sensuale taglio affilato.

«Ottimo signorina Cutter! E vediamo un po'-»

Lumacorno spostò l'attenzione sulla figura seduta accanto.

«Dimmi Tom, ragazzo mio, quali sono i suoi effetti?»

Misia si sporse un poco confermando che il ragazzo interpellato fosse proprio il Prefetto.
Con estrema tranquillità e l’accenno di un sorriso, Riddle rispose.

«Ha il potere di risvegliare una persona da un sonno indotto magicamente, ad esempio da un distillato di morte vivente.»

Il professore sistemò alcuni dei superstiti ciuffi bianchi e grigi, ammirando con soddisfazione i due studenti.

«Ottimo, davvero ottimo! Cinque punti a testa per Serpeverde!»

La rosetta dedusse dall' atteggiamento del docente che dovesse stravedere per quel ragazzo e spontaneamente sorrise anche lei nella sua direzione, come a volerlo complimentare mentalmente.

Di rimando il corvino restò impassibile girando subito lo sguardo.

«Adesso ragazzi voglio che prepariate tutti questa pozione, potete trovare le istruzioni al capitolo terzo del vostro libro, mi raccomando fate attenzione!»

Il silenzio pian piano si dissolse tra il vociare degli alunni, ognuno intento ad approcciarsi al nuovo preparato e Misia si rese conto di quante lacune avesse in quella materia.

Non era mai stata una cima in pozioni, anzi, e ad Ilvermorny non era neanche la materia più quotata con sua grande gioia, ma adesso si trovava in una situazione piuttosto scomoda.

Aprì il libro tentando di leggere con attenzione i passaggi indecisa sul da farsi ed osservando il compagno accanto a lei che già aveva iniziato ad aggiungere il muco di vermicoli al succo di horklump. Cercò di stargli dietro imitandone ogni azione, alternando rapide occhiate alla ricetta, finché si rese conto di essersi persa.

Temette seriamente di far esplodere qualcosa e lui sembrava essere l'unica spiaggia rimasta.

«Va bene, scusa ancora se ti disturbo-»

Cominciò voltandosi verso il ragazzo che nel frattempo continuò a portare avanti il compito.

«Sono totalmente negata in questa materia, totalmente, non ho idea di cosa fare o di cosa io abbia fatto. Ho paura di far saltare in aria l’intera postazione.»

Il biondo allora si girò di scatto guardandola con un misto di disappunto e seria preoccupazione, soprattutto per l'agitazione con cui la rosetta aveva sinceramente esposto il problema.

Si sporse sul calderone della Grifondoro per controllare, scostando alcuni ciuffi biondi, e gli si poté leggere in viso quanto spiacevole dovesse essere per lui quella situazione.

«Non verrà mai completa.»

Sentenziò scuotendo la testa.

«Prometto che parlerò col professore della mia inesperienza ma ti prego non voglio che esploda, sono abbastanza convinta non lo voglia neanche tu.»

Ribatté senza mollare la presa ed il compagno sospirò una seconda volta arrendendosi all'evidenza.
Tutto voleva tranne che essere ricoperto da una sostanza verde, puzzolente e appiccicosa.

«Correggi con una dose maggiore di polvere di radice di asfodelo e aggiungi subito l'essenza di dittamo, senza mescolare

Rimarcò bene la fine della frase e la rosetta si apprestò a seguire le indicazioni senza battere ciglio.
Il Serpeverde si ritrovò a dover così badare ad entrambe le pozioni sperando che nulla andasse storto in quella della Grifondoro, continuando ad impartire ordini.

«Ora versa lentamente il sangue di salamandra, mescola una volta ed inserisci le spine di pesce scorpione, fatto ciò non toccarla per alcun motivo.»

Fece come le venne detto attendendo che il fumo si dilagasse per poi confrontare il risultato con quello del ragazzo, di un bel verde acceso rispetto al suo fin troppo spento.

Lumacorno passò tra i tavoli per osservare i diversi esiti e Misia avrebbe volentieri voluto essere un fantasma per poter sprofondare nel pavimento, intravedendo una certa amarezza negli occhi del professore intento a chiedersi cosa effettivamente avesse preparato.

Per fortuna la lezione sarebbe finita a momenti.

«Grazie per avere evitato un finale peggiore.»

Disse al compagno mentre ripulivano le proprie postazioni.

«Immagino di aver fatto più un favore a me che a te.»

La Grifondoro sorrise nonostante il fastidio trapelato dalle sue parole.

«Bene ragazzi, ricordatevi tutti di studiare il capitolo quinto per la prossima volta!»

Il professore annunciò così la conclusione dell’ora e Misia ne approfittò per raggiungerlo, mentre gli altri studenti lasciavano via via l’aula.

«Mi scusi professore, posso parlarle un attimo?»

L’anziano docente le sorrise gentilmente dandole il consenso.

«Credo di non essere stata totalmente onesta con lei, in realtà sono piuttosto indietro con il suo programma.»

Continuò mortificata e l’espressione del professore mutò in una di lieve sorpresa.

«Ad Ilvermorny le ore erano nettamente inferiori e davano più spazio allo studio delle creature magiche, non sono per niente ferrata in questa materia e non voglio rischiare problemi con gli esami.»

Si accorse di aver parlato velocemente, forse mossa da un certo panico alla realizzazione dei G.U.F.O. imminenti ma sperò che avesse capito.
Lumacorno abbassò di poco lo sguardo con fare pensieroso, stringendosi le mani alla ricerca di una soluzione.

«Questo spiega senz’altro l'esito della lezione di oggi, signorina Lux.»

Misia si morse le labbra imbarazzata senza staccare l'attenzione dal docente, sperando in una qualche possibilità.

«Immagino che le mie ore non le basteranno, ci vorrebbero delle ripetizioni.»

Appena finì la frase i suoi occhi si illuminarono colti da un lampo di genio puntando oltre le spalle della rosetta.

«Tom, signorina Cutter, potreste gentilmente venire qui un momento?»

Arthemisia voltò lo sguardo verso i due studenti che l’affiancarono.

«Si professore?»

Domandò la castana rivolgendole una rapida occhiata annoiata e Misia rimase quasi fulminata dalle sue iridi ambrate.

«La signorina Lux avrebbe bisogno di un supporto per rimettersi in pari col nostro programma.»

A quella parole la castana si trattenne dallo sbuffare, intuendo dove volesse andare a parare Lumacorno.

«Voi due siete i migliori studenti di questo corso come ben saprete, mi chiedevo se foste disponibili per darle alcune ripetizioni, ovviamente mi rendo conto che sarà un anno impegnativo per tutti-»

Cutter lo interruppe indossando subito la sua espressione più dispiaciuta.

«Mi perdoni professore ma, come ha appena detto lei, quest'anno sarà più difficile per via degli esami e non posso permettermi di perdere tempo

Fu piuttosto ovvio alla rosetta che la Serpeverde non avrebbe nemmeno accettato di condividere il suo stesso ossigeno a meno di un metro da lei, non capendo il motivo di tanta indisposizione visto che ancora non le aveva fatto nulla.

«Capisco signorina Cutter.»

La ragazza salutò il professore e si allontanò per uscire dall'aula lasciandoli da soli.
Lumacorno allora fissò Riddle che ancora non aveva proferito parola.

«Certo, è sottointeso che terrei conto di ciò se accettassi l'offerta.»

Aggiunse lasciandosi andare ad una risatina, Arthemisia però era di tutt'altro parere.

Se una sconosciuta aveva rifiutato così categoricamente di darle una mano, di certo non avrebbe acconsentito lui su cui era consapevole di non aver fatto alcuna buona impressione.

«Non si preoccupi professore, troverò un altro modo per-»

Un'altra frase interrotta bruscamente a metà.

«Accetto.»

Incredula si girò verso il Prefetto che invece era rimasto immobile come una statua di marmo, fatta eccezione per le labbra.

«Aiutare gli studenti in difficoltà è il compito di un Prefetto, dopotutto.»

Accompagnò la frase con un sorriso cosi gentile e delicato che Misia quasi perse un battito, rendendosi conto forse per la prima volta di quanto affascinanti fossero i suoi lineamenti.

Lumacorno fu molto compiaciuto dalla risposta e lo rassicurò che avrebbe ottenuto dei crediti per il tempo speso.

«Vedrà signorina Lux! Con il mio Tom diventerà abile nella materia in men che non si dica!»

La Grifondoro cercò di ricambiare l’entusiasmo ringraziando entrambi, senza alcuna risposta dal corvino che si congedò uscendo in fretta anch'egli dalla stanza.

Misia recuperò il testo dal banco e lo seguì a passo svelto chiamandolo più volte finché spazientito arrestò il cammino, voltandosi con quel suo fiero cipiglio a cui già sembrava essersi abituata.

«Ti ringrazio per aver accettato.»

Disse con un po' di affanno.

«Ma perché lo hai fatto? Credevo non mi sopportassi.»

Riddle rigirò la bacchetta tra le dita senza rompere il contatto visivo.

«È così.»

Fu diretto instillando altrettanti dubbi alla ragazza che comprendeva sempre meno.

Avrebbe potuto tranquillamente fare come l'altra studentessa e lasciarla marcire nel suo calderone, anche se col rischio di finire in una colluttazione involontaria per colpa della sua totale inesperienza.

Questa volta la precedette prima che potesse domandare altro.

«Come ho detto al professore, aiutare uno studente in difficoltà è il compito di un Prefetto.»

Era una questione di immagine, non lo aveva fatto per lei e questo fu piuttosto chiaro, ma importava così tanto?

«Beh, qualunque siano le motivazioni grazie comunque, prometto che cercherò di essere un po' più sopportabile.»

Il corvino sollevò un sopracciglio fissandola sghembo.

«Ne dubito.»

Misia restò qualche secondo ferma a guardarlo per poi scoppiare in una fragorosa risata, lasciandolo confuso.

«Te ne do credito, era carina come risposta.»

Non capì cosa ci trovasse di tanto divertente nell’acidità che le aveva rivolto in due semplici parole, eppure la rosetta non parve affatto disturbata, anzi, lo ritenne quasi simpatico.

Aveva intuito che andare d'accordo con lui non fosse facile ma quell'aria da perfetto studente e il modo in cui cercava di spegnerla le davano l'effetto opposto.
Forse proprio perché sembravano tanto diversi.

Si accinse ad avvicinarsi fino ad essergli ancora una volta di fianco, sporgendosi lateralmente con un piccolo ghigno.

«Allora, credo si ora di pranzo. Niente soufflé, lo giuro.»

Muto ed impassibile la scrutò mentre il sorriso non accennava a sparire.

«Ti lascerò finire indisturbato per questa volta.»

E con decisione lo superò proseguendo verso la scalinata, non prima di essersi voltata una seconda volta con fare allegro e spensierato in una piroetta.

Più che una promessa dava la certezza di un possibile ritorno in futuro di quell’episodio e Tom non aveva ancora idea di quanto frastornante sarebbe potuta diventare la sua presenza.

Per il momento la riteneva solo una creatura bizzarra, ingenua e decisamente troppo esuberante per i suoi gusti.

  
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