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Autore: kamy    26/07/2020    0 recensioni
Il profondo legame tra Tony e Belphegor.
Partecipa alla challenge del gruppo: Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
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"26 prompts challenge: 9/26: Fiamma: 2. Ardore incontrastato e divorante.
Parole: 616
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Belphegor, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La tempesta innamorata

 

Belphegor era intento a digitare una serie di pulsanti sulla tastiera del computer, scrutando la figura sullo schermo. Avvertì dei passi, assottigliò gli occhi e abbassò lo schermo, voltandosi di scatto.

“Shishishi” ridacchiò, mostrando i denti candidi.

“Hehe. Ciao, amor…”. Iniziò Tony. Un pugnalino gli sfiorò la guancia, lasciandogli un graffio. “Qualcuno mi sa che non è felice di vedermi” mormorò. Corrugò la fronte e si grattò la testa, passando la mano tra i capelli azzurri. Avanzò di un paio di passi, un altro coltellino volò nella sua direzione e lo afferrò con il guantone da baseball. “Se non vuoi vedermi, ti basta dirmelo. Solo che è da un po’ che mi eviti. Dimmi, ho forse sbagliato qualcosa?” domandò.

Belphegor raggiunse il letto e vi si sedette, negò, sospirando.

Tony si morse l’interno della guancia.

“Se-senti… se ti ho trascurato per gli allenamenti…”. Iniziò a dire.

Belphegor negò con il capo, le gote pallide arrossate.

Tony vide le sue labbra tremare e serrò un pugno.

< Stare separato dal suo gemello lo fa soffrire così tanto. Forse vuole stare da solo per quello > pensò.

“Sicuro che non sei arrabbiato con me?” domandò. Si sfilò il guantone e allungò la mano verso quella affusolata di Belphegor, quest’ultimo la sottrasse e si alzò in piedi di scatto.

Tony indietreggiò.

“Mi ha fatto entrare Squalo, ma posso sempre dirgli…”. Iniziò.

“Smettila!” gridò Belphegor.

Tony sgranò gli occhi, le sue iridi divennero bianche.

“Sei perfetto e gentile, meraviglioso. Il problema non sei tu!” gridò Belphegor. Fu scosso da una serie di tremiti ed iniziò ad ansimare. “Tu non capisci! Tu mi stai facendo impazzire.

Mi divori l’anima, pezzo per pezzo. La mia fiamma mi logora e non riesco a fare altro che pensare che ti desiderio. La mia tempesta ti vuole per me”.

Tony aprì e chiuse la bocca un paio di volte, un rivolo di sudore gli solcò il viso.

< Sono tutto tranne che perfetto. Balbetto spesso, sono timido. Sono un Guardiano che non riesce a trovare il suo centro e che ha sempre paura che lo preferirebbe al piccolo grande principe del suo cuore. Non riesco nemmeno a salvare Rasiel > pensò.

“Io non posso vivere così! TI DESIDERO!” gridò Belphegor. Serrò i pugni e le lacrime gli rigarono il viso.

< Non ha mai parlato così tanto. Si è finalmente sbloccato? > pensò Tony. Fece un paio di passi in avanti, con le gambe tremanti e allungò le mani l’altro giovane.

“Mio principe… Io del Mare possiedo solo il cognome, il mio fiume non può spegnere le tempeste. Però, non vi lascerò solo, mi occuperò di voi” esalò.

Belphegor scosse vigorosamente il capo, alcune ciocche dorate gli si sollevarono verso l’alto.

“L’ardore che provo per te è incontrastato, divorante. Aiutami” gemette.

 Rischiò di cadere in avanti, Tony lo afferrò al volo, alcuni pugnali caddero per terra con dei tintinnii.

Tony issò Belphegor in braccio e lo adagiò sul letto, posandogli un bacio sulla fronte.

“Se è me che vuoi, mi avrai. Spegnerò il fuoco con il fuoco!” giurò. Iniziò a slacciarsi la cravatta e si sbottonò la camicia, arrossì vistosamente, avvertendo il battito cardiaco accelerare. Chiuse gli occhi, premendo le sue labbra contro quelle di Belphegor.

L’inglese gli afferrò le braccia muscolose, graffiandole con le unghie e lo baciò a sua volta. Si stesero sul letto, deglutendo intimiditi, aiutandosi a spogliarsi a vicenda.

Superbi, nascosto dalla porta, scosse il capo facendo ondeggiare i lunghi capelli argentei.

“Voooi. Cosa vogliono fare così piccoli?” bisbigliò.

< La passione del ‘padre’ si riflette nel figlio. Come vorrei che Boss fosse qui, saprebbe cosa fare con la sua ‘stellina’ > pensò, massaggiandosi il moncherino, lì dove iniziava la protesi.

  
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