Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: sissi04    27/07/2020    1 recensioni
Settant'anni erano passati dall’improvvisa scomparsa di Miriel figlia di Athror.
La maggior parte degli abitanti della Terra di Mezzo aveva dimenticato il suo nome e i pochi che ancora rammentavano le imprese ad esso collegate guardavano cupi ciò che ella era diventata.
Ora vi domando: potrebbe mai un mostro portare luce sulla via di un re?
Seguito di "You next to me", storia basata sugli avvenimenti di Lo Hobbit scritta e pubblicata nel 2018.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Osservò con titubanza la punta accuratamente affilata di Pungolo, la spada che Bilbo gli aveva affidato alcune sere prima. 
Dentro di lui sapeva bene di star annegando nell’illusione che mai avrebbe dovuto utilizzarla ma solo uno sciocco lo avrebbe realmente creduto, soprattutto se non si fosse trovato alle soglie di un’avventura che sapeva bene essere suicida.
 
Venne distolto dai suoi pensieri quando qualcosa di duro gli colpì la testa, rimbalzando leggermente sui suoi capelli gonfi e scomposti, per poi atterrare vicino ai suoi piedi.
 «Andiamo Frodo, non fare lo schizzinoso e mangia quella mela! Non credo di aver mai sentito sapore più dolce, nemmeno quelle che abbiamo rubato al fattore Huck erano così» disse Pipino raggiungendolo di corsa insieme a Merry.
Frodo non poté fare a meno di sorridere divertito, lanciandogli una manciata di foglie secche, raccogliendo il frutto tra di esse caduto, addentandolo con gusto.
«Mh… che delizia per il palato! » dichiarò ridendo iniziando poi a spintonarsi giocoso con gli amici, correndo tra i giardini colmi di quiete da loro disturbata.
Gli sembrava sempre incredibilmente difficile ammetterlo, ma a volte era tutto ciò che desiderava e ciò di cui necessitava come l’aria: la spensieratezza, l’innocenza, il divertimento; tutto ciò che aveva perso quando Bilbo aveva scelto di lasciare a lui l’Anello.
«Date qua! Ci serviranno queste per la colazione di domani, quando ormai questi alberi saranno solo un dolce ricordo lontano» intervenne Sam prendendo alcune mele che quei due scansafatiche avevano lasciato in un angolo sul prato, mettendole poi dentro alla sacca da viaggio che stava preparando da almeno un paio di giorni per il suo padrone.
«Sei troppo melodrammatico Samvise, te l’ho sempre fatto notare; come pensi di conquistare la bella Rosie Cotton così impettito e severo perfino con noi due, creature angelicate?» ridacchiò Merry sedendosi sul ramo basso di un salice, osservando soddisfatto il volto tondo e paffuto dell’amico colorarsi di un rossore tendente al violaceo.
«Se mai un giorno la signorina Cotton sarà interessata a me di certo le motivazioni non saranno la mia pigrizia o sconsideratezza» ribatté con un certo orgoglio il rossiccio, scatenando subito una reazione da tutti e tre i compagni, però subito sedata dall’arrivo di Gandalf.
 
«Allora miei cari Hobbit, avete pronti i vostri bagagli? Mi raccomando non troppo pesanti, faremo provviste strada facendo» disse con un leggero sorriso bonario osservando le sacche stracolme.
«Quando partiremo esattamente? Ho il tempo di lasciare un ultimo saluto a mio zio?» Frodo guardò lo stregone mal celando il leggero nervosismo e preoccupazione che la situazione gli causava.
«Certo Frodo, alle prime luci della prossima alba partiremo e badate di essere puntuali, prima ci metteremo in cammino e meglio sarà per la nostra piccola compagnia. Dovremmo cercare di avanzare il più possibile ogni giorno e il più possibile invisibili agli occhi di chiunque» mormorò Gandalf guardando il Sole lasciare il posto alla Luna come ogni giorno.
 
Non vi furono celebrazioni, canti o balli o banchetti quella sera, a stento vennero scambiate parole tra coloro che facevano parte della Compagnia; ognuno aveva un angolo dei propri pensieri in cui immergersi ed isolarsi dal mondo.
 
«Gondor non ha bisogno di un re» queste erano state le parole fuoriuscite dalle labbra del gondoriano, prima al consiglio e poi davanti ai frammenti di Narsil; non lo intaccavano più di tanto, d’altro canto spesso aveva udito dire che Gondor era in grado di sopravvivere anche senza il suo re e lui ne era fermamente convinto.
Per buona parte della sua giovinezza gli era stato detto che un giorno il suo compito sarebbe stato quello di sedere sul trono in cima alla Città Bianca e guidare tutti i popoli degli uomini verso la sconfitta dell’oscurità celata dalle nere colline di Mordor, eppure una parte di lui continuava a sentire tutto quello come qualcosa di lontano, di troppo alto per un umile uomo come lui.
Abbassò lo sguardo sulle mani ruvide e incallite, anche se meno rispetto al solito dal momento che non aveva avuto bisogno di prendere in mano una spada da all’incirca tre settimane; come potevano quelle essere le mani di un re forte abbastanza per il suo popolo?
Un sospiro arrendevole uscì dalle sue labbra quando ecco che quelle stesse mani vennero sfiorate da un tocco ben più leggero e delicato. 
Alzò gli occhi incontrando quelli della Stella del Vespro, lo guardava senza la minima ombra di dubbio o di giudizio, facendogli ardere il cuore.
 
Sospinse fuori in uno sbuffo il fumo, stringendo appena gli occhi leggermente lucidi a causa dell’effetto irritante dell’erba stessa; alzò lo sguardo dal giardino dove un gesto tanto piccolo quanto importante si stava consumando, come l’ultima lingua di fiamma di un fuoco morente, per rivolgerlo oltre le cime dei ginepri, verso le cime delle montagne che abbracciavano la valle elfica.
Ogni volta che era sola cercava la pace e l’equilibrio in se per essere d’aiuto e non d’intralcio durante l’impresa, ma era estremamente difficile.
Il principe elfico aveva ragione, non avrebbe mai ritrovato se stessa se prima non fosse riuscita a vedere ed accettare ciò che era; come si potrebbe mai accettare di essere diventati un mostro?
Nemmeno la più insensibile delle creature avrebbe potuto sopportare la vista di una versione peggiore di ciò che era. Si sfiorò il petto attraverso la casacca, quell’orrido petto deturpato che lei aveva individuato come centro di tutta la sua esistenza, poiché tutto ciò che l’aveva sempre circondata nasceva da li, per una ragione o per l’altra.
Si forzò di interrompere i propri pensieri, sapendo bene che l’avrebbero portata solo a scavare sempre di più in un punto della sua stessa memoria che non desiderava raggiungere mai più; abbassò nuovamente lo sguardo sul giardino, osservando come i gelsomini rimanevano impregnati dei sentimenti che un semplice sfiorar di labbra stava facendo dilagare per tutta la valle.
Pensò a come doveva essere lasciarsi baciare, lasciarsi andare alla passione almeno una volta ancora nella vita; sorrise quasi divertita sapendo bene di fantasticare, lei non voleva nulla di tutto quello, non più almeno.
Svuotò la pipa e scese dal cornicione della terrazzina su cui aveva scelto di passare la sua ultima nottata tranquilla, quando però girò l’angolo si scontrò con l’altro uomo di Gondor: Boromir figlio di Denethor.
«Perdonatemi mia signora, non mi ero reso conto foste qui» disse semplicemente l’altro guardandola attentamente, nelle settimane passate l’aveva sì osservata molte volte ma mai da così vicino.
«Non vi preoccupate, stavo andando a riposarmi» fece per riprendere il proprio cammino verso la sua stanza ma una mano dell’uomo la trattene per una spalla.
«Vi prego, se non vi è di disturbo, rimanete ancora qualche minuto con me, non abbiamo avuto molte occasioni di parlarci».
Miriel sembrò rifletterci per poi annuire, ritornando con lui fuori sulla terrazzina fiocamente illuminata dalla Luna.
«Magnifica serata non trovate, questa valle rende tutto ancora più bello ma nulla in confronto al firmamento che ogni notte si disegna su Minas Thirith» disse sorridendo il gondoriano prima guardando la notte poi lei.
«Sì immagino sia così» mormorò lei continuando a guardare davanti a se indifferente al suo sguardo.
 
L’uomo scosse la testa lasciandosi poi sfuggire una leggera risata che infastidì parecchio Miriel, stava forse ridendo del suo silenzio?
«No credo di aver mai conosciuto una donna…»
«Nana o mezz’Elfo» lo interruppe leggermente scortese
«Come preferite» disse semplicemente alzando le spalle indifferente, proseguendo «Come voi comunque non ho mai avuto il piacere di incontrare nessuno, certo non abbiamo avuto molte occasioni per confrontarci, ma ai miei occhi apparite davvero una persona singolare; sembrate così forte, coraggiosa, sicura di voi ma al contempo così fragile, come una rosa» la guardò nuovamente cercando di cogliere una qualsiasi reazione nelle pieghe del suo viso freddo e distante, almeno all’apparenza.
A quel punto non resistette oltre e si girò verso l’uomo, facendosi otticamente più alta rispetto a ciò che realmente era, osservandolo con un sopracciglio alzato in un espressione volutamente critica
«Perdonatemi, voi dovete essere per forza un apprendista stregone per cogliere tutte queste sottigliezze del mio essere in un così breve tempo. Una rosa dite… non sapete che cercando di coglierle le rose si rischia di rimanere punti? Alcune possono essere anche velenose e il loro graffio non lascia scampo, tanto belle quanto mortali» disse quasi aggressivamente senza quasi rendersene conto; da tempo ormai cerca di allontanare chiunque si avvicinasse troppo.
Nessuno dovrà mai arrivarle ancora così vicino, mai più.

Boromir non sembrò scomporsi, anzi, quel piglio così arrogante lo intrigò maggiormente e lo spinse a stuzzicarla ulteriormente; d’altro canto adorava far adirare le donne, non vedeva l’ora di ammirare il loro rossore sulle gote e ascoltarle gridargli contro nella loro vera natura.
«Non se vi si presta attenzione» ribatté con un sorrisetto, avvicinandosi leggermente, girandole intorno senza distogliere lo sguardo dal suo «Ora che mi ci fate riflettere però potrei sempre utilizzare la mia spada ed estirparle alla radice, possedendole anche se per alcuni fugaci momenti, d’altro canto non sono state create per questo? Essere colte e donate alla donna più bella per un uomo?» aggiunse continuando a sorridere impertinente.
A quel punto l’espressione della mezz’Elfo si fece dura e ancora più fredda di quanto già non fosse, lo fissò intensamente per poi avvicinarsi maggiormente a lui e afferrargli il braccio all’improvviso premendo su un nervo molto delicato, facendolo gemere di dolore.
«Mettiamo subito ben in chiaro le cose: non so chi crediate che io sia o a che gioco pensiate io voglia giocare ma di una cosa sono certa, non voglio avere nulla per cui pentirmi di aver ucciso ancora, sono stata intesa? Voi non sapete cosa ho passato, cosa ho visto… non toccatemi e non parlatemi mai più in questi termini se non si tratta della missione. E ora lasciatemi in pace» lo lasciò con una leggera spinta, sorpassandolo e andandosene.
 
Digrignò i denti tenendosi il braccio ancora stordito per quella presa così indesiderata, in un attimo però si sporse dall’arco in pietra che faceva da ingresso alla terrazza su cui si trovava.
«So bene chi siete Miriel figlia di Athror, conosco voi, la vostra storia e la vostra stirpe e ciò che attanaglia il vostro cuore ora facendovi chiudere nella vostra durezza; non è più la lama di un Orco… ma la vostra paura» urlò mentre la donna, ormai lontana, svoltò per un altro corridoio e sparì alla sua vista.
 
Egli però sapeva di aver colto nel segno.


Angolo autore: ed ecco a voi il capitolo 3!
Scusate per il ritardo di un giorno ma ieri il mal di testa mi stava letteralmente uccidendo.
Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi invito a farmi sapere cosa ne pensate tramite recensione.✉️
Ringrazio tantissimo chi ha dedicato un po' del suo tempo a questi primi capitoli della mia ff e spero che vi continuerà a far appassionare.❣️
Prossimo appuntamento a DOMENICA 2 AGOSTO!📆
Un bacione😘
Sissi04✨
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: sissi04