*Attenzione*
Questa storia tratta di
un'influenza stagionale. Nata nel 2016, quello che
è successo quest'anno era un'idea quanto mai lontana e,
assolutamente, le righe seguenti non vogliono essere una mancanza di
rispetto per chi ha affrontato o sta affrontando questa battaglia. Per cui invito chiunque possa sentirsi toccato da questo argomento a non leggere questa shot che tutto vuole tranne che essere fonte di ulteriore disagio. |
« …che una stupida festività creata per
non lavorare» Jackson scimmiottò
perfettamente la televisione mentre prendeva posto sul divano.
Elsa, smossa appena dal suo peso, lo guardò storto
«Non sei divertente»
«Come se anche tu non lo sapessi a memoria»
sospirò l’altro, passandole una
tazza di cioccolata calda «Bevi questa, Rudolph, ti
farà bene»
La ragazza, dapprima sorpresa per quello strano nome,
assottigliò pericolosamente
lo sguardo quando capì che si riferiva al suo naso rosso e
raffreddato «E’ la
Vigilia di Natale, mio caro, ci sono delle tradizioni da
rispettare»
Lui non sembrò turbato da quelle parole
«Tradizioni di casa Bleket» fece
presente, dando il primo sorso alla sua cioccolata «Ma si dia
il caso che, da
un po’ di tempo a questa parte, tu sia diventata una
Overland» concluse con un
sorrisetto beffardo sulla faccia.
L’altra si incupì «Mi
dispiace…»
«Di cosa?» le chiese, piegando la testa confuso.
«Quest’anno dovevamo andare dai tuoi: so quanto ci
tieni alla serata della
Vigilia, la cena, i giochi… invece, per colpa di questa mia
stupida influenza,
sei dovuto rimanere qui» spiegò con la voce
incrinata dai sensi di colpa.
Jackson scattò rapido verso di lei, dopo aver posato la sua
tazza sul tavolino
di fronte al divano «Ehi, ehi…» la
riprese bonariamente, abbracciandola «Non
dire assurdità: non mi sono sentito costretto a stare qui,
non ti avrei
lasciata sola la Vigilia di Natale neanche per sogno. Avremo tutto il
tempo del
mondo per andare dai miei, d’accordo?»
Elsa annuì anche se poco convinta, tirando rumorosamente su
col naso.
«Coraggio…» la rincuorò lui,
passandole lo spray nasale e un fazzoletto pulito
«Adesso basta tristezza o giuro che cambio canale»
Sul viso le si dipinse un sorriso «Sei proprio uno stupido,
Overland…»
«Ammettilo…» la sfidò,
alzando un sopracciglio «E’ anche per questo che mi
hai
sposato»
«Può dars… e… e…
etciù!»
«No, ma grazie…» celiò il
ragazzo, pulendosi la faccia con una mano mentre sbuffava
leggermente «Finiamo di vederci questo film, su»
L’altra si lasciò andare ad una leggera risata,
poi si accoccolò sotto alla sua
spalla «D’accordo…»
C’era freddo, un
freddo terribile… diamine, eppure stava
bruciando, lo sentiva. Il respiro affannato, spezzato, il petto
così pesante
che sembrava volesse soffocarla. Elsa si svegliò di
soprassalto in un bagno di
sudore e la gola secca, quella maledetta influenza non aveva alcuna
intenzione
di lasciarla in pace e, come se non bastasse, la sua riserva di
fazzoletti era
finita «Jack…» chiamò nel
buio per farsi passare uno dei suoi «Jackson?»
chiese allarmata non ottenendo risposta, allungò una mano
dall’altra parte del
letto e la trovò vuota. Intontita dal brusco risveglio e
dalla febbre fu colta
da uno strano senso di angoscia, provò ad accendere
l’abat jour sul comodino ma
l’interruttore scattò a vuoto,
rabbrividì per il freddo e si rannicchiò contro
la testata del letto, coprendosi il più
possibile. Fu allora che lo sentì: uno strano cigolio
proveniente dal piano di
sotto, sbiancò.
«Jack…»
bisbigliò di nuovo nella totale oscurità, con la
paura che disegnava
ombre inquietanti sulle pareti e quel rumore sempre più
vicino, qualcuno stava
salendo le scale, lo percepiva «Jack, dove sei?»
Una figura mostruosa
si stagliò sulla porta della camera: a stento
soffocò un
grido, sobbalzando sul materasso.
Poi la luce di una
torcia d’improvviso si accese
nell’oscurità «Bleeekeet,
tuuuu riceverai la visita di tre spiritiiii»
Il colpo al cuore
scemò, non appena riconobbe il marito sotto a
quell’ammasso
di stoffa.
«Tu sei un
deficiente!» gli urlò contro, sparandogli addosso
un cuscino a tutta
velocità e andando a colpirlo senza
pietà.
In tutta risposta
l’altro scoppiò a ridere di gusto.
«Io ti
ammazzo» scattò la ragazza verso di lui
«Mi hai fatto spaventare a morte!»
provò a colpirlo più volte ma la sua debolezza
trasformò, ben presto, il suo
assalto assassino in un tentativo piuttosto goffo.
Jack sorrise, senza
opporre resistenza alcuna ai suoi colpi «Adesso,
però,
calmati Tyson… ti vedo provata»
Elsa
borbottò altri improperi ma la poca forza rimasta le venne
meno e, senza
più fiato, avvertì un leggero mancamento.
«Ehi,
ehi…» la prese al volo il marito,
riaccompagnandola a letto «Sdraiati
qui» le offrì il suo lato, non intaccato dai
sudori della febbre «Scusami, non
volevo spaventarti così tanto…»
«Non volevi
spaventarmi così tanto? Hai anche staccato la
corrente!»
«Ah,
no… quella è saltata veramente, guarda»
le disse, mostrandole uno stinco
con un grosso livido «Mentre scendevo ho sbattuto contro il
comò. Ho imprecato
come un pazzo, non te ne sei neanche accorta» alla luce della
torcia le regalò
un’espressione divertita.
«Si
può sapere dove stavi andando nel cuore della notte? Non ti
sarai davvero
svegliato per farmi questo stupido scherzo»
«Così
mi offendi» fece presente lui, portandosi una mano al petto
«Sono sceso
per un altro motivo, poi ho visto il plaid sul divano e non ho
resistito»
Elsa buttò
gli occhi al cielo «E hai pensato bene di farmi prendere un
infarto…
si può sapere cos’era quest’altro motivo
così urgente?»
Jack
lanciò un’occhiata alla tasca del pigiama e ne
tirò fuori una scatolina
rosso scuro «Sono andato a prendere il regalo che ti ha
portato Babbo Natale»
Lei, per la prima
volta da che si era risvegliata, sorrise accettando il dono
«E non potevi aspettare domani mattina?»
«No, ci
tenevo a dartelo la notte di Natale… anche questa
è una tradizione
Overland» le fece presente.
«Questa
tradizione mi piace…» approvò la
ragazza
e, aperta la scatolina, rimase
senza fiato «Ma è bellissima»
esclamò di fronte al luccichio di un fiocco di
neve tempestato di cristalli e legato ad una sottile catenina
d’argento.
«Ti piace,
Snowflake? Certo, non sono diamanti… visto che non posso
permett…»
un bacio inaspettato terminò il suo sproloquio ancor prima
che potesse partire.
«E’
perfetta» lo rassicurò «Grazie. Il tuo,
però…»
«E’
sotto l’albero, lo so… lo aprirò domani
mattina » la anticipò strizzandole
l’occhio, guadagnandosi così un altro abbraccio.
«Cos’è
stato?» tremò Elsa non appena l’ennesimo
inquietante rumore, proveniente
dal piano di sotto, arrivò alle sue orecchie.
«Non lo
so…» rispose il marito, sgranando gli occhi.
Altro trambusto,
assieme a strani borbottii che pian piano si facevano sempre
più vicini e pericolosi.
Lei lo
guardò storto, minacciandolo «Se è
un’altra delle tue trovate, me la
pagherai molto cara»
La paura sul volto
del ragazzo, però, era reale «Ti giuro che questa
volta io
non c’entro per niente» e, con fare protettivo,
nascose la moglie dietro alla schiena,
voltandosi verso la porta pronto a difendersi.
Proprio in quel
momento qualcosa capitombolò sul pianerottolo lì
di
fronte, molto
più simile ad un noto omino delle gomme imprecante che ad un
ladro o ad un
essere mostruoso.
«Si
può sapere perché non funzionano le luci in
questa casa?» si lamentò,
infatti, la strana figura «Una persona non può
neanche fare una sorpresa alla
sorella malata che deve rischiare l’osso del collo?»
«Anna?»
trasecolò la bionda, una volta scoperta
l’identità dell’ospite
inaspettato. Rubò la torcia al marito e, un po’
incerta, si mosse verso di lei.
«Sorpresa!»
esclamò la minore, sfoderando un gran sorriso e mostrando le
gote
arrossate per il gran freddo esterno.
«Tu sei
pazza, potevi farci prendere un colpo!» la ammonì
Elsa con un dito
accusatorio puntato dritto verso il suo naso.
«Non era
mia intenzione apparire a questo modo, chi s’immaginava che
non
andasse la corrente?» cercò di giustificarsi
quella.
Jack le raggiunse a
sua volta «Io te l’avevo detto che era una pessima
idea
darle una copia delle chiavi»
Anna lo
fulminò con lo sguardo «Non sei
divertente» lo ammonì in modo così
simile alla propria moglie che gli causò un brivido freddo
lungo la schiena
«Questa era chiaramente un’emergenza, non potevo
non venire a trovare mia
sorella malata la notte di Natale»
«Potevi
almeno avvisare…» la sfidò Jackson,
evidentemente più attaccato al
proprio orgoglio che alla propria vita.
«Non
sarebbe stata una sorpresa» sbuffò
l’altra con la logica di una bambina di
cinque anni.
«Calmatevi
voi due…» cercò di rabbonirli Elsa
«Jack: Anna non aveva cattive
intenzioni…» disse mentre la sorella schioccava
un’occhiata vittoriosa al
cognato «Ma Anna, le emergenze per cui ti ho lasciato una
copia delle chiavi di
casa nostra non includono di certo il farci prendere un infarto nel
cuore della
notte»
La soddisfazione
scomparve dal volto della minore per accendersi su quella del
marito. La bionda sospirò, da quando era diventata maestra
di un asilo nido?
«Kristoff e Freja dove sono?» chiese, cercando di
cambiare discorso.
«Sono in
macchina» spiegò la sorella «Freja
è crollata durante la messa di
mezzanotte, sono rimasti al caldo»
«Vi
offrirei di restare a dormire qui nella camera degli ospiti ma dubito
fortemente sia una buona idea, non vorrei rischiare di farvi ammalare
tutti
quanti»
«Purtroppo
lo temo anche io, domani sarebbe impossibile tenere Freja lontana
dalla sua zia preferita» le disse la più giovane
strizzandole l’occhio alla luce della torcia «Non
preoccuparti, volevo solo passarti a salutare: non volevo che questo
fosse il
primo anno senza farti gli auguri di Natale di persona»
«Oh,
Anna…»
«Ragazze…»
esordì Jack, sentendosi improvvisamente di troppo in
quell’intimità
familiare «Se per voi va bene, nel frattempo, approfitterei
per caricare in
macchina il nostro regalo per Freja, così quando si
sveglierà lo troverà sotto
l’albero, fresco fresco di consegna di Babbo Natale e,
magari, saluto anche
Kristoff» si congedò.
«Sa essere
davvero dolce, quando vuole…» si lasciò
sfuggire la rossa rimasta
sola con l’altra «Ma guai a te se glielo
dici, non si deve permettere di abbassare la guardia con me,
nossignore»
Elsa sorrise sotto
ai baffi per l’ingenuità di sorella e marito
perché era
lampante che – nonostante i continui battibecchi –
i due si adorassero, legati
indissolubilmente da quel compito che si erano imposti di renderla
felice,
cosa in cui riuscivano entrambi egregiamente, tra l’altro
«Sarà meglio che tu
vada prima che non riesca più a resistere
all’incredibile voglia che ho di
abbracciarti» le disse, muovendo fintamente un passo verso di
lei mentre anche
la luce ritornava, finalmente, a funzionare.
«Oh no, non
ci provare» si ritirò quella, ridendo
«Già che Freja è a casa
dall’asilo e, grazie a Dio, ha smesso di portarci a casa i
peggio cimurri, non
sarai di certo tu a mettere a rischio le mie ferie di Natale»
«Credo che
mi pentirò di quello che sto per dire…»
continuò la maggiore «Ma
grazie per essere passata»
Anna si sciolse
nell’ennesimo sorriso «Tu pensa a rimetterti in
sesto, perché
quando lo farai io e Freja ti stritoleremo così tanto che
Jack sarà costretto a
chiamare i pompieri per staccarci da te. Buon Natale, Elsa»
«Buon
Natale, Anna»
Ehm...
sì, lo so che è Estate piena ma - sempre durante
la
quarantena - ho trovato questa piccola shot incompiuta a prendere
polvere nell'hard-disk e, già che mi è venuto da
finirla,
ho pensato fosse giusto pubblicarla anche se un po' fuori stagione ma,
d'altra parte, manca ancora così tanto a Natale.
Ebbene sì, per me Elsa e Jack devono stare insieme in tutti
gli
universi e mondi conosciuti, così come Anna e Kristoff. Per
forza di cose, Freja non poteva mancare nemmeno qui, mi sono
decisamente
affezionata a quella bambina ;)
Il cognome delle ragazze è una parola norvegese che
significa candeggiare,
rendere bianco.
Ovviamente, il titolo della shot - così come il film che i due vedono all'inizio e che Jack cita - è un omaggio al famosissimo A Christmas Carol di Dickens.
I personaggi di Elsa, Anna e Kristoff - chiaramente - non mi appartengono, così come Jack(son) che sono di proprietà delle rispettive case cinematografiche.
Discorso a parte per Freja che, invece, è un mio OC, tratto da una mia storia precedente (Seasons).
Spero che vi sia piaciuta e vi abbia saputo regalare un momento di
spensieratezza.
Qualsiasi riscontro vorrete lasciarmi sarà ben accetto *-*
Alla prossima e Buon Natale XD
Cida