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Autore: Justice Gundam    28/07/2020    2 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 77 - Nelle viscere della montagna

 

"Questo posto è... inquietante." commentò Hitomi, mentre lei e il suo Walrein si facevano lentamente strada attraverso i cunicoli che attraversavano la più alta catena montuosa di Reborn, in lento ma progressivo avvicinamento al loro nuovo obiettivo. Era un autentico dedalo di caverne ghiacciate, in cui anche i Pokemon vaganti erano rari. Tutto quello che era riuscita a vedere fino a quel momento era qualche gruppetto di Woobat - no, non c'erano neanche gli onnipresenti Zubat, in quel postaccio - e alcuni Pokemon di tipo Ghiaccio che per loro natura potevano adattarsi all'ambiente inospitale. Qualche Cryogonal, Bergmite... e in un certo momento, lei e Max erano sicuri di aver visto un Vanillish che faceva capolino da uno spuntone di roccia ghiacciata e li salutava con espressione allegra prima di scomparire di nuovo tra la neve.

Dopo una lunga camminata attraverso le caverne ghiacciate, il terreno aveva cominciato a farsi più regolare. Il che, per Vera e i suoi compagni, non era esattamente un buon segno. Voleva dire che si stavano avvicinando al covo del Team Meteora di cui Saphira aveva parlato loro, e questo voleva probabilmente dire che si profilava uno scontro difficile. Vera aveva fatto uscire Glaceon e Blaziken, ed ora entrambi i suoi campioni stavano andando in avanscoperta, avanzando a pochi metri dal gruppo. Si avvicinarono ad una brusca curva ad angolo retto che dava su una zona più ampia, dalla quale proveniva una luce che non poteva certo essere naturale. A meno che da quella parte non ci fosse qualcosa di veramente inconsueto...

Glaceon si avvicinò per primo all'angolo, contando sulla sua colorazione per mimetizzarsi tra la neve e il ghiaccio. Furtivamente, la Eevolution glaciale avanzò, semisommersa nella neve, e diede un'occhiata a ciò che emanava quella strana luce. Come si aspettava, era una luce artificiale che proveniva da un'arcata in cemento ed acciaio che appariva scolpita nel muro davanti a loro. E, come era prevedibile, non era incustodita. Davanti ad essa si trovavano non meno di quattro guardiani, quattro massicci Pokemon che ricordavano degli orsi bianchi che camminavano sulle zampe posteriori, con le braccia muscolose, le mani dotate di corti artigli grigi, e una sorta di "barba" composta da cristalli di ghiaccio. Si aggiravano con espressione ostile nello spiazzo davanti alla porta, alla ricerca di intrusi, e Glaceon ebbe il buon senso di nascondersi ancora più in profondità nella neve. Si trattava, senza alcun dubbio, di un gruppo di Beartic, Pokemon di tipo Ghiaccio originari di Unima, conosciuti per il loro carattere irascibile e la loro mostruosa forza fisica.

Non c'era davvero da stupirsi se, con delle guardie di questo calibro, il Team Meteora non si preoccupasse più di tanto di lasciare dei soldati di guardia. Quei massicci Pokemon Glaciali erano deterrenti formidabili per qualunque tipo di avversario.

Ovviamente, questo non voleva dire che avrebbero rinunciato ad introdursi là dentro... ma la presenza di avversari così validi già all'ingresso della base suggeriva ancora più prudenza del solito. Glaceon restò immobile dov'era finchè non fu sicuro che nessuno di quei quattro enormi plantigradi si fosse accorto di lui, poi iniziò lentamente a ritirarsi, e raggiunse Blaziken che lo aspettava dietro l'angolo, appena fuori vista.

"Blaziken?" chiese a bassa voce il galletto kickboxer. Glaceon fece un cenno con la testa e lo invitò a retrocedere, di ritorno nel corridoio dove Vera e gli altri stavano aspettando.

"Avete visto qualcosa, ragazzi?" chiese Vera, ormai pronta ad attendersi di tutto. Accanto a lei, Ritchie e Sparky stavano attendendo in silenzio.

Glaceon si avvicinò alla sua allenatrice, e anche il resto del gruppo si raccolse intorno alla coordinatrice castana per scoprire cosa il Pokemon Ghiaccio avesse visto. Quest'ultimo cominciò a raccontare, e Vera annuì lentamente quando ebbe finito. "Hmm... capisco. Grazie, Glaceon, non sarebbe davvero stata una buona idea saltare fuori e attaccare. Solo che adesso mi viene da pensare che non sarà per niente facile passare senza dare l'allarme. Magari quei Beartic non sono neanche fuori dalla nostra portata, ma..."

"Hmm... meglio non sottovalutarli. Potremmo pentircene amaramente." rispose Aya, e cominciò a dare un'occhiata alle sue Pokeball, nel tentativo di determinare quale Pokemon avrebbe potuto essere utile. Il suo sguardo si posò su una Pokeball decorata con un adesivo che rappresentava un Tentacool che nuotava tranquillo.   "E va bene... vediamo come se la cavano contro questo Pokemon. Vai, Tentacruel!"

Aya lanciò la Pokeball, che si aprì di scatto a mezz'aria. Il Pokemon che ne uscì era di aspetto difficilmente confondibile: una enorme medusa celeste con tre gemme rosse incastonate ai lati e sulla fronte del suo corpo, un paio di piccoli occhi acuti e numerosi tentacoli lunghi e sottili di colore grigio-marrone.

Vera rabbrividì e fece un'espressione di comico spavento alla vista della creatura. "Ugh... accidenti, ma perchè proprio un Tentacruel?" si chiese, a voce abbastanza alta perchè Max la sentisse.

"Non mi dirai che hai ancora paura dei Tentacool e dei Tentacruel, sorellina!" sussurrò ironico. "Sai quanto ti prenderebbe in giro Misty, se fosse da queste parti..."

Vera storse il naso. "Ho imparato a non farmi prendere dalla paura, ma questo non significa che all'improvviso abbiano cominciato a piacermi, fratellino!" rispose con un po' di fastidio. Blaziken e Glaceon alzarono gli occhi al cielo, ma non fecero commenti.

"Pika pika..." commentò Sparky.

"Non male il tuo Pokemon, sorellina." commentò Cain, mentre dava un'occhiata al maestoso Pokemon Acqua/Veleno. Tentacruel affondò i tentacoli nella neve e fissò Cain di rimando, un po' infastidito da tutta quell'attenzione. "Ma cos'hai intenzione di fare? Non credo che il tuo Tentacruel potrà fare molto contro anche un solo Beartic, figuriamoci quattro."

"Aspetta e vedrai, fratellino. Non è solo con la forza che i Pokemon vincono i combattimenti." affermò la ragazza dai capelli viola. Per una volta, Aya fece un sorriso e guardò Pietro con sguardo di intesa, per fargli capire che aveva in mente una strategia che avrebbero dovuto eseguire in due. "Allora, Tentacruel... pensi di poter mandare le tue Fielepunte in un punto preciso?"

"Crueeeel!" esclamò il Pokemon medusa, e agitò alcuni tentacoli come per dire che per lui era uno scherzo.

"Ottimo." sussurrò Aya. "Allora, ascoltami bene... scaglia le tue Fielepunte nella neve più profonda, in modo che sprofondino."

"Credo di aver capito cosa vuole fare." sussurrò Ritchie. "Hmm... credo proprio che se va tutto bene, riusciremo a liberarci di quei Beartic senza problemi."

Vera disse di sì con la testa. "Comunque, Blaziken... Glaceon... tenetevi pronti. Aya e Pietro potrebbero avere bisogno di una mano." raccomandò ai suoi Pokemon. Il galletto kickboxer disse di sì con il becco e alzò le braccia in una posizione di guardia, mentre Glaceon tornava a mimetizzarsi con la neve.

"Anche tu, Sparky. Meglio essere pronti a tutto." si raccomandò Ritchie.

Tentacruel si era già messo a strisciare sui tentacoli, avvicinandosi con cautela all'angolo del passaggio. Il silenzio era pressochè totale, e tutto ciò che il Pokemon medusa riusciva a sentire erano, di tanto in tanto, i grugniti dei Beartic che continuavano imperterriti la loro sorveglianza. Dalla sua posizione, Tentacruel riusciva a vedere le ombre di quei colossi che, alla tenue luce dalle lampade, veniva proiettata sul terreno congelato.

Il Pokemon Acqua/Veleno scacciò i pensieri e prese la mira verso un punto in cui la neve sembrava più profonda. Con precisione invidiabile, Tentacruel scagliò una raffica di spuntoni acuminati che sprofondarono rapidamente nella neve, lasciandosi dietro soltanto una scia violacea appena visibile.

"Ottimo... adesso credo che tocchi a me. Anzi, a noi." sussurrò Pietro. Il ragazzo prese un bel respiro e mandò fuori uno dei suoi Pokemon. "Tocca a te, Sudowoodo. Facciamo la nostra parte."   

"State attenti, voi due." si raccomandò Vera.

"Sudo!" Lo stravagante Pokemon Roccia simile ad un alberello stilizzato apparve accanto a Pietro, ed entrambi si diressero al corridoio che andava verso l'ingresso del nascondiglio del Team Meteora. Si assicurarono che le Fielepunte scagliate da Tentacruel fossero tra loro e i quattro Pokemon di guardia, e che Tentacruel fosse posizionato al fianco del corridoio. Anche Blaziken era pronto a combattere a fianco del Pokemon medusa, mentre Walrein e il Gardevoir di Max si tenevano pronti nella retroguardia. Vera sorrise e fece cenno a Pietro di andare avanti, cosa che l'esperto di Pokemon Roccia fece con un pò di trepidazione. 

Pietro e il suo Sudowoodo uscirono allo scoperto, e non appena il primo dei Beartic si accorse di loro, cominciarono a sbeffeggiarli e ad esibirsi in una serie di buffe prese in giro, in modo da cercare di attirarli verso di loro. "Heeeeeyyyy! Hey voi, plantigradi senza cervello! Perchè non venite qui e non vi misurate con me e Sudowoodo? Avete forse troppa paura? Siete fifoni come un Wimpod? Fatevi sotto se ne avete il coraggio!"

"Sudo! Woodo! Sudo! Woodo!" esclamò il Pokemon Roccia simile ad uno strano albero, e iniziò ad ondeggiare da una parte all'altra per prendere in giro i Beartic! Aya scosse la testa, mormorando qualcosa circa il fatto che certe persone avevano sempre il bisogno di mettersi in mostra, ma la sceneggiata del musicista ebbe il risultato voluto. I Beartic, irritati dalla presenza dei due intrusi, ringhiarono ferocemente e presero ad avanzare verso di loro. Tranne uno che, con una certa sorpresa di Pietro, restò indietro rispetto ai suoi compagni. Con un'esclamazione di allarme, Sudowoodo si spostò da dove si trovava e corse per raggiungere il resto del gruppo nel nascondiglio, e i Beartic si gettarono alla carica come una mandria di bisonti, senza più badare ad alcune distrazione. I giganteschi orsi glaciali coprirono rapidamente la distanza che li separava dal loro bersaglio...

E questo si dimostrò un errore fatale. Proprio quando ormai mancavano pochi metri al loro bersaglio, i Beartic misero le zampe nel punto in cui il Tentacruel di Aya aveva piazzato la sua trappola. Troppo pesanti per essere sorretti, i Pokemon plantigradi sprofondarono in una coltre di neve, e non appena le zampe dei Beartic toccarono il suolo, diverse minuscole spine scivolarono attraverso la loro folta e robusta pelliccia per poi penetrare nel corpo dei malcapitati. Gli orsi polari si fermarono per un attimo per vedere cosa stesse accadendo, prima che il veleno urticante cominciasse a farsi sentire.

"ARRRRRRR!" ringhiò improvvisamente il primo dei Beartic. Il veleno delle Fielepunte stava già cominciando a prosciugare le sue forze, e gli altri due iniziarono ad indebolirsi subito dopo... ma il quarto, che era rimasto a guardia dell'ingresso, si rese conto che c'era qualcosa che non andava e dopo un breve istante di sorpresa, si voltò verso l'ingresso della base segreta e lanciò un ruggito di avvertimento!

"Ah! Attenti, ragazzi, ce n'è uno che sta per dare l'allarme!" esclamò Pietro, colto di sorpresa. "Sudowoodo, cerca di fermarlo con un attacco Frana!"

"Woodo..." mormorò incerto il Pokemon ingannatore. A quella distanza, colpire il Beartic rimasto indietro sarebbe stato un bel problema. Cercò comunque di fare come il suo allenatore gli aveva chiesto, e alzò le braccia-rami in aria. Una raffica di pietre grosse come palloni da basket sfrecciò verso il Beartic rimasto indietro, che interruppe subito il suo ruggito di allarme, e reagì alla minaccia usando il suo attacco Alitogelido: dopo aver preso fiato per una frazione di secondo, l'enorme orso polare soffiò una potente scarica di aria gelida mista a cristalli di ghiaccio, che investì le rocce lanciate da Sudowoodo poco prima che queste potessero raggiungerlo. Alcune riuscirono a completare la traiettoria e raggiunsero comunque il loro bersaglio, ma la maggior parte vennero congelate e si frantumarono a terra.

"Tsk... credevo che ci sarebbero cascati tutti!" esclamò Aya. Il gruppo di allenatori uscì dal loro nascondiglio, e il Blaziken di Vera si lanciò all'attacco contro il Beartic rimasto di guardia, nel tentativo di fermarlo prima che potesse dare l'allarme. Con la velocità tipica delle sua specie, il galletto kickboxer sferrò uno spettacolare calcio rotante a mezz'aria, la gamba avvolta da lingue di fuoco rosse, e colpì l'avversario al torace, scaraventandolo a terra mentre il resto dei Pokemon si occupavano di neutralizzare i Beartic già indeboliti. Il Gardevoir di Max usò un attacco Psichico che sollevò da terra uno dei massicci Pokemon Ghiaccio e lo mise con la schiena contro il muro, per poi far uscire dalla pietra dei tentacoli di roccia che si avvinghiarono attorno ai polsi e alle caviglie del plantigrado, in modo da impedirgli di muoversi per un po'. Il Walrein di Hitomi usò un attacco Corposcontro, che colpì uno dei Pokemon orso... ma quest'ultimo, ancora forte nonostante il veleno che lo indeboliva, afferrò il Pokemon tricheco e lo scagliò via. Walrein atterrò con un potente schianto tra la neve... e un istante dopo, qualcosa di piccolo e veloce si fiondò a tutta velocità contro il Pokemon orso, colpendolo al torace con un calcio volante ben piazzato!

"Bearrrr?" mormorò il Beartic, che ebbe giusto il tempo di vedere un sorriso sardonico su un volto tondo e giallo prima di schiantarsi a terra privo di sensi. Lo Scraggy di Ortilla era riuscito a mettere a segno un potente Calcinvolo, e dopo essersi assicurato che il suo avversario fosse davvero fuori combattimento, si sollevò la pelle in più che aveva attorno attorno alle gambe e se la sistemò meglio sul corpo.

"Bravo, Scraggy! Ora ne resta uno solo, credo..." affermò Ortilla.

In effetti, era rimasto soltanto un Beartic, e anche lui stava avendo un bel po' di difficoltà a vedersela con Drew e la sua Butterfree. La Pokemon farfalla aveva eseguito un attacco Eledanza, volando in una spettacolare figura ad otto, e il suo corpo emanò per un istante una splendente aura bianca. Un istante dopo, la Pokemon Coleottero/Volante fece uno scatto e cominciò a bombardare l'avversario con una raffica furiosa di attacchi Segnoraggio, spostandosi da un'altra parte prima che il gigantesco orso polare riuscisse ad aggiustare il tiro e a sferrare un attacco contro Butterfree. Dopo un po' di insistenza, anche l'ultimo Beartic finì a terra e i suoi occhi si trasformarono in spirali, per segnalare che il Pokemon era stato messo fuori combattimento.

"Wow, complimenti! Io e Sparky... non abbiamo avuto neanche il tempo di pensare ad una tattica!" commentò Ritchie, un po' deluso di non essere riuscito a dare una mano. 

"Blaz..." mormorò Blaziken, tirando il fiato dopo il breve ma intenso scontro sostenuto. Era riuscito a sconfiggere il suo avversario senza difficoltà, ma verso la fine dell'incontro, un attacco Lacerazione del Beartic nemico lo aveva colpito al braccio sinistro. Vera non perse tempo a tirare fuori un flacone di pozione guaritrice e spruzzarlo sul braccio ferito del suo starter, in modo che si riprendesse in fretta. "Blaziken!" rispose il Pokemon Altefiamme, e fece un cenno di ringraziamento con il becco ricurvo.

"Nessun problema, Blaziken!" rispose la bambina castana. "Piuttosto... anche se quel Beartic non è riuscito a dare l'allarme, questo scontro ha fatto un bel po' di confusione. Spero che il Team Meteora non se ne sia accorto... ma temo che sarà difficile."

"Restiamo qui ad attendere, e vediamo se arrivano delle reclute." propose Cain. "Cercate un nacondiglio... se arrivano è meglio se abbiamo la possibilità di coglierli di sorpresa e dare loro una lezione."

"Qualche scagnozzo in meno di cui preoccuparsi, eh? Per me va bene." commentò Aya. I due fratelli si piazzarono ai lati dell'ingresso, ciascuno accompagnato da uno dei loro Pokemon - Nidoking per Cain, e Nidoqueen per Aya. Il resto del gruppo si disperse, ognuno cercando un nascondiglio e attendendo che qualche scagnozzo del Team Meteora apparisse.

Invece, non accadde nulla. Passarono diversi minuti, e non apparve nessuna recluta del Team Meteora. Quando sembrò a Cain che fosse prudente, il ragazzo dai capelli viola fece un cenno ai suoi compagni e ai Pokemon, che si raggrupparono davanti all'ingresso.

"Nido, nidoking!" affermò il Pokemon preferito di Cain, lo sguardo fisso verso il corridoio d'ingresso. Da come si comportava, Cain si rendeva conto che c'era qualcosa che non lo convinceva.

"Non è arrivato nessuno. Forse vogliono farci credere che non hanno sentito nulla per farci abbassare la guardia." commentò Hitomi, tormentandosi il ricciolino che spuntava ribelle dai suoi capelli. In altre situazioni, Vera avrebbe detto che Hitomi era troppo paranoica, ma a quel punto conosceva il Team Meteora abbastanza bene da pensare che poteva davvero essere così. "Io dico di entrare, con molta attenzione e stando attenti alle trappole."

"Hmm... e va bene, immagino che non ci siano altre possibilità. Dobbiamo arrivare in fondo a questa storia." affermò Pietro. "Okay, allora vado io in avanscoperta."

"Ni nido!" rispose prontamente Nidoqueen, una mano alzata e scuotendo la testa per dire di no. Lei e Nidoking si fecero avanti, e senza ammettere contraddizioni, si misero alla testa del gruppo. "Nido?"

"Credo... che ci stiano dicendo di seguire loro." affermò stupita Aya, con tanto di gocciolone di sudore che scendeva lungo la nuca! "Non ricordavo che Nidoqueen fosse così sicura di sè, onestamente..."

"Anche se li conosci da molto tempo, i Pokemon possono sempre riservarti qualche sorpresa... vero, Butterfree?" chiese Drew alla sua graziosa Pokemon farfalla, che emise un trillo acuto e agitò allegramente ali ed antenne. Butterfree svolazzò accanto a Nidoqueen e si posò sulla sua schiena, per poi esclamare qualcosa nell'orecchio della Pokemon Veleno/Terra, che annuì lentamente senza perdere la sua espressione concentrata.

"Okay, allora andiamo pure. Mi raccomando, voi due... andateci piano, potrebbe esserci qualche trappola dietro ogni angolo, per quello che ne sappiamo." affermò Cain. Nidoqueen e Nidoking dissero di nuovo di sì con la testa e cominciarono a condurre i loro compagni all'interno della base segreta.

"Questo posto mette i brividi..." sussurrò Vera. La ragazzina di Petalipoli si stava guardando attorno con i nervi tesi, e stava constatando con i suoi stessi occhi che razza di posto fosse: un lungo corridoio illuminato da alcune luci alogene appese al soffitto, molte delle quali erano danneggiate o fulminate. Il terreno era disseminato di cartacce, pezzi di vetro infranto, calcinacci e anche alcuni rifiuti gettati là e rimasti dimenticati. Vera era sicura che da un momento all'altro sarebbe saltato fuori qualche Pokemon Spettro o qualcosa di altrettanto inquietante... magari un Magnemite o un Cryogonal...

"Però è strano... non sembra che ci sia nessuno. Non vedo neanche una recluta, da queste parti. E questo posto non è neanche stato riordinato, messo a posto, riorganizzato per l'utilizzo... niente!" commentò Ritchie a bassa voce. Il fatto di non vedere nessuna recluta da quelle parti non voleva per forza dire che non ce ne fossero. E ancora non era del tutto convinto che non stessero cercando di architettare un attacco a sorpresa. Il suo fedele Sparky camminava guardingo al suo fianco e muoveva le orecchie in tutte le direzioni, la coda dritta e pronta a captare ogni minimo disturbo.

"E' vero... se davvero il Team Meteora sta utilizzando questo posto come base segreta, mi sarei aspettato che lo tenessero in uno stato un po' più decente." fu la risposta di Ortilla. "Da quello che ho visto, sono gente molto organizzata, e lasciano ben poco al caso. Una base così malridotta... non mi dà l'impressione di essere il posto che loro userebbero."

"Comunque non abbassiamo la guardia, e avviciniamoci con prudenza." sussurrò Drew. Il gruppo continuò ad addentrarsi nel corridoio semibuio, attenti ad ogni possibile segno di minaccia. Ogni tanto, si sentiva un rumore provenire da qualche altra stanza più interna, e alcuni di loro scattavano su per la sorpresa, pronti a difendersi in caso di pericolo... ma non accadde nulla. Sembrava che quei suoni inquietanti fossero lì apposta per snervarli e costringerli a commettere qualche errore dettato dalla paura.

Finalmente, il gruppo raggiunse un ufficio abbandonato, una piccola stanza dove ancora restavano alcuni mobili e una sedia sdrucita posta ad una scrivania rosa dai tarli. Un computer dallo schermo infranto, con a tastiera mancante di diversi bottoni, era stato appoggiato sopra il tavolo, ma a giudicare dalle condizioni sue e del resto della stanza, ormai era del tutto inutilizzabile. Inutile anche cercare di ripararlo...

"Siamo arrivati fin qui, e ancora nessuna traccia del Team Meteora. Eppure dovrebbero essere da queste parti..." commentò Aya con espressione frustrata. Nidoking e Nidoqueen stavano già cercando in ogni anfratto, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse indicare la presenza della pericolosa organizzazione terrorista... e il Bibarel di Ortilla, ora fuori dalla sua Pokeball, stava fiutando i resti degli armadi e dei ripostigli.

"Cerca bene anche tu, Bibby." si raccomandò la piccola coordinatrice, mentre il buffo castoro iniziava ad annusare alcuni armadietti. Bibarel storse il naso per il forte odore di muffa, ma proseguì la ricerca, e raggiunse un altro armadio a doppia anta, chiuso con un lucchetto arrugginito. Interessato a vedere cosa ci potesse essere dentro di tanto importante, il Pokemon castoro afferrò il lucchetto e cominciò a lavorarci sopra con i suoi incisivi affilati, cercando i punti deboli e rosicchiandoli in modo da allentalo. Finalmente, dopo qualche tentativo, il lucchetto già in parte corroso cedette e cadde a terra, rotto in due pezzi. Bibarel tirò un sospiro di sollievo e si ripulì la bocca dal disgustoso sapore del ferro, poi si mise in posa e indicò alla sua allenatrice il lucchetto rotto.

"Bib!" esclamò con orgoglio.

Ortilla si chinò e accarezzò il Pokemon castoro sulla testa. "Ottimo lavoro, Bibby. Adesso vediamo un po' che cosa c'è qui dentro..." disse la ragazzina. Con prudenza, aprì le ante dell'armadio e guardò all'interno. Una nuvoletta di polvere le arrivò in faccia, e Ortilla represse uno starnuto e si passò la mano sulla faccia prima di dare un'occhiata all'interno. Sfortunatamente, non sembrava esserci nulla di interessante, se non qualche foglio ingiallito e sbiadito. "Come temevo. Però... vediamo se questi fogli dicono qualcosa di interessante."

Vera allungò la mano e prese il primo dei fogli. Era così sottile e rinsecchito che la ragazzina temette di romperlo se avesse stretto soltanto un po' di più la presa. Ma per fortuna, c'era ancora qualcosa di leggibile scritto su di esso... e Ritchie tirò fuori una piccola torcia a pile per permetterle di leggerlo.

"Allora, che cosa dice?" chiese Drew. Lui e Max si radunarono attorno a Vera, e il Gardevoir del ragazzino si piazzò accanto a loro, restando in guardia contro ogni possibile minaccia.

Purtroppo, l'ottimismo di Vera si smorzò al momento di dare un'occhiata ai fogli. C'era scritto qualcosa, ma il tempo, l'umidità e mille altre cause avevano fatto sì che l'inchiostro sbiadisse, fino a rendere il tutto illeggibile. La ragazzina riuscì soltanto a vedere qualche parola, che poteva voler dire qualsiasi cosa.

"Hmm... mi spiace, ragazzi, niente chesi possa capire..." rispose Vera. Cercò di aguzzare la vista, ma le parole erano talmente poco visibili che non fece nessuna differenza. "Vediamo... riesco a leggere qualcosa riguardo... PULSE... Magnezone... ehm... poi, che cos'altro c'è qui? Triplo... no, non è la parola giusta..." Scosse la testa e sospirò. "Mi dispiace, non riesco a leggere nulla. Non si vede un cavolo, qui..."

"Peccato, poteva essere un'occasione..." mormorò Ritchie con disappunto. "Però è chiaro che non è tutta qui la base del Team Meteora. Devono essersi nascosti da qualche parte qui attorno."

"E noi dobbiamo scoprire dove..." affermò Aya. "Heh... non avrei mai creduto che una come me avrebbe finito per far parte di un gruppo di resistenza che si oppone alla più potente organizzazione criminale della storia di Reborn. Adesso sono qui con voi a ispezionare uno dei loro covi..."

"E perchè dovrebbe esserci qualcosa di strano, scusa?" chiese Vera con una breve risata divertita. "Anche tu fai del tuo meglio, come tutti noi. Anche tu vuoi liberare Reborn dalla loro tirannia."

"Mi sono svegliata un po' tardi... ma immagino che sia meglio tardi che mai, a questo punto." rispose Aya. "Spero... di rendermi utile, in qualche modo."

Cain mise una mano sulla spalla della sorella minore, che sobbalzò per la sorpresa, ancora non del tutto abituata all'idea di parlare con lui senza alcun dissapore. "Beh, intanto hai dato una mano contro quei Beartic, là fuori. E comunque, non ti preoccupare di essere utile o cose del genere. Fai quello che puoi, e non correre troppi rischi."

"Siamo una squadra, dopotutto. Assieme, possiamo sconfiggere anche il Team Meteora." rispose Pietro, contento di poter contare sul supporto sia di Aya che di Cain. "Quindi... forza, non perdiamo altro tempo e continuiamo a cercare. Da qualche parte ci sarà pure qualcosa che ci metta sulla giusta traccia, no?"

"E' quello che speriamo tutti..." rispose Ortilla. "Okay, Bibby, continuiamo a cercare. Magari da qualche parte c'è un passaggio segreto, o cose del genere..."

 

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Eclisse sospirò e si sfregò la fronte, sentendosi terribilmente stanca. Da quanto tempo stava durando questa ridicolaggine? Da quanto tempo lui ed Astro erano rinchiusi là dentro, perchè Sirius non dava loro altra via di uscita? Finchè non fossero riusciti ad infliggere un colpo decisivo alla resistenza... ma quanto ci sarebbe voluto perchè diventassero un bersaglio per le loro armi più potenti?

Il PULSE... ancora diverse di quelle mostruosità tecnologiche erano in attività, ed erano un asso nella manica per il Team Meteora. E questi erano tra i più potenti che Zel fosse riuscito a creare. Ma l'idea di una simile potenza spaventava non poco la giovane agente scelta. Sotto la guida di Lord Solaris, almeno poteva avere la sicurezza che una simile capacità distruttiva non sarebbe stata usata alla leggera. Forse Lord Solaris era troppo idealista... forse la sua visione non andava esattamente d'accordo con certe realtà dei tempi moderni... ma Eclisse sarebbe stata una stupida a negare che le sue intenzioni fossero di riportare Reborn alla purezza di un tempo. Per quanto brutali potessero essere i suoi metodi, credeva davvero nella sua causa.

Che diversità da Lin... era da quando quella donna demoniaca aveva usurpato il comando del Team Meteora che tutto andava a rotoli...

Un suono di conferma proveniente dalla console a cui stava lavorando attirò la sua attenzione, e la donna sbattè gli occhi in un attimo di sorpresa. Lo schermo ora mostrava lo schema di una enorme macchina PULSE, e a fianco di esso si vedevano delle schematizzazioni di due Pokemon - uno di questi era una sorta di pagliaccio, mentre l'altro sembrava un enorme gambero con una chela sovrasviluppata, addirittura più grande del corpo stesso. Eclisse tirò un sospiro, in parte di sollievo, in parte di incertezza. Era riuscita a fare quello che Sirius voleva... e adesso, come sarebbe andata?

"Sembrava che sia il PULSE Mr. Mime che il PULSE Clawitzer siano ancora in attività. Bisogna solo fare un reboot, e andranno bene." disse tra sè, e con un po' di riluttanza, inserì una sequenza di pulsanti. "Hm... sembra che comunque il PULSE Mr. Mime stia facendo il suo lavoro. Ci vorrà un po' prima che il PULSE Clawitzer sia online, ma una volta che sarà pronto..."

Già, una volta che sarebbe stato pronto. Cosa aveva intenzione di fare il Team Meteora? Lord Solaris aveva inteso quell'arma micidiale come una estrema ratio, considerato quanto distruttiva ed incontrollabile potesse essere. E adesso Sirius aveva intenzione di usarla. Contro cosa, poi? Man mano che le operazioni per rimettere il PULSE-Clawitzer online proseguivano, la giovane provava un brutto presentimento, che si faceva sempre più forte...

I passi rapidi e decisi di Sirius la avvertirono che il suo superiore si stava avvicinando. Lei ed Astro si guardarono negli occhi e poi si voltarono per salutare il loro superiore, che arrivòò dalla porta principale un istante dopo. Al suo fianco, fluttuava uno dei suoi Pokemon più forti e temibili - il suo Chandelure, le cui fiamme scarlatte ardevano lentamente e proiettavano strani giochi di luce ed ombra attorno all'uomo. Il suo occhio bionico scintillava sinistramente alla fioca luce del sotterraneo.

"Comandante Sirius, signore." esordì Astro. si fermò soltanto per schiarirsi la voce, e fece il suo rapporto. "Proprio adesso, mentre stiamo parlando, il PULSE-Mr. Mime sta mantenendo una barriera nei dintorni di Labradoria, e impedisce alla resistenza di raggiungere il nostro quartier generale. Molti membri della resistenza sono riuniti proprio a Labradoria, questo possiamo confermarlo."

"Eccellente." rispose Sirius, senza neanche preoccuparsi di rispondere al saluto dei suoi sottoposti. "E qual è la situazione del PULSE-Clawitzer, dama Eclisse?"

Eclisse provò un brivido freddo che le percorse la spina dorsale. Proprio come temeva... ma non poteva mentire al suo superiore... Sirius avrebbe finito per accorgersene molto presto, e sarebbe andata ancora peggio per lei.

"Il... Il PULSE-Clawitzer è quasi pronto, comandante Sirius." affermò la giovane donna. Chandelure prese qualche centimetro di quota, e le sue fiamme si alzarono un po', come se il Pokemon Fuoco/Spettro volesse intimorire la giovane. "Ecco... noi... stiamo cercando di connetterlo nuovamente alla rete energetica. Dopo... dovrebbe essere pronto a sparare."

Sirius sorrise, un ghigno malvagio che sembrò far risplendere ancora di più il suo occhio bionico. "Bene. Allora sapete già quale sarà il nostro obiettivo." affermò. "Grazie al PULSE-Clawitzer, saremo in grado di eliminare la resistenza, compresa la sua leader Saphira Belrose, in un colpo solo."

"Non c'è la possibilità che la resistenza ne approfitti?" chiese Astro, un po' preoccupato. "Voglio dire, non è che stia discutendo i suoi ordini, comandante Sirius, ma... per poter usare il PULSE-Clawitzer contro i nostri nemici... dobbiamo prima calare la barriera protettiva. Non abbiamo abbastanza energia per farli funzionare enrambi... e anche se fosse stato, non sarebbe comunque possibile far sparare il PULSE-Clawitzer quando il bersaglio è dall'altra parte della barriera protettiva del PULSE-Mr. Mime."

"Tutto quello che dovremo fare sarà disattivare la barriera per una manciata di minuti, il tempo necessario alla norma arma più potente per caricarsi al massimo e radere al suolo Labradoria." tagliò corto Sirius. "Non appena il PULSE-Clawitzer è di nuovo online, attivatelo e scagliate un attacco contro Labradoria. Toglieremo di mezzo un bel po' di quei fastidiosi dissidenti in un colpo solo."

Eclisse riuscì per un pelo ad evitare di mostrare l'orrore che aveva provato nel sentire cosa volesse fare Sirius del PULSE-Clawitzer. Avrebbe dovuto immaginarlo già da parecchio tempo, quando si era parlato di riportare in funzione quella mostruosità... se fosse stata davvero usata contro Labradoria, sarebbe stata in grado di provocare distruzione su vastissima scala, e nessuno degli abitanti sarebbe riuscito a salvarsi! Si trattava di una macchine PULSE davvero spaventosa...

E fu in quel momento, quando si rese davvero conto di quanto le persone a lei care stessero rischiando, che Eclisse cominciò a pensare.

Un'attività pericolosa, dal punto di vista del Team Meteora. Qualcosa che sarebbe potuto costarle il suo posto e forse addiruttura mettere in pericolo la sua vita. Eppure... eppure in quel momento, era costretta a pensare. A come aveva condotto la propria vita, e a quello che le sue azioni avevano provocato, e a quello a cui era arrivata.

Il Team Meteora stava per attaccare Labradoria. Raderla al suolo, con tutti coloro che ci vivevano.

Con suo padre.

Con tutto ciò a cui era legata.

E fu allora che Eclisse finalmente si rese conto della verità che per qualche assurdo motivo le era sfuggita.

Tutti quei discorsi che il Team Meteora faceva su un nuovo mondo, su un futuro migliore, su Reborn che sarebbe potuto tornare ad essere ciò che era stato in precedenza...

...erano soltanto questo. Discorsi.

Il sospetto che Eclisse aveva cercato a lungo di reprimere ebbe la meglio e diventò certezza. Lord Solaris si illudeva e li stava illudendo. Era convinto, sinceramente convinto, della bontà della sua causa... certo, ognuno di noi è l'eroe della propria storia... ma non si rendeva conto di quali danni avrebbe causato in realtà.

Perchè che senso ha vivere in un'utopia, se non hai i tuoi cari con cui condividerla?

Che senso ha un mondo di pace, se è una pace ottenuta con la violenza e la repressione, eliminando tutti coloro che non sono d'accordo?

Eclisse non si era posta queste domande prima di allora. Aveva visto un mondo in cui avvenivano ingiustizie e crimini, in cui alcune persone vivevano nel lusso mentre altre facevano fatica a sopravvivere, e aveva provato vergogna nel fare parte di quell'elite nelle cui mani era stato tutto concentrato. Lord Solaris e i suoi appassionati discorsi su un mondo più giusto l'avevano sedotta, portata a gettarsi alle spalle i suoi privilegi, il suo stesso nome, ed entrare a far parte di quella setta che faceva il lavaggio del cervello alla gente con tutti i loro discorsi. Avrebbe dovuto capirlo subito, quando Lin aveva usurpato il posto a Lord Solaris e aveva trasformato il Team Meteora in un gruppo di terroristi. Ma forse una parte di lei era rimasta tenacemente aggrappata al suo idealismo, e aveva sperato che in un modo o nell'altro, la visione di Solaris potesse diventare una realtà.

Solo ora Eclisse si rendeva brutalmente conto della follia di quel disegno. In nome degli ideali di Lord Solaris, ideali che Lin aveva falsato e corrotto, avrebbe dobuto sacrificare suo padre e i suoi concittadini.

Eclisse non si era ancora persa al punto da non poter più tornare indietro... ma si poteva dire lo stesso del resto del Team Meteora? Di Astro, il suo migliore amico - anche se a volte la sua testardaggine e la sua mancanza di acume la infastidivano non poco?

"Certo... certamente, capiamo quello che bisogna fare." rispose Astro. Eclisse non era sicura se fosse davvero così, o se era lei che si stava arrampicando sugli specchi, ma fu sollevata di sentire un accenno di esitazione nella voce del suo migliore amico. Forse c'era ancora il tempo di impedire a lui e a sè stessa di oltrepassare un limite da cui non sarebbero mai potuti tornare indietro? Era una speranza alla quale adesso Eclisse cercava di restare aggrappata con tutte le sue forze... "Non si preoccupi... provvederemo a riportare online il PULSE-Clawitzer il prima possibile, e... rimuovere la resistenza prima che possa muovere contro di noi."

"Ottimo. Non deludetemi." affermò Sirius. Il suo Chandelure emise un verso inquietante, una sorta di canto che riecheggiò tra le mura della stanza, in modo da ricordare loro che a quel punto il suo superiore non avrebbe più tollerato alcun fallimento. Poi, si girò di scatto e si allontanò, uscendo dalla stessa galleria da cui era entrato. Chandelure lo seguì a breve distanza, e le fiamme che guizzavano sulle sue braccia proiettarono una tetra luce sui muri e sul pavimento...

 

------------

 

Ritchie scose la testa dopo aver estratto un cassetto da una scrivania e aver guardato al suo interno. Niente da fare. C'erano soltanti fogli di carta puliti, ingialliti dal tempo. Nulla che potesse dare un'idea dei progetti del Team Meteora, e neanche di dove si trovassero.

"Sembra che qui... non ci sia nulla. Neanche informazioni." dichiarò il ragazzino di Kanto. "Eppure è assurdo che abbiano lasciato quei Pokemon di guardia, se non avevano intenzione di usare questa base segreta. Non ha alcun senso pratico."

"Hai ragione, tesoro. Il che vuole dire, probabilmente, che siamo noi che non stiamo guardando nella direzione giusta." replicò Cain, mentre cercava di riprensare a tutti i posti in cui erano passati. Aya e Pietro guardarono verso di lui, cercando di indovinare a cosa stesse pensando.

"Se io fossi un membro di un'organizzazione terrorista, cercherei di nascondere il mio covo in un punto dove pochi andrebbero a cercarlo." commentò Hitomi. La ragazzina si era messa con le spalle appoggiate allo stipite di una porta e le braccia conserte, e adesso stava cercando a sua volta di pensare a dove il Team Meteora avrebbe potuto nascondersi. "E per quanto riguarda l'ingresso alla mia base... beh, lo andrei a mettere nell'ultimo posto dove a molti verrebbe in mente di cercare. Magari dietro una porta segreta con qualche meccanismo particolare."

"Hmm... l'ultimo posto dove a qualcuno verrebbe in mente di cercare, eh? Vediamo un po'..." disse Ortilla. Decisa anche lei a fare la sua parte, la piccola coordinatrice cominciò a riflettere... e dopo qualche istante, cominciò a venirle un sospetto. "L'ultimo posto dove andrei a cercare un passaggio segreto... è in un luogo dove sono sicura che non ce ne possono essere. Scusate... posso dare di nuovo un'occhiata a quell'armadio?"

"Ah? Certamente... credi di esserti persa qualcosa da quelle parti?" chiese Ritchie. Sparky si sfregò il mento, ed Ortilla si diresse nuovamente verso l'armadio che il suo Bibarel aveva aperto poco prima. Il Pokemon castoro si grattò la testa. Cosa sperava di trovare Ortilla da quelle parti? Avevano già guardato da cima a fondo...

"Ti serve una mano?" chiese Aya, mentre la ragazzina dai capelli turchini iniziava a cercare con i palmi delle mani sul fondo dell'armadio. Dopo qualche secondo in cui non riuscì a trovare nulla, Ortilla sobbalzò quando le punte delle sue dita toccarono qualcosa che svettava appena un po' dal piano dell'ultimo scaffale.

"Ah! Aspettate, credo di aver trovato qualcosa! Forse è solo un pezzo di legno, ma..." affermò, e infilò la testa nell'armadio per vedere meglio. In effetti, adesso che vedeva bene, aveva l'impressione che ci fosse addirittura un interruttore in quel punto. Un interruttore che era stato nascosto molto bene, e che adesso riusciva a vedere soltanto perchè aveva avuto il sospetto che ci fosse qualcosa. "Eccolo lì! Aspettate un momento..."

"Che cosa..." cominciò a chiedere Vera. Il suo Blaziken trasalì quando sentì qualcosa muoversi sotto di sè, e fece un piccolo balzo laterale per evitare di cadere nella botola che si stava aprendo sotto di lui!

Anzi, no, non era una botola. Una sezione del pavimento si era aperta, scivolando via da sotto Blaziken, per rivelare una piccola rampa di scala che scendeva in una galleria segreta! Un corridoio lungo e desolato, con soltanto alcune luci appese ai muri a permettere di vedere dovesi stesse andando...

"Sì! Ce l'abbiamo fatta! Lo abbiamo trovato!" esclamò Ortilla. Il gruppo, per gran parte stupito e contento di aver trovato quel passaggio, osservò per qualche istante le scale, in modo da assicurarsi che non ci fossero trappole... e Sparky si caricò per un istante, e poi scagliò una raffica di energia elettrica nel corridoio. Due meccanismi quasi invisibili posti all'imboccatura del corridoio, andarono in corto circuito con un inquietante rumore di sfrigolamento.

"Pika pika!" affermò il buffo Pikachu con il ciuffo.

"Ottimo lavoro, Sparky. Immagino che quelle fossero delle trappole." rispose Ritchie, e accarezzò il suo Pikachu sulla testa per congratularsi con lui. Sparky rispose con uno squittio soddisfatto, e la squadra iniziò a scendere nel passaggio segreto, sperando che li avrebbe condotti a quello che cercavano. I loro Pokemon si misero in guardia, e presero posizione nella fila in modo da poter intervenire rapidamente se ci fosse stato qualche agguato.

"Tenete gli occhi aperti, qui può esserci di tutto..." disse Max, per poi notare il suo Gardevoir che fluttuava acanto a lui, le mani appoggiate sulle tempie e gli occhi chiusi in segno di concentrazione. "Gardevoir?"

"Percepisco la presenza di tre menti in questo luogo, Max. Oltre alle nostre, ovviamente." la calma voce telepatica del Pokemon Psico/Folletto raggiunse la mente del ragazzino. "Non sono molto distanti da qui. Non credo che possano essere altri che gli uomini del Team Meteora che stiamo cercando."

"Sì... capisco, Gardevoir. Staremo attenti." rispose Max. "Ragazzi... Gardevoir mi dice che ci sono tre uomini del Team Meteora da queste parti. Non so di chi si tratti, ma dobbiamo essere pronti a tutto."

"Non siamo venuti qui pensando che non ci sarebbero stati avversari da affrontare." rispose Aya. "Io... non sono sicura di essere in grado di starvi dietro, ma farò quello che posso."

"Non ti preoccupare, Aya." Pietro mise una mano sulla spalla della ragazza per farle sentire la sua vicinanza. "Siamo tutti qui, e non saranno gli sporchi trucchi del Team Meteora a darci pensiero... dico bene, Cain?"

"Hahahaaa, puoi dirlo forte, futuro genero!" scherzò il ragazzo dai capelli viola. Il viso di Aya assunse un interessante colore tendente al rosso scarlatto, e Drew strizzò un occhio a Pietro, che si sfregò la nuca con una mano per l'imbarazzo. "Comunque, stai tranquilla, Aya. Sono sicuro che io e te possiamo fare un bel lavoretto!"

"Grazie, Cain... e anche a te, Pietro..." rispose Aya con un misto di gioia ed imbarazzo. "Ehm... credo che... che il corridoio stia per finire. Stiamo per giungere in una specie di hall."

"Okay, state attenti. Temo che questo sia un ottimo posto per un agguato." affermò Ritchie. Sparky scese agilmente giù dalla sua spalla e azzardò a dare un'occhiata nella stanza, mentre Gardevoir usava i suoi poteri psichici per scandagliare la zona e cercare di individuare dove fossero i loro avversari.

Dopo alcuni secondi, Gardevoir aprì gli occhi e corrugò la fronte in segno di sospetto. "Nessuno nella stanza qui davanti. Si nascondono nella parte più interna della base." comunicò. "Da qui però non riesco a capire cosa stanno facendo."

"Probabiile che stiano preparando qualche macchina PULSE, come quelle di cui ci ha parlato miss Saphira." rispose Drew. "E va bene. Allora, io dico di andare avanti e fermarli prima che possano completare quello che stanno facendo."

"King!" Il Nidoking di Cain raggiunse a sua volta l'imboccatura della stanza e guardò Sparky come per dirgli che era il momento di andare. I due Pokemon presero fiato ed entrarono con un balzo, pronti a combattere in ogni caso...

Ma, come aveva detto Gardevoir, la loro paura di un attacco si rivelò infondata: non c'era proprio nessuno là attorno. Sentendosi un po' più sicuri, i ragazzi entrarono nella zona più interna della base, e si diressero verso una porta automatica all'altro lato della sala d'ingresso. Con un sibilo sinistro, la porta automatica si spalancò e rivelò la grande sala di controllo che si trovava dietro di essa.

Davanti a Vera e ai suoi compagni si presentò uno spettacolo inquietante. La stanza nella quale si trovavano era ampia e fiocamente illuminata dai numerosi schermi accesi, sui quali si potevano vedere dei grafici incomprensibili e delle immagini prese da qualche telecamera installata chissà dove. Sotto gli schermi erano state piazzate console e tastiere, fin troppo complesse perchè la giovanissima coordinatrice potesse anche solo pensare di usarle. E davanti a due di queste console si trovavano due persone dall'aspetto molto familiare... anche se la luce non era ottimale, Vera riconobbe quasi subito Astro ed Eclisse, i due agenti scelti del Team Meteora che avevano rapito Ortilla alla cerimonia di inaugurazione del torneo di Pokemon di Hoenn!  

"Mi stavo chiedendo quanto ci avreste messo per trovarci." affermò la donna, per nulla sorpresa dall'irruzione della resistenza nel loro covo. Era un'impressione di Vera, o Eclisse sembrava addirittura sollevata?

"Bene, bene... guarda chi si vede. Ci avete messo i bastoni tra le ruote per un bel po', ne converrete." continuò Astro. Il giovane agente scelto del Team Meteora interruppe il suo lavoro, premendo un interruttore sulla console che probabilmente serviva ad impedire a chiunque altro di interferire con ciò che stava facendo. "Ma questa volta, sono sicuro che andrà diversamente."

"Sì, come no." rispose Hitomi, quasi annoiata. "Lo sapete quante volte abbiamo sentito dire la solita tiritera? Perchè non vi risparmiate le frasi fatte e non combattiamo?"

"Se è questo quello che vuoi..." disse Astro. Calciò via una sedia e prese le sue Pokeball... ma Eclisse esitò prima di fare il primo passo. La giovane donna sentiva che era quello il momento giusto per dire la sua, e che forse non avrebbe più avuto una simile occasione.

"E'... proprio necessario tutto questo?" chiese, cogliendo di sorpresa la gran parte del gruppetto della resistenza.

Astro non comprese subito quello che la sua compagna voleva dire. "Heh... sì, immagino quello che pensi, Eclisse." affermò, beatamente inconsapevole. "Questa volta, siamo noi ad avere il vantaggio. Li spremeremo come limoni, e poi li raccoglieremo con il cucchiaino."

"No, non hai capito proprio niente di quello che volevo dire!" sbottò la donna, gli occhi alzati verso il cielo. A quel punto, anche Vera e i suoi compagni avevano compreso che c'era qualcosa di strano. Che cosa stava cercando di dire, quella donna?

"Che... che significa? C'è... qualche dissapore nel Team Meteora?" chiese Vera a nessuno in particolare. Gardevoir sbattè gli occhi confuso, e sia Drew che Max alzarono le spalle, per dire che non sapevano nulla nemmeno loro... 

"Eclisse?" chiese Astro, interdetto. "Cosa... cosa volevi dire, allora?"

Nonostante tutto, Eclisse non aveva ancora deciso di arrendersi. Con riluttanza, ma anche con fermezza, la giovane donna controllò di avere tutte le Pokeball alla cintura, e si fece avanti. "Lascia perdere, Astro... per il momento, è più importante portare a termine il nostro compito." affermò, per poi guardare Vera dritta negli occhi. "Volete saperne di più, vero? Bene, se riuscirete a sconfiggere me ed Astro, allora vi racconterò tutto! Vediamo se siete all'altezza! E vi avverto, non siamo gli stessi delle ultime volte! Vai, Lunatone!"

"Solrock, tocca a te!" esclamò Astro. I due Pokemon Roccia/Psico così simili ad un sole e una falce di luna uscirono dalle loro Pokeball e si librarono in volo ad appena un metro da terra, entrambi circondati da una splendente aura rosata. Malgrado Eclisse non fosse del tutto convinta di ciò che stava facendo, entrambi i loro Pokemon erano carichi e decisi a combattere.

"Non... non ho la più pallida di cosa vogliate dire... ma se è una battaglia di Pokemon che volete, saremo lieti di darvela, miei cari!" affermò Cain con un gesto elegante del braccio. "Signori e signore... permettete che mi occupi io di questi... graditi intrattenitori?"

"Ti do una mano io, Cain." affermò Aya. "Non ti ho aiutto quando avrei dovuto, ma... questa volta non mi tirerò indietro! Sarò al tuo fianco come avrei sempre dovuto fare!"       

"Queen!" Nidoqueen si piazzò audacemente di fronte ad Aya, fianco a fianco con il Nidoking del fratello, e si mise in guardia.

"Heh... grazie, sorellina!" commentò Cain. Non che avesse mai dubitato di lei, ma sapere di poter contare sul suo aiuto non faceva che aumentare la sua sicurezza. "Okay, signori del Team Meteora, credo proprio che possiamo cominciare. Sarà una sfida interessante."

"Cain, Aya... siete sicuri di potercela fare?" chiese Hitomi.

La ragazza dai capelli viola fece un cenno affermativo. "Tranquilla, piccola. Non posso dire di essere sicura di me al cento per cento... ma questa volta, farò il mio dovere fino in fondo."

"Va bene. Ma se siete in difficoltà, noi siamo qui e pronti a darvi una mano!" rispose Vera. "Okay, ragazzi... adesso facciamo un po' di spazio a Cain ed Aya! Buona fortuna, voi due!"

"Auguri, Aya... e anche tu, Cain!" rispose Pietro. Il ragazzo dai capelli viola rispose voltandosi verso il gruppo e mandando un bacio con una mano.

"Siete consapevoli, vero, che due Pokemon di tipo Veleno sono in serio svantaggio contro due Pokemon di tipo Psico?" chiese Astro, fissando poco convinto Nidoking e Nidoqueen, che nondimeno apparivano sicuri di loro stessi.

Cain non si preoccupò più di tanto. "E tu sei consapevole, figliolo, che non è solo il tipo a decidere il risultato di un incontro?" rispose, con un sorriso che ad Astro sapeva quasi di presa in giro. "Bene, signori... adesso credo che sia giunto il momento di far vedere quello che sappiamo fare. Si dia pure inizio alla battaglia."

Eclisse disse di sì con la testa. Concordava al cento per cento con quello che diceva Cain - e sperava con tutto il cuore che la resistenza desse una volta di più prova del suo valore.

 

----------

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: E anche questo capitolo è pronto! Spero di non avervi fatto aspettare troppo, sto cercando di scrivere quanto più possibile nel tempo che ho a disposizione... XD

Nel prossimo capitolo, vedremo una battaglia in piena regola! Cain ed Aya affrontano Astro ed Eclisse... saranno in grado di dare prova di sè e a fermare le macchine PULSE prima che possano essere attivate? E che cosa ha intenzione di fare Eclisse? Certo non è mai stata la più convinta sostenitrice dell'organizzazione, ma a questo punto sembra che stia seriamente pensando di mollare.

Grazie ancora per la vostra attenzione... e ci vediamo, spero il prima possibile!

Buon proseguimento!

 

 

 

 

 

  
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