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Autore: PandoraGroovesnore    16/08/2009    2 recensioni
Raccolta di one-shot, drabble e flash-fic, per un totale di 100 storie sui personaggi di Detective conan creati da Gosho Aoyama.
{#075 - Ombra} "Era davvero ironico. Lei, donna di sapienza ed estrema sostenitrice della razionalità, si stupì di quanto la mente umana, fosse incerta riguardo a se stessa. Quando si è nell'ombra, ogni cosa è relativa, e la percezione delle cose viene distorta da individuo ad individuo."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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like a shadow, i'm by your side

Titolo: like a shadow, i am by your side
Fandom: X
Coppia:  RanxShinxAi velato [Ai POV]
Prompt: 075. Ombra
Rating: per tutti
Riassunto: Ipotetico missing moment del volume 24, quando Shinichi ferito gravemente perde molto sangue e Ran le dona il suo dato che i gruppi sanguigni sono compatibili.. La ragazza  come sappiamo rimane tutto il tempo con il bambino, ma se anche un' altra persona, riflettendo su quello che è accaduto, prende una decisione che sarà fondamentale. 
Note: E' una shot introspettiva. L'ho scritta anche per dare la mia personale vera risposta alla futura domanda che Shin rivolgerà ad Ai: "Haibara perchè fai tutto questo per me? Perchè mi aiuti? "

like a shadow, i am by your side

Le infermiere del piano ormai non facevano caso al corpicino, se, in caso di bisogno, dovevano percorrere quel corridoio dell'ospedale centrale di Beika-cho; in un primo momento si erano impensierite alla vista della piccola tutta sola, ma la interessata  con voce atona, dava loro sempre la stessa risposta: "watashi no onii-chan ha avuto un intervento, ed watashi no onee-san è lì con lui. Io lo aspetto qui." giusto per essere sicura che l'avrebbero fatta rimanere, dato che ai loro occhi  era pur sempre  un' ottenne. Se l'indomani, quando Kudo si sarebbe svegliato, avrebbero riferito o fatto presente della sua presenza, se la sarebbe sbrigata lui.. Ma dubitava che le infermiere sarebbero state le stesse, visto i turni, quindi l'inconveniente era minimo.

tic-tac, tic-tac .

Aveva sempre odiato il ticchettìo degli orologi. Lo percepiva come un rumore penetrante, che le entrava nelle orecchie e sollecitava suo malgrado i timpani, rendendogli difficile la laborazione di pensieri logici. Ma probabilmente, in quella data circostanza, la colpa non era esclusivamente da attribuire all'oggetto scanditore del tempo, appeso alla parete alle sue spalle.

Il corridoio buio  in cui si trovava, poteva avere un'aria sinistra ed incutere soggezione ad una bambina della suà età apparente, senza escludere persone più grandi ovviamente. Lei invece si sentiva quasi a suo agio in quell' involucro nero. Sapeva che, se rimaneva immobile e raggomitolata su se stessa, sarebbe stata come parte dell' ombra omogenea, invisibile. Idonea all'oscurità ed al silenzio del luogo.

L'ingombrante peso sullo stomaco, quell'ansia palpabile che l'affiancava, la portavano inevitabilmente a fissare la porta a lei difronte, con sentimenti contrastanti.

Poi, dalle labbra rosee e carnose uscì uno sbuffo.

"Kudo-kun, anata wa baka."

Con lo sguardo insolitamente vacuo, portò le braccia parallele al busto ed usandole come delle leve, scese in modo fluido e composto dalla seggiola in plastica. I suoi passi titubanti, quasi si dessero contemporaneamente del coraggio e della dicrezione l'un, l'altro, fecero azionare le lampade fotoelettriche del corridoio semideserto.

Era davvero ironico. Lei, donna di sapienza ed estrema sostenitrice della razionalità, si stupì di quanto la mente umana, fosse incerta riguardo a se stessa. Quando si è nell'ombra, ogni cosa è relativa, e la percezione delle cose viene distorta da individuo ad individuo.

Anche la porta che aveva davanti ai suoi occhi si era rivelata per ciò che era. Ma prima, quella stessa superficie nivea le sembrava l'accesso ad un luogo inviolabile. Il luogo di ritrovo tra il ragazzo a cui aveva inconsapevolmente sconvolto l'esistenza, e la ragazza tanto speciale, dalla quale lui voleva tornare e condividere insieme i suoi pensieri, sentimenti, giorni ed azioni.

La conclusione imboccata dalla sua mente la portò nuovamente a fermarsi.

Egoisticamente aveva trascinato anche lui in quel suo mondo di ombre. Proprio colui che ha sempre avuto la predisposizione e la passione  a far luce a misteri ed enigmi.

Shiho Miyano sorrise amaramente. Giunta alla parete accostò il corpicino esile alla superficie fredda e fece leva sulle punte dei piedi, i quali presero una lieve forma arcuata. La sua statura gli permetteva di arrivare poco più sopra di 5 centimetri dalla finestra a vetro, oscurata da classiche tende veneziane. Da una delle varie fessur eosservò la stanza, delineata dalla luce proveniente dietro di sè. Sul letto, nel mezzo c'era un bambino dai lineamenti orientali, capelli corvini con quel ciuffo ribelle sulla parte posteriore del cranio, che dormiva con un' espressione serena. Accanto a lui, china con il busto sul materasso, riposava Mori.

Alzò il bracciò, e tendendo le pallide dita in avanti proiettò l'ombra di queste sul viso del bambino, prima sulla cicatrice visibile sulla fronte (e no, non è HP xD), poi sulla mano di lui che ondeggiava ritmicamente sul piccolo petto.

Dopotutto, luce ed ombra devono coesistere per essere considerate tali. La loro presenza è inscindibile, e con quel pensiero, la piccola Ai Haibara prese una decisione. Avrebbe aiutato l'incoscente tantei, perchè aveva trovato la sua luce, ed non era intenzionata a farla affievolire.

  
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