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Autore: vanessie    07/08/2020    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 228

“Non trovarti più”

 

 

POV Matt

Avevo finito la scuola superiore, c’era stata la cerimonia di consegna del diploma e i miei genitori, insieme a Jennifer, erano venuti a vedermi. Mamma e papà li avevo visti felici e orgogliosi di quel traguardo e dei miei voti. Lo ero molto anch’io, sarei andato al college tra poco più di un mesetto e mezzo, a fine agosto, avrei intrapreso una nuova fase della vita, conosciuto nuovi amici e imparato a vivere senza genitori, diventando sempre più grande e autonomo. Diventare un medico era il mio sogno, per cui era ovvio che fossi elettrizzato all’idea di provarci. In quel momento comunque volevo godermi le vacanze estive, un po’ di relax meritato. Poi ci sarebbe stato il ballo di fine anno il 30 giugno e a quel punto avrei davvero chiuso con tutti gli impegni del liceo. Non avevo la ragazza, per cui avevo chiesto a Katelyn di accompagnarmi e lei aveva accettato. Avendo un anno più di me, lei aveva concluso gli studi l’anno precedente, frequentava il college di Dulino e aveva trovato un lavoretto estivo. La nostra amicizia era proseguita alla grande. Dopo quella volta dell’ultimo dell’anno a casa sua, nel suo letto, in cui mi aveva concesso delle coccole molto piacevoli e dei baci, eravamo tornati amici, sebbene in seguito la storia si fosse ripetuta per il suo compleanno, per Pasqua, un pomeriggio di maggio. Si era ripetuta in modo quasi simile, variando qualcosina, stava diventando difficile mantenere le distanze. Rispettavo il fatto che non volesse iniziare a frequentarmi perché sarei partito per l’America, perché eravamo amici e così via, ma nutrivo dei sentimenti veri e far finta di niente il giorno dopo quelle coccole era snervante.

“Ecco i vestiti stirati per stasera amore” disse mamma entrando in camera e alludendo a quelli del ballo di fine anno. “Grazie” risposi in accappatoio, appena uscito da sotto alla doccia. Avevo già asciugato i capelli con il phon e li stavo sistemando davanti allo specchio. “È tutto qui, giusto? Il dress code era pantaloni eleganti neri, camicia bianca, papillon e bretelle, dico male?” domandò “Giusto” “Non vorrei dimenticare qualcosa” “Mamma calmati, è tutto pronto” risposi sorridendo. Era tutta emozionata, come se dovesse andarci lei al ballo “Hai comprato i fiori per te e per il braccialetto di Kate, vero?” chiese “Come? I fiori? Noooo” feci finta di essermene scordato “Stai scherzando? Ma che testa hai? Esci immediatamente” “Ti stavo prendendo in giro mamma, i fiori sono al sicuro, li ho già ritirati” affermai. Mi tirò un leggero buffetto sulla testa “Dovresti smetterla di scherzare, è una cosa seria” “Pensi che potresti lasciarmi libera la mia stanza per farmi vestire?” “Certo…e comunque…come se non ti avessi mai visto nudo! Chi pensi che te lo cambiasse il pannolino?” rispose ridendo “Si parla di un milione di anni fa” replicai. Rimasto solo indossai gli abiti, rispettando il dress code indicato dalla scuola. “Ciao io esco” “Mi raccomando chiedi a Holly di farvi qualche foto” disse mamma venendo a darmi un bacio sulla guancia “Voglio avere dei ricordi di questo momento” aggiunse “Va bene” “Matthew mi raccomando” intervenne papà “Per cosa?” “Per tutto” sospirò. Li salutai e andai a piedi a casa Cadogan. Ben aprì la porta, invitandomi ad entrare. Holly e Kate arrivarono poco dopo. Era così bella, le ragazze dovevano indossare un abito con sottili spalline, lungo fino a metà coscia, di colore rosa, in pizzo. Si era truccata, appuntata i capelli e aveva messo ai piedi sandali intonati al vestito, con tacco largo. Ci salutammo con un sorriso e un bacio sulla guancia “Mamma vuole che tu ci faccia delle foto” dissi a Holly “Lo so, le voglio anch’io, usciamo in giardino, almeno abbiamo anche un bello sfondo” rispose.

 

cap.228

 

“Sono venute benissimo, non preoccuparti le invio su Whatsapp a tua madre e anche voi due” affermò Holly. La ringraziai, ne guardammo qualcuna, il resto le avremo controllate sui nostri telefoni quando le avremo ricevute. Erano carine, da casa di Katelyn infatti c’era una bella vista sul verde e anche noi due eravamo venuti abbastanza bene. Salutammo i genitori di Kate e andammo a scuola in metropolitana. Holly ci inviò le foto quindi le guardammo insieme commentandole.

 

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La zona della scuola dedicata a quella serata di festa era stata decorata a tema, c’erano già molti studenti e i prof incaricati di controllare. C’erano bibite analcoliche e qualcosa da sgranocchiare. La festa era animata da musica “Vuoi fare un giro o ballare?” le chiesi “Non so ballare, ma se lo facciamo insieme va bene” rispose. Ci infilammo in mezzo all’enorme quantità di studenti in pista, i brani si alternavano, alcuni parecchio ritmati, altri meno, appartenevano a generi musicali differenti e tra questi ogni tanto partiva qualche pezzo adatto ad un lento. La aiutai a ballare, perché inisteva a dire che non sapeva e si vergognava a farlo, quindi i nostri balli furono tutti una sorta di passo a due, con alcune giravolte. Ci divertimmo, facemmo molte risate. Quando ci stancammo andammo a sederci, tra una chiacchiera e l’altra salutai alcuni ragazzi e ragazze con cui avevo seguito i corsi a scuola, alcuni vicini di casa, compagni di sport. “A che ora devi rientrare?” le chiesi “Alle due, ormai da capodanno il mio orario è quello” “Abbiamo tanto tempo allora” dissi controllando l’orologio da polso. “Allora…come ci si sente ad aver finito la scuola?” mi domandò sorridendo “Benissimo, finalmente sono in vacanza e questa sarà la prima estate senza compiti, per cui totale riposo” “Non ti sembra strano pensare che a settembre non metterai più piede qui dentro?” “Non me ne rendo conto ancora, sembra una normale fine della scuola, come gli anni passati, penso che a settembre sarà stranissimo” chiarii. “Anche per me lo scorso anno è stato…assurdo pensare che non dovevo più frequentare i corsi, vedere i professori, i compagni” “A luglio e ad agosto oltre a riposarmi e uscire con gli amici, voglio dedicarmi a tutte quelle cose o persone che non vedrò più quando mi trasferirò, a quelle più importanti” affermai alzando la voce, per contrastare la musica “Mi pare giusto, spero di non essere inclusa nella lista, altrimenti due mesi a sopportarti saranno duri” mi prese in giro. Non ribattei, la sollevai da terra facendo finta di volerla buttare nel laghetto del giardino, mentre lei rideva e mi chiedeva di metterla giù.

 

giphy

 

“Dai scherzavo!” esclamò quando la lasciai “Verrai a trovarmi negli Stati Uniti?” proposi cambiando tono “Io…non lo so Matt, non voglio farti promesse che non so se riuscirò a mantenere. Mi piacerebbe. Per venire a New York servirebbe almeno una settimana libera, posso dirti che se ci riuscissi verrei volentieri, sia perché non sono mai stata in America, sia per vederti” sottolineò. Annuii e le rivolsi un sorriso, poi distolsi lo sguardo, il capitolo malinconia non poteva esserci al ballo di fine anno.

“Ti va se prendiamo qualcosa da bere?” chiese toccandomi un ginocchio per richiamare la mia attenzione “Certo” risposi. Il tavolo con le bibite si trovava all’altro capo della sala, la presi per mano per raggiungerlo, facendomi strada tra i nostri coetanei. Versai l’aranciata nei due bicchieri che Katelyn teneva in mano, poi ne presi uno “Aspetta, facciamo un brindisi al tuo ultimo ballo di fine anno. La conclusione di un percorso di studi di quattro anni, nei quali sei cresciuto, restando te stesso, nonostante le esperienze belle e brutte, le compagnie giuste e meno giuste. Ti auguro un buon proseguimento all’università. Che tu possa raggiungere i tuoi obiettivi e avere ancora ottimi voti. Che tu possa trovare nuovi amici simpatici in grado di apprezzarti e capirti” disse “Grazie Kate, è un augurio molto bello” affermai avvicinandomi al suo orecchio e cingendole la vita con un braccio, poiché da quel lato la cassa della musica era più vicina e quindi più assordante. “Prego, le penso davvero queste cose e spero che tu possa trovarti bene anche lontano da casa, in un mondo diverso” “Aspetta beviamo e spostiamoci a parlare laggiù” proposi. Facemmo un brindisi e ci allontanammo, mettendoci seduti in una zona meno chiassosa, dove non occorreva urlare per capirci. “Insomma tanto per riprendere il discorso, ti ringrazio per i tuoi auguri. So che inizialmente vivere in una città assai diversa da Dublino per dimensioni, affollamento, tradizioni e stile di vita non sarà facilissimo. Trovarmi da solo in un mondo lontano dal mio perché diverse saranno le persone che mi circondano e diverso l’ambiente che frequenterò, dato che il college non è la stessa cosa della scuola, sarà spiazzante, forse mi creerà nostalgia e inadeguatezza. Poi spero di fare amicizia e comunque dovendo seguire le lezioni sarò impegnato. Spero che le cose si sistemino e che possa ambientarmi” spiegai. Con Kate potevo essere sincero fino alla fine, era logico avere dei timori su quel cambio drastico di vita, sapevo che lei mi avrebbe ascoltato senza giudicare. Mi fece una carezza sul viso “So che ti riuscirà benissimo. Troverai amici e amiche in grado di farti sentire meno solo, è impossibile che non li trovi, sei un ragazzo aperto e solare, sei leale e sai ascoltare, ridere, dare consigli. Per cui…o gli americani sono rimbambiti, oppure nel giro di poche settimane avrai trovato nuovi amici da conoscere” mi consolò. “Beh speriamo” sospirai, spostò la mano tra i miei capelli e mi fece delle carezze, mentre ci guardavamo negli occhi “E comunque mi scriverai su Whatsapp, vero?” “Certo Kate” “Devi raccontarmi tante cose nuove e le voglio sapere tutte” aggiunse sorridendo. “Anch’io voglio sapere le tue” “Mi raccomando, oltre a studiare devi divertirti, mostrarti per ciò che sei e non lasciarti sfuggire nessuna nuova avventura” mi ammonì “Ci proverò” “Quando dico avventure intendo cose che non hai mai fatto, esperienze in amicizia, esperienze lavorative…e anche amorose” “Dimmi la verità, sei al settimo cielo all’idea che non sarò più qui a romperti le scatole” scherzai per spezzare il clima che si era creato. Aggrottò le sopracciglia “No, affatto. Sono contenta per te perché so che è il tuo sogno, ma non lo sono per me” “Perlomeno non ti stresserò più con la storia del mio amore per te” insistei solo per giocare. “Perché pensi questo? Guarda che ti voglio bene e l’idea di dirti ciao è dura. Ci sei sempre stato dalla nascita e per me sì che sarà dura Matty. Tu devi scoprire un mondo nuovo che, per quanto possa crearti ansie e preoccupazioni, avrà anche un lato elettrizzante. Per me sarà molto diverso. Resterò qui a fare la vita che faccio oggi, non avrò niente di nuovo da conoscere, l’unica differenza sarà che tu non ci sarai più, se non dietro ad uno schermo. È triste non trovi? Girarmi a destra e a sinistra e non trovarti più, passare davanti a casa tua e sapere che non ci sei, andare in giro per la città e ricordare che in quel posto o in quell’altro abbiamo fatto una passeggiata insieme, o abbiamo riso, o litigato, o fatto pace…” “Non voglio che dici così, per te ci sarò sempre” la rassicurai “Non come vorrei” rispose abbassando lo sguardo. Misi la mano sul suo mento, costringendola a guardarmi e notando che avesse gli occhi lucidi “Hey, guarda che 18 anni di vita insieme, non si cancellano solo perché uno va all’università. Sei la mia migliore amica e lo sarai per sempre, anche se conoscerò nuova gente, anche se non ci vedremo, anche se tu stringerai i rapporti con altri, spostando ciò che c’è con me su…non so…magari su Liv oppure su qualcun altro che conoscerai. Non dire che non avrai più niente da scoprire. Hai 19 anni, dovrai fare nuove amicizie, dovrai innamorarti, vedere posti nuovi, scoprire nuovi hobby…pensa che ancora neppure conosci il tuo futuro ragazzo” tentai di dire per sollevarle il morale, fece un sorriso accennato, così proseguii “Dovrai scoprire cosa significhi amare, essere amata, fare l’amore. Mi racconterai di lui?” “Sì…potrei farlo” “Come? Devo sapere chi è! Voglio pure la foto su whatsapp” scherzai, facendola ridere “Potrei volerla anch’io la foto della tua lei” “Se tu la mandi a me, io la mando a te” le proposi “Guarda che le donne sono molto critiche…non so se ti conviene” concluse. La avvolsi in un abbraccio e la tenni stretta per un po’, annusando il suo profumo e beandomi di quella vicinanza. La aspettai quando disse di dover andare alla toilette. Poi le proposi di fare un giro nel giardino della scuola, sebbene non fosse consentito uscire dall’area riservata alla festa studentesca. Inizialmente non voleva ma si lasciò convincere e mi seguì.

 

giphy

 

Cercammo di allontanarci senza essere notati, scambiandoci qualche bacio quando trovavamo un posto più riparato. “Spero vivamente che nessuno ci veda in giardino, dato che è vietato” affermò “A te non dovrebbe importare, non sei una studentessa del liceo e a pensarci bene ormai non lo sono più neppure io. Anche se ci beccassero cosa importa? Non potremo avere conseguenze” risposi “Sarebbe comunque una figuraccia” “Ohhh io dico che c’è molto di peggio” puntualizzai “Ad esempio?” “Tanto per dirne una, è molto peggio quando al cinema ti metti a piangere per qualche scena triste” la presi in giro. “Sono una persona sensibile, scemo” “Sì e di una dolcezza unica, ma sentiti!” “Sempre meglio di te” concluse facendomi la linguaccia.

 

giphy

 

“Lo sai che è bello essere qui con te?” sussurrò mentre passeggiavamo abbracciati “Anche per me” “Ripensandoci, forse la foto della tua ragazza non voglio vederla” “Perché?” “Perché…sarei gelosa” bisbigliò facendomi fermare. “Non hai mai voluto essere di più, ti ho detto miliardi di volte che ti amo” risposi con un sorriso “Questo non significa che anch’io non abbia dei sentimenti verso di te” “Parliamone mentre andiamo a casa, è quasi ora per te” suggerii, avviandomi con lei verso la fermata della metro. Salimmo e restammo a parlarne mentre ero seduto, con lei al mio fianco. Ci scambiammo un bacio lungo e profondo, assaporandoci anche ad occhi aperti. Stare immerso nelle sue iridi da tanto vicino era favoloso “Ti fermeresti un po’ a casa mia adesso?” sussurrò “Da te? Ok” “Devo darti una cosa” “Va bene, cos’è?” domandai “Lo vedrai” affermò. Arrivati a casa sua entrai e la seguii senza far rumore in camera. Ben ed Holly dormivano nella stanza poco distante. Chiuse la porta e mi fece cenno di sedermi sul letto. Ultimamente quando faceva così, invitandomi all’ultimo minuto, chiudendo la porta a chiave e con tutto quel mistero sui motivi, era perché voleva far qualcosa che non rientrava nel concetto d’amicizia, ed io ci sperai. Mi porse una busta bianca con il mio nome “La aprirai quando parti a fine agosto, quando ormai avrai fatto il check in e sarai solo in aeroporto” spiegò “Va bene” “Ti ho scritto qualcosa che a voce non riesco a dirti e che magari ogni tanto, quando sarai a New York, potresti rileggere” “Grazie” risposi. Restai nei suoi occhi, avvicinandomi alle labbra quando l’attrazione divenne per me irresistibile. Era seduta sul letto con le gambe poggiate di lato, calai lo sguardo, percorrendone ogni singolo centimetro. Tornai con lo sguardo nel suo, ci baciammo e al termine del bacio lei si sganciò i sandali, togliendo anche il braccialetto di fiori che le avevo portato. Calò le mie bretelle e mi aprì i bottoni della camicia uno ad uno. La tolsi riprendendo poi a baciarla. Portò la mia mano destra sulla cerniera dell’abito che indossava, la calai, lasciandola solo con il reggiseno e le mutandine. Restai con gli occhi sulla sua biancheria: era coordinata, ricamata, una di quelle cose provocanti da donna, color lilla. Le sue mani slacciarono le mie scarpe, togliendole, sfilai i pantaloni “Non voglio fare quello che pensi” sussurrò, poi proseguì “Mi è ancora difficile lasciarmi andare, ma se fossi pronta vorrei che succedesse con te” “Perché siamo mezzi nudi?” chiesi sottovoce dato che i suoi dormivano a poche stanze di distanza. Si sdraiò sul materasso “Mettiti qua sopra” disse, obbedii sdraiandomi sopra di lei, le sue gambe si allacciarono dietro al mio sedere. Essere in quella posizione, separati solo dallo strato sottile dei miei boxer e delle sue mutandine era troppo per il mio cervello. “Vorrei tanto che tra noi non ci fosse alcuno strato di tessuto” “Anch’io” mi limitai a rispondere perché ero fuori di me. Ero parecchio confuso, il calore che si sprigionava dalle nostre parti intime era assurdamente invitante “Perché vuoi stare in questa posizione?” le domandai “Voglio che tu…mi faccia capire…lontanamente cosa vuol dire fare l’amore” confessò ed io riuscii a vedere il rossore delle sue guance anche con la luce soffusa della lampada “Cioè vuoi che io…mi muova contro di te mentre siamo separati solo dalla biancheria?” “No” rispose. “Ah ok, infatti mi sembrava un po’ strano” replicai sorridendo “Io voglio che…facciamo come hai detto…senza biancheria” precisò. Mi uscì un mezzo sorriso “Senza?” ripetei “Sì” confermò mordicchiandosi le labbra. “Sai che questa cosa può farti provare certe sensazioni anche se non sono dentro di te, giusto?” chiesi perché sapevo che era così, soprattutto per l’anatomia femminile. Lei annuì “Sì…è quello che voglio” sussurrò, rimasi ancora qualche secondo a scrutarla, se lo voleva lei, figuriamoci io. Mi alzai in piedi, lei fece lo stesso. Sfilai i boxer e mi voltai per guardarla. Ci rivolgemmo un sorriso imbarazzato, calai lo sguardo sul suo corpo e lei sul mio. Le uscì un sospiro “Se ci hai ripensato dimmelo” la esortai “No, non ci ho ripensato. È perché…è la prima volta che ti vedo completamente nudo e…ho solo pensato che sei bellissimo” rispose sottovoce. Far sfiorare le nostre parti intime, seppur solo dall’esterno era…super eccitante e fantastico. Non volevo esagerare nel far nulla perché sapevo che lei non avesse mai fatto niente di simile con nessuno e la rispettavo. Vederle sul viso un’espressione di desiderio e piacevolezza mi faceva letteralmente morire. Ci sdraimmo sul letto per continuare a fare la stessa identica cosa più comodamente. “Tutto ok?” sussurrai quando le uscì di bocca un sospiro decisamente più intenso “Sì” ansimò. Fu una cosa un po’ strana, decisamente meno intensa di un vero rapporto sessuale, ma comunque piacevole. Tra uno sfregamento e l’altro ci baciammo parecchio, intuii che stesse piacendo a lei quanto a me, almeno dal suo respiro affannato e dai suoi sospiri.

Dopo essere andato in bagno mi ero steso sul letto, lasciandole il posto. Lei rientrò in camera sdraiandosi con me. Voltai lo sguardo sul suo viso, aveva le guance rosee ma non era imbarazzo, era solo accaldata e a me sembrava più bella del solito. “Ti va di restare a dormire qui?” sussurrò quando si posizionò nel mio abbraccio “Mi va però…non ho detto nulla ai miei” “Se gli mandi un messaggio adesso, pensi che a loro dia fastidio?” mi chiese con tono così dolce. “Tu vuoi che io resti? È una cosa importante per te?” replicai “È perché…è la prima volta nella vita che mi succede e mi piacerebbe tanto stare ancora insieme, fino ad addormentarci” sussurrò. Le diedi un bacio dolce, fose aveva ragione, insomma non era un vero e proprio orgasmo completo, poiché non avevamo fatto realmente l’amore, ma ero pure consapevole che per una ragazza fosse comunque parecchio piacevole dall’esterno. “D’accordo, allora resto” risposi “Davvero?” “Certo” “Grazie mille” ribattè lasciandomi un bacio sulla spalla “Non voglio che mi ringrazi, io ti amo, lo sai” conclusi.  

 

NOTE:

Buongiorno ragazze, anche stavolta una lunga attesa prima del capitolo ^___^ mi siete mancate! Matthew ha finito la scuola superiore e, come in tutti gli Stati di cultura inglese, lo aspetta il ballo di fine anno. Invita Katelyn dicendo che lo fa perchè non ha la ragazza, ma ovviamente è l'unica con cui vorrebbe andarci. Durante la serata lui riesce ad aprirsi totalmente, confidandole di avere anche un pochino di timore per il cambio di vita che lo attende, non si tratta solo del passaggio dalla scuola all'università, che di per sè è un grosso cambio, ma anche del trasferimento in un posto lontano e sconosciuto, senza punti di riferimento. Kate lo consola e a sua volta rivela che sarà difficile anche per lei abituarsi ad una vita senza il suo migliore amico accanto. Mi piaceva mostrare che per entrambi sarà dura salutarsi, del resto hanno vissuto 18 anni quasi in simbiosi. Rientrati a casa, i baci ai quali spesso si lasciano andare e che in precedenza avevano comportato anche atteggiamenti più intimi, convincono Katelyn a lasciarsi andare ulteriormente, coinvolta dalle emozioni della serata e dai sentimenti che nutre. Quando penso al suo personaggio, immagino una ragazza di 19 anni ancora un po' timida verso la sfera intima, che vuole concedersi la prima volta con il ragazzo che ama, un fidanzato. Spero che si sia capito che nei suoi sogni quel ragazzo è Matthew, ma il fatto che non voglia soffrire per una storia d'amore a distanza, la spinge a controllare il suo sentimento, riducendolo ad amicizia, sebbene ogni volta che sta con lui si senta innamorata. Tutto ciò, unito alla carica ormonale di quella fase di vita, li porta a spingersi oltre. 

Ora che le mie vacanze sono finite vi aspetto puntali venerdì prossimo, anche stavolta spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno,

Vanessie

   
 
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