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Autore: DearHoney    07/08/2020    0 recensioni
Ho sempre messo un pò di te dappertutto,e mi è stato impossibile dimenticarti, tu mi hai distrutto ma io sono ancora qui per te.
Una volta qualcuno ha detto che per ritrovarsi bisogna perdersi quasi del tutto. Ed è vero, lo sanno bene Cheryl e Jordan. Si sono persi e ora ritrovati, non importa quanto cerchino di stare lontani si ritroveranno sempre, perchè sono due anime affini che si sono riconosciute al primo sguardo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ricordi.
Quanto male facevano in quel preciso momento i ricordi per Cheryl. Un esercito silenzioso di ricordi si era insinuato dentro di lei. Ed era proprio questo uno dei motivi che spingeva la ragazza a non ritornare mai a Cape May,i ricordi. Ricordi di una vita spensierata, ricordi di quell’amore folle e passionale che un tempo l’aveva travolta, l’aveva fatta sentire viva e poi l’aveva prosciugata. E come facevano male quei ricordi, i quali ancora bruciavano sulla sua pelle e non ci pensavano minimamente a scomparire. Infondo l’unica cosa che gli rimaneva di Jordan Moore erano proprio quei ricordi.
Ecco a cosa pensava Cheryl chiusa nella piccola depandance che i suoi genitori le avevano donato il giorno della sua laurea. La villetta a due piani degli Smith, infatti, nascondeva  una piccola costruzione che fino a pochi anni prima David Smith aveva usato come deposito. Quando sua figlia si  trasferì a New York, gli sfioró l'idea di trasformare quel piccolo deposito in qualcosa di unico solo per la sua adorata Cheryl. In realtà il motivo era anche un altro poiché  David pensó che se avesse regalato a sua figlia un posto tutto suo , forse, sarebbe ritornata più spesso! Egli infatti non lo capiva proprio il motivo che spingeva Cheryl a ritornare a Cape May così sporadicamente. E cosí, piano piano per quasi tre anni David aveva trasformato quel piccolo e freddo deposito in una bellissima casetta.Una volta che  Cheryl, tornata a casa, vide per la prima volta il nuovo design di quel vecchio deposito,che ormai non poteva più essere definito tale non riusciva a crederci. Non disse nulla, ma si voltò solamente verso suo padre, abbracciandolo, sussurrandogli un grazie all’orecchio. E quel giorno Cheryl si sentì infinitamente in colpa in quanto  per tre anni si era persa tutto quello, si era persa la sua famiglia e si promise che non sarebbe accaduto più .
 
Erano passati tre giorni dall’arrivo di Cheryl e Jack a Cape May e mentre la ragazza era distesa  pensierosa sul comodo divano, con gli occhi chiusi, in preda proprio a quei ricordi , Jack di fianco a lei era immerso in una lettura; di tanto in tanto poggiava la mano sul capo di Cheryl per accarezzarle i capelli. In quei tre giorni  non avevano fatto molto in realtà, avevano cenato e pranzato con la famiglia della ragazza, si erano visti con Dave e Kate e il giorno prima erano stati in un piccolo centro commerciale con Stacey.
“Ehi tesoro sei sveglia?” chiese ad un tratto Jack abbassando il suo libro e poggiandolo sulle gambe.
“mmh”
“Okay, lo prendo per un si” disse chinandosi a baciarle la fronte.
“Che ne dici se andiamo a farci un giro? Siamo qui da tre giorni e non siamo ancora stati in città”
Cheryl a quel punto si alzò dal divano, mettendosi comoda. Ci pensò un po’ prima di rispondere, sapeva benissimo quanto Jack avesse perfettamente ragione… erano lì da tre giorni e non erano ancora stati in città. Quella sua paura di rincontrare e rivedere Jordan aveva avuto la meglio, tanto che ancora una volta quel ragazzo aveva avuto la meglio su di lei.
“Si va bene, dieci minuti e andiamo”
Si, aveva deciso che avrebbe affrontato quella paura, quel timore che aveva da quando erano giunti a Cape May. Infondo non si poteva nascondere per sempre, erano ormai passati tre anni e Cheryl era una donna adulta, con una carriera brillante davanti e un bellissimo ragazzo proprio lì affianco a lei. Jordan Moore era solamente un ricordo e come tale andava trattato.
 
 
Se Cheryl si era rifugiata nella sua piccola depandance, anche Jordan non era stato da meno, ma con la semplice differenza che lui aveva scelto la sua casa in campagna; a fargli compagnia solamente la sua macchina fotografica e niente altro. Aveva passato gli ultimi tre giorni, seguenti all'arrivo di Cheryl, facendo la cosa che gli riusciva meglio ossia  lavorare. Aveva dato uno sguardo alle ultime fotografie che aveva scattato in Europa, catalogandole per poi svilupparle e pensare alla prossima mostra. Non sapeva nemmeno lui il perché si sentisse cosi, ma aveva paura di rivedere quella ragazza che anni prima gli aveva rubato il cuore. Aveva il terrore di ritrovarsela davanti, di saperla felice con qualcun altro, nonostante fu egli stesso a porre fine alla loro relazione tre anni prima. Di colpo però i pensieri di Jordan furono interrotti dal suono del campanello, si alzò dalla poltrona sistemata nell’accogliente salotto, per dirigersi alla porta, infastidito dal suono incessante del campanello. Davanti a lui Ryan Mills uno dei suoi migliori amici:
“Ehi ”. Lo salutò il biondo, grattandosi imbarazzato la nuca.
“Avevo detto che volevo rimanere da solo, devo lavorare” rispose Jordan, con un accenno di fastidio nella voce.
Essendosi reso conto di aver usato un tono un po’ troppo infastidito, subito  si scusò con lo sguardo con l'amico.  Facendogli cenno, lo invitò ad entrare.
Il biondo entrò in quella casa che suscitò in  Ryan tanti  ricordi, dato che quella casa, infatti, per i giovani ragazzi di Cape May era stato un po’ il porto sicuro in tanti momenti. Fu proprio qui che si era tenuta la festa di diploma, e ,proprio in quella casa avevano avuto la loro prima sbornia, e proprio quella casa era stato lo scenario perfetto per l’inizio della storia di  Cheryl e Jordan. Qui infatti si erano incontrati la prima volta proprio durante una di quelle famose feste organizzate dal quartetto.  Dando una rapida occhiata in giro, Ryan notò un paio di bottiglie di birra poggiate a terra. Mentre sul tavolo giaceva il pc e la macchina fotografica, capì subito che l’amico aveva voluto rifugiarsi nel lavoro. "Tipico di Jordan", pensò. Da quando i due si conoscevano, Jordan  si era sempre rifugiato nella fotografia, durante i momenti di preoccupazione.
“Lo so che avevi detto di voler rimanere solo, ma cazzo Jordan non puoi stare qui tutta l’estate”, disse Ryan guardando negli occhi l’ amico.
“Te l’ho detto sto lavorando, ho un sacco di cose da fare… "cercando il moro molteplici giustificazioni.
“Senti lo so, che è difficile! Lei è qui con il suo nuovo ragazzo e per te non è facile, ma  starà qui tutta l'estate. Capisci!? Il suo tono tornò ad addolcirsi:
" non puoi nasconderti per sempre”. Jordan non rispose, perché sapeva perfettamente quanto Ryan avesse ragione, e lui si stava nascondendo, si stava comportando da codardo per la seconda volta nella sua vita e questo lo sapeva bene . Stava cercando di nascondere i propri errori per non affrontare le conseguenze che questi avevano e che tutt'ora stavano causando. Nascondere quella parentesi che lo aveva cosi profondamente segnato, non avendo alcuna intenzione di riaprire la scatola dei ricordi o almeno, nonostante fosse passato del tempo, non era ancora pronto. Era una parte della sua vita che aveva cercato disperatamente e malamente di accantonare.
“E quindi Ryan cosa vuoi? Perché sei qui?” ed ecco lì, pensò il biondo, il Jordan , che odiava quando gli altri gli evidenziassero la verità.
Ma Ryan non demorse, lo conosceva fin troppo bene.
“Andiamoci a fare un giro, esci da qui e vivi”, enfatizzò volutamente le ultime parole.
 
 
 Convincere Jordan non fù affatto semplice. Era da quella mattina che il moro, infatti percepiva una strana sensazione, un qualcosa che lo attanagliava da dentro, alimentando la sua agitazione. Ma allo stesso tempo si rendeva perfettamente conto di non poter dire di no a Ryan, apprezzandone il fatto che fosse andato  li per lui a cercare, almeno in parte, di strapparlo da quei pensieri che sapeva benissimo gli attanagliassero la mente.
Mentre dall’altro lato della città,
Cheryl e Jack camminavano teneramente avvinghiati per le strade di Cape May. Anche la ragazza, come Jordan , percepiva una strana sensazione, un batticuore irrazionale, un senso di ansia che la spingeva a guardarsi intorno in cerca, probabilmente di un paio di profondi occhi castani. Allo stesso tempo, però, si sentiva cosi stupida a pensare queste cose, mentre di fianco a lei il suo ragazzo, probabilmente ignaro di quei pensieri, le teneva teneramente la mano.
Così Cheryl si ritrovò a pensare a quanto fosse maledettamente sbagliato tutto ciò, cercando di promettere a se stessa che fosse giunto il momento di dimenticare per sempre il giovane Moore.
Jordan e Rayn, dopo aver pregustato una birra ghiacciata al solito e vecchio ritrovo vicino al porticciolo di Cape May, risalivano ora per le vecchie stradine della cittadina. Parlottando e facendo battutine sui numerosi turisti che in quel periodo dell’anno adornavano la città. Per un momento anche a Jordan parve di essersi dimenticato di quella strana sensazione che si trascinava con sé dalla mattina.
“Questo è in assoluto il mio periodo dell’anno preferito” gli stava ripetendo Ryan, estasiato dalla quantità di turiste che camminavano dinanzi a loro.
“Ovviamente ti riferisci alle ragazze”
 
“Insomma amico, guardati intorno, sembra di essere in paradiso”, continuò il biondo mentre sorrideva malizioso a due turiste.
 
Ryan Mills, l’eterno latin-lover di Cape May biondo, occhi azzurri e un sorriso sfacciato che faceva perdere la testa a tutte le ragazze di quella cittadina del New Jersey e non solo.  L’unica ragazza che era stata immune al suo fascino fù proprio Cheryl Smith, che preferì il suo compagno di avventure Jordan Moore. Al contrario invece  con Ryan aveva allacciato anni prima una fraterna amicizia che, dati gli eventi, si era persa lasciando spazio solamente a numerosi e teneri ricordi.
“Ecco di nuovo questa sensazione” pensò Jordan mentre si guardva  intorno agitato. Insieme all’agitazione si era presentata anche un qualcosa che il ragazzo conosceva molto bene, anche troppo forse, ovvero il bisogno di fuggire, anche se non sapeva nemmeno lui bene da chi o da cosa..o forse si.  Ad accorgersene dell’agitazione dell’amico fù anche Ryan che si ritrovò a pensare a quanto conoscesse bene il ragazzo accanto a lui.
“Jord tutto bene?”
Jordan annuì, ma cazzo no! non andava niente bene. Fu infatti una questione di attimi, un momento, il tempo di alzare lo sguardo e posarsi sull’altro lato della strada e la vide; Cheryl Smith mano nella mano con lui, camminavano vicini  le loro mani intrecciate, mentre ridevano dopo che lui le aveva baciato la guancia.
Non ora, non qui, ti prego” fu l’unica cosa che Jordan riuscì a pensare.
Anche Ryan si accorse di Cheryl e Jack e un maledizione quasi sussurrato fu l’unica cosa che riuscì a dire.
 
Jordan nel frattempo era rimasto pietrificato, voleva scappare, fuggire come aveva sempre fatto, ma non ci riusciva, le sue gambe si rifiutavano di muoversi.
Eccola lì quella sensazione che il ragazzo aveva a lungo temuto, il cuore gli martellava nel petto, sembrava come se da un momento fosse pronto a saltare fuori .
Scappa scappa” gli ripeteva una vocina nella sua testa, il cuore,  lui no, gli diceva di restare, lo implorava di non scappare di non comportarsi da codardo come tre anni prima.
La lotta tra ragione e sentimento era appena iniziata, chi dei due avrebbe avuto la meglio? ------ Ehila, ecco a voi il terzo capitolo di Breaking Me. Personalmente sono molto soddisfatta di questo capitolo spero di esservi riuscita a trasmettere l'emozioni dei due protagonisti. Fatemi sapere voi cosa ne pensate. Inoltre vorrei aggiungere un banner alla mia storia ma non so come si fa, se qualcuno di voi è più esperta può contattarmi per favore? Un bacio,a presto
  
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