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Autore: Clodie Swan    07/08/2020    4 recensioni
"Da molto tempo non affrontavamo un giorno doloroso come questo. Sapevamo che presto sarebbe arrivato. La parentesi felice di questi pochi anni non poteva durare per sempre. Non per noi. Siamo destinati a lottare, a compiere sacrifici, a soffrire pur di proteggere i nostri cari da ogni pericolo. Perfino da noi stessi. Perché noi non siamo persone normali. Siamo creature oscure e letali. Siamo dei vampiri."
Sono passati diversi anni dagli eventi di Breaking Dawn. I Cullen devono difendere il figlio di Renesmee e di Jacob Black dalle mire dei Volturi. La loro strada finirà per incrociarsi con quella di un giovane quanto affascinante cacciatore di vampiri.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 49


Il silenzio che calò sulla Sala dei Cesari fu talmente irreale che Dillon ebbe la sensazione che il tempo si fosse fermato. Dopo qualche secondo capì che nessuno degli esseri presenti respirava, non ne avevano bisogno. I loro volti di marmo erano imperscrutabili, soltanto Aro tradiva la propria sadica soddisfazione mentre Caius furente, guardava Dillon con odio.

“Dopo tanto tempo.” esordì Aro tornando al suo posto. “La nostra attesa è stata ripagata. Abbiamo finalmente trovato ciò che cercavamo.”

Nessuno si sentì obbligato a rispondergli. Ad un tratto si udì un finto colpetto di tosse da parte di Louis.

“Mio signore, ho portato a termine il lavoro. Posso considerare concluso il nostro accordo.” Quale accordo?

Aro lo guardò come se si fosse appena ricordato della sua esistenza e fece un cenno con la mano verso uno dei suoi sottoposti che avanzò verso Louis consegnandogli una cartellina di pelle.

“Ci sono tutti i documenti. Non abbiamo tralasciato nulla. Chateau Dupont è di nuovo tuo legalmente.”

Chateau che cosa? Dillon ricordò che Dupont era il cognome di Louis e lo vide aprire la cartellina ed ispezionare quei documenti con un sorriso devoto e uno sguardo diffidente. Dillon si concentrò e nella mente del vampiro vide una grande casa di pietra grigia immersa nel verde a cui si poteva accedere tramite un piccolo ponte.

“E così hai fatto tutto questo per un maledetto castello?” gli gridò Dillon incapace di trattenersi. “Hai perseguitato me, la mia famiglia, hai rapito Laura per un vecchio rudere?”

Louis ripose con cura i documenti e lo guardò tranquillamente. “Non credo tu possa comprendere quello che questa proprietà significhi per me. E casa mia.”

Dillon lo afferrò per il bavero della giacca “No che non lo posso comprendere! Io non ce l’ho più una casa per colpa tua!”

Louis lo fissò con un sorrisetto scaltro “Mi stai sgualcendo il vestito, Dillon. O dovrei dire David? Ricorda che devo riaccompagnare a casa Laura.”

Dillon lo lasciò riluttante lanciandogli sguardi di fuoco.

“Contegno, vi prego.” intervenne Aro. “David è uno di noi adesso. Louis puoi ritenerti congedato. Spero che potremo contare ancora sulla tua collaborazione in futuro.” A Dillon sembrò di vedere un lampo di rabbia attraversare gli occhi di Louis ma fu u istante. Il vampiro sorrise amabilmente verso i Signori di Volterra. “Ma certo! Sarà sempre un piacere rivedere Dillon.”esclamò compiaciuto. “Temo di dovervi lasciare adesso, o perderò il volo. A presto, spero.”

Con un inchino Louis uscì elegantemente fuori dalla stanza lasciando Dillon ancora carico di odio e di dubbi nei suoi confronti.

“Procediamo” disse improvvisamente Aro “Adesso David CullenBlack dovrai prestare giuramento.” Si girò verso la guardia e fece un cenno ad una vampira in piedi nella seconda fila che si fece avanti scoprendosi il cappuccio. Aveva un aspetto pressoché identico a quello di tutti gli altri vampiri, come se qualsiasi sentimento che avesse un tempo animato i suoi lineamenti fosse stato ricoperto da una maschera marmorea su cui spiccavano i suoi occhi rossi.

“Chelsea ha il potere di legarti a noi ed assicurarci la tua lealtà. Ma tu devi collaborare. O la tua giovane amica ne pagherà le conseguenze.”

Dillon li maledisse tutti mentalmente e si avvicinò alla vampira che gli stava già offrendo la mano. Il giovane le porse la sua, e disgustato da quel tocco gelido, chiuse gli occhi augurandosi che qualsiasi cosa fosse, finisse il prima possibile. Attese ma non accadde nulla.

“E´ protetto mio signore.”spiegò Chelsea. “Ha uno scudo mentale molto forte.”

“Ti consiglio di disattivarlo, mio caro ragazzo.” lo invitò Aro tradendo una certa ansia.

“Non ho ancora bene capito come fare...” spiegò Dillon trattenendo la sua furia. “Abbiate pazienza ma non so ancora gestire bene i miei... poteri mentali.”

“Ti consiglio di...” la nuova replica di Aro fu interrotta da qualcuno che bussò forte alla porta. Una volta ottenuto il permesso di entrare nella stanza si presentò un vampiro vestito come un addetto alla sicurezza che andò ad inginocchiarsi davanti ai suoi padroni.

“Non so come sia accaduto ma ci hanno appena informati che il castello deve essere evacuato per motivi di sicurezza. La polizia dovrebbe arrivare a momenti e ci ha chiesto la massima collaborazione.”

Un mormorio di sorpresa attraversò le file della Guardia finché Aro non invitò tutti al silenzio. “Non ha alcuna importanza. Abbiamo ottenuto quello che volevamo e possiamo anche tornare a Volterra. Preparatevi a partire e fingete come sempre davanti agli umani. Mantenete le apparenze.”

In breve i vampiri vennero divisi in gruppetti e inviati giù nelle auto di lusso pronte ad attenderli. Soltanto Aro e la sua cerchia più ristretta decisero di trattenersi insieme al ragazzo. Loro se ne sarebbero andati per ultimi.

“Una volta a casa avremmo tutto il tempo.” cominciò Aro “Ma mi sentirei più tranquillo se potessimo portarti via da qui già assoggettato.”

Dillon stava sbirciando dalla finestra per vedere le numerose auto nere che se ne andavano e cercò di calcolare quanti vampiri potessero essere ancora rimasti nel castello. Si chiese se Laura fosse già partita e la cercò concentrando la sua telepatia per individuare i pensieri di lei. C’era ancora e percepì che era preoccupata per lui. Angosciata, piuttosto, e piangeva. Provò una stretta al cuore intuendo che non l’avrebbero liberata finché lui non si fosse sottomesso completamente.

“Vieni qui David Cullen Black.” disse Aro imperioso consapevole di averlo in pugno. Dillon avanzò lentamente verso di loro mentre la rabbia gli scorreva nelle vene come un fuoco e gli costò una certa fatica non esplodere. Doveva esserci un altra via d’uscita! Chelsea gli posò le mani sulle spalle e lo fissò intensamente negli occhi. Dillon capì come doveva fare per sollevare il suo scudo mentale, lo aveva capito anche prima forse, ma aveva sperato ancora in qualcosa...Chiuse gli occhi e si preparò alla resa finale…

Dillon resisti, siamo qui!

La voce di Edward risuonò di colpo nella sua testa facendogli aprire gli occhi e si girò per vedere i vetri della finestra infrangersi. Davanti a lui atterrarono agilmente Edward, Bella, Alice e Jasper, i quattro membri più forti della famiglia Cullen. La sua famiglia. Dillon li guardò con un misto di gioia e stupore e andò a prendere posto in formazione accanto al loro, mettendosi al centro.

“Era ora che arrivaste.” disse con voce commossa “La festa qui sta diventando un mortorio.”

“Provvediamo subito a rianimarla.”rispose Edward accennando un sorriso.

“Che scena commovente, miei cari Cullen.” esordì Aro con una calma gelida. “Siete qui per salvare il vostro amato nipotino. Ma temo siate arrivati in ritardo. Di ventuno anni per l’esattezza! Il ragazzo ormai è nostro.”

“Non direi” ribatté Dillon “Non ho giurato niente.”

“Hai promesso!”gridò Caius.

“Sai come si dice dalle mie parti? Ci ho ripensato.” replicò Dillon con un’alzata di spalle.

Aro ruggì “Siete stati furbi a dividerci dalle altre guardie, ma siamo ancora in netta maggioranza rispetto a voi.”

“Bene” fece Edward “Perché abbiamo portato i rinforzi.”

Scartò di lato per far posto a qualcosa di enorme che si stava avvicinando. Con un grande balzo un lupo gigantesco dal pelo rossiccio fece il suo ingresso nella sala digrignando le zanne davanti ai Volturi e ponendosi di fronte a Dillon come per proteggerlo. Jacob! Era ancora più grande da come lo aveva immaginato nella visioni di Renesmee. Il lupo si girò per un attimo a guardarlo e Dillon poté specchiarsi nell’enorme pupilla per un istante. Gli sembrò di vederci brillare una lacrima. Suo padre… Ma non era il momento: i Volturi dopo lo smarrimento iniziale alla vista del licantropo si erano ricomposti e si stavano preparando a contrattaccare. Dillon considerò che erano in minoranza di cinque a uno ma i suoi alleati non sembravano intimoriti.

“Dillon, prendi queste.” gli disse Jasper lanciandogli delle armi. Dillon riconobbe due pugnali come quelli che gli aveva dato in Scozia e una delle sue bloody silver. “Dove l’hai presa?” chiese stupito.

“Samuel.” pensò il vampiro ammiccandogli. Dillon sorrise grato che non avesse nominato il suo collega in presenza dei suoi nemici. Ora era chiaro chi avesse chiamato la polizia per organizzare l’evacuazione. Sorrise togliendosi la giacca e buttandola via in un angolo senza tanti complimenti. Infilò i pugnali nella cintura, caricò la pistola e la puntò alla testa di Aro tenendosi pronto a colpire. A quel punto la Guardia attaccò e i Cullen corsero in avanti. Aro e i suoi due compagni erano scomparsi e i loro sottoposti si stavano battendo con ferocia. Jane e Alec erano frustrati di dover combattere ad armi pari perché Bella aveva neutralizzato i loro poteri e al tempo stesso combatteva come una leonessa.
Jacob falciava senza fatica ogni vampiro che osava attaccarlo e allo stesso tempo copriva le spalle alla sua amica. Alice e Edward sfruttavano le loro capacità per anticipare ogni mossa dei loro nemici, mentre Jasper dava prova di conoscere molto bene ogni possibile tecnica di combattimento e teneva a bada anche due o tre nemici alla volta servendosi contemporaneamente del suo potere per scoraggiarli e renderli più vulnerabili. Dillon aveva già colpito a morte diversi vampiri ma si accorse che dei tre Volturi non c’era traccia. Poco dopo Aro e Caius tornarono alla guida di un nuovo manipolo di guardie che prese il posto di quelle che avevano appena finito di abbattere. Aro si preparò a fronteggiarlo mentre Caius lasciò di nuovo la stanza con alcune guardie e Dillon udì chiaramente il pensiero che stava prendendo forma nella mente di quell’essere malvagio. La ragazza.

“Vai a salvare la tua amica Dillon, qui ci pensiamo noi.”gli disse Edward prendendo il suo posto. Dillon guardò la porta dietro la schiera di vampiri e annuì. Prese la rincorsa e si librò in aria con una capriola disegnando un arco nei quindici metri del soffitto, scavalcando così i membri della guardia che tentarono di ghermirlo e di impedirgli la fuga, trafiggendoli con diversi colpi di pugnale. Appena ebbe posato i piedi a terra, guadagnò la porta e si lanciò all'inseguimento il più velocemente possibile.

  
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