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Autore: polpettaalsugo8    12/08/2020    0 recensioni
Questa storia è ambientata nel periodo dei malandrini. Inizia una mattina in cui Severus e James s'incontrano in un bagno, si provocano a vicenda e combattono. James resta ferito e disarmato e dopo essere stato picchiato dice a Severus qualcosa che gli fa capire che James subisce gravi abusi a casa. Piton si rende conto così che l'atteggiamento del ragazzo è solo una maschera per celare la vergogna e l'umiliazione degli abusi subiti.
Severus capisce quindi che James prova un dolore molto simile al suo ma lo esprime in un modo differente. James è diventato spavaldo mentre Severus è chiuso e rabbioso.
James d'altra parte si rende conto della rabbia dell'altro e del fatto che per quanto all'apparenza Piton sembri indistruttibile, di fatto è più sensibile di quanto sembri e soffre per le prese in giro di James e Sirius.
Per questo motivo James gli propone una tregua che evolverà nel tempo in un bellissimo rapporto di amicizia che cambierà il corso degli eventi futuri.
Questa storia si basa su un concetto molto semplice: la prima impressione può essere sbagliata e a volte conoscendo qualcuno che ci sta antipatico ci si può scoprire affini a lui.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Severus Piton | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Nei giorni seguenti Piton osservò James da lontano notando come l’altro apparisse abbattuto e fuori fase. La sua magia era debole e James era deconcentrato e stanco. Pochi giorni dopo l’incidente Potter fece un disastro alla partita di Quidditch facendosi rubare il boccino da un Tassorosso molto deciso che lo buttò giù dalla scopa facendogli fare un volo di 20 metri attenuato da un incantesimo rallentante fatto dall’arbitro e da uno ammorbidisci-terreno fatto da un suo compagno di squadra. Al vecchio James non sarebbe mai successo ma l’incidente con Piton aveva riportato alla luce dei brutti ricordi che Potter fingeva di non vedere nella maggior parte del tempo, erano ricordi che se ne stavano nell’ombra e che lo assalivano angosciandolo non appena abbassava la guardia e si rilassava. Sentiva ancora su di se’ le carezza lascive del suo patrigno e quella sensazione di indegnità e sporcizia che non riusciva ad eliminare neanche strofinando la pelle con l’acqua bollente. Uscito dall’infermeria James andò in bagno a sciacquarsi il viso e calmarsi prima di dover affrontare la delusione del resto della squadra e accettare di aver fallito miseramente e che tutti lo avrebbero deriso per questo.

“Stai bene?”, la voce di Piton interronpendo i suoi pensieri.

James girò la testa bruscamente, lo riconobbe e si calmò,“è un periodo difficile e sono riaffiorati dei ricordi che credevo di essermi lasciato alle spalle”, si passò distrattamente la mano tra i capelli, “sai quando sono venuto a Hogwarts ho fatto un fagotto di tutto ciò che il mio patrigno mi aveva fatto, l’ho riempito di sassi e l’ho buttato in un pozzo profondo nella mia testa. Ma adesso è ritornato tutto a galla e inizio a pensare che non mi libererò mai dell’oppressione delle cose brutte che mi sono successe”

“Devi imparare a conviverci, senza scappare dai ricordi, perché non ne parli con un adulto?”

“Mi vergogno troppo”

“Di cosa? La colpa non è tua e l’unico maiale è tuo padre”

“Patrigno. Mio padre è morto tempo fa e lui mi voleva bene”, sospirò gravato da un’angoscia e da un dolore opprimenti, “è come il fango della mia divisa”, disse, “ho toccato il suolo sporco e mi sono sporcato anch’io, allo stesso modo quando qualcuno abusa di te la sua malizia ti contamina e ti segna e hai la fine perdi anche tu la tua innocenza e resti sporco in un modo che non può essere pulito”

Piton comprese, era preoccupato, molto, l’altro infatti stava cadendo a pezzi e lui non sapeva come aiutarlo. Lo vide accosciarsi e piegarsi in avanti iniziando a piangere. Era sconvolgente vedere una persona in genere così forte e sicura accartocciarsi così e crollare.

Piton gli toccò la spalla, il massimo del contatto umano di cui era capace, lo accarezzò, “non è stato facile neanche per me. Pensavo di potermi lasciare alle spalle la miseria e gli urli dei miei genitori ma a quanto pare ci sono troppe cose che non so fare e il mio odore non è socialmente accettabile. Quindi non ho ottenuto il miglioramento in cui speravo”

James sollevò il viso sorpreso da quella inaspettata confidenza.

“Adesso però non piangere più perché con la goffaggine sociale tipica dei Serperverde non so come consolarti”

Jamers rise, “non sei male”, si asciugò le lacrime con la manica, “l’infermiera ha detto che sono anemico e probabilmente la cosa contribuisce a farmi sentire così male”

“Sei stato in infermeria?”

“Dopo la partita”, sogghignò allegro, “cadendo dalla scopa mi sono rotto un po di cose”

“Dura la vita di un Grifondoro”

“Ci piace cercarci i guai e a questo proposito..”, frugò nello zaino accanto a lui, “ho una cosa per te ma non prenderla nel verso sbagliato. E’ un gesto gentile e non un offesa, quindi per favore non offenderti”

“Perché dovrei farlo?”

“Lo capirai tra un minuto”, James tirò fuori un beauty-case da uomo in tessuto, aprì la cerniera e estrasse un flacone, “questo è uno shampoo-olio alle erbe, per usarlo devi bagnare i capelli, versarne un po’ sul palmo della mano e poi usarlo per massaggiare il cuoio capelluto mettendo le mani a forma di ragno”, mimò il gesto per spiegargli come fare, “poi sciacqui e metti il balsamo allo stesso modo. Poi prendi questo pettine di legno e inizi a districare i capelli iniziando dai nodi sulla punta e poi per tutti i capelli. Fatto questo puoi lavare il corpo con questa saponetta all’olio di oliva che lascia la pelle morbida e profumata. Quando finisci ti asciughi e metti questo deodorante. Devi usarlo dopo ogni doccia e se non vuoi lavarti del tutto almeno insapona le ascelle tutte le mattine e poi mettilo. Tutto questo basterà a presentarti meglio e farti accettare”

“Perché me lo dici?”

“Perché la tua cattiva igiene ti rende un reietto ed è una cosa che si risolve facilmente. Basta una doccia a settimana e un po’ di deodorante ogni mattina dopo esserti lavato le ascelle. Tutto qui”, esitò, “e poi ci sarebbe anche questo”, disse mostrando un portaspazzolino da viaggio.

“ Le lezioni iniziano dopo colazione e dopo pranzo e non c’è tempo di tornare al dormitorio e lavarsi i denti”

“Vero ma se tieni spazzolino e dentifricio nella borsa puoi lavarti i denti nel primo bagno che incontri, prevenire la carie e avere un alito profumato”, si passò la mano nei capelli con aria stanca, “Ho capito che tu sei una di quelle persone che tiene più alla sostanza che alla forma ma l’aspetto esteriore dice molto su quanto credi di valere e può facilitarti nelle relazioni sociali. Perché no?”

Scrollò le spalle, “non ci sono abituato”.

“Provaci”, si alzò in piedi, “vado ad affrontare la derisione degli altri. Tu bada ai tuoi interessi e curati un po’”

“Grazie”, sibilò trai denti. In qualche modo strano James era riuscito ad indovinare il problema e ad aiutarlo a risolverlo. L’unico ad aver capito che lui non sapeva come fare a prendersi cura di se stesso.

“Figurati”, James uscì dal bagno e vide Lily, “il tuo amico è dentro il bagno e forse ha bisogno del supporto di una ragazza”

“Che gli hai fatto?”, disse Lilly infervorata, James alzò le spalle e andò via, lei entrò in bagno, “stai bene?” chiese con energia all’amico.

“Certo che sì “

Lei sembrò sollevata, “Quando ho visto quel montato di Potter uscire da qui mi sono preoccupata”

“E’ un bravo ragazzo, ha solo bisogno di un po’ di tregua per potere affrontare e imparare a gestire i mostri che lo inseguono”,la scrutò negli occhi certo che lei potesse capire la situazione di James, “lui non ha avuto un’infanzia facile e per qualche motivo accusa se stesso degli abusi subiti: si vergogna terribilmente di quello di cui è stato vittima e per questo non osa chiedere aiuto. Fa il perfettino solo per evitare che qualcuno noti le sue ferite e faccia delle domande a cui lui non vuole rispondere perché è terrorizzato dalla paura che qualcuno scopra gli abusi che ha subito. Dagli tregua, ok? Non è un periodo facile per lui”

Lei era sbigottita, non poteva credere a quello che stava ascoltando, possibile che Potter tanto spavaldo e arrogante avesse dei problemi di cui nessuno sapeva nulla? Le sembrava incredibile, “come sai tutte queste cose?”

“Giorni fa abbiamo combattuto in bagno, ci siamo feriti e scaricati e poi ci siamo seduti e abbiamo mangiato dei cioccolatini insieme”

“Una cosa da uomini”, Lilly sorrise all’idea di due ragazzi che si chiariscono con i pugni per poi capirsi e fare amicizia.

“Qualcosa del genere ma mentre stavamo litigavamo lui è rimasto senza bacchetta e ha frainteso la situazione dicendo qualcosa che mi ha fatto capire che subisce degli abusi a casa”

“Non l’avrei mai pensato”

“Neanch’io ma io e lui siamo più simili di quanto avrei mai creduto, anche se lui a reagito in modo del tutto diversa ai suoi problemi. Lui si è aperto e ha iniziato mettersi in mostra per far vedere di non avere niente da nascondere, io invece mi sono chiuso. Ma siamo simili.”

Lilly non aveva mai sentito Severus fare un discorso così preciso sui suoi motivi, aveva sempre creduto che il suo amico mancasse dell'auto-consapevolezza necessaria a fare un discorso di quel tipo. Ma stava crescendo ed era successo perché Potter aveva messo in moto qualcosa.

“E’ un bravo ragazzo dopotutto”, continuò Piton mostrandole il regalo di James, “è un beauty case e guarda”, le fece vedere lo shampoo e il resto, “mi hanno sempre criticato tutti per il mio cattivo odore ma James è stata l’unico a spiegarmi come fare a non puzzare”.

“Tu non lo sapevi?”

“I miei mi hanno insegnato a lavarmi solo con l’acqua. Niente sapone o shampoo”

“Non ci avevo mai pensato, io credevo.. pensavo solo che fossi un tipo che non bada tanto al suo aspetto”

“C’era anche quello ma come mi ha fatto notare Potter se lavandomi resto sotto il radar degli spiritosoni e posso evitarmi delle umiliazioni è una buona idea provarci”

“Mi sembra giusto”

Piton piegò la testa di lato pensieroso, “l’unica mia preoccupazione è di somigliare all’orsetta rosa con i glitter, ti ricordi?”.

Lilly si concesse una risata divertita, Piton infatti si riferiva al disegno di una loro compagna che aveva disegnato un orso deforme e per cercare di recuperare aveva scelto di coprire l’orso di glitter sottolineando ancora di più la forma strana dell’orso e la sua bruttezza, “non devi essere un modello di alta moda ma puoi essere pulito e profumato e presentarti bene” , lo accarezzò, “Sono felice della tua scelta”, disse con un bel sorriso pimpante, “ e per incoraggiarti ti regalerò 6 paia di calzini”.

Piton fece un’espressione ironica, “cambiarli una volta a settimana è sufficiente ma apprezzo il gesto”

“Un passo alla volta”, concesse lei abbracciandolo in un impeto di affetto, lui arrossì, al disagio con il contatto umano, lei si separò vivace e sorridente come sempre, “l’abbattimento di James non è colpa tua vero?”

“Gli ho tirato un incantesimo cattivo ma è giù perché gli è tornato in mente il passato e non facile per lui fare i conti con quello che è successo”, la osservò e riconobbe il turbamento della sua amica nel sentirgli parlare di incantesimi cattivi; d’altra parte lui si sentiva abbastanza in colpa da solo senza essere biasimato anche da Lilly, “non avrei mai pensato di arrivare a tanto e di tirare una magia simile su una persona”, ammise mortificato, “quello che ho fatto mi ha spaventato e vorrei chiudere con la magia oscura ma non so se ci riuscirò. Quel tipo di magia infatti mi permette di sfogare la rabbia e le emozioni negative: le uso come carburante per la magia oscura e nel farlo vengono bruciate e espulse. Ma se lascio la magia oscura non so proprio come liberarmi di questo odio e forse finirei a diventare una persona peggiore di quanto sono già.”

“Ci sono altri modi di sfogare la rabbia. Per esempio potresti riprendere nuoto o fare arti marziali o qualsiasi cosa che ti stanchi e gratifichi al contempo”

Piton aveva praticato nuoto per un lungo periodo ma poi aveva smesso quando aveva iniziato a tagliarsi, le cicatrici infatti erano troppo visibili e lui si sentiva in imbarazzo a mostrarle ma adesso che era ad Hogwarts avrebbe potuto usare una magia per mascherare le cicatrici e se fosse andato a nuotare di mattina presto non avrebbe trovato nessuno. Decise di farlo la mattina dopo. Si sarebbe alzato alla sei, avrebbe messo la tuta e sarebbe andato a nuotare per un’ora. Poi avrebbe fatto lo shampoo, messo il balsamo e fatto una doccia come si deve col sapone. Infine il deodorante. Poteva farlo e decise di provarci dal giorno dopo.

Salutò Lilly e andò alla sua seduta di ginnastica posturale. Gliel’aveva imposta un prefetto ma nel tempo gli era piaciuta, apprezzava fare qualcosa per rinforzare il suo corpo e mettere un po’ di muscoli sulla ossa. Praticava anche meditazione: trovava molto rilassante limitarsi a respirare e fare scivolare via tutti i problemi concentrandosi solo sulle sensazione del proprio corpo, in questo modo poteva osservare le sue emozioni senza lasciarsene travolgere. Gli piaceva imparare ad avere questo tipo di controllo su di se. Anche se non era facile, ci voleva molto tempo e molta pratica per arrivare a dominarsi nel modo che avrebbe desiderato lui. Ma era un inizio e a lui piaceva sentirsi in cammino. Lo faceva sentire attivo e vivo.

Il giorno dopo si alzò di buon ora, andò in piscina e si sciacquò velocemente prima di entrare in acqua , raccolse i capelli in una cuffietta e si concesse un’ora di nuotata. Adorava farlo e sentirsi fisicamente esausto ma mentalmente attivo. Uscito dall’acqua seguì le istruzioni di James e si lavò i capelli con lo shampoo, mise il balsamo e poi lavò tutto il corpo con il sapone all’olio di oliva. Fu sorpreso ,quando uscì dalla doccia e asciugò i capelli con un colpo di bacchetta, di sentirli così morbidi e leggeri e di vederli così luminosi e belli, non li aveva mai avuto così. Si piacque e pensò che forse sembrando diverso avrebbe potuto diventarlo davvero. Mise il deodorante neutro e poi indossò la divisa pulita datagli da James. Lilly gli aveva fatto arrivare dei calzini nuovi, li indossò sentendosi bene e apprezzando la sensazione di pulizia.

Tornato in dormitorio Lucius Malfoy gli sorrise, dandogli 20 punti per premiarlo del cambiamento. A Piton non importava,odiava quel prefetto che non faceva che pavoneggiarsi per la sua ricchezza e per il fatto di essere un purosangue: per quelli come lui il mondo si divideva in se stesso e nelle persone che gli servivano per ammirare il suo talento e le sue ricchezze. La sua corte di ammiratori. Ma Malfoy non era capace di vedere i bisogni degli altri ne di prendersene cura, usava il suo distintivo di prefetto per esercitare il suo potere e controllare gli altri, non per aiutare e guidare. Non ne era capace e Severus si stupiva che gli adulti non si accorgessero di quanto Lucius fosse inadatto a fare il prefetto, di come vessasse gli studenti più poveri e bisognosi di aiuto invece di dargli una mano. Non lo stimava. E nessun titolo nobiliare avrebbe mai potuto cambiare le cose.

Andò a colazione e lì Sirius Black lo vide, si paralizzò all’improvviso, “ti sei lavato i capelli?”, chiese in tono beffardo. James gli diede una gomitata, spingendolo via di forza, “lascialo in pace”

“Ma..”, disse cercando di protestare, “Severus è pulito. Questo è un evento”

“Smettila di tormentarlo”

“Non lo sto tormentando”, assunse un’aria offesa, “da quando lo difendi?”

“Da quando mi sono accorto che non è giusto infierire su chi fa già fatica di suo. Non c’è bisogno di fare così e da Grifondoro dovremmo comportarci in modo migliore”

“Con una persona che usa la magia oscura?”

“La usa adesso ma col tempo potrebbe capire che è sbagliata e lasciarla ma non lo farà mai se noi non gli permettiamo di rialzarsi e superare le sue brutte esperienze, se lo buttiamo giù ogni volta che prova a reagire ad un certo punto smetterà di tentare e sarà colpa nostra che non gli abbiamo dato una possibilità”, lo guardò in modo serio, “magari sceglierà le arti oscure comunque ma almeno noi non avremo contribuito a spingerlo verso una scelta sbagliata”

Ci rifletté un attimo, “tu pensi che lui sia recuperabile?”

“Penso non sia giusto infierire su una persona che ha già sofferto molto e che non voglio essere l’ennesimo problema della sua vita. Per questi motivi ho stipulato una tregua con lui e gli ho promesso che l’avrei lasciato in pace”

“Perché?Lui non si preoccupa certo di come ti senti tu e non esiterebbe a lanciarti una cruciatus se potrebbe farlo senza conseguenze”

“Questo non riguarda chi è lui ma la persona che voglio essere io e io non voglio sabotare i tentativi di crescere di un altra persona solo perché mi sta antipatica”

“Non ha torto”, intervenne Lupin, “non siamo meglio di lui se facciamo soffrire qualcuno solo perché non ci va genio”

“Questo è un voltafaccia bello e buono”, disse Sirius irritato.

“L’ho sempre pensato ma non ho mai trovato un modo efficace di dirlo”,chiarì Lupin.

“Dico solo di lasciarlo in pace e che scelga la sua strada per suo conto”, concluse James con sicurezza.

“Parlate di Severus?”, Lilly si avvicinò, “Ho saputo del tuo gesto. L’ho apprezzato”

“Ti ha detto niente sull’origine di questa strana amicizia?”, indagò Sirius con fare cospiratorio.

“Mi ha detto che è successa una cosa da uomini”

“Che significa?”

“Si sono pestati a sangue, hanno combattuto tirandosi incantesimi feroci, poi sanguinanti e stremati

hanno mangiato dei cioccolatini insieme e si sono capiti”

“E questo che è successo?”, Sirius sorrise chinandosi verso di lui abbassando le braccia in modo innaturale e teatrale, “avete fatto amicizia?”.

“Abbiamo combattuto e io avevo un braccio rotto e ferito da una maledizione trafiggente che impediva al sangue di rimarginarsi. Ero disarmato e del tutto nelle sue mani. Lui mi ha picchiato senza magia ma quando si è accorto di quanto ero ferito mi ha medicato e soccorso e insisteva a portarmi in infermeria anche se questo lo avrebbe messo nei guai. E’ venuto a cercarmi anche dopo la partita di Quidditch per accertarsi che stessi bene e per invitarmi a parlare con un adulto degli abusi che subivo a casa”,sbuffò passandosi una mano tra i capelli, “quello che mi ha detto mi ha fatto capire che dietro i suoi modi scontrosi e la sua corazza che si è costruito c’è una brava persona che non è giusto ferire gratuitamente”, spostò lo sguardo su Sirius, “dopo il nostro litigio ho capito che Piton soffre molto per il nostro trattamento e per me questo è sbagliato e voglio lasciarlo in pace e smettere di prenderlo in giro e farlo sentire brutto e inadeguato”

“Non sapevo avessi problemi a casa”, Sirius abbassò il tono e gli passò un braccio attorno alle spalle, “dovevi essere disperato per parlarne con lui”

“Quando mi sono trovato disarmato davanti a lui ho avuto paura che mi facesse male e gli ho chiesto di sfogarsi su di me in tutti i modi che voleva tranne in uno”

Sirius e Lupin si lanciarono uno sguardo d’intesa, volevano ascoltare la confidenza dell’amico senza però forzarlo o mostrare una morbosa curiosità. Avrebbero rispettato i limiti dell’altro senza forzarlo a dire più di quello che si sentiva.

Erano a quel punto quando arrivò Peter Minus, “che fate?”, chiese incuriosito dal fatto che i suoi amici si fossero bloccati in mezzo alla sala parlando a bassa voce.

“Aspettavamo te”, mentì James lanciando un’occhiata d’intesa agli amici: non si sentiva di condividere quella cosa con Peter quindi era meglio cambiare discorso. Si avviò verso il tavolo fingendo disinvoltura. Lilly però non si fece distrarre, “sei stato in infermeria dopo la partita? Stai bene?”

“Mi ha riparato un po’ di fratture”, disse onorato e fiero dell’attenzione che la ragazza gli stava dando, “e mi ha diagnosticato una lieve anemia”

“Conseguenza della rissa?”, buttò lì con grande interesse.

“Ero anemico già da prima perché mi esercito troppo con la magia ma certo la rissa ha peggiorato un po’ la situazione”, si morse il labbro, “non è colpa sua. Anch’io ho scagliato incantesimi pesanti”

“Non con la sua rabbia”, disse Sirius con aria grave.

“L’intenzione era la stessa ma lui è stato più bravo di me a metterla in atto”

Piton li osservava incuriosito, si chiedeva di cosa avessero parlato in quel piccolo conciliabolo avvenuto poco prima. Sentiva che l’argomento della discussione riguardava lui ma non riusciva a percepire se fosse qualcosa di positivo o meno. Nel dubbio iniziò la colazione senza perderli d’occhio. Sirius era particolarmente affettuoso con James: lo accarezzava, abbracciava e coccolava ad ogni occasione. Lupin d’altra parte gli riempiva il piatto a dismisura come se cercasse di farlo ingrassare. Lilly invece lo scrutava con aria preoccupata e quando Peter Minus lo prese in giro per l’ennesima volta per la terribile figuraccia fatta alla partita di Quidditch, Lilly tirò fuori la sua grinta e lo redarguì difendendo James che colse la palla al balzo invitando Minus a cimentarsi come cercatore al suo posto e provare a fare meglio. Severus naturalmente non poteva sentire cosa si dicevano ma i gesti bastavano a fargli intuire tutto e secondo lui quei gesti erano un evidente segnale del fatto che Potter si era confidato con gli altri. La cosa era certamente un progresso.

Severus sbadigliò, era sempre stato abituato ad alzarsi presto ma ultimamente le levatacce per ripassare e studiare gli pesavano. Il quarto anno era più impegnativo del previsto. Terminò la colazione e andò in bagno. Urinò e poi si lavo le mani. Lo stava giusto facendo quando Srius e gli altri malandrini entrarono nel bagno, “Severus”, disse Sirius.

Piton si girò di colpo stupito di sentirsi chiamare per nome da qualcuno che lo aveva sempre e solo preso in giro, “che vuoi?”.

“Solo dirti che James mi ha informato della tregua. Sono d'accordo sul sospendere le ostilità e mi dispiace di aver riversato su di te l’odio per la mia famiglia. Ti ho fatto stare male e questo non è stato giusto”

“Sopravaluti il tuo impatto su di me”

Sirius sorrise della spavalderia dell’altro, “sono contento che ti sei ripulito. Stai bene”, gli strizzò l’occhio, dandogli un colpetto giocoso sulla spalla, “Adesso devi solo smettere di uccidere piccoli animaletti pelosi e potrai avere tanti amici ed essere accettato nella società”

“Non ho mai ucciso animali”

“Allora sei migliore della maggior parte dei membri della mia famiglia che, tra parentesi, io odio”

“Neanche a me stanno simpatici i purosangue con le loro arie e i loro atteggiamenti da padroni nel mondo”

Sirius annuì leggermente,“Siamo sulla stessa barca”,gli strinse il braccio, “pace fatta?”

“Non chiedo di meglio”

“Bene”, si allungo con fare sinuoso, “devo lavarmi i denti”, annunciò, “qualcuno mi presta il dentifricio?”

“Che ne hai fatto del tuo”, chiese James divertito.

“L’ho messo nelle pantofole di Anna”

“Perché?”, Peter sembrava nervoso, si avvicinò al lavello non smettendo di scrutare Piton con aria preoccupata.

“Ha fatto finire una lumaca nella mia pozione”.

“Credo sia stato un’incidente”, mediò Lupin con fare conciliante, “stava provando a pulire la lumaca ma a messo troppo forza nel coltello e quella è volata”

“E’ davvero possibile fare volare una lumaca a due calderoni di distanza?”

“Se fai leva in un certo modo sì”, disse James mimando il gesto di qualcuno che colpisce una lumaca come fosse una pallina da golf.

Severus era rimasto sulla difensiva indeciso se fidarsi e lavarsi i denti o andarsene per prevenire guai, Lupin lo guardò benevolo, “tu che ne pensi? E’ possibile far volare una lumaca a così grande distanza?”

Severus si irrigidì sentendosi chiamato in causa, “normalmente direi di no ma Anna usa la magia per aiutarsi in pozioni quindi è perfettamente possibile che un movimento sbagliato del coltello unita a magia direzionata male possa aver fatto volare la lumaca.”

“Si può usare la magia in pozioni?”, chiese Minus curioso.

Piton rispose con calma,“E’ una tecnica molto antica di cui si sono perdute quasi del tutto le tracce. Gli unici libri che ne parlano hanno un enorme valore e per questo chi li possiede non li apre ne ci respira vicino. Quindi gran parte di quella conoscenza è andata perduta ed è un peccato perché quella magia permette di preparare pozioni perfette”, gli brillarono gli occhi per un attimo, “purtroppo la situazione è questa”, si avvicinò al lavello ed estrasse dentifricio e spazzolino più fiducioso di prima sulle intenzioni degli altri: non si erano limitati ad ignorarlo ma lo avevano coinvolto nella discussione, questo aveva cambiato la sua percezione della situazione.

“Se è così mi sono vendicato della persona sbagliata”, ammise Sirius divertito, “spero che non l’abbia presa troppo male.”

“Come hai fatto a mettere il dentifricio nelle sue scarpe?”, chiese Peter, “l’accesso al dormitorio femminile non è negato ai ragazzi?”

“Ma io ho usato un incantesimo di richiamo a distanza”

“Hai fatto una magia senza vedere il bersaglio?”
“Per farlo è sufficiente visualizzare l’obiettivo”

“Perché?”

Piton sollevò lo sguardo infastidito: come faceva uno studente di quarto a non sapere che tutti gli incantesimi si basano sulla visualizzazione del cambiamento desiderato?

Lupin gli spiegò la cosa con gentilezza.

Piton si sciacquò la bocca, “il problema con gli incantesimi a distanza e che devi visualizzare in modo preciso l’obiettivo. Non è facile visto che le pantofole si somigliano tutte”

“Lei ha delle pantofole a forma di orso. Non ce ne sono molte in giro”

“In realtà credo che lei e Sarah le abbiano comprate abbinate”, buttò lì James con indifferenza.

Lupin ebbe una folgorazione, “giusto stamattina ho visto Sarah piangere disperata e credo di aver sentito la parole, “scarpe di coppia”

Sirius li scrutò indeciso, “vi siete messi d'accordo per farmi uno scherzo?”

“Certo, giusto stamattina James mi ha inviato un gufo per avvisarmi di farmi trovare in questo bagno a quest’ora e farti presente le difficoltà a visualizzare l’oggetto giusto”,scherzò Piton.

“Se conoscessi James non ti stupiresti”, rispose Sirius con un ghigno.

James sorrise a Severus, “quindi sei il tipo di persona che riesce a fare battute prima delle 10 di mattina”, commentò James assonnato sorridendo a Piton, “buon per te. Il mio cervello d’altra parte non si attiva mai del tutto prima di metà mattina”

“Vado a letto presto e sono mattiniero”

“Non fatico a immaginarlo, posso usare il tuo dentifricio?”, chiese Sirius, “e poi con aria di scusa, “è solo che Peter ama i dentifrici alla fragola che mi fanno odorare come una masticante e Lupin usa il dentifricio per denti sensibili che mi asciuga la bocca. Il tubetto di James invece è quasi finito”

Piton gli porse il dentifricio e lo osservò metterlo sullo spazzolino. Si sentiva a disagio, stava infatti vicino a dei ragazzi che lo avevano sempre deriso e trattato male ma che adesso erano amichevoli.

 

Per superare il momento si rivolse a Lupin, “per il tuo problema di salute dovresti usare l’infuso di rosmarino. Per prepararlo devi mettere un cucchiaino di rosmarino in un colino e lasciarlo a contatto con l’acqua bollente per 10 minuti. Ti conviene berlo prima dei pasti e dolcificarlo con miele di tiglio che combatte l’eccitabilità nervosa causata dall’avvicinarsi della luna piena”

Sirius si affogò mentre si sciacquava la bocca, “ti riferisci a quel problema di salute?”

Piton lo ignorò, “l’infuso di rosmarino serve a combattere l’astenia, i dolori alle ossa e aiuta a migliorare la tolleranza allo stress”, spiegò, “naturalmente non può curare il tuo problema ma trattando i sintomi potrai vivere un po’ meglio quei giorni”

“Ci proverò sicuramente, grazie, se posso fare qualcosa per sdebitarmi non esitare a chiedere”

“Ti sei sdebitato difendendo Lilly da quel porco di Lucius Malfoy”

“L’avrebbe fatto chiunque”

“Non a Serpeverde. Lì i purosangue hanno potere e nessuno vuole prendere posizione contro di loro”

“Avrei dovuto difendere te”, disse Lupin manifestando il suo senso di colpa.

“Io sono grande e grosso e all'occorrenza so scagliare delle maledizioni pericolose. Lilly invece è piccolina e ha un cuore troppo grande per studiare la magia davvero potente”

“T’interessa di lei”

“E’ mia amica”

“Certo che lo è”, Sirius gli passo un braccio attorno alle spalle, Severus estrasse la bacchetta puntandogliela al collo.

Black arretrò alzando le mani, “era solo un abbraccio, Sev. Noi Grifondoro siamo affettuosi”

Severus ripose la bacchetta, “scusa”, farfugliò riprendendosi il dentifricio e riponendolo nella scatola di plastica arancione in cui teneva spazzolino e dentifricio quando doveva portarseli dietro.

“Hai avuto una bella idea con il rosmarino”, disse James misurandolo con lo sguardo.

“Le pozioni mi piacciono”

“E’ una buona cosa, magari sarai tu a inventare la cura definitiva per gestire la licantropia”, disse Lupin con fiducia.

Piton lo soppesò, non lo prendeva in giro: era sincero e speranzoso e quello sguardo gli smosse qualcosa dentro. Gli aveva dato una buona idea: sarebbe stato bello lasciarsi alle spalle la miseria e le umiliazioni e fare qualcosa d’importante che costringesse gli altri a rispettarlo. Sarebbe stato bello e l’unico modo per riuscirci era investire su pozioni: il suo grande talento.

“Non è una cattiva idea. Mi piacerebbe molto vincere il nobel o qualche altro premio importante scoprendo qualcosa di nuovo e la pozione antilupo è qualcosa nelle mie corde”, si era esposto e si aspettava di essere deriso e preso in giro ma gli altri non lo fecero , al contrario lo guardarono con rispetto.

“Sei ambizioso”, decretò Sirius con un tono serio e privo di ogni forma di giudizio.

“Sono un Serpeverde”

“Fai bene a mettercela tutta”, approvò Lupin, “perché in quella casa c’è bisogno di persone che diano il buon esempio facendo qualcosa di buono per motivare anche i più piccoli a fare le scelte giuste”

“Lo so”, disse Piton, “ma non è facile perché neanche per i più grandi sanno come orientarsi nella vita. Per questo penso che l’idea dei prefetti sia fallimentare;significa mettere al comando dei ragazzi che di certo non possono istruire o seguire gli altri perché loro stessi non sanno come fare”, ripose lo scatolina porta spazzolino nello zaino, “adesso vado”, sorrise a Lupin, “fammi sapere come va”

Se ne andò sentendosi meglio e apprezzato.

 

Entrò in classe e si sedette da solo come sempre ma poi Jake gli si sedette accanto, “posso sedermi qui?”, chiese dopo avere preso posto.

“Sì”, rispose lui sorpreso che fosse bastato lavarsi per essere percepito in maniera diversa ed essere accettato dagli altri.

“Grazie, è solo che non sopporto più la parlantina di Aletha, non si ferma mai e avendola accanto io non riesco a concentrarmi”

“Puoi stare qui”

Fu bello non essere solo e condividere la lezione con un altro. Si sentì accolto dalla sua casa e per quanto gli desse fastidio doveva ammettere che lo doveva a James.

Si sentì meglio.

James d’altra parte aveva deciso di avere bisogno di aiuto professionale. Era stato molto vago sugli amici nel dire dove andava ma quando era vicino alla porta della psicologa della scuola sentì un tonfo; si girò ma non vide nulla.

Socchiuse gli occhi guardingo, “mi state seguendo?”

Si sentì una risata e poi Sirius tirò via il mantello dell’invisibilità in un colpo solo, “scusa amico ma hai fatto tanto il misterioso che volevo scoprire il nome della tipa con cui hai una tresca”

“In realtà sono venuto a parlare con lo psicologo”, ammise James lievemente in imbarazzo.

Sirius divenne serio d’un colpo, Remus lo avvicinò, “parliamone.”

James era combattuto, voleva aprirsi e che gli altri lo capissero ma al contempo aveva paura della loro reazione, il suo sguardo si posò su Peter, Sirius intuì i suoi pensieri, “Peter, sono discorsi da adulti puoi lasciarci soli?”

Potter si sentì sollevato, “scusa”, disse a Minus, “ma faccio fatica a parlare di questa cosa. Vado dallo psicologo per imparare a parlarne senza sentirmi sporco o colpevole”.

“Non c’è problema”, disse lui arrabbiato, “non tengo proprio a sentire le tue tragedie”.

Se ne andò.

I tre si sedettero sulle sedie in sala d’attesa, “che succede?”, chiese Lupin in tono basso e comprensivo.

Lui si chinò in avanti poggiando la testa sulle gambe per trovare il coraggio di parlarne, raccolse la forza dentro di sé e risollevò la testa, “il mio patrigno è un pedofilo”, disse con voce tremante, “e mi ha molestato per anni obbligandomi a fare cose che non volevo fare”, strinse i pugni con rabbia, “io mi sento ancora impuro e sporco ma Severus ha detto una cosa che mi ha fatto capire che la vittima sono io e che è il mio patrigno ad avermi addossato delle colpe che erano solo sue. Non mi sono mai visto così e sto andando in terapia per ascoltare un punto di vista esterno perché penso che io non sono obiettivo e mi attribuisco colpe che non sono mie. E anche perché penso che non posso più fare finta che non sia mai successo: non funziona e io ho bisogno di affrontare il mio passato”

Sirius gli passò un braccio attorno al collo e lo trasse a se, in un abbraccio silenzioso ma carico di senso, “quest'estate dobbiamo andare in quella scuola estiva”, lo strinse forte, “Non devi tornare mai più lì”

“E’ successo anche la scorsa estate?”, chiese Lupin turbato dal fatto che l’altro non fosse riuscito a confidarsi e chiedere aiuto. Era anche preoccupato, lo accarezzò piano.

“Ho detto tutto a mia mamma al primo anno ma lei non vuole lasciarlo e si è limitata a mettere un passetto nella mia stanza e a offrirsi di pagarmi una scuola estiva. Non mi ha appoggiato ne’ difeso”

“E’ successo quando ti sei rifiutato di tornare a casa per natale?”

“Sì”

Sirius assentì pensieroso, “non tornerai più lì e tu puoi dirmi tutto perché anche se faccio il pagliaccio so essere serio al bisogno”.

Remus lo abbracciò”, siamo dalla tua parte e la colpa è di quel porco e non tua”

James si asciugò le lacrime e poi la psicologa lo chiamò dentro. Salutò i suoi amici ed entrò.

Lei lo invitò a sedersi ma lui restò in piedi, “prima di cominciare”, disse incrociando le braccia sul petto, “lei puoi rivelare qualcosa che dico senza il mio consenso?”, chiese a bruciapelo.

“Solo se tu o qualcun altro foste in pericolo”

“Questo è un problema”, commentò passandosi la mano tra i capelli, “il motivo per cui sono qui è che mi vergogno terribilmente di alcune violenze subite e anche se so di essere la vittima morirei di vergogna e paura se tutti lo sapessero. Faccio di tutto per sembrare perfetto e so che non va bene ma non sono pronto a farlo sapere a tutti ne a parlarne con estranei o peggio essere giudicato per quanto successo”.

“C’è il rischio che questa persona ti faccia male di nuovo?”

“No, perché mia madre ha messo il passetto alla mia porta e io passerò le vacanze in Svezia”

“Quindi è un tuo tutore”.

“Ho bisogno di parlarne senza essere forzato a dirlo a tutti o a denunciarlo”

“Va bene”, si pulì gli occhiali, “se mi garantisce che starai al sicuro ti prometto che non divulgherò quello che mi dirai senza il tuo permesso”

James si rilassò e iniziò a parlare come un fiume in piena, dicendo tutto quello che non aveva mai avuto il coraggio di raccontare. Stringendo i pugni, singhiozzando, alzandosi in piedi agitato e gesticolando tirò fuori tutto. Parlò per oltre due ore ad un ritmo frenetico parlando della morte di suo padre, di come sua mamma aveva fatto entrare un estraneo nella loro vita, del primo stupro e della paura e della angoscia di ricevere una visita notturna di quell’uomo. Del senso di sollievo di arrivare ad Hogwarts e sentirsi al sicuro. Dell’angoscia che lo colpiva a metà notte facendogli tremare le gambe e costringendolo a sciacquarsi il viso e camminare per calmarsi. Della rabbia verso sua madre che non lo aveva protetto e che era troppo egoista per scacciare quell’uomo.

Parò a lungo e dopo essersi sfogato si sentì meglio. La psicologa sembrava frastornata ma in fondo era il suo lavoro ascoltare ricordi spiacevoli.

Uscì di lì sentendosi meglio e più leggero.

Entrò nel dormitorio e Lilly gli andò vicino, “non dovresti fidarti di Minus, lui non tiene a te e spiffera in giro i tuoi fatti personali. Non ha la maturità per capirli. E’ meglio tenerli per te”, Lilly era tutto tranne una pettegola e se diceva quelle cose era perché erano vere.

“Con chi ne ha parlato?”

Lei esitò.

“Ho bisogno di saperlo. Per favore”

Prese una decisione,“L’ho visto raccontare degli abusi che subisci a casa a Malfoy e al fratello di Sirius”

“Io non gliene ho parlato”

“Lui è bravo a spiare e cerca l’attenzione dei potenti”, disse Lilly disgustata, “fai attenzione”

“Va bene. Grazie”, disse sconvolto da quella rivelazione.

Lilly lo avvicinò, “So che sei in un periodo difficile”, gli toccò il braccio, “non sei solo. Ricordalo, va bene? Se stai per crollare puoi chiedere aiuto”

James la guardò stupefatto: per mesi aveva cercato di avere la sua attenzione mettendosi in mostra e adesso lei gli parlava quando lui era semplicemente se stesso:era incredibile, “grazie”

Sorrise, “di nulla”.

Passò oltre e James rimase imbambolato a fissarla, il suo cuore saltò un battito.

 

   
 
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