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Autore: Milla Nafira    17/08/2009    1 recensioni
Dal cap. 11:
-Ti avevo detto che sarei venuta stanotte-. Rispose la ragazza. -Avevo capito, pensavo solo che saresti venuta un po’ prima-. Disse il biondo, mentre entrambi andavano verso il balcone della Torre. -Sai, volendo, ti potrei togliere diversi punti-. -Stronzo…-. Fece lei, sorridendo dolcemente, pur sapendo che lui stava scherzando e avvicinando le sue labbra a quelle del ragazzo. -Rispetto a stamattina, quando dicevi che non potevamo nemmeno essere amici, abbiamo fatto progressi…-. Le mormorò Draco in un orecchio, non appena si staccarono. Passò qualche minuto, in cui i due si tennero stretti stretti sotto le stelle, senza parlare, Jennifer con la testa poggiata sulla spalla di Draco, i lunghi, lisci capelli scuri che scivolavano lungo il suo braccio. Lui la guardò: era fantastica, così. Niente divisa della scuola, niente stemma e colori del Grifondoro, che la rendevano così distante da lui, semplicemente jeans e maglietta. Malfoy pensò a come sarebbe stato se fosse stata sempre così: niente Grifondoro, niente Serpeverde, senza Hogwarts, senza rivalità tra famiglie, e soprattutto senza una cazzutissima guerra che andava distruggendo, devastando anche anime innocenti “…come sua zia!”. Pensò a come sarebbe stato se la sua morte non fosse già stata decisa, se avesse avuto davanti a sé ancora tutta una vita, se loro due fossero stati due semplici ragazzi innamorati. --- la mia prima fic: se vi piace, COMMENTATE!!!
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lacrime di speranza'
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CAP. 10-Botta e risposta

Okay, davanti ai suoi amici Jennifer non poteva mica seguire Malfoy come un cagnolino appena lui glielo diceva, e nemmeno per orgoglio personale l’avrebbe fatto, ma la verità era che moriva dalla voglia di vederlo e di parlargli…

-Ehy, Jennifer, sveglia!-. Esclamò Harry, distogliendola da quei pensieri in cui si era imbambolata. -Andiamo o no, a lezione?-.

-No, scusate-. Disse Jennifer con un sorriso, passando lo sguardo su tutti i suoi amici, senza soffermarsi su nessuno in particolare. -Io stamattina salto. Ho davvero troppo sonno-.

Harry, Ron, Hermione, Neville e Ginny, più Lavanda che si era aggiunta all’ultimo momento con gran piacere della Granger, la fissarono incerti: non era da lei saltare le lezioni anche se, dovettero ammettere a sé stesse Hermione e Ginny, che avevano fatto le ore piccole per aspettarla quella notte, non era da lei nemmeno girovagare per il castello fino alle due: c’era qualcosa di strano sotto, era piuttosto evidente. Ciò nonostante, nessuno fu così sfacciato da dirglielo apertamente, e Jennifer salutò gli amici una volta giunti nel corridoio dell’aula di Incantesimi.

Jennifer si tolse la borsa a tracolla nera, pesante per i libri di tutte le lezioni del giorno raccolti al suo interno, e la tenne in mano, cominciando a correre verso la Torre di Astronomia: per un attimo aveva pensato di andare veramente in Sala Comune a recuperare un po’ di sonno, ma poi aveva deciso che se Draco fosse andato nella Torre, lei doveva raggiungerlo.

Arrivò sulla cima della Torre di Astronomia che ancora ansimava per la gran corsa: aveva dovuto fare in fretta perché non voleva che qualcuno la vedesse andare in quella direzione anziché andare a lezione…fortuna che le lezioni di Astronomia erano solo serali, si facevano sempre appena prima di cena, quando il cielo era già all’imbrunire, così sia il giorno che la notte, quell’Aula era libera. Jennifer si guardò intorno mentre riprendeva fiato: Malfoy non c’era. Forse aveva cambiato idea, o forse non era ancora arrivato…

Un’improvvisa voce alle sue spalle, facendola sobbalzare quasi impercettibilmente, la costrinse a ricredersi: -Sei arrivata in fretta, Dirie-.

Draco l’aveva fatto apposta a dire dove sarebbe andato proprio mentre passava davanti al tavolo dei Grifondoro: sperava che così Jennifer l’avrebbe raggiunto anche se, doveva ammetterlo, non era del tutto certo che quella precisella secchiona saltasse una lezione per parlare con lui. Ora, tutto quello che doveva sperare era che i suoi Serpeverde non cambiassero idea, decidendo di saltare la lezione e di raggiungerlo.

-Ciao-. Salutò Jennifer, ancora senza fiato, senza sorridere e con tono distaccato, ma con l’aria di chi si trova dopo essersi dati appuntamento.

Passarono alcuni secondi in cui entrambi stettero in silenzio. -Allora, non mi dovevi dire qualcosa, Mr Malfoy?-. Ruppe in fine il silenzio Jennifer, ripresasi finalmente dalla corsa, con una nota sarcastica nella voce e anche impaziente.

-Pensavo non volessi ascoltarmi-. Jennifer era a tanto così dall’avere una crisi di nervi anche se, dovette ammetterlo, il ghigno che Draco sfoderò era più incantevole che mai.

-Infatti-. Fece lei secca. -Allora non dirmelo-.

Draco sbuffò rumorosamente: con la Dirie non riusciva mai a ironizzare, se lui la faceva incazzare lei metteva la modalità indifferenza e non lo cagava più, anziché gridare o spazientirsi.

-Allora…-. Cominciò il biondo Serpeverde, ormai arresosi. -L’avrai notato che i rubini della tua fottuta clessidra sono ancora al loro posto-. In realtà, no, Jennifer non l’aveva notato: quella mattina tra il sonno, il fatto che di Incantesimi non sapeva un emerita minchia e sperava che Vitious non la interrogasse, Malfoy che le aveva fatto girare le balle già di prima mattina e il fatto di dover cercare qualcosa di intelligente per consolare Hermione all’arrivo di Lavanda, se n’era praticamente dimenticata dei punti. Fece un breve cenno d’assenso col capo mentre cercava di non sprofondare nel sonno. -Ho deciso di non toglierti punti-. Fece Draco, con fare freddo e distaccato. -Solo perché non voglio essere in debito con nessuno-. Jennifer lo fissò con l’aria di quella che non capiva.

-Sì, perché non hai raccontato a nessuno che sono stato io a schiantarti nell’ufficio della McGranitt-. Spiegò il ragazzo con aria spazientita. La Grifondoro annuì con un cenno del capo.

-beh’…-. Azzardò non del tutto certa la giovane Grifondoro. Draco le aveva appena dato lo spunto per la scusa con cui chiedergli ciò che voleva sapere. -Se proprio vogliamo, di favori me ne devi altri due…-. Malfoy la guardava con un’aria a metà tra lo scocciato e l’inebetito: le doveva altri favori? Ma di che Merlino parlava quella pazza?

-Sai, il primo per quando ti ho suggerito a Trasfigurazione…-. Cominciò a spiegare Jennifer, decisa a sfruttare quest’occasione.

-Veramente ti sei fatta scoprire e ci hai fatto mettere entrambi in punizione…-. Ghignò il biondo, poggiato al muro di pietra dell’aula dalla forma circolare. -Anche se ho apprezzato il gesto, ma qui ci ha pensato già la McGranitt-. Aggiunse -Mi dispiace, sei arrivata tardi-. Ghignò di nuovo.

-D’accordo, allora solo un altro-. Acconsentì Jennifer sospirando e alzando gli occhi al cielo.

-Sarebbe?-. Fece Malfoy col solito ghignetto derisorio.

-Ricordi che non ho tradito il tuo segreto, vero?-. Malfoy divenne improvvisamente serio, tesò. Deglutì e annuì piano con la testa, guardingo. Il segreto in questione non era propriamente qualche infrazione alle regole di Hogwarts…

-Che vuoi in cambio?-. La sua voce era fredda, sforzata nel non far trapelare emozioni, anche se un tremito di paura si poteva comunque scorgere.

-Niente-. Si affrettò a dire Jennifer, cercando di tranquillizzarlo: in ogni caso, doveva essere più rilassato possibile per risponderle. -Solo…farti delle domande!-.

-Pensavo peggio, in fondo…-. Fece sarcastico Malfoy, anche se dentro di sé un sospiro di sollievo lo tirò veramente. -Allora dimmi, sono pronto per l’interrogatorio!-. E si ridipinse il tipico ghigno sulla faccia.

-Cominciamo da qualche domanda facile…come facevi, ieri sera, a sapere che ero sulla Torre?-. Chiese Jennifer: non era tra le cosa che davvero le interessavano, ma in effetti se l’era chiesto.

-Non lo sapevo-. Affermò semplicemente Draco, stringendosi nelle spalle. Jennifer alzò un sopracciglio e lo guardò storto: sì, come no, non lo sapeva.

-Davvero-. Aggiunse il Serpeverde davanti alla sua espressione. -Stavo solo controllando se ci fosse qualcuno in giro, tanto per togliere qualche punto e ti ho trovata…non ti illudere che ti stessi cercando!-. Questa volta la sua espressione sembrava quasi un sorriso anziché un ghigno, ma forse era solo un effetto ottico, qualche scherzo che i suoi occhi le facevano dopo cosi poco sonno.

-Allora, avrei tante domande, ma non ho voglia di stare qui a chiederti cose idiote…-.

-Come se non lo stessi già facendo!-. Riecco il ghigno. Jennifer lo fulminò con un occhiata, poi riprese: -Quindi, veniamo al dunque: sei davvero un Mangiamorte?-. Ora anche la voce della ragazza suonava un po’ intimorita.

-Nooo! Ma va’, avevo solo voglia di farmi un tatuaggio alternativo al solito tribale!-. Fece Draco, con un pesante sarcasmo isterico. Anche Jennifer dovette ammettere che posta così la domanda era piuttosto idiota, e cercò di trattenersi dal mandarlo a cagare.

-Quello che voglio dire è… perché lo fai, Malfoy?-. Draco non rispose. Non sapeva cosa rispondere. Lei non poteva sapere come si sentiva lui. Non poteva capirlo. Era inutile cercare di spiegarglielo.

-Mi uccideranno…-. La voce gli uscì flebile, tremula, impaurita ed era evidente che stava cercando di raccogliere tutta la forza di volontà e l’orgoglio possibile per non piangere. A Jennifer venne voglia di consolarlo, ma decise di trattenersi e lasciarlo continuare a parlare. -Mi uccideranno comunque, credo…credo che questo sia solo un modo per vendicarsi del fallimento di mio padre-. Non era giusto, pensò Jennifer. Draco non poteva pagare per un piano dell’Oscuro Signore andato storto, per qualcosa che suo padre non era riuscito a fare. Lui tra l’altro era solo un ragazzo, dopotutto.

-Ma tu cosa c’entri? Perché devi essere tu a…rimetterci-. Non era riuscita a dire ‘a morire’. -Non è giusto!-.

-Lo so!-. Urlò lui, quasi ce l’avesse con lei. -Scusa, non voglio prendermela con te. Quello che voglio dire è…lo so che sono dei vigliacchi, che se la prendono con me solo perché sono giovane, perché mi vedono indifeso…-.

Jennifer tremava, un po’ per la paura, un po’ per la rabbia, un po’ perché ora veniva da piangere anche a lei: come potevano prendersela con un ragazzo? Come poteva…usarlo, programmare di ucciderlo? Lei Malfoy lo odiava, va bene, ma questo era comunque disumano! -…allora ribellati!-. Rispose lei, a bassa voce, parlando piano, scossa da tremiti di rabbia.

-Ma non capisci!-. Le urlò Draco. -Io non posso niente contro di loro! Ribellarmi servirebbe solo ad anticipare la mia morte! Non posso farlo, così ci andrebbe di mezzo anche la mia famiglia, mia madre…-.

Passò qualche istante, in cui entrambi stettero in silenzio e Jennifer s’appoggiò al muro accanto a Draco, mantenendosi comunque a debita distanza.

-E’ strano, no?-. Fece lei, con un accenno di risata a metà fra l’isterico e il lacrimoso. -Un mese fa nemmeno ci parlavamo e adesso siamo qui, a divedere un segreto così…-.

-Forse ci possiamo dire amici-. Azzardò Draco, abbozzando un sorriso che, per quanto piccolo e incerto, non era il solito ghigno derisorio.

-Non lo so, Draco…-. Aveva pensato che potessero anche chiamarsi per nome, ora. -Lo so che tu non sei davvero così, ma sei marchiato, in fondo combatti per Tu-Sai-Chi-. Non aveva paura di pronunciare il nome di Voldemort ma nemmeno ci era abituata, e non le veniva naturale.

-Sai, c’è una cosa che non sai-. Jennifer non sapeva perché, ma aveva voglia di confidarsi. -Una cosa che non sa nessuno-. Aggiunse.

-Se vuoi dirmela, prima di stasera, eh!-. Esclamò Draco, che tutti questi giri di parole in queste situazioni già di per sé disperate non li poteva proprio soffrire. Jennifer alzò la testa tenuta bassa fin’ora, scostando così i capelli dal suo viso e sollevando lo sguardo verso di lui, che subito si pentì del tono di poco prima: stava piangendo.

La Grifondoro boccheggiava, come in cerca delle parole giuste da dire e indecise se dirle o no. -Mia sorella è una Mangiamorte-. Disse poi tutto d’un fiato. Malfoy la guardò sbalordito. “Impossibile“, penso tra sé…

-Jaqueline Dirie?-. Domandò, non sapendo cosa fare: come cazzo si consolava una ragazza? Jennifer annuì piano con la testa: anche lui la conosceva, chissà, magari gli aveva anche fatto del male!

-Non credevo foste parenti…-. Disse solo Draco.

-Tutta la mia famiglia è sempre stata dalla parte dell’Ordine-. Cominciò la ragazza. -Ma, tre anni fa, finita la scuola, Jacqueline sparì-. Si fermò un momento per prendere fiato. -Allora Tu-Sai-Chi ancora non era tornato e nessuno sapeva dove fosse finita mia sorella, anche se, devo ammetterlo, dei sospetti li avevamo-. Fece un respiro profondo, preparandosi a dire qualcosa di terribile, qualcosa che la tormentava.

-Pochi mesi dopo il Suo ritorno, dopo l’episodio al cimitero con Harry…-. Prese un altro respiro. -I Mangiamorte ci attaccarono, a casa mia, quando tutta la mia famiglia era presente. Mi ricordo benissimo, con chiarezza la scena: mia madre ferita, mia zia che urlava di lasciarla in vita almeno il sufficiente per far nascere il suo bambino…-. In quel momento tutto le tornò in mente, raccontandolo, le scoppiò nella testa, mentre diceva parola per parola tutti i suoi ricordi, come lo stesse rivivendo: le urla, i pianti, la disperazione… “No, mia figlia no!”…”Aspetto un bambino…lui deve vivere!”…”Ci uccideranno, è finita!”. Poi lampi, sua zia distesa a terra, lo sguardo fisso, morta, sua madre salva per un pelo, lei troppo traumatizzata per riuscire a muoversi dal suo nascondigli dentro il baule, da dove intravedeva il tutto con terrore… e poi, dall’altra parte, risate malvagie, distruzione, gioia nel vedere sangue innocente sparso, i Mangiamorte…

-…e lei tra loro!-. La sua voce era scossa da violenti singhiozzi. Draco non riusciva a dire niente, si avvicinò semplicemente a lei, asciugandole le lacrime dalle guance arrossate: lei lo lasciò fare. Sembrava così piccola e indifesa, ora, diversa da come l’aveva creduta, sempre fredda, distaccata e impassibile. Passarono in fretta, i minuti, che a Jennifer ci vollero per riprendersi del tutto da quel pianto e in cui loro due stettero lì, vicini, troppo imbarazzati e impacciati per abbracciarsi, ma troppo emotivamente vicini per starsi fisicamente lontano.

-Toglimi una curiosità-. Fece Draco quando l’atmosfera si fece un po’ meno pesante, tanto per non appesantirla nuovamente. -Che favore mi avresti chiesto per ricambiare il suggerimento?-.

-Oh-. Fece Jennifer sforzando un sorriso e asciugandosi le ultime lacrime. Non ci aveva pensato, aveva pensato di tenerlo come ‘favore dovuto’ di riserva, ma ora sapeva cosa dire. -Di ritrovarci qui, stasera…-.

-Comunque-, proseguì la Grifondoro, sbattendo gli occhi color miele un’ultima domanda: perché mi hai baciata quand’era svenuta?-.

Malfoy colse al volo l’occasione per tornare a ghignare. -Volevo vedere cosa si prova a baciare una Grifondoro-. Jennifer scosse la testa con un sorrisetto appena abbozzato e fece per dirigersi fuori dall’aula: ma non era arrabbiata per quella risposta, perché non ci credeva e perché, dopo quello che si erano appena confidati non aveva senza incazzarsi per una cosa simile. Forse aveva sbagliato a giudicare Draco. Non era davvero cattivo, forse era solo un ragazzino impaurito a cui era stato chiesto troppo presto di crescere per un mondo che non era il suo, per un destino che non aveva mai voluto, per una vita che non gli apparteneva.

-Ah, Dirie?-. La ragazza si bloccò sull’uscio.

-Sì?-.

-Quello dell’interrogazione può essere considerato come un favore che ti devo-.

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Ehylà, nuovo capitolo

Grazie ai 500+ ke hanno letto la storia, e in particolare ai qlli (putr pochi) ke hanno recensito e ki l’ha aggiunta alle preferite/seguite.

In particolare grz a:

x SeryChan x : nn importa se nn hai recensito gli altri!!! Menomale ke ci 6 tu ke mi commenti, te lovvo davvero !

Il prox capitolo ancora nn è pronto, l’ho sl iniziato, qndi nn so qndo riuscirò a pubblicarlo, aspetto recensioni x farlo!

Baci8ni,

Milla

 

 

   
 
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