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Autore: Soleil et lune    13/08/2020    1 recensioni
Il ritorno di una guerra e la minaccia di un mostro da sventare, il tutto ambientato in una foresta dai toni fiabeschi. L'avventura e i colpi di scena si susseguono in un tornado di emozioni e strategie, il tutto per recuperare l'unico oggetto in grado di dare speranza al pianeta Terra: Chaos e i suoi servi sono tornati per riportare lo scompiglio nell'universo, ai cui estremi si trova il suo più grande e fatale alleato.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di soprassalto, ero ancora nella foresta e il vento gentile mi accarezzava i capelli. Avevo il fiato corto e una strana sensazione di vuoto mi attanagliava lo stomaco. La mia testa girava leggermente mentre mi rendevo conto, con sgomento, che nell'aria potevo sentire un suono familiare: campane.
Mi alzai lentamente reggendomi la spalla, Ikki non c'era e nemmeno Goldilocks, ero da solo, di nuovo. "Fratello!" gridai "Goldilocks!", ma nulla, non un fiato. Mossi i primi passi e il rumore dell'erba accompagnava il battito del mio cuore che aumentava gradualmente ad ogni passo, poi il suono delle campane cessò e io mi sentii ancor più perso, solo in quella landa silente in cui tutto taceva e solo l'erba schiacciata dai miei piedi offriva qualche suono, un suono secco, lieve, ma un suono. Il piano era uguale al precedente, meraviglioso e inquietante a un tempo, una via di mezzo tra la meraviglia di una fiaba e l'inquietudine di un cimitero.
Gli alberi si intrecciavano fitti sopra la mia testa e la luce solare filtrava tra quelle foglie. Camminavo senza sosta e nel frattempo riflettevo: Se abbiamo aperto la prima porta vuol dire che il conto alla rovescia per il Divinus Siderus è iniziato, dicevo tra me e me, devo trovare gli altri e sbrigarmi. Sentii una strana emanazione di cosmo alle mie spalle e mi voltai di scatto. "Tu non andrai da nessuna parte" mi disse una strana voce femminile, ma davanti  a me non c'era nessuno. Mi guardai attorno, ma appena feci per avanzare mi resi conto che i rami dietro di me avevano formato una sorta di muro. Mi avvicinai e lo toccai, i rami si intrecciavano tra loro in fili taluni sottili e altri robusti, e così fecero anche ai lati, formando un unico corridoio, buio e inquietante, anche sopra fu tutto coperto, era impossibile vedere qualunque cosa. Spaventato caddi seduto a terra e raccolsi nel mio pugno un mucchietto di terra, poi lo lasciai cadere a terra. Mi risollevai e cominciai di nuovo a camminare, un passo e poi un altro, lentamente, finché non trovai il coraggio e cominciai a correre anche se era talmente buio che anche chiudendo le palpebre non sarebbe potuta esservi oscurità più grande. Cominciai poi a sentire un brusìo, mi arrestai però quando mi resi conto che questo brusìo non era altro che un coro di voci e ad accompagnarlo c'era un violino, o forse più di uno, non l'ho mai saputo con precisione, poi mi resi conto di quale brano fosse: era un requiem, e uno molto famoso, "Dies irae", di W. A. Mozart.
Mi chiesi cosa stesse succedendo, cos'era quel coro? Perché aveva cominciato a suonare? 
Avevo molte domande, ma il volume di quella musica era assordante e in breve tempo fui preso da un grande mal di testa, non capivose fosse dovuto al volume o alla musica in sè, che fosse qualche incantesimo? Non lo sapevo, ma l'istinto di sopravvivenza ebbe la meglio e così continuai a correre cercando un riparo ma sembrava che tutto mi conducesse solo verso quel punto, ma non sapevo nè dove stessi andando e nemmeno perchè lo stessi facendo, sapevo solo che stavo correndo come un pazzo e che...non riuscivo a controllare le mie gambe! Era come nella fiaba delle scarpette rosse, per quanto la bambina ci provasse non riusciva a smettere di ballare, ebbene, io non riuscivo a smettere di correre, nemmeno quando il mio cuore implorava pietà. Cominciò a farmi male il petto e quel requiem non faceva che peggiorare le cose, la musica si infilava nelle mie orecchie e mi portava verso un oblìo a cui non riuscivo a sottrarmi, martellava nelle mie tempie, graffiava le mie orecchie, martellava il mio cuore che non aveva mai fatto tanto male e io mi sentivo sprofondare, come sprofonda il cemento in mare, e il mio sembrava un mare di agonia. Dopo un po' vidi davanti a me una strana luce rossastra, simile a fuoco, ma più mi avvicinavo più era visibile...ero...non so nemmeno come descrivere il mio stato d'animo, forse perché ero talmente sotto shock da non provare nulla, da annullarmi nel vuoto della mia mente. Era un buco profondo centinaia e centinaia di metri, dal fondo c'era una luce, come se fosse un mare di fiamme, tanti come me correvano verso quella che, stando alle descrizioni, poteva essere con buona probabilità la bocca dell'Inferno. Vedevo uomini, donne e bambini correre verso quel fosso urlando e poi ci saltavano dentro, bruciando tra le urla e il pianto. Sgranai gli occhi, cos'era quello?! Un incubo?! Mi avvicinavo sempre di più a quella fossa ed ero terrorizzato, cosa stava succedendo? Perché ero lì? Stavo forse morendo? Goldilocks e Ikki ci erano già finiti dentro?!
Non me ne resi quasi conto, mi diedi lo slancio con le gambe e saltai nella fossa, un caldo incredibile mi avvolse, anche se ero ancora in aria, sgranai gli occhi mentre mi sentivo cadere a testa in giù, verso le fiamme. Non gridai nemmeno, ma ripresi padronanza di me stesso e riuscii ad afferrare una catena che era stranamente appesa vicino al muro di roccia. Poggiai i piedi su quel muro e con entrambe le mani mi ressi alla catena, poi, cosciente che prima o poi o sarei scivolato o la catena si sarebbe staccata, con un movimento veloce del braccio sinistro lanciai la catena di attacco che si impigliò in un punto che non riuscivo a vedere, poi la attorcigliai meglio intorno al mio polso e la usai per reggermi mentre lanciavo anche quella di difesa, anche quella si impigliò e dandomi un altro slancio con le gambe saltai fuori aiutandomi con le catene, atterrai di nuovo sul muro di roccia e saltai ancora, poi saltai fuori da quella fossa e atterrai poco distante. Respiravo a fatica, poi caddi in ginocchio tenendomi il petto, quanta paura avevo avuto!
Mi sollevai di nuovo in piedi e tirai un pesante sospiro, infilando una mano nella frangetta e muovendola leggermente. 
"Sei più abile di quel che credessi" disse ancora quella strana e maledetta voce femminile; mi voltai e non vidi ancora nessuno, ma la terra si scosse e la temperatura aumentò di colpo, poi dal mare di fuoco si alzò una strana roccia piana, era una sorta di piattaforma e rimase sospesa nel vuoto, su di essa c'era, in piedi, una figura alta e incappucciata. La osservai a lungo, poi mi decisi ad avvicinarmi e mormorai: "Chi sei?", lei non rispose, si tolse il cappuccio liberando al vento dei capelli lunghi ed argentati, si tolse anche il mantello e pareva simile ad una di quelle dame medievali, ma addosso aveva un'armatura: aveva un vestito lungo fino alle ginocchia verde scuro, il corpetto che le stringeva il petto era marrone e così le ginocchiere e gli stivali, i bracciali di quella che doveva essere la sua armatura erano marroni anch'essi e in una mano stringeva il ramo di un qualche albero che non sapevo riconoscere; sul dito della stessa mano portava un anello la cui pietra era verde scuro, come il vestito, ma nell'anello era presente anche una "F" di color oro. "Il mio nome è Dalia" disse lei "sono la guardiana della bocca dell'Inferno"
"Bocca dell'inferno?" le feci eco io, mentre lei si spostava una ciocca di capelli dietro la schiena, lei distolse lo sguardo e disse:"Zorba non ti ha forse detto di stare lontano da qui? Evidentemente non hai ascoltato e hai deciso di fidarti di..." e non terminò, sospirando.
"Di...?" le chiesi esortadola a continuare, ma lei scosse la testa e mi guardò, ordinandomi con voce solenne:"Sei un cavaliere? Allora vieni, sali su questa piattaforma e affronta me, Dalia, la più potente di tutte le streghe!" e balzò indietro, indicandomi la piattaforma, in un ordine muto. "Come rifiutare l'invito di una così bella signorina?" dissi per darmi un tono e saltai, quando atterrai la piattaforma immediatamente si sbilanciò, ma a Dalia non parve importare, sembrava anzi che vi fosse abituata. La temperatura crebbe nuovamente e Dalia spiccò un balzo venendo contro di me, io mi scansai ma quella sembrò prevedere la mia mossa e si girò prontamente, muovendo la bacchetta e generando un muro di sfere, erano simili a tanti piccoli soli e tutti vennero contro di me. Provai ad usare la Rolling Defense, ma fu vana e i soli riuscirono comunque a colpirmi, spingendomi verso il bordo di quel ring evidentemente improvvisato. Dalia cercò ancora di attaccarmi, puntò la sua bacchetta verso il cielo e velocemente la fece andare giù, trasformandola in una frusta. Con un movimento veloce del braccio la mosse contro di me e riuscì a prendermi il polso.
"Shun di Andromeda, questo mare infuocato sarà la tua tomba, accetta serenamente il tuo destino" disse tendendo di più la frusta; un rivolo di sudore mi percorse la fronte, poi mi decisi ad attaccare: con un balzo fui vicino alla donna ma atterrando sotto di me si venne a formare una sorta di cerchio bianco da cui partì una colonna di luce bianca e luminosa, fui investito in pieno e gridai di dolore. Quando la colonna sparì quasi caddi a terra ma Dalia mi tirò un calcio spedendomi fuori dalla piattaforma, riuscii appena ad aggrapparmi, infilai le unghie nel terreno, non potevo cadere. Dalia si avvicinò a me e mi guardò, sorridendo leggermente. Lanciai ancora la catena di attacco ma la deviò con un semplice movimento del braccio, facendola cadere. Mi afferrò dal polso, aveva una forza sorprendente, poi mi lanciò di nuovo sulla piattaforma. "Sarebbe meglio ucciderti ora" disse seccata "ma voglio usarti come monito per chi oserà ancora disturbare i piani del Sommo Chaos, ti appenderò come uno spaventapasseri vicino alla porta del secondo livello. Hai qualche preghiera prima di morire?" chiese poi alzando la frusta al cielo mentre diversi fulmini si avvicinavano alla sua punta. Provai ad alzarmi ma schiacciò la mia testa con un veloce movimento del piede facendo scheggiare il pavimento che colpii con la testa. 
"A quanto pare no. Muori Shun di Andromeda!" e fece per abbassare il braccio, ma la sentii gridare, poi indietreggiare. Alzando la testa vidi decine e decine di piume di bronzo che le trafiggevano il braccio. Stringeva i denti mentre lo reggeva, guardando oltre  me. Mi voltai e vidi che dietro di me c'erano Ikki e Goldilocks. "Tu...!" esclamò Dalia "Tu!", non capivo e guardai Goldilocks e, nonostante il sorrso elegante che le increspava le labbra vedevo le ciglia corrugate in quello che chiunque avrebbe definito un misto tra un ghigno e un sorriso compiaciuto. "Tu li hai portati qui..." continuò la strega, ma Goldilocks la interruppe:"Non ti intromettere, non sei tu il nostro obiettivo, vogliamo il rubino del terzo livello".
"Scordati che vi lasci passare, sei solo un'illusa", poi dissero, insieme, in coro:"Sorella sciagurata!".



ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti gente, eccomi qui con un nuovo capitolo! Mi scuso per il ritardo, lo avrei fatto uscire ieri sera ma siccome pareva più un film di Tim Burton che una Fanfiction sui cavalieri più sfigati dello zodiaco ho preferito cancellare (-.-').
Spero che vi sia piaciuto il capitolo e in caso scrivetemelo nelle recensioni oppure anche qualora siate vogliosi di espormi delle critiche le accetterò con piacere così da migliorarmi! 
Ci si vede al prossimo capitolo gente!!
   
 
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