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Autore: andremustdie    13/08/2020    0 recensioni
(...) Ti starai chiedendo perché ti ho convocata qui."
"Non credi, Law Trafalgar, che 'convocata' sia una parola un po' mascherante? Forse 'teletrasportata senza consenso personale' sarebbe più adatto." lui alzò gli occhi al cielo, aveva un'espressione divertita, non seccata. (...)
[QUESTA STORIA LA AGGIORNO PRINCIPALMENTE SU WATTPAD, SE QUI NOTATE CHE DIVERSI CAPITOLI SIANO STATI PUBBLICATI IN UNA GIORNATA SAPETE IL PERCHE'. LA FANFICTION E' DI MIA PROPRIETA']
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Pirati di Kidd, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La canzone perfetta per descrivere l'arrivo clandestino di Arche sarebbe stata probabilmente Hello, Goodbye degli artisti preferiti di sua madre, Gli Scarafaggi; questo era motivato dal fatto che, in quello strettissimo vascello della marina militare, aveva scelto di fretta proprio il posto peggiore in cui potesse nascondersi: uno scomparto per le valigie inutilizzato all'entrata della stanza comune. Era un continuo "Buongiorno signore", "Arrivederci signore" e "Bel tempo oggi, signore", per quelli che tentavano di ingraziarsi il capo con le poche parole a disposizione con cui potevano esprimersi, davanti a quel gradasso del viceammiraglio Dobermann.
Era davvero un cane- no, un maiale, si corresse riflettendo, mentre la barca approdava al porto dell'arcipelago di Sabaody. Se c'era una cosa che Arche odiava più di tutti, quella era la marina militare. E forse anche il Governo Mondiale intero del dannato mondo in cui viveva, ma rimediava a modo suo, la ragazza, infastidendo qualche soldato che gli capitava di tanto in tanto, senza mai ucciderne alcuno- non sarebbe mai riuscita a prendere una decisione così importante, e probabilmente non avrebbe retto la vista di qualcuno che moriva per causa sua davanti ai suoi stessi occhi giallognoli.

"Bastarda", la chiamavano da piccola, per via di quei suoi occhi. Nonostante tutti i bambini della sua città natale fossero provenienti da famiglie di uno stato sociale medio-basso (come, d'altronde, lo era anche lei), la Bastarda si era ritrovata, secondo una divertente, ironica decisione del fato, ad essere in difetto anche in una situazione economica in cui tutti si trovavano, con parole delicatissime, nella merda.
La sua famiglia non collaborava di certo a farle fare bella figura nel paesino dalle mille voci e migliaia di orecchie, ma senza colpevoli. Il padre faceva di tutto e di più per farli sembrare di alto rango, fallendo miseramente nel suo intento, Arche capiva già dai suoi cinque anni che qualcosa non andava se papà Tana andava a lavoro con la giacca nuova costosissima e la bolletta non pagata, lasciando lei e Mo, la sua vecchia gatta, al buio anche di giorno.

Arche scosse la testa- stava pensando troppo, e come al solito si era distratta, perdendo l'occasione adatta per scendere dal vascello e dovendo aspettare un'altra mezz'ora prima che ci fosse di nuovo la via libera. Quando fu abbastanza lontana da quei soldati, guardò il suolo e il cielo con le nuvole sorridendo: era finalmente arrivata in un posto che, nonostante non lo conoscesse, le portava un'ottima sensazione, un'ottima canzone nella testa.
Il frutto del mare per cui spese i risparmi di una vita le permetteva di avere un profondo rapporto con la musica, così profondo da capirla totalmente e assorbirla dentro di sé, potendola quindi usare a suo scopo e piacimento. Non sapeva nulla al tempo sul nome e le funzioni di esso, sapeva solo che le avrebbe fatto vedere la musica in modo diverso, migliore, e quello bastò per convincerla a pagare tutti quei soldi (e a scappare successivamente dal venditore, poiché era riuscita a pagare solo tre quarti del prezzo totale, nonostante le fatiche); inevitabilmente si ritrovò a camminare per le strade della zona fuorilegge dell'arcipelago, subito dopo quella di proprietà militare con un'altra canzone parecchio allegra in testa, come se avesse un mp3 di inesauribile energia e dal repertorio più ampio a portata di "pensiero", che poteva sentire, al momento, solo lei.

Non sapeva dove andare- non aveva bisogno di soldi perché se la sarebbe sempre cavata, era abituata...ma non si sentiva affatto fuori posto, persa.
Era scappata dal suo villaggio e aveva vissuto nelle isole vicine per una decina di anni, da sola, facendosi qualche amico di qua e di là, ma continuando sempre il suo viaggio in "solo"; dopo tutto, aveva solo bisogno di farlo. Era nelle sue vene, doveva sempre avere un nuovo posto da esplorare, e amava vagheggiare anonimamente tra le folle, lo avrebbe fatto per tutta la vita.

Lo avrebbe continuato a fare anche un paio d'ore dopo il suo arrivo, se non fosse stato per un pacchiano schiamazzo alle sue spalle, più forte rispetto al normale vocio delle persone, che la fece automaticamente girare.
Un uomo dall'alta statura, capelli rosso fuoco e gli occhiali da aviatore in testa la guardava con malizia, ghignando con le sue labbra tinte di uno scuro cremisi. Arche non cercava assolutamente alcun tipo di rogna se non era un soldato a cercarla, e il tipo non sembrava esserlo- lo conosceva, l'aveva già visto vagamente nelle taglie di altri villaggi, si chiamava Kidd. Così, fece per girarsi e tornare a camminare, ma lui le si mise davanti, ostacolandole il percorso e interrompendola.

"BAHAHAH! Killer, guarda questa troia, va in giro conciata così e pretende pure di non essere derisa...non dovremmo mostrarle un po' cosa succede a chi ci ignora?" Kidd guardò il presunto Killer, un tale col volto coperto da un caratteristico casco a righe, sembrava uscito da una delle vecchie riviste che gli mostrava suo padre da piccola.

Arche rimase impassibile inizialmente; nonostante il suo corpo non fosse quello perfetto iperfemminile che poteva interessare a uomini rozzi come quel Kidd, lei si piaceva, e non aveva problemi a indossare minigonne, pantaloncini e croptop. Avrebbe fatto quello che le pareva e nessuno avrebbe potuto proferire parola.
Un istante dopo che si era girata, qualcosa scattò in lei: sapeva che quel Kidd cercasse solo attenzioni, ma nessuno poteva chiamarla troia, nessuno. Decise che avrebbe fatto un'eccezione per l'uso dei suoi poteri e che, per lecita autodifesa da un pirata, avrebbe potuto spiegargli gentilmente come stessero le cose.
C'era un piccolo dettaglio sui poteri della giovane, e tale era che, a suo piacimento, la musica poteva essere sentita da chiunque lei volesse, trasmettendola nelle loro menti, e quella musica aveva il potere di far provare sensazioni così forti da tante volte far paralizzare o svenire certi individui.

Non dovette pronunciare alcuna parola, semplicemente partì la melodia nelle teste dei pirati e della stessa ragazza, e lei iniziò a cantare sulla musica nonostante non ricevesse alcun effetto chi la sentiva solo cantare, le andava semplicemente di farlo, mentre quello stangone di due metri probabilmente poser di qualche band metal la guardava senza parlare, assieme alla sua ciurma, con sguardo confuso per la melodia nella loro testa.

"You're talking to me like I'm dumb

Well I've got news, I've got a lot to say
There's nothing you can do to take that away

You're talking to me like I'm hurt
Well at least I'm not six feet in the dirt
And I'll still kick your ass even in my skirt

You're talking to me like a child

But I'm not a helpless baby
Not waiting on you to come save me
I'm like nobody else, so you can just go fuck yourself

I do a lot of stupid stuff but don't act like you're so tough
Fight fire with fire and you'll get burned
Hey I think right about now is your turn
Earplugs won't save you anymore
They'll leave you washed up on the seashore"
 

Eustass, davanti ai suoi due compagni, aveva iniziato a indietreggiare, trovandosi casualmente- o forse per uno scherzo del destino- proprio vicino al confine di una delle diverse isole che componevano l'arcipelago di Sabaody, a un metro dall'acqua che sbandava leggermente contro le radici degli alberi (o forse semplicemente perché, trovandosi in un'effettivo pezzo di terra circondato e attraversato da essa, non era poi così difficile trovare una fonte d'acqua).
Non era affatto sorpresa di come si mostrasse intimorito l'uomo, e nonostante la differenza di statura gli si mise a qualche centimetro di distanza, se inclinava di poco la testa verso l'alto riusciva tranquillamente a mantenere contatto visivo con lui, che cercava di dire qualcosa, ma per ovvie ragioni si trovava incapace di compiere una qualsiasi azione, i suoi amici nelle sue stesse condizioni.

Ma Arche non era imprudente, aveva infatti notato che, nonostante la porzione di terra in cui si trovavano fosse parecchio isolata, avevano un ospite nascosto non identificato: aveva percepito la sua presenza. Ma lo lasciò divertirsi, se avesse voluto attaccare, avrebbe potuto farlo già da prima della strofa iniziale. Non lo rese vulnerabile alla sua musica, lasciò semplicemente che la guardasse cantare davanti ad uno spilungone gradasso, intimidito con la coda tra le gambe, mentre gli dava il colpo di grazia.
Lo guardò bene negli occhi, il suo sguardo calmo diventò velato di un pizzico di astio, un leggero rancore per l'ingiustizia portata da quell'uomo e dalla sua ignoranza, non tanto per una cosa personale con lui. Per un attimo divenne seria, pronunciando quelle parole

"You're talking to me like a bitch.
Do you ever hear the way that you speak?
Don't have to be so mean just 'cause you're weak.

I'm like nobody else, so you can just go fuck yourself
I do a lot of stupid stuff, but don't act like you're so tough.

Fight fire with fire and you'll get burned
Hey I think right about now is your turn
Earplugs won't save you anymore
They'll leave you washed up on the seashore."

Era parecchio ironico come uno scricciolo in confronto all'altro lo chiamasse "debole" e gli sorridesse beffarda contro, ma non si trattava più di forza, si trattava di furbizia. E probabilmente quel Kidd era una persona dall'intelletto davvero debole, chissà, forse tutto quel metallo deve avergli causato qualche sorta di saturnismo alla testa.

"Poverino." fu proprio quello che pronunciò, sapeva che i suoi compagni erano semplicemente supplici di qualsiasi cosa avesse enunciato, quindi neanche ce l'aveva tanto con loro...nonostante ciò fece cadere tutti e tre in acqua, ovviamente causandogli il rischio di annegamento per l'agalmatolite marina. Era parecchio delusa dal mondo, che le aveva portato, proprio in una giornata così soleggiante ed allegra, una disgrazia come quel ragazzo dalle sciocche considerazioni. Non era soddisfatta, ma almeno si era fatta valere.

Si era totalmente scordata, tuttavia, del suo ospite, che ora ghignava guardandola andarsene.

"Room."

 

   
 
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