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Autore: hermypotter    14/05/2005    3 recensioni
La mia prima fan fiction a più capitoli dedicata interamente a una coppia, Draco/Ginny. Anche se ci sarà il tempo per una Ginny/Harry, e una bellissima e dolcissima Ron/Hermione! Quinto anno per lei, sesto per lui. Bè, leggete e commentate!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I

Look for the girl with the broken smile

 

 

 

-Draco…

Le parole uscirono dalla bocca della rossa, come un impulso a cui non poteva resistere.

-Certo che quando dorme dice cose strane…

Una voce maschile, fin troppo conosciuta…

-FRED!

-Ecco che la santarellina diventa una bestia

-GEORGE!

Ginny Weasley si alzò dal letto, buttò la coperta per terra con un calcio e cominciò ad inseguire i fratelli, urlando. Bill uscì dalla sua camera e Ginny gli finì addosso.

.Ehi, dove corri, mezza nuda?

-MA LEVATI DALLE PALLE ANCHE TU! –urlò la sorella, dandogli uno spintone e ripartendo alla volta dei due fratelli. Bill rimase un po’ scioccato, poi decise di scendere, facendo molta attenzione a non urtare sua sorella.

-Ginny, stai calma.

Mamma Weasley cercava di calmare la figlia. Intanto i gemelli erano seduti al tavolo, mangiando e ridacchiando.

-E voi smettetela di ridacchiare, sembrate dei deficienti. –fece secca la madre.

-IL PROBLEMA Ѐ CHE LORO SONO DEFICIENTI! –sbraitò Ginny. I gemelli risero ancora di più. -E PIANTATELA DI RIDERE PRIMA CHE MI INCAVOLI SUL SERIO!

-Ma dai, Gin…

-Noi siamo, per caso, logicamente…

-Passati davanti alla tua camera e…

-Stavi mugolando, così abbiamo pensato…

-Andiamo a dare un’occhiata!

-Solo per assicurarci che tu stessi bene…

-Naturalmente!

-SMETTETELA DI PARLARE COSì!!!! VI ODIO!!!!!- scattò Ginny.

-Forse sei tu che sei nervosa? –ipotizzò borbottando Ron, entrando in cucina. Gli stava crescendo la barba, per lo sviluppo, ma non c’era ancora abituato, così non se la faceva mai, finchè qualcuno non gli diceva...

-Vatti a fare la barba che sembri appena evaso –commentò acida Ginny.

-Siamo acidelle? –ridacchio Charlie, appena entrato.

-CAVOLI MIEI! E NON ROMPETEMI ANCHE VOI!!!!

Ginny aveva perso la pazienza, così corse su ed entrò nella sua camera, sbattendo la porta. Si sedette, sconsolata, ai piedi dell’ampio specchio accanto al suo letto. Cinse le ginocchia con le braccia e appoggiò il mento sulle braccia, osservandosi nello specchio. I capelli rossi coprivano gran parte del viso, e scendevano sul collo e sulla schiena, ondulati come le onde del mare, con delicate curve dai riflessi d’oro.

Si guardò, e rise. “Ehi, dove corri mezza nuda?” Bisognava ammettere che il fratello aveva ragione... Dormiva sempre con il reggiseno e le mutandine, e quello era uno dei suoi completi più “osé” e scoperti, che indossava solo in estate. Era nero, con le spalline doppie, molto sottili e aveva delle roselline viola sulle coppe. Le mutandine erano coulotte sgambate, anche queste nere, con i bordi e i ricami di un viola pallido.

Pensò ai fratelli: nessuno la capiva… Ron, forse? In effetti, aveva ragione… Era lei che era nervosa… Tutto per colpa di quell’arrogante, presuntuoso, sbruffone, antipatico e… Affascinante, carismatico, sexy, splendido Serpeverde… Tutta colpa di Draco Malfoy. Ginny scoppiò a piangere. Perché la prima volta che doveva innamorarsi doveva farlo di un essere insensibile e spregevole come Malfoy? Se l’avesse saputo, Draco non avrebbe fatto che giocarsi dei suoi sentimenti, tra l’altro non corrisposti… Ginny era così sicura di tutto ciò che continuò a piangere, piangere e piangere, senza nemmeno alzarsi, e si riaddormentò per terra, con le lacrime che le percorrevano il bel viso, senza sapere che a chilometri di lontananza, a Malfoy Manior, un ragazzo stava pensando a lei, soffrendo per l’amore secondo lui non corrisposto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Draco!

Qualcuno urlava dall’altra parte della porta.

-Sì, papà? –rispose piano il ragazzo.

-Cosa ci fai ancora a letto? Lo sai che dobbiamo andare a Nocturn Alley! Ti avevo detto di svegliarti presto! Devi obbedirmi! Non diventerai mai un…

-…Degno Malfoy… -completò in un sussurro il ragazzo, poi si alzò dal letto e andò ad aprire la porta al padre.

-AHIA!

Uno schiaffo lo aveva colpito in piena faccia. Draco barcollò, anche se era abituato a tutti quei scapaccioni del padre. 

-Vestiti, e in fretta. –disse semplicemente Lucius Malfoy, per poi voltarsi e andarsene.

Il ragazzo andò verso il bagno, a testa bassa. Passò per la cucina. C’era già sua madre, seduta al tavolo. Leggeva la Gazzetta, e accanto a lei c’erano tre elfi domestici: uno stava poggiando i pasticcini, un altro le versava il tè e l’ultimo le imburrava il pane. Appena videro Draco, finirono in fretta le loro occupazioni e corsero dal padroncino.

-Oh, salve, padroncino! Dormito bene? –chiese uno. Poi, senza aspettare risposta, lo trascinò su una sedia, gli versò il tè e gli mise davanti un vassoio di pasticcini. La madre alzò lo sguardo dal giornale e gli sorrise.

-Buongiorno, tesoro.

-Ciao mamma.

La madre gli accarezzò il viso con le mani raffinate, poi sussurrò:-Tuo padre è nervoso per un’ispezione del Ministero, piccolo, non ti preoccupare…

Draco annuì, e mangiò un pasticcino alla crema, poi bevve un sorso di tè. Appena finito, si diresse verso il bagno. Si spogliò, e buttò il pigiama di flanella nel tubo che collegava il bagno alla lavanderia degli elfi domestici. Osservò il pigiama scivolare giù delicatamente, poi entrò nel cubicolo di pietra per farsi una doccia. Dopo dieci minuti spense l’acqua calda che gli gocciolava per tutto il corpo. Allungò la mano e acchiappò, appena fuori del cubicolo in roccia, un morbido accappatoio verde. Se lo mise, e osservò le iniziali bianche finemente ricamate sulla stoffa, sul suo petto a sinistra. DM. Cosa voleva dire essere dei Malfoy?, si ritrovò a pensare Draco. Privilegi, soffiate, preferenze… E sempre e solo purosangue in ogni angolo: parenti, amici e… Ragazze. E ciò voleva dire restrizioni, scelte… Ma pochissima libertà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Ehi? Ti sei scordata che dovevamo andare a Diagon Alley?

Mamma Weasley aveva mandato Ron a vedere che fine aveva fatto Ginny: era già mezz’ora che era sparita in camera sua. Così il ragazzo, controvoglia, era salito due piani più su ed era entrato nella camera di Ginny per poi vederla addormentata ai piedi del letto. La sorellina gli fece molta tenerezza: da un po’ di tempo Ginny non era più la stessa, e il ragazzo si era accorto di essere un po’ troppo pressante. Così si chinò su di lei, la prese in braccio e la depose delicatamente sul letto. Poi vide piccole lacrime salate che brillavano sulle guance della sorella.

Le accarezzò il viso.

-Piccolina… -le mormorò all’orecchio. Fece per sistemargli dietro l’orecchio una ciocca di capelli ribelli che aveva sul viso, ma…

-AAAAAAH!

Ginny si era svegliata di soprassalto e si era impaurita a sentire le mani di un estraneo sul suo viso… Anche se poi estraneo non era!, così si era alzata di botto, con il risultato di sbattere contro suo fratello… Ma lei aveva sbattuto la nuca: suo fratello il naso! Ron si portò le mani al setto nasale, che aveva preso a sanguinare.

-GINNYYYYYY –urlò, prima di correre al bagno.

-ROOOOOON –gridò ridendo la sorella, per prenderlo in giro. Poi, un po’ preoccupata, corse al bagno dal fratello. La porta però era chiusa a chiave.

-APRI, DEFICIENTE!!!! GUARDA CHE SFONDO LA PORTA!!! TE LO GIURO, SCASSO LA PORTA!!!! FAMMI ENTRARE CHE MI DEVO ANCHE VESTIRE!!!

Da dentro il fratello ridacchiava, senza curarsi delle intenzioni della sorella. Da fuori, però, la ragazza stava prendendo la rincorsa.

-IO TI HO AVVERTITO!!!! –urlò Ginny, per poi correre verso la porta di spalla. Ron non sentì, ma decise di aprire la porta. Tirò fuori appena la testa, con la porta semichiusa, ma Ginny era alla carica. I due si guardarono in faccia, e capirono cosa stava per succedere, ma non fecero in tempo a fare retromarcia che Ginny entrò di corsa nella porta aperta, andando addosso a Ron, buttandolo a terra e finendo sopra di lui.

-Devi smetterla con queste entrate ad effetto, Gin… -disse debolmente Ron.

-Non sai l’effetto che fanno a me… -sospirò la sorella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Non toccare nulla.

-Sì, papà.

-Signor Malfoy! Salve!

Il proprietario del negozio, un uomo curvo dai capelli unticci, era apparso all’improvviso dietro il bancone e aveva accolto Lucius Malfoy con mille ossequi.

-Salve, salve, Sinister… -borbottò l’uomo.

-Cosa compra? Qualcosa per questo giovanotto?

-No, Sinister… Vendo. Un’altra ispezione del ministero e, come sa, ho alcune cose che mi metterebbero nei guai. 

-Certo, certo… Come quattro anni fa, se non ricordo male.

-Esattamente. Dunque, vogliamo venire a noi? –esortò poi Lucius, tirando fuori una lista.

-Draco, vai pure… Ci vediamo dopo a Diagon Alley.

-Ok, papà.

Draco uscì dal negozio cautamente. Si avviò tra i vicoli bui, tra negozi d’arte oscura. Ogni tanto, qualche individuo s’inchinava, togliendosi il cappello in segno di rispetto.

Erano tutte quelle le soddisfazioni d’essere Malfoy? Qualche inchino mentre si andava in giro nei negozi di magia nera?  Si ritrovò di fronte al marmoreo edificio della Gringott. Voltò a destra, prendendo la direzione della libreria: doveva prendere i libri che gli sarebbero serviti per il suo sesto anno a Hogwarts.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-No, Harry! –rise Ginny.

L’amico, appena incontrato a Diagon Alley, aveva preso la ragazza sulle spalle, e ora la portava in giro per Diagon Alley.

-Dunque, principessa, dove vogliamo andare? –domandò.

-Alla libreria, forza-rispose esasperata Ginny, a metà tra le risate e l’arrabbiatura.

I due si diressero verso il Ghirigoro. Harry era felicissimo di avere sulle spalle la ragazza che gli piaceva da quasi due anni, così nulla poteva scalfire il suo buonumore. Ginny si stava divertendo moltissimo, anche lei. Harry era carino, ed era pronta a rimangiarsi tutto ciò che aveva pensato sul treno. Dopo che, tra l’altro, Draco la ignorava spudoratamente. Una sua parte, però, non riusciva a non sentirsi in colpa, per non si sa quale motivo: lei non era fidanzata con Draco, non aveva nessun legame… Eppure a lei sembrava di tradire il Serpeverde. Scacciò il pensiero dalla testa, e attaccò discorso con Harry. Raggiunsero la libreria. Indugiarono alla vetrina, osservando i libri in vendita(“Incantesimi da cucina”, “Questi piccoli maghi!”), per poi avviarsi verso l’ingresso. Ginny rise, squadrando l’ingresso.

-Guarda che io là mica ci passo- affermò. Harry ridacchiò, poi la fece scendere. Fianco a fianco, entrarono. L’ambiente era piacevolmente caotico: streghette che leggevano i libri preferiti, uomini che passavano con le braccia cariche di libri rilegati in pelle, su uno sfondo di migliaia di scaffali dove vi erano moltissimi libri, di tutti i tipi: tomi rilegati in pelle scura, con elaborate scritte, lisi librettini dalle pagine ingiallite e libri consigliati dal Settimanale delle Streghe, impeccabili e freschi di stampa. Ginny si avvicinò ad un giovane mago commesso.

-Scusa, i libri per il quinto anno a Hogwarts? E anche per il sesto –aggiunse poi.

-Subito –sorrise il ragazzo, che si dimostrava piuttosto interessato a Ginny. Harry, notando i suoi sguardi, si avvicinò a Ginny e le passò una mano attorno alla vita. La ragazza, per la sorpresa, sussultò, poi si voltò verso Harry. Il ragazzo gli indicò con un cenno della testa il commesso. Ginny capì al volo, e stette al gioco, prendendo la mano di Harry. Il commesso tornò, carico di libri. Harry e Ginny, intanto, trattenendo le risate, si tenevano per mano teneramente. Il ragazzo li vide, demoralizzato, e consegnò i libri a Ginny con un flebile:-Ecco a te.

Ginny e Harry si scambiarono un occhiolino, per avviarsi alla cassa. Pagarono, e uscirono.

-Missione compiuta!- rise Ginny, battendo il cinque con Harry. Il ragazzo le sorrise, quando videro Malfoy arrivare dalla parte opposta.

Il cuore  della ragazza fece un balzo. Non poteva essere! Decise di dileguarsi, ma senza Harry.

-Devo andare –mormorò la ragazza. –Non mi seguire, ti prego… Ti spiegherò dopo…

Harry rimase un po’ interdetto, guardando la ragazza allontanarsi correndo, ma rispettò la sua decisione e, con riluttanza, si voltò e se n’andò. Non voleva uno scontro diretto con Malfoy.

Draco vide Ginny correre verso di lui. Il suo cuore prese a battere all’impazzata. I capelli rossi che svolazzavano al leggero vento che si era alzato, accompagnato dalle nuvole nere… Gli occhi verdi, bassi verso terra… La gonna, che si muoveva adattandosi ad ogni suo movimento… Tutto di lei era stupendo, in ogni piccolo particolare. La ragazza, però, sembrava scappare proprio da lui. Sgranò gli occhi verdi, quando lo vide, e cercò di allontanarsi. Draco, però, la afferrò per un braccio e la trasse a sé. La ragazza, spaventata, cercò di divincolarsi, ma Draco la strinse ancora più forte.

-Mi fai male… -sussurrò la ragazza.

Draco la lasciò andare e la guardò. Ginny aveva le lacrime agli occhi.

-Scusa… -mormorò il Serpeverde. Ginny sbarrò gli occhi verdi. Draco che le chiedeva scusa?? Ginny sorrise timidamente, un sorriso rotto dalla timidezza e dall’incertezza. Per la prima volta, il biondino capì veramente quanto fosse maledettamente bella, in ogni sua parte: non ne era mai stato così consapevole. E quanto fosse fragile: si era adattata così bene tra le sue braccia ma sembrava si potesse spezzare, andare in mille pezzi in ogni istante, insieme a quel suo sorriso rotto dolce e timido.

Il cuore della ragazza batteva a mille. Si era sentita così sicura tra le braccia del ragazzo… Più che tra le braccia di Harry, sicuramente. E le aveva chiesto scusa… Quei momenti sembravano non voler mai passare, il tempo pareva loro alleato… Stava allungando attimi d’amore non dichiarato in una storia che non avrebbe mai potuto funzionare.

-GINNY!

Harry stava correndo verso di loro, dopo aver visto tutta la scena. Ginny sobbalzò: voleva rimanere ancora con Draco… Harry le porse la mano, senza rivolgere la parola a Draco. La ragazza deglutì poi, evitando di guardare Draco, prese la mano di Harry e si allontanò. Prima, però, rivolse al ragazzo un altro sorriso, rotto di timore e insicurezza. Draco rimase là, a fissare la sua ragazza con il sorriso rotto allontanarsi. Poi, qualcosa scattò in lui. Dopo che la ragazza ebbe svoltato l’angolo, cominciò a correre. Si ritrovò sulla strada principale di Diagon Alley. Intanto aveva cominciato a piovere. Piccole goccioline caddero dal cielo. Non la trovava… Non trovava più la sua ragazza con il sorriso rotto. Guardò a destra, poi a sinistra… Non la vedeva. Voleva dirle che l’amava, in ogni suo particolare, per ciò che era… Ma non l’aveva trovata. Si infilò in una via buia, senza sapere che la sua ragazza dal sorriso rotto era così vicina…

In una stradina parallela, un ragazzo dai capelli corvini baciava appassionatamente una ragazza dai capelli rossi. Lui era al massimo della felicità, ma lei… Ginny si sentiva strana, dopo l’incontro con il ragazzo, In quegli occhi grigi aveva visto qualcosa che non aveva mai visto… Non sapeva come chiamarlo, ma sapeva che era una cosa preziosa. Il viso del ragazzo e la sua voce le tornarono in mente…

-Scusa…

Ginny si separò violentemente da Harry. Le lacrime le rigavano il viso.

-Cos’hai? –le sussurrò il ragazzo. Ginny scosse violentemente la testa. Provava un grandissimo dolore in gola, mentre le lacrime le scendevano impetuose per le curve del suo volto. Harry provò ad accarezzarle il viso, ma Ginny si allontanò, con gli occhi bassi, e lo spinse dolcemente via, per poi correre in fondo alla via.

Pioveva sempre più forte. I suoi capelli rossi erano umidi, come tutti i suoi vestiti, e aveva freddo, ma non le importava. Voleva Draco. Non sapeva però che era esattamente davanti a lei, nella strada parallela, come lui non sapeva di essere tanto vicino alla ragazza dal sorriso rotto che aveva cercato sotto la pioggia.

 

  
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