Not always rainbows and butterflies
-Con chi
esce ora Cho?
Ginny
Weasley era sul treno, assorta nei suoi pensieri. Teneva la fronte contro il
freddo finestrino, cercando di pensare, cercando di farsi strada tra tutti i
suoi pensieri. Invece suo fratello si era immerso in una conversazione con
Harry Potter riguardo Cho Chang, e aveva deciso di coinvolgere anche Hermione.
-Con
Micheal Corner. -rispose Ginny con voce annoiata.
Harry e Ron
si voltarono di scatto, sorpresi. La risposta se l’aspettavano da Hermione, non
da lei.
-Micheal…
Ehi, ma… Non ci uscivi tu? -balbettò suo
fratello.
-Non più.
-continuò Ginny con lo stesso tono annoiato, ma con un po’ più di decisione.
-Non gli è andata giù che Grifondoro avesse battuto Corvonero a Quidditch, ed è diventato così musone e
rompipalle che l’ho mollato, e lui si è precipitato a consolare quella
deficiente della Chang. -terminò con semplicità la rossa, per poi prendere una
piuma d’oca e Il Cavillo per
controllare le risposte ad un test.
-L’ho
sempre detto che era un idiota! -esclamò raggiante il fratello, spingendo la
sua regina verso la torre di Harry, che fu distrutta e trascinata fuori della
scacchiera su cui lui e l’amico stavano giocando a scacchi magici.
-Hai fatto
un vero affare. Basta che… Tu scelga… Meglio!... La prossima volta .
E lanciò
una strana occhiatina furtiva a Harry.
Ginny se
n’accorse, ma non disse nulla. Sapeva benissimo cosa intendeva il fratello, e
non le piaceva nemmeno un po’. Ok, prima le era piaciuto Harry, ma ora… Poteva
essere un buon amico, ma mai un buon ragazzo. Così decise di sparare una palla
grande come una casa.
-Ho scelto
Dean Thomas, ti sembra meglio? -esclamò, cercando di sembrare indifferente e
distratta. Dopotutto, Fred e George le avevano insegnato a dire le bugie per
qualcosa, no?
La reazione
di Ron, però, fu peggiore del previsto.
-COOOOOSA?
-gridò alzandosi e mandando all’aria la scacchiera, rovesciando ovunque i
pezzi.
-Sì, dai
fratellino, non rompere! -fece scocciata Ginny, mollando la penna d’oca e Il Cavillo, per poi poggiare di nuovo la fronte sul finestrino.
Osservò il riflesso semitrasparente: se guardava vedeva una ragazzina di
quattordici anni, con una folta chioma rossa, di solito un po’ mossa, ma ora
molto riccia dato che l’aveva lasciata asciugare all’aria, senza phon. Alcuni
ciuffi nascondevano i grandi occhi verdi, ma la ragazza li toglieva con un
gesto nervoso, sbuffando con quelle labbra piccole e ben delineate.
Tamburellava le sottili dita dalle lunghe unghie sul vetro, ancora piccata per
il comportamento del fratello. Sembrava non potesse decidere di sua
volontà! Ginny si mise le piccole mani
sugli occhi, nascondendoli e nascondendo anche parte del viso, quelle
lentiggini così delicate, quelle guance su cui comparivano due piccoli cerchi
rossi quando si sentiva in imbarazzo…
Draco
Malfoy, che stava passando in quel momento davanti allo scompartimento, non
resistette alla tentazione di fermarsi ed osservare la piccola Weasley. Quelle
mani, che si muovevano così delicatamente, quelle che tante volte aveva sognato
sul suo viso, sul suo corpo… Quello sguardo, così dolce, quello che ogni tanto
incrociava, all’inizio spaurito, ma poi sempre più deciso, quasi di sfida…
Quelle labbra, che alcune volte vedeva muoversi velocemente, parlando,
discutendo…
Entrò nello
scompartimento, seguito da Tiger e Goyle. Potter e Weasley si alzarono in piedi
di scatto, mentre la Granger fece l’indifferente, serrò semplicemente gli
occhi. Ginny Weasley si era tolta le mani dagli occhi, e un’espressione
indecifrabile le percorreva il bel viso.
La ragazza, dentro di sé, era in subbuglio. Era entrata la
persona che, da un anno, tormentava dolcemente tutti i suoi sogni, la persona
che ora muoveva, parlando, quelle labbra, che lei aveva sognato sul suo corpo… La
persona di cui si era innamorata… Draco Malfoy era entrato nello
scompartimento, e aveva cominciato, come al solito, ad insultare lei e i suoi
amici. No… Non aveva insultato lei: aveva insultato Harry, Ron ed Hermione.
Perché non lei? Poteva essergli indifferente… Ma non era esattamente ciò che
dicevano i suoi sguardi, che ogni tanto incontrava… Quegli occhi, tra il grigio
e il verde, così speciali… Che incontravano i suoi, nei sogni… Come le loro
mani si incontravano… E si incontravano anche le loro bocche, come attratte da
qualche strana calamita, in quegli strani sogni proibiti che entrambi facevano.
-Dunque, chi abbiamo? Potterino, il cocco di Silente! Quale
onore! Poi qui ci sono Lenticchia e Secchioncina!
E detto questo, Draco si era inoltrato in altri commentini
maligni sui tre, ma non aveva pronunciato il nome di Ginny, né l’aveva sfiorata
con le critiche.
“Anche se non te lo dirò mai, Ginny… Prendilo come un
favore” pensò dolcemente Draco, rivolto a Ginny.
Ma la ragazza, al contrario, ribolliva dentro di sé.
“Perfetto, Virginia! Ti sei invaghita di un ragazzo che non
ti si caga di pezza! Ma che dico invaghita… Tu ne sei cotta persa!!”
-Ginny, che hai?
Suo fratello, nel vederla corrucciata, lasciò perdere di
prendere a pugni Malfoy, anche perché Hermione l’avrebbe trattenuto, così si
voltò verso la sorella.
-Cosa vuoi che abbia? Nulla! –urlò la ragazza.
Harry sobbalzò. Draco ridacchiò: bel caratterino, la
Weasley.
-Cosa ridi, tu? -fece Ron, serio in un istante, a Draco.
-Cosa insinui, Weasley? -esclamò il ragazzo. Poi si riprese:
non poteva permettere che uno straccione come Weasley gli facesse perdere la
sua maschera di indifferenza.
Diede un’ultima occhiata a Ginny, al suo volto delicato e ai
dolci lineamenti…
-Cosa cazzo vuoi, anche tu? –sbottò la ragazza, vedendo gli
sguardi del Serpeverde e scattando in piedi.
Draco scrollò le spalle, fece un cenno a Tiger e Goyle e se
ne andò. La Weasley poteva avere i lineamenti dolci, ma il carattere di sicuro
no.