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Autore: _candyeater03    19/08/2020    2 recensioni
{Tributi dei Settantaquattresimi Hunger Games}{Raccolta di OneShots; 10159 parole}
***
Questo è il canto dei tributi, una confessione, un sussurro, un epitaffio.
Gli ultimi pensieri di molti che non lo credevano, perché la morte coglie di sorpresa. Di molti che hanno abbassato la guardia nel momento fatale, convinti di essere al sicuro. Illusi anche solo per un giorno di potercela fare.
Ma non era forse sempre stata questa la regola? Un solo vincitore. Oppure due, magari.
Questo è il racconto di sette morti, e di altre tre. Dieci anime bambine soffiate via, dieci colpi sul tamburo della ribellione.
***
1. You and I’ll be safe and sound
2. Just close your eyes
3. I remember you said don't leave me here alone
4. I remember tears streaming down your face
5. No one can hurt you now
6. You'll be alright
7. Hold on to this lullaby
8. All that's dead and gone and past tonight
9. Come morning light
10. Everything's on fire
11. Epilogo
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I remember tears streaming down your face
When I said I’ll never let you go
And all those shadows almost killed your light
I remember you said don’t leave me here alone
And all that’s dead and gone and past tonight


 
Il Distretto 1 è calato in un luttuoso silenzio.
Le ghiandaie imitatrici non seguono il tacito ordine di portare rispetto ai caduti, e canticchiano una melodia paradossalmente allegra. Si zittiscono una alla volta, finché il canto dell’ultima non incute solitudine e malinconia ai silenziosi ascoltatori.


C’è un uomo che non vuole ricordare la freccia che trapassa il collo di suo figlio, che cade inerme dopo aver ucciso la ragazzina del Distretto 11. Prova a fingere di non vedere la scena trasmessa sull’enorme televisore del bar, ma non ci riesce. Non sente più i mormorii dispiaciuti o semplicemente sorpresi delle altre persone nell’edificio. Tutto intorno a lui è un’immagine non messa a fuoco, un dettaglio poco importante.

L’uomo inizia a bere.
Non sa nemmeno che cosa sia, solo qualcosa di decisamente molto alcolico, che pizzica il naso quando si prova ad annusarlo.
Beve per dimenticare. Per dimenticare che suo figlio Marvel, l’ultima persona che aveva al mondo, è morto negli Hunger Games.


Nella zona più ricca del Distretto, una bambina di non più di otto anni piange disperata, le lacrime che le colano sul vestito rosa, da bambolina.
Piange e grida, vedendo il volto della sorella orribilmente sfigurato dagli aghi inseguitori. La madre prova a zittirla con modi bruschi, e, dato che non smette di piangere, il padre le tira uno schiaffo.

La bimba si allontana dai genitori a testa bassa e si asciuga le lacrime con un fazzoletto di carta.
Dopotutto, se Glimmer non ha vinto i Giochi, non ha diritto di essere ricordata. E, per non lasciarsi affogare dal dolore, la tattica migliore è ignorarlo.

Il televisore si spegne, subito dopo lo sparo del cannone.
 
 
 
Just close your eyes
The sun is going down
You’ll be alright
No one can hurt you now
Come morning light
You and I’ll be safe and sound
 

 
Nel Distretto 2 i ragazzi si allenano all’Accademia di Addestramento. Poi c’è chi lavora, anche durante i Giochi della Fame.
In ogni piazza del Distretto c’è un enorme televisore, che mostra gli Hunger Games di continuo. Si sentono i picconi dei minatori scavare nelle cave di marmo, le ghiandaie chiacchierone che girano per i quattro angoli del Distretto a ripetere intere frasi con tono inconfondibilmente umano, il rumore metallico delle spade di due accaniti combattenti all’Accademia.

Quasi nessuno è in casa, ogni abitante ha la mente troppo immersa nei propri pensieri per notare cosa accade attorno.
Oggi l’atmosfera è leggermente diversa.


Dieci persone siedono su uno stesso divano, gli occhi inquieti e puntati sullo schermo della televisione.
Riunite a casa Hadley per la finale, due famiglie si stringono l’una vicino all’altra. Per avere una spalla su cui piangere, o per darne una al vicino.

Trattengono il respiro all’unisono, mentre la freccia della Ragazza in Fiamme attraversa il petto di Cato, e si stringono le mani a vicenda mentre questo dà al mondo il suo ultimo sguardo e spira.
La famiglia più numerosa piange per la morte del maggiore dei figli, l’altra perché ha riconosciuto il ricordo vivido della sua secondogenita nella luce che ormai ha abbandonato gli occhi del tributo finalista del 2.

Piangono il coraggioso Cato e la sanguinaria Clove, e sperano che gli Innamorati Sventurati del Distretto 12 si tolgano la vita sul serio.
Un desiderio vendicativo, quasi sadico. Più che legittimo, dal loro punto di vista. Ma, dopo pochi minuti, vengono incoronati vincitori.

Dopo poco, nella casa si sentono solo singhiozzi.
Di chi crede di essere forte, inumanamente forte. Ma, in un modo o nell’altro, l’umanità prende il sopravvento. Sempre.
 

 
Don’t you dare look out your window, darling
Everything’s on fire
The war outside our door keeps raging on
Hold on to this lullaby
Even when the music’s gone
Gone
 


C’è una stanza enorme, accanto al Consiglio degli Strateghi.
I grandi schermi spenti fanno da specchi ad altri, così da creare surreali effetti di luce. Tutti i mentori dei diversi Distretti confabulano tra loro, riguardo a strategie e scommesse.

Due schermi si accendono di scatto, uno laterale con l’elenco dei tributi ancora in vita, uno sulla parete di fronte all’ingresso, che mostra ciò che, al momento, sta accadendo nell’Arena. I Favoriti tornano alla Cornucopia, con il ragazzo del Distretto 3 al seguito.
Corre per tenere il passo dei compagni, evidentemente non allenato come loro.

Polvere cinerea immonda l’ossigeno, l’instabile montagna di macerie che s’innalza al centro dell’Arena ostenta un’imponenza non sua.
Il ragazzo proveniente dal Distretto 2 riempie il petto di un’orgoglio velenoso, un rancore inestinguibile. I compagni non prestano attenzione, nella loro ricerca sono ossessivi quanto speranzosi, sconcertati come se la loro stessa anima fosse stata frammentata al pari delle macerie che si polverizzano tra le loro dita.
Il volto del bersaglio è tinto di un pallore mortale, mentre osserva con impotenza il fallimento della propria opera.

I mentori del secondo Distretto esultano follemente nel momento in cui il loro tributo costringe il quattordicenne a rantoli di morte.
Si lanciano in un abbraccio vittorioso e le loro grida riempiono la sala.


Mille lacrime rigano il volto di Wiress. La donna volta il capo, ma la morte della sua creatura le è ripetuta nella mente all’infinito.
Il suo patimento silente contiene la sala, le grida, e tutto il resto.
 


 
Just close your eyes
The sun is going down
You'll be alright
No one can hurt you now
Come morning light
You and I'll be safe and sound


 
Il sole nell’Arena si cela dietro a un orizzonte fallace, e i colori della notte tingono la cupola celeste con prepotenza.
Panem è avvolto dal calore asfissiante di un pomeriggio di metà luglio, e i lavoratori compiono distratti le loro mansioni in attesa del tramonto.
La trasmissione dei Giochi della Fame, signora indiscussa di ogni momento di pausa nonché persistente sottofondo nel lavoro, occupa una posizione di svago nelle menti del quarto Distretto.


Due giovani pescatori avvicinano la barca al molo tra canzonature fraterne.
La rete traboccante, trofeo di una battuta fortunata, si agita quando estratta dalle limpide acque.

Di lontano, il minore scorge una figura. La madre muove verso di loro con passo rapido e nervoso.
Giunge a pochi metri di distanza, le sue gote sono violacee e il viso gonfio di pianto. La sua voce è incrinata dallo sconforto, e alla richiesta di una spiegazione si accascia a terra a causa del panico.

E in un istante le tre figure giacciono sul molo, le loro lacrime ne inondano la superficie.
Un gabbiano verseggia in un’inappropriata gaiezza, librandosi nei cieli del Distretto 4.

La loro sorellina è morta.

Colpo di cannone.

La loro Lilith non c’è più.
 


 
Oooh, Oooh, Oooh, Oooh
La La (La La)
La La (La La)
 


Come un’anima sola, il quinto Distretto riempie i polmoni di viva speranza.
Le famiglie benestanti bramano la momentanea gloria, la maggioranza prega per sconfiggere la fame, superare il rigido inverno. Come un’anima sola, chiunque può sfiorare appena la prospettiva di una vittoria, e brillano gli occhi, brillano i volti.

E la giovane donna dai capelli rossi e gli occhi ambrati, la bambina cresciuta in collegio, la ragazza introversa e brillante diventa la figlia di tutti, la sorella di tutti, la nipote di tutti.

Come un’anima sola, il quinto Distretto sgrana gli occhi alla vista di quelle bacche mortali, alla vista di quel tranello così infantile e ingannevole. Alla vista della lenta e dolorosa fine del tributo che chiunque tratteneva affettuosamente nel cuore.

Come un’anima sola, il quinto Distretto leva un sospiro. Un leggero pianto, un breve lamento.
Il quinto Distretto innalza frustrazione, una dolorosa delusione, un profondo dispiacere.

La folla si disperde in un malinconico silenzio. Ognuno torna alle proprie mansioni, chi al lavoro, chi alla famiglia, chi alla disturbante tranquillità di ogni giorno.
 
 

 
Oooh, Oooh, Oooh, Oooh
La La (La La)
 


Un fischio piatto si allunga tra le pareti della galleria, riecheggia nella penombra della vuota stazione.
Oggi è arrivato il treno.

Il viaggio del cadavere è stato più veloce.
Già da giorni Abigal è sotto terra, rinchiusa in quella bara troppo stretta, troppo bella, troppo costosa.
La piccola Aby. La sua sorellina.

Il giovane uomo rabbrividisce. Il suo sangue in un attimo è bollente, e insieme si fa gelido il suo sudore.
Ricorda il corpo freddo di lei, le membra molli, ricorda il rimprovero scritto dietro a quelle palpebre chiuse per sempre. Ricorda una notte passata a piangere sé stesso, a piangere per il suo egoismo, per la sua codardia, per il suo non poter mai piangere nessun altro.

È arrivato il treno. Ora scende Maria: ha il volto mesto come l’anno scorso, come tutti gli anni.
Il ragazzo la osserva, inspira, si avvicina a grandi passi. Aby non l’avrebbe mai fatto, pensa. La donna lo vede a sua volta e a sua volta gli viene incontro, un poco confusa, vuole sapere cosa voglia da lei. Non l’avrebbe mai fatto, ripete lui nel pensiero.

Adesso è davanti a lei, si guardano negli occhi. 
Sei stata tu, le grida con le iridi, con il cuore, con un palmo rapido che la colpisce in pieno volto.

Mentre lui si allontana in silenzio la mentore lo segue con lo sguardo, senza capire.
 
 

 
Just close your eyes
You'll be alright



La gente del Distretto 11 lavora con la vita, legge gli astri, ascolta il ritmo delle stagioni. Sono uomini e donne legati alla terra, al vento, a tutto ciò che nella natura c’è di piccolo e di meraviglioso.
La gente del Distretto 11 è placida, è paziente, sa custodire il fragile equilibrio della crescita, il segreto della resilienza.

Durante i Giochi della Fame, tutto è immobile.


Tutto è immobile tranne il pianto di una donna, un pianto convulso, dolente, inconsolabile.
La ragazza piange, trema, si regge il tristo volto con le mani callose. La nonna del suo amato le accarezza la spalla, guardandola appena con occhi vuoti.

Perché? Perché le hanno portato via Thresh, il suo Thresh?
Quel Thresh che passava le notti sveglio nei campi, e che ogni sera e ogni mattina passava a salutarla con un bacio? Quel Thresh che la conosceva a memoria, come un libro, che poteva capirla del tutto in qualsiasi momento? Quel Thresh che avrebbe sposato a settembre, con cui ragionava di costruire una casa e un futuro?
Perché?


Tutto è immobile tranne l’urlo di una madre, le labbra storte dall’orrore e dalla sorpresa.
È un grido agghiacciante, terribile quanto la scena che il televisore le mostra. Suo marito la stringe per tranquillizzarla, con le palpebre già colme di lacrime. Adesso vorrebbe portare i bambini via di lì, in un’altra stanza, ma non riesce: vogliono restare, vogliono vedere, hanno capito che qualcosa non va.

Qualcosa non va nella naturalezza con cui Rue si accascia al suolo, lasciando scivolare d’un tratto la luce dalle proprie iridi. 
Proprio come Myra, ricorda la donna, con amarezza. Ella ritorna immobile, piange, singhiozza, per istanti che le paiono eterni.

Finché la Ragazza in Fiamme non intona una melodia.


Durante i Giochi della Fame, nell’intimità di ogni mente, di ogni casa, di ogni famiglia, nel Distretto 11 si leva un canto. È un canto semplice, quattro note soltanto, ed è bello, splendido, forte come la vita stessa.
Il canto della ribellione.
 


 
Come morning light
You and I’ll be safe and sound
Oooh, Oooh, Oooh, Oooh, oh, oh


 



NdA:
Buonsalve, amici tributi!
Ebbene sì, in seguito alla mia resurrezione su questo sito ho deciso (e finalmente, aggiungerei) di terminare questa raccolta una volta per tutte. Dopo ben quattro anni di inattività. Ottimo direi!
Dopo tutto questo tempo l'epilogo potrebbe sembrare un tantino deludente, e magari lo è. Una buona parte è stata scritta nel lontano 2015, mentre un'altra intorno al 2017. Rileggendo quello che avevo già scritto mi sono resa conto di quanto il mio modo di scrivere sia cambiato nel corso di tutti questi anni. Avrei potuto riscrivere tutto daccapo, ma in realtà mi è sembrato meglio lasciarlo così com'era. Se avessi scritto tutto oggi avrei fatto molte cose diversamente, tipo togliere qualche avverbio o qualche parolone gigante di troppo (sì, me stessa del 2017, sto parlando con te), ma sono comunque soddisfatta del capitolo. Vedetelo come una storia, la prova tangibile della mia evoluzione (spero lol).
Nel capitolo precedente avevo promesso una nota d'autrice enorme e strappalacrime, ma onestamente non ricordo cosa volessi dire. In ogni caso, ringrazio tantissimo dal profondo del cuore tutte le persone che hanno seguito, ricordato e preferito questa fanfiction, e ancor di più quelle che hanno recensito. Non esagero se dico che siete stati le gioie della mia vita da studentella delle medie :3 Concludere questa raccolta è per me un profondissimo atto di chiusura, perché è stata la prima multicapitolo che io abbia scritto. Ho tentato poi con altre, quasi tutte fallite e poi cancellate, ma questa mi è un po' rimasta nel cuore. Da sempre avevo l'idea di finirla un giorno, e oggi sono qui per farlo effettivamente. Yay!
Non so se tornerò qui su questo fandom. Maybe? Sono sicura che quando uscirà (coronavirus permettendo) il film di BSS rientrerò in fissa totale, e magari potrei trovarmi nuovamente ispirata. Chissà. Until then!
Ci vediamo, cari. Che è di nuovo un orario improponibile, e ho pure fame.

Candy<4
 
   
 
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