Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: darkjedi    20/08/2020    1 recensioni
Questo è il seguito di 'Il Jedi e il Sith.
Obi Wan ha seguito suo padre al Tempio Jedi.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mace Windu, Obi-Wan Kenobi, Qui-Gon Jinn, Yoda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Parte 9

 Qui-Gon era  presente quando Anakin aveva fatto irruzione nel Tempio Jedi dichiarando che il Cancelliere Palpatine era il Signore Oscuro che stavano cercando, e aveva sentito Mace Windu ordinare al giovane di aspettarlo  nella Camera del Consiglio mentre lui e altri  tre maestri  andavano ad arrestare il Cancelliere.

 Aveva visto il suo precedente Padawan, vestito del suo solito completo nero, che lo faceva  sembrare troppo ad un Signore Oscuro, dirigersi  verso la Torre del  Consiglio, e  aveva sentito un brivido correre lungo la spina dorsale.

 Qualcosa non andava, ma lui non se ne era reso conto di cos’era. Il Lato Scuro della Forza era sceso sulla galassia, offuscando la sua vista, offuscando la vista dei jedi… ma non quella di Obi-Wan.

 Qui-Gon pensò a suo figlio e si ricordò che lui aveva insistito molte volte che Palpatine era pericoloso, e che non avrebbero dovuto permettere ad Anakin di stargli vicino. Se solo Obi Wan fosse tornato, certamente avrebbe saputo come aiutare Anakin, lui conosceva il giovane che chiamava “ fratello” meglio di chiunque altro.

 Ma il Generale Kenobi era lontano, su Utapau insieme al suo battaglione di cloni per distruggere le ultime forze rimaste al Generale Grievous.

 Qui-Gon andò nella Camera del Consiglio, sperando di trovarlo lì, ma quando arrivò scoprì che  il giovane non era là.

 Nella stanza sentì un’aura di disperazione e di paura, una paura così forte da offuscare ogni giudizio che lo fece gridare con la mente sperando di raggiungere il giovane attraverso ciò che rimaneva del legame che li aveva legati durante l’addestramento. 

 / / No Anakin! Torna indietro! / / Non ricevendo nessuna risposta, Qui-Gon si precipitò verso l'ascensore, ma una voce nella sua mente lo fermò a metà strada.

 / / Cosa c’è Padre? Sento la tua preoccupazione. / / 

/ / Obi-Wan! Come puoi sentirmi? Dove sei? / /

/ / Sto entrando nell'atmosfera del pianeta proprio ora. Ho lasciato il Comandante Cody su Utapau a occuparsi dei droidi che sono rimasti. La Forza mi ha rivelato che dovevo tornare il più presto possibile. / /

 / / E’ così infatti. Obi-Wan, Anakin ha scoperto che Palpatine è il Signore Oscuro che stiamo cercando. Mace Windu, Kit Fisto e altri due maestri sono andati ad arrestarlo. Mace ha detto ad Anakin di restare al Tempio, ma lui li ha seguiti. Non è più in sé, Obi-Wan. Tu conosci i suoi sogni su Padmé… Cosa accadrebbe se Palpatine riuscisse a convincerlo che solo lui può aiutarlo a “salvare” sua moglie? Potrebbe essere una tentazione troppo grande per lui. / / Qui-Gon scosse la testa. / / Non  avremmo mai dovuto permettergli di sposarla… / /

 / /Non mi sembra che lui abbia chiesto il nostro consenso…ce l’ ha detto quando era già tutto fatto e non c'era niente che potessimo fare, dal momento che riferirlo al Consiglio era fuori questione // La voce di Obi-Wan aveva un accenno del suo solito sarcasmo. / / Ora stai calmo, Padre, mi sto dirigendo al palazzo del Senato. Sarò là tra un minuto o due. / /

 / / Stai attento, figlio mio. / /

 / / Come al solito. / /

Il contatto mentale fu interrotto, e Qui-Gon entrò lentamente nell'ascensore, la sua mente meditava sulla profezia del Prescelto, Anakin ed Obi-Wan.

 Uscendo dall'ascensore, si diresse verso i giardini per cercare di meditare quando un dolore improvviso ed insopportabile lo fece cadere sulle ginocchia.

 / / Obi-Wan! / / Gridò con la mente, mentre respirava a fatica ed i battiti del suo cuore rimbombavano  nelle sue orecchie. Quando il dolore si fu calmato, Qui-Gon si alzò in piedi e barcollando andò nell’hangar e salì  sul primo speeder che trovò.

 Corse veloce nel pesante traffico di Coruscant verso il Palazzo del Senato, tentando invano per tutto il tempo di contattare suo figlio.

 Una volta che fu arrivato, Qui-Gon evitò le guardie e, con la spade laser in mano corse nell'ufficio di Palpatine, solamente per fermarsi  quando vide i cadaveri di Kit Fisto, Agen Kolar, e Saesee Tiin che giacevano nel corridoio.

Il suo cuore batteva, Qui-Gon avanzò più lentamente verso l'ufficio, doveva  sapere cos’era accaduto là, ma temeva anche quello che probabile avrebbe trovato, perché per la prima volta in vita sua la Forza, era muta.

 Entrò nella stanza e là, fra i mobili in fumo e pezzi di acciaio trasparente che facevano parte di  una finestra fracassata, c’erano Anakin ed Obi-Wan.

 Anakin stava inginocchiato sul pavimento e abbracciava il corpo immobile di Obi-Wan, dondolando avanti e indietro mentre bisbigliava ripetutamente, “Per favore non morire Obi-Wan, non morire fratello mio…”

Qui-Gon non perse tempo e si inginocchiò al loro fianco. “Cos’è successo?”  chiese, mentre cercava alla cieca le pulsazioni di Obi-Wan.

 “Palpatine lo ha attaccato con i suoi fulmini blu…lui si era messo tra il Signore Oscuro e il Maestro Windu dopo che io…” la voce di Anakin si affievolì e lui abbassò la testa, il viso bagnato di lacrime .

 “Dopo che tu che cosa, Anakin?” insistette Qui-Gon, mentre componeva il codice di emergenza che avvertiva i Guaritori nel Tempio di accorrere immediatamente perché c’era urgente bisogno di loro.

 “Dopo che lui tagliò il mio braccio,” rispose una terza voce, Qui-Gon ed Anakin, sollevarono le teste per vedere Mace che torreggiava su di loro, una smorfia di dolore segnava i suoi lineamenti.

 “Maestro... Io…” iniziò Anakin, Windu lo fermò.

 “Lo so, Anakin, lo so.” Poi il maestro di Korum si inginocchiò ed guardò il corpo immobile di Obi-Wan.

“Come sta?”

“Non lo so. Le pulsazioni sono forti, ma non riesco a sentire alcuna attività nella sua mente…Credo che sia scivolato nel coma.” Mormorò Qui-Gon, intanto le sue dita carezzavano la guancia barbuta di suo figlio, mentre incitava mentalmente i guaritori a fare presto.

 “ Palpatine si diresse furiosamente verso Obi-Wan quando lui si mise in mezzo tra me e lui,” la voce di Mace si addolcì mentre guardava a terra verso l'uomo privo di sensi. “Ha deviato i lampi blu usando le sue mani o il suo corpo… è grazie a lui se io ancora sono vivo.”

 Qui-Gon inghiottì a fatica e poi chiese, “Cos’è accaduto dopo?”

 “Darth Sidious continuò ad attaccare; il suo attacco era particolarmente violento perché voleva che Obi-Wan smettesse di parlare...”

“Di parlare?”

“Si…a me.” rispose Anakin, “Obi-Wan  insisteva nel dirmi, nel ricordarmi chi io ero…chi io sono.... che io sono un Jedi…e che lui mi vuole bene…che io sono suo fratello... io…io dissi a Palpatine di fermarsi, di lasciarlo andare ma lui non mi ascoltò. Così  l’ho ucciso. Ho tagliato la sua testa…è là.”

Qui-Gon annuì, mentre guardava fugacemente nella direzione indicata. Tutto era chiaro, beh, quasi.

 “Anakin, perché hai tagliato il braccio di Mace?”

 “Perché lui stava per uccidere Palpatine… prima che  potesse dirmi come avrei potuto salvare Padmé dalla morte.”

“Ma tu lo hai  ucciso, perché lo hai fatto?” lo incitò Mace Windu.

 “Ve l’ ho detto. Stava uccidendo Obi-Wan.”

 “Così tu hai scelto tuo fratello invece di tua moglie?” Incalzò Qui-Gon, sapendo che la risposta era molto importante.

 Anakin  chiuse gli occhi per qualche secondo, e quando li aprì di nuovo  erano chiari e sicuri. “No, ho scelto di essere un Jedi, come Obi-Wan mi aveva detto. Ho scelto di fare il mio dovere.”

Qui-Gon e Mace si scambiarono un'occhiata prima di abbassare i loro occhi sul corpo disteso a terra e privo di sensi di Obi-Wan.

 Anche lui aveva fatto il suo dovere. Il Prescelto era stato tentato dall’Oscurità, ma il suo guardiano, il Guerriero Grigio l’aveva riportato sul giusto cammino, un cammino che lui non avrebbe mai più abbandonato.

 La volontà della Forza era compiuta, ma Qui-Gon sperava che il prezzo per la salvezza della galassia non fosse la vita di suo figlio.

 Ma grazie alla Forza, questo non accadde. Obi-Wan rimase in coma per due settimane mentre il suo organismo si stava riprendendo dal sovraccarico elettrico che aveva ricevuto. Il colpo aveva danneggiato alcuni dei suoi nervi e aveva provocato problemi alle gambe, problemi che Obi-Wan aveva risolto lavorando duramente, come dimostrava oggi la mancanza del bastone per appoggiarsi.

 “Padre?”

“Cosa c’è? Oh mi dispiace, mi sono distratto,” Qui-Gon guardò suo figlio, imbarazzato.

 “Questo l’avevamo già capito, Maestro,” Anakin inserendosi. “Ora andiamo; non penso che vorresti arrivare in ritardo proprio oggi.”

“Oh no, mio Padawan, non potrei mai essere in ritardo. Questo è il giorno che aspetto da trentanove anni.”

“Nessun rimpianto, Padre,” disse Obi-Wan, dandogli un sguardo ricco di significato, prima che i tre uomini si mossero verso la porta e lasciarono la stanza.

 Si diressero lentamente attraverso il Tempio apparentemente disabitato, adattando il loro passo a quello misurato di Obi-Wan.

 “Dove sono tutti?” chiese Obi-Wan, mentre guardava le sale vuote.

 Anakin sorrise. “Penso che più ci  avvicineremo alla Torre del Consiglio e  più incontreremo gente.”

Il viso di Obi-Wan si tinse di rossore “non mi dite che sono tutti là?!”

Qui-Gon annuì, “naturalmente che sono tutti là. Oggi è un giorno molto speciale, per tutti di noi.”

“Lo so, lo so. È solo che riesco a stento ad accettare cosa accadrà realmente.”

Qui-Gon ed Anakin non risposero, ma il cavaliere più giovane strinse la spalla di suo fratello in una comprensione silenziosa.

 I tre uomini girarono l’angolo ed entrarono in un’altra sala, e come aveva predetto Anakin, trovarono parecchia gente.

 Maestri, cavalieri, padawan ed iniziati: erano tutti là, e questo fece ricordare a Qui-Gon il giorno di tanto tempo fa quando lui, Obi-Wan ed Anakin ritornarono da Naboo.

 Qui-Gon scambiò cortesi saluti con quelli che lui conosceva bene, ed il suo cuore si strinse quando pensò a tutti i Jedi che lui aveva conosciuto nella sua vita e che non erano là quel giorno.

 La Guerra dei Cloni aveva causato la morte di troppi Jedi, ma almeno l'Ordine ancora esisteva. Non era stato spazzato via dai complotti di Palpatine come era successo all'Ordine dei Sith.

 Darth Sidious aveva sempre saputo che i Sith non sarebbero stati accecati dal Lato Oscuro come era successo ai Jedi perché loro avevano più familiarità con lui.

 Quindi, il Signore Oscuro aveva avviato una campagna sistematica per eliminare i Sith, uno alla volta se fosse stato necessario, e l'Ordine Grigio, vittima della sua natura diffidente e sospettosa, aveva rifiutato di chiedere aiuto ai Jedi. Le loro file erano diventate sempre più assottigliate, anche prima che la Guerra dei Cloni iniziasse a  reclamare sia la vita dei Sith che quella dei Jedi, arrivando al punto in cui non ci furono abbastanza maestri nel Tempio dei Sith per prendersi cura degli allievi. I bambini furono rispediti alle loro famiglie o trasferiti al Tempio Jedi, mentre l'Ordine Grigio languiva e poi moriva.

 Obi-Wan Kenobi, il Guerriero Grigio era l'ultimo dei Sith, ed era lui che tutti i Jedi erano venuti ad onorare oggi.

 Era lui che il Consiglio dei Jedi stava aspettando, mentre avanzava tra due ali di persone, i suoi numerosi amici gli battevano affettuosamente sulle spalle e gli stringevano le braccia mentre suo padre e suo fratello lo seguivano, i loro occhi umidi di lacrime trattenute.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Mace Windu era là ad aspettarli.

 “Sia ringraziata la Forza sei qui! Stavamo iniziando a preoccuparci.”

“Mi dispiace Mace, ma attraversare tutto il Tempio ha preso più tempo di quanto avevamo previsto,” Mormorò Obi-Wan al suo amico.

Il maestro di Korum annuì, poi allungò il suo nuovo braccio artificiale, “posso aiutarti?”

Obi-Wan raddrizzò la schiena, orgoglioso e arrogante come al solito. “No, grazie, Maestro Windu.”  Rispose lui, molto formale. “Sono perfettamente capace di entrare in quella stanza ed inginocchiarsi da solo.”

Mace sorrise ed annuì, “Va bene.”

Le porte della Camera del Consiglio si aprirono, e i quattro uomini entrarono, guardandosi intorno Obi-Wan notò i cambiamenti fatti nella grande stanza circolare. Le sedie erano vuote ed erano state spinte verso un lato della stanza, mentre le altre erano state lasciate libere per ospitare un gruppo selezionato di persone che avrebbero assistito alla cerimonia.

 Obi-Wan camminò al centro della stanza, dove lui rimase in piedi, affrontando i dodici consiglieri che stavano in piedi uno accanto all’altro di fronte a lui, mentre Qui-Gon ed Anakin si diressero verso il fondo della stanza. Anakin andò vicino sua moglie, Padmé Amidala Skywalker con i loro gemelli appena nati, Luke e Leia, mentre Qui-Gon affiancò Lianne Shinko Kenobi che teneva tra le braccia Ben Kenobi di due anni.

 Qui-Gon baciò la guancia di sua nuora e ad accarezzò i capelli rossastri di suo nipote, prima di scambiare un inchino con Bant Eerin, Garen Muhl e Siri Tachi, i migliori amici di Obi-Wan al Tempio.

 Poi si girò ad affrontare i maestri riuniti, e notò con sorpresa che le sedie nella stanza erano tredici, non dodici e si chiese brevemente chi si sarebbe seduto su quella sedia. Ma poi tutte le sue domande furono dimenticate quando Obi-Wan si inginocchiò lentamente e il Maestro Windu su avvicinò a lui.

 “Cavaliere Sith Kenobi,” la sua forte voce echeggiò nella stanza. “Siamo qui oggi per chiederti di unirti a noi come membro a tutti gli effetti dell'Ordine dei Jedi. Da quando sei venuto a vivere con noi, ci hai provato continuamente il tuo valore ed è grazie a te che l'Ordine dei Jedi ancora esiste. Ci farai un grande onore se volessi accettare questa offerta?”

Qui-Gon guardò suo figlio sollevare la  testa annuire. “Sì, lo voglio.”

Mace si mise da parte mentre Yoda prendeva il suo posto e accendeva la sua spada laser, imitato dagli altri consiglieri. Poi la sua voce echeggiò nella stanza silenziosa, mentre dichiarò la formula tradizionale e vecchia di millenni.

 “Obi-Wan Kenobi, con il consenso del Consiglio” il vecchio maestro Jedi toccò la spalla sinistra di Obi-Wan con la spada laser. “tramite la volontà della Forza,” Yoda mosse la spada sulla spalla destra  dell'uomo inginocchiato. “Ti nominiamo Cavaliere Jedi della Repubblica,” e con un veloce movimento del polso lui tagliò via la lunga treccia di Obi-Wan che aveva da quando era diventato un Cavaliere Sith, diciotto anni prima.

 Con il cuore pieno di felicità per suo figlio che ora era un Jedi come aveva sempre sognato, Qui-Gon si mosse in avanti. Desiderava aiutare Obi-Wan ad alzarsi, ma Mace Windu lo fermò con un rapido cenno della testa, mentre Yoda disattivava la sua spada laser e parlava di nuovo.

 “Cavaliere Kenobi, tale dedicazione raramente in vita mia ho visto. Ingiusto il Consiglio dei Sith è stato. Riconoscere i tuoi talenti loro non hanno fatto. Deciso questo Consiglio rimediare vuole a questa ingiustizia. Si alzi, Maestro Jedi e Cavaliere Sith Kenobi. Prendi il tuo posto in questo Consiglio, benvenuto tu sei.” Gli occhi di Qui-Gon si spalancarono con stupore mentre simili pensieri   ugualmente sorpresi di Obi-Wan lo contattarono attraverso il legame.

 Yoda sorrise ed aggiunse, “Il meglio di due mondi tu sei, Obi-Wan. Una tragedia sarebbe se la saggezza dei Sith con te scomparisse. Molte cose insegnarci tu puoi. Pronti ad imparare, noi siamo.” Così dicendo, tutti e dodici i consiglieri chinarono le teste, accogliendo e onorando il loro nuovo membro. 

Quasi senza essere notato, Qui-Gon attraversò la stanza e si diresse verso  suo figlio ancora inginocchiato. Lui aiutò Obi-Wan ad alzarsi in piedi  e lo strinse forte tra le braccia, mentre intorno a loro la stanza esplodeva in un  lungo, interminabile applauso, ed una nuova era si profilava per l'Ordine dei Jedi.

 

FINE

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: darkjedi