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Autore: Giandra    24/08/2020    1 recensioni
Raccolta di storie incentrate ognuna su una shipping del mondo Pokémon, scritte tutte su vostra richiesta.
Scrivo su:
- anime principale (tutte le stagioni);
- Pokémon Horizons;
- videogiochi (trovate le specifiche nel prologo).
☆ #7. Mizuhiki: Seconda classificata e vincitrice dei premi Sara, miglior stile, miglior grammatica e miglior personaggio al contest "Ho letto un libro, una volta (si chiamava...)" indetto da zbor liber sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Salve a tutti! Ho ben pensato, in base alle premesse del capitolo precedente, di aggiornare più spesso questa raccolta che mi sta molto a cuore; potendolo fare solo con le ship della prima stagione dell'anime oppure dei personaggi giocabili dei videogames, ecco qui per voi una Chess, ovvero una Touya/Touko, dedicata ad AlexMarinuzzi, che la attende dal 2014. Spero davvero che piaccia a lui e a tutti voi. L'ho immaginata come una slice of life successiva agli eventi del gioco, che suppongo durino grossomodo l'arco di tempo di un anno, per cui ho deciso di renderli dei sedicenni in questa storia. Come penso si sia già intuito, per quanto mi riguarda (e credo sia una cosa grossomodo obiettiva) i personaggi giocabili non hanno un IC, quindi per me scrivere questa fan fiction è stato come scrivere un'originale ambientata nell'universo Pokémon (del quale sono attualmente ossessionata, quindi yay). Mi sono comunque divertita a delineare il carattere di questi due ragazzi, quindi sarei molto grata a tutti voi se deciderete di commentare questo capitolo con tutte le vostre impressioni - positive o negative che siano. La trama è molto semplice, niente di pretenzioso o psicologico, ma spero sia comunque apprezzabile. Ho utilizzato i nomi originali (sia per i personaggi e sia per i luoghi) perché con il rewatch dell'anime in giapponese li sto apprezzando decisamente di più. Buona lettura!




Who's stronger?
 
«Sono comunque più forte di te» affermò sicuro il ragazzo dai capelli castani, socchiudendo gli occhi con vanesia e incrociando le braccia. «Sono un ragazzo, del resto. Sarebbe imbarazzante se non lo fossi, no?»
Touko si domandava ancora come fossero arrivati a intavolare quella conversazione. Lei aveva semplicemente scherzato sulla sua corporatura minuta e sul fatto che, ci scommetteva, si ritrovava spesso ad avere bisogno di qualcuno che gli stappasse anche una bottiglia di Gassosa. Non essendo capace di capire da sé quando il proprio sarcasmo si spingeva o meno troppo in là, dedusse dalla sua reazione che forse in quel caso aveva superato un qualche confine immaginario, andando a scalfire il suo ridicolo orgoglio maschile.
«Non credo proprio che tu sia più forte di me» replicò Touko qualunquista, buttando l'occhio sul volantino attaccato a un palo che pubblicizzava il Teatro Musical di Raimon City.
Touya sembrò averla presa male. «Scommettiamo?»
«Che hai in mente?»
«Braccio di ferro! Vediamo un po' chi vince!»
Touko fece spallucce. Era piuttosto certa che avrebbe vinto. «Come vuoi» disse. 
Si sedettero a un tavolo nella veranda esterna del bar di Shippou City e dopo aver ordinato due Green Tea cominciarono a gareggiare. Touko, che da prima era del tutto disinteressata alla sfida, si destò non appena le loro mani entrarono in contatto: non aveva realizzato che per dimostrare chi dei due fosse in grado di battere l'altro a braccio di ferro avrebbero dovuto tenersi stretti in quel modo. Temette di arrossire per mezzo secondo, ma sperò di essere in grado di controllarsi senza fare brutte figure: Touya l'avrebbe presa in giro a vita se avesse notato le sue guance tingersi di rosso. 
«Pronta?» le chiese, con un sorrisetto irritante.
«Nata pronta» rispose lei, fingendo indifferenza. 
Al tre cominciarono a spingere l'uno contro l'altra; fin dall'inizio Touko riuscì ad avere la meglio e fu vicinissima a portare il palmo dell'avversario a toccare il tavolo su cui si erano posizionati. 
«Touko-chan...» sussurrò lui, palesemente affaticato.
«Che vuoi?» sbottò lei senza guardarlo. 
«Devo rivelarti che mi piaci veramente un sacco»
Eh? Touko si distrasse per un secondo sgranando gli occhi e portandoli dritti sul suo interlocutore, ma bastò quel singolo istante per farle perdere il suo vantaggio: Touya ne approfittò subito e spinse il suo braccio verso la sconfitta.
«Yay!» esclamò lui, divertito ed entusiasta, iniziando a saltellare e a gridare senza ritegno.
La ragazza sentì una venuzza palpitarle sulla fronte, assottigliò gli occhi e si avvicinò a lui; gli afferrò la maglietta mentre quello ancora esultava, cogliendolo di sorpresa. Touya si zittì subito e parve quasi spaventato di fronte al suo cipiglio innervosito. Touko strinse l'indumento anche con l'altra mano e lo trascinò così vicino a lei che si ritrovarono letteralmente a un bacio di distanza. 
Il ragazzo deglutì. «Dai, Touko-san, non vorrai mica arrabbiarti...»
«Per quale motivo una ragazza non potrebbe essere più forte di un ragazzo?»
Touya sembrò spiazzato da quella domanda; anche Touko lo era: tra tutte le cose che avrebbe voluto dirgli — per esempio quanto fosse stato uno stronzo a barare in quel modo o quanto la sua frase fosse stata un autentico colpo basso — quella cadeva senz'altro in secondo piano, ma per qualche motivo era stata la prima a uscirle di bocca.
«Per nessun motivo» rispose lui con un ghigno, «volevo solo provocarti un pochino, ma a volte mi sembra che niente riesca a scuoterti»
Touko strabuzzò gli occhi e per istinto lasciò la presa sulla sua maglia, cosa che gli fece perdere l'equilibrio e lo costrinse ad aggrapparsi alla sedia per non cadere, visto che lei era arrivata quasi a sollevarlo da terra.
«Io-»
«Ecco a voi i vostri Green Tea, ragazzi!» 
Entrambi sobbalzarono di fronte alla cordiale giovane donna che si era appena approcciata a loro con un vassoio poggiato sul palmo della mano aperta; lo posò sul tavolino e Touko subito si sentì invadere le narici dal dolce profumo della bevanda che aveva ordinato (e di cui, in realtà, si era totalmente dimenticata).
«Grazie» disse Touya, accennando un inchino.
«Grazie mille» gli fece eco lei. 
Si sedettero al tavolo e sorseggiarono il té in silenzio, l'imbarazzo così denso e palpabile che si poteva tagliare con un coltello. La frase dell'amico l'aveva spiazzata: sapeva di essere spesso monoespressiva e di non mostrare al mondo le sue emozioni e le sue impressioni, era perlopiù taciturna e le uniche cose che sapevano ridestarla erano una buona lotta Pokémon o un piatto prelibato; tuttavia credeva che con lui non dovesse giustificarsi per il modo in cui era, era convinta che la accettasse senza giudicarla.
«Ti annoia stare con me?» gli chiese dopo qualche minuto di quiete; in fondo quella era sempre stata la sua più grande paura: allontanare le persone a causa del suo carattere peculiare.
Touya le sorrise, un sorriso dolcissimo, come non gliene aveva mai visti dispensare a nessuno. «No, certo che no. Piuttosto mi viene da chiedermi il contrario»
«Non mi annoia stare con te» chiarì lei, «anche se posso dare questa impressione»
«Bene» asserì lui.
«Credo che, alla fine, tu sia molto più forte di me» gli disse a un certo punto.
Touya inarcò un sopracciglio. «Stavo per perdere alla grande cinque minuti fa...»
Touko increspò le labbra all'insù. «Fisicamente sono molto più forte di te; su questo non ci piove» affermò. «Però penso che tu debba essere davvero forte per sopportare un'amica come me. Non mostro mai entusiasmo per niente, non sono quasi mai io a chiederti di vederci e poi...»
«Touko-chan» la interruppe lui. «Non dirlo nemmeno per scherzo. Penso che denoti una certa forza anche il tenersi tutto dentro senza mai aprirsi con nessuno; però credo che a un certo punto si possa finire per esplodere. Io voglio solo che tu sappia di poterti confidare con me, qualsiasi sia la cosa che ti passa per la testa e che vorresti dire a qualcuno. Non mi pesa stare con te, anzi» le assicurò.
Questa volta Touko sorrise apertamente, mostrando la dentatura biancastra. «Grazie, Touya»
«Touya-kun, quante volte devo dirtelo?» scherzò lui, fingendosi arrabbiato.
«Un'altra ancora, come sempre»
Il ragazzo annuì e ridacchiò.
Alla luce delle sue parole, lei decise di uccidere quel tarlo mentale che la stava perseguitando da quando l'altro aveva proferito una certa frase. «Touya, eri sincero prima? Quando hai detto che ti piaccio un sacco? O era solo un modo per vincere a braccio di ferro?»
L'interpellato la guardò intensamente, si sporse sul tavolino allungando il busto per avvicinarsi a lei e le soffiò: «Tu che dici?»
Per tutta risposta, Touko annullò i centimetri che ancora li dividevano e lo baciò; pose con delicatezza le labbra su quelle di lui, impacciata: nonostante i sedici anni, era il suo primo bacio e non aveva idea di cosa stesse facendo. Touya accolse quel gesto piacevolmente sorpreso, le circondò le guance con le mani e approfondì il contatto chiedendole l'accesso alla sua bocca con la lingua; Touko glielo concesse e iniziarono a cercarsi e a trovarsi fino a che non mancò a entrambi il respiro. Avvicinarono le reciproche fronti e sospirarono pesantemente.
«Direi proprio che sei più brava a fatti che a parole» se ne uscì, con un tono di voce basso e roco che le fece venire la pelle d'oca.
Touko gli pose due dita sotto al mento per portare i loro volti allo stesso livello. «Direi proprio di sì» ammise, prima di baciarlo di nuovo.



 
   
 
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