Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Lita_85    25/08/2020    5 recensioni
Elena Gilbert è all'ultimo anno di liceo, e non ha ancora ben chiaro cosa vuole dalla vita. La sua vita gira in torno ai suoi due vicini di casa Damon e Stefan. Uno l'amore di sempre l'altro il rompiscatole. Riuscirà a capire cosa vuole e non bruciarsi in mezzo a questi due fuochi?
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eravamo tutti seduti in sala d'aspetto, tutti in rigoroso silenzio aspettavamo la risposta delle lastre che avevano fatto a Damon e a tutti gli altri esami. Ci avevano raggiunto anche i miei genitori, che si sedettero vicino a noi. Stefan era seduto alla mia destra e muoveva nervosamente le gambe con le mani tra i capelli. Non lo avevo mai visto così, sicuramente in questo momento grazie a me avevano avuto dei battibecchi, ma era sempre suo fratello, e gli voleva bene. Anche Giuseppe messo in un angolo della stanza aveva gli occhi lucidi e si toccava nervosamente la barba che era cresciuta. Tutti scaricavano la tensione come potevano. Io accarezzavo il mio pancione sperando fosse solo un brutto sogno. All'improvviso uscì un dottore che si avvicinò a noi. 
- Salvatore? - chiese indicandoci, rispose solo Giuseppe con il capo.

- Allora, le sue condizioni sono gravi ma stabili, ha avuto una commozione celebrale, e starà in coma farmacologico fino a quando il grumo di sangue non sarà riassorbito. Abbiamo anche una frattura scomposta del femore, e verrà operato subito È vivo per miracolo. - Affermò guardandoci.
Lillian a quelle parole scoppiò a piangere facendo piangere anche me.
- Potete vederlo, ma una persona alla volta, e non più di 5 minuti -  così dicendo si allontanò lasciandoci tutti di pietra.
La prima ad entrare fu Lillian seguita da Giuseppe e Stefan. Poi arrivò il mio turno.
Entrai piano, come se non volevo svegliarlo, ma lui era immobile attaccato al respiratore.  Aveva una benda sulla testa e la gamba ingessata. Appena mi avvicinai a lui, misi la mano alla bocca ed iniziai a singhiozzare. Era terribile vederlo così, immobile, lui che non stava fermò un attimo, lui che aveva sempre la battuta pronta, lui che era il padre di mia figlia, era sul quel letto e non mi sentiva.
Mi sedetti sulla sedia vicino al letto, e gli presi la mano, la portai alla mia bocca e la baciai. La sua mano era calda e profumava di gelsomino. La spostai sulla mia guancia e lo guardai intensamente me

- Damon, non so se puoi sentirmi, ma tu devi tornare da me, hai capito? - iniziai a piangere - Damon è tua figlia... ritorna da me...- 

Appena pronunciai quelle parole, ebbe uno spasmo alla mano che tenevo sulla guancia. Lo guardai come meravigliata, mi aveva sentito? - in quel momento entrò l'infermiera per sistemare la flebo, e raccontai quello che era successo. La sua risposta fece crollare le mie convinzioni, dicendo che qualche spasmo era normale nella sua condizione.
Uscì dalla stanza destabilizzata, vederlo così mi aveva fatto troppo male.
Il mese  e mezzo che venne dopo fu così, tutti andavamo in ospedale tutti i giorni dantoci i turni. Stefan faceva il pendolare tra New york e Mystic Falls, e tra la scuola e l'ospedale non ci vedevamo mai. Solo qualche chiamata veloce. La cosa, stranamente non mi faceva stare male, i miei pensieri erano solo per Damon. Riuscivo a pensare solo a lui. Ogni mattina andavo da Damon, quei 10 minuti per me ormai diventati di vitale importanza.  Non potevo iniziare la mia giornata senza vederlo.
Quella mattina mi svegliai di buon'ora, indossai un vestito blu fiorato a maniche lunghe un cappottino blu e stivali neri.
Arrivai in ospedale, ma con mia sorpresa non c'era Lillian fuori ad aspettarmi come al solito. Vidi la porta aperta della stanza di Damon ed entrai.

- Mamma ma cos'è questa merda? Ammettilo che mi vuoi avvelenare! . - disse Damon ingoiando la gelatina che la madre gli aveva appena imboccato. Ancora non al pieno delle forze era sdraiato sul cuscino

Rimasi li a guardarlo per qualche secondo, fino a quando la borsa che avevo in spalla cadde a terra attirando la loro attenzione.
Lo sguardo di Damon si posò su di me, e i suoi occhi cristallini sembrarono accendersi.

- Elena... - disse abbozando un sorriso
- Damon... -  mi avvicinai piano a lui senza mai distogliere lo sguardo.

Il mio cuore pompava più forte che mai, mai avrei pensato un'emozione simile.
Lillian, vedendoci in un altro mondo, si concedò con la scusa di prendere una bottiglia d'acqua e ci lasciò da soli.
Mi sedetti sulla sedia vicino al letto e gli afferai la mano.

- Come ti senti? -  stringendola  a me

- Come se mi avesse investito una macchina! - disse sarcastico

Lo guardai sorridendo, stringendo ancora di più la sua mano.

- Ok, basta convenevoli - disse con tono duro - mi dirai chi è il padre o devo farmi investire di nuovo? - cercando una risposta con gli occhi.

Iniziai ad avere le palpitazioni, il momento era arrivato finalmente. E questa volta non ci sarebbero stati altri intoppi

- Damon.. è una bambina
- Una bambina...? - con voce tremante
- E...la bambina...e tua figlia...- dissi con voce rotta
- È mia figlia? ... Una lacrima scese sul suo volto, e guardò  verso la finestra - È figlia mia - 
-  Damon...mi dispiace per come sono andate le cose..- iniziai a piangere portandomi le mani al viso.

- Hey, no non piangere ti prego, è la cosa più bella che tu mi potessi dire. Nella mia vita ho fatto tante scelte sbagliate che mi hanno portato anche a questo, me l'ho merito. È tutta colpa mia...- 

- Non è vero.... - 

- Si Elena, ma è tutto ok, perché se avessi scelto in modo diverso tu non saresti qui. Lei non sarebbe qui... Mi dispiace tanto, ti ho fatta soffrire Elena -
 
- Non fa niente, io ti perdono - dissi Accarezzandogli il viso

- So che tu ami Stefan, e che sarà per sempre Stefan, ma io ti amo, e lo sai...e amo questa bambina. Avrei potuto essere diverso....diverso per te, ti sarei piaciuto...- 

- Mi piaci anche ora, così come sei... - 

Mi avvicinai a lui e lo baciai dolcemente sulle labbra. Un bacio casto, ma che esprimeva quello che provavo in quel momento. Si, perché dopo tutto quel tempo trascorso in ospedale avevo proprio la necessità di sentirlo, e di sentire le sue labbra sulle mie. E dimostrargli che qualcosa era cambiato dentro di me.

- Elena! - Esclamò entrando Lillian con la bottiglietta in mano

- Lillian! -  Mi girai di scatto toccandomi la bocca

- Oh cazzo - Disse Damon  girandosi dall'altra parte.  
Dopo un attimo di silenzio, Liliana mi chiese
- Elena, potrei parlarti un'attimo?! - invitandomi ad uscire. Guardai Damon un'ultima volta ed uscì dalla stanza chiudendola.
Ci accomodammo nel salottino adiacente alla camera di Damon.

-  Elena, cara, c'è qualcosa che devi dirmi? - mi guardò con sguardo duro
In tutti quegli anni non avevo mai visto il viso di Lillian così contrariato.

- Lillian...io non so veramente cosa dirti...io.. - 
- Ami Damon? - 
- Io...non lo so se amo Damon... - dissi con lo sguardo chino

- Elena porti in grembo il figlio di Stefan lo capisci?! - guardandomi con occhi spalancati
Il mio sguardo però gli diete la risposta che cercava, non riuscivo a guardarla negli occhi

- Non è di Stefan vero?! - continuò con tono accusatorio

Anche questa volta il mio sguardo chino le diete la risposta

- Oh Santa pazienza! -  si alzò di scatto mettendosi le mani tra i capelli.
Incominciò a fare avanti e indietro davanti a me. Ad un tratto si fermò
- Ma ti ho vista nella neursery con Stefan, sembrava che... - 
- So cosa hai visto...io amo Stefan!! -
- Beh, si vede proprio che lo ami!! Facendo un figlio con suo fratello! - 

- Lillian, non so darti una spiegazione, perché neanche io la conosco -

- Poi  da te non mi sarei mai aspettata una cosa del genere! - continuando a camminare nervosamente - Io certe cose me le aspetto da Damon... Io gli  voglio bene, è mio figlio.. ma a volte sa essere proprio uno stronzo! - così dicendo prese la borsa che aveva appoggiato sulla sedia e andò via.
Rimasi basita. Aveva pienamente ragione, ed io non ero meno stronza di suo figlio Damon. Avevo preso in giro e tradito Stefan, sicuramente ero la stronza per eccellenza. I miei pensieri vennero interrotti dall'arrivo di Stefan. Gli spiegai subito che Damon si era risvegliato, e che io avevo appuntamento con Caroline e quindi dovevo andare via. Era una maga bugia, ma non avevo il coraggio di rientrare dentro con Stefan al seguito. Chiamai subito un taxi e andai a casa.

 (Damon) 
Rimasi solo in stanza, mia madre ci aveva beccati mentre Elena mi baciava e questo non avrebbe giovato per niente. - Adesso si che mi avvelena -  pensai guardando il soffitto.
Ho toccato Stefan, il suo figlio prediletto, non mi perdonerà mai. Ed Elena adesso si subirà l'ira funesta di Lillian Salvatore. Che quando si arrabbia e più simile a me di quando voglia fare credere.
All'improvviso la consapevolezza che la bambina era mia, e che niente e nessuno  l'avrebbe portata via da me. Non potevo dire la stessa cosa per Elena...lei ama solo lui. E possibile che quella notte è stato solo la sbronza a guidarla? E che non ci fosse qualcosa nascosto per me?. 
Bussarono alla porta e con mia grande sorpresa vidi entrare Stefan.

- Hey, Fratellone, non sapevo ti piacessero così tanto gli ospedali! - disse cercando di farmi ridere

- Lo sai, quando una cosa mi piace non posso resistere... - con mezzo sorriso

Subito dopo cambiò espressione diventando serio

- Questa volta ci hai fatto spaventare veramente, credevamo di perderti - disse sedendosi e appoggiandosi sulle gambe

- Dai, Stefan non mi diventare sentimentale, prima o poi farò un'altra cazzata e ci odieremo  come prima! - risposi sarcastico

- Io non ti odio... -

- Tu mi odi, ma ancora non lo sai... -

- Damon, siamo fratelli, lo non ti odio...ma a volte vorrei essere figlio unico - disse cercando di farmi ridere

- Non dirlo a me! - risposi sorridendo

- Non preoccuparti, appena nascerà la bambina andremo via con Elena, così non mi avrai più tra i piedi! - 

- Cosa?! - dissi cercando di alzarmi

- Abbiamo deciso che trasferirci tutti a New York è la soluzione migliore -

- Migliore per chi?! - 

Stavo per perdere la pazienza e i battiti del mio cuore iniziarono a tamburellare per tutta la stanza attirando l'attenzione dell'infermiere, che prontamente fece uscire Stefan. Dovevo calmarmi, ma non riuscivo dopo una notizia del genere.
Elena e la bambina fuori dalla mia vita? A New York? Come può pensare ad andare via, sapendo che è mia figlia? Devo parlare con lei, non può farmi questo...

(Elena) 
Uscì dal bagno per la 20 esima volta, ormai la mia vescica era diventata il passatempo  preferito di mia figlia, perché continuava a saltarci sopra. Esausta mi avvicinai alla finestra e guardai come sempre la finestra della camera di Damon. Ormai era diventata una routine, nella speranza di vederla una sera accesa.
Misi a fuoco sul vetro della mia finestra e vidi Stefan davanti alla porta di camera mia. Mi girai verso di lui.

- Tutto bene? - mi chiese mettendosi le mani in tasca
Annuì con il capo, e mi avvicinai a lui. Lo abbracciai, volevo sentire il suo profumo, respirarlo. Volevo sentire la sua mano accarezzare il mio viso, Volevo che quel momento fosse solo per noi. Dopo più di un mese di angosce che ci avevano allontanato adesso avevo bisogno di lui. Mi guardava con suoi occhi verdi, quegli occhi che mi avevano da sempre rassicurato e amato. Lui non aveva mai smesso di farlo...Io invece avevo fatto entrare quel sentimento per Damon che stava iniziando logorarmi l'anima. Il mio senso di colpa adesso che Damon sapeva la verità si era amplificato, come potevo dirgli una cosa del genere. Come potevo dirgli che la notte del mio compleanno ero stata con Damon... suo fratello, e mi aveva messa incinta...Non meritava tutto questo.
Ero una stronza mega galattica, non ero diversa da Damon, anzi per alcune cose eravamo anche simili - quanto è buffo tutto questo Amore Mio - pensai Accarezzandogli i capelli, come se non li conoscessi, come se fossero seta tra le mie mani. I nostri sguardi si erano fusi, e mi ero completamente persa ne suoi occhi. Mi baciò, un bacio di desiderio e dolcezza. Chiuse gli occhi facendo scendere sul suo viso le lacrime che aveva trattenuto tutto questo tempo, lacrime liberatorie. Lo chiamai dolcemente sulle labbra e lui si accasciò  accarezzando il mio pancione.

 - Siete la mia vita, la mia forza... - singhiozzando

Restai in mobile, il mio cuore si fermò. Gli occhi si spalancarono facendo fuggire le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento. Mi guardai nello specchio di fronte. Lui come aggrappato a me, ed io non riuscivo a respirare, quell'immagine fu come un pugnale nel mio cuore, si perché in quel momento capii quando schifo facessi. E che non meritavo il suo amore...io non meritavo Stefan.



Note: Diciottesimo Capitolo. Finalmente Damon si è svegliato e ha saputo la verità sulla bambina, lascerà partire Elena e Stefan? Elena vorrà ancora partire adesso che Damon è il padre di sua figlia? Questo benedetto Stefan saprà mai la verità? Vedremo... 😅 Alla prossima, e grazie sempre a chi mi segue! ♥️





   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Lita_85