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Autore: KENNY1986    25/08/2020    0 recensioni
Questa storia, l'avevo già scritta tempo fa, ma dato che rileggendo i capitolo già pubblicati mi sono resa conto che in essa vi erano parecchi errori, ho deciso di cancellarla e riscriverla in maniera più facile e scorrevole, come sicuramente già saprete i due protagonisti non vi sto a dire i nomi, dato che avete già capito a chi mi riferisco, ne combineranno delle belle, non voglio fare spoiler, ma una cosa devo dirla farò il possibile per far si che i loro caratteri siano molto simili a quelli dell'anime Saint Seiya, logicamente anche gli altri cavalieri saranno presenti, cos'altro aggiungere auguro a tutti buona lettura e buon divertimento ciaoooo...
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Saga, Gold Saints, Leo Aiolia
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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NOTA DELL'AUTRICE: Finalmente, dopo tanta attesa...sono riuscita a pubblicare il prologo; stavolta ho cercato di fare meno errori che nel prologo,anche stavolta sono stata aiutata da una beta, penso che si dica così; e spero di esserci riuscita almno un pochino...Non voglio fare spoiler e dirvi cosa succederà, in questo capitolo, anche perché per scoprirlo dovete leggerlo,per quanto riguarda il titolo beh secondo voi può andare? O devo cambiarlo? Detto questo vi auguri buona lettura.

Quando tornarono al Santuario, avevano due sguardi demorallizzati; Camus gli si avvicinò.
“Ciao, allora com' è andata la ricerca?” Il maggiore sospirando rispose, mentre Kanon continuò a camminare dirigendosi verso la terza casa. “Anche stavolta abbiamo fatto un buco nell' acqua!” “Avete ancora cinque giorni a disposizione, sono sicuro che alla fine riuscirete a trovarlo!” Cercò di confortarlo Camus. “se lo dici tu...” Dopo che ebbe pronunciato questa frase seguì il fratello. Ormai la guerra tra i gemelli era iniziata da un bel pezzo... “Sono entrambi decisamente troppo orgogliosi e testardi per ammettere i propri sbagli!” Disse Doko “Ragazzi stavo pensando una cosa!” “Quale?” Chiesero all' unisono Milo e Camus. Il Cavaliere di Libra si prese qualche secondo prima di proseguire. “Potremmo trovare noi l' albergo adatto ai gemelli: logicamente dovrà essere economico!” “Ottima idea! Questo sarà il nostro regalo di addio!” I due amici si videro d'accordo.


“Acqua in bocca, capito Milo lingua lunga? Non dovrai lasciarti scappare niente vistro che, se proprio glielo diremo, lo faremo tutti e tre insieme” Si raccomandò allora Doko. “Va bene terrò la bocca chiusa!” Rispose il cavaliere velenoso. Intanto, alla terza casa i due custodi non si stavano degnando di uno sguardo; avevano preso di nuovo le distanze. Quando il minore si avviò verso l'uscita, Saga gli chiese dove stesse andando. “Non ti riguarda, lasciami in pace!” Subito dopo si allontanò lasciandolo solo, dirigendosi verso l' arena dove aveva deciso di allenarsi per scaricare la rabbia; giunto li notò due ex compagni, Aiolia e Shura.


“Shura allontaniamoci di più non voglio stare accanto a quel tipo, porta solo sfortuna!” “OK!” Rispose il Cavaliere del Capricorno. Kanon se ne infischiò altamente; non gli importava il loro disprezzo, stava benissimo anche da solo. Iniziò ad allenarsi lanciando calci e pugni in aria, digrignando i denti. Rimase li per un bel po' di tempo, tanto che non si accorse della presenza dei suoi unici tre amici, Camus,Milo e Doko, che si erano seduti in tribuna e lo stavano osservando. La sua maglietta era bagnata di sudore, mostrando la schiena scolpita e muscolosa. Quando si fermò, li notò. “E voi tre da quanto siete qui?” “Da un pezzo! Ti senti meglio?” Gli rispose Camus. Kanon prese un panno per asciugarsi il sudore dal volto. “No Ragazzi ve l'ho già detto, restatene fuori! E prima che me lo domandiate, perché so che lo farete, io e Saga non andremo mai d'accordo! Adesso vado a farmi una doccia!” Si allontanò dirigendosi verso la terza casa, sotto lo sguardo dispiaciuto dei suoi amici.


“Ragazzi dobbiamo sbrigarci, non abbiamo tanto tempo!” Affermò Doko. “Per fare cosa?” Chiese Milo. “Per trovare un' albergo ai nostri due gemelli, rincretinito che non sei altro!” Gli ricordò Camus. A quelle parole scoppiarono tutti e tre a ridere. Nel frattempo Kanon era giunto a destinazione e dopo essere andato in bagno si stava facendo la doccia; quando era entrato in casa aveva visto il gemello seduto sul divano che stava leggendo un libro ma quest' ultimo, che lo aveva sentito arrivare, non si era preso il disturbo di voltarsi verso di lui e chiedergli cosa avesse fatto. Iniziò a insaponarsi i lunghi capelli, cercando nello stesso tempo di non pensare a niente. Lasciò andare un sospiro profondo, e continuò a lavarsi.


Quella sera, dopo una cena silenziosa, i due gemelli erano seduti davanti alla televisione: Kanon sulla poltrona con i piedi appoggiati sopra al tavolino, mentre Saga disteso sul divano. Stavano guardando un film. Durante le pubblicità, il minore si alzò in piedi e andò a prendersi una lattina di birra in cucina. Aveva sete! Appena si voltò, notò suo fratello guardarlo, ma non gli disse niente e riprese a camminare. Saga, afferrandolo per un braccio disse: “Kanon, aspetta!” Kanon rispose freddamente. “Cosa vuoi? Io e te ci odiamo!” “Parlare con te!” Rispose Saga. Kanon si volse nuovamente. “Oggi allora non sono stato abbastanza chiaro! Quale parola di “lasciami in pace” non riesci a capire! Dimmelo che te la spiego, io con te non voglio più avere niente a che fare!” Detto questo tornò a sedersi sulla poltrona e continuò a bere la sua birra. Quelle parole per Saga erano state molto peggio di una pugnalata al petto, c'era rimasto molto ma molto male. Passarono altri quattro giorni e la situazione tra i due ragazzi non cambiò per niente anzi... erano arrivati al punto di mangiare a orari diversi.


La sera prima di lasciare il Santuario, i loro tre amici decisero di andare a trovarli visto che avevano una sorpresa per loro. “Saga, Kanon ci siete?” Chiamò Milo. “Si, ragazzi a cosa devo la visita?” rispose Saga. “Beh, ecco, visto che domani andate via, noi tre vi abbiamo fatto un regalo! Ma dov'è Kanon?” “Nella sua stanza” È da questo pomeriggio che se ne sta rintanato li!”

“Saga, posso andare io a parlargli?” Chiese Camus. “Vai pure... se lui ti lascia entrare!” Camus si diresse da quella parte. Sapeva come convincere il minore anche perché conosceva i suoi punti deboli. Giunto davanti alla porta bussò. “Vattene via Saga!” rispose una voce nervosa. “Sono Camus, per favore puoi aprire la porta?” Dopo qualche istante di esitazione Kanon andò ad aprire, presentandosi con gli occhi rossi e il volto pieno di graffi.“Ciao!”

“Kanon, che...che hai fatto al volto?” “Niente, mi sono solo torturato!” “Ti va di fare due chiacchiere con me?” gli propose Camus. “Si, ma rimaniamo in camera per favore!” “D'accordo! Vieni: andiamo a sederci sul letto e dimmi la verità, perché non credo che tu sia solo arrabbiato. Sai che io so mantenere i segreti... coraggio butta tutto fuori!” Kanon si morse il labbro inferiore. “In realtà a me dispiace tantissimo andare via dal Santuario... stavolta io e quel rintronato pezzo d'idiota abbiamo davvero esagerato, ma non potevo certo immaginare che, insomma Shion e Atena arrivassero addirittura a prendere la decisione di cacciarci via da qui! OK, escludendo voi tre nessuno degli altri cavalieri ci vuole bene, però mi domando come faremo ad andare avanti? Non siamo ragazzi decisamente normali, e non abbiamo mai fatto nessun lavoro; sappiamo solo combattere... questo discorso ti sembra sciocco, vero?”


“Assolutamente no, avevi bisogno di sfogarti! Ma stai tremando!” Gli rispose, appoggiandogli una mano sulla spalla. “Sono uno stronzo? Dimmi la verità non mi offendo, so che certe volte, quasi sempre va bene, commetto degli errori, però non posso farci niente è nel mio carattere! Sono una brutta persona vero?” Camus lo abbracciò. “Non dire così! Tu hai un carattere estroverso e lunatico, ma questo non significa certo che sei una brutta persona! Ascolta: andiamo dai ragazzi perché io Milo e Doko dobbiamo dirvi una cosa! Alzati coraggio e muovi codeste gambe lunghe!” Kanon fece un cenno di approvazione con la testa poi insieme raggiunsero i loro amici. Rimase accanto a Camus.


“Benissimo! Adesso che ci ha raggiunto anche il gemello minore possiamo finalmente svelarvi la sorpresa!” Disse Doko. “Siamo tutto orecchie!” rispose Saga. “Noi tre, su idea di Libra, vi abbiamo prenotato due camere in un'albergo economico qui ad Atene. Questo è il nome e l'indirizzo, potete andare a dormire laggiù già da domani sera!” Spiegò Milo. “State scherzando vero?”Esclamò Kanon. “No, affatto! Sapevamo che, insomma, ancora non avevate trovato niente, perciò...!” Rispose Camus. “Grazie ragazzi, siete stati gentili!” Furono le parole di Saga. Milo porse un pacchetto regalo al suo amico. “E questo, invece è da parte mia!” “Grazie! Vediamo un po' cos'è... non ci credo ma questa è una foto di fruppo... si insomma di tutti noi cavalieri d'oro!” Prese parola Kanon.


“Ovviamente ho dovuto farla di nascosto!” scherzò Milo. “Non possiamo accettarla! Mi dispiace dirlo, ma Shion è stato chiaro: quando domani andremo via da qui dovremmo per forza scordarci di voi!” affermò Saga. “Come sarebbe? Non potete rifiutarlo!” Intervenne Camus. “Non abbiamo scelta, e tu Kanon lo sai bene!” Il diretto interessato, osservandolo, gli restituì il regalo. “Mi spiace tanto Milo, ma stavolta anche se mi scoccia dirlo devo dare ragione a lui!” Milo riprese in mano il regalo e si voltò. “Addio, è stato bello conoscervi!” Detto questo uscì dalla terza casa senza aggiungere altro. C'era rimasto male. Camus gli andò dietro “Saga, mi spiace dirlo ma questa volta hai esagerato! Milo c'è rimasto male e anche parecchio! Credi che per lui sia facile vedervi andare via per sempre e dimenticare che voi due eravate i suoi migliori amici? Dici che è Kanon insensibile, ma, a quanto pare, tu non sei certo da meno! Meglio che vada anch'io!” Uscì dopo le sue dure parole.


Rimasti soli, Kanon decise di parlare. “Sarai soddisfatto di te stesso, vero? Abbiamo perso la fiducia dei nostri tre amici, bravo i miei complimenti!” Dopo che ebbe pronunciato questa frase andò in camera sua sbattendo la porta. “Come vuoi!” Gli urlò dietro Saga. Quella notte fu la notte più brutta della loro vita, anche perché era l'ultima che trascorrevano li al Santuario; nessuno dei due riusciva a dormire, continuando a pensare ai loro amici e agli altri cavalieri.

Saga pensò sopratutto ad Aiolos: lui era quello che lo stava evitando maggiormente, non voleva neanche sentirlo nominare. Ormai la loro amicizia poteva considerarsi finita per sempre. Si alzò dal letto e decise di uscire dalla stanza; aveva bisogno di parlare con suo fratello. Quando raggiunse il salotto lo vide disteso sul divano letto, di spalle. Gli si avvicinò.


“Kanon, stai dormendo?” “No! Cosa vuoi?” “Parlare con te... per favore fratellino!” Kanon sospirò con malcelata noia. “Anche se non dormo, sono esausto, e comunque non ho alcuna intenzione di parlare con te... vai a letto! Domani mattina dobbiamo andare via da questo Santuario... buonanotte!” Non appena ebbe detto questa frase si voltò e provò a dormire. Saga, rimasto male per l'ennesima volta, dovette fare come gli era stato detto anche perché era notte fonda e nelle altre case i cavalieri stavano riposando, quindi non poteva certo iniziare a discutere. Uscì dal salotto e tornò nella sua stanza; appena toccò il letto si addormentò: era veramente esausto! Il mattino seguente si svegliarono di buon' ora; dopo aver fatto colazione portarono la loro roba, comprese le armature, nell' ingresso. “Sei pronto?” chiese Saga. “Cosa fai, adesso sfotti? Anche se non fossi pronto sarebbe uguale, dobbiamo andarcene da qui! Intanto porto fuori dalla terza casa la mia roba!” Detto questo si allontanò, sotto lo sgfuardo malinconico di Saga. Appena uscì, con suo grande stupore vide un loro ex amico


“Ciao Kanon!” “Aiolos? Cosa vuoi? Dire a Saga che non siete più amici perché lui in passato ti ha fatto del male? Se è così lascia perdere... adesso abbiamo altro da fare!” “No, io, ecco, volevo solo salutare entrambi... sopratutto lui!” “Saga, ti cercano!” alzò la voce Kanon, il fratello, al richiamo, si presentò sull' uscio. “Che cosa ci fai qui?” “Come ho appena detto a tuo fratello sono qui per salutarvi, e per dirti che mi dispiace!” “È troppo tardi per le scuse! Certo che hai una gran bella faccia tosta: per tutto il lasso di tempo che io e Kanon abbiamo vissuto qui, tu e gli altri cavalieri ci avete completamente ignorati, arrivando addirittura a dirci che eravamo traditori... e adesso pretendi il mio, anzi il nostro, perdono? Beh mi spiace ma la risposta è no!” Kanon rimase tranamente sbalordito dalle parole che lui aveva appena pronunciato. Si passò una mano tra i capelli.


“Mi scoccia ammetterlo, ma stavolta sono perfettamente d'accordo con questo testone! Ergo, vattene via adesso!” Udendo quelle parole il loro ex amico non ebbe altra scelta che fare come gli era stato chiesto. Pensava che Saga, avendo un carattere decisamente più sensibile rispetto al fratello, lo avrebbe perdonato, ma a quanto pare si era decisamente sbagliato. Una mezz'ora più tardi, entrambi i gemelli furono pronti. “Dobbiamo portare i nostri scrigni alla tredicesima casa!” Affermò Saga. “Si! Spero che il nuovo Sea Dragon beh, non abbia il mio pessimo carattere... che ridi questa non era una battuta!” “Lo so, ma avevi uno sguardo troppo buffo... coraggio andiamo!” Arrivati a destinazione entrarono nella sala sacerdotale e videro Shion seduto sul trono. “Saga, Kanon avvicinatevi!” Ordinò loro. Entrambi eseguirono la richiesta e posarono i loro scrigni di fronte a lui.


“Gran Sacerdote, le abbiamo portato le nostre Armature. Come da accordi, ce ne andremo via per sempre!” disse Kanon. Shion si alzò in piedi e gli si avvicinò. Aveva uno sguardo gentile. Appoggiò le mani sulle spalle dei due ragazzi. “Auguro a entrambi buona fortuna, e sono assolutamente certo che riuscirete a trovare un lavoro. Certo, in tutti questi anni non avete fatto altro che combattere, ma siete stati due guerrieri veramente formidabili! Lo ammetto: sarà difficile dimenticarvi!” “La ringraziamo, ma adesso dobbiamo andare!” Rispose Saga.

“Aspettate! Ci sono delle persone che vogliono salutarvi... entrate ragazzi!” Gli altri undici cavalieri entrarono nella stanza, mentre i gemelli non riuscivano a credere ai loro occhi: erano tutti li per salutarli! “Ciao ragazzi, è stato bello avervi in squadra!” Li salutò Mur. “Anche per noi!” Ricambiò Kanon. Diede poi una gomitata leggera al gemello per fargli capire che doveva andare a parlare con Milo. Saga seguì il consiglio e si avvicinò all'amico. “Scorpio, ti chiedo scusa per come ti ho risposto ieri! Tu ci hai fatto un regalo decisamente carino, e come un perfetto idiota non ho saputo apprezzarlo... potrai mai perdonarmi?”


“Sei fortunato, perché io sono l'unico Cavaliere, tra tutti, che perdona facilmente le persone... mi mancherai tanto Saga!” “Anche tu mi mancherai!” rispose Saga, ricambiando l'abbraccio. Kanon si unì a loro. “Ehi ci sono anch'io!” Poco dopo anche i restanti cavalieri li abbracciarono, sotto lo sguardo vigile del Gran Sacerdote. “Ragazzi dovete andare!” Li ammonì poco dopo.

“Va bene! Addio a tutti!” Salutarono e uscirono dalla tredicesima casa, scendendo le scalinate alla velocità della luce. Recuperarono le loro cose e uscirono per sempre dal Santuario, cercando con tutte le loro forze di non voltarsi indietro.
   
 
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