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Autore: Dhialya    01/09/2020    2 recensioni
Una serie di eventi sconnessi tra loro, il rimorso graffiante di troppe parole taciute.
La sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Sbatté varie volte le palpebre, quasi sperando che in quel modo tutto tornasse alla normalità. La libreria svuotata, i fogli sparsi per il divano, il tavolino rovesciato e una tazza andata in pezzi. Qualche buco sul muro, la vetrata che dava sul balcone crepata. E il sangue. Sul pavimento c'era una scia di chiazze di sangue.
-Che cazzo è successo?-

Una storia dove passato e presente s'intrecciano riportando a galla ricordi di una vita intera, dove i rimpianti esondano e non sempre certe situazioni sono così facili da affrontare o sistemare.
Dove la speranza è l'ultima a morire o forse se n'è andata già da tempo.
Osservò il cielo azzurro fuori dalla finestra e il sole illuminare la stanza con una prepotenza che quasi le fece male agli occhi, la testa ogni tanto le mandava delle fitte acute e le ferite sotto le bende bruciavano.
Faceva caldo, ma lei sentiva solo freddo.
-Ho perso l'Unicità.-

[Altri generi: Mistero, Malinconico, molto Introspettivo;]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Cherry Blossom Tree
Terzo Petalo






-Ultimamente sei strano, Izuku.-

Fu con quella frase che Yuhiko lo accolse quel mattino soleggiato di Giugno dopo che l'aveva fatta attendere davanti al cancello della scuola per una buona ventina di minuti rispetto al solito orario in cui si erano sempre trovati. Era passato un mese dall'attacco del Villain e dal suo incontro con All Might che gli aveva aperto le porte verso una nuova prospettiva futura, e progressivamente avevano smesso di andare a scuola insieme perché era sempre impegnato fino all'ultimo minuto disponibile negli allenamenti.

Midoriya sentiva il tempo scorrere inclemente ed ogni volta che si fermava a pensarci si rendeva conto di non averne abbastanza. Era anche ben consapevole che l'impegno richiestogli da All Might per preparare il suo fisico gli si stesse ripercuotendo sugli altri aspetti della propria vita – primo fra tutti, oltre alla stanchezza e alla fatica che faceva per poter incastrare studi e allenamenti, l'amicizia con Yuhiko.

Perché ogni secondo era prezioso e doveva sfruttarlo, e ovviamente il resto passava in secondo piano – dopotutto, c'era in gioco il suo futuro.

Yu sapeva praticamente da sempre che avrebbe voluto tentare di entrare alla Yuuei e che aveva iniziato a cercare di migliorare le sue prestazioni fisiche per tentare l'esame, ma più di quello non le aveva raccontato nulla, accampando scuse su scuse che, sapeva, non avrebbero retto ancora per molto. Non aveva la minima idea di come iniziare il discorso ed evitare tutte quelle domande che, ci avrebbe scommesso ad occhi chiusi, sarebbero arrivate.

All Might era stato chiaro sul fatto di dover tenere segreta la faccenda di One For All ed Izuku era sicuro che se avesse iniziato a confidarsi con Yu non sarebbe riuscito a trattenersi, perché lei riusciva sempre a cavargli le parole di bocca e a lui veniva fin troppo facile renderla partecipe di ciò che lo riguardava.

La occhieggiò con sguardo stanco da sotto i ricci increspati senza avere il reale coraggio di mantenere il contatto, sentendo una punta di senso di colpa pungolarlo da qualche parte nel petto nello scorgerla osservarlo con un'espressione scettica che lo costrinse a distoglierlo subito, il dito ancora puntato verso di lui con fare accusatorio ed i capelli lasciati liberi che le ricadevano lungo le guance.

-Più del solito.- precisò lei, alzando un sopracciglio e sospirando palesemente. Si passò una mano per tirare indietro il ciuffo dagli occhi, grattandosi la nuca e tirando le labbra in una smorfia. Midoriya non le aveva mai parlato del suo incontro con All Might – cosa che trovò strana, ma magari voleva tenere quel momento privato e non poteva certo fargliene una colpa. E lei non gli aveva mai fatto sapere di averli visti insieme, dopotutto, perché temeva di rubargli un ricordo che sapeva essergli fin troppo prezioso.

Eppure, il comportamento che stava tenendo il ragazzo le iniziava a dare sui nervi. Sembrava le nascondesse qualcosa, ne era sempre più sicura ogni volta che lo guardava e lui dissimulava e – diavolo, perché non si confidava come sempre? - avrebbe voluto chiedergli, senza sapere bene se avesse poi così tanto diritto di impicciarsi.

Senza contare che di punto in bianco si ritrovava a fare la strada da sola, a passare i pomeriggi da sola, a rimuginare da sola e a vederlo molto più raramente. Quella era forse ciò che la infastidiva maggiormente di tutta quella storia che sentiva di non riuscire ad afferrare. La consapevolezza che il suo migliore amico fosse impegnato in qualcosa di cui non la rendeva partecipe senza neppure uno straccio di spiegazione che fosse anche solo un dirle di farsi gli affari propri.

L'avrebbe decisamente preferito al suo fare sfuggente e ai momenti di silenzio in cui lo vedeva rinchiudersi nei suoi ragionamenti, perché la stavano iniziando seriamente a preoccupare.

-Beh s_sai, siamo all'ultimo anno, devo studiare, e l'incontro con il Vill__- Deku ammutolì vedendo lo sguardo offeso con cui lo fulminò Yuhiko e si congelò sul posto, sentendo la luce del sole trapassargli gli occhi quando indietreggiò di qualche passo uscendo dall'ombra confortevole del grande albero dove si mettevano sempre ad aspettarsi quando uno dei due era in ritardo.

Lei arricciò il naso e roteò gli occhi, cacciando indietro la sensazione di sentirsi presa in giro con quell'ennesima scusa che stava cercando di propinarle.

-Smettila di mentirmi, Izuku. So che è una stronzata.- Midoriya percepì distintamente il calore dell'imbarazzo e dell'agitazione arrossargli le guance e le orecchie e gli sembrò che la temperatura si fosse improvvisamente alzata. Sgranò gli occhi e la guardò, stralunato. Sentiva la bocca secca e quando provò a controbattere il respiro gli si spezzò in gola. Aveva già intuito nei giorni precedenti che avrebbe dovuto parlare con All Might al più presto e Yu in quel momento gli diede solo conferma di ciò a cui la sua testa aveva già iniziato a ragionare da giorni.

Lei si interessava troppo agli altri per non notare i loro cambiamenti, ed era troppo curiosa per fare finta di nulla. Specialmente con lui.

Deku ingoiò il groppo in gola insieme alla consapevolezza che non sarebbe riuscito a mentirle ancora per molto, sentendo lo stomaco stringersi in una morsa sotto lo sguardo affilato che gli stava rivolgendo l'amica.

-Per l'ennesima volta farò finta di crederti. Ma se non me lo dirai tu, scoprirò da sola cosa mi nascondi, Izuku.-


***


Yuhiko rilasciò un grosso respiro esasperato e chiuse il quaderno, mollando nello stesso istante la penna che rotolò sulla copertina liscia. Si stropicciò gli occhi assonnati fino a che non le iniziarono a fare male ed occhieggiò l'orario sul display del cellulare, notando che segnava quasi le 22.00. Sbuffò, stirandosi sulla sedia e sbadigliando, sentendo i muscoli tendersi per quel cambio di posizione improvviso dopo ore passate china sui libri.

La luce della luna donava all'ambiente della sua camera un bellissimo bagliore argentato che si confondeva con quello della lampada sulla scrivania, illuminando i mobili ed i muri. Per vari minuti rimase ad osservare lo sprazzo di cielo visibile dalla finestra trovando quella visione e la stasi che la circondava particolarmente rilassanti.

Si appoggiò il volto su una mano, facendo dardeggiare lo sguardo sul tavolo. Inevitabilmente si ritrovò a posarlo su una delle rare foto incorniciate che ne occupavano lo spazio. Ritraeva lei, Izuku e Katsuki da piccoli, in una giornata di festa di… prima – o seconda, forse? elementare. Non ricordava bene, i primi tempi in cui li aveva conosciuti quando si era trasferita in quel quartiere aveva potuto accumulare tanti momenti simili, in cui giocavano e si divertivano senza cattiveria.

Bakugou era sempre stato un bambino influente sugli altri, riusciva a farsi adorare da tutti per la facilità con cui faceva ogni cosa e la cocciutaggine con cui affermava che sarebbe diventato il più forte degli Eroi era ammaliante per chiunque si ritrovasse ad ascoltarlo, specialmente tra bambini ancora incoscienti sul mondo. Eppure, qualcosa si era come rotto in lui, ad un certo punto, e né lei né Izuku avevano mai capito cosa fosse.

Socchiuse le palpebre, sospirando leggermente e facendo scorrere un dito sulla cornice che racchiudeva quel pezzo di ricordo, quasi accarezzandola. Sentì caderle addosso tutta la stanchezza della giornata e ci mise vari minuti prima di decidere di alzarsi e preparare lo zaino.

Prese il cellulare e digitò un messaggio, attendendo la risposta mentre faceva mente locale su cosa le servisse per non dimenticare nulla.

"Ti ho fatto gli appunti, domani passa a prenderli, ti aspetto alla fine delle lezioni."

"Grazie mille, Yu! Mi stai davvero salvando!"


Yuhiko sorrise allo schermo scuotendo leggermente la testa, immaginandosi gli occhi di Izuku guardarla con una vena adorante e con le pupille dilatate per l'emozione. Le salì una punta di irritazione e si morse un labbro.

Come aveva anche solo pensato di poter andare avanti quasi dieci mesi tra allenamenti estenuanti mattina e sera, lezioni e studio? Se si fosse fatto bocciare agli esami di fine anno perché rimaneva indietro poteva così sognare di voler tentare di entrare alla Yuuei.


-All Might… All Might mi sta allenando.-

Yuhiko si voltò quel tanto che bastava per poter osservare Izuku in faccia, il vento delle prime calure estive le smosse i capelli facendole solleticare le guance.

Izuku aveva parlato così a bassa voce che per un attimo pensò di esserselo sognato, immaginando fosse stato il rumore delle foglie a darle l'impressione di aver sentito qualcosa provenire dal ragazzo. Il modo in cui la stava guardando, però, le diede la silenziosa conferma che invece aveva capito bene: nei suoi occhi fiammeggiava qualcosa che non le diede nemmeno il tempo di dare voce a quel dubbio che già lo aveva spazzato via.

Represse un sospiro, sdraiandosi nell'erba del prato vicino al parco giochi in cui un Midoriya dallo sguardo palesemente teso l'aveva portata per poterle parlare. I fili verdi le sfiorarono le gambe provocandole un misto di fastidio e solletico.

Aveva capito che Izuku doveva dirle qualcosa da quando quella mattina l'aveva raggiunta con movimenti rigidi e l'aveva guardata, aggrottando le sopracciglia e inchiodandola con lo sguardo sul posto prima che iniziasse a lamentarsi nuovamente del suo comportamento. L'espressione seria con cui la osservava le aveva fatto morire in gola qualsiasi cosa.

-Dopo... hai tempo? Devo parlarti di una cosa importante.-

Lei si era limitata ad annuire ricacciando indietro le domande che le si stavano già formando nella testa. Aveva aspettato che quella giornata scolastica passasse con un groppo in gola, sentendo l'agitazione e l'aspettativa crescere ad ogni ora che la separava dal suono della campana mano a mano che questa diminuiva.

-Tutto qui?-

Izuku saltò sul posto, aprendo la bocca un paio di volte per parlare, chiaramente confuso dalla sua reazione. Probabilmente si aspettava che avrebbe reagito in qualche altro modo.

-In che senso?- riuscì a chiederle in un sussurro, alla fine, accomodandosi accanto a lei, forse intuendo qualcosa. Yuhiko si grattò il collo distogliendo lo sguardo, mordendosi un labbro.

-Lo sai che sapevo che mi stavi nascondendo qualcosa.- iniziò a dirgli torturandosi le dita, e Izuku alle sue parole contorte annuì, mormorandole delle scuse e tirando la bocca in una smorfia. Ma lei mosse una mano, schioccando la lingua sul palato e prendendo un grosso sospiro.

-Io... ti ho visto parlare con All Might, quel pomeriggio dopo l'attacco del Villain. Non volevo dirtelo perché sapevo fosse… una cosa tua, diciamo.- Yu puntò lo sguardo sul cielo azzurro, imbarazzata, sentendo una fitta di colpevolezza darle dei brividi lungo la schiena. Deku, accanto a lei, era sbiancato. Ma sbiancato davvero molto. Yuhiko si preoccupò che l'avesse deluso profondamente per averglielo tenuto nascosto.

-Ma sono andata via subito, perché sapevo sarei stata solo un impiccio!- la sua voce le era parsa più alta del solito e non era riuscita a comprimere l'agitazione che le aveva stritolato il cuore davanti all'espressione ammutolita dell'amico. Sembrava avesse visto un fantasma. Izuku la stava guardando con gli occhi sgranati e a lei era parso di vedere addirittura del terrore nelle sue iridi smeraldine. Si costrinse ad accantonare quel pensiero assurdo.

Assurdo.

Izuku non aveva mai avuto paura di lei, perché iniziare ora?

-Q_q_quindi non hai sentito nulla?- Yu si voltò, guardando Izuku cercare di prendere profondi respiri limitandosi ad alzare un sopracciglio.

Che razza di domanda era?

Lo vide passarsi una mano tra i capelli e le sembrò improvvisamente più rilassato. Fece spallucce con se stessa, mordendosi l'interno di una guancia. Izuku era troppo emotivo, certe volte.

-Solo che ti ha… rincuorato, diciamo così. Non pensavo ti avesse preso sotto la sua custodia per aiutarti, è davvero fantastico!- gli fece l'occhiolino, dandogli una spallata improvvisa.

Deku rise, imbarazzato, aggiungendo qualche particolare di ciò che All Might gli aveva detto durante il loro incontro, su come avesse cambiato la sua dieta e sugli allentamenti – e le era finalmente parso chiaro perché le desse sempre buca.

Izuku fissò lo sguardo emozionato verso il cielo terso, perso nei ricordi e sentendo quella nuova fiamma di speranza che l'Hero gli aveva dato vibrargli nel petto e a Yuhiko era sembrato che il Deku che conosceva avesse già iniziato a percorrere quella strada a cui era sempre stato destinato.

-Sono contenta per te, Izuku.-


Yu si lasciò la camera alle proprie spalle, chiudendo la porta ed incamminandosi pensierosa lungo il corridoio. Aveva ancora il telefono in mano e rilesse con svogliatezza il messaggio di Midoriya, infilandoselo poi nella tasca dei pantaloni e scendendo le scale per arrivare in sala senza soffermarsi a guardare in giro. L'ambiente buio e leggermente freddo del piano superiore le portava alla mente ricordi e sensazioni che non aveva voglia di affrontare e si sorprese di come improvvisamente la sua mente sembrasse essersi riattivata per captare ogni singolo rumore.

Arrivò in cucina guidata dalla voce proveniente dalla piccola televisione poggiata su un mobile e la luce che illuminava l'ambiente, che ancora tratteneva il calore sprigionato dal forno. Si lasciò cadere su una sedia, rendendosi conto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento.

-Oh, cara. Hai finito di studiare?-

La mora occhieggiò la tazza di tisana che le era stata posata davanti, provando una fitta di tenerezza.

-Si nonna. Grazie.- strinse con la mano la ceramica tiepida, sentendo il calore scaldarle le dita e scioglierle i muscoli delle falangi. Dopo tutte le ore passate a scrivere le sembrò tanto di ricevere un massaggio.

Quando Izuku le aveva raccontato il programma che avrebbe dovuto seguire lo aveva guardato con occhi sbarrati, immaginando l'impegno e la voglia che doveva avere per resistere e riuscire a far quadrare tutto e avendo la certezza che se fosse stata al suo posto sarebbe durata al massimo tre giorni prima di crollare. Midoriya, invece, era più di un mese che andava avanti dividendosi tra allenamenti, compiti e studio.

Era davvero tenace.

Per Yu, dargli degli schemi e degli appunti sulle lezioni che avevano in comune era stato naturale per potergli far tirare un po' di respiro - anche se sarebbe stato più facile se fossero stati in classe insieme, ma purtroppo dovevano accontentarsi e vedendo come si stava impegnando Deku non aveva potuto fare a meno di sentirsi contagiata dal suo entusiasmo.

-Sei ancora convinta di voler andare alla Yuuei? Di voler diventare una Pro Hero?- l'anziana donna le si era seduta accanto, sorseggiando un po' di bevanda calda e guardandola con occhi pensierosi attraverso gli occhiali e le palpebre cadenti.

Yuhiko sospirò, mordendosi la lingua per riflettere  prima di parlare.

La sua famiglia era sempre stata piena di studiosi, non c'era nessuno che avesse mai tentato quella strada. E lei si ritrovava divisa tra ciò che erano i suoi desideri e ciò che le scorreva nel sangue da generazioni. Studiare le piaceva, il lavoro che facevano i suoi genitori l'aveva sempre incuriosita e ai suoi parenti sarebbe piaciuto che portasse avanti la tradizione.

Occhieggiò una foto appesa in sala, affilando lo sguardo.

Loro, però…


Strinse le labbra sentendo la rabbia bruciarle il cuore e ricacciò indietro il magone che le strinse lo stomaco.

Sarebbe diventata una Pro Hero. Avrebbe protetto le persone. Avrebbe combattuto il crimine. Questa era l'unica cosa che contava per lei, quello era un richiamo così forte da non potergli resistere. Non poteva, non voleva, non doveva.

Puntò lo sguardo sulla donna che le stava di fronte, trovandola, con una punta di stupore, sogghignante. Le aveva fatto quella domanda moltissime volte e altrettante la risposta era sempre stata una sola.

-Si.-


***


Izuku si permise di prendersi qualche minuto di respiro, quel pomeriggio, avanzando verso il proprio zaino e passandosi una mano sulla fronte per levarsi il sudore che sentiva colargli dalle tempie. Faceva caldo e il sole era quasi sulla linea del tramonto, e neppure la brezza marina in quel momento sembrava voler dare un po' di conforto o frescura al suo corpo accaldato.

Sulla superficie del mare blu ogni tanto veniva riflessa la luce del sole e Midoriya più volte aveva dovuto socchiudere gli occhi, infastidito. Tuttavia non aveva potuto impedire alla sua testa di immaginare quel paesaggio che ogni giorno gli si parava davanti una volta che sarebbe riuscito a liberare tutto il litorale dai rifiuti.

Era sicuro che sarebbe stato bellissimo. E lo avrebbe fatto lui.

All Might continuava a riprenderlo più e più volte in quello che faceva e sbagliava e ogni volta si sorprendeva di come, invece di infossarsi sotto quelle specie rimproveri, sentiva accenderglisi nelle vene un fortissimo senso combattivo che lo faceva ritentare, ritentare e ritentare finché non riusciva ad arrivare lì dove si era prefissato.

Sapeva di essere a zero, di non avere praticamente forza fisica né le basi per allenarsi neppure con gli esercizi più semplici. Non lo aveva mai fatto seriamente come in quelle settimane e il suo corpo fin troppo esile risentiva di ogni sforzo, ogni movimento, ogni respiro. I muscoli dolevano ed erano sempre tesi, le ossa gli facevano male, aveva sonno e riuscire a concentrarsi in classe era diventato sempre più difficile.

Era arrivato a non riuscire a muovere un dito, e la cosa gli aveva dato un profondo senso di frustrazione perché sentiva di non poter perdere nemmeno un secondo del tempo che trascorreva con All Might e sotto i suoi insegnamenti. Come gli aveva detto, sapeva di doversi impegnare il doppio, se non il quadruplo degli altri per raggiungerli e non poteva permettersi di fermarsi nemmeno se era il proprio corpo a implorarglielo.

Izuku aprì lo zaino e tirò fuori una bottiglietta d'acqua, sedendosi con un tonfo e guardando distrattamente il disordine che vi regnava all'interno. Ogni giorno aveva così tanta fretta di lasciare l'aula per incontrare l'Eroe che ci buttava dentro tutto alla rinfusa.

-Non ti facevo un tipo da acchiappasogni, giovane Midoriya.-

Izuku trasalì sentendo la voce di All Might improvvisamente vicina e quasi si strozzò con il sorso d'acqua che stava buttando giù. Tossì un paio di volte, prima di seguire lo sguardo dell'uomo e capire a cosa si riferisse.

-Oh, non è mio. È un quaderno con gli appunti che mi ha dato Yu.- All Might si sedette accanto a lui, osservandolo. Un sorriso gli si dipinse sul viso scavato.

-Ti stai aiutando a studiare?- fu la domanda retorica che gli fece, e vide il ragazzo annuire. Ricordava quando un paio di settimane prima Midoriya era arrivato al loro incontro trafelato e con lo sguardo di chi sembrava aver visto la morte in faccia.


-Yu lo sa, lo sa!- gli urlò Izuku nelle orecchie, prendendo a torturarsi i capelli con le mani e facendo avanti e indietro davanti a lui come un animale in gabbia. Tra i vari discorsi, All Might era venuto a conoscenza che l'amica di cui parlava era la stessa che lo aveva ringraziato in lacrime sotto la pioggia il giorno del loro incontro.

Nel corso della propria carriera aveva vissuto molte scene simili, gente che lo ringraziava e sorrideva o piangeva di sollievo quando lo vedeva arrivare ed ogni volta non poteva che sentirsi felice. Eppure il modo in cui quella ragazzina si era messa ad accarezzare le teste dei due compagni svenuti lo aveva colpito profondamente. Solo in seguito avrebbe capito il motivo di tanta riverenza.

-Di cosa stai parlando, giovane Midoriya?- in quel momento non gli sembrava il ragazzo intrepido che aveva visto pregarlo di renderlo più forte per poter ricevere il suo dono o che si era buttato contro un Villain senza pensarci. Capì che doveva esserci qualcosa di grave a turbarlo.

Passò solo qualche secondo in silenzio, prima di sentirsi trafitto da un sospetto.

-Non le avrai detto di___-

-No, certo che no!- Izuku quasi saltò sul posto, portando le mani in avanti e prendendosi poi il mento, pensieroso.

-Però lo sa che c'è qualcosa di diverso. Insomma, stavamo sempre insieme prima e invece ora di punto in bian__- All Might alzò un braccio e Deku si bloccò di botto nel suo sproloquiare a voce alta, incassandosi nelle spalle ed osservando l'Hero sorridere. Ma nei suoi occhi c'era solo serietà, una freddezza tale che gli diede i brividi lungo la schiena.

-Ho capito, giovane Midoriya.-


All Might gli aveva ricordato fin quasi alla nausea, mentre concordavano cosa potesse dirle per appianare i sospetti, che non avrebbe mai dovuto accennare al suo potere, ad All For One e alla sua condizione fisica, e Midoriya aveva sempre annuito, con gli occhi lucidi di commozione per quella concessione che gli avrebbe permesso – sperava – di sollevargli un po' l'animo e aiutarlo a preservare il rapporto con quella ragazza.

Aveva capito tra le righe che erano molto legati e in fondo gli sarebbe spiaciuto se si fossero allontanati per causa sua – non sarebbe stato Eroico restare a guardare senza fare nulla. Inoltre, dopo vari ragionamenti con se stesso, dovette ammettere che se il suo allievo veniva aiutato almeno un po' nella parte dello studio almeno poteva concentrarsi maggiormente sul migliorare il proprio fisico, che era il loro obbiettivo principale.

L'insistenza della sua amica non era stata totalmente a loro svantaggio.

-Beh, davvero ammirevole.- commentò, sfogliando il quaderno pieno di schemi e leggendo qualche parola a casaccio per poi ridarlo al suo allievo.

-Direi che è ora di riprendere dove avevamo interrotto!- All Might riprese la muscle form in un impeto di irruenza, mettendosi le mani sui fianchi e indicando i rottami che ancora li circondavano. Rise un po', osservando Izuku lanciare la bottiglia ai piedi dello zaino e imitarlo, tirandosi in piedi e puntando un pugno in aria senza perdere l'immancabile sorriso che lo accompagnava sempre.

-Si!-

-Bene, giovane Midoriya…- All Might fece scorrere lo sguardo sulla discarica, pensieroso. C'era davvero un sacco di roba, ma il fisico del ragazzo non era ancora pronto per spostare certi rifiuti. I primi giorni aveva provato a spingerlo al limite per testarlo e vedere com'era messo, ma si era presto reso conto che dovevano fare dei piccoli passi, altrimenti rischiava di esagerare com'era già successo.

All Might avrebbe imparato presto a capire che Deku ed esagerazione andavano di pari passo.

-Una volta finito con le ruote voglio che provi a spostare quelle lavatrici.- ne indicò un paio che spiccavano sopra una montagna di pezzi di acciaio e legname.

-Ti ci siederai sopra come con il frigorifero?- domandò retoricamente Izuku, suscitando una risata che l'uomo non riuscì a contenere. Il suono fu presto sostituito da dei colpi di tosse e Midoriya gli si avvicinò, preoccupato, mentre questo riprendeva le sembianze esili e raggrinzite che ormai aveva imparato a conoscere.

-Stai bene, All Might?- l'uomo nascose la mano sporca di sangue nella tasca dei pantaloni, allontanandola dalla vista del suo alunno che lo osservava, angosciato. Ogni volta che succedeva così temeva di vederselo svenire davanti agli occhi per la preoccupazione. Era davvero un ragazzo dall'animo sensibile.

-Si, non preoccuparti, ragazzo. Adesso ripr_-

-All... Might?-

Izuku e il Pro Hero si scambiarono uno sguardo, completamente congelati sul posto, leggendo nei reciproci visi lo stesso sgomento che gli aveva aperto una voragine sotto lo stomaco, facendocelo precipitare dentro e stritolandolo.

Midoriya saltò sul posto, iniziando a tremare e sudare visibilmente. Si spostò davanti all'uomo in un unico movimento come se avesse potuto, in quel modo, nasconderlo alla vista altrui.

-Y_Y_Yu! Che c_c_ci fai qui?!- gridò, quasi strozzandosi con la sua stessa saliva. Fece passare lo sguardo dalla ragazza a Toshinori e viceversa in un modo così repentino da farsi male al collo. All Might non aveva ancora detto niente e la cosa lo preoccupava, ma ancora di più lo preoccupava il modo in cui Yuhiko faceva passare le due fessure che erano diventati i suoi occhi grigi con cipiglio indagatore e sospettoso dall'uno all'altro.

Che cosa poteva dirle? Cosa poteva inventarsi?

Izuku desiderò tanto scavarsi una fossa direttamente nella spiaggia piuttosto che doversi ritrovare ad affrontare le due persone con cui si era trovato insieme e la situazione che si era creata.

Come le avrebbero spiegato chi era quell'uomo pelle e ossa che si ritrovava davanti? Lei sapeva che lo allenava All Might in persona. E poi, non le aveva mai detto dove proprio per evitare inconvenienti o che andasse a cercarlo. Come si era ritrovata li? L'aveva spiato?

-Mi hai seguito?- non si trattenne dal dare voce a quel pensiero, Deku, corrugando le sopracciglia e stringendo i pugni. Il suo sussurro si perse insieme alle onde del mare che si scontrarono sulla spiaggia. Yuhiko gli restituì un'occhiataccia per quell'accusa, catalizzando tutta la sua attenzione su di lui.

-No, idiota, sono andata al supermercato e stavo tornando a casa. Per chi mi hai preso?- Izuku la vide arricciare il naso mentre gli sventolava il sacchetto che stringeva davanti alla faccia. Notò il braccio della ragazza tremare e s'infossò nelle spalle, impensierito e colpevole. Sentiva di essere paonazzo per l'imbarazzo e le orecchie gli fischiavano. Si passò una mano tra i capelli per sfogare la tensione, occhieggiando timoroso All Might che ancora non aveva detto nulla e domandandosi cosa stesse pensando.

Yu sembrò intercettare quel gesto, perché tornò a sfoggiare un'espressione più morbida, quasi sorpresa e di aspettativa. Vide gli occhi dell'amica sgranarsi lievemente mentre li faceva scorrere su ogni parte della figura che gli stava davanti e Izuku capì che aveva collegato tutti i puntini dal modo in cui brillarono.

-All Might?- riprovò lei, come alla ricerca di conferme, inclinando lievemente il viso e portando le mani dietro la schiena, torturandosi le dita. Midoriya ingoiò il groppo in gola, pronto ad accampare qualche scusa, ma il suo maestro lo precedette.

-Ormai penso non si possa più nascondere la faccenda.- disse, in un sospiro stanco. Anche continuare a negare la realtà dei fatti non avrebbe fatto altro che creare più problemi, ed era l'ultima cosa di cui avevano bisogno se voleva mantenere quella faccenda il più privata possibile. Una ragazzina che andava in giro a chiedere spiegazioni ad alta voce era la prima cosa che doveva evitare.

Sperò di stare prendendo la decisione giusta e si affidò completamente alla fiducia che Izuku riponeva nella ragazza, ricordando gli aneddoti che gli aveva raccontato ogni tanto durante le loro brevi pause.

Midoriya girò la testa in modo così improvviso che sentì le ossa del collo scricchiolare e la bocca farsi improvvisamente secca.

-Cosa?- domandò, non capendo. Vide l'uomo serio, i tratti improvvisamente induriti, e gli ricordò molto la loro prima conversazione sul tetto dopo che lo aveva salvato. All Might era stato così semplice eppure così cristallino con le parole da colpirlo esattamente dove faceva più male.

A Izuku si bloccò il respiro in gola e tornò ad osservare Yuhiko sgranando gli occhi.

-Credo che tenerti le cose nascoste non sia più un'opzione, giovane… ehm…- Toshinori si bloccò a metà frase e lo guardò in cerca di aiuto, grattandosi una guancia.

-Come si chiama?- gli sussurrò, piegandosi verso di lui e cercando di non farsi sentire.

-Ah, è Yu!- sbottò Deku, indicandola, ancora incredulo. La ragazza fece qualche passo in avanti, porgendogli una mano e tenendosi l'altra al petto, emozionata.

-Yuhiko. Sono Yuhiko Eira.-


***


Izuku si ritrovò in piedi nel viale che conduceva all'entrata dell'Accademia Yuuei, perso ad osservare l'immensità della struttura che aveva sempre desiderato frequentare e che in quel momento gli si stagliava di fronte sovrastandolo in tutta la sua altezza.

Gruppi di studenti che come lui si erano presentati per l'esame lo superarono, mentre rimaneva immobile sentendo dei brividi lungo la schiena. Faceva freddo e lui aveva dimenticato la giacca a casa, ma sapeva che la pelle d'oca che sentiva non gli era stata procurata dall'aria che gli spirava sul collo.

Vista dal vivo la Yuuei era ancora più imponente. La strada che conduceva all'ingresso era ben tenuta e sul pianerottolo dello stesso erano stati appesi cartelli che indicavano a coloro che dovevano sostenere l'esame dove dirigersi, c'erano dei volantini con la mappa del percorso e la reception era aperta per rispondere ad eventuali domande e consegnare i tesserini di riconoscimento.

Si erano organizzati bene. Dava proprio quella sensazione di scuola prestigiosa a cui solo l'élite tra gli aspiranti eroi poteva accedervi. Non a caso era quella con la percentuale di ammissioni più bassa ma da cui si diplomavano quelli che alla fine diventavano gli eroi più famosi - All Might ed Endeavor ne erano un esempio lampante.

Midoriya sentì le gambe tremare di aspettativa, guardando l'edificio con occhi trepidanti di emozione e sentendo l'irrefrenabile voglia di urlare per la gioia. Aveva sognato così tante volte il momento in cui ne avrebbe varcato il cancello che quello che stava provando in quei minuti non era per niente paragonabile a come lo aveva sempre immaginato. Il cuore gli batteva quasi in gola e tutto gli sembrava bellissimo, come se fosse stato un bambino che arriva al parco giochi pronto a provare tutte le giostre nuove.

Midoriya sospirò scuotendo la testa per riprendersi da quei pensieri, portandosi una mano davanti agli occhi e osservandola. Il suo sguardo si fece improvvisamente serio, ed il cambiamento repentino che ebbe il suo stato d'animo si riflesse anche sul viso, indurendogli i tratti e facendogli perdere il sorriso che fino a quel momento non si era preoccupato di contenere.

All Might lo aveva allenato, gli aveva dato il suo potere, aveva riposto in lui la fiducia più assoluta. Non poteva permettersi di deluderlo e non poteva nemmeno permettersi di sprecare quell'occasione. Si sarebbe impegnato al massimo per dimostrare quello che era in grado di fare. Non c'era motivo per cui non dovesse sentirsi all'altezza della situazione.

-Izuku!- Midoriya si sentì toccare dentro una spalla e per lo spavento sussultò, agitato, iniziando a balbettare e muovere le mani a casaccio.

-Calmati, sono io!- si sentì tirare una guancia e si accorse attraverso lo sguardo spaesato che Yu lo stava pizzicando. Bofonchiò un lamento di dolore e quella lo lasciò, osservandosi in giro prima di chinarsi verso di lui con le mani sui fianchi e uno sguardo indagatore.

-Allora, sei pronto?- gli domandò, ma Izuku capì che ciò a cui si stava riferendo la ragazza era un'altra cosa. Dopo che Eira aveva scoperto di All Might, l'uomo aveva deciso di raccontarle tutto. Tutto. Midoriya per poco non era svenuto davanti a quella decisione, percependo mancargli fiato mano a mano che le spiegava ogni cosa. L'amica aveva ascoltato, in silenzio, poi li aveva guardati per degli attimi che gli erano parsi infiniti e Deku aveva davvero temuto sarebbe scappata urlando, mentre sentiva All Might al suo fianco trattenere il respiro.

Alla fine aveva visto i suoi occhi farsi lucidi e un'ondata di panico l'aveva attraversato come una scossa. Si era preparato ad avvicinarsi per consolarla e scusarsi nemmeno sapeva lui per cosa, ma lei lo aveva guardato e, sorridendo commossa, gli aveva teso la mano.

-Allora facciamo del nostro meglio, neh?-


Izuku sospirò sollevato da quel ricordo, facendo scontrare il proprio sguardo con il suo e tirando le labbra. Si sentiva come una corda di violino in quel momento, ma non poté fare a meno di annuire nella sua direzione.

-Deku, levati o ti ammazzo.-

Attirati dall'inconfondibile voce roca di Bakugou che senza riguardi s'intromise nel loro discorso entrambi si voltarono.

-Sempre gentile, Katsuki.- commentò Yuhiko, vedendolo avvicinarsi e superarli senza degnarli di uno sguardo. Lo occhieggiò mentre si allontanava seguito dai mormorii sorpresi degli altri esaminandi. Da dopo la loro discussione dieci mesi prima non avevano più parlato. Sembrava che tra loro fosse scesa come una patina di gelo, ma non sapeva spiegarsi bene quella situazione. Eppure ogni volta che ripensava all'ultima cosa che gli aveva detto sentiva il senso di colpa bruciarle nel petto.

-Sei cattivo, Kacchan.-

Era una frase che aveva continuato a tediarla per parecchio tempo prima che riuscisse a farla tacere insieme alla voglia di andare a chiedere scusa. In tutto quel tempo lei si era limitata a salutarlo quando raggiungeva Izuku in classe per portargli gli appunti, e lui la ignorava con degli sbuffi palesi che le facevano roteare gli occhi. Ma dentro di sé si era sentita rincuorata ad ogni occhiataccia che le aveva mandato, perché era ciò a cui si era abituata a ricevere negli anni.

Anche se sapeva che c'era qualcosa che ancora non funzionava.

-Fac_facciamo del nostro me_meglio, Kacch__-

-E' già andato, Izuku…- Yuhiko lo guardò con una punta di disapprovazione, scuotendo la testa per quel comportamento. Non era il momento di essere emotivi e farsi prendere dal panico. Osservò l'orologio e decise di seguire l'esempio di Bakugou, iniziando a incamminarsi. Si voltò verso Midoriya quando notò che era ancora perso nel suo mondo e non aveva ancora fatto un passo.

-Andiamo?- quello annuì e lei continuò a camminare, pensierosa, cercando di non fare caso alla morsa che sentiva sullo stomaco mano a mano che il portone dell'accademia si avvicinava. Aveva voglia di vomitare e sentiva il cuore battere frenetico contro la cassa toracica tanto da farle quasi male.

Si era impegnata il più possibile per riuscire a migliorarsi, a diventare più veloce e fluida nei movimenti. Ogni tanto lei e Izuku si erano anche trovati a correre insieme la sera per migliorare la resistenza o lo aveva osservato ripulire la spiaggia, cercando di carpire qualche consiglio in base a ciò che gli veniva consigliato da All Might senza il reale coraggio di domandare direttamente. Era una cosa in cui voleva riuscire da sola.

Aveva fatto esercizio, utilizzato più spesso il suo Quirk e cercato di mantenersi il più attiva possibile per perdere peso in modo da essere più agile.

Ma se non fosse stato abbastanza?

Eira si morse un labbro, nervosa, ripensando alla fatica e alla frustrazione che l'avevano assalita quando si era resa conto di non riuscire a gestire bene la sua Unicità perché non lo aveva mai fatto seriamente. Da bambina aveva sempre ammirato gli Eroi, ma solo verso l'ultimo anno di elementari aveva deciso di percorrere quella strada e aveva iniziato a testare cosa fosse in grado di fare.

Invidiò la sicurezza con cui Katsuki li aveva preceduti come se sapesse già di essere stato ammesso e l'ambizione che sprigionava Izuku da tutti i pori tanto che avrebbe potuto tagliarla con un coltello.

Izuku…

Eira si osservò intorno, accorgendosi di essere sola. Dov'era Izuku?

-Ho parlato con una ragazza!- trasalì, voltando il viso di lato. La figura di Midoriya le era comparsa accanto senza che ne se accorgesse e fece d'istinto qualche passo indietro per la vicinanza.

-Cosa?- aggrottò la fronte, non capendo. Perché, lei non la considerava una ragazza? Si sentì un po' offesa e gonfiò le guance.

-Ho parlato con una ragazza gentile!- ripeté quello, sognante, raccontandole della sua caduta e di come l'Unicità della sconosciuta gli avesse evitato di pestare il naso a terra.

Yuhiko decise di lasciare perdere le domande, ridacchiando e spingendolo verso l'entrata.


***


​-Via!-

Eira rimase immobile, ghiacciata sul posto con il respiro mozzato in gola e la bocca secca. Il grido che segnava l'inizio della prova le si era conficcato con forza nelle orecchie e la sua testa si era improvvisamente svuotata.

Panico.

Cercò di non far caso alle gambe tremanti e pregò intensamente al proprio corpo di muoversi, alla sua mente di ricominciare a ragionare, ai propri muscoli di rilassarsi. Il gruppo di ragazzi con cui era finita a fare l'esame era già partito, perdendosi tra le vie della città costruita per affrontare la prova per cercare i robot da combattere. E lei era rimasta li, da sola, come un'idiota, a guardarsi intorno in un modo che ad occhi esterni ricordavano tanto quelli di un cucciolo spaesato.

Odiò se stessa per aver perso così facilmente il controllo sulle sue emozioni.

-Mancano otto minuti!-

Eira si morse l'interno di una guancia, ingoiando il groppo in gola e iniziando ad avanzare lentamente verso il centro città.

Piccoli passi, piccoli passi...


Ogni movimento che faceva le sembrava pesantissimo.

Qualche carcassa di robot giaceva lungo la strada e dai pezzi di rottami sparsi in giro proveniva del fumo che si innalzava verso il cielo. Le arrivò al naso la puzza di bruciato e istintivamente se lo coprì con una mano, socchiudendo gli occhi per il fastidio.

Per un brevissimo istante si domandò che diavolo ci facesse lì, se non si fosse sbagliata e il motivo per cui si ritrovava a fare quel test non fosse dovuto solo ad un entusiasmo contagioso che le aveva trasmesso Izuku negli anni finendo per farle credere che fosse proprio. Cercò di scacciare con un movimento del capo i pensieri angoscianti che avevano iniziato a tartassarla.

Non era il momento. Doveva concentrarsi.

Occhieggiò i dintorni, affilando lo sguardo. Sentiva gli altri esaminandi combattere e i rumori metallici che facevano i robot quando provavano ad attaccarli o venivano distrutti. Inspirò, espirò, chiuse gli occhi solo per un attimo e li riaprì appena in tempo per captare un movimento alle proprie spalle. Si voltò di scatto, facendo leva sulle gambe per poter fare un salto indietro, allontanandosi dal Villain che l'aveva raggiunta con un gesto automatico. Il suo corpo spesso reagiva prima ancora che lei pensasse a cosa doveva fargli fare.

Si lasciò sfuggire un piccolo ghigno, confortata da quel pensiero, sentendo l'adrenalina iniziare a salire e il respiro accelerare. Quella era una sensazione inebriante che avrebbe voluto provare sempre. Le faceva scordare tutti i dubbi. 

Accumulò nelle gambe il potere necessario per darsi la spinta e scattò in avanti. Evitò il gancio che il Villain si stava preparando ad infliggerle, puntando un piede nel vuoto e solidificando l'aria sotto di esso per crearsi un appoggio invisibile con cui darsi la spinta necessaria per elevarsi oltre la testa del suo avversario. Lo fece fino a quando non fu soddisfatta dell'altezza a cui era arrivata. Il mondo attorno le arrivò confuso ma aveva ben chiaro cosa volesse fare e si sorprese della facilità con cui riusciva a spostarsi in aria, era la prima volta che lo faceva in un vero combattimento: da bambina aveva sempre avuto la paura di non riuscire a crearsi un appoggio sotto i piedi abbastanza velocemente, finendo per cadere.

Fece una capriola in avanti e concentrò l'aria nei piedi, lasciandosi scivolare verso la testa del Villain robotico. Lo colpì cercando di imprimerci tutta l'aria che era riuscita ad accumulare e solidificare prima dell'impatto come se stesse spingendo un mattone, danneggiandogli i circuiti elettrici alla base della nuca. Il robot ebbe qualche sussulto e cadde a terra danneggiato dalle esplosioni.

Quando si ritrovò in piedi davanti alla carcassa immobile, Eira sorrise, infervorata dalle sue stesse azioni.

-Mancano cinque minuti!-


***


-C'è una lettera per te, Eira.-

Yuhiko corse per le vie della città in modo così rapido che quando si fermò le sembrò che il respiro le avrebbe spezzato i polmoni, tanta era la violenza con cui l'aria le entrava in corpo. Era quasi sera, e faceva freddo, e lei aveva dimenticato la giacca ed era uscita in pantaloncini e maglietta, ma non le importava. Si portò le mani alle ginocchia, cercando di riprendere fiato e un po' di contegno.

-Arriva dall'Accademia Yuuei.-


Si passò una mano tra i capelli, cercando di sistemarseli alla cieca per quanto poteva e prese un profondo respiro. Poi bussò alla porta che si trovava davanti, timorosa, e attese. Sperava di non disturbare, ma sapeva che le visite impreviste sono sempre fonte di disturbo. Lei le odiava e mal sopportava fare lo stesso, ma non era riuscita a trattenersi.

-Sono... sono stata presa, nonna.-


La porta si aprì dopo qualche attimo, rivelandole attraverso lo spiraglio il viso familiare di Inko. La donna strabuzzò gli occhi quando la mise a fuoco, non aspettandosi la sua visita improvvisata, ma si spostò subito per farla entrare in casa regalandole un sorriso di quelli che aveva imparato a conoscere fin da piccola.

-Complimenti. Sono contenta per te.-


Yuhiko ci mise qualche secondo prima di varcare la soglia di casa, venendo accolta dall'ambiente caldo e tranquillo che regnava nell'ambiente e dal profumo della zuppa che bolliva sul fornello. Le sue gambe scoperte gioirono per non essere più esposte all'aria e smise gradualmente di tremare per il freddo.

-Che piacere vederti cara, accomodati. Come stai? Izuku è in camera, sta... sta leggendo la lettera.- le disse, dirigendosi verso la sala. Si fermò quando raggiunse il tavolino, su cui era posato un bicchiere da cui prese un lungo sorso d'acqua. Eira la vide torturarsi le dita delle mani e pulire con uno straccio le mensole già perfette, capendo che era un modo per sfogare la tensione. In quello assomigliava al figlio, erano sempre stati molto emotivi, e lei si era sempre trovata bene per la semplicità con cui esprimevano i propri stati d'animo. Lo trovava rassicurante e le ricordava la schiettezza con cui le parlava sua madre.

-Sto bene, grazie.- le rispose, raggiungendola vicino al divano su cui si era seduta. Occhieggiò pensierosa la porta chiusa della camera di Deku.

-Ho fatto zero punti, Yu. Ho fallito! Ho fallito!-

Si morse un labbro, ricordando lo sguardo vacuo di Midoriya quando gli aveva chiesto come fosse andato l'esame. I suoi occhi verdi sembravano aver perso tutta quella luce speranzosa che vi aveva sempre visto dentro mentre le spiegava cosa fosse successo e si era sentita affossare, vedendolo trattenere le lacrime a stento, non sapendo cosa rispondergli. Izuku era andato a casa e da quel giorno aveva evitato ogni contatto con lei.

Quindi... che diavolo ci faceva lì?

-Ho saputo che hai partecipato anche tu all'esame. Come è andata?- Eira si voltò verso la signora Midoriya, smettendo di osservare la porta chiusa capendo che non si sarebbe aperta molto presto.

-Bene, mi è arrivata oggi la lettera di ammissione.- Inko le sorrise istantaneamente e le venne naturale fare lo stesso, scorgendo negli occhi della donna una felicità sincera nei suoi riguardi.

-Complimenti!- si congratulò lei, mantenendo però sempre un tono di voce piuttosto basso e lanciando delle occhiate angosciate verso il corridoio. Probabilmente non voleva farsi sentire dal figlio. Yuhiko trovò quell'accortezza molto premurosa e dopo aver preso un bicchiere dalla cucina le si sedette affianco, aspettando con lei, domandandosi come avrebbe reagito Izuku se lui non fosse stato preso mentre lei si. Sbatterglielo in faccia in quel modo gli avrebbe spezzato il cuore. Forse aveva sbagliato ad andare a casa sua proprio quel giorno.

Dopo una decina di minuti la porta si aprì di botto, facendo tremare le pareti del vecchio appartamento. Le due interruppero all'istante ciò di cui stavano parlando e si voltarono quasi all'unisono verso la fonte del rumore. Izuku arrancò verso la sala, con il cuore in gola e le mani tremanti.

-Sono passato! Mamma! Sono passato! Sono pas__ Yu?-

-Era ora. Quanto ci hai messo a leggere un pezzo di carta e vedere un video?- lo canzonò lei, sogghignante, mentre veniva abbracciato da Inko che non riuscì a trattenere la commozione. Lo vide tirare su con il naso mentre sua mamma lo riempiva di complimenti.

-Ce l'ho fatta... ce l'ho fatta...- sussurrò guardandola, piegando le labbra in una smorfia per non mettersi a piangere e ricambiando l'abbraccio di sua madre quasi aggrappandosi alla sua schiena. -Tu?- le chiese poi, in un lampo di lucidità. Eira si limitò ad annuire, sorridendogli e facendogli l'occhiolino divertita dalla sua faccia stravolta. Chissà quanti pensieri lo avevano assillato in quei giorni per fargli avere un aspetto così trasandato. Aspettare quelle lettere era stata una tortura.

Fu a quel punto che Inko sembrò raccogliere la forza necessaria per staccarsi dal figlio, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto e cercando di smettere di tremare. Li guardò commossa, soffermandosi sul figlio e notando quanto fosse cambiato in quegli ultimi mesi. Lo aveva visto impegnarsi fino allo sfinimento, mangiare e crollare quasi nel piatto durante la cena per la stanchezza, prendere ogni occasione in cui poteva aiutarla in casa come spunto per fare un po' di allentamento.

Era davvero fiera e non poteva che essere felice per lui.

-Complimenti ragazzi! Siete stati davvero fantastici. Festeggiamo?-










































































































Ciao a tutti :)
Scusate il leggero ritardo è un periodo un po' pieno e non trovavo il tempo per revisionare il capitolo. Non ho molto da dire, se non che Eira dovrebbe signoficare Neve in Gallese, ma onestamente non ne conosco l'effettiva pronuncia - per me è come si scrive, mi piaceva il suono. Penso sia chiaro perché Katsuki la chiami quindi Mizore, per lui è un dispregiativo.
Non ho molto da dire, spero di avervi tenuto un po' compagnia con questo capitolo. Entrare nei pensieri di Izuku e All Might non è stato molto semplice, spero di averli resi bene.
Alla prossima.
D. <3

   
 
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